La maschera viso alla Cipolla di Isntree è la sorpresa beauty dell'ultimo periodo 🧅

Sapete che non mi tiro indietro quando c'è un attivo cosmetico particolare da provare, infatti quando il marchio coreano Isntree ha lanciato una intera linea alla cipolla, mi sono incuriosito parecchio. Così ho voluto provare, per iniziare le loro Onion Newpair Soothing Mask.

Onion Newpair Soothing Mask Isntree Recensione


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💸 €1 (in offerta)
🏋 25ml
🗺 Made in Corea 
⏳ monouso
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Si tratta di maschere viso in tessuto pensate per idratare e lenire la pelle, ma hanno anche un twist anti age.

Nonostante possa suonare strano, in realtà l'estratto di cipolla sembra avere diverse proprietà curative sulla pelle: è definito antinfiammatorio, cicatrizzante e rigenerante, ma ha anche proprietà antiossidanti, antibatteriche e idratanti. Per questo viene considerato come un attivo adatto a tutti i tipi di pelle, da grassa a sensibile.

L'estratto però scelto da Isntree per i suoi prodotti è quello di cipolla rossa coltivata nella contea di Muan, una regione della Corea del Sud, che sembra assorba tantissimi nutrienti proprio dal terreno di questa specifica area. Ovviamente non preoccupatevi: non puzzerete di cipolla appena sminuzzata, anzi la Newpair Soothing Mask ha un odore fresco e gradevole. 

Queste maschere viso Isntree come dicevo, contengono una miscela di attivi che supportano l'estratto di cipolla, come pantenolo, un derivato della liquirizia e l'estratto di foglie di centella. C'è poi una sfilza di sostanze umettanti: ben dieci diverse forme di acido ialuronico a diversi pesi molecolari, glicerina ed eritritolo. A queste si uniscono ingredienti schiarenti come niacinamide, acido tranexamico e NMN (o Nicotinamide Mononucleotide), che fanno un'ottima accoppiata in tal senso con l'acido ascorbico.

Fra gli antiossidanti, oltre questa vitamina C, c'è invece tocoferolo ed estratto di gardenia. 
Vi avevo accennato anche ad alcuni ingredienti anti age in questa Onion Newpair Soothing Mask Isntree: abbiamo un peptide di rame, che oltre a stimolare la produzione di collagene ha un potere cicatrizzante, e adenosina, che elasticizza la pelle. 

Non credo ci sia bisogno di approfondire l'uso di questa maschera viso coreana perché è sempre lo stesso, ma vi posso dire che il tessuto è sottilissimo e calza molto bene al viso, aderendo come un guanto. Indossandola non dà una eccessiva sensazione di freschezza, aspetto che la rende adatta un po' a tutto l'anno. E, come capita spesso con certe maschere in tessuto, vista la grande quantità di siero, io le lascio agire anche più dei 10/20 minuti che indica Isntree.

Sin dal primo utilizzo ho apprezzato, e anche parecchio questa Onion Newpair Soothing Mask perché mi rende la pelle più idratata, elastica, dà una bella compattezza ed anche un po' più di luminosità Una volta rimossa in effetti lascia il viso un po' appiccicoso, ma è una situazione temporanea e se si sente la necessità si possono applicare altri prodotti sopra senza problemi.

La prova del nove è stato usare questa maschera Isntree dopo un week end fuori casa: nonostante io abbia continuato con la mia solita skincare, sentivo la pelle un po' sensibilizzata, probabilmente per gli sbalzi di temperatura fra i primi caldi e l'aria condizionata e il cambio di acqua. Tornato a casa ho usato questo trattamento, ed ho avvertito tutta la sua forza lenitiva e ricostituente ridandomi una ottimale sensazione di comfort.

Quindi questa maschera viso Isntree entra a far parte di quel gruppo di maschere che intendo mantenere nelle mie riserve da utilizzare con costanza soprattutto quando ne sento necessità.

È promossa se... la vostra pelle è maltrattata ed avete bisogno di rinforzare la barriera cutanea.

È rimandata se... avete una pelle con parecchie impurità e cercate altri attivi specifici. 



Voi le avete provate?





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Cosa NON valeva la pena vedere fra le uscite in streaming di Maggio

Pare che giugno sarà un mese pieno di titoli interessanti, ma intanto, verso la fine di maggio, ho fatto un giro su Netflix ed ho recuperato un paio di film usciti nel corso del mese. Non tutto merita una chance, e vi racconto perché.


The Lessons (2023)

the lesson film netflix

Genere: drammatico 
Durata: 103 minuti
Regia: Alice Troughton
Uscita in Italia: 12 Maggio 2025 (Netflix)
Paese di produzione: Gran Bretagna

Liam Somers (Daryl McCormack) è un brillante scrittore alla presentazione del suo romanzo di debutto sulla vita di un patriarca in declino, e presto scopriamo da dove si è ispirato per la sua storia. Facendo un passo indietro nel tempo infatti scopriamo che Liam era stato assunto come tutor per il giovane Bertie, figlio dello stimatissimo romanziere J.M. Sinclair (Richard E. Grant) e di sua moglie Hélène (Julie Deply) una curatrice d'arte.

Liam è un fan accanito delle opere di Sinclair, ed accetta molto volentieri l'incarico, ma una volta arrivato nella sua villa trova un ambiente freddo, e soprattutto scopre che lo scrittore è un uomo rude, autoritario e che spesso non ha scrupoli nello screditare chi reputa inferiore al suo intelletto. 
Sfruttando la sua incredibile memoria fotografica, non sarà difficile per Liam entrare nelle trame della famiglia Sinclair, scoprendo una rete di bugie, di manipolazioni e tradimenti.

Primo lungometraggio della regista Alice Troughton, che aveva diretto anche alcuni episodi di A Discovery of Witches, le tematiche portanti di The Lesson sono sicuramente l'ego, la creatività e la meritocrazia, che dall'ambito della scrittura si possono espandere in qualunque campo, e che sfociano poi nella rivalsa e nell'ambizione. Tutto questo è chiuso in una struttura narrativa classica, sebbene divisa in più parti, e la storia non è così originale, mi ha ricordato un po' Saltburn, seppur con scene meno disgustose.

Nonostante venga definito come un thriller, io credo siamo più nell'ambito di un dramma televisivo che punta molto su un cast riuscito, ma che non crea proprio un solco nel genere. Qui e lì The Lesson infatti ha qualche problema di ritmo e di prevedibilità, ma anche di realismo: pensare che Liam abbia una memoria così di ferro non è del tutto credibile. 
La storia quindi cerca di scorrere con momenti più riusciti e altri meno, ma credo che la vera forza del film siano le interpretazioni, ma non i personaggi. 

The Lesson volutamente punta a protagonisti non positivi, dove ognuno comunque cela qualcosa, o ha delle mire particolari, solo che a volte sia Liam che J.M Sinclair hanno atteggiamenti un po' troppo sopra le righe.
Richard E. Grant ad esempio resta sempre un ottimo attore, anche se qui copre un ruolo molto simile a quello che aveva in Saltburn ad esempio, e che risulta un po' stereotipato. 
Posso dire invece che ormai sto guardando un po' tutte le produzioni con Daryl McCormack, da Bad Sisters a Il piacere è tutto mio, e lo reputo capace e versatile, ma forse non ha ancora trovato il ruolo che lo valorizzi davvero. 

Sicuramente il film è anche molto elegante esteticamente, gli ambienti e la regia e la fotografia sono piacevoli e adatti alla storia.
Tutti questi elementi rendono secondo me The Lesson come un film adatto a chi guarda drammi psicologici come fossero noccioline, e quindi cerca un nuovo titolo a cui mettere la spunta, per tutti gli altri consiglio un approccio senza troppe aspettative.



Il Cuore Lo Sa (2025)


Titolo originale: Corazón delator
Genere: drammatico, sentimentale 
Durata: 89 minuti
Regia: Marcos Carnevale
Uscita in Italia: 30 Maggio 2025 (Netflix)
Paese di produzione: Argentina
Due vite incrociano i loro destini per caso: da un lato c'è Pedro (Facundo Espinosa), un uomo semplice, che vive con sua moglie Valeria e suo figlio in un quartiere povero, che tra l'altro sta per essere sgomberato per fare spazio ad un grosso centro commerciale; dall'altro lato c'è invece Juan Manuel (Benjamin Vicuña da Envidiosa) è un ricco imprenditore che fa proprio parte dell'azienda che vuole rinnovare il quartiere di Pedro. Ma il fato rimescolerà le carte, visto che Pedro perderà la vita a seguito di un incidente in moto, mentre Juan avrà un infarto poco dopo una partita di tennis, e sarà proprio il cuore di Pedro a salvarlo.
L'imprenditore non potrà fare a meno di voler conoscere chi gli ha salvato la vita, e la sua famiglia, ma questo gli farà cambiare completamente prospettiva.


Quando ho scelto di vedere Il Cuore lo sa era molto più che conscio che sarebbe stato un filmetto di poco valore, ma non pensavo che si potesse arrivare a livelli così forti di scialberia. Ad aver mosso quel briciolo di curiosità è stata la presenza di Vicuña, che volevo vedere in un ruolo diverso, e il fatto che questo film sia arrivato ad ottime posizioni nella classifica dei più visti su Netflix, ma non ne capisco il motivo.

Il Cuore lo sa ha infatti uno sviluppo banale, prevedibile e già visto in milioni di film similari, un prodotto che non è nemmeno in grado di riempire i palinsesti estivi di un qualunque canale tv. 
Se la storia è appunto piatta, e non mostra alcuna sorpresa, rivelando sin da subito gli intenti di tutti, non aiuta nemmeno la caratterizzazione dei personaggi, che sono fortemente stereotipati e molto abbozzati. 
Juan ad esempio dovrebbe evolvere da "simil-villain" a uomo caritatevole, ma non ci vengono mostrati affatto i suoi comportamenti sbagliati precedenti.


Ho trovato a dir poco anacronistico affidare il comic relief ad un attore non disabile che interpreta il tipico personaggio macchietta del "pazzo del villaggio". 
Completamente assente anche la chimica fra la coppia Julieta Díaz, che interpreta una piattissima Valeria, e Benjamín Vicuña.
A voler essere più cinici che romantici, sembra che questo film Netflix affermi che alla fine della fiera il denaro e le giuste conoscenze possono risolvere qualunque difficoltaà.

Io lo capisco che oggi giorno il mondo dello streaming deve essere riempito costantemente di contenuti, e che inevitabilmente le idee si sono esaurite, ma arrivare ai livelli de Il Cuore Lo sa, che non riesce nemmeno a proporre vagamente qualche spunto originale, è secondo me svilente per il pubblico e per gli abbonati. Poi se a voi interessano contenuti estremamente facili da fruire, che siano una rete di sicurezza per una serata disimpegnata, allora sarà il film perfetto per voi.


The Ordinary ha lanciato il nuovo SPF 45, l'ho messo alla prova (merita davvero l'hype?)

Era il 2018 quando The Ordinary lanciò la sua prima protezione solare con filtri minerali fisici che attirò subito recensioni contrastanti. Infatti ci si rese conto che l'ossido di zinco usato come schermo dai raggi UV, lascia una patina bianca che non svanisce mai del tutto e che non funziona bene su pelli scure o olivastre. E questo è un grosso problema per un marchio come The Ordinary che è venduto praticamente in tutto il mondo e deve rispondere ad esigenze differenti.

Dopo però due anni dall'aver ritirato dal mercato la precedente formulazione, l'azienda ha lanciato una nuova protezione solare completamente rinnovata sotto tanti punti di vista: l'UV Filters SPF 45 Serum di The Ordinary.

The Ordinary UV Filters SPF 45 Serum


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🔎 TheOrdinary.comSephora, LookFantastic
💸 €19.90
🏋 60ml
🗺 Made in Canada
⏳ 12 Mesi
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Formulare una protezione solare che funzioni, che abbia un alto valore di SPF, con un finish elegante e leggero, con un costo magari accessibile e che risponda alle diverse regolamentazioni degli stati del mondo, non è un lavoro semplice per nessuna azienda, eppure The Ordinary ci ha provato. Ma ci saranno davvero riusciti?

Il nuovo SPF 45 Serum è a base di filtri chimici/organici UVA, UVB e PA++++ e, sebbene possa sembrare una cifra "strana", studi hanno dimostrato che un SPF 45 assorbe solo lo 0.2% di radiazioni in meno rispetto ad un SPF50. The Ordinary ha scelto alcuni filtri, come l'homosalate, considerati stabili ed efficaci, ma che hanno ricevuto delle critiche perché considerati "datati".

Faccio un piccolo passo indietro: è stato dimostrato che filtri fisici/minerali e chimici agiscono praticamente alla stessa maniera, ovvero trasformando i raggi solari in calore e dissipandoli. La scelta fra le due tipologie di attivo anti UV diventa quindi più una preferenza personale, magari dettata dalla soggettiva tollerabilità cutanea, più che una questione di reale effetto sulla pelle. 

recensione solare viso the ordinary

Per questo The Ordinary si è assicurata che la loro protezione solare non avesse patine bianche scegliendo filtri chimici, ma il mondo cosmetico è una coperta corta e dall'altra parte si è dovuta "accontentare" di utilizzare alcuni ingredienti che si adattano alla legislazione americana e la FDA, che è una delle più arretrate (senza offesa) da questo punto di vista. Onestamente non me la sento di avercela con una azienda che deve accontentare uno dei suoi mercati principali, solo perché non può usare i filtri solari che abbiamo in Europa o in Corea.

La formulazione dell'UV Filters SPF 45 Serum The Ordinary ha anche alcune sostanze benefiche per la pelle come glicerina, lipidi che avevamo già visto in altri prodotti del brand e fungono da ceramidi, tocoferolo e Acetyl Carnosine che sono due antiossidanti.
Non c'è invece una vera e propria profumazione, anche se si sente distinto l'odore dei filtri solari inseriti, e non ci sono alcol e oli. 

Sebbene l'azienda non lo specifichi, vi posso anticipare che questa crema solare ha una leggera resistenza all'acqua: serve un detergente viso per poterlo eliminare del tutto, ma comunque non ci farei lunghi bagni al mare.

UV Filters SPF 45 Serum review

Come dice il nome stesso, questo solare The Ordinary dovrebbe avere la consistenza di un siero che, bisogna dirlo, è una definizione accattivante ma un po' generica: sembra che tutto al giorno d'oggi sia un "siero". In questo caso secondo me la texture è più simile ad una crema-gel molto liquida, direi più vicina ad una lozione che ad un siero (inteso come fluido acquoso e trasparente o quasi), ed è una protezione solare che si stende molto bene sulla pelle. L’unica scia bianca si nota durante l’applicazione, ma poi svanisce risultando completamente trasparente.

Fin dalla prima applicazione ho notato che l'UV Filters SPF 45 Serum risulta abbastanza presente sulla pelle appena lo si stende ma, trascorsi alcuni minuti, diventa indubbiamente più leggero e si ha meno la sensazione di aver messo qualcosa sul viso, ma su di me è uno di quei solari che non indosserei per uscire né sotto il make up.


Infatti la sua texture non svanisce mai del tutto né si setta, ma se tocco il viso, pur non risultando appiccicoso, sento il prodotto sulle mani: è come se questo siero solare restasse sempre un po' umido e questo si riversa anche nel feeling e nella performance come base trucco.
Nel corso delle ore infatti, pur non risultando soffocante, sento che ho qualcosa sul viso, non resta impalpabile, o, per meglio dire, non riesco a dimenticarmi di aver applicato un filtro solare. Questo significa che, dopo qualche ora che lo indosso, difficilmente ho voglia di riapplicare l'UV Filters SPF 45 Serum

È poi vero, come avvisa la stessa The Ordinary, il fatto che è un solare facile da stratificare con altri prodotti, quindi con la skincare sotto e il make-up sopra, perché non crea pilling, ma ci sono alcuni accorgimenti e aspetti che non mi sono piaciuti. Infatti, per via dell'emollienza del prodotto, mi viene spontaneo saltare qualche passaggio della skincare, con la conseguenza che non sempre ho sentito la pelle perfettamente idratata nel lungo periodo.

L'altro lato, questa nuova protezione solare viso The Ordinary non è esattamente la base trucco che preferisco, perché tende a farmi scivolare ad esempio il correttore nelle pieghette anche se non lo fa abitualmente e lo fisso con una cipria.

Questo suo muoversi comporta anche un altro piccolo problema: nonostante appena applicato non mi dia alcun fastidio agli occhi, nel corso della giornata ho l'impressione che l'UV Filters Serum tenda a scivolare, dandomi la sensazione di occhi lacrimosi, seppur non mi dia bruciore. 

La stessa The Ordinary poi parla di un finish luminoso, ma su di me è indubbiamente troppo: posso contenere questa lucidità con una cipria, ma nel giro di un paio d'ore tende a riapparire.
Di conseguenza per me è meno spontaneo prendere in automatico questa protezione solare fra quelle che ho in uso, specie se so che il mio aspetto debba essere quantomeno accettabile. Infatti io credo che, potendo contare sulla affidabilità della formulazione, continuerò ad usare la protezione solare in quelle occasioni in cui non devo curarmi troppo di come appare il mio viso.

È indubbio che la mia esperienza è strettamente legata al mio tipo di pelle: con l'arrivo dell'estate sopporto poco prodotti più spessi sul viso, con la mia già scarsa tolleranza del caldo, la zona T tende decisamente a lucidarsi e a produrre più sebo. Quindi se avete una pelle mista o grassa credo che l'UV Filters SPF 45 Serum The Ordinary potrebbe non essere il prodotto che state cercando. Se invece avete una pelle più secca, e in generale volete un prodotto più avvolgente ed emolliente, allora potrebbe accontentarvi.

Credo che The Ordinary sia arrivata ad un buon punto col suo nuovo SPF, ma la formulazione necessita ancora qualche ritocco per rispondere ad esigenze più ampie.


È promosso se... cercate un solare facile e veloce da utilizzare, che sia luminoso e adatto ad una pelle secca, specie per una routine veloce e semplice.

È rimandato se... avete una pelle grassa, o vi piace un finish matt o semi matt e magari avete già trovato la protezione solare perfetta per voi.


Avevate già visto questa novità The Ordinary?





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Sirens, la serie tv Netflix con Julianne Moore: niente di nuovo sotto al sole

Arrivata su Netflix il 22 Maggio, e prodotta addirittura da Margot Robbie, la curiosità verso la nuova serie tv Sirens era decisamente alta già prima che fosse messa in streaming.
Ad acchiapparmi subito è stata sicuramente la presenza di Julianne Moore, tornata alla serialità dopo Mary & George, ma anche di Meghann Fahy che in The Perfect Couple e The White Lotus aveva fatto un ottimo lavoro. 

Simone (Milly Alcock da House of The Dragon e The Gloaming) è l'attentissima e sempre precisa assistente di Michaela Kell (Julianne Moore), o meglio Kiki come si fa chiamare affettuosamente, moglie del facoltosissimo Peter (Kevin Bacon). Michaela vive nel lusso e si dedica ad eventi benefici in favore degli animali sull'isola su cui vivono, ed ha una vita all'apparenza perfetta, tanto che Simone la considera un vero e proprio esempio da seguire. Tutto però cambia quando sull'isola arriva Devon (Meghann Fahy), sorella scapestrata di Simone, che la riporta improvvisamente coi piedi per terra, ricordandole non solo l'impegno che ha col padre malato, ma anche la loro infanzia turbolenta.

Fra le due sorelle saranno scintille, visto che Simone sta costruendo il futuro dorato che ha sempre sognato, mentre Devon non solo si rende conto che fra lei e Kiki c'è un rapporto malato, ma che su quell'isola c'è più di qualche segreto sepolto.

Dai primi episodi mi è sembrato che Sirens avesse una premessa accattivante e che unisse al suo interno diversi umori. Se dovessi infatti descriverne il genere direi che si tratta di un dramma con qualche venatura più leggera, che si riversa in un dark humor saltuario, e con una spolverata di thriller soprannaturale. Non manca ancora una volta la satira sociale, soprattutto rivolta verso la classe più benestante e in vista. 
È però con lo sviluppo della serie che ci si rende conto quanto in realtà possa essere derivativa Sirens

Il personaggio di Kiki ad esempio ricorda un po' quello di Nicole Kidman in Nine Perfect Strangers, ma è forte anche l'eco di The Perfect Couple appunto, sia nella caratterizzazione di Michaela, sia nella struttura generale della serie. C'è anche appunto un po' di The White Lotus, di Big Little Lies, di Revenge, di cose che abbiamo già visto in passato e che già magari al momento della loro uscita non ci sembravano tanto originali. 

Voi mi direte che è normale, che ormai non si inventa più nulla di nuovo, ma credo che il vero problema di Sirens sia stata la scelta di non voler mai scavare a fondo, nel non volersi sporcare, nell'essere fin troppo glamour. Si sono limitati più o meno a prendere quegli elementi noti senza però mai osare dove necessario o dimostrare di avere più polso. È come se tutti i generi che contiene al suo interno venissero solo sfiorati senza mai essere completamente abbracciati, forse per massimizzarne la fruibilità ad un pubblico più vasto e meno settoriale.

Anche il finale di Sirens è un’occasione sprecata: pur coerente con il contesto creato e con i messaggi che la serie vuol trasmettere, si risolve in modo frettoloso, lasciando sospesi alcuni nodi narrativi e i misteri dell’isola. È come se gli autori si fossero improvvisamente resi conto di dover finire la serie, anche a costo di lasciare qualcosa di irrisolto alle spalle.

Anche lo sviluppo delle tre protagoniste principali non va mai troppo oltre quel che ci si aspetta. E se la parte femminile comunque riesce a trasmettere un universo tutto sommato variegato, soffre la controparte maschile che, nell'essere ammaliata da queste sirene, sembra composta da gente che non ha il minimo senso critico.

Ad aver comunque spinto Sirens in vetta alla classifica delle serie tv più viste, oltre alla comune curiosità iniziale, credo abbia contribuito un gruppo di attori capaci nel rendere credibili i loro ruoli: da Julianne Moore che è davvero ipnotica sullo schermo ma sa essere una manipolatrice sottile, a Milly Alcock che si ritrova ad avere il personaggio forse più sfaccettato.

I bellissimi paesaggi del villaggio di Lloyd Harbor in cui è girata, la durata dei soli 5 episodi, qualche colpo di scena riuscito e momenti spiazzanti (vi dico solo che c'entra Cardi B), hanno fatto sì  che Sirens diventasse uno di quei titoli da vedere quasi in un'unica serata.

Guardando però allo sviluppo narrativo, che è poi quello che forse ci interessa di più, Sirens è il classico esempio di serie costruita per piacere a molti ma restare nella memoria di pochi. Guardabile, godibile, ma temo sia destinata ad essere dimenticata in mezzo alla sovrabbondanza seriale dello streaming.


Come Illuminare la Pelle con i Prodotti Naturali di Aroma Zone

Ci sono quei brand che, nonostante il tempo che passa, ti restano impressi nella memoria. Per esempio conosco Aroma Zone ormai da decenni, ed in passato ho avuto modo di provare in più occasioni i loro prodotti, lasciandomi un buon ricordo.

Aroma-Zone nasce nel 1999 come distributore francese di materie prime per la produzione di cosmetici in casa, iniziando con gli oli essenziali e ingredienti semplici. Col passare degli anni però hanno saggiamente espanso il loro catalogo con sempre più prodotti e sono passati da attivi specifici da aggiungere a basi precostituite, a cosmetici già completi nella loro formulazione e pronti all'uso, fino agli integratori alimentari. Da ormai parecchio è anche arrivato lo shop tutto in italiano, facile da utilizzare, con tutte le schede dettagliate dei prodotti. E poi il marchio continua ad avere sempre prezzi super accessibili, grazie alla produzione interna e packaging semplici ma funzionali.

Da qualche settimana nella mia routine sono entrati ben tre diversi prodotti Aroma Zone, che funzionano in sinergia fra loro, ma che possono essere usati anche singolarmente insieme ad altri trattamenti.

Sono tre prodotti molto adatti alla bella stagione e che rappresentano un po' l'evoluzione del marchio: uno ad esempio è personalizzabile con altri attivi, altri sono perfetti già così, ma possono comunque essere usati in modi diversi.

Lo scopo di questa mini routine Aroma Zone è quello di rendere l'incarnato più luminoso, agendo a più livelli e in modo differente per contrastare la formazione di macchie e discromie.
Vediamoli meglio insieme. 


Aroma Zone Polvere Detergente Viso Enzimatica
con Papaya e Vitamina C


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🔎 Sito dell'azienda
💸 €6.95
🏋 30g 
🗺 Francia
⏳ 9 Mesi
🔬 Cosmos Organic/ Ecocert

È un prodotto molto particolare questa polvere a doppia funzione con enzimi naturali, che promette di detergere il viso ma anche esfoliare la pelle. 

Questo suo doppio impiego è possibile grazie agli ingredienti che possiede: è una polvere a base di amido di riso micronizzato, infatti è sottilissima e non risulta granulosa, a cui è stata aggiunta acido ascorbico, la forma più pura di vitamina C per contrastare le macchie, e una serie di enzimi. In particolare fra questi troviamo enzimi della papaya, che creano un effetto esfoliante, la lipasi e la proteasi, entrambi sostanze che sono presenti nel nostro organismo e che sulla pelle agiscono in modo diverso: la prima agisce soprattutto sul sebo cutaneo, mentre la seconda stimola il rinnovamento cutaneo.
Aroma Zone indica che questa polvere detergente enzimatica è adatta a tutti i tipi di pelle così com'è, ma può essere personalizzata aggiungendo altri attivi, ad esempio allantoina, argilla o latte di cocco in polvere in base alle nostre esigenze. Ovviamente sul loro sito trovate un scheda tecnica in cui sono indicate le giuste percentuali.


La Polvere Enzimatica è semplice da usare: è contenuta in questo pack di cartone e basta ruotare la base affinché appaia il foro di apertura, si versa un po' di polvere sul palmo della mano e si emulsiona con qualche goccia di acqua tiepida finché non diventa una schiumetta con cui detergere il viso.

Io sono un pasticcione in genere, ma sono riuscito ad usare senza problemi o sprechi questo detergente viso Aroma Zone, sebbene non sia un fan del pack. Il cartone è sicuramente un materiale leggero, resistente e ecofriendly, ma è pur sempre un prodotto che va utilizzato in un ambiente in cui c'è dell'acqua. Inoltre si può sollevare completamente il coperchio dalla base che contiene la polvere, e può essere un problema se non si presta un minimo di attenzione, o magari, qualcuno che non conosce questi aspetti del prodotto, rischia di rovesciarvelo tutto in giro. 


La Polvere Detergente Enzimatica può essere utilizzata in modi diversi. Da sola appunto, come un detergente viso, o parte della doppia detersione dopo un cleanser oleoso o un'acqua micellare. In più può svolgere quasi il ruolo di una maschera peeling, lasciandola in posa da 1 a 3 minuti per poi risciacquarla. Io l'ho trovato un prodotto ottimo in ogni modo perché, come detergente viso, pulisce bene la pelle, ma non risulta aggressivo, né lascia il viso secco o tirante. Così mi sembra un ottimo cleanser per pelli da normali a miste, ma appunto con le possibili personalizzazioni che Aroma Zone consiglia, può rispondere alle esigenze di pelli secche.

Come esfoliante, la Polvere Detergente Enzimatica funziona altrettanto bene, lasciandomi la pelle liscia, morbida, levigando eventuali zone ruvide o con pellicine, e in generale fresca e luminosa. In questo senso il prodotto secondo me è perfetto per chi ha un po' di timore degli esfolianti chimici perché può giostrarlo come meglio preferisce, lasciandolo in posa in base alla propria sensibilità cutanea. Penso poi anche a chi porta la barbetta e cerca un prodotto che lo aiuti a tenere a bada la follicolite. 
Un prodotto interessante e versatile.


Aroma Zone Siero Concentrato di Vitamina C 10% e Astaxantina



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💸 €7.95
🏋 30ml
🗺 Francia
⏳ 9 Mesi
🔬 Cosmos Organic/ Ecocert

Interessante e completa anche la formulazione del siero Concentrato con Vitamina C. Intanto perché contiene ascorbyl glucoside (al 10%), un derivato stabile della vitamina C che è ben tollerato, illumina la pelle, e aiuta a contrastare i danni dei radicali liberi e quindi l'invecchiamento cutaneo. Perfetta è la combo fra questa forma di vitamina e l'astaxantina, potente antiossidante estratto da una microalga rossa, che tra l'altro dà questo colore aranciato al siero, e il tocoferolo. 

In più Aroma Zone ha aggiunto glicerina e acido ialuronico per idratare, e due oli leggeri, come jojoba e semi di girasole, per rendere il prodotto più nutriente. È interessante anche la presenza di estratto di corteccia di salice nero: il nome fa subito pensare che si tratti di una possibile alternativa all'acido salicilico, contenuto naturalmente in questo estratto, ma è più probabile che abbia effetti antiossidanti.


Il Siero concentrato Vitamina C al 10% può essere usato indistintamente mattino o sera, subito dopo un tonico se lo si usa, ed eventualmente prima di una crema idratante o della protezione solare.

È un prodotto che si distribuisce bene, che appunto non colora la pelle nonostante la leggera tinta data dagli ingredienti, e che tra l'altro è completamente inodore, quindi perfetto se non vi piace la skincare profumata. Io l'ho trovato anche facile da inserire nella mia routine: è vero che appena applicato questo siero Aroma Zone risulta leggermente appiccicoso, ma dopo qualche minuto questa situazione si attenua e soprattutto non crea pilling.

La formula del Siero Vitamina C10% di Aroma Zone mi sembra delicata anche per persone che non sono abituate a questo attivo, e comunque si può sempre usarlo a giorni alterni o solo una volta al giorno. Inoltre è un siero adatto secondo me più a pelli normali, secche o leggermente miste, meno per quelli grasse che magari cercano un siero acquoso oil free.


È ottimo anche da miscelare con una crema viso, sia che vogliate diluirlo e quindi ridurre la concentrazione di vitamina C, sia per velocizzare la skincare.
Sono riuscito ad utilizzarlo senza problemi anche sotto al trucco, e in generale non va a sollevarsi quando ci si applicano sopra altri prodotti.
Per questo è diventato un trattamento che ho potuto utilizzare di giorno e di sera, in parte con scopi differenti.

Di giorno infatti ne ho voluto sfruttare il potere antiossidante, quindi sotto l'SPF (che non viene ovviamente sostituito dal siero) per avere un ulteriore strato protettivo; la sera invece diventa trattamento illuminante, che mi aiuta a tenere a bada eventuali macchie post brufolo o l'ingrigimento di alcune aree del viso, quindi per un incarnato più uniforme. 


Aroma Zone Gocce Illuminanti Acido ialuronico e Vitamina C


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🔎 Sito dell'azienda
💸 €4.95
🏋 10ml
🗺 Francia
⏳ 9 Mesi
🔬 Cosmos Organic/ Ecocert, Vegan

Sono molto particolari queste Gocce Illuminanti Aroma Zone, perché sono a tutti gli effetti un ibrido fra skincare e make up.
Si tratta di una formulazione naturale e certificata Bio e al loro interno troviamo tutti gli attivi del siero Concentrato, quindi il derivato di vitamina C, acido ialuronico, glicerina, estratto di salice e a questi è aggiunta l'aloe in polvere ma soprattutto dei pigmenti luminosi.

I pigmenti scelti da Aroma Zone sono dorati, rosati e aranciati, creando così una bella tonalità cangiante, che si può adattare a diversi incarnati.
Infatti queste gocce sono pensate sia per essere usate pure, quindi in quelle zone del viso che vogliamo enfatizzare e in cui di solito appicchiamo l'highlighter come la parte alta dello zigomo, l'arco di cupido e l'angolo interno degli occhi, oppure miscelandone qualche goccia alla crema viso abituale, per un effetto glow generale. 


Si presentano come un siero decisamente liquido e inodore, ma che ho trovato molto facile da gestire: le Gocce Illuminanti Aroma Zone sono infatti molto modulabili, e possiamo decidere noi se vogliamo un effetto più marcato e visibile o solo una leggera luminosità.
Io le ho provate un po' in tutti i modi e devo ammettere che, sebbene all'inizio avessi qualche reticenza, mi hanno convinto. 

Sono intanto facilissime da applicare, anche se non utilizzate in genere prodotti del genere, e funzionano insieme a diversi prodotti con cui le ho utilizzate, sia miscelate che da sole. Come illuminante puro, queste Gocce AromaZone si possono picchiettare con le dita oppure stendere con un pennello adatto.

Miscelate alla crema viso, danno subito un effetto radioso, sano, luminoso ma non sgradevole o lucido come se fossimo sudati, e creano una buona base per il make-up. 


Molto carino è anche l'effetto sugli zigomi e nell'angolo interno dell'occhio, perché dà un tocco di glow e dimensionalità al viso, enfatizzando questi punti. Come dicevo, sono molto facili da modulare, per cui si può ottenere un risultato molto naturale o più marcato a seconda dei propri gusti. E poi i pigmenti minerali scelti da Aroma Zone sono davvero finissimi, non ci sono glitter  grossolani o eccessivamente visibili. Allo stesso tempo la texture è sottile e non crea spessore, per cui le Gocce Illuminanti si fondono sulla pelle senza creare stacchi.
La tonalità è secondo me adatta a incarnati da mediamente chiari a scuri, ma considerate che è un illuminante comunque dalla nuance calda quindi prestate attenzione al vostro sottotono.

È un prodotto che vedo ideale anche da miscelare a fondotinta e correttori particolarmente opachi, specie in vista dell'estate, per dargli maggiore luminosità e leggerezza. 
Mi ha convinto anche la durata di queste gocce Illuminanti Aroma Zone perché si fissano e le ritrovo anche a fine serata, al momento dello struccaggio. La presenza di attivi skincare è un plus da non sottovalutare specie se il vostro obbiettivo è potenziare ogni step della routine affinché sia protettiva e aiuti a contrastare le discromie cutanee.



Spero che questa passeggiata nel mondo di Aroma Zone sia stata interessante anche per voi, anzi fatemi sapere se conoscevate il brand e se lo avete mai utilizzato.




Fountain of Youth - L'eterna giovinezza, perché non funziona il nuovo film di Guy Ritchie

Guy Ritchie torna a batter cassa e, dopo lo scarso Il ministero della guerra sporca e la riuscita serie tv The Gentlemenha pensato che con Fountain of Youth - L'eterna Giovinezza sarebbe andato sul sicuro.


Genere: avventura, azione, commedia, fantastico
Durata: 125 minuti
Regia: Guy Ritchie
Uscita in Italia: 23 maggio 2025 (Apple TV+)
Paese di produzione: USA

Charlotte (Natalie Portman) e Luke (John Krasinski) Purdue sono due fratelli e figli d'arte che tramandano l'eredità del padre in modo diverso: Charlotte è una tranquilla gallerista alla National Gallery di Londra, mentre Luke è essenzialmente un mercenario scapestrato in fuga dalla legge. Proprio un furto al museo in cui lavora Charlotte farà rincontrare i due, e Luke finirà per coinvolgere la sorella nella sua nuova missione. Un ricco magnate, Owen Carver (Domhnall Gleeson), affetto da un male incurabile, l'ha infatti ingaggiato per trovare la mitologica Fonte della Giovinezza, per bere la portentosa acqua e poter guarire.

Non senza reticenze Charlotte non potrà fare a meno di seguire Luke, convinta si tratti di una missione difficile ma non pericolosa. Ed invece si ritroverà in inseguimenti, sparatorie e scontri di ogni genere, perché tutto ciò che fa il fratello non passa affatto inosservato.

Guy Ritchie, aiutato dallo sceneggiatore James Vanderbilt, ha scelto un cast di volti noti, fra cui Eiza Gonzales e Stanley Tucci, e ha preso un mito come quello della fonte dell'eterna giovinezza, pensando che bastasse mischiare tutto con i suoi inseguimenti vorticosi e spettacolari location, per avere gli ingredienti di un film riuscito, ma si sbagliava.

Oggi è in voga dire che certe sceneggiature sembrano scritte dall'algoritmo, ma nel caso di Fountain of Youth hanno semplicemente preso pezzi da altre sceneggiature - la saga di Indiana Jones per esempio, ma tutto il filone dei film d'azione legati all'archeologia - e li hanno racchiusi in un unico nuovo titolo, senza pensare a spostare anche solo una virgola dal genere.
Così il protagonista è il classico spaccone sempre pronto a tutto, che prima o poi avrà un interesse sentimentale/sessuale, la sua aiutante è perfettina, a tratti pedante ed ovviamente sempre scettica, ma utile appena serve, e c'è un outsider che risolve la situazione più o meno di punto in bianco. 


Fountain of Youth – L'eterna giovinezza segue poi il classico intreccio con un plot twist e, a scene più o meno movimentate, vengono legati noiosi spiegoni che dovrebbero convincerci della logicità degli eventi. Peccato però che non tutto torni, considerando che il famoso malato terminale non mostra mai nemmeno un leggero cedimento (ci crede solo Luke, perché è il più sveglio), o anche la deriva fantasy del finale, che sembra quasi inattesa.

Voi direte che si tratta di puro intrattenimento tipico della action-comedy che può piacere un po' a tutta la famiglia, dai più piccoli ai più grandi, ma anche qui avrei qualcosa da ridire. In primis sulla durata: il film di Guy Ritchie sembra dilatarsi in modo inutile già dopo i primi 45 minuti circa, con ad esempio questa lunga sequenza a rallentatore che ci mostra l'apparente dipartita dei protagonisti. Ma, essendo ben consci che il film deve durare ancora due ore, è un momento che perde del tutto la sua suspense. 


Ho qualche dubbio anche sui messaggi che il Fountain of Youth qui e lì manda, come Luke che accusa la sorella di non vivere veramente, solo perché ha un lavoro normale e non è una fuorilegge. Sempre lui, con molta nonchalance, dirà al nipote che con i soldi del miliardario Carver possono fare più o meno tutto. Ma il premio madre dell'anno va a Charlotte, che ritiene saggio portarsi dietro il figlio che è poco più di un bambino, pur non sapendo cosa le potesse succedere all'interno di una antica piramide egizia. 

Bisogna anche dire che, nonostante i nomi degli attori siano da A-List, non mi è sembrato che ci fosse particolare chimica fra di loro, come se un po' tutti non avessero granché voglia di essere coinvolti nel progetto. Sono belle però le scenografie, visto che si tratta pur sempre di un film legato all'arte.
Fountain of Youth - L'eterna giovinezza alla fine è quel compitino stantio e derivativo che abbiamo già visto migliaia di volte e che nemmeno i grossi budget di Apple TV+ sono riusciti a salvare.

Lo avete visto?



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