14 agosto 2014

{Aggiornamento #25}
Estate a colpi di sceMa

Ma buon pomeriggio, come state?
Siete tutti a mare a mostrare le chiappette sature in cellulite?
Io no, ma non perché tormentato dall'annoso inestetismo, ma perché qui, fra clima variabile come colpito da PMS, e mare, variabile anch'esso fra il torbido e lo scarico radioattivo, non ci sono state molte occasioni per spiaggiarmi.
Ma come forse saprete la cosa non mi preoccupa.

Uno dei pochi giorni a mare.

Un po' vi invidio(tranne per i danni), voi al nord, ammantati di pioggia, ché qui la gente si è dovuta inventare che una sera di vento ci fosse fresco per tirar fuori giacchini e leggings.
In realtà era scirocco, e c'erano 25 gradi.

Inoltre al mattino sto proseguendo il tirocinio, con cui vi ho fatto una capoccia così, al comune del mio paese, mentre il pomeriggio devo dedicarlo allo studio, visto che, proprio quando ne avevo bisogno, è stata eliminata l'iscrizione con riserva dalla mia facoltà, per cui mi toccherebbe pagare le tasse. #checulo
Purtroppo il tirocinio è partito bene ma è finito nel più classico dei modi: sono stato parcheggiato in un ufficio, come le scope, e ivi dimenticato. La responsabile non mi ha più seguito nemmeno per sapere se fossi ancora vivo e se non fosse che deve mettermi ancora 3 firme, non mi vedrebbe più, per cui sono stato alla deriva. Almeno ho l'aria condizionata.

Per il resto l'estate procede come ogni altra estate: passeggiate, gelati, qualche serata fuori (poche, che in fin dei conti non ci sta nulla da fare), qualche film la sera, e tanta sonnolenza, ché alle 22 ho già sonno, resisto fino a mezzanotte, massimo l'una, ma al mattino dopo mi sveglio comunque con le galline e purtroppo senza Antonio Banderas.
Antonio, torna!

Ad un certo punto ho sentito bisogno di fare un viaggio. Sapete quella sensazione di piacere nel raggiungere una meta, non importa quale ma l'importante è staccare? Quel desiderio di preparare le valigie con quattro cose, con l'idea che ovunque tu vada, ti rilasserai?
Ecco, quello.
Ma, pur non avendo un'agenda trasbordante di impegni, le tasche languono, quindi l'unico viaggio che posso permettermi è quello verso il frigo a cercare un ghiacciolo.

Per il resto non ci sono rilevanti novità, Anche se il mondo è sempre sotto sopra.
Ho sentito della morte, forse suicida di Robin Williams, e non che ne fossi particolare fan, ma ha fatto alcuni film storici che penso un po' tutti dovrebbero vedere e conoscere.
Pare fosse preoccupato per il soldi e depresso, ma trovo comunque assurdo che non abbia avuto nessuno al proprio fianco, era pur sempre un attore di spicco, non credo avrebbe avuto difficoltà a trovare una parte.
Ma in fondo chi fa ridere, non sorride mai.

Sono nati i gemelli del caso di fecondazione eterologa in cui sono stati scambiati gli embrioni e pare certo verranno affidati alla partoriente e non ai genitori biologici. Io non so esprimermi sulla cosa sinceramente, come scrivevo sul blog di Franco. Come dicevo lì, fossi stato la madre che ha partorito i bambini avrei preferito di gran lunga restare all'oscuro di tutto per non avere i rimorsi di aver in qualche modo sottotratto una cosa così importante ad altre persone.
Mi incuriosisce sapere che ne pensano le mamme, ad esempio Maris, o la neo-mamma emme (fatele gli auguri, cribbio!)
Ovviamente dibattito allargato sulle madri surrogato, pratica attuata spesso fanno le coppie gay famose e di cui non sono d'accordo, ché sarà banale, ma il senso genitoriale ti viene anche se il bambino lo adotti.

Altra genialata tutta estiva viene da Verona, o meglio dal consigliere comunale Alberto Zelgeril quale ha proposto e ottenuto delle liste di proscrizione per i docenti che nelle scuole parlano di omosessualità.
Perché in effetti finora se ne era parlato troppo, ed è noto che l'omosessualità ha tempi di contagio molto più rapidi dell'ebola, e  che le scuole veronesi traboccano di aspiranti regine del deserto.
Un altro colpo di sceMa per Tosi.

Ma avete letto il mio primo articolo su Odd. Mag?
No!?
Shame on you, lo trovate qui
Spero sia l'inizio di una lunga collaborazione con questo nuovo portale creato e gestito da ragazzi del sud come me, campani per l'esattezza. Gli argomenti saranno vari, un po' come qui, toccando le mie sfaccettate passioni.

Ma voi siete già in vacanza? Dove state di bello?
Mi dicono che quest'anno vada molto il Salento.


In ogni caso vi auguro un ottimo Ferragosto e una buonissima estate e spero ci sentiremo molto presto!




08 agosto 2014

Grand Budapest Hotel (2014)

Titolo originale: The Grand Budapest Hotel
Paese di produzione: Germania e Francia
Durata: 100 min
Genere: commedia
Regia: Wes Anderson

E' il 1985 quando uno scrittore inizia a raccontarci come conobbe la storia del Grand Budapest Hotel e dei suoi proprietari. Storia che gli venne raccontata circa 20 anni prima, da Zero Mustafa, quello che era l'attuale proprietario dell' albergo.
Zero inizia a raccontare le vicende partendo da molti anni prima, nel 1932, quando l'hotel era nel pieno del suo sfarzo e ospitava nobili e benestanti. Egli all'epoca era un semplice facchino che finì sotto l'ala protettrice di  Monsieur Gustave, ufficialmente concierge del Gran Budapest, in realtà ne era l'effettivo direttore.
Gustave aveva un gusto molto raffinato, elegante, certosino nel suo mestiere, era un amante delle poesie e dell'arte ma i suoi gusti sessuali erano molto particolari: era solito corteggiare donne molto più grandi di lui, in genere ricche ospiti dell'albergo. Fra queste vi era Madame D. che proprio in quel tempo stava lasciando l'albergo in cui aveva soggiornato. Il giorno della partenza Madame D. avvertì Gustave che non si sarebbero più rivisti in quanto aveva timore che presto sarebbe morta, ma lui la rassicurò non dando peso alla cosa. Dopo qualche giorno però arrivò la notizia che la donna era stata trovata assassinata.
Nell'andare a porgere un ultimo saluto alle spoglie della donna, Gustave scopre di essere stato nominato nel testamento della anziana signora, e di aver ottenuto in eredità il dipinto chiamato Ragazzo con mela.
Da qui inizia una guerra che vede contrapposti Monsieur Gustave e Dmitri, figlio di Madame D, che voleva assolutamente quel quadro, e si diramano le vicende che porteranno Zero a diventare proprietario del Gran Budapest Hotel.

Un'ironia molto sottile, pungente, contraddittoria e quasi caustica caratterizza questo film, che oscilla fra l'eccesso, ma con un alone di credibilità, e la staticità. Gli ambienti, infatti, sono come divisi in fermo immagini perfettamente misurati e simmetrici, e che passano dall'essere minimali e quasi puramente simbolici, a diventare sfarzosi e saturi.
Altra caratteristica, forse ancora più importante, è che il film rappresenta chiaramente un racconto. Si avverte come ciò che ci viene mostrato è il punto di vista di chi narra, si nota come i tasselli della storia vengono aggiunti mano a mano che si procede e lo stesso film è diviso in capitoli, quasi fosse un libro.
Una pellicola particolare, ma da vedere.


Voto 8 e mezzo


05 agosto 2014

Misadventures of an Imperfect Pier(ef)fect #5
Identity Thief

Tempo fa avevo parlato di un film in cui al malcapitato veniva rubata l'identità da una ladruncola che voleva spillargli dei soldi. Io stesso l'ho definito un filmetto carino, adatto a strappare qualche risata.
Il problema è che quando succede a te non ridi più.

Prologo.
Qualche mese fa mi trovavo al computer a fare bellamente i fatti miei, quando ad un tratto mi arriva la notifica di essere stato taggato su un post di Facebook. Faccio per controllare e vedo che un ragazzo, su un gruppo a cui sono iscritto, mi dice che una persona si spaccia per me e mi lascia il link al suo profilo.
Lì mi sale il panico.
Inizio a pensare ai traffici illeciti, agli stupri, ai malaffari, magheggi, truffe e raggiri che questo abbia potuto fare con la mia identità.
In realtà non si trattava nemmeno di un profilo col mio nome e i miei dati, ma aveva semplicemente rubato la foto che tempo fa avevo impostato come immagine del profilo su Google Plus e che avevo fatto durante il mio viaggio a Verona di un anno fa.
Screenshot del profilo del ladro di foto.
Faccio per segnalare la foto e sorgono i primi problemi. Infatti su Facebook non esiste un'opzione di segnalazione per dire
Un tipo mi ha rubato una foto in cui son venuto nemmeno tanto bene, per favore fategliela togliere.
No, ti devi accontentare di rispondere alla domanda
Perché non vuoi vedere questa foto?
  • Mi dà fastidio o non è interessante
  • Sono presente in questa foto e non mi piace
  • Non credo che debba essere su Facebook
  • È spam
selezionare "E' spam" e dire che ti è stata rubata l'identità. Fatto sta che io quella sera non notai l'opzione per cui mi accontentai di selezionare che la foto era inappropriata, spiegando che mi era stata rubata.
Ovviamente Facebook non colse subito la procedura, e dovetti ripeterla, per riuscirci al secondo tentativo.
Poi però mi fecero notare che non potevo essere a conoscenza del fatto che questa persona avesse altre mie foto all'interno del profilo, essendo questo privato, per cui era meglio segnalare il profilo intero.
La procedura si rivelò un po' più facile tanto che dopo una ventina minuti il profilo era stato cancellato da Facebook.
Cliccami e mi leggi!
Credevo che tutto fosse risolto e ho vissuto settimane senza preoccuparmene minimamente, convinto che il messaggio fosse chiaro.
Qualche pomeriggio fa invece ricevo un messaggio su WhatsApp da parte di un ragazzo che mi chiede se fossi stato in Trentino nei giorni scorsi. Io chiedo perché questa domanda specifica e lui mi risponde che contattando un ragazzo su GayRomeo (chat gay su cui non ho un profilo da almeno il 2009 ndr.) questi gli aveva mostrato una foto di me su un ponte con una tracolla.
Chiedendogli se fossi io, questo ragazzo dice invece di chiamarsi Alessio, per poi sparire e cancellare il profilo.
Ora, caro/i ragazzo/i, che tu sia Alessio, Francesco, Mattia o Sampei, a me poco importa. Io non sono un personaggio famoso e la mia faccia non può essere usata liberamente su questo o quel social.
Cito dalla legge 22 Aprile 1941, n. 633 (grazie al mio agente), l'articolo 96 e 97
Art. 96
Il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa, salve le disposizioni dell'articolo seguente.
Dopo la morte della persona (tiè!) ritrattata si applicano le disposizioni del 2/a, 3/a e 4/a comma dell'art. 93.
Art. 97
Non occorre il consenso della persona ritrattata quando la riproduzione dell'immagine è giustificata dalla notorietà o dall'ufficio pubblico coperto, da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o colturali, o quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico. 
Il ritratto non può tuttavia essere esposto o messo in commercio, quando l'esposizione o messa in commercio rechi pregiudizio all'onore, alla reputazione od anche al decoro della persona ritrattata.
E comunque, per la cronaca, la mia faccia sulle chat gay, cuccava soggetti alla Cristiano Malgioglio con o senza ciuffo.
Vuoi davvero uscire con Cristiano Malgioglio?




01 agosto 2014

Les Misérables (2012)

Avevo tante curiosità su questo film pluripremuato, che avevo perso all'uscita nelle sale cinematografiche, ma che ho recuperato pochi giorni fa. Avrà accontentato le mie aspettative?
Parliamo un po' di Les Misérables.


Titolo originale: Les Misérables
Paese di produzione: Regno Unito
Durata 158 minuti
Genere: musical, drammatico, romantico
Regia: Tom Hooper

Il primo trentennio dell'800 fa da sfondo alla storia di Jean Valjean, un prigioniero costretto a pagare la sua pena ai lavori forzati, per aver rubato un tozzo di pane per sfamare la sorella.
Oltre lo sforzo fisico, Jean è la vittima del commissario Javert, che gli consegnerà la libertà, ma marchiandolo a vita come un uomo pericoloso.
Una volta libero, Jean Valjean troverà nell'aiuto di un arcivescovo misericordioso, la voglia di cambiare stile di vita e di diventare un uomo migliore.
Riuscirà, sotto mentite spoglie, a diventare sindaco e ad aprire una fabbrica. Proprio qui lavora Fantine, una ragazza madre non sposata, che proprio per questo viene tacciata come una poco di buono e licenziata. Per mantenere la propria bambina di nome Cosette, Fantine finirà in un torbido giro, che la porterà alla prostituzione. Un giorno Fantine, per un screzio con un cliente, rischiò l'arresto, ma Jean Valjean accorse in suo aiuto promettendole di prendersi cura di lei. Ma la giovane morì, così il protagonista adotto la bambina Cosette.
Le cose per Valjean si complicarono quando, per uno scambio di persona, dovette confessare la propria identità e salvare l'innocente che era stato scambiato per lui. Javert così si mise sulle sue tracce, costringendo Jean a scappare.
Qualche anno più tardi Jean e Cosette, ormai diventata una giovane donna, si ritroveranno a Parigi, durante e moti rivoluzionari, che faranno da scenario alla storia d'amore fra la ragazza e Marius, uno studente rivoluzionario.

Quello che colpisce subito di questo film è sicuramente la bravura degli attori, che pare abbiano cantato praticamente dal vivo durante le riprese, per rendere le scene più realistiche e concrete. Altra cosa che si nota è che la scenografia passa dall'essere carica, piena, pomposa nelle parti corali,  fino a traslarsi e a diventare evanescente ma simbolica, un po' come accade in teatro. E la regia sembra seguire questi mutamenti.
Il problema della pellicola è però che si perde di emotività in alcune scene, e solo qualche parte ti emoziona più intimamente fino in fondo. Inoltre, pur amando i musical, questo è davvero troppo, troppo, troppo cantato, e le scene di parlato si contano sulle punte delle dita; il che non sarebbe malissimo, se non fosse che il film dura più di 2 ore.


Voto 8 --




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