29 maggio 2020

Le Woodwick che ho scelto... e cosa sono le Petite Candle?

È trascorso quasi un anno da quando ho avuto modo di parlare di presentarvi WoodWick e, da quel momento, questo brand ha svegliato il mio interesse, anche perché propongono fragranze diverse da quelle di altri brand. Tuttavia, dovendo acquistare online, procedo a tentoni, visto che posso solo basarmi sulle descrizioni che offre WoodWick.
Nel mio ultimo ordine da CandlesDirect.com avevo inserito non solo due wax melt, che già conoscerete, ma anche due Petite Candle.



WoodWick ha pensato di regalarci l'esperienza del crepitio, che è un po' il loro marchio di fabbrica, aggiungendo il loro stoppino di legno ad un formato piccolo di candele, ancora più ridotto delle loro giare piccole. Le Petite Candle hanno un peso di 39 grammi, quindi potremmo paragonarle ad un votivo Yankee Candle, e sono declinate un po' in base a tutte le fragranze che l'azienda propone.


Ho visto che per queste Petite, Woodwick ha creato anche degli holder, dei bicchieri in cui inserirle, ma mi sembra più una questione scenica che pratica, perché non hanno bisogno di grandi accortezze: la confezione, seppur di plastica, regge bene il calore, non si scalda né si deforma. Ovviamente, visto che lo stoppino sfrigola, e la fiamma è esposta, cerco di tenerle lontane qualunque cosa possa infiammarsi, ma non serve ve lo dica io.
Lo stoppino, inoltre, non ha bisogno di essere tagliato: ho notato che in buona parte si consuma da solo, e mi son limitato a spezzare giusto piccole punte (lo capirete provandole) fra una accensione e l'altra.
Per spegnerle mi son limitato a soffiarci su ed ho notato che lo stoppino non crea fumo né inquina la profumazione diffusa. Non vorrete utilizzare il coperchietto di plastica, vero?
Le Petite Candle mi sembravano una bella alternativa, ma il risultato mi ha lasciato abbastanza deluso.


Sueded Sandalwood
Petite Candle


"Ylang ylang, Vaniglia e pelle scamosciata avvolti in un caldo strato di cremoso Legno di Sandalo."
Quando ho annusato per la prima volta Sueded Sandalwood non posso dire che avessi perso la testa per questa fragranza, perché mi sembrava un aroma maschile con note legnose e appunto pelle. Non un mix poco gradevole per il mio naso, ma abbastanza comune, non ho avvertito qualcosa che risultasse originale e, perché no, che mi emozionasse. Una volta accesa, questa Petite Woodwick mi ha lasciato perplesso: la profumazione che emana ha infatti un livello di percezione decisamente basso, ma soprattutto diventa ancora più blanda. Si capisce che nell'aria è disperso un aroma, e ammetto che questo sentore dura anche per qualche ora, ma certamente non si colgono le sfaccettature di questa Sueded Sandalwood. Dalla sua, questa Petite Candle, ha il pro che la cera si è sciolta bene fin dall'inizio, e che si è consumata completamente. Ma sono sono comunque tentato di prendere questa WoodWick in formato wax melt.


Black Amber & Citrus
Petite Candle

"Ambra nera con note rustiche di Tabacco, Muschio e Mandarino."
Più intrigante è stata a mio naso invece Black Amber & Citrus, che, da spenta, mi dava l'idea di una fragranza da spa, rilassante, ma decisa, intensa, penetrante, direi anche sensuale. Le note più legnose e maschili vengono rinfrescate da un accordo agrumato ma morbido, in una miscela che anche in questo caso mi sembrava ben calibrata. Tuttavia anche questa Petite Candle WoodWick non ha avuto una resa soddisfacente: il profumo che emana durante la combustione ha decisamente meno vigore rispetto a quello che sento nella cera, anche in questo caso l'aria di arricchisce di un aroma un po' flebile per poterlo definire e distinguere bene.
Nel caso di Black Amber & Citrus, inoltre, ho notato che la cera non si scioglie proprio alla perfezione, per cui ho dovuto un po' "giocare" affinché non restassero residui. Credo le darei una chance in formato wax melt, perché ho apprezzato la fragranza.

Non so se sono stato sfortunato io con queste due profumazioni, ma queste Petite Candle WoodWick non mi sono sembrate la scoperta del secolo. Sappiamo che i votivi, a volte, non hanno il massimo della potenza aromatizzante, ma qui secondo me siamo al livello di Village Candle. Sinceramente in futuro mi rivolgerò solo wax melt o alle candele in barattolo.


White Willow Moss
Wax Melt


"La freschezza dei profumi della foresta è arricchita dal legno di salice e dall'olio di neroli, con tocchi di patchouli e scorza di limone"
Devo dirvi che la profumazione di White Willow Moss, da spenta, mi aveva stregato, perché ha questo aroma fresco molto particolare, di quelli che ti entrano nelle narici e ti danno l'idea di essere in una montagna dove si intrecciano un insieme di odori.
Tuttavia alla prima accensione di questa wax melt, ho notato che la fragranza si perde, diventando decisamente più tenue, meno penetrante e frizzante. Nonostante avessi bruciato mezza tart per un po' di tempo, mi ci è voluto più di qualche minuto per riuscire a percepirla nell'aria. Ho però notato subito che ha una capacità di diffusione buona, tanto da sentirla anche in stanze un po' più distanti dal bruciatore.
La seconda accensione della stessa metà di White Willow Moss stranamente l'ho percepita molto di più, ed in modo più comprensibile. Mi è sembrata un po' più corposa e briosa, mantiene un livello aromatico medio e una persistenza vaga che dura da spenta a stento un paio di ore.
Tutta altra esperienza invece con la seconda metà della tart, decisamente più intensa appena si è sciolta. Lo so, è strano, ma questo è ciò che ho avvertito.
Il mio naso comunque non trova tutte le note olfattive che Woodwick suggerisce, ma più una profumazione fresca, pulita, equilibrata. Si avvicina vagamente a qualcosa di legnoso, ma ci sento anche una punta dolce e talcata, e agrumata. Una miscela particolare che insomma mi ha colpito molto e che ritengo abbastanza originale.



Vanilla & Sea Salt
Wax Melt


"Morbidi boccioli di vaniglia avvolti da note di sale marino e gelsomino"
Mi aveva colpito molto il mix di aromi che questa Woodwick propone e devo dire che mi ha soddisfatto. Mi aspettavo, è vero, che le due note aromatiche principali fossero più distinte, mentre invece la vaniglia è morbida e non troppo dolce, e le note salmastre sono più rotonde, non troppo pungenti per fortuna. Non sento il gelsomino invece.
Già alla prima accensione ho avvertito una profumazione con una forza media, che ha aromatizzato l'aria davvero in poco tempo (e con le finestre aperte). Ho notato che anche alcune ore dopo aver spento la candela, nell'aria resta un vago sentore di questa Vanilla & Sea Salt. Tuttavia con meno di metà di tart non sono riuscito a fare una seconda accensione altrettanto piena di aroma, al contrario di White Willow Moss, quindi in generale quel pezzo di cera ha una durata tutto sommato nella media, di circa quattro ore.
Credo che Vanilla & Sea Salt abbia una buona resa, si adatti ad ogni ambiente, ed ha il giusto bilanciamento per usarla in ogni stagione. Anche in questo caso l'intensità si mantiene nella media ed in generale le note olfattive mi son sembrate eleganti e armoniose, in un insieme ben riuscito.


Voi state usando qualche candela profumata WoodWick? A me è un brand che sta convincendo sempre di più, noto che anche in casa apprezzano molto questo brand credo proprio perché tutte le profumazioni sono sempre ben calibrate e non eccessive o infestanti.




25 maggio 2020

|Beauty Cues #WeeklyMask|
✨Maschere e trattamenti Illuminanti Skin Station✨

Quando sento parlare di cosmetici illuminanti, drizzo sempre le orecchie, perché è una delle caratteristiche ricerco e che credo sia importante per il mio incarnato.
Parlando di "effetto illuminante" secondo me di mezzo ci si includono parecchi aspetti: da una azione più superficiale, volta semplicemente a rendere il colorito più omogeneo, sano, e radioso, ed è un risultato ottenibile anche solo con pigmenti che camuffano le discromie, a qualcosa di più profondo al fine di rimuovere macchie e discromie, che in genere richiede trattamenti specifici.
Al momento non ho queste problematiche, per cui ricerco più che altro una efficacia semplice e generale, che dia al mio viso un aspetto meno smorto e più curato.
Questa volta, per questo scopo, ho messo alla prova diversi trattamenti viso del brand Skin Station.

Skin Station maschere viso

Avevo notato questa azienda sul sito di Tigotà, colpito dall'ampio range di prodotti viso che propone, e poi ovviamente ho fatto le mie ricerche scoprendo che si tratta di una azienda italiana distribuita dalla Gottardo, ma che è prodotta dalla Eurosirel, casa madre anche di Actymask, Setablu e alcuni dispositivi medici.
Vi dicevo che Skin Station ha tante maschere viso e prodotti per la cura della pelle, ma questa volta appunto mi sono concentrato su quattro di questi che hanno lo scopo di illuminare l'incarnato più o meno in modo diverso, e con un focus particolare, incluso il contorno occhi.


Skin Station Maschera Hydrogel Illuminante Antiage
Con Oro 24K Naturale

Skin Station maschere viso

Il concetto di queste maschere Hydrogel Skin Station è quello che io definisco "maschere cerotto": in pratica non è quella sorta di gelatina sguisciosa ricoperta di siero, ma sembrano proprio un cerotto, dove da un lato c'è un supporto microtraforato (come lo chiama la stessa azienda) plastificato ma traspirante, mentre il lato che entra a contatto con la pelle è un gel sottile e asciutto, come un elettrodo per intenderci. Vi ricordate quelle di MyMask? Ecco, uguali. Hanno una adesione perfetta alla pelle e ovviamente non sporcano in giro.
La descrizione che Skin Station dà a questa maschera Illuminante Anti Age è abbastanza precisa, ma devo fare alcune specifiche.
"Un prodotto innovativo per un trattamento decongestionante illuminante, realizzato con tecnologia Dermo Science Cryo Effect, uno speciale Hydrogel contenente un concentrato di principi attivi in grado di donare tono e idratazione al viso e contorno occhi. Gli attivi contenuti conferiscono un'azione multipla: l'Oro conferisce luminosità alla pelle; l'Acido Jaluronico, con tre differenti pesi molecolari, crea un film idratante in grado di preservare l'elasticità della pelle; il Collagene, dall'effetto lifting, mantiene la pelle giovane e compatta; la Vitamina E, dall'effetto antiossidante, preserva la pelle dall'invecchiamento cutaneo. Lo speciale supporto microperforato permette la traspirazione e lo scambio termico cutaneo, amplificando l'effetto cryo del gel. Pratica e facile da usare, grazie alla forma anatomica si modella su ogni tipo di viso.
In primi in INCI appaiono anche altri due estratti: quello delle foglie di ginko che pare abbia azione lenitiva e antiossidante, e l'estratto di semi di ippocastano che sembra invece abbia una efficacia protettiva dei capillari. 
Il secondo appunto è la forma, che non credo affatto si adatti ad ogni tipo di viso: questa tipologia di maschere non hanno la morbidezza e l'elasticità per essere accomodate su volti più o meno grandi.

Skin Station maschere viso recensioni

Su di me ad esempio la Maschera Hydrogel Illuminante Antiage risulta proprio piccola, non tanto in larghezza quanto in lunghezza, cosa un po' assurda se considerate che il mio viso è tutt'altro che lungo.
Inoltre, sempre contro le indicazioni di Skin Station, a me non è sembrata una face mask è fresca, o addirittura cryoeffect come dicono loro, in quanto è praticamente asciutta. È possibile metterla in frigo, come tutte le maschere, per accentuarne questa sensazione.
Ho lasciato agire questa maschera viso per più o meno 30 minuti, quindi vicino ai tempi indicati dall'azienda e gli effetti che ho trovato sulla mia pelle sono quelli di una luminosità discreta, di una bassa idratazione per la mia pelle tendente al secco, ma ne ho apprezzato l'efficacia ammorbidente e lisciante.
Ovviamente non posso che valutare positivamente anche il fatto che la Hydrogel Mask con Oro 24K non lasci residui ed abbia una profumazione leggera, un po' chimica ma piacevole.
Una promossa, magari per prepararsi ad un evento giornaliero, ma senza grandi picchi.

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💸 € 1.99 (in offerta)
🏋 1 maschera hydrogel
🗺 Made in Italia
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Skin Station Patch Contorno Occhi Illuminanti Anti Age
Con Oro 24K Naturale

Skin Station recensioni

La linea Oro 24 K di Skin Station mi è sembrato sia composta da 3 prodotti: la Hydrogel Mask appunto, una Sheet Mask, un siero per il viso in bustina e appunto i Patch per il contorno occhi, ma su questo prodotto ho un po' il dente avvelenato, e se mi seguite su Instagram saprete già perché.
Partiamo dal primo probabile aspetto che può confondervi: nella confezione ci sono 8 patch, che significa quattro paia di maschere, non appunto otto. Il materiale dei patch è identico a quello della maschere, quindi ha una perfetta adesione agli occhi. E, cosa un po' buffa ma questi Patch hanno lo stesso INCI e la stessa descrizione della maschera Hydrogel.

Skin Station maschere viso


La forma dei patch mi garba: non è troppo inutilmente grande, ma nemmeno troppo piccola. In questo caso ho sentito l'effetto rinfrescante sulla zona ed è davvero gradevole.
Mi piace anche il fatto che non abbiano un profumo forte, e che in generale non mi abbiano dato fastidio agli occhi.
Non mi è andato giù però che una confezione di Patch Occhi Skin Station ne avesse solo uno. Una versione per ciclopi, per intenderci. Ho pensato subito di contattare sia l'azienda che la Gottardo e la loro risposta è stata che non avevano avuto altre segnalazioni a riguardo, sebbene un paio di ragazze su Instagram appunto mi avessero detto che anche a loro era successo.

recensione skin station

Questo vi preannuncia che sinceramente non credo riacquisterò questi patch, perché non voglio correre il rischio di una disavventura simile.
E lo dico un po' a dispiacere, perché mi è piaciuto come funzionano i Patch Contorno Occhi Illuminanti su di me: ho notato che infatti rendono la pelle della zona perioculare un po' più compatta e levigata, senza la sensazione di effetto lifting. L'efficacia illuminante è visibile ma molto delicata: non vanno ad eliminare la vera a propria occhiaia (cosa impossibile) ma schiariscono un po' il contorno occhi.
Questi Patch Oro Skin Station sono anche idratanti, ma pure loro non hanno una azione urto, necessaria per una persona con cute secca e matura, ma più effetto rinfrescante dello sguardo per il giorno.

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Skin Station Maschera Hydrogel Perfezionante Illuminante
Con perle naturali

skin station recensioni

Nel range Skin Station, i trattamenti illuminanti includono anche una piccola linea arricchita con polvere di perla, in questo caso composta da una maschera hydrogel, patch contorno occhi e una crema viso.
Sulla Maschera Hydrogel posso dirvi che la mia esperienza è stata, per certi versi, migliore rispetto a quella della versione con Oro 24K, ma per altri direi peggiore.
Questa maschera infatti era divisa in due parti, e risulta quindi più adattabile al viso, ma comunque non è la maschera più grande e comoda che abbia mai visto.
A parte questo però il resto non mi ha entusiasmato. L'INCI è un po' spoglio, infatti tutti gli attivi sono già descritti nelle caratteristiche che la stessa Skin Station presenta:
"Un prodotto innovativo per un trattamento decongestionante e perfezionante, realizzato con tecnologia Dermo Science Cryo Effect, uno speciale Hydrogel contenente un concentrato di principi attivi in grado di donare tono e idratazione al viso e contorno occhi. Gli attivi contenuti conferiscono una triplice azione: la Polvere di Perla dona lucentezza alla pelle rendendo l'incarnato più luminoso; l'Acido Jaluronico, con tre differenti pesi molecolari, crea un film idratante in grado di preservare l'elasticità della pelle; la Vitamina E, dall'effetto antiossidante, preserva la pelle dall'invecchiamento cutaneo. Lo speciale supporto microperforato permette la traspirazione e lo scambio termico cutaneo, amplificando l'effetto cryo del gel. Pratica e facile da usare, grazie alla forma anatomica si modella su ogni tipo di viso."
skin station recensioni

Anche con la maschera Perfezionante Illuminante non ho avvertito alcun effetto rinfrescante così accentuato, ma è solo molto delicatamente fresca. Ed anch'essa ha un profumo leggero, un po' sintetico ma piacevole.
Nel giro di mezz'ora l'hydrogel di questa maschera era completamente asciutto e il risultato, purtroppo, non mi ha lasciato proprio a bocca aperta: la pelle era sicuramente liscia e morbida, e anche un po' più tonica, l'idratazione che mi ha dato era bel lontana dall'essere definita eccezionale. Scarso anche il potere illuminante e perfezionante, visto che la mia pelle appariva più o meno come prima. Credo quindi che per un pelo la scampi la versione con Oro, pur non essendo anch'essa una roba straordinaria.

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Skin Station Crema Viso Perfezionante Illuminante
con Perle Naturali Accelera il rinnovo cutaneo

skin station recensioni

Decisamente più entusiasmante è stato utilizzare questa crema viso Illuminante di Skin Station.
Intanto ha una consistenza cremosa molto gradevole, morbida, piacevole da massaggiare, che si stende facilmente e si assorbe molto bene. Un po' troppo intenso forse il profumo floreale, sicuramente dovete apprezzare gli aromi forti sul viso.
Mi ha sorpreso l'INCI, visto che effettivamente include alcuni attivi funzionali: troviamo emollienti e nutrienti come l'olio di mandorle dolci, il burro di karitè, l'interessante estratto di verbasco che pare abbia azione illuminante sulla pelle (un mix di questo estratto, glicerina e acido lattico forma la Luminescine che pare abbia la capacità di convertire i raggi UV in luce visibile). C'è poi anche estratto di achillea, che ha proprietà antiinfiammatorie, e ovviamente la polvere di perla.

skin station recensioni

Non si tratta di una crema ecobiologica o naturale, anche perché Skin Station non abbraccia questa filosofia: all'interno c'è infatti anche uno spruzzo di dimeticone in basso nella lista degli ingredienti, che però secondo me viene utilizzato per rendere ancora più setosa l'applicazione. Quando la si va ad applicare e si assorbe, la Crema Viso Perfezionante Illuminante rilascia micro pagliuzze, davvero piccolissime, che creano un effetto illuminante ottico discreto ma gradevole.
Credo che questo prodotto Skin Station sia una perfetta base per il make up: idrata bene, secondo me si adatta a pelli normali, miste o leggermente secche, ma non è untuosa e non mi lucida nel corso della giornata. Lascia la pelle liscia, morbida e distesa, oltre che appunto setosa al tatto, e si comporta bene anche sopra ad altri sieri viso. Probabilmente non ha il rapporto quantità/prezzo ideale per un uso quotidiano, ma fra i prodotti Skin Station che ho provato fino ad ora, la Crema Viso Perfezionante Illuminante è quella che mi sento di consigliare. Molto comoda inoltre la bustina con il tappo richiudibile.

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In linea generale non posso davvero dirmi soddisfatto da questi trattamenti viso di Skin Station provati fin qui. Quella con le maschere Hydrogel e i patch occhi è una esperienza un po' diversa, e sono ideali per chi non ama, ad esempio, le maschere in tessuto impregnate di siero, o il classico hydrogel, ma cerca un trattamento extra per la pelle. Ho come il sentore che queste maschere Skin Station siano molto simili, se non addirittura identiche a quelle Acty Mask, tanto che entrambi i brand hanno prodotti con gli stessi ingredienti.
Conoscevate Skin Station? Qui trovate la mia recensione delle maschere Lifting. 




20 maggio 2020

|#backtoseries|
Storie vere che dovreste conoscere (o lasciar perdere!)

La lista delle serie tv che avevo il piacere di guardare si sta via via sfoltendo, complice anche il fatto che le nuove che ho aggiunto sono state ben poche, cosa che mi ha permesso anche di recuperare qualche telefilm uscito nei mesi scorsi.
È stato un caso che questa volta mi sia ritrovato a seguire tutte serie tv basate o ispirate a storie e personaggi reali. In alcuni casi sicuramente sono vicende interessanti, ma in altri vi consiglio di lasciar perdere.

Unorthodox
Miniserie
⭐⭐⭐⭐



Ho titubato un po' prima di recuperare Unorthodox, perché pensavo mi sarei dovuto confrontare con una serie cupa, o che magari non avessi la sensibilità adatta per comprenderla, raccontando una storia molto distante da me, ma alla fine è stata una miniserie che mi ha colpito e convinto.
Nei quattro episodi, disponibili su Netflix dal 26 marzo, Unorthodox racconta la storia di Esther "Esty" Shapiro, che vive una quotidianità particolare: lei fa parte della comunità ebraica Chassidica, in particolare la Satmar, e come tale deve seguirne tutte le regole. Seppur giovanissima, Esty dovrà sposare un ragazzo di cui non sa nulla, e soprattutto mettere al mondo quanti più bambini possibili.
Ma per lei nulla è facile in quel mondo che la opprime, che non le ha permesso di seguire le sue passioni, e che la costringe in un ruolo che le sta stretto.


Per Esty c'è solo un'opzione quindi: scappare in una nuova città lontana, e sceglierà Berlino. Qui gli orizzonti di Esty si spanderanno, sarà un nuovo battesimo e una nuova vita, fino a quando almeno, il passato non tornerà a tormentarla.
Nonostante la sua brevità, Unorthodox riesce raccontarci le sfumature di un microcosmo che cammina tutti i giorni accanto a noi. Non si parla di un'epoca lontana, non siamo nel settecento fra corsetti e padri padroni, siamo ai giorni nostri. Una storia che riesce a raccontarci le contraddizioni di una religione dove ogni cosa è legata ad un simbolismo estremo, al dolore e ai traumi delle generazioni passate, che porta a vivere in paura e repressione, e che inevitabilmente si scontra con una realtà che invece ha slegato luoghi, persone e usanze da quella simbologia e quel peso.
Ancora una volta il problema è l'estremismo e i doppi standard che riguardano uomini e donne.


A rendere ancora più forte l'impatto di Unorthodox c'è il fatto che si basa su una storia vera e che, seppur romanzata, ha tantissimi aspetti drammaticamente realistici.
Quella di Esty è una storia di ribellione, di voglia di libertà, ed anche di poter affermare ed esprimere il proprio talento e le proprie emozioni senza barriere. Ma finisce per avere un doppio valore: nonostante si parta da un argomento che riguarda questa nicchia religiosa, poi si espande e si tramuta in una storia molto più ampiamente empatizzabile.
Una serie tv quindi abbastanza solida ed emozionate, portata avanti da un ottimo cast, non solo Shira Haas, ma anche l'interprete di Yanky Shapiro, il marito di Esty, che saprà ben interpretare un ragazzo comunque particolare. Inoltre è una serie che ha un impatto non solo emotivo ma anche visivo.


Non ho cinque stelle per Unorthodox perché pecca in alcuni aspetti, o meglio in alcuni snodi che vengono lanciati e poi fatti risolvere da un momento all'altro, o semplicemente ignorati. Uno su tutti la gravidanza, che ci viene presentata come qualcosa di sconvolgente in grado di ribaltare la situazione, ma poi viene dimenticata. Non sono poi del tutto d'accordo sulla necessità di attribuire a Esty un particolare talento, perché, anche senza, la sua storia sarebbe valida.
Ho da ridire anche per quanto riguarda i ragazzi berlinesi che mi son sembrati un po' finti, non del tutto realistici nel modo di porsi, e che per una strana "casualità" sono tutti di origini diverse.
Superando con facilità questi intoppi, non posso che suggerirvi di recuperare Unorthodox qualora non lo abbiate già fatto.



Feel Good
Prima stagione
⭐⭐



Il 19 Marzo, sempre su Netflix è approdata Feel Good, un'altra serie tv che sulla carta ha tutte le caratteristiche per conquistarmi, ma che in verità non ci è riuscita.
Mae (che poi è anche la creatrice della serie ed interpreta se stessa) è una trentenne omosessuale che ha il sogno di diventare una comica (professione che pare che vada di moda fra le serie tv al momento), e proprio nel locale in cui si esibisce incontra George, o meglio Georgette. Fra le due sembra che sin da subito ci sia una scintilla particolare, che presto evolverà in una vera e propria relazione. Ci sono però un paio di problemi che metteranno alla graticola la coppia: Mae infatti ha un passato da tossicodipendente, mentre George non ha mai avuto una relazione con una donna.


Anche Feel Good ci trasporta in una storia autobiografica, ma questa volta lo stile è decisamente più leggero, fresco e rapido, visto che i sei episodi durano circa 25 minuti. Probabilmente se Mae Martin dovesse leggere quello che sto per dire mi querelerebbe, visto che è la sua storia, ma purtroppo non mi ci sono ritrovato affatto.
Sfortunatamente non apprezzo quando risulta troppo palese che una serie vuole essere impegnata e al tempo stesso non vuole prendersi troppo sul serio, per fare appeal magari ad un pubblico più giovane. Questo equilibrio non è sempre facile da mantenere nascosto, e secondo me in Feel Good non ci riescono.


La verosimiglianza, la naturalezza, ed anche l'interesse per quale storia ci andranno a raccontare, secondo me si perdono in questi dialoghi a macchinetta che ormai sono banali, nella fretta di arrivare ai punti cruciali senza darci tutti i collegamenti emotivi (in pratica dalla conoscenza alla convivenza è un attimo), ma soprattutto nel non riuscire ad empatizzare con i personaggi.
Ho trovato Mae a tratti vittimista, mentre George è pretenziosa, e questo significa che fin da subito si crea una strana chimica, che è obbligatoriamente sintomo di una relazione difficile.
È chiaro come Mae debba ancora affrontare il passato, perché ha semplicemente sostituito l'oggetto della sua dipendenza.


Lei inoltre è una ragazza di trentanni con, sembra, una certa esperienza alle spalle, e qualunque omosessuale vi potrà dire che creare una relazione con un etero, senza un dialogo aperto e diretto, è come mettersi l'acqua in casa: ne esci malissimo. Fra George e Mae questo dialogo non c'è praticamente mai, se non quando i toni si esasperano, e questo diventa frustrante secondo me per lo spettatore. Il risultato di questi elementi è la prevedibilità.
Non mi è piaciuto il gioco di Feel Good che tenta di darmi una relazione complicata, ma senza farmi entrare realmente nelle emozioni dei personaggi, e poi pretenda che io venga coinvolto quando le cose si complicano e si drammatizzano nel corso degli episodi, perché è davvero difficile, a quel punto, non esclamare "ve la siete cercata".

Feel Good – Mae Martin's immaculate romcom will have you head over heels |  TV comedy | The Guardian

La mancanza di consapevolezza delle proprie debolezze, dei propri dubbi e fragilità, o comunque mettere sotto il tappeto questa contezza perché conviene ad imbastirci una serie tv, porta ad una storia acerba e immatura, e non ne accentua il realismo.
Promuovo ed apprezzo il mood generale della (ri)scoperta di se stessi, questo viaggio nel tentativo di "stare bene", così come ho apprezzato che Feel Good voglia trattare temi più corposi con scorrevolezza, ed è sempre apprezzabile che ci sia una crescita; ho trovato splendida Lisa Kudrow, nei panni di un personaggio particolare ma sfaccettato. Ma non posso promuovere Feel Good, che, tra l'altro, nella sua parte più leggera, non è riuscita a farmi sorridere.
Se vi va di sapere cosa penso della seconda stagione, vi basta cliccare qui.


Home Before Dark
Prima Stagione
⭐🌠



Spostiamoci invece su Apple Tv + per scoprire le avventure della giovane Hilde Lisko, che, trasferitasi nella città natale del padre Matt, potrà mettere alla prova le sue capacità di investigazione e la sua passione per il giornalismo, e tenterà, non solo di trovare l'assassino di una giovane donna che è stata trovata morta nella sua abitazione, ma anche di scoprire la verità su un misterioso caso accaduto tre decenni prima. Pare infatti che la cittadina di Erie Harbor sia stata segnata dalla atroce scomparsa del giovane Richie Fife, uno dei migliori amici di Matt.
Non sarà facile però per Hilde, visto che nessuno sembra voler prendere sul serio una ragazzina di 9 anni, sebbene il suo talento e la sua passione le faranno fare strada.


Quella di Home Before Dark poteva essere una storia interessante, carina, magari avvincente, anche perché si ispira ad una bambina che esiste davvero, Hilde Lysiak, e che fa la giornalista, purtroppo però si sono persi con uno sviluppo davvero noioso, con un proseguo fiacco, debole, spesso bloccato nel solito loop del "nessuno ascolta la ragazzina sveglia ed intelligente".
Le storyline vanno avanti per inerzia, non c'è un vero e proprio intreccio, ma "casualmente" succedono cose che le fanno andare avanti. Spesso sono anche collegamenti banali, come il padre di Matthew che, nella sua demenza, sembra ragionare quando vuole e racconta pezzi sconnessi di un puzzle da ricongiungere.
Inoltre, i personaggi e parte degli eventi, sono abbastanza scollati dalla realtà, anzi bisogna quasi annullare la soglia della credulità per risultare minimamente logici.


In primis non si capisce com'è che tutti leggano il "giornale" di una ragazzina che è appena giunta in città, come questo venga condiviso, e perché tutti lo prendano così tanto in considerazione (genitori a parte ovviamente, che vivono nel loro mondo). Inoltre sembra che nessuno abbia impegni reali, che non si preoccupino per cose concrete. Hilde compie quello che è a tutti gli effetti un furto, seppur non di grande entità, ed è il padre che si scusa con lei. Va bene essere genitori moderni e comprensivi, un altro discorso è essere sconsiderati.
La cosa tragicomica è che di notte capita di tutto, ma Matt (il cui costante bisbigliare alla Robert Pattinson in Twilight mi ha dato i nervi) e sua moglie non si accorgono di nulla. Gli potrebbero anche smontare il tetto e loro dormono beati.



Poi ci sono tante scene random al limite del ridicolo, che vengono forzatamente inserite per creare un po' di tensione, ma che sono poco credibili anche all'interno della narrazione. A far da colla a questi vuoti narrativi, hanno pensato ad una spruzzata di buoni sentimenti.
Devo ammettere che mi è sembrata carina la regia di Home Before Dark, che sfrutta parti animate per farci entrare nella fantasia dei ragazzini. Salvo anche i momenti di tenerezza, il modo di approcciarsi di Hilde, che è un personaggio che sa essere adorabile ma può diventare detestabile nel giro di pochi secondi. Buona pure la scelta dei brani.
Per il resto è tutto un problema: dai dialoghi che corrono sul filo del risibile tanto sono poco credibili (per fare un esempio una delle protagoniste afferma che ci sia più corruzione a Erie Harbor - che nemmeno esiste - che a New York), alla assenza di crescita dei personaggi, che sono proprio costruiti male.
Ne avessero fatto un film o condensato il tutto in una miniserie da 4 episodi, invece di 10 da quasi un'ora ciascuno, Home Before Dark sarebbe potuto essere un thriller godibile e che vi avrei consigliato, ma la serie tv che ho visto non mi ha convinto affatto. Qui vi parlo della seconda stagione. 



Non una mandata particolarmente fortunata questa volta, ma la mia lista di serie tv è ancora lunga per cui ci leggiamo presto. Ma voi intanto cosa state seguendo?



18 maggio 2020

|Beauty Cues|
Il mio primo (ed ultimo) autoabbronzante ⛱🌞

Sono un pallido cronico e convinto, non amo l'abbronzatura, non mi piace stare al sole, e se potessi salterei i mesi estivi a vita. Nonostante ami il mare, non amo il caldo e sinceramente, stare ore al sole, mi sembra un supplizio masochista a cui sottoporsi. Inoltre nei miei ricordi non c'è una vera e propria abbronzatura, anche quando ero solo un bambino incosciente che scorrazzava al mare dal mattino alla sera, né esistono foto che possano testimoniare eventuali effetti dell'estate sulla mia pelle.
Insomma, non mi abbronzo facilmente, sono un fototipo 2, nonostante i capelli scuri.
Eppure ho uno sconvolgente e torbido passato alle spalle: c'è stato un periodo della mia vita, più o meno durante l'adolescenza, in cui agognavo una bella abbronzatura, non in maniera esagerata, ma avrei avuto piacere ad avere una lieve colorazione dorata, sana, baciato dal sole. Ben presto mi resi conto che starmene al sole non serviva a nulla, che non raggiungevo alcuna colorazione, ma soprattutto che quel mio tentativo era più dato dalla voglia di omologazione (e di zittire chi continuava a sottolineare il mio pallore) e che a me dell'abbronzatura in verità non fregava nulla.


E soprattutto non avrei certamente rovinato la mia pelle per ottenere a fatica qualcosa di estremamente momentaneo (con buona pace dei dermatologi che nel corso degli anni mi hanno detto sarebbe stato meglio evitare il sole).
Tuttavia c'è una zona che, durante la stagione calda, non mi dispiacerebbe se fosse lievemente più scura, ovvero le gambe. Potete immaginare che se in viso sono molto chiaro, le gambe, che vedono ancora meno la luce, sono praticamente trasparenti, una radiografia cromatica.
Questo mi ha spinto a voler provare, anche un po' per gioco, perché continua a fregarmene poco e nulla, un autoabbronzante e non volendo spendere chissà quanto ho optato per la Self-Tanning Mousse di Cien della linea Tropical Summer.
Si tratta di una limited edition che durante la bella stagione appare fra gli scaffali Lidl e di cui ho provato diversi prodotti con più o meno soddisfazione, come un esfoliante per il corpoun balsamo labbra, la particolare lozione spray per il corpo, e l'acqua spray multiuso.

Cien Tropical Summer Limited Edition

Cien presenta quattro diversi varianti di autoabbronzanti nella sua Summer Limited Edition, ma, non so perché, nella mia mente la Self Tanning Mousse poteva essere la soluzione ideale e divertente per un principiante come me.
Si tratta di una schiuma abbastanza soffice ma che si smonta quando la si va a massaggiare, con un profumo fresco ed estivo, non male per essere un autoabbronzante, che a quanto so, in genere, non hanno un buon odore.



L'erogatore funziona bene e il prodotto è facile da distribuire sulle aree interessate, in maniera abbastanza omogenea, ma ora ci arrivo.
Questa Mousse autoabbronzante è indicata per pelli normali e può essere usata sia sul viso che sul corpo.
È un prodotto dall'INCI essenziale, che come attivo principale contiene il diidrossiacetone (DHA), che la sostanza più usata negli abbronzanti senza sole ed è un estratto della canna da zucchero, che stimola superficialmente la produzione di melanina. In più Cien ha aggiunto la glicerina, credo per dare una migliore distribuzione del prodotto e per far in modo che la pelle sia idratata mentre il DHA agisce.
L'uso della Self-tanning Mousse che l'azienda indica è quello comune agli auto abbronzanti: va applicata su pelle pulita ed asciutta, possibilmente dopo aver fatto uno scrub così da ottenere un risultato ottimale. Bisogna evitare il contorno occhi, l'attaccatura dei capelli e le sopracciglia, e ovviamente lavare bene le mani prima che sviluppi colore.



Una volta applicato bisogna attendere tra le due e le tre ore prima di risciacquare la Mousse così che possa agire. Tuttavia qui già sorgono i primi problemi perché questo autoabbronzante Cien è appiccicoso, e siamo d'accordo che tre ore non sono l'eternità e poi la sensazione passa anche solo sciacquandosi con acqua, ma è poco piacevole, specie se fa caldo.
Già dalla prima applicazione la Self-tanning Mousse mi aveva dato un risultato, e perdonatemi, ma non ho fatto foto ai miei arti, anche perché mi sembrava brutto appenderli qui, quindi tocca credermi sulla parola.
Dicevo quindi, una parvenza di colore, direi un quarto di tono più scuro rispetto al mio colorito, un risultato così naturale che, soltanto mettendo le mie gambe a confronto con le zone non trattate, si vedeva questa tenue differenza. Diciamo che per una persona normale quella era giusto un'ombra, non una vera abbronzatura.



Devo però dirvi che già al primo utilizzo la colorazione della mia pelle non era perfettamente omogenea. Certo, non ero una zebra, ma non posso dire fosse proprio un colorito impeccabile.
Ho dato la colpa alla mia incapacità, essendo appunto la prima volta che usavo un prodotto del genere, ma ovviamente ho voluto dare altre chance alla Self-tanning Mousse Cien, non solo per  testarla ma soprattutto per intensificare e perfezionare l'abbronzatura.
Purtroppo, per farla breve, non è andata bene: nelle due applicazioni successive non sono riuscito a migliorare l'omogeneità della colorazione, che risultava sempre un po' strisciata.
Tuttavia l'aspetto peggiore per me è stata la colorazione dell'abbronzatura che ha sviluppato, un po' troppo calda e aranciata per i miei gusti.



Credo che proprio la non perfetta applicazione del prodotto comporti che anche l'abbronzatura che stimola, non sia mai particolarmente bella, apprezzabile, armoniosa, non so se rendo l'idea.
Non voglio dare al 100% la colpa a quest'autoabbronzante Cien, perché credo che il risultato finale derivi molto dalla propria carnagione e sottotono, e non voglio dire che il colorito ottenuto con la Self-tanning Mousse fosse inguardabile tanto da dovermi coprire o scrubbarmi fino ad eliminarla. Eppure mi aspettavo un risultato visibile ma al tempo stesso naturale.
In ogni caso con tre applicazioni, dopo circa una settimana buona parte di questa "abbronzatura" era quasi andata tutta via, in modo abbastanza uniforme.

INFO BOX
🔎 LIDL
💸 €3,49
🏋 150ml
🗺 Made in Germania 
⏳ Scadenza sulla confezione
🔬 //
💓⇒ 🌸🌸



Dopo questa breve esperienza con l'autoabbronzante Cien ho capito che non credo che in futuro investirò i miei soldi in questa tipologia di prodotti perché, alla fine della fiera, non penso si adattino alla mia carnagione, il pallore non è qualcosa che mi disturba, ma che semplicemente, col tempo, ho imparato ad accettare ed apprezzare. Mi sembrerebbe tempo e denaro sprecato che potrei rivolgere a qualcosa che mi soddisfa davvero. C'è una minima curiosità nel provare, ad esempio, la crema Autoabbronzante sempre proposta da Cien, ma non ne sento una estrema esigenza.
A voi piacciono gli autoabbronzanti? Ne avete usato qualcuno che vi soddisfa? Oppure avete paura di far casino?








15 maggio 2020

|Beauty Cues|
Prodotti corpo BeltàBios: li consiglio?

Conoscete BeltàBios? È un brand ecobio e certificato italiano che ho scovato, quando ancora era possibile, mentre mi aggiravo fra gli scaffali dell'Ipercoop. All'epoca non ne sapevo nulla, ma leggendo gli INCI, vedendo appunto le certificazioni, e soprattutto invogliato dal prezzo, scelsi un paio di prodotti per il corpo che potessero adattarsi alle mie esigenze.



In realtà Beltà Bios consta di ben quattro linee ovvero Riso, Argan, Camomilla e Baby, con un range che si occupa sia della cura del viso che del corpo e dei capelli. Tutte le referenze sono prodotte dalla San.Eco.Vit che si tratta di una azienda che produce cosmetici conto terzi, ed è infatti la mamma di Bjobj, Bolle Bio, La Bioteca Italiana, e persino alcune referenze di Cien Nature. BeltàBios non è solo disponibile da Ipercoop ma ho visto che si trova anche su diverse bioprofumerie online e in parte anche su Amazon.
I primi prodotti che ho messo alla prova sono della linea Argan e, vi anticipo, li ho utilizzati in un periodo in cui la mia pelle del corpo si era seccata più di quanto capiti in genere durante l'inverno. Non so bene le ragioni di questa problematica, specie su braccia e gambe, credo che sia dovuto ad un mix di cambi climatici, lockdown, docce troppo calde.
Ma vediamo insieme se questi di beltàbios sono prodotti che consiglio oppure no.



Beltàbios Bagno Doccia Argan



Essenziale e funzionale, così mi sento di descrivere questo Bagnodoccia all'argan. È essenziale per tanti aspetti, a partire dall'INCI che principalmente è arricchito da glicerina, olio di argan e tocoferolo.
"Formula delicata sulla pelle grazie agli ingredienti di origine vegetale, contiene olio di *Argan biologico dalle proprietà leviganti e la vitamina E. Accarezza la pelle del corpo lasciando una delicata ed esotica nota profumata."
È essenziale anche nell'aspetto e nell'uso, visto che si tratta di un gel fluido, perfettamente dosabile grazie all'erogatore, e che a contatto con l'acqua si trasforma subito in schiuma, che diventa ancora più voluminosa se utilizzate una spugna. Molto gradevole da usare, visto che scorre in modo carezzevole sulla pelle.



Beltàbios parla di una profumazione esotica, ma al mio naso si tratta di un aroma leggero, fresco, piacevole e poco invadente, che non saprei esattamente descrivervi, ma che non mi pare abbia una persistenza particolare sulla pelle.
Vi dicevo però che il Bagno Doccia Argan beltàbios non è solo essenziale, ma anche funzionale (per fortuna): deterge infatti la pelle del corpo, ma lo fa in modo efficace e soprattutto delicato nell'uso quotidiano e costante.



Non solo non è andato ad accentuare quella secchezza di cui facevo riferimento sopra, ma in più mi lascia la pelle morbida e liscia, dando supporto alla crema che poi si va ad applicare. È facile da sciacquare e non resta alcun residuo.
Beltàbios dice che è testato su pelli sensibili e secondo me è vero, visto che non crea prurito o appunto secchezza, non mi ha provocato alcuna irritazione. Non ci sono insomma aspetti per cui non consigliare questo bagno doccia, anche a pelli un po' più secche che cercano un'azione addolcente.

INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Ipercoop, Bioprofumeria
💸 €4,90
🏋 250ml
🗺 Made in Italia
⏳ 6 Mesi
🔬 Icea Cosmesi Naturale, Vegan, Nickel Tested <1PPM
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸


Beltàbios Crema Corpo Argan



In verità la mia descrizione della crema corpo Argan potrebbe non essere poi troppo diversa da quella del bagno doccia, almeno nella caratteristiche generali, e questo vi fa capire che i prodotti Beltàbios puntano molto alla semplicità.
Le promesse che l'azienda fa di questa crema corpo fanno trasparire secondo me questa essenzialità:
"Ricca emulsione cremosa per il corpo, ideale da applicare sulla pelle dopo il bagno o la doccia per prendersene cura in modo delicato e naturale. Contiene olio di *Argan, il burro di *Karité, l’olio di *Jojoba, l'estratto di *Equiseto biologici e la vitamina E, ingredienti ideali per la pelle grazie alle loro proprietà.
Una delicata ed esotica nota profumata avvolgerà il vostro corpo."
L'equiseto pare che abbia proprietà antiinfiammatorie, e nell'INCI appaiono anche olio di jojoba, di semi di girasole e glicerina, quindi un mix di ingredienti idratanti e nutrienti.



Si tratta effettivamente di una crema dalla consistenza soda, che non mi ha creato problemi nella stesura ma che, come molti prodotti ecobiologici, crea una scia bianca che richiede un po' di cura nel massaggio. Nulla di estremamente avvilente, così come l'assorbimento è tutto sommato rapido sulla mia pelle. Ancora una volta io non riesco a percepire questa profumazione esotica (ed il problema potrebbe benissimo essere mio), ma in nel caso della crema all'argan non sento nemmeno un aroma particolare, ma più un neutro odore di crema, pulito e semplice.



Non voglio far vertere la recensione di questo prodotto Beltàbios in negativo, però so che molti la leggeranno così se vi dico che questa crema corpo non mi ha lasciato di stucco e che non mi pare riesca a distinguersi da altre sue colleghe. Questo non significa che non abbia le sue qualità, visto che sicuramente ho notato una capacità ammorbidente della pelle che perdura per diverse ore, così come è in grado di idratare abbastanza bene la pelle. Tuttavia non riesce a soddisfare a pieno e nel corso delle ore l'esigenza di nutrimento che aveva (ed in parte ha) la mia pelle. Secondo me è una crema corpo adatta alla mezza stagione, che non unge e per cuti che non hanno particolari pretese.
La crema corpo Beltabios si colloca secondo me in una fascia media: se l'avete acquistata o vi incuriosisce, o magari non avete molte altre alternative, allora non credo la boccerete, ma penso che abbia, nella sua categoria di prezzo e reperibilità, tanti competitors che possono superare la sua performance o renderla più piacevole.

INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Ipercoop, Bioprofumeria
💸 €6,90
🏋 150ml
🗺 Made in Italia
⏳ 6 Mesi
🔬 Icea Cosmesi Naturale, Vegan, Nickel Tested <1PPM
💓⇒ 🌸🌸🌸



Avete visto in giro Beltàbios? O non vi attira molto come marchio?



13 maggio 2020

|P_laylist|
Tante (troppe?) Novità Musicali dell'ultimo periodo!

Non avevo molte speranze per questo periodo, eppure sembra che questo stop generale non abbia poi rallentato troppo il panorama musicale italiano e straniero. Anzi, sembra ieri che ho messo insieme una lunga P_laylist, e a distanza di un mese mi son trovato con così tante nuove uscite che ho dovuto selezionare cosa davvero mi ha colpito (in bene o in male) ed escludere il resto.


Chiara Galiazzo Honolulu


È positiva la mia impressione sulla nuova canzone di Chiara Galiazzo, che ci racconta di un viaggio con la mente, un po' quello che facciamo ormai da 60 giorni a questa parte. Honolulu è una canzone semplice, un po' malinconica, ma anche tenera, che mi è piaciuto ascoltare più di qualche volta, sebbene, purtroppo, ce ne dimenticheremo presto.


Tommaso Paradiso Ma lo vuoi capire? 


No, io ancora non ho voluto capire che devo smettere di provare ad ascoltare le canzoni di Tommaso Paradiso ché tanto mi sembrano tutte la stessa farcitura di banalità. Almeno questa volta ci ha aggiunto un ritmo più spinto, ma per il resto lascerei stare.


Evanescence Wasted On You


Non credo di averlo mai detto, ma nella mia adolescenza c'è stata una parentesi di gothic metal. All'epoca era una moda per quelli che non volevano essere alla moda, c'erano gli emo, ma ora non immaginatemi col ciuffo piastrato sugli occhi e le borchie ai jeans, semplicemente apprezzavo parte di quel genere musicale, fra cui anche gli Evanescence. La band dopo tre anni si è riunita per un nuovo album, intitolato “The Bitter Truth” e intanto ha lanciato un nuovo singolo, chiamato Wasted on You. Nonostante lo abbia trovato un po' fiacco, e con un video casereccio che non aiuta, la voce di Amy Lee è rimasta bellissima e questo è già tanto.



Alicia Keys Good Job 


Credo sia la prima volta che ascolto così tanto spesso una canzone di Alicia Keys, anzi credo sia il brano che ho ascoltato più di frequente nell'ultimo periodo. È stata, anche in questo caso, la semplicità a colpirmi. E poi credo che ogni tanto abbiamo tutti il bisogno di sentirci dire "stai facendo un buon lavoro". Quindi grazie Alicia.


Alanis Morissette Diagnosis


Un altro ritorno, un altro singolo, un altro album in uscita quest'anno, ma a data da destinarsi, e questa volta è quello di Alanis Morisette. Nonostante l'indubbia similarità con il mood di Alicia Keys, con Diagnosis però, secondo me, non ci siamo: troppa lentezza, troppa cupezza per questo periodo. Non credo sia quello che vogliamo sentire adesso. Il titolo dell'album comunque è "Such Pretty Forks In The Road", staremo a vedere.


Colapesce, Dimartino, Carmen Consoli - LUNA ARABA


Un trio di siciliani che cantano la Sicilia con la sua storia e le sue sfaccettature, legati da un video creato da un artista anch'esso siciliano. Un progetto interessante quello che unisce Colapesce e Dimartino, ma a renderlo più interessante ci hanno messo la voce di Carmen Consoli e l'hanno unita a sonorità che mi hanno ricordato Battiato, e che forse chiedono un ascolto in più per essere apprezzate. Anche qui c'è un album in attesa di essere sfornato il 5 giugno, intitolato I Mortali.

Lo Stato Sociale AutocertifiCanzone


Trovo proprio fastidiosa da ascoltare questa nuova canzone de Lo Stato Sociale, al punto che ho pensato fosse un problema dei miei auricolari, ed invece no. Ma il problema principale è che quando vuoi saltare sull'ultimo trend, devi farlo bene e in tempo. E AutocertifiCanzone non riesce in nessuna delle due qualità.

Megan Thee Stallion - Savage Remix (feat. Beyoncé)


Per fare quelli giovani e sulla cresta dell'onda non possiamo non conoscere Megan Thee Stallion, giovanissima rapper che nell'ultimo periodo sta scalando le classifiche e si sta facendo conoscere. Io però non sono giovane e non sono sulla cresta dell'onda (d'altronde chi usa ancora questi termini oggi?) per cui non fa per me, ma con un po' di Beyoncé tutto migliora.


Doja Cat - Say So ft. Nicki Minaj


E sempre a proposito di rap, di musica straniera, di featuring che migliorano i brani, anche Say So di Doja Cat mi ha convinto di più una volta che ha congiunto le forze con Nicki Minaj. La versione originale ha conquistato moltissimi, e ha portato al successo la cantante, ma per me è troppo miagolata. Tuttavia, le parti rappate della Minaj gli danno secondo me un corpo diverso e rendono il brano meno ripetitivo.



Ariana Grande & Justin Bieber Stuck With U


Un'altra accoppiata, ma questa volta per cause benefiche, è quella di Ariana Grande e Justin Bieber che hanno unito voci (e fan base) in una ballata romantica e dolce, ovviamente ispirata a questo periodo di quarantena. Un brano non sicuramente originale, Stuck With U, ma che ho ascoltato con piacere. L'obiettivo è raccogliere fondi per la First Responders Children's Foundation, e sono stati carini perché hanno fatto una doppia versione del video, di cui una dedicata alle mamme. Per veri teneroni.


 Ermal Meta Finirà bene


L'uno maggio Ermal Meta ha pubblicato un nuovo singolo intitolato appunto Finirà bene. Pop, con una punta di folk, un bel ritmo cavalcante, ed un testo che gli è cascato a fagiolo, nonostante fosse una canzone che Ermal preparava da Novembre. Poteva andare decisamente peggio, invece è finita bene.


 Nek Amarsi piano


Anche questa nuova canzone di Nek l'ho scoperta per caso, anche perché non è un artista che seguo particolarmente. Amarsi Piano mi sembra una canzone un po' scialba, che punta molto a questo "dov'ero io, dov'eri tu", e su un buon ritmo radiofonico, ma ce ne possiamo scordare già adesso. Nek ha un altro singolo intitolato Perdonare, ma non penserete mica che ascolti due canzoni di Nek nello stesso periodo, vero?


 ITALIAN ALLSTARS 4 LIFE - MA IL CIELO È SEMPRE BLU


Una paraculata non da poco che ha riunito alcuni dei nomi più famosi del panorama musicale italiano, da Alessandra Amoroso ad Ornella Vanoni, passando per gli stessi Nek e Meta, e li ha raccolti in una cover di Ma il cielo è sempre più blu. Lo scopo benefico è una raccolta fondi per la Croce Rossa, ma il risultato è a tratti fastidioso.


 Sia - Saved My Life 


Carino ma sul versante del ripetitivo che sfiora il tedio, questo nuovo brano di Sia, che Youtube mi ha suggerito. Save My Life è stata rilasciata il 2 maggio, e mi ha stupito (o forse no) leggere che fra i compositori ci sia anche Dua Lipa. I proventi della canzone andranno ad Americares e CORE Response, sempre per contrastare il Covid-19 e le sue conseguenze. Mi è parso inoltre di capire che Sia abbia in cantiere altri brani in uscita questo mese. Un grande ritorno all'orizzonte?

 Biagio Antonacci - Per farti felice


Non credo di aver mai apprezzato una sola canzone di Biagio Antonacci, anzi sono più le volte che mi urta, né l'ho mai capito come personaggio, eppure ho trovato carina la sua nuova Per Farti Felice. Direi che mi è sembrata un po' meno farcita di banalità del solito, e con questo ritmo più spedito, più estivo, funziona abbastanza bene. Ma no, un solo brano non basta a redimere il vecchio e caro Biagio.


Elodie - Guaranà


Entra in volata, visto che è una uscita proprio di oggi, il nuovo singolo di Elodie, che ha pensato di colmare la mancanza di una hit ballereccia estiva, un po' tamarra, un po' latina. A me non ha attirato particolarmente, ma alla fine deve funzionare alla radio, e tartassare per i mesi a venire.
Giusy Ferreri e Baby K sono avvisate.


Ovviamente, come sempre, aspetto i vostri commenti per sapere cosa avete messo nella vostra playlist e se conoscevate tutte queste novità.



11 maggio 2020

|Beauty Cues #WeeklyMask|
Ho messo alla prova le nuove maschere in tessuto Acqua alle Rose 🌹

Sono un beauty blogger semplice: vedo una nuova maschera viso e devo provarla, specie se in tessuto. Prima del lockdown, ad inizio marzo, avevo visto sul volantino di Acqua e Sapone proprio la nuova Maschera Idratante Intensiva in tessuto di Acqua alle Rose ma, visto tutto quello che è successo, ho dovuto aspettare di fare un ordine per poterle reperire.



Conosco solo per fama lo storico brand di Manetti&Roberts, perché, confesso, non ho mai trovato un loro prodotto che attirasse la mia attenzione, ma ho visto che ultimamente hanno espanso un po' il range della loro skin care Acqua alle Rose, per cui questo potrebbe essere solo l'inizio.
Tornando alla Maschera Idratante Intensiva si presenta come appunto una sheet mask classica, che viene presentata così:
"La nuova Maschera in tessuto Acqua alle Rose re-idrata, nutre e ravviva la naturale luminosità del viso.
Il suo speciale tessuto imbevuto di un concentrato idratante intensivo diffonde efficacemente il trattamento nella pelle agendo come una vera e propria ricarica d'acqua.
Studiata per le pelle sensibili
con Estratto di Rosa di origine 100% Naturale, che idrata e lenisce la pelle, contribuendo a migliorarne il metabolismo.
con Vitamina B5, che idrata intensamente la pelle, nutre e ravviva la naturale luminosità.
Efficacia Dimostrata: dopo l'utilizzo, la pelle è subito più idratata, morbida e nutrita."
Il "concentrato idratante" a cui fanno riferimento contiene non solo un mix di acque di rose diverse, dalla damascena alla gallica, come è ovvio che sia, ma ci sono anche altri ingredienti interessanti nell'INCI come l'olio di avocado, di oliva e la glicerina, quindi una miscela idratante e nutriente.
Tutti questi elementi però formano un siero fluido, e non cremoso come invece mi aspettavo.

La forma di questa Maschera Idratante Intensiva di Acqua alle Rose non è delle migliori in verità, l'ho trovata leggermente più lunga che larga, cosa che non la rende perfettamente adatta al mio viso. I fori degli occhi, ad esempio, sono un po' piccoli e anche sul naso non mi calza benissimo. Insomma, devo fare un paio di tagli per modellarla al mio viso, ma nulla di irrisolvibile.
Mi piace però il tessuto sottile, morbido e con un'ottima adesione alla pelle. Peccato che abbiano messo un supporto, in tessuto non tessuto, che già sapete detesto: è uno spreco di materiale, alza i costi ed assorbe siero che invece dovrebbe andare sulla maschera stessa.



Un avviso ai nasi delicati: la maschera in tessuto ha un profumo floreale abbastanza intenso. Credo sia la profumazione che Acqua alle Rose inserisce nei suoi prodotti, ma non avendone mai provati non so dirvi se sia così. In ogni caso è gradevole, non mi ha infastidito.
Altro punto a favore di queste maschere viso è il fatto che siano molto ben imbevute di siero, senza però sgocciolare in giro. Sulla pelle mi risulta delicatamente e piacevolmente fresca.
L'ho lasciata agire per una buona mezzora abbondante, contro i 15/20 minuti suggeriti da Acqua alle Rose, e non ho avuto problemi.

Quando ho tolto la maschera ho scoperto un risultato ben più che soddisfacente. Ho notato che il livello di idratazione è buono, adatto a dare una mano anche a pelli un po' più secche. La necessità di proseguire poi con la mia abituale routine non era così alta e urgente, anzi quasi non la sentivo.
Ho notato però anche che la maschera in tessuto Acqua alle Rose ha avuto un effetto tonificante e compattante, ma anche distensivo, così come ho visto un miglioramento del colorito, specie per quanto riguarda l'attenuazione dei rossori.
L'unico "contro" che riesco a trovare è forse la permanenza del profumo, se proprio non vi piace, ma io ho chiuso un occhio specie perché la pelle non era appiccicosa e non aveva particolari residui.
Credo che questa Maschera Idratante Intensiva sia una buona alternativa alle colleghe coreane che non sempre sono facili da reperire. Inoltre essendo Acqua alle Rose un brand da grande distribuzione potreste anche trovarle super scontate, aspetto da tenere in considerazione.


INFO BOX
🔎 Acqua e Sapone, Amazon, Grande Distribuzione
💸 €2 (in offerta)
🏋 1 maschera viso
🗺 Made in Italia
⏳  monouso
🔬 //
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸


Qual è la vostra esperienza con Acqua alle Rose? C'è qualche prodotto che mi consigliereste?
L'azienda ha creato un'altra maschera in tessuto, la Senza Età Filler Antirughe Intensiva, qui trovate la mia recensione. 
Se cercate invece la recensione della nuova maschera viso Illuminante con Vitamina C, la trovate qui



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