martedì 6 giugno 2023

Nuove Maschere Viso e Occhi ai Probiotici di Garnier: tutto ciò che ne penso

Quando Garnier lancia una novità sono sempre molto curioso di scoprire di cosa si tratta, specie se si parla delle loro maschere viso, che sono fra le mie preferite. Ultimamente, la gamma SkinActive si è ampliata con una maschera viso e occhi arricchite con probiotici, e le ho messe entrambe alla prova.

I pro, pre e post biotici stanno da un po' di tempo ormai, avendo una certa attenzione in campo cosmetico, perché sembra che possano riequilibrare il microbioma cutaneo, aiutando la barriera cutanea a funzionare meglio, e soprattutto riducendone la sensibilità. I probiotici inoltre sulla pelle dovrebbero aiutare a contrastare i danni dei raggi UV.
Le maschere Garnier contengono milioni di frazioni di probiotici, e infatti l'azienda le considera riparatrici e in grado di ridare alla pelle l'idratazione necessaria. Sarà davvero così?


Garnier SkinActive Maschera Viso in tessuto Riparatrice 2 Milioni di Probiotici


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Amazon
💸 €1.99 (in offerta)
🏋 22g
🗺 Made in Cina
⏳ 1 Maschera in tessuto monouso
🔬 //

Promette un aspetto luminoso e sano (con un uso di almeno una settimana, bisogna dirlo), oltre che ripristinare l'idratazione cutanea questa maschera viso Garnier, con ben due milioni di probiotici. Nel suo INCI ho scovato altre sostanze utili a tali scopi come la glicerina, l'estratto fermentato di tè nero, anch'esso coinvolto nell'attività idratante e di riparazione della pelle, e l'estratto di loto, che pare lenisca la cute, ma sembra anche essere carico di antiossidanti.

Garnier ha creato una
formula vegana, e rivolta a pelli sensibili, ma devo segnalare due incongruenze in questo senso. La prima è la presenza di alcool che non va d'accordo con molte cuti più reattive, e la presenza di fragranza. La profumazione floreale di questa maschera viso Garnier può risultare a primo impatto molto intensa, e anche se è gradevole, capisco che i nasi più fini potrebbero non apprezzarla. Mi è sembrata però abbastanza evanescente, se può esservi d'aiuto.

Questi due elementi raramente mi danno problemi e non ne ho avuti in questo caso. Inoltre la maschera viso ai probiotici ha tutte le caratteristiche che cerco e voglio da questo tipo di trattamenti. È infatti ricchissima di siero, ma non gocciola ovunque durante la posa o mentre la si applica. Poi il tessuto scelto da Garnier è davvero ottimale: sottile ma non troppo fragile, ampio il giusto, con dei tagli corretti per potersi adattare a diverse forme del viso, e quella giusta elasticità per seguirne tutte le curve.

Ho lasciato che questa maschera Probiotic Reparing Garnier agisse sul mio viso per almeno mezz'ora, fino a quando la pelle non avesse assorbito almeno il 90% del siero, e dopo averla rimossa ho notato sicuramente una pelle più tonica, compatta e distesa, ma comunque abbastanza elastica. Il livello di idratazione penso possa soddisfare cuti normali e secche, ma non basta un unico trattamento per accontentare le pelli più esigenti. Io ad esempio, avendola usata quando le temperature erano ancora basse e la sera, ho preferito seguire con la mia skincare. 

Con questa maschera ai Probiotici Garnier la sensazione di appiccicoso non è fra le più fastidiose, il siero si è assorbito bene ma comunque un po' la sensazione di prodotto sul viso c'è, quindi tenete questo aspetto in considerazione. Per il resto, la mia lunga posa non mi ha creato alcun problema, o rossori, e questo la rende un prodotto da acquistare ancora.



Garnier SkinActive Maschera Occhi in tessuto Riparatrice 1/2 Milione di Probiotici


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Amazon
💸 €1.99 (in offerta)
🏋 6g
🗺 Made in Cina
⏳ 2 patch occhi monouso
🔬 //


Al contrario della maschera viso, i patch occhi hanno "solo" mezzo milione di probiotici, probabilmente perché non ci stavano tutti sul tessuto più piccolo (scusate, dovevo fare per forza questa battuta scema). A parte questa piccola variazione, ho notato entrambi questi prodotti Garnier hanno lo stesso identico INCI, immagino con variazioni delle percentuali dei singoli ingredienti, ma sono anche altre le caratteristiche che li accomunano. La profumazione per esempio è la medesima, ed è delicata ma se avete una particolare sensibilità, magari pensateci prima di buttarvici. 

Hanno la forma delle tipiche lunette dei patch occhi, ma sono davvero ampi, tanto che a me oltre la zona perioculare mi coprono anche la parte più alta dello zigomo. 
Anche queste maschere occhi Garnier sono molto ben imbevute, e il tessuto è molto settile, una combo che garantisce una perfetta adesione e io infatti le ho tenute più a lungo dei 15 minuti consigliati da Garnier senza problemi, muovendomi anche durante la posa.

La maschera occhi Riparatrice non mi è sembrata particolarmente rinfrescante, ma è comunque gradevole da lasciare agire sul viso e l'ho trovata anche efficace.
Una volta rimossi, i patch non avevano lasciato una grande sensazione di appiccicoso, un po' come successo alla maschera viso. Per completare la routine ho voluto poi applicarci su altri sieri e altri prodotti e non ci sono stati problemi. Devo dire però che non ne sentivo l'esigenza, perché questi    hanno davvero un buon potere idratante, e secondo me può accontentare anche le pelli un po' più esigenti e secche. Inoltre la zona perioculare aveva un aspetto più disteso, liscio, ma la percepivo comunque elastica. 
Non ho notato un effetto illuminante o schiarente, ma sicuramente la zona appare più riposata dopo questa maschera occhi Garnier.

Mi immagino relegare le maschere viso per i periodi più freddi e i patch per quelli più caldi, per un trattamento più localizzato ma non pesante.


Avete visto queste novità di Garnier?




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lunedì 5 giugno 2023

Dobbiamo dire addio alla Fantastica signora Maisel, e non è affatto facile

Oltre a Firefly Lane, quest'anno un'altra serie tv, stavolta su Prime Video, ha raggiunto la sua ultima stagione, chiudendo per sempre. Stranamente c'è anche una vaga somiglianza nelle tematiche con l'appena citata serie Netflix, perché si parla sempre di amicizia al femminile, di famiglia, di autodeterminazione e di crescita.
The Marvelous Mrs. Maisel è questo e molto altro, e la quinta ed ultima stagione ci ha ricordato perché l'abbiamo (l'ho) amata così tanto.

Non sono stato molto gentile nei confronti della terza e della quarta stagione della serie di Amy Sherman-Palladino perché se continuavano ad esserci quei dialoghi serrati, che ti fanno sorridere insieme a quelle situazioni buffe in cui si ritrova spesso e volentieri la famiglia Weissman-Maisel, e la realizzazione scenica lasciava sempre senza fiato, il versante narrativo mi aveva lasciato un po' perplesso perché troppo poco ricco di guizzi che potessero muovere davvero le acque. 
La quinta stagione de La Fantastica Signora Maisel, terminata il 26 Maggio, ritrova però Midge in splendida forma, dandomi tutto quello che stavo cercando e anche di più da questa serie, e riuscendo a spegnere i riflettori in modo più che apprezzabile.

I colori accesi e sgargianti che sin da subito la serie ci ha mostrato, sono sempre stati il leitmotiv per raccontarci le avventure di Miriam Maisel, che possono sembrare altrettanto scanzonate e briose, ma lei di calci ne ha presi tanti e fin dall'inizio. Infatti era impensabile che una donna ebrea, di buona famiglia, sposata e con figli, diventasse una comica separata dal marito e finisse per esibirsi su un palco, ma il carattere volitivo di Midge e l'aiuto della sua amica e manager Susie Myerson, riusciranno a farle fare strada, fra molti alti e molti bassi.
Ma, dopo il caso con Shy Baldwin e alcuni lavori lasciati, la nostra Miriam deve andare avanti e riprendere a trovare nuovi ingaggi, e soprattutto trovare quello scatto che possa renderla davvero la celebrità che sogna di essere, ed è su questo su cui si concentra la quinta stagione di The Marvelous Mrs Maisel, andando però anche oltre. 

Così Miriam finisce per diventare una delle autrici del The Gordon Ford Show, non senza peripezie, ma ancora una volta si troverà in una stanza piena di uomini, senza un posto a cui sedere, e ancora una volta dovrà cercare di imporsi affinché la sua voce venga ascoltata. Ma quel che sarà il destino di Midge (e non solo) e se arriverà a quel successo, ci viene raccontato attraverso una tecnica che The Marvelous Mrs. Maisel non aveva ancora messo in scena, e si inizia a ballare (visto la serie ci sta pure come termine) fra le diverse linee temporali, e questo ha permesso alla Sherman di ottenere risultati diversi.

Da un lato infatti, muoversi avanti e indietro negli anni, ci ha permesso di vedere ciò che accade nel futuro di buona parte dei personaggi, ed anche di assistere ad una incrinatura del rapporto fra Miriam e Susie. Riusciamo anche a scoprire il destino di Joel, il rapporto di Midge con i figli, e questi flashforward riescono ad aggiungere altre storyline, o approfondimenti.

È soprattutto Susie a riuscire a trovare spazio per essere conosciuta meglio, sia nella sua versione del "passato" (o del presente per meglio dire) che in quella futura. Molti hanno esaltato il sesto episodio, che si concentra molto sul personaggio interpretato da Alex Borstein, ma io non posso dire di averlo amato così follemente. L'ho trovato spiazzante, e qui è secondo me tutti questi passaggi temporali creano più caos che benefici, mettendo di mezzo davvero tanti argomenti spesso trattati frettolosamente. Purtroppo, col tempo, ci renderemo conto che questa quinta stagione non chiarisce del tutto le parentesi che apre, come ad esempio la rottura fra Midge e Susie, o il rapporto del "futuro" della comica con i figli e il marito.

Ma, come vi dicevo, The Marvelous Mrs Maisel 5 pesca anche dal passato, ci fa riassaporare gli anni '50 e '60, con quelle gonne a ruota che hanno reso iconica la protagonista, così come riescono a trovare spazio personaggi secondari interpretati da volti noti. Non dimentichiamo soprattutto Lenny Bruce, l'unico artista realmente esistito, di cui conosceremo l'ultima parte della sua carriera, e l'unico in grado di insegnare a Midge cosa significhi essere famosi. 

Ma è arrivando alla fine, al monologo che renderà Midge Maisel una stand up comedian affermata, che si chiuderà il cerchio, perché ancora una volta la protagonista riesce a raccontare se stessa, la sua storia e le sue battaglie con l'ironia di sempre. Miriam è sempre stata una femminista, pur restando aderente alla sua epoca, e lo dimostra ancora una volta, in una delle sue esibizioni migliori, che risulta divertente e toccante allo stesso tempo. Sono fra quelli che trova più divertenti i dialoghi e le dinamiche che si creano fra i personaggi nel "quotidiano", mentre tutte le altre esibizioni mi sono sempre sembrate un po' troppo studiate per far ridere, ma questo ultimo monologo mi ha colpito, anche perché riesce a farci sentire il sapore del futuro di Midge.

Questa ultima stagione infatti credo riesca a concludersi nel migliore dei modi, non perché finisce con un "happy ever after", o per lo meno non del tutto, ma perché mostra il lato più umano dei suoi protagonisti. La Midge del futuro è infatti una donna matura che ha fatto le sue scelte, e che ha subito quelle altrui, e del destino, e ne ha raccolto le conseguenze. Non è più la giovane ragazza che, con tutte le difficoltà di emergere, viveva comunque in una esistenza ovattata, ma è una donna, sempre elegantissima, che ha fatto i conti con la vita, e adesso riempie le sue giornate di ciò che ama di più e per cui ha combattuto tanto: lavorare. 
Come Barbra Streisand canta in sottofondo, i nastri blu per i capelli non sono più così brillanti, e il lavoro di comica e personaggio ha preso il sopravvento, ma, anche a distanza, resta ancora il rapporto con Susie.

Gridare al capolavoro non fa per me, ma posso dirvi che anche la quinta stagione de The Marvelous Mrs Maisel, con i suoi piccoli problemi, ha contribuito a rendere questa serie come una delle migliori proposte da Prime Video e, in generale nel mondo dello streaming seriale degli ultimi anni, una di quelle che vale la pena recuperare, vedere e rivedere.
Forse non sarebbe stato lo stesso senza questo cast, ma soprattutto senza Rachel Brosnahan, che fin da subito ha saputo calzare i cappellini di Midge facendoli suoi, con garbo, eleganza, il sorriso, il talento e la cazzimma giusti, e a lei auguro di trovare un altro progetto che riesca a farla brillare esattamente con quella che è diventata una delle comiche più famose del piccolo schermo.
Quindi non ci resta che esclamare "Tette in su" e salutare, un'ultima volta, anche se non è facile, la "formidabile, la favolosa, la fantastica" Signora Maisel




giovedì 1 giugno 2023

Solari Cien Sun 2023, ecco quello che ho scelto

Anche quest'anno ho voluto dare una chance ai solari della linea Cien Sun, che spuntano da maggio circa fra gli scaffali Lidl.
Nel corso del tempo ho provato diversi prodotti della linea, ad iniziare da quelli della gamma Love Your Planet dello scorso anno (qui), fino alla versione Opacizzante con SPF 30, che io provai nel 2021 (qui), ma che ho rivisto fra gli scaffali anche quest'anno. 
Quelli di Cien Sun sono solari indubbiamente economici, aspetto giustificato da un lato da scelte di marketing e dall'altro da formulazioni non sempre elegantissime.
Per curiosità ho voluto testare quest'anno la Sun Cream SPF 50 + Anti-Age e Anti Spot, che cade proprio a fagiolo in questa definizione. 


INFO BOX
🔎 LIDL
💸 € 2.99
🏋 50ml
🗺 Made in Germania
⏳  12 mesi
🔬 //

Non è una novità per questo 2023, visto che era già disponibile quando appunto provai la versione Opacizzante, e c'è anche una versione con SPF 30 addizionata di acido ialuronico ma è una sorta di edizione limitata che affianca la linea di solari base, e mi sembrava curioso parlarne per una serie di motivi. 

Si tratta di un solare viso dalla protezione molto alta, che contrasta i raggi UVA e UVB. La formulazione è a base di filtri chimici (fra cui l'octocrylene, di cui ho parlato nella recensione proprio dell'altro solare Cien), e infatti non si nota un residuo bianco persistente con l'uso, se non un leggero alone che appare giusto mentre la si stende, ma si assorbe completamente, e devo ammettere che nonostante l'SPF 50 + non è sgradevole appena applicata sul viso.
Non la trovo infatti occlusiva, non mi ha fatto sudare nonostante le temperature si siano alzate parecchio e non mi ha creato sfoghi.
Inoltre non mi ha dato fastidio agli occhi, e la profumazione è praticamente identica a tutti gli altri prodotti della linea, per me non è troppo intensa o sgradevole. 

La consistenza di questa crema è soda, e quando la massaggio noto che fa subito un leggero attrito, ma non è comunque difficile da applicare e stendere anzi rende l'utilizzo molto rapido.
Cien la presenta come Anti-Age e Anti Spot, che fa pensare subito ad un solare viso in grado di contrastare i segni del tempo e le macchi cutanee, ma non è proprio così.
Infatti questa Crema Solare Viso 50+ non ha degli attivi che possano contrastare direttamente queste "imperfezioni". Certamente nel suo INCI ho visto la glicerina, che idrata, il tocoferolo, che protegge dall'ossidazione, ed il burro di karité che nutre la pelle. Ma diciamo che l'effetto che Cien promette sulla confezione è più collaterale: sul retro infatti è spiegato che i filtri solari aiutano a contrastare l'invecchiamento precoce della pelle e le macchie solari, ma è ovviamente una azione preventiva, non "curativa".

Alla fine tutti i prodotti con SPF contribuiscono ad evitare queste due problematiche cutanee.
A parte questo, come anticipavo, la Sun Cream SPF 50+ Cien è una protezione viso efficace ma non tra le migliori che abbia mai provato. Infatti sin da subito trovo che abbia un finish troppo lucido anche una volta settatasi sul viso, nonostante sembri avere subito una finitura asciutta e facile da fare assorbire.

Una situazione che ovviamente peggiora nel corso della giornata, e che non oso immaginare come possa diventare quando l'umidità e il caldo sarà alle stelle e la mia pelle completamente mista.
Nel corso delle ore e con le ri-applicazioni inoltre la avverto sul viso, diventa più pesante perdendo quella confortevolezza iniziale che mi dà questo solare viso Cien.

Ho ovviamente provato sia a bilanciare la skincare che utilizzo prima del sunscreen, partendo da pochi prodotti fino a non utilizzare nulla sotto, sia a utilizzare una cipria per modificarne il finish e renderlo più gradevole e vicino ai miei gusti, ma non cambia tantissimo nella resa. Al momento la mia pelle è abbastanza normale: le aree più secche non sono così tiranti, mentre la zona T non è così propensa a sebo e imperfezioni, ma comunque non ho trovato questa grandissima affinità col prodotto.


Penso che una pelle matura e più secca possa usare questo SPF Cien Sun Anti-Age e Anti Spot anche nella vita di tutti i giorni, mentre per le altre tipologie credo vi siano solari migliori. 

È comunque una protezione solare acquistabile se ad esempio cercate un prodotto economico da usare in quelle occasioni in cui ci importa poco dell'apparenza (passeggiate, sport e cose del genere) e da alternare a solari più costosi e appunto più eleganti. Di per sé non peggiora troppo la performance del make up che ci si va ad applicare sopra, ma ripeto, vista la mancanza di confortevolezza non sono stato lì ad usarla nelle situazioni in cui dovevo essere presentabile. 
Non lo consiglio inoltre esclusivamente per il mare perché resiste al sudore, ma non la trovo così resistente all'acqua, e basta un semplice detergente a rimuoverlo; in effetti Cien non dice nulla a riguardo. 
Vi segnalo inoltre la presenza di alcol nella formulazione, qualora per voi possa essere un aspetto importante (su di me non ha avuto alcun effetto negativo). 

Una piccola postilla: non so se anche questi solari Cien Sun siano ancora parte del programma che dona 50 centesimi per ogni prodotto venduto all'Associazione Umberto Veronesi. Spero di sì, ma non ho notato nulla in negozio che lo suggerisse. 

Avete provato le protezioni solari Cien? Io spero che, come l'anno scorso con la limited edition Love Your Planet, che torna disponibile dal 5 giugno, creino qualcosa di interessante.




mercoledì 31 maggio 2023

Firefly Lane chiude i battenti. Le impressioni sul finale di stagione della serie Netflix

Recensione ultima stagione Firefly Lane L'estate in cui imparammo a volare

A gennaio di quest'anno vi avevo parlato della prima parte della seconda stagione de L'estate in cui imparammo a volare, arrivata su Netflix il 2 dicembre 2022, ed era noto ormai da tempo che la serie si sarebbe conclusa con la seconda parte.
Infatti la piattaforma streaming non ha rinnovato questa serie tv, basata sui romanzi di Kristin Hannah, per una terza stagione, e io credo abbia fatto anche bene. Infatti il materiale narrativo è composto da soli due libri, quindi tirare le cose per le lunghe poteva solo che rendere il risultato stiracchiato. 


Le prime puntate di questa seconda stagione hanno avuto un inizio un po' scricchiolante, ma completamente in linea con la narrazione che avevamo conosciuto nella prima stagione. Ed anche in questa seconda parte, composta da sette episodi e disponibili su Netflix dal 27 Aprile 2023, fra flashback e flashforward, continuiamo a seguire le vicissitudini di Tully (Katherine Heigl) e Kate (Sarah Chalke), della loro amicizia e soprattutto di come affronteranno la malattia di quest'ultima, che scopre di essere affetta da un cancro proprio alla fine della prima parte di Firefly Lane.

La malattia di Kate riavvicina le due donne, ma i vecchi dissapori non sempre riescono a sciogliersi. D'altronde fin da subito abbiamo conosciuto due donne legate da una amicizia molto intensa che dura da decenni, ma com'è altrettanto forte il carattere delle due protagoniste. Quale sarà il destino di Tully e Kate?


Arrivato alla fine di Firefly Lane è normale fare una panoramica generale sulla serie che non è mai stata fra le mie preferite in assoluto, ma che ha saputo tenermi compagnia e, a volte mi ha fatto emozionare, con però tante cose da rivedere già dalla prima stagione. Alla fine abbiamo a che fare con una serie drammatica targata Netflix e sappiamo che loro non sono sempre i migliori nell'affrontare certe tematiche in modo originale e convincente da inizio a fine. 

Bisogna però dirlo: L'estate in cui imparammo a volare non credo si sia mai posta come un capolavoro né vi è stato un lavoro tale da darle un appeal cinematografico. Il suo compito è stato sempre quello di unire dolcezza e malinconia in una storia confortante e in cui empatizzare, che parla di amicizia, amore e famiglia, con un'ottica femminile e che potesse accontentare un pubblico ampio come appunto quello di Netflix.

L'amicizia e il feeling fra Tully e Kate credo siano fra le cose che più hanno funzionato in questa serie tv, ed è merito di Katherine Heigl e Sarah Chalke che hanno saputo portare avanti dei ruoli interessanti, sfaccettati non troppo banali. È bello vedere questo loro rapporto evolvere nel corso degli episodi e questa chimica funziona anche nel corso delle diverse epoche. Anche le attrici che le interpretano da ragazze sono credibili e sembrano avere un buon affiatamento.
Non si può dire lo stesso degli altri personaggi, che spesso risultano molto secondari, non avendo uno sviluppo e un approfondimento particolare. Non è insomma una storia corale, ma i vari protagonisti fungono da spalle per mettere in moto le vicende di Kate e Tully.



Un altro aspetto che mi è piaciuto di Firefly Lane è la concatenazione fra le diverse epoche, e i salti temporali servono a creare dinamismo fra gli episodi. Questa caratteristica ha portato a fare parallelismi persino con This is us ma secondo me ci sono parecchie differenze, e comunque non sono stati i creatori di quest'ultima ad inventarsi i flashback.
Nel caso de L'estate in cui imparammo a volare, non sempre le diverse parentesi temporali riescono a raccontare storie davvero interessanti: sono spesso le parti sulla giovinezza di Tully e Kate ad essermi sembrate ridondanti e ripetitive, nonostante forniscano da base per capire i caratteri delle due ragazze da adulte.
Anche nella seconda parte di questa seconda stagione ci sono sia queste qualità che questi difetti, forse in parte anche più accentuati. I continui cliffhanger di ogni episodio stimolano l'appetito di parti salienti e al binge watching, ma trovarsi con l'ennesimo flashback su una situazione a caso dell'adolescenza di Tully e Kate, può essere scoraggiante. 

Inoltre non sempre lo stato d'animo "attuale" delle protagoniste fa da specchio a quello del loro passato, creando una idiosincrasia, un distacco anche su ciò che lo spettatore dovrebbe provare.
In questa seconda parte viene dato troppo tempo a situazioni che poco danno all'economia della serie e non ad esempio all'evoluzione della storia fra Tully e il suo "uomo dello sport" o intere fasce temporali come la fine degli anni '90 e '00, che sono buttate un po' in mezzo senza grossi sviluppi.
Tutto questo non vuole essere una critica spietata, ma più una analisi, perché a mio avviso è inevitabile che una serie, arrivata alla conclusione, deve portare i remi in barca e non può dare troppo spazio a tante sottotrame. Ma si poteva bilanciare il tutto meglio.

Al netto di una la messa in scena datata, di idee a volte poco brillanti, dialoghi poco ricercati, e di diverse problematiche che rendono questa serie più "da televisione" e che non hanno trovato un miglioramento nemmeno in questa parte due della seconda stagione, penso che Firefly Lane sia riuscita nel suo intento: farci affezionare alle due protagoniste e farci sentire il bisogno di una amicizia come la loro.

Il finale poi non fa altro che regalarci quel mix di emozioni che la serie tv ci ha sempre dato che, così come la vita, contempla momenti felici e momenti più tristi, e soprattutto crescita e accettazione.




martedì 30 maggio 2023

Tutto sul Glucoside Foaming Cleanser, il nuovo detergente viso di The Ordinary

Recensione Glucoside Foaming Cleanser The ordinaty

Dopo il nuovo siero per il contorno occhi, le porte del The O Lab si sono riaperte con una serie di novità lanciate da The Ordinary nel corso di questi primi mesi del 2023, a cominciare dal Glucoside Foaming Cleanser, che è diventato a tutti gli effetti il secondo detergente viso lanciato dal brand.


INFO BOX
🔎TheOrdinaryLookfantastic.itBeautybay.comSephora
💸 €13
🏋 150ml
🗺 Made in Canada
⏳ 12 Mesi
🔬 Vegan, Cruelty Free


Era il 2019 quando The Ordinary lanciò il suo Squalane Cleanser (qui la mia recensione) e da quel momento non c'erano state novità in questo settore del range del marchio, ma hanno saputo recuperare bene perché hanno affiancato a quello che è in fondo un balm fluido, un detergente schiumogeno ma delicato.
Il Glucoside Foaming Cleanser nasce infatti con lo scopo di detergere la pelle del viso ma rispettando la barriera cutanea, e questo avviene attraverso una lista degli ingredienti minimale, ma anche una scelta di tensioattivi delicati.


Sono il Coco Glucoside e il Decyl Glucoside, due tensioattivi non ionici di origine vegetale che in genere vengono inseriti in una formulazione per mitigare gli effetti di altri agenti schiumogeni, ma che in questo caso sono i principali deputati alla detersione. 
La consistenza del Glucoside Foaming Cleanser è quella di un gel sodo ma fluido, che mi ricorda un po' il gel di aloe, e non è stata aggiunta fragranza, ma si sente sicuramente l'odore delle materie prime che lo compongono.
Inoltre non contiene alcol, oli o siliconi. 
A contatto con l'acqua questo gel si trasforma subito in una schiumetta, molto piacevole da massaggiare sul viso, ma non aspettatevi un prodotto esageratamente schiumogeno, perché la logica è sempre quello di un detergente delicato. Inoltre è rapido e semplice da sciacquare via. 


Le indicazioni d'uso sono estremamente semplici e non credo serva spiegarlo, in ogni caso The Ordinary non indica se può essere utilizzato sugli occhi. Io l'ho sempre fatto e non ho lamentele da riferirvi perché non brucia, pizzica o irrita la zona. 
Ho apprezzato il Glucoside Foaming Cleanser proprio per questa sua delicatezza all over. Lo sto usando da un po' di tempo ormai, ed è stato il mio detergente durante il cambio di stagione, fra  l'inverno e una primavera incerta, e una pelle un po' più secca, e lui ha contribuito a pulirmi il viso senza inaridire la pelle, ma lasciandola fresca ed elastica, prontissima per la skin routine. 
A me è piaciuto molto come primo detergente al mattino, quindi qualcosa che rimuova delicatamente il sebo e lo sporco accumulatosi durante la notte, ma senza lasciare la pelle più ruvida di un papiro.

Ma lo trovo adatto anche alla sera, quando non ho sul viso ad esempio qualcosa di particolarmente difficile da rimuovere, come ad esempio una protezione solare più ostica, perché deterge ma rispetta l'equilibrio della barriera idrolipidica. 
Secondo me si tratta di un cleanser adatto a pelli da normali a secche a leggermente miste. Le pelli più grasse e impure sicuramente vorranno usare un cosmetico con attivi più mirati, ma possono trovare in questo prodotto The Ordinary un porto sicuro se cercano qualcosa di delicato da alternare a detergenti magari più sgrassanti. 
Allo stesso modo, le pelli più aride e irritate penso abbiano bisogno di qualcosa di più restitutivo. 
Con l'uso ci si rende subito conto che questo non è un prodotto dall'efficacia struccante pazzesca, al massimo rimuove un trucco molto naturale, che non contempli prodotti waterproof, e in fondo la stessa azienda non fa promesse, ma diventa ottimo se usato come secondo step della doppia detersione.

A tal proposito l'ho usato anche in combo con lo Squalane Cleanser di The Ordinary, che essendo come dicevo, un detergente oleoso, fa lo sporco lavoro di sciogliere protezione solare, make-up e tutto quello che abbiamo sul viso; poi interviene il Glucoside Foaming Cleanser che rimuove eventuali ultime tracce di trucco e perfeziona la detersione, lasciando la pelle liscia e senza residui. Questa combo mi sembra perfetta per quelle tipologie di pelle che non vogliono essere strapazzate troppo, e chi in generale cerca dei prodotti per effettuare il double cleansing method senza però la sensazione che sia "too much". 


Il Glucoside Foaming Cleanser è secondo me l'aggiunta perfetta per il range che The Ordinary propone, e credo che possa accontentare tutti coloro che cercano un detergente viso senza troppi fronzoli per una skincare minimale. 

Sono curioso di mettere alla prova tutte le altre novità che sono state lanciate.
Voi le avete viste? Che ve ne pare?




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lunedì 29 maggio 2023

The Ferragnez 2: ci sono cascato di nuovo!

Recensione The Ferragnez - La Serie seconda stagione

Com'era prevedibile, l'onda di commenti sulla prima stagione, ha (anche) contribuito alla riconferma della controversa docu-serie The Ferragnez, la cui seconda stagione è disponibile su Prime Video dal 18 Maggio di quest'anno. Nei sette nuovi episodi (sì ne manca uno) Chiara Ferragni e Fedez raccontano gli eventi pubblici e privati che li hanno coinvolti da marzo 2022, fino al febbraio di quest'anno. 

Partendo dalla malattia di Fedez, operato d'emergenza per un tumore, passando alla preparazione di Chiara come co-conduttrice del Festival di Sanremo, il tutto intervallato da sessioni di terapia di coppia, la nuova serie The Ferragnez non si scosta troppo dallo stile che avevamo conosciuto l'anno scorso e soprattutto non è differente il contenuto che la coppia più social di sempre ha da offrire: farsi pubblicità.
Ma ci sono anche delle differenze.


Prima di parlare della seconda stagione di The Ferragnez La Serie è secondo me importante sottolineare che si tratta di un prodotto pensato per fan e curiosi, e che lo so che si racconta di personaggi polarizzanti, in senso positivo o in senso negativo, e so pure che a molti di voi non piacciono, mentre ad altri suscitano curiosità. Mi rivolgo quindi a quest'ultima fascia di utenti, perché tutti gli altri fanno secondo me bene non solo a continuare nel non apprezzare un personaggio (non le persone, ché non le conosciamo), ma anche ad ignorare a piè pari la serie.

Detto ciò, sin dai primi episodi ho notato una maggiore emotività in questa seconda stagione. Si parte sicuramente con uno dei colpi più duri da affrontare nella vita di chiunque, la malattia, ed è difficile non commuoversi in questa prima parte.
È secondo me soprattutto Fedez a dimostrarsi ancora una volta quello più aperto, più diretto, quello che vuole affrontare in pubblico i momenti difficili ed anche le crisi. Anzi osa utilizzare questo termine scatenando una discussione molto realistica. Ed è sempre lui quello che finalmente troviamo tranquillamente sul divano, senza la voglia di far nulla, a parlare alla telecamera.
Anche Ferragni riesce a far passare meglio parte della sua emotività, ma lei è quella "riservata nella sua non riservatezza", quella che, come ammette lei stessa, si sente in difficoltà a parlare di crisi, e così il gap deve essere colmato in qualche modo, o non ci sarebbe troppo poco da raccontare e mostrare.

Mi sono convinto che gli autori di The Ferragnez mi abbiano letto nella precedente recensione, perché sono mancate quelle cose che criticavo. Penso soprattutto alle scene cringe in cui i parenti di Chiara e Federico stavano al bar a commentare quel che faceva la coppia. In questa seconda stagione la famiglia dei protagonisti diventa più collaterale, ma il prezzo da pagare è comunque la presenza, ancora più visibile, di una mano autoriale che movimenta i due protagonisti. Così li ritroviamo a prendere lezioni di tango (una lezione di numero, in realtà) per solidificare la coppia, o vediamo Chiara che guida e scorrazza per le strade della sua città natale.
Tutte situazioni che chiaramente non nascono spontanee, e che purtroppo rendono la serie da metà in poi come un mega spot mal celato, soprattutto quando l'imprenditrice digitale inizia a mostrarci il suo nuovo ufficio e le cause benefiche a cui intende legarsi. 


Questo spiega moltissimo di questo prodotto Prime Video: è una sorta di ibrido fra un documentario, una serie, e un reality, ma il filtro non è una faccia buffa o un effetto camuffa imperfezioni, ma la fase di editing di The Ferragnez, dove sapientemente vengono tagliate via tutte quelle parti che la coppia, giustamente o ingiustamente, non sta a me dirlo, decide di tenere o lasciar fuori dal flusso della narrazione.

Per questo si tratta di una serie pensata per i fan, che cercano una sorta di approfondimento di ciò che vedono sull'Instagram dei loro beniamini e si "accontentano" di ciò che gli viene detto. Chi, come dicevo, non è minimamente curioso della coppia, farà meglio a dedicarsi ad altro, perché altrimenti assisterà ad una ulteriore esposizione di questi due personaggi.
Chi invece cerca la verità assoluta da questa seconda stagione di The Ferragnez, non sarà appagato, perché è questa la legge dello spettacolo, e si tratta di intrattenimento e non di cronaca.

Se riflettiamo un attimo, Prime Video ha un'ampissimi accessibilità (non ha un abbonamento a parte, ma è parte di un abbonamento) ed è disponibile in tanti paesi stranieri, per cui è anche comprensibile che il controllo del racconto sia sempre calibrato. 
Al netto di tutto The Ferragnez 2 recupera in un certo senso terreno rispetto alla prima edizione, ma ne ricalca molti schemi che possono non convincere tutti, e che non colmano la distanza che inevitabilmente si crea fra chi ha una vita agiata da celebrity e noi comuni mortali in fila alla posta o sudati al pc (lasciatemi questo tocco biografico). 
In attesa dell'ottavo episodio finale, in cui vedremo Chiara finalmente sul palco di Sanremo (anche se in realtà già conosciamo questa storia...), e che sarà disponibile da Settembre sempre sul servizio streaming Amazon, pare che Fedez abbia già messo le mani avanti parlando di una possibile terza stagione. 


venerdì 26 maggio 2023

Ho messo alla prova i sieri viso di Bioearth (anche se...)

Quando Bioearth, italianissima azienda che si occupa di cosmesi ecobio, ha lanciato una ampia gamma di maschere e sieri viso, mi sono subito incuriosito. Infatti, nell'ormai lontano 2018, vi ho parlato appunto delle loro maschere in tessuto (qui trovate la recensione), ma non mi avevano entusiasmato i sieri.
Infatti non avevo apprezzato il rapporto quantità/prezzo che Bioearth aveva scelto per questi prodotti, perché ne ha fatti dei piccoli flaconi che possono essere considerati più delle minitaglie, e lo sappiamo che se vogliamo vedere qualche risultato da un trattamento, dobbiamo essere costanti.

Ho però voluto mettere da parte queste reticenze e dare una chance a questi sieri, che comunque, bisogna specificarlo, nascono per accompagnare appunto le sheet mask come se fossero dei booster per intensificare e proseguire il trattamento. Sono ben 10 i sieri viso proposti da Bioearth, tutti certificati biologici e con un pack davvero minimal, ma io ne ho scelti quattro in base agli ingredienti. 



Bioearth Siero Viso Nutriente


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🔎 Eccoverde, Bioprofumeria, online
💸 €5.95
🏋 5ml
🗺 Italia
⏳ 1 mese
🔬 Bio Eco Cosmesi AIAB, Vegan, Nickel Tested <0,0001

È stato quello che più da un punto di vista dell'INCI mi aveva acchiappato, perché questo siero Bioearth Nutriente contiene molti degli attivi che utilizzo abitualmente. Non sono specificate le percentuali, ma immagino, vista la brevità della lista degli ingredienti che si tratti di un siero abbastanza concentrato.
All'interno del siero troviamo acido ialuronico, già alla seconda posizione, seguito dalla forma più potente di vitamina C ovvero l'acido ascorbico, e subito dopo la niacinamide e il pantenolo, che si occupano della salute della pelle. Fra gli ingredienti naturali troviamo invece gli estratti di avena e di germe di grano, che sono lenitivi e protettivi per la cute, e l'estratto di vite che è noto come antiossidante.


La texture di questo siero Nutriente Bioearth è liquida e acquosa molto comune, ma hanno tutti la stessa consistenza quindi non mi ci soffermerò da ora in avanti. Nonostante non ci sia profumazione aggiunta, per il mio naso questo prodotto ha un profumo di miele.
Se avete letto attentamente la mia esamina dell'INCI avrete notato che non vi sono oli o sostanze che uno può aspettarsi in un siero che viene definito nutriente, ed in effetti secondo me non ha proprio questa caratteristica. È indubbiamente un prodotti che si stende bene, infatti bastano davvero poche gocce di siero per coprire viso e collo, e non mi ha dato problemi con altri prodotti. 

Su di me il Siero Nutriente Bioearth si assorbe bene e lascia un bel tocco asciutto e setoso, ma non lo definirei nutriente.
Lo ritengo infatti un prodotto che idrata bene la pelle indubbiamente e che può adattarsi alle esigenze di una normale pelle mista o comunque non particolarmente esigente in termini di secchezza.
Sento già le obiezioni sul fatto che si tratta di un siero e che quindi deve essere accompagnato da una crema o da altri prodotti occlusivi, ed mi trovate completamente d'accordo.
Che sia un prodotto gradevole non ho alcun dubbio, visto che non appiccica o appesantisce il viso, e ma tutto sommato ha anche una leggera azione compattante e lascia la pelle carina. Però ammetto che mi aspettavo di più da questo siero Bioearth proprio per la sua definizione. 



Bioearth Siero Viso Epigenetic Lift


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🔎 Eccoverde, Bioprofumeria, online
💸 €5.95
🏋 5ml
🗺 Italia
⏳ 1 mese
🔬 Bio Eco Cosmesi AIAB, Vegan, Nickel Tested <0,0001


È anche molto interessante la formulazione di questo Epigenetic Lift, che contiene una miscela di microalga Nannochloropsis Oculata e Pullulano, i quali hanno un duplice effetto: da un lato istantaneamente dovrebbero fornire un effetto tensore, dall'altro, nel tempo, dovrebbero ridurre lo stress ossidativo e pare persino stimolare il collagene. In questo siero troviamo anche gli attivi antiossidanti come estratto di vite e té verde, e quelli idratanti come l'acido ialuronico. Ma c'è anche un peptide biomimetico  (Syn®-Coll) che dovrebbe stimolare la produzione di collagene e quindi migliorare elasticità e compattezza. 

Il Siero Epigenetic Lift ha lo stesso odore e consistenza dell'altro prodotto, quindi nulla da aggiungere, inoltre anch'esso su di me si assorbe rapidamente, non lascia patine o residui di sorta. 
L'ho usato in concomitanza con altri prodotti dandomi sempre un buon risultato. Ed in effetti ho sin da subito notato un effetto distensivo e tonificante, ma senza una sensazione di pelle che tira che danno in genere i prodotti ad effetto tensore.


La caratteristica inoltre, un po' strana, è che il siero Epigenetic Lift Bioearth mi è sembrato più idratante del siero nutriente, ma sempre senza appiccicare o infastidire in alcun modo, al punto che mi sentirei di consigliarlo anche a pelli un po' più mature. È chiaro che si tratta sempre di un prodotto acquoso, che deve essere inserito in una routine completa e, se necessario, accompagnato ad un prodotto occlusivo.
Comunque, fra i prodotti che ho scelto è il siero che ho preferito e mi piacerebbe che Bioearth ne facesse un formato più grande. 
Nonostante non ci siano indicazioni a riguardo, io l'ho usato anche sul contorno occhi e non ho avuto problemi, per cui un vero trattamento completo. 



Bioearth Siero Viso Tonificante


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💸 €5.95
🏋 5ml
🗺 Italia
⏳ 1 mese
🔬 Bio Eco Cosmesi AIAB, Vegan, Nickel Tested <0,0001

Ha una bella formulazione anche questo siero Tonificante Bioearth, anche se non ci vedo degli attivi che possano avere un qualche effetto sulla consistenza della pelle, seppur in modo temporaneo. Infatti troviamo una bella quantità di bava di lumaca, che si trova ai primi posti dell'INCI, ed ha generalmente un effetto rigenerante. Seguono succo di aloe e acido ialuronico, che idratano e poi c'è una pioggia di estratti lenitivi che abbiamo visto anche negli altri sieri, come avena, camomilla, e malva. C'è anche l'estratto di tè verde, usato come anti-ossidante.

Rispetto agli altri sieri mi è sembrato leggermente più liquido, ma parliamo sempre di una formulazione acquosa che, nonostante un pack non proprio ottimale (non c'è un sifter o un contagocce), non è difficile da dosare e non si creano sprechi di sorta.
Mi è sembrato anche leggermente più appiccicoso degli altri, ma nel giro di un paio di minuti è una sensazione che svanisce, e comunque non mi ha dato problemi nelle occasioni in cui l'ho fatto seguire ad un altro siero o crema.


Il siero viso Tonificante mi è sembrato su di me appena più idratante dei suoi fratellini, ma la vera delusione sta nel fatto che non lo sento così tonificante. Al contrario mi sembra molto più efficace da questo punto di vista l'Epigenetic Lift, che renda la pelle più liscia. Secondo me su un viso particolarmente segnato e con cedimenti (lo so, termine orribile, ma è per capirci) di una pelle matura non credo possa sorbire qualche effetto. L'unico attivo che credo possa fare un vago effetto rimpolpante è l'acido ialuronico, ma su di me non ha mai avuto chissà che beneficio. Idem per quanto riguarda la bava di lumaca, ingrediente amato da molti ma da cui non posso dire di aver avuto effetti così eclatanti da farmici fidelizzare. 


Bioerth Siero Viso Illuminante Antiossidante 


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💸 €5.95
🏋 5ml
🗺 Italia
⏳ 1 mese
🔬 Bio Eco Cosmesi AIAB, Vegan, Nickel Tested <0,0001

Anche il Siero Antiossidante ha una composizione interessante: si inizia con succo di aloe, acido ialuronico e acido ferulico, un potente anti ossidante.
Si passa poi ad un estratto del lievito di birra, che pare essere lenitivo, e quello di tè verde, che unito al biancospino, hanno un effetto anti ossidante. Troviamo poi quella combinazione di pullulano e microalga che Bioearth ha utilizzato anche in un altro siero.
Questo serum illuminante mi è sembrato che avesse una consistenza leggermente più densa, ma nulla che ne infici l'applicazione comunque. Resta invariato invece l'odore che sento.

Fra questi prodotti Bioearth questo è quello che sulla pelle mi ha dato meno comfort: appena steso infatti mi risulta appiccicoso, ed è una sensazione che permane un bel po', di più rispetto agli altri sieri che ho provato. Una volta che si assorbe sento invece la pelle tirante in maniera poco gradevole. Non è vera e propria secchezza, ma comunque non mi risulta proprio delle più piacevoli.
Non ho però riscontrato intoppi nell'usarlo con altri sieri o creme viso.

Per quanto riguarda invece la sua efficacia posso sicuramente dire che la miscela di attivi, soprattutto estratto di tè verde e acido ferulico, funzionano bene come antiossidanti. Dall'altro lato invece non ho notato un effetto illuminante istantaneo come dice l'azienda. Immagino che un uso più continuato nel tempo possa apportare benefici in questo senso, ma la confezione non offre la possibilità di un trattamento prolungato. In ogni caso, vista la sensazione estemporanea, non credo sia un siero che riacquisterò più avanti. 



Voi avete provato (o provereste) questi sieri viso nonostante il formato mignon?



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mercoledì 24 maggio 2023

Perché Ossessione su Netflix non è la miniserie che mi aspettavo🔞

Dopo la trasposizione cinematografica del 1992 con Jeremy Irons e Juliette Binoche, il romanzo Il Danno di Josephine Hart ha trovato un nuovo adattamento nella miniserie Ossessione, lanciata su Netflix il 13 aprile di quest'anno.
Qui conosciamo lo stimato chirurgo pediatrico William Farrow (Richard Armitage) il quale, durante una cena, conosce la conturbante Anna Barton (Charlie Murphy), che solo dopo scopre essere la nuova ragazza del figlio. Fra la giovane ragazza e l'uomo si scatenerà una irrefrenabile passione, che come un uragano travolgerà i due e tutti coloro che entreranno nella sua orbita.

La passione totalizzante che si scatena fra i protagonisti e quella vena di fascino, mistero e suspense che si crea nel corso dei quattro episodi, potrebbero rendere Ossessione come un'ottima miniserie, perché non è tanto quello che accade sullo schermo, non è la trama a dover coinvolgere in una storia del genere, ma le sensazioni che provoca nello spettatore. E, per me, queste sensazioni sono state abbastanza vaghe o almeno non profonde e trascinanti come mi sarei aspettato.

Da un lato c'è Anna, che è ben interpretata dalla Murphy, e che comunque la serie tenta di raccontare in una maniera abbastanza ampia. È enigmatica ma senza essere troppo stereotipata, e viene anche narrata attraverso i suoi traumi passati, il rapporto con la famiglia e con il sesso, e le pratiche erotiche estreme. Il risultato è quello di un animale ferito ma pronto a farsi e fare del male. 

Tuttavia il personaggio di Anna non riesce a sviluppare e diffondere il fascino e la profondità che dovrebbe, visto che tutto ciò che la circonda è puramente abbozzato: dai rapporti con gli amici e con la madre, a quello con il fidanzato. Anche il suo movente non è sempre nitido nello spettatore: sappiamo che appunto ha una ferita pregressa ma non c'è un nesso causale con ciò che mette in moto.

Ne esce peggio William che a volte fa proprio la figura del tontolone che non ha mai visto una donna in vita sua, che risulta anche ridicolo (non so se volontariamente o meno) in ciò che fa e non si capisce bene cosa lo ossessioni così tanto in Anna, visto che in teoria dovrebbe avere una famiglia solida e felice, e un lavoro che richiede freddezza e precisione. In lui non ci viene proprio raccontata quella eventuale ferita o quella scintilla che può aprire la strada a tante azioni e reazioni sbagliate.

Quello che mi aspettavo in Obsession era un acme, un crescendo che trasformi questa ossessione fisica e mentale in pura follia quasi fosse una tragedia greca, ma questo non accade, per colpa, credo, di alcuni buchi sia di sceneggiatura che di caratterizzazione dei personaggi.

Ossessione doveva, dal versante più spinto, essere una serie quasi pruriginosa, ma con un volto noir psicologico e drammatico da lasciare di stucco, ed in grado di trasmettere quel dolore e quella sofferenza dei personaggi; alla fine della narrazione dovevano solo restare le macerie lasciate indietro da quell'uragano a cui accennavo ad inizio recensione, ed invece sembra quasi che nulla sia successo. 

Fortunatamente si tratta di soli 4 episodi (anche se in verità sarebbe bastato anche un film) da 40 minuti circa, per cui se proprio vi incuriosisce e volete buttarvi, non sarà difficile da affrontare, ma non aspettatevi un thriller erotico così conturbante perché le scene più fisiche risultano fredde, calcolate e impostate.
È sicuramente gradevole la regia e la messa in scena, ha quasi un sapore cinematografico, ma non basta a salvare questa miniserie. 






martedì 23 maggio 2023

AXIS-Y Complete No-Stress Physical Sunscreen: la miglior protezione solare con filtri minerali?

Quello che apprezzo dei brand coreani, molto più di quanto accade a quelli europei ed occidentali in genere, è la capacità di migliorarsi sempre, di cercare di ascoltare il feedback dei propri clienti per creare formulazioni sempre più performanti. E, lasciatemelo dire, è così che si va avanti e non mettendo la testa sotto la sabbia.
Di recente l'azienda coreana AXIS-Y ha proprio dato nuova vita ad uno dei loro solari viso, il Complete No-Stress V3 Physical Sunscreen SPF 50+ PA++++, che ha raggiunto la sua terza versione.


INFO BOX
🔎 Stylevana (coupon INF105PIEREFECT)YesStyle (coupon PIER10YESTYL)
💸 €11
🏋 50ml
🗺 Made in Corea
⏳ Scadenza sulla confezione
🔬 //


Vi avevo parlato di Axis-Y raccontandovi di un siero viso che è diventato virale su internet (qui la recensione) e visto la buona impressione che mi ha lasciato ho deciso di provare questa loro crema solare per il viso.

La sua formulazione è a base di ossido di zinco, uno dei principali filtri fisici, e offre una protezione UVA e UVB, e facendo parte della linea 6+1+1 è formulato con una combinazione di 6 ingredienti nutrienti di base, 1 ingrediente principale per una specifica esigenza e 1 ingrediente di nuova tecnologia.
Nello specifico, il Complete No Stress Sunscreen Axis-Y contiene il 2% di Niacinamide, seguita da ingredienti lenitivi come calendula, camomilla e allantoina. Ci sono tre attivi anti ossidanti ovvero l'estratto di tè verde, la vitamina E e quello d'uva, e troviamo due ingredienti idratanti cioè squalane e acido ialuronico.
Gli attivi specifici che Axis-Y ha aggiunto sono invece il peptide SYN®-COLL, che stimola la produzione di collagene, e l'estratto di artemisia che è molto noto nella cultura cinese e pare avere un effetto lenitivo sulle infiammazioni cutanee e schiarente.

Come molti SPF con filtri minerali e senza profumazioni aggiunte, anche questa ha un aroma vagamente erboso che non mi dà fastidio, non è intenso per il mio naso, ma non è qualcosa di avvolgente o che ricorda ad esempio l'estate. Io l'ho avverto soprattutto quando sono all'aperto e magari il vento mi fa "rimbalzare" sul viso questo aroma.
Viene definito come un solare "Complete No-Stress" perché l'azienda ha perfezionato la consistenza: non so come fosse nelle versioni precedenti, ma questa ha una texture molto elegante, è una lozione sottile, che in effetti si stende molto velocemente sul viso. Si avvertono i siliconi perché danno un tocco particolarmente setoso alla formula, e ne garantiscono una applicazione ed un finish molto gradevole, quasi fosse un primer.
Stratificare questo solare su altri prodotti skincare è semplice, non crea problemi come pilling o simili.

Nonostante sia un SPF 50 + è davvero leggerissimo sul viso, non si avverte e si assorbe su di me abbastanza velocemente, non è appiccicoso e dona un finish matt molto naturale, che resta tale anche nel corso delle ore. Infatti è un solare che userò molto nel corso dei mesi più caldi.
Axis-Y stessa afferma che il loro Physical Sunscreen è pensato per pelli oleose e con acne, io direi anche per pelli miste e normali, bilanciando bene con una skincare sotto, ma non lo consiglierei a pelli secche o molto secche, specie durante l'inverno perché anche a me che ho una pelle a tendenza mista con aree più secche è capitato di sentire il viso un po' tirante a fine giornata. Tuttavia la cute sotto non viene seccata o irritata, e una volta rimosso mi basta usare i miei soliti prodotti idratanti per tornare al completo comfort.

Axis-Y promette minima o zero scia bianca da questo suo solare, e qui si apre una parentesi importante. Mi piace provare gli SPF con filtri fisici inorganici perché questo è il mio lavoro qui, nel senso che cerco di trovare prodotti validi per tutti, perché so che molti vogliono questa tipologia di SPF, e trovarne di facili da usare non è semplicissimo. Tuttavia, per la mia esperienza, ho capito che non esistono solari con filtri fisici minerali completamente trasparenti, perché è così che sono composti questi solari.
È importante sottolineare, visto che ancora persiste questo mito, che i filtri fisici non riflettono o disperdono i raggi solari: esistono studi del 2015 che dimostrano che solo una piccola parte (circa il 5%) dei raggi UV viene riflesso via, mentre il resto (95%) viene assorbito diventando un leggero calore. Proprio come i filtri chimici, ma certe parole hanno un impatto.
Non so se un giorno scriverò un post su tutti gli errori e le convinzioni che riguardano i filtri solari, fatemi sapere se può essere utile.

Su di me che ho una carnagione molto chiara, i solari minerali non solo possono fare un palese white cast, ma tendono ad accumularsi fra i peli del viso, sopracciglia, attaccatura dei capelli e barba, e non è semplicissimo sfumarli, ed essendo scuri l'effetto è un alone bluastro di queste aree.

Questo solare viso AXIS-Y è fra i pochissimi che ho provato a lasciare davvero una scia bianca quasi invisibile, che si riduce ancora di più una volta che la crema si setta e si asciuga, e per questo mi sento di annoverarlo fra i migliori. Mi ha ricordato un po' una versione rivista di quello di Rovectin (qui ne parlo) ed usarlo è un piacere, ma proprio per quella problematica che vi dicevo sopra, preferisco usare questo SPF quando ho la barba completamente rasata. 
Inoltre non è un prodotto che consiglierei a pelli molto scure o nere, a meno che non correggiate l'effetto con del make-up.

In questo senso il Complete No-Stress Sunscreen è ottimo come base per il trucco perché non ne stravolge o deteriora la performance o l'applicazione.
Inoltre non mi fa lacrimare gli occhi ed ha una buona resistenza sulla pelle. Axis-Y non lo considera water-proof, ed in effetti basta un detergente comune a rimuoverlo. Però ho notato che, usandolo per lunghe passeggiate, resiste bene al sudore, e non si scioglie con estrema facilità. Inoltre mi ha dato una perfetta protezione dai raggi solari e non mi sono mai arrossato.


Spero di avervi dato una alternativa interessante per le vostre esigenze, fatemi sapere se conoscevate già Axis-Y.



💖alcuni link sono affiliati, per te non cambia nulla, ma puoi usarli per sostenere le mie recensioni. Grazie!

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