Tre motivi (più uno) per provare questa maschera viso coreana di APLB

Diverso tempo fa, facendo un giro su Yesstyle ho notato un marchio coreano che mi ha colpito ovvero APLB, attratto soprattutto dalla filosofia dell'azienda. Pensavo infatti che il nome fosse un classico riferimento ad un "lab", ovvero laboratorio, ed invece è l'acronimo di A Plus B, ovvero due sostanze che si uniscono per ottenere un determinato beneficio, ma più in generale le loro formulazioni sono elaborate senza risultare eccessive.

Per iniziare io ho scelto la linea Glutathione Niacinamide di APLB, ed in particolare le loro sheet mask, che hanno secondo me diversi motivi per meritare una prova.


INFO BOX
🔎 Stylevana, YesStyle (coupon PIER10YESTYL)
💸 €0.95
🏋 25ml 
🗺 Made in Corea
⏳ Maschera Monouso
🔬 //


Non è solo questione di attivi però perché l'azienda utilizza una tecnologia chiamata Wide-Spread Texture System che migliora l'assorbimento dei prodotti, e utilizza delle molecole lipofile per rendere la penetrazione degli ingredienti ancora più efficace, e più in generale dimensioni molecolari più performanti.
Per esempio, le Sheet Mask di APLB contengono quello che l'azienda chiama Microfluidizer Glutathione, ovvero molecole più piccole di questa sostanza. 
Nello specifico queste maschere viso in tessuto contengono il 13.5% di LIPO GLUTA NIAC CEN, ovvero

  • il 13.5 % di centella asiatica per lenire le irritazioni, che lavora in sinergia con quello che l'azienda chiama Centella 3x Complex, che è sempre composto da Gotu Kola,
  • lo 0.1% di glutatione, sostanza naturalmente presente nella pelle che ha un potere antiossidante e di illuminare l'incarnato
  • lo 0.1% di Niacinamide, di cui penso un po' tutti conosciate l'effetto sebo regolatore, ma più in generale benefico per la barriera cutanea
  • una miscela patentata composta dagli estratti di fiori di loto, di artemisia, di riso e di lieviti fermentati che dovrebbero agire su più livelli per idratare e riparare la pelle. 

Scavando un po' più a fondo nell'INCI della Sheet Mask Glutathione Niacinamide APLB troviamo anche acido ialuronico, squalane, collagene idrolizzato e betaglucani per idratare la pelle, e gli estratti di melanzana e bacche di  bacche di olivello spinoso, entrambi antiossidanti. Ho notato anche l'estratto di Tee Tree, dall'azione antimicrobica, e immagino che contribuisca anche a dare quel leggero profumo fresco che hanno queste maschere in tessuto.

Il primo motivo per cui secondo me provare queste Sheet Mask coreane è proprio la formulazione che  davvero ricca di tutti quegli attivi che agiscono davvero per idratare la pelle a fondo, illuminarla e renderla più resistente, ma è tutto sommato delicata e non vedo sostanze che possano essere davvero problematiche. Come dicevo la profumazione è davvero delicatissima, a stento si sente e in generale nonostante l'abbia tenuta sempre più a lungo di quanto indicato, ovvero 15/20 minuti, non mi ha dato problemi.

Il secondo motivo si ricollega ovviamente al primo e riguarda proprio l'efficacia e la piacevolezza d'uso della Sheet Mask Glutathione Niacinamide APLB. Su di me è infatti un trattamento fortemente idratante che però non appesantisce il viso, perché il siero di queste maschere si assorbe completamente nella mia pelle e non noto residui. Avendole usate principalmente la sera, ho sempre proseguito con altri prodotti e non ha creato delle interazioni strane insieme al resto della mia skincare.
Per il suo effetto idratante secondo me è adatta per pelli da normali a tendenza secca e ha anche un effetto leggermente tonificante, ma anche illuminante in maniera indiretta, visto che ha questa azione lenitiva e distensiva che ha.

In terzo motivo per cui provare le maschera viso in tessuto APLB è il rapporto qualità-prezzo: considerate che contiene tantissimo siero e che il tessuto è davvero sottile, malleabile, aderisce benissimo al viso senza cadere e non ho bisogno di fare tagli per adattarla al meglio perché i fori sono perfetti per me.
Tutto questo per una maschera che costa meno di un euro significa per me solo una cosa: la prenderò ad ogni ordine e ne terrò qualcuna a disposizione appena avrò bisogno di ristabilire idratazione e morbidezza della pelle.

Il quarto motivo, non del tutto legato alla mia esperienza in sé, ma al fatto che questa maschera in tessuto mi ha dato la conferma che APLB non è solo uno dei tanti marchi di cosmesi coreana economica ma che ha anche della sostanza, che le loro formule sono complete e interessanti.
Voi conoscevate l'azienda?



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Le polemiche su It Ends with Us e il film di cui nessuno parla con Jenna Ortega

Non serve una presentazione per questa recensione, perché il titolo dice tutto o quasi: i miei due centesimi su film abbastanza recenti, che hanno fatto discutere o che al contrario sembra non essersi filato nessuno ma che, per via degli attori coinvolti, mi hanno incuriosito.


Miller's Girl (2024)


Genere: drammatico
Durata: 93 minuti
Regia: Jade Halley Bartlett
Uscita in Italia:1 agosto 2024 (Cinema)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Mentre eravamo un po' tutti in attesa o quantomeno intrigati dalla presenza di Jenna Ortega nel sequel di Beetlejuice, lei era impegnata in un altro film che sembra stato eclissato proprio dal lavoro di Tim Burton. Avete sentito parlare di Miller's Girl? Io no, almeno fino a pochi giorni fa. 
Scritto e diretto da Jade Halley Bartlett, che credo sia alla sua prima prova da regista, racconta la storia di Cairo Sweet (Ortega appunto), una giovane e brillante studentessa di un college del Tennessee che vive praticamente sola, visto che i genitori, facoltosi avvocati, sono spesso in viaggio chissà dove.

La sua passione per la letteratura e soprattutto la scrittura sono la sua compagnia maggiore, ma anche la sua aspirazione per il futuro. Questo la farà avvicinare suo insegnante, il professore di scrittura creativa Jonathan Miller (Martin Freeman), ex scrittore frustrato per via della mancanza di vena creativa e bloccato in un matrimonio con una donna che in realtà non lo apprezza proprio perché non ha più il suo estro letterario.
Proprio la comune passione per la scrittura avvicinerà Cairo a Jonathan ma, con la scusa di creare un saggio di ammissione ad Yale, la studentessa deciderà di sedurre il professore. Se per lei sarà quasi una sfida, Jonathan si troverà in acque cattive.

Sembra una storia già vista e in parte lo è, non posso negarlo, ma Miller's Girl cerca di puntare l'attenzione su altri fattori. La cura dell'ambientazione ad esempio, di ispirazione gotica e vagamente teatrale, abbraccia questa storia dai toni cupi, che sebbene non ne sviluppi mai del tutto il genere, strizza l'occhio al thriller psicologico. C'è anche una vena poetica costante: l'impressione che ho avuto non è stata quella di vedere un film che vuole raccontare una storia più o meno verosimile, ma di leggere un romanzo che vuole raccontare sfumature differenti, forse di un amore proibito, forse di un gioco sordido di controllo dell'altro finito male. 

Sicuramente i due protagonisti principali danno delle buone interpretazioni, specie considerando che i dialoghi sono parte portante del film, più che le azioni. Anche la parte più pruriginosa, ad eccezione di una scena e appunto di flirt fra i due Cairo e Jonathan, passa più attraverso la parola che i fatti. In questo senso appunto anche i discorsi fra i personaggi assumono un tono a volte brillante, quasi da commedia, altre più profondo e letterario, a conferma di quello stile che vi dicevo su.

Non siano forse davanti alla coppia con più chimica che si potesse desiderare, ma funzionano in uno strano modo. Per mia preferenza forse si poteva scegliere un altro attore al posto di Martin Freeman, non per bravura ma per phisique du role, e Jenna Ortega dovrebbe un attimo allontanarsi da questi ruoli da Lolita gotica e oscura per non rischiare di restare bloccata nell'immaginario comune in questa gamma limitata di interpretazioni, ma è sicuramente in grado di svolgerli al meglio.

Tutto questo poteva essere raccontato meglio? Certo, si potevano evitare appunto i cliché della ragazza sexy e vibrante che esce dal bosco nebbioso, si poteva dare maggiore spessore ai personaggi secondari che sono solo marionette funzionali alla storia, e soprattutto si poteva creare maggiore impatto in alcuni momenti, ma questo non toglie godibilità a Miller's Girl.



It Ends with Us - Siamo noi a dire basta (2024)




Genere: drammatico, sentimentale
Durata: 130 minuti
Regia: Justin Baldoni
Uscita in Italia: 21 agosto 2024 (Cinema)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America


È stato invece molto più chiacchierato, fin troppo forse, It Ends with Us, film con Blake Lively e Justin Baldoni (che ne firma anche la regia) e che è tratto dal romanzo di Colleen Hoover che sembra essere stato campione di vendite ed aver trovato successo sui social.
Se non avete visto le polemiche ve le riassumo io in breve: oltre alle difficoltà tecnico-artistiche nel creare il film in mezzo allo sciopero degli sceneggiatori, pare che vi siano state delle visioni differenti anche fra Lively e Baldoni, che poi si sono riversate nella fase di promozione, dove i due sembravano avere idee opposte su come raccontare il film. Blake Lively infatti è stata accusata di avere un approccio troppo leggero per un film drammatico e con un tema importante, mettendo di mezzo anche la sponsorizzazione della sua nuova gamma di prodotti haircare e la scelta di abiti da indossare alle premiere, mentre Baldoni, nonostante volesse appunto parlare dei messaggi trasmessi da It ends with Us, pare sia stato un po' escluso dal giro di promozione. Tutto questo a noi non interessa, ma quel che importa è capire come sia questo film.

Lily Bloom (Blake Lively da adulta e Isabela Ferrer da ragazza) si trasferisce a Boston con la speranza di trovare radici e aprire un negozio di fiori, anche per allontanarsi dal suo passato: suo padre era infatti un uomo violento che picchiava la madre. Il suo sogno nella capitale trova ancora più forza quando conosce il bel Ryle Kincaid (Baldoni), un neurochirurgo affascinante e in carriera che sembra un perfetto principe azzurro. I due ovviamente si innamorano ed andranno a convivere, ma Ryle inizierà a mostrare un atteggiamento sempre più inquietante, e quando Lily incontrerà il suo primo amore Atlas Corrigan (interpretato da Brandon Sklenar da I crimini di Emily, e da Alex Neustaedter da ragazzo), il principe azzurro rivelerà la sua anima nera, e la favola romantica diventerà una tragedia.

Un po' come la promozione del film, secondo me It Ends with Us - Siamo noi a dire basta non ha del tutto centrato il tiro, ma prima faccio due premesse: infatti non avendo letto il libro non posso fare paragoni, e più in generale probabilmente il gossip che ha preceduto la mia visione del film, ha un po' scomposto le mie aspettative.

Credevo infatti che il film fosse molto più cupo, con al centro dei temi complessi come quelli della violenza domestica e dei traumi che questa lascia su chi purtroppo è costretta a subirla. Invece è una commedia romantica sentimentale, che twista verso una parentesi più drammatica. Un approccio interessante per trattare il tema e per dare nuova linfa al genere romance, ma secondo me è sbilanciato.

It Ends with Us ha infatti una lunga prima parte che si concentra, in modo anche abbastanza glam, quasi esclusivamente sulla conoscenza fra Lily e Ryle, e che risulta non necessaria sia per prevedibilità che per ripetitività. In questo primo atto ci mettono anche dei flashback sul passato della fiorista, ma anche qui non si può dire che creino davvero una particolare multidimensionalità. Di conseguenza tutto quello che viene dopo, che è poi il punto cruciale del film, ovvero gli abusi psico-fisici nei rapporti personali, mi è sembrato affrettato, non in grado di dare quella drammaticità e quello spessore che il tema richiederebbe.

Nonostante poi le oltre due ore di durata, credo che It Ends with us non riesca a costruire in modo sfaccettato i suoi personaggi principali e ancora meno quelli secondari.
Sono abbastanza buone le interpretazioni di Blake Lively e Justin Baldoni credo faccia anche un discreto lavoro dal punto di vista della regia, ma sembra quasi non avessero tanto materiale per sviluppare caratteri più complessi e meno funzionali alla mera narrazione. Il rapporto fra Lily e Ryle ad esempio sembra nascere perché sono entrambi belli e basta, e la causalità degli incontri della ragazza, prima con la sorella del chirurgo (Jenny Slate) e poi con la sua ex fiamma adolescenziale, è poco credibile.

Anche la colonna sonora pop contemporanea e i dialoghi un po' troppo costruiti, non aiutano secondo me a dare quei toni più cupi che, come dicevo, mi aspettavo. Questo non rende It Ends with us un cattivo film, ma magari non ha quell'enfasi, quell'intensità emotiva e quella potenza cinematografica che credevo di trovare.

Garnier Vitamin C 10% Brightening Night Serum, tutto quello che dovreste sapere!

Dopo aver esplorato un po' tutte le proposte alla vitamina C che Garnier ha lanciato (le mie recensioni qui), sono arrivato all'ultimo prodotto della gamma che mi andava di provare, cioè il Siero Notte Illuminante con il 10% di Vitamina C Pura.


INFO BOX
🔎AmazonLookfantastic, Grande distribuzione
💸 €13
🏋 30ml
🗺 Germania
⏳ 3 Mesi
🔬 Vegan, Cruelty Free

Il Brightening Night Serum promette una pelle più liscia, rivitalizzata e riposata dopo la prima applicazione, e di agire contro le macchie scure e le imperfezioni dopo 2 mesi. Tutto questo dovrebbe avvenire attraverso appunto il 10% di vitamina C che in questo caso troviamo nella sua forma più potente e pura, ovvero l'acido ascorbico.

Questa forma di vitamina è solubile in acqua, e promette una forte azione antiossidante, ma pare essere in grado di stimolare la produzione di collagene, e dall'altro lato inibire la produzione di un enzima chiamato tirosinasi, che è la causa delle macchie scure della pelle.
Nonostante sia così promettente e valido, l'acido ascorbico è decisamente instabile, può ossidare facilmente (assume un colore ruggine intenso) e non penetra facilmente nella pelle, per cui è necessario inserirlo in formulazioni con pH acido dal 3.5 in giù.
Ci sono scuole di pensiero contrastanti sull'usare un siero ossidato: c'è chi dice che si annulli la sua efficacia, chi dice che continua a funzionare e chi invece che sia dannoso.

Credo che nella grande distribuzione non esista un siero viso che contenga vitamina C a questi livelli e ne capisco il motivo: oltre ai problemi formulativi, una concentrazione elevata richiede una certa dimestichezza da parte del consumatore e non tutti ce l'hanno, perché può essere irritante e sensibilizzare la pelle.

Questo siero notte Garnier è arricchito anche con acido ialuronico e glicerina per dare alla formulazione un effetto idratante e l'acido salicilico per un effetto esfoliante e purificante. Ma c'è anche l'adenosina, una sostanza che promette un effetto antiinfiammatorio e riparatore della cute.

La consistenza è liquida, tipica di un siero acquoso, ma, come fa notare l'azienda stessa, visto che non contiene siliconi, può risultare appiccicoso appena applicato sulla pelle. In effetti il Brightening Night Serum ha una consistenza leggermente più corposa di un semplice siero a base di acqua, ma non per questo è pesante o untuosa, semplicemente richiede qualche secondo in più per essere assorbito.
È stato facile infatti per me inserirlo nella mia routine serale perché appunto se lo uso con altri sieri viso, lo applico prima della crema, ma dopo di tonici e sieri acquosi e più fluidi, come sempre quindi bilanciando le consistenze. 
Ha poi un odore agrumato gradevole, che per il mio naso non è troppo intenso, e che quindi non cozza con altre fragranze di altri prodotti.

Ho iniziato ad usare questo prodotto a metà Luglio, e come potete vedere dalla foto (al netto di uno sfondo giallo, lo so), il mio siero notte vitamina C Garnier era praticamente trasparente, quindi fresco e potente e devo dire che solo forse il primo giorno di utilizzo ho sentito un leggerissimo formicolio che però non ho percepito nelle sere successive e che non mi ha creato irritazioni, quindi sono riuscito ad usarlo con molta costanza. 
Da solo ha secondo me una idratazione sufficiente per pelli normali e miste, specie appunto nel periodo più caldo, ma adesso che la mia pelle tende ad essere più secca mi piace affiancarlo ad altri sieri e prodotti e devo dire che anche a livello di texture non fa pasticci, non ha creato bricioline o si è scontrato malamente con il resto della mia skincare.

Il siero notte vitamina C di Garnier ha contribuito parecchio alla luminosità del mio viso, andando a correggere sia delle aree più scure, come può essere la zona del mento e ai lati della bocca nel mio caso dove noto sempre quasi un'ombra grigiastra, sia nel far durare davvero pochissimo le eventuali macchie post brufolo. Non ha avuto in effetti una azione istantanea ma nel tempo ho notato davvero un incarnato più omogeneo, specie quando detergo il viso al mattino.

Immagino che proprio per la combinazione di vitamina c e acido salicilico possa essere un ottimo alleato per pelli con acne o macchie post infiammazione. In generale poi lo consiglierei a tutte le pelli spente, ingrigite magari dall'abbronzatura che se ne va o semplicemente che per loro natura sembrano sempre stanche. Sicuramente non è un siero per pelli sensibili, meglio scegliere percentuali più basse, ma anche se non avete problemi di macchie e simili, penso che il Night Serum Garnier possa essere un forte antiossidante facile da usare.

Devo però sottolineare che si tratta di un siero viso abbastanza delicato e che nel corso di questi mesi ha sicuramente cambiato colore, diventando quasi secondo me completamente ossidato, immagino anche a causa delle alte temperature di questa estate che ne ha accelerato il degradamento.
In teoria, e questo vale per tutti i sieri viso a base di acido ascorbico, sarebbe consigliato travasarli in contenitori più piccoli ed usare una minima parte ogni volta o appunto conservare il prodotto in frigo, ma per me è troppo lavoro e finirei per non utilizzarlo.
Questo significa che non è possibile allungarne la durata oltre i 3 mesi di PAO, e che quindi siete fra quelli che aprite un prodotto e ve ne dimenticate senza usarlo, sarebbe uno spreco secondo me acquistarlo ed è meglio un siero con un derivato della vitamina c più stabile.



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Envidiosa su Netflix è una serie tv sottovalutata, ecco perché

Arrivata su Netflix il 18 settembre, Envidiosa è la nuova serie tv argentina che ho terminato in queste ultime settimane e di cui però poco ho letto, e spesso mi è sembrato di aver visto solo opinioni superficiali e incomplete, ma secondo me c'è qualcos'altro sotto.

Griselda Siciliani è Victoria, una donna che si sta lentamente avvicinando ai 40 e inizia a fare i conti con la vita e con tutto quello che le manca. Da sempre porta con sé il rimpianto di non essere diventata una architetta, fermandosi solo al "grado" di arredatrice, ma soprattutto vuole qualcosa di più dalla sua vita sentimentale. È fidanzata da ben 10 anni con Daniel (Martín Garabal), ma lui non le ha mai fatto la proposta di nozze, così Vicky, per suscitare una sua reazione, decide di lasciarlo, ma non sa che non otterrà l'effetto sperato. Daniel infatti, per cercare di superare la rottura, parte in viaggio con degli amici dove conosce una giovane donna brasiliana, che nel giro di pochi giorni decide di sposare.

Victoria si ritroverà quindi sopraffatta dal suo stesso piano, perdendo di lucidità, lagnandosi di tutto ed incapace soprattutto di celare quella invidia che prova nei confronti delle amiche sposate o in procinto di convolare a nozze. Così cercherà di recuperare terreno iniziando alcune relazioni altrettanto tossiche ed allontanandosi da quello che davvero vuole, non solo perché pensa sia giusto.

Chi ha visto Envidiosa con superficialità, o fermandosi ai primi episodi, probabilmente ha subito avuto una sensazione di rigetto e antipatia per la protagonista, poco empatizzabile, spesso insensibile e respingente, ma secondo me la Victoria di Griselda Siciliani è molto altro, e soprattutto è umana.

È una donna che sente il peso che la società le ha affidato, tanto che vive il matrimonio anche come occasione per poter affermare il suo status sociale, ma soprattutto, nonostante l'invidia che sciorina verso amiche e conoscenti, è lei stessa a voler essere invidiata. È come se, per una sorta di senso di inferiorità, sentisse sempre qualcosa che le manca rispetto agli altri, e credo che anche la persona meno invidiosa che conosciamo, prima o poi si sarà chiesta "che cos'hanno gli altri che io non ho?".
Questo passa chiaramente nel rapporto fra Victoria ed il suo ex, e diventa ancora più frustrante quando lui non sa perché ha sposato un'altra dopo pochi giorni e non lei dopo 10 anni.
È qui che Envidiosa trova la sua strada e riesce secondo me a raccontare in modo divertente, sentimenti che per quanto esasperati un po' tutti abbiamo vissuto.

L'ossessione per l'omologazione poi spingerà Victoria a non rendersi nemmeno conto di ciò che di buono le capita, e che forse può essere felice senza spuntare tutte le caselle di un ipotetico perfetto percorso di vita, e forse questa è la più grande lezione della serie.

I toni sono sempre leggeri, si parla di una commedia alla fine e mai si scende nei lati più oscuri di certi tratti caratteriali e psicologici, anzi si gioca molto con situazioni a volte assurde o sopra le righe, ma secondo me Envidiosa sa tornare al realismo quando serve, mostrando sfaccettature che una serie da mezz'ora ad ogni episodio non sempre riesce a mostrare. Victoria ad esempio non è solo invidiosa, ma è una donna contemporanea che sa essere dolce, sensibile, è il frutto delle sue esperienze e dei suoi traumi, soprattutto legati all'infanzia, ed è in parte consapevole dei suoi limiti visto che fra alti e bassi si affida ad una terapista.
E poi si parla di amicizia, sorellanza, e famiglia da più punti di vista, quindi i 12 episodi sono ricchi ma scorrevoli.

Envidiosa poi toglie qualunque patinatura, scegliendo attori bravi ma normalissimi, con stili di vita che sono più comuni di quanto vedremmo in altre serie, e sceglie solo dove serve di usare i cliché tipici della commedia con risvolti romantici, come il rapporto fra la protagonista e Nicholas (Benjamín Vicuña da Terapia di coppia...aperta). Hanno poi saputo allargare il focus su altre storyline dei personaggi secondari, così da rendere il tutto un po' più dinamico.

E no, non voglio dire che siamo di fronte al capolavoro dell'anno o un manuale di sociologia, ma solo che mi è sembrata una serie tv più onesta di altre, che tratta in modo schietto un sentimento di cui si parla poco, e che forse ci può spingere a fare un po' di autocritica. Sarà per questo che ad alcuni non è piaciuta?

La seconda stagione è stata confermata per l'estate 2025, e sono curioso di vedere come proseguirà.

Tutti gli usi del nuovo Salicylic Acid 0.5% Body Serum The Ordinary

 A distanza di praticamente due anni dal lancio del loro primo detergente, The Ordinary ha espanso le sue referenze per la cura del corpo come sempre con un approccio scientifico e con degli attivi mirati che agiscono sulla pelle del corpo appunto esattamente come accade sul viso.

La cute dal collo in giù può presentare le sue imperfezioni o comunque quegli aspetti che ci danno discomfort e ci fanno sentire a disagio e adesso The Ordinary ha aggiunto tre nuovi diversi prodotti alla sua gamma per il corpo che vogliono contrastare alcune di queste problematiche, ed ha pensato a due trattamenti con scopi e consistenze differenti e ad una crema che si prende cura della barriera cutanea.
Per non creare troppa confusione e creare recensioni troppo lunghe, ho pensato di raccontarvi ogni singolo prodotto e la mia esperienza per ogni singolo prodotto, iniziando dal Salicylic Acid 0.5% Body Serum, che tra l'altro mi sembrava il più curioso e che soprattutto si è rivelato particolarmente versatile.


INFO BOX
🔎TheOrdinaryLookfantastic, Sephora, Beauty Bay
💸 €17.30
🏋 240ml
🗺 Made in Canada
⏳ 12 Mesi
🔬 Vegan, Cruelty Free


Cos’è il Salicylic Acid 0.5% Body Serum di The Ordinary?

Il primo siero per il corpo di The Ordinary è un prodotto delicatamente esfoliante adatto a tutti i tipi di pelle ma studiato principalmente per contrastare le imperfezioni come acne e punti neri, ma più in generale per eliminare tutte le possibili irregolarità cutanee, quindi anche aree con zone più secche e ruvide o delle macchie post acne. Può insomma essere usato letteralmente dal collo in giù dove necessitiamo una azione esfoliante.
Si presenta come un siero a base acquosa, decisamente liquido, che fa pensare in effetti più ad un tonico per il corpo ma ha un beccuccio che consente di dosarlo al meglio con alcune accortezze.


Gli Ingredienti Principali 

Come tutte le formulazioni The Ordinary, anche questo nuovo body serum è essenziale: al suo interno troviamo principalmente acido salicilico allo 0.5%, una percentuale ben più bassa di quanto viene inserita nei sieri viso (anche la stessa Solution del brand), che si agirano al 2% circa, ma che consente al prodotto di essere più delicato al punto da poter essere utilizzato più volte al giorno a secondo delle necessità.
Oltre a questo BHA che tutti conosciamo per il suo effetto esfoliante e lipofilo che lo rende ideale a contrastare gli accumuli di sebo e appunto brufoli e punti neri, c'è anche una sostanza che pare sia in grado di contrastare l'oleosità della pelle ovvero la sarcosina, un aminoacido che si trova naturalmente nella nostra cute, e che sembra anche di essere in grado di ridurre l'impatto delle radiazioni UV.

Per completare la formulazione, il Salicylic Acid Body Serum è arricchito con glicerina, così da idratare oltre che trattare la pelle. 
Inoltre abbiamo una formulazione che non contiene alcool o siliconi e che è completamente inodore, ed ha un pH fra il 3.2 e 4.0.


Come si usa il Salicylic Acid 0.5% Body Serum

Pur essendo un siero per il corpo, si rispetta la solita regola che vale per i prodotti viso: prima le texture più leggere e poi quelle più spesse. Così anche il Body Serum The Ordinary va applicato su pelle pulita e asciutta nelle aree interessate, e poi si può proseguire con prodotti dalla consistenza più corposa, come appunto una crema o una lozione.

Si può utilizzare, come anticipavo, quotidianamente anche tre volte al giorno, ovviamente in base alla sensibilità e alla tollerabilità cutanea, quindi da inserire nella vostra routine gradualmente, e il beccuccio dosatore aiuta molto la distribuzione del prodotto. Ma come dicevo il Salicylic Acid Body Serum è molto liquido, che da un lato facilità l'applicazione su aree molto grandi e difficili come la schiena, dall'altro però può diventare un po' sbrodoloso e finire per sprecarlo, quindi preferisco applicare poco siero per volta, magari mettendomene un po' sulle mani e poi stendendolo dove serve. Alla peggio si può usare anche un dischetto di cotone o in microfibra da imbibire ma non amo sprecare dischetti se non strettamente necessario, e non è questo il caso.
So che può sembrare strano, vista la delicatezze che lo 0.5% di acido salicilico porta alla mente, ma non utilizzerei questo prodotto sul viso perché non essendo pensato a questo scopo, potrebbe creare irritazioni, poi fate vobis.


Tutti gli usi che ne ho fatto e la mia esperienza

Il primo impatto con questo Salicylic Acid 0.5% Body Serum è stato per me molto positivo perché è riuscito ad entrare nella mia routine con facilità e senza farmi perdere troppo tempo, visto che si assorbe molto rapidamente, contribuisce ad idratare la pelle ma non lo trovo appiccicoso, quindi posso subito passare alla crema corpo o semplicemente vestirmi senza dover aspettare poi molto.
Inoltre non mi ha creato irritazioni quindi l'ho potuto usare con costanza.

Il primo modo in cui l'ho testato, che forse è il più scontato è stato sulle zone del corpo con qualche brufoletto ovvero la schiena. La chiamano Back Acne o Bacne, ovvero quando la situazione di brufoli e punti neri si presenta anche sulla schiena e che nei casi più gravi, esattamente come sul viso, bisogna tenere sotto controllo e magari rivolgersi ad un dermatologo per capirne le origini e risolvere. Io non ho una vera e propria acne, ma qualche brufoletto saltuario, e che sono riuscito a tenere sotto controllo con questo nuovo siero corpo The Ordinary, che contribuisce davvero a sfiammare e far guarire le singole impurità senza seccare, vedendo un miglioramento già il giorno seguente l'uso.


Già così mi potevo ritenere soddisfatto, ma poi ho pensato che da questo Body Serum si potessero ottenere altri benefici. Così ho pensato di trattarci la cheratosi pilare o KP ai lati delle braccia.
Se non la conosceste, la cheratosi pilare si presenta come quell'effetto pelle d'oca, come tanti piccoli dossi sulla pelle, che sono composti essenzialmente da un eccesso di produzione di cheratina che va ad occludere i follicoli. Avendo superato i 30 anni la situazione è migliorata, ma non del tutto, e il Salicylic Acid 0.5% Body Serum ha contribuito a levigare queste aree della pelle, rendendole più lisce ed esteticamente più omogenee, anche in questo caso in poco tempo.

In questo senso penso possa aiutare anche dopo la depilazione, specie se avete la tendenza a formare quei puntini rossi che volgarmente si chiama "effetto gambe a fragola" e tutte quelle follicoliti o peli incarniti dati dalla rasatura. Non ho di questi problemi, ma credo abbia il giusto equilibrio per agire su queste situazioni.
Se pensate che abbia finito qui, vi sbagliate. Questo siero corpo The Ordinary è stato anche un valido aiuto anche per esfoliare i piedi, ammorbidendo e idratando quelle zone più ruvide, ancora meglio se lo associate con una crema idratante. È vero che in questo senso ci sono attivi più specifici, come urea e acido glicolico, ma con costanza ho visto dei benefici anche in questo senso.


Ma questo nuovo prodotto mi è piaciuto anche per un uso meno convenzionale e che l'azienda non credo abbia pensato, ovvero come trattamento per il cuoio capelluto. Se avete come nel mio caso problemi di dermatite o desquamazione dati da stress e cambi di stagione, o magari una cute grassa, questo Salicylic Acid Body Serum aiuta ovviamente ad esfoliare, lasciando il cuoio capelluto più fresco, pulito, meno pruriginoso ma comunque non secco. A me non appesantisce particolarmente i capelli, ma preferisco utilizzarlo in tal senso come trattamento preparatorio pre shampoo, così da avere un risultato ancora più accurato al momento del lavaggio: lo applico sulle aree che voglio trattare, massaggio, lascio in posa e poi proseguo col mio solito shampoo.

In base alla mia esperienza posso insomma eleggere questo nuovo Body Serum The Ordinary come uno dei loro prodotti più versatili che abbiano lanciato, e tra l'altro ha un ottimo rapporto quantità-prezzo perché dura parecchio, anche usandolo in più punti del corpo.

Avete visto queste novità?





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Tre nuovi film di cui parlare... ma cosa vedere?

Non mi sono dovuto schiodare dalla poltrona di casa per vedere questi tre nuovi film che sono usciti in streaming fra la fine di Settembre e gli inizi di Ottobre, e che potrei quasi definire i titoli più chiacchierati proprio di questo periodo.


His Three Daughters (2023)


Genere: drammatico
Durata: 101 minuti
Regia: Azazel Jacobs
Uscita in Italia: 20 Settembre 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti 

Katie (Carrie Coon, che a stento ho riconosciuto senza la crinolina di The Gilded Age), Rachel (Natasha Lyonne) e Christina (Elizabeth Olsen) sono tre sorelle che la vita e le loro scelte hanno separato, si sono però ritrovate perché il loro padre Victor sta per morire. Iniziano così tutte quelle pratiche necessarie per una persona che è giunta all'ultima fase della sua vita, ma le tre sorelle non sono del tutto allineate in un momento umanamente estenuante. Katie è una donna concreta, pratica, a volte anche dura ma sicuramente forte, poco capace però di comprendere Rachel, che non è figlia biologica di Victor ma che se n'è presa cura nella malattia. Nel mezzo, un po' come un ago della bilancia, c'è Christina, che però ha sviluppato un carattere misurato ed estremamente perfezionista.
L'attesa, senza sapere quando questa finirà, porterà le tre donne a confrontarsi, ma soprattutto a scontrarsi attraverso quel dolore e quella incomunicabilità che si è cementificata negli anni.

Nel panorama streaming degli ultimi tempi credo che His Three Daughters sia una delle proposte più intense e interessanti. Una impostazione teatrale, dove tutto gira negli stessi pochi ambienti interni di un appartamento che non conosceremo mai al completo, e per una storia che si avvicina secondo me all'esperienza di molti di noi. 

L'attenzione deve essere posta però al titolo del film e non molto alla trama: l'incipit è la malattia di una persona cara e della sua prossima scomparsa, ma tutto His Three Daughters si concentra sul rapporto di sorellanza fra Katie, Rachel e Christina, di come ognuna sta vivendo questo momento, ma soprattutto sui sentimenti che una prova per l'altra, e come ha affrontato la vita. 
Non si parla mai ad esempio della malattia del padre Victor e noi quasi non lo vediamo, proprio perché non è tanto ciò che accade in concreto, ma quanto si prova in certe situazioni. In realtà non conosciamo nemmeno tutti i dettagli delle vite delle tre sorelle, e la cosa più curiosa è che nemmeno ci interessano.

Questo vi può far capire che non ci sono tante azioni, non c'è uno vero e proprio sviluppo narrativo da seguire, ma tutto si basa sui dialoghi, sulle espressioni e sulle sensazioni che tre bravissime attrici riescono ad esporre, e che praticamene reggono il film sulle loro interpretazioni.
Se quindi non vi piacciono i film parlati (ma non logorroici in questo caso), allora His Three Daughters non fa per voi.
A me è piaciuto perché si oscilla così fra toni diversi, dal drammatico alla (quasi) commedia, passando per momenti più tesi e di scontro, che rendono coinvolgente un film che rischierebbe di risultare troppo statico. C'è stato un momento in realtà, sul finale, in cui ho pensato che stessero per rovinare il film, non trovando una risoluzione convincente, anzi inserendo una scena che appunto mi sembrava rompesse quella dinamica che si era creata fino a quel momento. E invece mi sono sbagliato, ed anzi hanno saputo inserire uno dei momenti più commoventi di tutto il film. 
Non un capolavoro, ché di famiglie disfunzionali e sorelle in guerra ne abbiamo viste tante, ma sicuramente da vedere.


Wolfs - Lupi Solitari (2024)


Genere: azione, commedia 
Durata: 108 minuti
Regia: Jon Watts
Uscita in Italia: 27 Settembre 2024 (Apple Tv+)
Paese di produzione: Regno Unito, Stati Uniti d'America

Cambio del tutto genere con Wolfs, arrivato a fine Settembre su Apple Tv+ con protagonisti due rampanti Brad Pitt e George Clooney nei panni di due "pulitori". No, non hanno un servizio di pulizie a domicilio, ma si occupano di risolvere situazioni spinose per gente facoltosa, come nel caso della procuratrice distrettuale Margaret (Amy Ryan) la quale si è ritrovata in una camera di un albergo di lusso con un ragazzo molto più giovane di lei, che sembra morto cadendo dal letto. Una situazione molto complicata che creerebbe un grosso buco alla reputazione della procuratrice, ma a cui i due uomini cercherà di mettere una toppa. Peccato però che per un effetto domino le cose vadano sempre più complicandosi.


Anche Wolfs - Lupi Solitari non è uno di quei film con una trama articolata e complicata da seguire, ma un action movie in cui si susseguono degli snodi da risolvere, con momenti di tensione ben commisurati, che si basa tutto sulla piacioneria di Clooney e Pitt, che hanno saputo interpretare i loro ruoli anche con autoironia.
Due volponi, più che due lupi che dalla loro non hanno soltanto una carriera rodata alle spalle, ma anche la capacità di attraversa obliquamente generi diversi, oscillando sempre fra il serio e il faceto, fra il fare l'uno la spalla comica dell'altro o lo sfidante da superare in astuzia e velocità.
Un po' come in Mr e Mrs Smith, è però il rispetto l'uno per l'altro ad avere la meglio, entrambi forse stanchi di un lavoro che li stringe in una fredda solitudine, e che in questo loro periodo della vita li porta ad essere un po' più umani e meno calcolatori.

Il risultato è un film tutto sommato che ho apprezzato, che intrattiene, abbastanza elegante senza scendere nei toni più grevi, che al netto di qualche momento davvero esagerato ha un buon ritmo ed è scandito bene nei suoi momenti. Wolfs non è certamente quel film che rivedi più e più volte, anzi, dopo la prima ti rendi conto che forse la storia poteva essere in parte leggermente accorciata, e soprattutto che se non ci fossero stati nomi altisonanti probabilmente avresti guardato altro. Però in vista di una fredda e piovosa serata autunnale da trascorrere in casa, la fredda e nevosa New York del film di Jon Watts può diventare un bellissimo scenario per una storia avvincente.


Killer Heat (2024)

Genere: thriller, drammatico, giallo
Durata: 97 minuti
Regia: Philippe Lacôte
Uscita in Italia: 26 Settembre 2024 (Prime Video)
Paese di produzione: Stati Uniti D'America

Ancora una volta è stato un cast di nomi interessanti a spingermi verso Killer Heat, che è apparso fine Settembre su Prime Video e che ci porta su un'isola greca, dove Penelope Vardakis (Shailene Woodley) cerca di fare chiarezza sulla morte del cognato Leo, fratello gemello identico di suo marito Elias (Richard Madden). Per far ciò si affiderà ad un investigatore privato di nome Nick Bali (Joseph Gordon-Levitt) il quale però non avrà la strada facile, visto che i Vardakis sono una famiglia molto potente che sembrano controllare tutto e tutti.

Killer Heat è basato sul racconto breve dello scrittore norvegese Jo Nesbø, e non mi sento di schedarlo fra i film brutti, ma non posso dirvi che ci sia qualcosa di particolarmente avvincente e gradevole, ad eccezione forse proprio del cast.

La storia di per sé è quella di un tipico giallo in cui tocca all'investigatore trovare il colpevole, e non ha guizzi particolari, momenti inaspettati di grande pathos, anche quando si cerca di sconvolgere un po' la storia, verso il finale. È un espediente già visto, e che in questo caso non riesce ad avere quella forza di poter suscitare quello shock factor che Killer Heat cerca di avere.

È vero che alla fine ho visto tutto il film senza troppi sbadigli, ha un ritmo accettabile e se magari lo tenete di sottofondo mentre stirate o rammendate i calzini può funzionare, ma preso a sé è un film davvero dimenticabile.
Purtroppo inoltre questo cast che sulla carta sembra molto valido, viene sottoutilizzato con personaggi poco sfaccettati e vibranti. Lo stesso Bali ad esempio, cerca di mostrare un lato più tormentato senza poi riuscire ad avere un impatto sullo spettatore.


Nulla di particolare da segnalare per quanto riguarda la regia, decisamente lineare, o i dialoghi, che non brillano e anzi spesso sono ridondanti, soprattutto nel voice-over, bella invece la fotografia ma che è collaterale comunque al film perché non collabora troppo all'allure cupa che forse dovrebbe avere per la storia, ma crea un bel contrasto.
Killer Heat, nonostante l'assenza di mordente, continua ad essere fra le prime posizioni dei più visti su Prime Video, e l'unica logica secondo me che possa spingere qualcuno a vederlo, oltre appunto agli attori, è il fatto che si tratta comunque di un giallo che non vuole strafare, che resta nel suo, come un classico del genere. 


The Skin House Control Foam Cleanser, non il solito detergente viso

Ci sono prodotti che si comportano esattamente per come vengono presentati dall'azienda, ed altri che magari non noteresti, ma che invece meritano un'attenzione ma anche un approfondimento in più, come l'Homme Innofect Control Foam Cleanser di The Skin House.

INFO BOX
🔎 Stylevana
💸 €8.99
🏋 120ml 
🗺 Made in Corea
⏳ 9 Mesi
🔬 //


Azienda coreana che punta su attivi ben selezionati ma ad un prezzo accessibile, non avevo ancora provato nulla di The Skin House ma questo detergente viso è un buon inizio. Nemmeno mi soffermo sul fatto che sia pensato per le pelli maschili perché lo sappiamo che tutto dipende dal tipo di pelle che varia in ognuno di noi.
Penso che il nome di questo Foam Cleanser possa trarre in inganno: basta guardare l'INCI per capire che non è un gel schiumogeno, perché è composto essenzialmente da tantissimi emollienti, come la cera d'api per nominare quella più conosciuta, e sostanze che sono funzionali per la cura della pelle. Fra queste troviamo agenti idratanti come la glicerina, l'acido ialuronico, e il collagene, che ormai sappiamo non aiuta a stimolare la produzione di questa proteina ma ha un buon effetto umettante.

Non mancano poi attivi nutrienti come l'estratto e l'olio di oliva, o quelli antiossidanti, come il tocoferolo e alcuni degli ingredienti vegetali della formulazione, ovvero l'estratto di acerola, di guava e di bacche di açaí.
O ancora gli estratti di aloe, cetriolo, riso e fagiolo mungo sono stati aggiunti per conferire al Control Foam Cleanser The Skin House un effetto anche lenitivo e anti infiammatorio.


Perché per me questo detergente viso merita qualche spiegazione in più? Intanto perché, come dicevo su, solo nella descrizione laterale è specificato che si tratta appunto di un detergente cremoso, anche abbastanza sodo appena prelevato, ma abbastanza facile da stendere e che non produce schiuma a contatto con l'acqua, ma si va ad emulsionare e fluidificare.

Io lo applico a viso asciutto distribuendolo al meglio, e poi inumidisco le mani e continuo il massaggio insistendo dove so di avere maggiori impurità.
Non serve utilizzare troppo prodotto, basta proprio una nocciola di detergente per tutto il viso.

The Skin House dice che va evitato il contatto con gli occhi, ma ho usato l'Homme Innofect Cleanser sulla zona perioculare senza alcun fastidio, quindi immagino che il problema sia proprio non farlo arrivare all'interno delle palpebre. Tra l'altro la profumazione aggiunta è davvero lieve, io credo che sia più che altro per camuffare l'odore degli ingredienti, quindi è un altro elemento che ne sottolinea la delicatezza.

Il fatto che sia in crema non significa poi che non sia in grado di detergere al meglio il viso, anzi credo che sia fra i prodotti cremosi più pulenti che abbia usato fino ad ora.
Molto spesso infatti ci si lamenta che i cleanser in crema o latti detergente, lascino il viso oleoso, con patine che magari richiedono l'uso di altri prodotti, ma non è il caso di questo The Skin House, perché già da solo scioglie e rimuove bene tutto quello che ho sul viso, fra protezioni solari e trucco.
È vero che io non faccio make-up elaborati, ma da solo si porta via davvero tutto in un solo passaggio, e mi dà la sensazione di una cute davvero pulita a fondo, fresca ma sempre morbida e tutto sommato non troppo tirante ed elastica.
Secondo me quindi è perfetto per chi vuole rendere il momento della detersione facile e veloce, senza troppi prodotti, e penso che il Control Foam Cleanser possa piacere non solo a chi cerca un detergente cremoso ma efficace, ma anche a chi fa la doppia detersione e vuole un secondo step pulente e performante, ma che abbia quella quota emolliente che non aggredisca la pelle. 


Nel primo caso, quindi come unico detergente per una pulizia non troppo impegnativa, secondo me è perfetto per pelli da normali a miste, e magari anche grasse andando incontro ad una stagione fredda, mentre nel secondo, questo detergente viso Skin House può essere adatto anche a pelli secche.

Oltre alla sua efficacia vi segnalo anche la sua comodità perché si sciacqua molto rapidamente, inoltre non ho avuto problemi ad usarlo sia di giorno che di sera, a seconda di come sentissi la mia pelle, anche se lo prediligo per la routine serale, vista appunto la velocità con cui lo posso utilizzare.

Credo sia limitante che l'azienda lo abbia indicato come un detergente viso per pelli maschili e non punti più alla sua versatilità perché così allontana una fetta di pubblico a cui secondo me questo cleanser potrebbe piacere e anche tanto.



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