30 aprile 2018

Vitamina C nei Cosmetici: cos'è, quali benefici ha e un siero viso da Amazon!

Da un po' di tempo ho spostato la mia attenzione su determinati attivi cosmetici per quanto riguarda la cura della pelle, e il motivo è semplice: il mio intento è quello di "sfamare" la pelle con quante più componenti possibili, specie se vedo particolari benefici.
È per questo che cerco di evitare maschere e trattamenti a risciacquo: perché il mio concetto di skin care è dare alla pelle ciò di cui ha bisogno e cercare di fare in modo che agisca bene e a lungo.

Inoltre non mi accontento più di prodotti che "idratano" o "purificano" in modo generico ma cerco di scegliere quegli attivi cosmetici che hanno degli studi scientifici dietro, e soprattutto che su di me funzionano.
Sono ormai miei amici stabili gli alfaidrossiacidi, che ogni anno nella stagione fredda riprendo ad utilizzare; quest'anno in più ho introdotto i retinoidi, per la prima volta nella mia routine, su cui ho fatto un approfondimento e che ho intenzione di prendere ad usare con costanza; da tempi non sospetti invece utilizzo la Vitamina C.
In principio è stato il siero viso Jalus C di Fitocose, ormai quasi tre anni fa, e di mezzo ci saranno stati altri prodotti che nemmeno ricordo, ma il vero salto di qualità (e di percentuale di Vitamina C)  l'ho fatto con The Ordinary e l'Ascorbyl Glucoside Solution 12%, e ovviamente ho continuato su questa strada.
Vi racconto tutto quello che so sulla Vitamina C, e come mai mi piace così tanto. Ovviamente non sono un chimico, un dermatologo o un dottore, per cui prendete il mio come uno spunto e non un insegnamento. Su internet ci sono tantissimi documenti, anche molto validi su questo ingrediente, per cui potrete fare le vostre considerazioni. 

Cose'è la Vitamina C?


Per Vitamina C si intende l'acido ascorbico (ascorbic acid o L-ascorbic acid  o LAA) che è appunto una vitamina che all'interno del nostro organismo aiuta le proteine a produrre altre molecole importanti come ad esempio il collagene (che nel nostro corpo si trova non solo nella pelle ma anche in tendini, cartilagini, ossa, denti, cornee e tanto altro) ci dà energia e aiuta il sistema immunitario. Il nostro corpo non ne produce moltissima ma la può incamerare dal cibo o dagli integratori che ingeriamo. 
Se si è carenti, l'ultimo problema che ti si porrà davanti sono le rughe, perché prima dovrai affrontare una malattia chiamata scorbuto. 
La funzione più nota della Vitamina C è il suo potere antiossidante, che ci aiuta a contrastare i radicali liberi. Vi basti sapere che tutto il corpo è colpito da radicali liberi, ovvero una molecola che perde un elettrone a causa di reazioni biochimiche o agenti esterni, e che è spinta a rubare questo elettrone ad un'altra molecola. Questo ladrocinio è definito appunto ossidazione e i radicali liberi per questo motivo sono instabili (e anche un po' stronzi).
A parte questa parentesi "Esplorando il corpo umano", visto che non è questa la sede giusta, quello che a noi interessa è che la vitamina C è anche un ingrediente cosmetico valido e comprovato. 

Vitamina C nei cosmetici: cosa fa?

La vitamina C può essere inserita in svariati cosmetici, dai sieri alle creme viso, fino alle maschere e i benefici che apporta nella cosmesi, soprattutto nella cura della pelle, sono molteplici e potrei generalmente definirli anti age, proprio perché agisce su tutti quegli aspetti che ci fanno apparire più vecchi. 


È uno di quegli ingredienti che a mio avviso non può mancare, proprio per difendere la pelle dal danno ossidativo che subisce da agenti come l'inquinamento, i raggi UV, il fumo (che comunque sarebbe meglio evitare) e ovviamente il normale invecchiamento. Quindi un modo per prevenire e cercare di curare rughe più o meno profonde e la perdita di elasticità della pelle. 
Ma oltre al potere antiossidante, la vitamina C in un cosmetico apporta diversi vantaggi: 
  • ha una azione schiarente sulle macchie perché inibisce la sintesi della melanina e della cheratina;
  • partecipa alla sintesi del collagene (non ne produce di più ma sappiamo che col tempo  i fibroblasti producono collagene più lentamente e in cellule più piccole);
  • ha un'azione antinfiammatoria;
  • migliora il tono della pelle e le cicatrici da acne.
Su di me, l'uso di prodotti con vitamina C ha apportato un aspetto più sano, più roseo e luminoso della pelle, e non subisco ad esempio "l'ingrigimento" e l'incarnato spento che molta gente lamenta nella stagione fredda. Inoltre ho notato che anche le macchie post brufolo impiegano meno tempo a sparire. Non avevo macchie brune prima di iniziare ad usarla, però sulla zona del mento e ai lati del labbro inferiore avevo come un leggero alone più scuro, come se la pelle avesse un'ombra, che ho visto via via sparire. 
In generale la pelle appare anche più liscia. Bisogna ovviamente specificare che serve anche in questo caso un uso costante, non è il rimedio che funziona dalla sera alla mattina

Pro e Contro della Vitamina C

Ascorbyl glucoside.... credo.

L'acido ascorbico è la forma pura di vitamina C più efficace ma presenta non pochi problemi formulativi. Diciamo che c'è proprio un ping pong di pro e contro che circondano questo ingrediente.
A contatto con luce, acqua e aria un prodotto con vitamina C, specie Ascorbic acid, può ossidare molto facilmente (in genere un prodotto con vitamina C ossidata assume un colore marrone aranciato), e una volta che viene a contatto con la pelle, non solo non funziona più, ma può fare l'effetto opposto ovvero scatena radicali liberi. La soluzione sarebbe formulare i prodotti senza acqua, ma pare sia difficile. 
Inoltre l'ascorbic acid per funzionare ed avere una maggiore stabilità viene formulato con un ph basso intorno al 3.5, da qui è nata la credenza che non debba essere utilizzato di giorno perché può creare fotosensibilità. In realtà sappiamo che, a meno che non vi mettiate al sole come lucertole per ore, l'esfoliazione di questa molecola di vitamina C è minima e non crea danni, anzi protegge dai raggi solari come vi dicevo più su. Inoltre noi usiamo sempre la crema solare, vero?!
Questo basso PH con cui si lavora l'acido ascorbico, apporta altri problemi nell'uso costante, come ad esempio l'irritazione, quindi un po' come per il retinolo, va introdotto nella skin care routine a basse percentuali, per poi eventualmente crescere. 

Per ovviare ai problemi di stabilità dell'Ascorbic Acid, sono nati tutta una serie di derivati come Ascorbyl Glucoside, Magnesium Ascorbyl Phosphate (MAP), Sodium Ascorbyl Phosphate (SAP) e Ascorbyl Palmitate, definiti come appunto vitamina C stabilizzata. Ma ovviamente c'è anche qui una controparte: non essendo in forma pura, questi componenti derivati devono essere convertiti dalla nostra pelle in acido ascorbico, con una probabilità che siano meno efficaci. Inoltre ci sono meno studi a validare questi componenti. Hanno però gradi di irritazione più bassi quindi possono essere usati anche dalle pelli sensibili. 

Vitamina C: come e quando usarla e interazioni con altri prodotti.

Ci sono un po' di miti da sfatare per quanto riguarda l'uso pratico della vitamina C. Intanto come vi dicevo, non ha i poteri esfolianti degli alfaidrossiacidi per cui può essere utilizzata anche di giorno.
Sappiamo che l'acido ascorbico ha bisogno di un ph acido per funzionare, mentre i derivati agiscono anche a PH più basici, per cui nel dubbio, se magari avete una pelle incline alle macchie o particolarmente sottile, potreste scegliere appunto i derivati. In ogni caso, applicare la protezione solare è fondamentale, altrimenti l'unica cosa che potete applicare sulla pelle si chiama miracolo.


Ci sono comunque due scuole di pensiero a riguardo, indifferentemente dal fattore PH: c'è chi preferisce usarla di giorno, per potenziare l'effetto protettivo della crema solare (come se i raggi UV, prima di arrivare alla nostra pelle, debbano superare due strati protettivi); c'è però chi preferisce usare la vitamina C di sera perché in questo modo pare che la pelle riesca ad incamerarla al meglio e si ha comunque l'azione protettiva per il giorno dopo, senza però che i raggi solari possano farla deperire.

Per scongiurare qualunque problema e toglierci dall'impaccio possiamo scegliere per il giorno prodotti con basse percentuali di vitamina C, giusto per una funzione protettiva e antiossidante, mentre la sera cosmetici più trattanti con percentuali più alte.
Un'altro mito è l'uso della vitamina C con la Niacinamide, meglio nota come Vitamina B3, che pare avessero, secondo studi passati, l'effetto di annullarsi a vicenda, o peggio avere una brutta interazione. In realtà questa è una credenza data da studi fatti in laboratorio in cui le sostanze venivano messe a temperature altissime, anche più alte di una calda giornata estiva.

Ricerche più recenti e condotte a condizioni "normali" hanno dimostrato l'opposto ovvero che i due componenti insieme funzionano anche meglio e apportano benefici maggiori. Paula's Choice ad esempio è a favore di questa scuola di pensiero. 
Un altra interazione di cui si è discusso è quella col retinolo (o vitamina A) e appunto l'acido ascorbico. Il problema in questo caso pare essere proprio il PH diverso fra i due componenti, ma altri studi dicono che appunto il ph acido della vitamina C non disattiva il potere del retinolo. C'è però un problema di irritazione che entrambi gli ingredienti possono creare, quindi è meglio usarli separatamente.
Così come ad esempio alfaidrossiacidi e Vitamina C, per quanto non abbiamo problemi di interazioni fra loro, possono portare secchezza e appunto fenomeni irritativi per cui è meglio usarli alternativamente.

Vitamina C e Peptidi

Di recente il brand The Ordinary ha sostenuto che la forma pura di Vitamina C, LAA (acido ascorbico) ed ELAA (acido ascorbico etilico), interagisca con i peptidi annullandone l'effetto sulla pelle. Sinceramente non so se questa cosa sia vera, e non ci sono molte ricerche che io abbia visto, e non è che tutto ciò che dice The Ordinary sia legge. Posso dirvi come faccio io, ovvero attendo se posso alcuni minuti fra uno step e l'altro. Se poi questa interazione non vi fa proprio dormire la notte, e l'attesa non vi soddisfa, potete semplicemente usare un ingrediente di giorno, ed uno la sera, oppure fare a giorni alterni.
Lo stesso vale per le ceramidi, che non hanno interazioni negative.


Non so se questa spiegazione sia utile e chiara, ma è tutto quello che mi ha spinto a capire, utilizzare e apprezzare vari sieri contente vitamina C. Uno di questi sieri mi è stato regalato, quindi quale occasione migliore per parlarne? Certamente questo preambolo vi fa capire che non posso che aver apprezzato il prodotto, ma vediamolo insieme.

Poppy Austin® Vitamin C Serum
Siero per il viso

Poppy Austin® Vitamin C Serum

Poppy Austin è un brand inglese che produce cosmetici per viso e capelli e che è disponibile anche su Amazon tra l'altro con spedizioni Prime, per cui facilmente reperibile. È un'azienda secondo me interessante, loro si definiscono ecofriendly, cruelty free e vegan e dicono che la loro produzione avviene a mano in piccoli lotti per preservare la qualità e la freschezza del prodotto finito. Inoltre affermano che le loro strutture sono gestite da donne, quindi incentivano il lavoro femminile. Mi ha fatto sorridere il fatto che nella loro storia dicano che i loro flaconi in vetro provengano dalla Sicilia "rurale". 
Se non ho capito male, Poppy Austin in principio produceva solo olio di argan e poi ha ampliato il range di referenze con molti altri prodotti fra cui creme e sieri.

Opinioni Poppy Austin® Vitamin C Serum

Il loro Vitamin C Serum è un siero per il viso al 98% di origine naturale (non bio, attenzione), e all'interno contiene il 18% di Vitamina C (nel derivato di Sodium Ascorbyl Phosphate) più altri ingredienti come la forma botanica di acido ialuronico che mima appunto l'effetto idratante e ammorbidente di questo ingrediente, ma c'è anche olio di jojoba, estratto di centella e di aloe. Ovviamente anche Poppy Austin sottolinea i benefici della vitamina C dicendo 
"Ripara i danni del tempo. Si è dimostrato che il siero della vitamina C stimola la sintesi del collagene, rendendo la pelle più giovane, fresca e vitale. Le sue proprietà antiossidanti possono anche migliorare i danni alla pelle causati dal sole, così come aiutare il tasso di esfoliazione della pelle per una carnagione più luminosa e levigata."
Il prodotto si presenta in modo molto minimal e la cosa mi piace tantissimo: questo siero è contenuto in un flacone con contagocce, e non ha una scatola esterna, ma solo una plastica che lo sigilla; su un piccolo bugiardino c'è l'INCI, la data di scadenza e il modo d'uso.


All'apparenza il Vitamin C Serum Poppy Austin sembra acqua: non ha odore ed è praticamente liquido e trasparente, e leggero sulla pelle. Sin dalla prima applicazione, pur contenendo una percentuale alta di vitamina C, non mi ha dato alcun fastidio né pizzicore, ma dovete ovviamente considerare che, come vi ho detto un milione di righe fa, il prodotto che avevo usato precedentemente conteneva il 12% di vitamina C, quindi una crescita graduale. 
Sul sito si legge che vanno applicate su viso e collo poche gocce di siero e distribuirle picchiettando. Io l'ho usato di giorno, perché la sera ho un altro prodotto alla vitamina C e su di me si assorbe molto in fretta, per circa 10 secondi avverto una leggera sensazione di appiccicoso, ma poi svanisce del tutto e mi lascia la pelle davvero liscia, morbida e tonica


Non mi soffermo sul potere illuminante perché vale quello che dicevo prima nei benefici generali della vitamina C.
Per la mia pelle normale/secca, manca un pelo di idratazione in più che devo correggere applicando dopo una crema, ma posso dirvi che il Vitamin C di Poppy Austin mi è piaciuto parecchio: è stato il passo avanti che cercavo nell'uso di questo attivo, è un prodotto che si adatta bene in qualsiasi routine viso sia giorno che sera, e a ogni tipo di pelle da solo o appunto con altri prodotti. L'azienda suggerisce persino una crema al retinolo della loro gamma da usare dopo, per restare al discorso che facevo più su. Nonostante sia un prodotto abbastanza delicato, è ovviamente un siero viso che vi suggerisco se avete un po' di abitudine alla vitamina C.

INFO BOX
🔎 Amazon (link affiliato), sito dell'azienda
💸 € 22,49
🏋 60 ml
🗺 Made in UK
⏳ 12 Mesi
🔬Cruelty Free, Vegan
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸🌸



Lo so, vi ho sfiancati e forse solo io avrò letto fino a qui, ma spero di avervi dato qualche informazione in più su tutto ciò che riguarda l'acido ascorbico e fatemi sapere se avete qualche prodotto che amate con la Vitamina C.



27 aprile 2018

Quella volta che mia madre mi ha difeso.


Quando inizi a dire "ai miei tempi", vuol dire che stai invecchiando perché inizi a vedere il cambiamento intorno a te.
Ai miei tempi queste cose non le facevamo.
Ai miei tempi ci si comportava bene.
Ai miei tempi a scuola si studiava di più, più seriamente.
Ai miei tempi non avevamo i cellulari così moderni, perennemente connessi ad internet, social e chat. E non li usavamo per tradurre le versioni di latino durante i compiti in classe.
Il bullismo  però c'era anche ai miei tempi, come oggi, anche in un piccolo paese di provincia come il mio.
Ricordo ancora alle medie, ad esempio, come era stato preso di mira un ragazzo balbuziente, vittima di battute anche per il suo aspetto e il suo modo di fare, che gli dava all'apparenza molti anni in più. Eppure anche il bullismo ai miei tempi era diverso, o per lo meno, nel mio ricordo la magra consolazione è che le prese in giro, almeno nella mia scuola, capitavano un po' a tutti, chi più chi meno, e non erano mai l'occasione per imporsi l'uno sull'altro, per terrorizzare quella persona o escluderla, anzi alla fine si era amici come prima, si facevano i compiti assieme o si giocava a calcio (io no, figuratevi se giocavo a calcio). Certo, quel ragazzino che a stento reagiva, era la preda più facile e preferita per fare anche solo una battuta, ma non ricordo sinceramente un'atmosfera violenta o la cattiveria di rivalersi in modo fisico, ma solo il gioco di ragazzini scemi.
Anzi, la maggior parte delle volte lo scherno non veniva fatto nemmeno di fronte al capro espiatorio di turno. Questa è una attenuante? È giusto comunque?
Certo che no, nessuno alla fine ha mai fatto sentire a suo agio quel ragazzino, nessuno magari l'ha aiutato ad esprimersi meglio, a sentirsi fra amici e coetanei. Io stesso mi sento ancora in colpa per aver riso insieme agli altri.
Credo che ora abbia anche un figlio, e sono sicuro faccia il meccanico.
Alle superiori era diverso perché non dovevi più confrontarti solo con i compagni, ma anche con i professori. O per lo meno, eri spinto da quella voglia di sentirti adulto, ad avere a che fare con gli adulti.
Le battute sceme c'erano anche allora e il bullismo continuava ad esserci, ma erano anche in questo caso "piccole" cose, che in genere avvenivano di classe in classe, complice il fatto che il mio era un piccolo liceo, con poche sezioni.
C'erano anche quelli che rispondevano maleducatamente ad un professore o che protestavano e non poco. Erano casi isolati, in rare occasioni e non avevano magari l'arroganza di mettere in piedi certi teatrini che oggi si vedono. Erano più scatti di ira momentanei magari per un brutto voto o un rimprovero, ma c'erano.
Ricordo che anche io quasi ebbi lo stesso scatto d'ira. Venni coinvolto in una interrogazione a cinque minuti dalla campanella di uscita da scuola. Cercai di rispondere il più possibile, ma ovviamente la campanella suonò. La cosa più logica sarebbe stata proseguire l'interrogazione in un altro momento, e invece no. La prof infatti mi disse che forse mi avrebbe messo sei. Ricordo ancora me davanti alla porta della sala dei professori (perché ho dovuto chiederle io quali intenzioni avesse) e nella mia testa, a sentire quelle parole, salì la voglia di prendere la carpetta dell'ora di arte e lanciargliela contro.

L'arma del delitto, ma la mia aveva il manico rosso...sangue.

Ovviamente non l'ho fatto, sono rimasto impietrito e quando tornai a casa, scoppiai a piangere.
Avevo studiato, ma non avevo avuto nemmeno il tempo di parlare.
In pratica il mio incubo più grande: non avere modo di esprimermi. Infatti ho aperto un blog.
Immaginate me che mangio le penne al pomodoro e inizio a piangere nerissimo per l'accaduto.
Ho sempre sfogato la mia rabbia sul cibo.
Guardandolo ora, in prospettiva, avrei detto alla professoressa "mettimi quello che vuoi, anche un tre con la penna dorata e il pennacchio in punta", ma all'epoca, quando quello è il tuo unico compito e senti di aver ragione, c'è poco da fare: ti incazzi.
Eppure, ai miei tempi avevamo il rispetto e il timore per un adulto, più grande di noi, con un ruolo diverso dal nostro.
Se una professoressa alzava la voce, e ti intimava un voto basso, difficilmente qualcuno ribatteva anche solo per dire che fosse ingiusto. Ripeto, alcuni lo facevano, ma era raro.
È vero, non tutte le professoresse incutevano lo stesso timore. Per dire, quella di chimica la soprannominammo Gigia, per poi scoprire che anche il suo gatto si chiamava Gigio. Ma sentivamo il peso di quei numerini incolonnati sul registro. Erano molto più reali di quanto potessero sembrare.
Specie per chi come me non è mai stato un genio.
A scuola sono sempre stato quello "bravo, ma che non si impegna", come dicevano gli insegnanti alle riunioni con i genitori, e avevano ragione. Andavo avanti senza troppo sbatti, e soprattutto quando c'era da avere a che fare con le regole, le formule, e tutto ciò che si doveva imparare a memoria, la mia mente non c'era.
La matematica poi era un dramma e lo è tutt'ora. Ogniqualvolta vedo dei numeri, il cervello si scollega e l'unica cosa che riesce a considerare è la nebbia in cui brancola.
La cosa buffa è che dopo le medie scelsi il liceo scientifico, ma avevo anche ragione: a quantità di ore, la maggior parte della materie non riguardavano la matematica, o la fisica, e comunque in altre scuole avrei avuto lo stesso scalino da superare.
La conseguenza diretta è stata che per tre dei cinque anni di liceo, presi lezioni private di matematica, annaspando per un sei.
Anche se sembrerà una scusa, resti fra noi il fatto che le insegnanti che si sono susseguite alla cattedra di matematica, non erano esattamente la definizione di "a beautiful mind" (questo in verità ha caratterizzato tutta la mia carriera scolastica, ma ne parliamo un'altra volta).
Non era raro che ad esempio, la stessa professoressa si perdesse nei calcoli alla lavagna, non sapendo risolvere una qualche equazione.

"Facciamo che passiamo a storia?"

Eppure, ogni volta che mia madre andava agli incontri con i docenti, proprio la professoressa di matematica continuava a dirle che avevo fatto la scelta sbagliata, che non ero portato per la sua materia, che dovevo cambiare scuola, perché il liceo scientifico era troppo complesso per me.
Mia madre ha sempre ascoltato col capo cosparso di cenere pazientemente quello che dicevano i professori, anche perché avevano ragione il più delle volte, e il suo ritorno a casa dopo gli incontri erano sudori freddi per me. Avevo il terrore di non averla sufficientemente preparata psicologicamente a sopportare quello che le avrebbero detto.
In realtà lei tornava abbastanza tranquilla, ero io che andavo in panico.
All'ennesimo incontro con i docenti però mia madre sbottò, e, stufa della solita tiritera, prese le mie difese e disse alla professoressa di matematica che continuare a ripetere che non ero portato per la materia non avrebbe risolto la cosa, che in altre scuole magari avrei avuto la stessa o maggiore difficoltà, ad esempio col greco, vista già la mia lacunosa espressività in italiano, e che non avrei cambiato scuola.
Da quel momento la professoressa si limitò a spiegare il mio andamento generale, senza più riferimenti ai miei limiti.
Questo confronto fra mia madre e la professoressa l'ho scoperto solo la settimana scorsa, con più di 10 anni di ritardo.
Non so cosa sarebbe cambiato a sapere all'epoca che mia madre aveva tenuto testa ad un docente, che aveva preso le mie parti perché aveva capito che non ero io il problema, ma erano ben altri, so però che sono cresciuto con l'idea che la responsabilità del mio "successo" o del mio fallimento sarebbe stata sempre mia, strettamente legata alla mia capacità di impegnarmi.




23 aprile 2018

|Beauty Cues|
NUXE Paris: i prodotti più chiacchierati (con Sara di Recensioni Cosmetiche)

Nella beauty community, di tanto in tanto, un brand o un prodotto, per ragioni diverse, diventa particolarmente famoso al punto che almeno una volta lo devi provare o sei un po' sfigato. 
In genere il merito di questa viralità si deve magari a qualche grande blogger o Youtuber che parla bene del prodotto, altre volte semplicemente perché è un cosmetico valido e di conseguenza il passa parola lo fa diventare conosciuto. 
Insomma, noi (mi ci metto pure io a questo punto) della beauty community siamo un po' come le pettegole di paese: sappiamo tutto di tutti e ne parliamo a destra e manca.
Mi viene ad esempio in mente il famoso detergente in crema di Human+Kind, ma anche la linea Viviverde Coop ha avuto il suo momento di successo (vedi ad esempio il balsamo labbra, amatissimo), o come ora un po' The Ordinary.
Un brand che per tanto ho visto girare e di cui ho letto e sentito buone opinioni è NUXE Paris, azienda francese che in patria ha persino delle SPA, e che ormai da anni si è affermata anche in Italia grazie ad una lunga lista di referenze per viso, corpo e capelli che un po' strizzano l'occhio al settore bio, un po' lo sono. NUXE infatti ha anche una linea cosmetica, la BIO-BEAUTÉ®, certificata ECOCERT.


Fra i prodotti più chiacchierati del brand ci sono sicuramente il balsamo labbra della linea Rêve de Miel® e il famosissimo Huile prodigieuse® per cui devo ringraziare la mia amica Rory (La Rockeuse) che me li ha regalati.


Ma questa volta non sono solo, ma con me c'è una delle beauty blogger che leggo più costantemente: Sara/La Dama Bianca di Recensioni cosmetiche.
Seguo Sara da un paio di anni ormai ma lei conduce con cura, passione, precisione e con la giusta serietà Recensioni Cosmetiche ormai da otto anni.
Quando è venuto fuori che avremmo entrambi parlato del balsamo labbra di Nuxe, abbiamo pensato che pubblicare la recensione in collaborazione lo stesso giorno, poteva essere interessante. Io non so cosa dirà Sara sul prodotto, né lei sa la mia opinione, ma questo piccolo esperimento è bello anche per questo: anche se dovesse dire tutto l'opposto di ciò che dirò io, sono sicuro che sarà una recensione onesta e ben fatta. Non c'è giusto o sbagliato, perché qui sta il bello di internet e delle recensioni: ognuno può dire ciò che vuole perché ovviamente ognuno ha aspettative, necessità, impressioni, esperienza e sensazioni diverse.
Quindi passate da lei a scoprire la sua recensione e se vi va continuate per scoprire le mie.

Rêve de Miel® Burrocacao ultra nutriente 


NUXE produce due tipologie di balsami labbra, uno in stick e quello contenuto in questo pot di vetro. Il mio che vedete un po' diverso, non ha nulla di straordinario, è la stessa identica formulazione, soltanto nella edizione limitata Rock, per cui il tappo è viola. Molto carino!
A proposito degli ingredienti l'azienda dichiara che il loro burrocacao ultra nutriente è al 78% naturale ed è composta da
"Ingredienti di origine naturale- Miele, oli di Girasole, di Rosa Mosqueta e
di Mandorla dolce; oli vegetali preziosi (Calendula, Rosa, Mosqueta), Burro di Karité, essenza di Pompelmo..."
non fatevi ingannare però, perché non contiene parabeni, ma contiene siliconi. Io sapete che in questo senso non ho paranoie, anche se per le labbra preferisco prodotti quanto più naturali possibili e credo che questo lip balm Nuxe mi abbia ricordato come mai.
Diciamo che con il Baume Lèvres Ultra-Nourrissant non ho avuto un rapporto del tutto positivo. Per iniziare non ho amato la consistenza compatta, che definirei una sorta di cerosa quasi gommosa (è il miglior termine che possa descriverlo secondo me), che va un po' massaggiata sulle labbra per fondersi del tutto. Crea una patina che effettivamente va a proteggere le labbra dagli agenti esterni e che resiste abbastanza a lungo, ma che mi risulta un po' pesante (occhio alle quantità quindi) e appiccicosa. Si sente che lo avete applicato e non è il miglior feeling che abbia mai avuto con un balsamo labbra.


Apprezzo il finish non molto lucido e so che c'è chi ricerca balsami labbra di questo tipo, così come apprezzo la profumazione delicata, dolce e agrumata, con un vago sottotono di miele che non risulta minimamente invadente.
Quello che non ho apprezzato è stata la resa di questo burrocacao Rêve de Miel®. Finché ho avuto labbra tutto sommato non particolarmente bisognose, ma che semplicemente necessitavano di mantenere l'idratazione, ha funzionato bene evitando l'inaridimento. 
L'ho utilizzato molto la sera, prima di andare a letto, proprio perché in barattolino quindi più comodo da sfruttare in casa.



Ma quando le mie labbra si sono seccate particolarmente come in questo ultimo periodo, purtroppo il prodotto non si è dimostrato in grado di rispondere alle mie esigenze. Mi son ritrovato a tenerlo sulla scrivania e a doverlo applicare più e più volte affinché sentissi le labbra un po' più idratate.
Parliamo di un balsamo labbra che Nuxe definisce come ultra nutriente e dice che

"nutre, ripara, lenisce e protegge le labbra più secche e rovinate"
quindi mi aspetto una determinata performance che su di me non c'è stata. Anzi ad essere onesto, quando lo applico in questo periodo di labbra screpolate e a volte anche con piccoli tagli, sembra quasi faccia il risultato opposto. Quindi sì, il burrocacao Rêve de Miel di NUXE su di me purtroppo non ha sortito l'effetto sperato, e non lo riacquisterei complice anche il fatto che non amo doverci mettere dentro le mani per prelevarlo. Mi sento di consigliarlo a labbra non particolarmente esigenti, ma per gli altri, sarebbe un po' una scommessa su cui lanciarvi a vostro rischio.

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🔎 Parafarmacia, farmacia, Amazon
💸 € 7/12 circa
🏋 15 gr
🗺 Francia
⏳  6 Mesi
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Huile Prodigieuse® Olio secco multifunzione

Huile Prodigieuse® Olio secco multifunzione

Vi avviso che da qui in poi la mia recensione prenderà toni esaltati e forse esageratamente aulici, ma questo è giustificato dal fatto che oltre che Prodigioso, ho scoperto un olio meraviglioso.
Intanto guardate la confezione: semplice ma fine ed elegante, che può star bene esposta su una vanity table o una console magari vicino a dei profumi e altri prodotti.
Ma è anche funzionale: il mio timore era quello di spaccare il flacone essendo di vetro e contenendo olio, quindi rischiando di essere potenzialmente scivoloso in mano. In realtà si impugna molto bene, non scivola via e soprattutto l'erogatore spray funziona molto bene, non è duro né si incastra diminuendo le probabilità che appunto possa cascare di mano (lo so, mi starete prendendo per rincoglionito ma sono quelle piccole cose che fanno la differenza).



Oltre alla confezione, l'Huile prodigieuse® Nuxe è meraviglioso anche per la fragranza paradisiaca che lo caratterizza. Si tratta di un profumo intenso, avvolgente con note talcate e delicatamente floreali. Inebriante e confortante credo siano gli aggettivi più azzeccati. Un profumo, decisamente più femminile che maschile, ma chi se ne importa, lo amo, che resta sulla pelle senza mai invadere troppo le narici, ma accompagnandoci per diverse ore.
Così come amo la texture di questo olio, che è una delle più secche al tatto che abbia mai provato, che la mia pelle assorbe molto facilmente e velocemente, e mai mi ha dato la sgradevole sensazione di unto.
Non posso non sottolineare anche la composizione di questo olio. La stessa Nuxe ci dice che si tratta di una formulazione al 98.1% di origine naturale, fra cui

"7 oli vegetali preziosi: l'Olio di Tsubaki (la Camelia Japponica che trovate in INCi ndr.) altamente nutriente e anti-età, di Mandorla Dolce emolliente, di Camelia idratante, di Borragine lisciante, di Nocciola lenitivo, di Macadamia nutriente e di Argan riparatore."
e non contiene né siliconi né parabeni.
L'Huile Prodigieuse promette di esser adatto ad essere utilizzato sia sul viso che sul corpo che sui capelli, e su tutte queste zone, visti gli oli che contiene, capite da voi che si tratta di un prodotto idratante anche se l'azienda fa un passo avanti e afferma

"Con un unico gesto la pelle è nutrita, liscia, uniformata e sublimata; i capelli soffici e brillanti."
Sul viso non l'ho mai provato perché per me la profumazioni è un po' troppo intensa per applicarla così a contatto col naso. Non credo possa darmi fastidio, ma in genere preferisco che i prodotti viso abbiano fragranze delicate o assenti.
Sui capelli ne ho fatto un uso saltuario: un paio di volte come impacco pre-shampoo e qualche altra volta come leave in pre asciugatura. In entrambi i casi non mi ha svoltato l'esistenza. Certamente rende i capelli più morbidi e luminosi, un po' come tutti gli oli, ma nulla di così eclatante da farmi destinare l'olio a questo utilizzo, anzi mi sembrava un po' di sprecarlo.



L'uso che ho preferito in modo assoluto è stato sulla pelle del corpo subito dopo la doccia. Qui ho trovato che l'olio secco Nuxe riesce a dare il meglio, idratandomi la pelle, lasciandola setosa, compatta e luminosa alla vista (ma non unta, lo ripeto). Essendo un olio molto liquido si applica ovviamente alla perfezione, ma se posso darvi un suggerimento, non spruzzatelo da troppo lontano.
Probabilmente non lo avrei definito "nutriente" perché anche su di me, che non ho una pelle secchissima, mi è parso non mi bastasse al 100% ad arrivare fino alla doccia e quindi alla applicazione successiva, ma comunque amo troppo tutti gli altri aspetti per chiudere un occhio e considerarlo comunque un prodotto ottimo.
L'Huile Prodigieuse Nuxe secondo me può essere un ottimo regalo, si presenta bene, è funzionale, gradevolissimo e sinceramente lo ricomprerei anche subito. So che c'è una versione "riche" adatta a pelli molto secche, che probabilmente proverò più avanti, e penso che la taglia da 50ml possa essere ottima per provarlo almeno una volta.

INFO BOX
🔎 Parafarmacia, Farmacia, Amazon
💸  € 19/25 circa
🏋 100 ml
🗺 Francia
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Non mi resta che ringraziare ancora una volta Sara di Recensioni Cosmetiche per aver voluto collaborare con me, e fatemi sapere se avevate sentito parlare dei prodotti NUXE Paris.
A presto!




20 aprile 2018

Recensioni film: La verità su Lady Bird e Tonya

La perdurata scarsità di nuove uscite cinematografiche mi sta dando tempo e spazio per recuperare alcuni film che da tempo volevo da tempo sempre sulla scia, ancora, delle varie premiazioni dei mesi scorsi. In realtà di pellicole da recuperare ce ne sarebbero diverse, ma si fa quel che si può, anche perché ormai per voi non sono più novità, anzi magari le avete già viste, digerite e dimenticate, quindi preferisco prendermela comoda, gustarmele con calma, e soprattutto quando ho tempo.
I film che ho visto nell'ultimo periodo non si somigliano per nulla, se non per il fatto che entrambi hanno protagoniste femminili, ma sono due figure molto distinte. Certamente entrambe sono "originali" potrei dire nel loro modo di porsi, ma hanno la loro peculiare storia di vittorie e sconfitte. E questo è assolutamente positivo, perché almeno ogni tanto il cinema offre personaggi e spunti un po' diversi dal solito.

La prima di queste donne è Lady Bird (2017) anche se forse, nel suo caso dovrei dire ragazza.



Christine "Lady Bird" McPherson è infatti una giovane liceale che nel giro di pochi mesi dovrà affrontare un passaggio importante della sua vita ovvero iscriversi al college. Intanto però vive nella cittadina di Sacramento con la sua famiglia, frequentando una scuola cattolica. Ma Lady Bird, spigliata, sveglia e con tanta faccia tosta, sogna in grande e, nonostante i diversi problemi economici della famiglia, vuole tentare di entrare nei college fuori dalla California, anche per scappare da quel luogo che poco secondo lei ha da offrirle.



Lady Bird ha avuto una lista quasi infinita di candidature a tutte le manifestazioni e premiazioni che si sono tenute nel corso dei mesi, e sulla stessa locandina italiana appaiono con un font più grande persino del titolo, ma secondo me è tutto esagerato e ho trovato che anche le opinioni che ho letto in giro fossero poco centrate. 
Si tratta di una pellicola carina ma che non meritava così tanto clamore
In generale non ho trovato la storia così realistica nonostante sia una autobiografia della regista, Greta Gerwig. Mi è parso strano ad esempio che diversi avvenimenti anche importanti della vita di un giovane ragazzo accadano a Lady Bird giusto in un periodo di per sé intenso e particolare e condensati in tutto sommato pochi mesi di vita. Come se le esperienze umanamente più segnanti nella vita di Christine si fossero incastrate alla fine del liceo, e quasi nulla sia successo prima. 


Molti hanno detto che si tratta di un film adolescenziale, ma la verità è che siamo quasi un passo dopo l'adolescenza, e questo è assolutamente positivo per me perché tocca un aspetto diverso da quanto vediamo in genere. Nel senso che se l'adolescenza è comunque qualcosa che arriva inevitabilmente anche biologicamente, per cui fa parte della vita di un essere umano e non puoi farci nulla, il passaggio dall'adolescenza alla vita da giovane adulto è qualcosa che va affrontato, per cui devi sbatterci la testa volontariamente, è un periodo della tua vita che devi mettere tu in moto e non spetta soltanto alle tue ghiandole e ai tuoi ormoni. Ma secondo me è lo stesso film che, piuttosto che battere su questo discorso, sposta l'attenzione sul lato teen-ager di Lady Bird, e quindi torniamo al punto di partenza.


Altra definizione su cui non sono d'accordo è quella di "film generazionale". È vero, Lady Bird si scontra spesso con i suoi genitori, in particolar modo con la madre, e c'è ovviamente uno scarto generazionale fra loro, ci sono dei modi di pensare diversi, ma non come molti hanno sottolineato. Intanto perché Christine litiga e si scontra praticamente con tutti, dal fratello alla migliore amica, quindi ha poco a che vedere con l'età. Ma c'è un altro aspetto importante che si coglie sin da subito: in realtà Lady Bird e la sua famiglia hanno molto in comune. Con la madre condivide ad esempio una stessa sensibilità, e non è esattamente l'unica che voglia spiccare il volo nella famiglia, non è l'unica a volersi migliorare, anzi, come la stessa madre sottolinea, i loro sogni erano diversi dalla vita che stanno conducendo, ma varie sfortune hanno compresso questi sogni.


Devo poi sottolineare un aspetto che ormai ha parecchio stancato, ovvero la stereotipia dei personaggi: Lady Bird sarà sicuramente una tipa come dicevo forte, col suo carattere abbastanza ben delineato, ma tutto attorno si susseguono personaggi banali e stravisti. Aggiungete che l'immedesimazione scende per via del fatto che siamo culturalmente distanti dalle vicende di Christine: per noi infatti l'iscrizione all'università ad esempio è un po' diversa, non mandiamo in giro chissà quante candidature e molte volte ci basta un'oretta di treno per arrivare alla nostra città di studio. In America invece il passaggio al college è quasi un rito. 
Cosa resta quindi di Lady Bird? Secondo me è un film caruccio, fatto bene, con una regia tutto sommato pulita e che scorre abbastanza fluidamente. Può essere un film un po' più di valore da trasmettere su Canale 5, ma è ben lontano dai film da Oscar che ho già visto e Saoirse Ronan per me in questo film ha fatto dei passi indietro rispetto a Brooklyn

Genere: commedia, drammatico
Durata: 94 minuti
Regia: Greta Gerwig
Uscita in Italia: 1 Marzo 2018
Paese di produzione: Stati Uniti 

Voto 6.5 


Se per Lady Bird le mie aspettative erano state accresciute da appunto questa sequela di nomination a premi più o meno importanti, con una enfasi diversa mi sono invece approcciato a Tonya (2017).


Ero sinceramente curioso di conoscere la storia di Tonya Harding, di un personaggio non positivo, ambiguo, vittima ma carnefice di se stessa, seguendo un po' l'onda di American Crime Story e delle biografie drammatiche, ma anche di scoprire come era stata trasmessa questa storia. Non sapevo granché di questa pattinatrice sul ghiaccio e del suo modo di "atterrare" in senso letterale le sue rivali.
Il film inizia ad investigare fin dall'infanzia di Tonya, quando la madre, Lavona Harding, ne riconobbe subito il talento sul ghiaccio, spingendola ad affrontare la pista. E con "spingendola" intendo lanciandola violentemente e con forza. 
La madre infatti ha dei modi che urlano "chiamate un assistente sociale" ogni qual volta ha a che fare con la figlia, anche se pare che non tutto ciò che accade nel film sia realmente successo. La donna tuttavia riuscirà comunque a far emergere il talento di Tonya, a pagarle le lezioni di pattinaggio, e farla andare avanti in questa carriera sportiva.
Ma la vita di Tonya non sarà infettata solo dalla presenza della madre gretta, rude e violenta, ma anche dall'uomo che finirà per sposare, Jeff Gillooly, e che la condurrà, anche seguendo un po' lo stile manesco e volgare della madre, fino alle Olimpiadi di pattinaggio, ma soprattutto verso lo scandalo e all'aggressione di Nancy Kerrigan.


Anche nel caso di Tonya però le mie aspettative non sono state del tutto ripagate. Ho avuto l'impressione che la storia fosse meno avvincente di quanto mi aspettassi. Tra l'altro per me le due ore di film sono state un po' pesanti, in alcuni punti, soprattutto sulla prima parte. La regia, scattante, attenta, rapida aiuta un po' a far svolgere meglio la visione, ma devo dire che in certi punti mi sembrava di restare impelagato.
Uno degli aspetti che ho letto spesso in varie recensioni è l'ironia che Tonya provoca, in tutte le sue declinazioni, dalla risata scompisciante, all'humour nero, fino al sarcasmo. Sinceramente ho riso una volta, perché come tutte le cose assurde, grottesche ma che accadono realmente, non mi fanno ridere. I personaggi, reali o da copione, di Tonya sono le classiche persone un po' strambe, che magari non hanno l'istruzione o la mentalità o i mezzi per agire diversamente, che al giorno d'oggi vediamo nei video Youtube e finiscono in qualche programma trash. All'epoca invece si sono ritrovati alla ribalta per uno dei casi che mosse decisamente l'opinione pubblica e il gossip e probabilmente con la non consapevolezza di tutta la situazione ben più grande di loro. Per me i toni sono decisamente più amari, più drammatici ma allo stesso tempo pacchiani e in tutto questo non trovo ironia.



E sempre le recensioni in giro per il web hanno sottolineato il ruolo di Margot Robbie (che comunque anche in Suicide Squad non interpretava un ruolo positivo) che è obiettivamente bravissima e resa perfetta dal trucco nella sua interpretazione di Tonya, che si muove appunto fra il grottesco e il drammatico; ma credo che anche il resto del cast sia degno di una nota di merito sia per le interpretazioni azzeccate, sia perché sono parte attiva in ogni modo possibile. Se Tonya è quel che è lo deve purtroppo a tutte le persone che hanno costellato il suo percorso vita. Non è un caso in questo senso che Allison Janney (che interpreta la madre, Lavona Harding) abbia vinto l'Oscar come attrice non protagonista. 
In generale tutta la ricostruzione dei primi anni '90 è fatta molto bene, ma per fare un passo indietro, nonostante mi abbia fatto conoscere una storia realmente accaduta che non conoscevo e appunto sia tecnicamente molto valido, Tonya non mi ha trasmesso molto e non mi ha lasciato nulla. 
Nulla esce dallo schermo, e bisogna aspettare la fine per una intensità emotiva maggiore; ma una volta che i fatti si sono svolti, che la vicenda viene più o meno chiarita (ancora oggi per certi aspetti non si sa la verità, ma semplicemente è la parola di uno contro la parola di un altro) il film perde il suo mordente. No, non mi è rimasto nemmeno troppo dispiacere nei confronti di Tonya Harding, che, sebbene sia in parte anche una vittima dell'ambiente, non ha fatto nulla di concreto per emanciparsi, non tenta il riscatto, (ma, attenzione, so bene che non era questo l'intento del film) ma ha semplicemente seguito la corrente portando un po' ad una fine che, per certi versi, un po' tutti fin dall'inizio, ci saremmo aspettati.


Titolo originale: I, Tonya
Genere: biografico, drammatico
Durata: 121 minuti
Regia: Craig Gillespie
Uscita in Italia: 29 Marzo 2018
Paese di produzione: Stati Uniti 

Voto 7 



18 aprile 2018

|Beauty Cues #MaskWednesday|
Questa maschera NATURA SIBERICA non l'ho capita 🤔




Un altro obiettivo a cui miro, oltre alla luminosità dell'incarnato (qui trovate un esempio di cosa sto delirando), è la compattezza e tonicità della pelle
Va benissimo non avere segni di espressione e una pelle ben idratata, ma da un po' di tempo a questa parte voglio e ricerco prodotti con una azione rassodante, che possano aiutare a prevenire la perdita di elasticità cutanea. Insomma ho 28 anni e non voglio arrivare ai 30 con la pappagòrgia floscia e le rughe della marionetta che mi fanno l'applauso sotto al mento. 
Un aiuto in questo senso giunge effettivamente anche dai vari dispositivi per il viso che ho provato, e che, oltre ad aiutare la detersione, offrono anche un massaggio stimolante. Qui li trovate tutti.
Ma io non mi accontento, e cercavo una maschera viso che potesse darmi specificatamente quell'effetto rassodante che agogno. Così un po' per caso sono capitato nella Extra-Firming Facial Mask di Natura Siberica.



Ho avuto l'occasione di presentarvi questa azienda dell'est Europa con i promossi e bocciati di Febbraio ed è un brand per me nuovo, che ho deciso di conoscere meglio nel corso di questo 2018. Natura Siberica produce un buon range di maschere viso, per diverse esigenze e penso tutte in crema.
La Extra-Firming Facial Mask ha appunto una consistenza cremosa e ricca e un delicato profumo che definirei più o meno agrumato dolce, molto gradevole.
Come molti dei prodotti Natura Siberica questa maschera è composta dal 99% di ingredienti di origine naturale e nell'INCI fanno la comparsa componenti come il caolino, l'olio di enotera, lenitivo e rigenerante, l'olio di rosa canina, anti age, e persino l'ormai arcinota "snow cladonia" (Cetraria Nivalis Extract), una pianta sempreverde anche con temperature bassissime - giustamente siamo in Siberia - che dovrebbe avere un'azione rassodante. 
Tutto bello eh, ma io questa maschera non l'ho capita, ma andiamo per gradi. 
Natura Siberica dice che va applicata, evitando il contorno occhi e labbra, sul viso pulito, e tenuta in posa per 15 minuti per poi ovviamente rimuoverla con acqua calda. Vi pare che abbia seguito queste indicazioni?
Certo che no.



Intanto non ci sono specifiche, nemmeno generiche, sulle quantità da applicare, quindi sono andato a sensazione. Ne ho sempre steso uno strato abbondante e omogeneo, senza esagerare o sprecarla, cercando di massaggiarla un po', non solo di applicarla e lasciarla "in superficie". È una maschera che si stende molto bene, nonostante appunto questa consistenza sostanziosa. Inoltre non ho evitato né la zona del contorno occhi né il contorno labbra, e non ho avuto alcun problema, ma ora vi spiego anche questa. Un altro punto, secondo me importante, è che questa maschera dovrebbe essere portata anche oltre il viso, coprendo almeno la zona mandibolare, e se possibile anche il collo, proprio perché è anche questa una zona che vogliamo tonificare, giusto?
Come sempre, sforo il tempo di posa abbondantemente, in questo caso un po' perché me ne dimentico perché sulla pelle non si avverte moltissimo, non risulta né particolarmente fresca né si va a seccare come fosse una maschera all'argilla, nonostante abbia appunto il caolino, e anche di questo vi spiego più avanti; un po' perché voglio trarne più benefici possibili, come faccio con tutte le maschere.



Le promesse che la Extra-Firming Facial Mask di Natura Siberica assicura sono parecchie e mi hanno fatto molta gola, proprio per quanto vi dicevo qualche riga più sopra. Sul retro si legge 

"La Extra-Firming Facial Mask è stata creata appositamente per prendersi cura efficacemente della pelle matura."
e qui già nasce un filo di perplessità. Io non ho una pelle matura e questo può essere da un lato un pro nel giudizio della maschera, perché su una pelle giovane magari può agire più facilmente non dovendo fare chissà quale miracolistico effetto; ma può essere un contro, perché non riesci a cogliere una differenza sostanziale. Ma andiamo avanti. 
Sempre dalla descrizione scrivono

"Contiene Snow Cladonia che resta verde anche durante i rigidi inverni siberiani, che ringiovanisce la pelle liftando i lineamenti e ridefinendo i contorni del viso. La Siberian Golden Root è conosciuta per le sue fantastiche proprietà adattogene. Questa protegge e rinforza la pelle, levigando le linee per una pelle bella che appare più soda, luminosa e dall'aspetto più giovane."
Dopo questa infinita premessa vi starete chiedendo quali sono le perplessità nei confronti di questa maschera viso.
Il primo dubbio riguardava la presenza di caolino, che temevo potesse inaridire la pelle, ma non è stato così per fortuna, e quindi un aspetto positivo. La maschera non si secca ma si asciuga sulla pelle, venendo in parte assorbita. La diretta conseguenza è che sono riuscito ad applicarla anche su zone più sensibili come contorno occhi e labbra.
Anche sull'applicazione sono rimasto perplesso: sei una maschera che deve liftare i contorni del viso, ma non mi suggerite di applicarla anche sul collo? Ma tutto apposto?
Una perplessità maggiore è che ogni volta che ho applicato e ovviamente rimosso questa maschera, mi sono ritrovato con una pelle sì, idratata ma non appiccicosa, luminosa ma non unta, distesa ma senza la fastidiosa sensazione di pelle che tira, e anche questi sarebbero tutti aspetti positivi se non fosse che questo tanto ambito effetto di rassodamento io non l'ho visto.
Immaginate me che sto lì per minuti davanti allo specchio a cercare di capire il tono della pelle, pizzicandola, schiacciandola, sollevandola. Non posso continuare a rendermi così ridicolo.



Ho cercato ovviamente di essere preciso e di fare la maschera due volte a settimana come indica l'azienda ma non c'è stato verso. L'unica cosa che non ho provato è a tenerla come una sleeping mask tutta la notte. Natura Siberica ha una variante di questa maschera che può essere usata la notte. In realtà i due prodotti hanno INCI identici per cui immagino che le variazioni siano inesistenti o minime. 
Ora, se una maschera si chiama Extra-Firming Facial Mask mi aspetto un efficacia rassodante e rimpolpante decisamente più strong di quella che ottengo con questo prodotto Natura Siberica. Anche sull'ovale del viso non ho visto grandi risultati in termini di definizione. 
Forse ero io ad avere aspettative troppo alte in questo, o forse su una pelle matura avrebbe dato come vi accennavo sopra, un risultato più considerevole (purtroppo non ho trovato nessuna cavia disposta ad immolarsi per il bene della scienza), in ogni caso non posso darvi un riscontro più preciso a riguardo. 
Posso però dirvi che se avete una pelle normale, mista o secca, e cercate appunto una maschera idratante e illuminante, che però non unga, che si rimuova facilmente e che magari sia un po' un dupe in tubo della maschera per pelli sensibili di Alkemilla, e non ve ne importa una fava dell'effetto rassodante, la Extra-Firming Facial Mask Natura Siberica potrebbe essere il prodotto che cercate.

INFO BOX | Natura Siberica Extra Firming Facial Mask
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Voi l'avete provata? Avete riscontrato l'effetto rassodante promesso?



16 aprile 2018

|Beauty Cues|
La mia skin care serale con Paula's Choice (e Skinshop.it)

Dopo mesi e mesi e mesi di test riesco a parlarvi dei prodotti che sto usando per la mia skin care routine viso serale per cui devo ringraziare il sito Skinshop.it.


Per chi si fosse perso qualche episodio precedente Skinshop.it mi ha dato l'opportunità di provare alcuni prodotti di Paula's Choice, marchio di skin care americana. Qui vi avevo parlato non solo di questo e-commerce che rivende in Italia marchi come The Ordinary, The Chemistry Brand, Beauty Blender e molti altri (anzi, ne stanno aggiungendo via via di nuovi), ma vi avevo raccontato anche la storia e un po' la filosofia dietro a Paula's Choice.




Ho dedicato un #MaskWednesday alla Rehydrating Moisture Mask che è stata in particolare la prima sleeping mask che abbia mai provato. 
Ma oltre a lei, ho ricevuto altre due referenze che ho potuto apprezzare sin da subito. Si tratta di due prodotti dalla linea RESIST anti-age, una gamma di cosmetici che si distingue da quelle già presenti nel catalogo Paula's Choice in quanto, sebbene ci siano varianti per pelle mista e grassa o per pelle normale e secca, presenta una concentrazione maggiore di ingredienti anti età.



Ciò però non significa che la linea Resist si rivolga soltanto alle pelli mature, ma a chiunque voglia prevenire e contrastare i segni del tempo come perdita di tono, colorito spento, macchie cutanee e linee sottili.
Insomma, qualcuno come me.


Resist Advanced Smoothing Treatment 10% AHA



Fra i due prodotti Paula's Choice che hanno fatto parte del mio regime serale di cura della pelle, il Resist Advanced Smoothing Treatment 10% è stato quello che più ho amato, no matter what.
Nella filosofia del marchio più volte ho visto che viene sottolineata l'importanza della eliminazione delle cellule morte ma non tramite scrub fisici, che possono creare delle irritazioni anche più sotterranee, ma tramite gli esfolianti chimici.
Quello che ho apprezzato del Resist Advanced Smoothing Treatment 10% AHA è soprattutto la sua polifunzionalità, visto che si tratta di un siero lattiginoso che all'interno contiene un mix di alfa e beta idrossiacidi fra cui acido glicolico, lattico, malico e tartarico, e salicinico allo 0.5%, quindi un range che già così garantisce una azione a più livelli, fra esfoliazione e potere anti infiammatorio e contro le impurità. Ma accanto a questi acidi esfolianti, nella formulazione sono stati inseriti peptidi e ceramidi, che sono un po' dei mattoncini che vanno a proteggere e mantenere la nostra pelle giovane e
"tonificano e rigenerano la pelle attenuandone i segni dell'invecchiamento e forti antiossidanti che proteggono la pelle dallo stress ambientale. "
come si legge su Skinshop.it.
Ma a  parte questi appunti da professore di chimica, il Resist Advanced Smoothing Treatment Paula's Choice mi è piaciuto perché ha questa consistenza sottile, leggera che la mia pelle assorbe in fretta, e che non mi dà alcuna sensazione di appiccicoso, né mi ritrovo residui sparsi per il viso.



Questo fa sì che il prodotto può essere inserito in qualsiasi routine viso e questo per me ormai è un aspetto molto importante visto che amo utilizzare più prodotti e stratificarli.
Altro aspetto pratico che valorizza il Resist Advanced Smoothing Treatment è che puoi usarlo a piacere: tutti i giorni, preferibilmente di sera, oppure settimanalmente in base alle esigenze e alla sensibilità della pelle.
Io l'ho utilizzato per quasi due mesi tutti i giorni, poi ho iniziato ad alternarlo ad altro, e anche con l'uso costante non ho avvertito irritazioni o bruciori.
Solo alla prima applicazione ho avuto l'impressione di sentire un leggero pizzicore in un paio di punti del viso, ma è stato talmente delicato che potrebbe anche essere una mia suggestione. Tra l'altro applicandolo sul collo non ho avvertito nulla.



Inoltre vale anche per questo prodotto il discorso alla base dei cosmetici Paula's Choice che mira a creare il minor numero di irritazioni possibili, non aggiungendo profumo.
Ormai da diverso tempo sono totalmente dedito agli esfolianti chimici perché sono quelli che mi danno la migliore efficacia in termini di resa, specie nel tempo, e nel Resist Advanced Smoothing Treatment ho trovato tutto quello che cerco in un esfoliante. Da un lato infatti ho apprezzato che questo prodotto mi lasci ovviamente la pelle liscissima, esfoliata, che tenga a bada quelle zone del viso dove tendo ad avere pellicine, e che vada a lavorare nei punti in cui ho della texture irregolare. Vi ricordo infatti che ho parti del viso, per fortuna poche, dove ho ancora cicatrici dall'acne adolescenziale; ed anche su queste zone ho visto che la pelle si è via via livellata ed è diventata più omogenea.



Il 10% di alfaidrossiacidi credo sia una buona percentuale per chi si vuole approcciare agli esfolianti chimici e che può essere gestita abbastanza facilmente, come dicevo, anche in base alla propria sensibilità cutanea. Non è la percentuale più alta in commercio, ma secondo me è in grado di garantire risultati con l'uso costante senza però irritare. Come vi dicevo anche sul collo non ho avuto situazioni irritative. So che Paula's Choice fa anche una variante al 5% per pelli ancora più delicate.
Ma oltre all'esfoliazione, questo prodotto mi dà un primo step di idratazione e mi lascia la pelle compatta, luminosa e distesa. Quindi accanto ad una efficacia che si vede nel tempo e con l'utilizzo costante, ho notato anche un risultato cosmetico nel breve periodo.
Secondo me Paula's Choice ha creato proprio un prodotto eccellente, completo, efficace, oserei dire anche unico in questo genere di cosmetici, piacevole da usare e da inserire in qualunque skin care routine e che mi sento di poter consigliare un po' a tutte le pelli, dalle miste e grasse, a cui può bastare il grado di idratazione che conferisce, fino alle pelli secche per cui rappresenterà uno step che dovrà eventualmente essere completato con altri idratanti.
Aggiungo, e non è una nota così a margine, che mi è piaciuto molto il packaging di questo prodotto: oltre al contagocce che dosa bene il siero, di lato la confezione ha una parte trasparente per vedere quanto prodotto rimane.
Mi raccomando ovviamente tutte le precauzioni che si hanno con gli alfaidrossiacidi tra cui la protezione solare.


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🔎 Skinshop.it
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Dopo il Resist Advanced Smoothing Treatment, per sigillare l'idratazione e per dare un ulteriore step di nutrimento, la sera applico la Resist Barrier Repair Moisturizer with Retinol.
Questo idratante è una lozione senza alcun profumo dalla consistenza leggera e fluida, che all'interno contiene componenti idratanti e anti age come il burro di karitè, squalane, antiossidanti ma anche le ceramidi e  i peptidi che vi dicevo poco fa, e in più è aggiunto uno zic di retinolo, esattamente lo 0.01%.
Se volete sapere cosa sia il retinolo, conoscerne le proprietà e i benefici, e capire come mai io abbia deciso che è un ingrediente che voglio mantenere all'interno della mia routine viso, potete cliccare qui.
Ho apprezzato sin da subito le premesse dietro a questo prodotto: anche in questo caso si tratta comunque di un cosmetico con una azione a più livelli, la confezione airless è molto pratica ed evita gli sprechi, la texture è perfetta perché fresca, leggera e la mia pelle l'ha accettata senza far storie  sin da subito assorbendola bene e non risultando affatto grassa.



Ed ero curioso perché su Skinshop le promesse della Resist Barrier Repair Moisturizer sono molto interessanti:
  • la ricetta aiuta la pelle a combattere le rughe
  • riduce i radicali liberi e gli effetti nocivi causati dall'ambiente
  • è perfetto per la zona del contorno occhi - non è necessario utilizzare una crema diversa per gli occhi
Tuttavia dopo diversi mesi di utilizzo, anche in questo caso ogni sera, sinceramente non ho notato miglioramenti o cambiamenti importanti con questo prodotto. È vero: appena applicato la pelle appare in salute, idratata, morbida, setosa al tatto e luminosa alla vista. Ma devo dirvi che non ho notato un beneficio particolare ad esempio in termini di tono della pelle o per quanto riguarda ad esempio la mia ormai celeberrima ruga sulla fronte.
Non l'ho utilizzato sul contorno occhi, al massimo mi sono avvicinato un po' più verso la zona zampe di gallina e non ho avvertito mai alcun bruciore (ma questo vale per tutto il viso, si tratta di un prodotto delicato). Inoltre, di tanto in tanto, mi  parso che il potere idratante non fosse sufficiente per le mie aree più secche del viso, nonostante non abbia una pelle così secca.



Credo di poter affermare che, per i miglioramenti che ho ottenuto, devo ringraziare il Resist Advanced Smoothing Treatment 10% (si è capito che lo amo?!) più che questa Barrier Repair Moisturizer.
Ci tengo a mantenere le mie recensioni quanto più oneste possibili, anche e soprattutto nelle mie collaborazioni, e quindi con la stessa sincerità vi dico che non ricomprerei la Resist Barrier Repair Moisturizer with Retinol: è un prodotto che non mi ha creato problemi o con difetti macroscopici, ma sono arrivato quasi a terminarlo e non mi ha dato un risultato così tangibile da potervi dire che è la crema viso che ha contribuito al miglioramento alla mia pelle. Direi piuttosto che si tratta di un mantenimento di quello che ho ottenuto con altri prodotti.
Lo consiglio comunque se cercate un prodotto idratante che vi consenta di introdurre, senza problemi  sia irritativi che di interazione con altri prodotti, il retinolo nella vostra routine, se avete una pelle normale ma anche mista, e appunto volete più che altro conservare lo stato di salute della cute.
Sono sicuro che la signora Paula Begoun non ci resterà male per questa mia recensione poco entusiasta.

INFO BOX | Resist Barrier Repair Moisturizer with Retinol
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💸 €39
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Come sempre vi ricordo che Paula's Choice crea i campioni di praticamente tutti i prodotti sia di questa che di altre linee e sono acquistabili da Skinshop.it per cui potete provare le varie referenze, farvi un'idea e poi eventualmente optare per la full size.
Io ringrazio davvero Skinshop.it per avermi consentito di provare dei prodotti così interessanti e un brand rinomato come Paula's Choice su cui da tempo avevo nutrito curiosità e che vorrò ulteriormente approfondire. Spero di avervi fatto conoscere alcune novità e per il resto ci leggiamo presto per tante altre review.




13 aprile 2018

|Sotto la copertina|
Due libri su bambini inquietanti, bugiardi e silenziosi

Ci ho pensato, ripensato, rimuginato, ho tergiversato, ed ho continuato a pensarci ma poi mi son detto, vado.
E così nasce oggi Sotto la copertina, lo spazio in cui vi parlerò senza troppe pretese dei libri che porto a letto con me.
Il nome della rubrica è un gioco di parole scemo per riassumere essenzialmente una cosa: sono un lettore che si lascia affascinare dalla copertina dei libri e che si dedica alla lettura, principalmente la sera, quando mi ficco sotto le coperte.
Non sono di quelli che legge cinquanta libri l'anno, o di quelli che fanno a gara a chi ce l'ha più lunga... la lista dei libri da leggere, ma sono anzi un lettore lento, tranquillo, che il più delle volte si muove a naso, ascolta i consigli altrui, e che può impiegare anche molto tempo a terminare un libro.
Leggere per me non è una gara, né con me stesso né con gli altri. Anzi non mi importa affatto come, cosa e quanto leggano gli altri.
La lettura per me è evasione, ispirazione e insegnamento e sono qui per raccontarvi la mia opinione, come per tutto il resto.
Pensavo di parlarvi di due libri che ho terminato già da un po' e che hanno entrambi non solo lo stesso autore, S.K. Tremayne (all'anagrafe Tom Knox), ma anche hanno come protagonisti dei bambini inquietanti.
Lo so cosa starete pensando: il 90% dei bambini sono inquietanti, ma quelli dei thriller psicologici lo sono anche di più.
Il bambino bugiardo, come vi dicevo tempo fa me lo ha suggerito Monica di L'Emporio21, ed  è stato il libro azzeccato che cercavo dopo una pausa dalla lettura. Avevo bisogno di una storia coinvolgente, di restare incollato alle pagine, di una lettura fluida, non troppo complicata ma sicuramente emozionante. E Il bambino bugiardo è stato tutto questo.



Titolo Originale: The Fire Child
Autore: S. K. Tremayne
Editore: Garzanti
Pagine: 317
Data di pubblicazione: 20 aprile 2017
Prezzo: rilegato € 14.37 / ebook € 9,99


S.K. Tremayne ci porta in Cornovaglia, proprio in inverno, quando il clima di quelle zone diventa instabile, irascibile e, a volte, anche pericoloso, e questo ambiente così aspro fa da scena ad una storia  già dall'inizio complicata. Rachel è la seconda moglie di David, che è padre di Jamie, un ragazzino che, poco dopo le loro nozze è diventato stranamente taciturno. Non è facile per Rachel interpretare il bambino e farsi accettare completamente, ma è anche lei una donna con le sue ferite, con una storia alle spalle che l'ha influenzata profondamente. 
Ma non è solo la presenza di Rachel a creare disagio a Jamie, ma pare ci sia un'altra presenza che non vuole lasciare in pace la tranquillità famigliare. Come si suol dire, sembra che i fantasmi del passato non vogliano proprio restare chiusi in soffitta.
E servirà un avvenimento di forte impatto fisico ed emotivo a chiudere definitivamente un capitolo.
Il bambino bugiardo mi è piaciuto proprio per questo: è una storia cupa, misteriosa, a tratti ansiogena, che si anima di colpo e che mi ha spinto a voler sfogliare le pagine molto velocemente per cercare di capire cosa stesse accadendo. Non sempre sono riuscito a capire tutto, sono onesto. Ci sono stati punti un po' troppo oscuri, spiegati forse in modo appositamente obliquo per rendere la storia quasi mistica per certi aspetti. Se posso farvi uno spoiler, vi dico che il titolo risulta fuorviante, visto che di bambini bugiardi non ce ne sono affatto. Il tutto si svolge su un piano emotivo molto forte e ben strutturato dallo scrittore, ma senza risultare pesante o esageratamente mentale. 
La scrittura di S.K. Tremayne è scorrevole, è efficace, non si perde in giri di parole e penso sia adatta a tutti.

Proprio la buona impressione de Il bambino bugiardo mi ha spinto a voler approfondire la conoscenza con l'autore, tuttavia il mio entusiasmo si è ridimensionato quando ho letto La gemella silenziosa.
La gemella silenziosa è un romanzo antecedente rispetto a Il bambino bugiardo e non voglio dire che S.K. Tremayne fosse un rincoglionito all'epoca e che sia migliorato di colpo col tempo. Anzi do la colpa a me che ho letto prima il libro successore del predecessore.

 

Titolo Originale: The Ice Twins
Autore: S. K. Tremayne
Editore: Garzanti
Pagine: 320
Data di pubblicazione: 10 settembre 2015
Prezzo: rilegato € 14.37 / ebook € 3,99


Il fatto è che entrambi i romanzi sembrano avere la stessa struttura narrativa, nonostante abbiano tematiche diverse, e personaggi che raccontano storie diverse. 
Capisco che probabilmente lo scrittore abbia voluto creare un filone concettuale, ma così è un po' troppo secondo me.
Un punto in comune che si nota sin da subito anche solo molto superficialmente è l'ambientazione e il clima ostile, nel caso de La gemella silenziosa si tratta di un'isola mal collegata con la terra ferma. E questa somiglianza comporta un po' uno spoiler di un romanzo rispetto all'altro. È come se S.K. Tremayne avesse bisogno dei suoi punti fermi, di determinati archetipi per far partire la storia che vuole raccontare, ma questo comporta praticamente un autogol. Appunto l'ambiente, l'idea di una nuova vita, quindi la speranza che però poi si trasforma in dramma; o ancora, la difficoltà dei rapporti familiari e affettivi sono tutti aspetti che ricorrono a mo' di quasi cartacarbone in entrambi i romanzi.
Ma oltre alla struttura generale, per me la vicenda di Sarah Moorcroft, del marito Angus e delle loro gemelle Lydia e Kirstie mi è sembrata meno solida, con dei buchi narrativi e forzature per far quadrare le cose e che nemmeno il finale riesce a chiarire. Questa prima opera mi è parsa una storia un po' meno psicologica e più fattuale, ma ho trovato un po' troppo esposti i giochi e gli intrecci che lo scrittore mette in atto per confondere il lettore. 
La gemella silenziosa è comunque un libro per me scorrevole sia per narrazione che per stile, che ho terminato anche in questo caso in poco tempo e che come Il bambino bugiardo riesce a coinvolgere, ma in prospettiva con quest'ultimo romanzo, per me risulta uno scalino indietro sotto diversi punti
Detto fra noi, sono contento di averlo preso in e-book.

Spero che questo primo episodio di Sotto la copertina non sia troppa pesante. Se vi va fatemi sapere che ve ne sembra di questo "nuovo" spazio" e anche un po' delle vostre letture.
A presto!




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