Scopriamo le candele profumate di Goose Creek Candle

Seppur con una costanza minore rispetto a qualche tempo fa, la mia ricerca di candele profumate gradevoli è sempre in corso e continuo a trovare brand interessanti come Goose Creek Candle. Si tratta di una azienda americana a conduzione familiare nata nel 1998, che produce candele profumate e profumatori per ambiente di diverse tipologie. 



Goose Creek infatti ha una ampia selezione di fragranze (motivo per cui mi ha incuriosito) declinate nei formati che più conosciamo, dalle candele in giara con uno o tre stoppini di cotone in cera di soia, fino alle wax melt, le tipiche tart da sciogliere nel bruciatore, passando per gli spray e una piccola linea di prodotti per la cura della persona. Quando acquistai le candele Goose Creek sul sito Candles Direct ho subito pensato di provare i formati che uso abitualmente e scegliere profumazioni differenti fra loro, che spaziassero dal fresco floreale, fino a qualcosa di più intenso e deciso. 


Goose Creek Candle Black Leather 
Wax Melt


"Una miscela di pelle da sogno che evoca caldi ricordi e un'atmosfera elegante"

Note di Testa: pelle, bergamotto
Note di Cuore: pelle scamosciata, cardamomo, muschio
Note di Fondo: ambra, muschio, cedro, legno di sandalo

Credo di non aver mai provato una fragranza come Black Leather e io di candele ne ho provate tantissime, ma questa Goose Creek è decisamente particolare. Non mi piace dare una sessualità alle profumazioni, ma questa è decisamente maschia, intensa, e avvolgente. Le note che spiccano a primo impatto sono proprio quelle della pelle, che però viene rinfrescata da un sottofondo agrumato e muschiato. Sento meno le note legnose, ma ho notato che Black Leather mantiene lo stesso aroma sia da spenta che una volta accesa. È una fragranza che deve piacere perché un singolo triangolo di cera ha una intensità e una diffusione decisamente alta, anzi permane anche una volta spenta, quindi dovreste apprezzarla come ho fatto io. 
Il suo accordo aromatico secondo me la rende adatta a tutto l'anno perché non risulta troppo calda o pesante, ma credo si adatti più ad ambienti "professionali", ad uno studio o una zona giorno elegante e moderna. Diciamo che ci sono fragranze più accoglienti e rilassanti, mentre Black Leather vuole essere decisa e sensuale. 



Goose Creek Candle Southern Gardens
Wax melt


La grandezza di un giardino fiorito che appartiene alla famiglia da generazioni. Ogni fiore custodisce la chiave di un ricordo speciale di famiglia.
Note di Testa: Loto bianco, rosa in fiore, stelo verde
Note di Cuore: Foglia di violetta, miscela floreale
Note di Fondo: Legni bagnati, muschio di quercia

Ha tutto un altro stile questa Southern Gardens che è invece decisamente più femminile, primaverile e giocosa. Un accordo di note floreali molto diverse fra di loro ma che creano una buona armonia tanto che al mio naso non spicca un fiore preciso, ma ci sento soprattutto un aroma arioso di fiori piccoli, rose e fogliame in genere. Devo dire che non è la profumazione che preferisco in assoluto, ma l'ho trovata comunque gradevole. 
Anche Southern Gardens Goose Creek ha una intensità decisamente alta e una persistenza buona, seppur leggermente inferiore a Black Leather. Inoltre si diffonde velocemente e generosamente anche nelle stanze vicine a quelle in cui la lascio accesa. È anch'essa adatta a tutte le stagioni: perfetta se d'inverno vogliamo essere avvolti da un'atmosfera più primaverile e soleggiata, o durante la stagione calda se vogliamo rinfrescare gli ambienti. Credo però che anche Southern Garden si adatti più alla zona giorno, perché non mi sembra la fragranza rilassante adatta ad una camera da letto ad esempio.



Goose Creek Candle Soothing Coconut 
Votivo

L'aroma dolce e lattiginoso di un vero cocco dell'isola. Aprilo e bevi un sorso rilassante.
Note di Testa: Dolce al latte di cocco
Note di cuore: Pioggia dell'isola
Note di Fondo: Vaniglia Tenue, Agrumi Leggeri

Ho scelto Soothing Coconut in formato votivo perché con le fragranze dolci e fruttate preferisco andarci cauto, ed in effetti si tratta di una fragranza abbastanza dolce, ma che non ho trovato stucchevole, perché si percepisce la nota acquatica. Tuttavia questo votivo Goose Creek è davvero flebile in termini di potere aromatico: anche lasciandolo acceso diverse ore, non riesce a saturare l'aria di una intera stanza, ma resta un vago sentore principalmente percepibile nel perimetro in cui è acceso il bruciatore. Una intensità abbastanza inferiore rispetto secondo me a quanto fa presagire annusare la cera da spenta. Assente è invece la sua permanenza nell'aria. Come si dice dalle mie parti però piango con un occhio, perché Soothing Coconut di Goose Creek è gradevole e coccolosa, ma non me ne sono innamorato, per cui non la riacquisterei in altri formati. 
Aggiungo inoltre che la cera si è sciolta molto bene e mi è sembrato che lo stoppino non emanasse strani odori o fumo, quindi in questo senso è un altro punto a favore del brand.


Goose Creek Candle Watermelon Patch
Votivo

Fai una passeggiata attraverso un campo di angurie. L'aroma del melone dolce e dell'erba verde ti  circonda.
Note di Testa: Anguria a fette, Gocce Di Pioggia
Note di cuore: Fragola Chiara, Kiwi Fresco
Note di fondo: Morbida erba verde, foglie rugiadose
Se il votivo di Soothing Coconut mi aveva comunque aiutato a capire la profumazione, non è stato lo stesso con Watermelon Patch che purtroppo, a mio naso, risulta troppo delicata e percepibile per essere definita in maniera specifica. Sebbene da spenta avverta vagamente le note acquose dell'anguria, da accesa, quel poco che percepisco non mi rimanda a qualcosa che ricordi questo frutto, ma più una sorta di aroma vanigliato dolce e al tempo stesso fresco. Ma, ripeto, servono diverse ore di combustione affinché si percepisca una fragranza un po' più palese, altrimenti sembra solo che nell'aria ci sia un sentore diverso ma non una candela accesa che sta diffondendo una profumazione.
Mi spiace un po', perché amo l'anguria, ma non proverei altri formati di questa candela Goose Creek.
Non mi soffermo su diffusione e persistenza perché sarebbe tempo perso.


Conoscevate Goose Creek Candle? Ho visto che qui in Italia sono rivendute da alcuni siti. Spero che comunque questo piccolo assaggio vi abbia fatto scoprire un nuovo brand interessante.






Super scoperte dell'ultimo periodo! 😍🎉

In questo periodo sono un po' indietro con le recensioni, ma nella vita di tutti i giorni sto usando parecchi prodotti che mi stanno piacendo davvero tanto. Le chiamo piccole scoperte perché sono cosmetici di cui non ho sentito parlare molto in giro ma che secondo me meritano di essere scoperti, e sono di diverse categorie. 


Kaloderma Skin Lab Crema Corpo alle Ceramidi ripartarici


Mi ha subito incuriosito questa nuova linea di Kaloderma chiamata Skin Lab che si compone di tre prodotti, da cui ho scelto la crema corpo con ceramidi. L'aspetto che mi ha più attirato è stato l'INCI di questo trattamento corpo: al suo interno troviamo appunto ceramidi che però non sono abbandonate alla fine della lista degli ingredienti come capita di solito per i prodotti da grande distribuzione. Inoltre questa crema corpo Kaloderma contiene anche olio di mandole, burro di karitè, allantoina, pantenolo e xilitolo perché è rivolta a pelli secche e screpolate e vuole rinforzare la barriera cutanea, e secondo me ci riesce.


La sua consistenza è cremosa e facile da stendere, non fa particolare scia bianca ed ha una profumazione dolce, delicata e persistente che mi è piaciuta tantissimo perché sa di pulito, ma ho apprezzato soprattutto la resa di questa crema Kaloderma Skin Lab. Mi rende infatti la pelle morbidissima, elastica, idratata e nutrita a lungo, con un tocco setoso molto piacevole.
È indubbiamente rivolta a pelli secche e appunto bisognose, durante la stagione fredda, infatti richiede qualche minuto prima che si assorba del tutto, ma poi ci si può rivestire senza lasciare la pelle unta. Io infatti l'ho usata anche come crema mani e ho notato che ha davvero attenuato alcune screpolature.
Direi quindi complimenti a Kaloderma per questa linea alle Ceramidi, spero che si lancino anche a creare dei prodotti per il viso altrettanto gradevoli e funzionali. 

INFO BOX 
🔎 Grande distribuzione, Douglas.it
💸 €5.90
🏋 450ml
🗺 Made in Italia

⏳  12 Mesi
🔬 //



Haruharu WONDER Black Rice Hyaluronic Toner
Tonico Viso idratante 


Un'altra scoperta del periodo è questo tonico viso del brand coreano Haruharu WONDER che non contiene alcol e profumi, ma ingredienti idratanti e lenitivi come appunto l'estratto di riso nero, l'acido ialuronico e i beta-glucani. Si aggiungono poi l'estratto di Scutellaria Baicalensis, che sembra avere proprietà astringenti e anti infiammatorie, e il fermento di Aspergillus, estratto da una particolare muffa e che sembra avere proprietà schiarenti. Fortunatamente ho visto che la formulazione è stata aggiornata e se prima conteneva olio essenziale di lavanda, adesso è completamente priva di odori.


Il Black Rice Hyaluronic Toner ha una consistenza acquosa, ma la definirei comunque leggermente vischiosa, una via di mezzo fra un classico tonico e la Essence Toner di Pyunkang Yul per restare nel mondo della cosmesi coreana. 
Il tonico viso Haruharu Wonder ha su di me un'ottima azione idratante, che credo si adatti più a pelli secche, e nel giro di pochi secondi si assorbe del tutto, lasciandomi la pelle liscia e non appiccicosa.


Prepara benissimo il viso alla skincare, qualunque prodotto ci abbia messo sopra non ha cambiato la sua performance ma anzi l'ha migliorata. È stato però l'effetto ammorbidente, addolcente e lenitivo che mi ha sorpreso in questo tonico, che lo rende secondo me perfetto per pelli irritate (vista anche l'assenza di alcol e fragranze) e dopo la rasatura. 
Non ho molto altro da aggiungere se non che probabilmente continuerò ad esplorare la linea proposta da Haruharu WONDER, soprattutto questa al riso. 

INFO BOX 
🔎  Stylevana (coupon INF105PIEREFECT), YesStyle (coupon PIER10YESTYL)
💸 €13.40
🏋 150ml
🗺 Made in Corea
⏳  6 Mesi
🔬 Vegan 



Equilibra Collutorio Freschezza Intensa Zenzero


Dopo la buona esperienza con la gamma oral care al Cocco, e più in generale con i collutori di Equilibra, ero curioso di provare con Zenzero. Gli ingredienti scelti sono quelli che si trovano anche negli altri collutori del brand, quindi aloe vera, malva, estratto di pompelmo, olio di tea tree come antisettico naturale, il lichene islandico e la centella asiatica per lenire. A questi si aggiunge ovviamente l'estratto di zenzero che crea un mix interessante: questo collutorio Equilibra infatti ha un sapore fresco in cui si sente appunto quel sapore piccante dello zenzero che gli dà un bel twist diverso dai soliti aromi mentolati.


Sulla sua efficacia poi confermo quanto ho detto in passato su appunto i fratellini di questo Collutorio Freschezza Intensa quindi come step dell'igiene orale che completa la routine, non impasta la bocca, ma la lascia appunto rinfrescata e pulita. Nonostante non lo consideri fra i più delicati, credo che sia comunque sufficientemente lenitivo e personalmente non ho avuto alcun fastidio o problema nell'uso quotidiano e continuato nel tempo. Non è insomma una scopertona perché conoscevo il brand, ma anche questa variante allo zenzero si candida ad un riacquisto senza pensarci due volte, come del resto faccio già con i collutori di Equilibra. 
Qui vi parlo del dentifricio allo Zenzero.

INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Amazon
💸 €3.29
🏋 500ml
🗺 Made in Italia
⏳  12 Mesi
🔬 //


EO Laboratorie Natural Serum Stimulate Hair Growth 
Siero stimolante per la crescita dei capelli


Ero indeciso se parlarvi di questo prodotto in parte perché EO Lab (o ECO Laboratorie, ancora non ho capito come si chiami) è un brand russo che immagino sia diventato più complicato da reperire e molti non vogliono nemmeno sentir parlare di prodotti provenienti da quella zona.
Ho iniziato ad usare lo Stimulate Hair Growth Serum lo scorso Novembre, e mi è sembrato sin da subito un ottimo prodotto. È stato il suo INCI ad attirarmi in prima battuta: oltre a non contenere alcol che in genere mi secca il cuoio capelluto, questo siero rinforzante è composto dal 95% di ingredienti naturali, fra qui un brevetto chiamato PROCAPIL, che racchiude diversi attivi e svolge la doppia funzione di attirare il flusso di sangue al bulbo pilifero e contrastare il DHT (diidrotestosterone), un ormone che in quantità eccessive causa la perdita di capelli perché ne accelera il ciclo vitale. 


L'Hair Growth Serum EO Laboratorie è una lozione molto liquida con un profumo vagamente dolce, che va frizionata con un massaggio sul cuoio capelluto pulito ogni giorno prima di andare a dormire, e non serve ovviamente lavare i capelli dopo l'uso. L'applicatore spray funziona bene, anche se avrei preferito un getto più diretto, potente e meno arioso (è più adatto ad un tonico viso per intenderci). L'ho usato con costanza in questi mesi e devo dire cha funzionato. 
Metto le mani avanti dicendovi che non ho una perdita di capelli costante, eccessiva e dovuta a questioni ormonali complesse: la mia filosofia infatti più che tentare di bloccare la comune perdita stagionale di capelli, è di rafforzare e stimolare tutto l'anno la loro crescita, specie all'attaccatura frontale.



In questa prospettiva lo Stimulate Hair Growth EO Laboratorie ha funzionato molto bene su di me, rendendo l'attaccatura più folta, piena e compatta, stimolando la crescita di nuovi capelli (purtroppo anche bianchi). Non ho visto il miracolo sulle zone che ritengo più complicate su di me, ovvero sopra le tempie, ma anche queste aree mi sono sembrate più definite e appunto con qualche capello in più. 
Mi è piaciuta anche la quantità che l'azienda ha scelto per questo prodotto visto che loro stessi affermano che servono 2/3 mesi per vedere dei risultati. 
Tra l'altro questo siero stimolante non mi va a sporcare i capelli, quindi sono sempre riuscito ad usarlo con costanza.
Per me insomma il prodotto è una scoperta perché funziona, ma per il resto, visto il contesto in cui ci troviamo, lascio qui la recensione e ognuno faccia come meglio ritiene. 

INFO BOX
🔎 Online 
💸 €5
🏋 200ml
🗺 Made in Russia
⏳  12 Mesi
🔬 //



Conoscevate questi prodotti? Quali scoperte beauty avete fatto di recente?




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Serie tv promosse... ma senza lode!

I miei recuperi telefilmici proseguono senza grossi indugi, tempo a disposizione permettendo, ed ho portato a termine tre serie tv recenti che mi sono piaciute, ma che non credo siano il top che si possa trovare in questo settore. Poi magari sono solo io ad averne un'opinione tiepida, quindi se concordate o meno potete farmelo sapere nei commenti, ma intanto vi dico la mia, cercando di spiegare perché le mie recensioni saranno positive ma senza slanci.


With Love
Prima stagione



Disponibile dall'11 Febbraio di quest'anno su Prime Video, With Love gira intorno le vicende sentimentali e personali dei fratelli Lily e Jorge Diaz e della loro famiglia, fra dei genitori comprensivi e affettuosi, due abuelos super sprint e ovviamente i loro amori. I 5 episodi di cui è composta si avvolgono intorno le feste più importanti sul calendario, che spaziano dal Natale al Giorno dei Morti, in quei momenti insomma che possono avvicinarci alle persone che amiamo ma anche creare tensioni.



With Love segue un argomento classico delle dramedy ovvero i rapporti familiari, e da Brothers & Sisters fino a This is Us ne abbiamo già viste di ogni forma e colore, ma in questo caso i toni si fanno più leggeri, spensierati senza mai scadere nel dramma pieno e cupo. Ha uno scorrimento della narrazione sia verticale che orizzontale e proprio per questo do la mia promozione a questa serie tv Prime Video, visto che riesce a tenere compagnia senza impegnare troppo la testa ma ci sono anche altre scelte interessanti. With Love non fa certamente morire dalle risate, o per lo meno io l'ho trovata simpatica ma non esilarante, dall'altro lato però è abbastanza calibrata, non mi è sembrata stucchevole o mielosa.



È interessante inoltre come vengono trattate certe tematiche che non vengono eccessivamente stereotipate né diventano la scusa per fare una morale: le origini messicane della famiglia Diaz ad esempio, per quanto centrali, non diventano un punto fisso della narrazione. Allo stesso tempo With Love cerca di essere al passo con i tempi, puntando sull'inclusività di personaggi LGBTQ e mischiando nazionalità diverse, ma senza far diventare ogni episodio come una specie di compendio su come sembrare mentalmente aperti (And Just Like That forse dovrebbe imparare da loro).

L'inghippo di With Love secondo me sta nel fatto che, dopo un buon inizio, si perde un po' il ritmo nel corso degli altri episodi che non hanno una qualità omogenea in questo senso. D'altronde ogni puntata conclude lo scenario di una festività, quindi è come se si aprisse un nuovo scenario ogni volta. 
Oltre ad una generale mancanza di originalità, alcune situazioni ed intrecci avevano bisogno di un maggiore approfondimento per creare maggiore impatto nello spettatore, cioè me medesimo. 
Insomma With Love è carina, ma non imperdibile. 
La seconda stagione è arrivata su Prime Video il 2 Giugno 2023, qui la recensione.



Pam & Tommy 
Miniserie

Pam & Tommy è una miniserie trasmessa su Star Original di Disney + dal 2 Febbraio al 3 Marzo e che, come suggerisce il nome, ripercorre uno dei fatti di gossip e di cronaca più pruriginosi degli anni '90, ovvero la diffusione virale del sex tape privato di Pamela Anderson, all'epoca super star di Baywatch, e Tommy Lee, batterista in declino dei Mötley Crüe. I due infatti vennero esposti ad una graticola mediatica internazionale, dopo che il carpentiere Rand Gauthier per vendetta e per ripagarsi dai debiti accumulati con i lavori in casa di Tommy Lee che non gli furono retribuiti.
Quello che però il furto scatenò fu un inferno per tutti i protagonisti coinvolti.



In questo terzetto di serie tv, Pam & Tommy è quella che considero migliore sotto tanti punti di vista. In primis per la ricostruzione degli eventi visti da diverse prospettive: se ovviamente racconta la vicenda pubblica in maniera chiara e comprensibile, con lo sfondo dell'avvento di internet e del primo caso di video virale, dall'altro la miniserie sceglie di puntare anche all'ambito privato di Pamela Anderson e Tommy Lee, al loro rapporto intenso ma conflittuale, e quello di Rand Gauthier con tutte le sue difficoltà.
Mi ha proprio convinto come viene dipinta la stessa Pamela, e credo che Lily James abbia fatto un lavoro eccellente, dandoci l'immagine di una donna svampita, a volte ingenua, ma forte, con una visione lucida della realtà e affezionata al suo lavoro.

Il dramma di Pam & Tommy risiede proprio nel cogliere come la società dell'epoca (e non solo) avesse un doppio standard fra uomini e donne: se Tommy Lee si ritroverà quasi glorificato per le sue prestazioni, la Anderson sarà la vera vittima di questo scandalo, quella che subirà un grosso scossone lavorativo e privato, e quella che verrà maggiormente mercificata, condannate e umiliata, perdendo di credibilità. Un trauma che arriva senza filtri, senza la (sgangherata ma presente) sensibilità che abbiamo ai giorni nostri e senza la presenza dei social che a volte possono portare voci di dissenso. La serie comunque non sminuisce anche il colpo inferto a Tommy Lee che, nonostante le sue eccentricità, sembra un marito apprensivo e affettuoso. 



Pam & Tommy inoltre mi ha convinto per il suo cast in generale, e devo nominare Sebastian Stan nei panni di Tommy Lee che fa un'ottima interpretazione del batterista sui generis, e della ricostruzione dei primi anni '90. 
Avrei fatto volentieri a meno di alcune scene trash, troppo sulle righe, che non aggiungono e non tolgono nulla alla miniserie, e avrei voluto che a volte ci fosse stata una maggiore pulizia della narrazione per evitare qualche ripetitività, sebbene alcune puntate da 30 minuti aiutino a rinfrescare la visione.
Per il resto ho trovato gli otto episodi di Pam & Tommy interessanti, un progetto che secondo me riesce lì dove American Crime Story: Impeachment aveva fallito. 



Mezzanotte a Istanbul 
Prima stagione


Mi sono fatto affascinare dall'ambientazione di Mezzanotte a Istanbul, una nuova serie tv turca, disponibile dal 3 marzo su Netflix, che prende le mosse dal romanzo Midnight at the Pera Palace: The Birth of Modern Istanbul, e che unisce storia e finzione agli inizi degli anni '20 del secolo scorso. 
Tutta la vicenda ruota intorno il famoso Pera Palace, un albergo in cui si sono ritrovati ad alloggiare personalità illustri, fra cui Agatha Christie, e sarà la giovane e impacciata giornalista Esra a dover sventare un attentato ad una delle figure più famose in Turchia, il generale Mustafa Kemal Ataturk, in un imprevedibile viaggio nel tempo.



Vi dicevo che le atmosfere, il periodo storico, la commistione di più generi che spaziano dal giallo al romantico, potevano rendere Mezzanotte a Istanbul una serie molto gradevole per il mio palato, e speravo che lo fosse, ma purtroppo non mi ha proprio catturato da inizio a fine.
Infatti, se l'apparato tecnico è ben studiato, se i costumi e le scenografie ci riportano letteralmente indietro nel tempo nell'affascinante Pera Palace, e sebbene gli attori siano tutto sommato belli e bravi, lo sviluppo della storia non mi ha convinto del tutto, anche se per fortuna non sono arrivato al tedio più pernicioso. 



Infatti Mezzanotte a Istanbul non è estremamente centrata: da un lato il filone del giallo da risolvere non risulta particolarmente originale nelle sue movenze e non ha nemmeno il giusto ritmo secondo me per coinvolgere e catturare. Ho anzi trovato dei vuoti narrativi e degli aspetti troppo semplificati, e ho onestamente sentito presto la voglia di arrivare alla fine per cercare di trovare un punto.
Dall'altro lato la storia d'amore che si sviluppa risulta abbastanza prevedibile fin dall'inizio, ed è anch'essa poco approfondita. 
Penso che Mezzanotte a Istanbul possa soddisfare gli amanti onnivori dei period drama, che non si soffermano troppo su una trama imperfetta, io forse sarei riuscito a dare una promozione piena se magari avessero concentrato la storia in quattro episodi dal ritmo serrato. Midnight at the Pera Palace potrebbe tornare per una seconda stagione.






Nip+Fab, la recensione delle maschere viso!

Vi ricordate di Nip+Fab? È una azienda inglese di cui avevo parlato ben quattro anni fa qui, e che, avendomi lasciato una buona impressione, avevo intenzione di approfondire meglio. Infatti è uno di quei brand che utilizza attivi che mi piacciono molto, come alfa e beta idrossiacidi e vitamina C, in una gamma di prodotti rivolta a problematiche di pelle specifiche e che mi sono sembrati semplici e funzionali.
Nel tempo avevo acquistato tre delle maschere viso proposte da Nip + Fab, e mi sembrava il momento azzeccato per provarle.



Devo ammettere che non sono sicuro siano tutte ancora disponibili, ma ve ne parlo anche come promemoria per me stesso, perché Nip+Fab è un brand che vorrei ancora esplorare e secondo me da conoscere.



Nip + Fab Dragon's Blood Fix Plumping Mask
Maschera viso rimpolpante idratante



La linea Dragon's Blood Fix è dedicata appunto ad idratare e rimpolpare la pelle grazie alla presenza di linfa dell'albero di Croton Lechleri che pare abbia un potere cicatrizzante e lenitivo, e che prende il nome di sangue di drago per la sua colorazione rossa. ​​Ma nell'INCI di questa Plumping Mask troviamo pure acido ialuronico, allantoina, e una serie di estratti naturali idratanti e lenitivi.
La sua consistenza è particolare: sembra una maschera in hydrogel con una struttura reticolata in plastica. Questo materiale che Nip+Fab ha scelto a mio avviso influisce su una vestibilità non proprio impeccabile, perché non è molto elastico, e ho infatti dovuto fare dei tagli per renderla più adatta al mio viso. Nonostante una quantità di siero sufficiente per due maschere e il materiale, non è particolarmente fredda sul viso. Non ha inoltre una profumazione specifica.



Ci sono tanti aspetti che ho apprezzato di questa Dragon's Blood Fix Plumping Mask a partire dal fatto che la grande quantità di siero non sporca in giro.
La maschera visp Nip+Fab ha avuto su di me un ottimo potere idratante, seppur abbia lasciato dietro una lieve patina appiccicosa, che solo dopo diversi minuti è andata via. Secondo me questi aspetti la rendono indicata per cuti disidratate e più esigenti, e durante la stagione fredda. Io stesso non è che sentissi tutta questa esigenza di proseguire con la mia skincare. La pelle era inoltre più distesa e riposata, e in generale più compatta.
Direi insomma che questa Nip+ Fab porta a termine la missione che promette.

INFO BOX
🔎 Lookfantastic.it, Asos, sito dell'azienda
💸 €3.95
🏋18g
🗺 Made in Corea
⏳ monouso
🔬 //



Nip + Fab Glycolic Fix Bubble Sheet Mask Extreme
Maschera viso ossigenante



Come dice il nome stesso, la Glycol Fix è una classica bubble mask quindi una maschera in tessuto che a contatto con l'aria crea uno strato di schiuma, e questa si gonfia davvero tantissimo. Il tessuto di questa maschera è facile da calzare, è molto comodo, si adatta al viso benissimo, ed aderisce alla perfezione. 
Il suo ingrediente principale è ovviamente l'acido glicolico, che esfolia, leviga e purifica la pelle, e che si trova in una concentrazione del 2%. Ma troviamo anche allantoina e acido ialuronico, per rendere la formulazione idratante e lenitiva.
La Glycolic Fix Bubble Sheet Mask andrebbe tenuta in posa per circa 10-15 minuti, ma io ho sforato questi tempi senza problemi, anche perché, come dicevo crea tantissima schiuma: preparatevi psicologicamente perché, pur rimuovendo la schiuma superficiale, la maschera continua a produrne. Come tutte le bubble mask, anche la Glycolic Fix Nip + Fab va sciacquata dopo il trattamento. 



La fragranza che hanno messo in questa maschera è un po' troppo intensa per farmela consigliare a chiunque, perché appunto potrebbe dare fastidio se non avete una buona tolleranza in questo senso. 
Superato però questo piccolo intoppo, questa maschera viso mi è piaciuta tantissimo: dopo averla usata la mia pelle era fresca, davvero ossigenata, come se fosse più leggera, molto liscia, luminosa e senza pellicine. Nonostante l'azione pulente, la Glycolic Fix non è stata sgrassante su di me, non mi ha lasciato la pelle tirante, ma sicuramente seguire con la propria routine è uno step fondamentale, e in fondo questa maschera  Nip + Fab prepara anche la pelle. Tendenzialmente secondo me si adatta a cuti miste, ma non vedo perché una pelle secca con periodiche impurità non possa apprezzarla.

INFO BOX
🔎 Lookfantastic.it, Asos, sito dell'azienda
💸 €3.95
🏋23g
🗺 Made in Corea
⏳ monouso
🔬 //



Nip+ Fab No Needle Fix Eye Mask
Maschera contorno occhi anti rughe

La No Needle Eye Mask condivide lo stesso materiale della Dragon's Blood Fix Plumping Mask, ma ci sono ovviamente attivi diversi, a partire da una grande quantità di acido ialuronico, per poi passare a pantenolo e allantoina, fino ad estratti particolari come quello di fermento di Pseudoalteromonas, un batterio marino che vive niente popò di meno che nell'oceano Antartico, dall'azione idratante e lenitiva, seguito da altrui attivi più comuni, come estratto di camomilla e di malva.
Questa No Needle Fix Eye Mask è gradevolmente fresca sulla pelle mentre la si lascia agire, e super carica di siero, tanto che un po' l'ho conservato da usare il giorno dopo. L'ho trovata molto adatta alla conformazione del mio viso, avvolge anche l'arcata sopracciliare e sin da subito ha aderito benissimo alla pelle e non mi hanno dato affatto fastidio agli occhi. 



Dopo la buona esperienza di uso di questa maschera occhi Nip+Fab mi è rimasto sicuramente un contorno occhi ben idratato, con una pelle un po' più compatta. Personalmente non ho ancora rughe così profonde per poter parlare di una azione levigante evidente, ma tutto sommato mi è sembrato che quei lievi segni che ho fossero leggermente meno visibili.
Mi è piaciuto poi come il siero di questa maschera Nip+Fab si sia assorbito molto bene, la zona non era affatto appiccicosa, ma risultava liscia e morbida. La No Needle Fix Eye Mask si candida quindi ad un futuro acquisto, anche se purtroppo al momento non credo sia disponibile. 

INFO BOX
🔎 Lookfantastic.it, Asos, sito dell'azienda
💸 €3.95
🏋 10 g
🗺 Made in Corea
⏳ monouso
🔬 //


Non so quindi quanto possa essere utile questa review ma spero di attenzionarvi Nip+Fab che credo sia un brand meritevole. 



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Perché questi nuovi film mi hanno deluso

Non so se sia un periodo sfortunato o sia solo diventato particolarmente più esigente e pignolo, ma pare che né le serie tv né i film che sto guardando in questo periodo mi stiano soddisfacendo del tutto. 
Ho ben tre diverse pellicole che si sono dimostrate tutte al di sotto delle mie aspettative, nonostante potessero essere invece dei buoni progetti nel panorama cinematografico.


Ultima Notte a Soho (2021)



Titolo Originale: Last Night In Soho
Genere: drammatico, horror, thriller

Durata: 116 minuti
Regia: Edgar Wright
Uscita in Italia: 4 Novembre 2021 (cinema)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito


Mi aspettavo un thriller psicologico ben fatto, con dei contorni horror cupi e una struttura narrativa intrigante, ma Ultima Notte a Soho secondo me raggiunge solo alcuni di questi obbiettivi. 
La giovane Ellie Turner sogna di fare la stilista e finalmente sembra che il suo sogno inizi a concretizzarsi quando si trasferisce in una prestigiosa accademia a Londra. Qui però, oltre a dover sopportare le solite angherie e battutine di quelle che si sentono più sveglie di lei, finirà per avere tutt'altri sogni. Infatti inizierà ad essere tormentata dalla figura di una ragazza di nome Sandie che negli anni '60 aspirava a diventare una cantante, finendo però in un incubo personale che cambierà parte della sua vita.
Ellie e Sandie sono due ragazze completamente diverse ma che diventeranno l'una il riflesso dell'altra e la situazione arriverà a toccare i suoi picchi più drammatici.

Grandi paroloni per spiegarvi in breve questa trama, ma Last Night in Soho in realtà secondo me ha un percorso molto lineare in questa sua "discesa negli inferi". È vero che i toni si esacerbano, si drammatizzano le vicende, la vita di Ellie e quella di Sandie si complica, e si strizza anche l'occhio alle difficoltà delle donne in un mondo fatto da uomini senza scrupoli, che alla fine è purtroppo un argomento che non ha età. Dall'altro lato però la storia per me diventa prevedibile da metà film in poi, e quando le mie teorie si sono realizzate, ho capito che Ultima notte a Soho non era esattamente oscuro e intrigante come mi aspettavo.
Quando siamo arrivati al kajal nero sciolto ho poi alzato le mani.



Inoltre proprio il ritmo della narrazione secondo me a metà film tende a giungere ad una fase di stallo che non aiuta di certo la visione di un film che dura quasi due ore, in cui alcune scelte ricalcano un po' troppo lo stile già visto in altri thriller e horror del passato.
Hanno invece azzeccato tutta la parte tecnica per questa pellicola, regia, scenografie, costumi attuali e del passato, e soprattutto il cast con una conturbante Anya Taylor-Joy in un ruolo che le calza a pennello (uno dei motivi per cui ho deciso di vedere Ultima Notte a Soho) e una giusta Thomasin McKenzie. 
Non ho purtroppo trovato quell'approfondimento psicologico su nessuno dei personaggi principali, quella svolta narrativa, quella scelta diversa che mi facesse apprezzare Last Night in Soho più di altri film nel suo genere.

Voto 6


My Son (2021)



Genere: drammatico, thriller
Durata: 95 minuti
Regia: Christian Carion
Uscita in Italia: 21 Gennaio 2022 (Prime Video)
Paese di produzione: Francia

È stato sempre il cast ad avermi attirato verso My Son, un film originale Amazon, dove figurano attori come James McAvoy e Claire Foy, ma, nonostante non avessi aspettative particolari, si è rivelato anch'esso un film abbastanza banale. 
La storia nemmeno ve la accenno o finirei per dirvi troppo su una trama che risulta estremamente asciutta e che sono certo avrete visto e sentito in mille altri film, ma non solo in quanto remake di un film francese del 2017. My son è infatti la classica pellicola sulla ricerca di un figlio sparito improvvisamente nel nulla, di genitori problematici che cercano di superare i loro traumi e i loro problemi di coppia. Nessuno in fondo è perfetto, o esente da difetti, e non si diventa dei bravi genitori dall'oggi al domani.



Ne esce un film estremamente didascalico, dove la parte più introspettiva di My Son non fornisce appigli interessanti: ad esempio Edmond Murray, il protagonista, sonda le motivazioni delle sue mancanze come padre, non dandoci però qualche suggerimento nuovo o più approfondito rispetto ai film della stessa categoria. Nelle sue scene più animate e d'azione My Son invece non riesce per me a creare una suspense particolare, perché cade spesso in risvolti prevedibili, anche questi già noti se avete una minima esperienza con i thriller. Anzi in questo caso si scade proprio nella superficialità, tutto resta vago e accennato, incluse le sottotrame. 



Manca poi l'elemento più importante ovvero l'emotività, seppur i risvolti drammatici sono tutti disponibili.
Di My Son riesco a salvare giusto le interpretazioni degli attori, seppur non è che spicchino da qualche punto di vista perché i personaggi sono scritti proprio in modo piatto, poco sfaccettato.  Mi sono piaciuti anche i paesaggi che fanno da sfondo alle vicende.
Tutto sommato non lo reputo un film noioso, ma semplicemente uno di quelli che potrebbero passare una sera in televisione, e che avrebbe lo stesso effetto anche se ci fosse qualche attore italiano di secondo ordine (non fatemi fare nomi e cognomi). Quindi direi che se avete mezza idea di vedere My Son, secondo me potreste impegnare meglio il vostro tempo.

Voto 5



Marry Me - Sposami (2022)



Genere: commedia, romantico
Durata: 112 minuti
Regia: Kat Coiro
Uscita in Italia: 10 Febbraio 2022 (Cinema)
Paese di produzione: Stati Uniti


Metto subito le mani avanti perché anche su Marry Me non avevo chissà che aspettative, ma mi aspettavo una romcom carina, frizzantina e canterella vista la presenza di Jennifer Lopez. Anzi, sarebbe più giusto dire che mi aspettavo potesse essere un film un po' sciocco, che facesse compagnia e magari sorridere, ma l'ho trovato proprio vuoto e stupidino.

La storia d'amore fra la famosa cantante pop Kat Valdez (Jennifer Lopez appunto) e un comunissimo professore di matematica (un Owen Wilson decisamente mollaccione) pescato dal pubblico a caso una volta che lei viene abbandonata il giorno delle nozze sull'altare (o meglio sul palco), fa acqua da tutte le parti.
Tralasciando l'incipit assurdo, non c'è legante né nel corso del film stesso, visto che anche qui i rapporti e i sentimenti vengono abbozzati, né per quello che può trarre uno spettatore, visto che ho percepito un affresco molto distaccato.
Non c'è insomma il sapore della fiaba, di un romanticismo magari semplice e già visto, ma sincero e caldo. 



Inoltre credo che Marry Me - Sposami sia un film incoerente: Kat vuole quasi scappare da un mondo fatto di apparenza sotto i riflettori e sui social, trovando rifugio nella normalità che questo professore e la sua piccola scuola possono darle, ma praticamente ogni personaggio non la smette di avere un cellulare in mano con una diretta Instagram in corso da inizio a fine film. 
Anche i dialoghi non li ho trovati particolarmente divertenti o originali, spesso anzi non aiutano a smuovere il ritmo di una storia che oscilla fra forzature e banalità. Le canzoni inoltre, seppur carine e orecchiabili, sono lontane dall'essere memorabili. 
Non riesco a salvare nulla insomma in Marry Me, mi è sembrata una perdita di tempo sotto così tanti profili che quasi vorrei un rimborso. 


Voto 4




Garnier Fructis Hair Food, finalmente li ho provati anche io! 🍌

Sono certo che conosciate e avrete già utilizzato i prodotti della linea Hair Food di Garnier Fructis, un'intera gamma di hair care con fino il 98% di ingredienti naturali. Nel tempo questa linea si è via via ampliata, e finalmente, seppur con un po' di ritardo, posso raccontarvi la mia esperienza con questa gamma Hair Food.



Ho scelto lo shampoo e il balsamo Garnier alla Banana, che è indicata come una linea nutriente ed ho pensato potesse essere adatta ai miei capelli secchi, spessi e cresposi. Entrambi questi prodotti sono vegan e ovviamente hanno un buon profumo di banana, dolce, abbastanza intenso e persistente, seppur vagamente chimico, quindi deve piacervi come fragranza o magari non fa per voi. 
Se vi va di conoscere tutti i dettagli della mia esperienza, vi basta proseguire la lettura. 



Garnier Fructis Hair Food Banana Shampoo Nutriente
Capelli Secchi


Mi è piaciuto davvero tanto questo Shampoo Hair Food che mi è sembrato perfetto per le mie esigenze. Ha un INCI molto semplice dove i condizionanti sono appunto l'estratto di banana, l'olio di cocco e vari umettanti fra cui la glicerina. È uno shampoo dalla consistenza in gel molto soda, ed infatti ho preferito usarlo sin da subito non diluito al contrario di quanto faccio di solito, perché mi sembrava di non riuscire a miscelarlo alla perfezione nel solito flacone che uso per la diluizione. Sin da subito, appena entra a contatto con l'acqua, lo Shampoo Nutriente Garnier crea una schiuma morbidissima e molto voluminosa, davvero gradevole da massaggiare sui capelli, ma anche facile da sciacquare.


Questo Shampoo Hair Food è diventato presto uno dei miei preferiti dell'ultimo periodo: intanto ha un buon potere detergente che però si accompagna ad una giusta delicatezza. Infatti, nonostante appunto non lo diluisca, non ho mai notato secchezza al cuoio capelluto, irritazioni, quella sensazione di pelle che tira e in generale arrossamenti o screpolature. Dall'altro lato però i capelli restano puliti e leggeri per i miei soliti giorni canonici.
Lo shampoo alla banana inoltre mi è tutto sommato piaciuto anche sulla lunghezza dei capelli. Si lascia dietro infatti una buona districabilità, e se magari non ha un estremo potere condizionante o lucidante, comunque i capelli mi sembrano sani, molto morbidi, abbastanza voluminosi e corposi. Direi che supera la prova a pieni voti e sono molto curioso di mettere alla prova gli altri Shampoo Hair Food Fructis. Questo nutriente, in particolare, mi sembra adatto a capelli secchi, ma anche a chi ha dei capelli normali, non troppo sottili e non troppo difficili, che non vogliono usare maschere e balsamo.

INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Amazon, Lookfantastic,
💸 €3.40
🏋 350ml
🗺 Made in Francia
⏳ 12 Mesi
🔬 //



Garnier Fructis Hair Food Banana Balsamo Nutriente
Capelli Secchi


Olio di cocco, di semi di girasole
e ovviamente estratto di banana sono le caratteristiche dell'INCI che mi hanno colpito in questo Balsamo Hair Food, dalla consistenza molto cremosa, e un pelo difficoltosa da far uscire dalla confezione, nonostante sia in plastica morbida. Questa sua texture è però molto facile da applicare sui capelli, si distribuisce uniformemente, e non mi è sembrato un balsamo eccessivamente difficoltoso da sciacquare, nonostante richieda sicuramente un po' di cura. 
Ammetto che se lo shampoo ha una buona performance, il balsamo nutriente Garnier è rimasto qualche step indietro rispetto alle mie aspettative. Non che sia un cattivo prodotto, visto che l'ho terminato volentieri, ed è gradevole usarlo, ma speravo di più.
Su di me infatti ha una buon potere ammorbidente, e districante, e tutto sommato rende i capelli pettinabili e facili da mettere in piega, seppur mi sia sempre indispensabile mettere un prodotto per lo styling o il ciuffo non mi si regge.



Tuttavia questo Balsamo Hair Food pecca un po' nel controllo del crespo e nel lucidarmi i capelli, e soprattutto, come vi avrò certamente sottolineato per altri prodotti, noto che nel corso dei giorni seguenti lo shampoo, si perde un po' di quella setosità che questo balsamo dà. Devo ammettere che anche il balsamo Banana Hair Food non mi va a togliere corpo e volume ai capelli o me li appesantisce. 
Tuttavia, né giocare con le quantità o con i tempi di posa ha migliorato il risultato e, anche l'uso costante nel tempo purtroppo non mi ha fatto amare alla follia questo conditioner alla banana di Garnier, non riuscendo a spuntare tutte le caselline delle mie esigenze.
Credo che capelli un po' più docili dei miei, ma anche in questo caso non troppo sottili, lo possano apprezzare, io invece credo che in futuro mi dirigerò verso le maschere Hair Food che forse possono avvicinarsi alle mie necessità.

INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Amazon, LookfantasticDouglas.it
💸 €3.40
🏋 350ml
🗺 Made in Francia
⏳ 12 Mesi
🔬 //


Qual è il vostro prodotto preferito Hair Food di Garnier? Personalmente resto ancora molto curioso sulle altre referenze, e spero che l'azienda si spinga anche a creare anche dei prodotti per lo styling e magari impacchi trattanti. 
Sapevate che Cien ha una linea dupe di questa Garnier?
Ve ne parlo qui.


*alcuni link sono affiliati, usali se vuoi sostenere Pier(ef)fect

Mi aspettavo di più da questi ritorni su Prime Video Amazon

Se come me avete apprezzato The Marvelous Mrs Maisel e LOL: Chi Ride è fuori, sono certo che stavate attendendo con molta curiosità le nuove stagioni che sarebbero state disponibili sulla piattaforma Amazon fra Febbraio e Marzo di quest'anno. Io ero curioso di cosa avrebbero proposto per questi due prodotti che, pur essendo estremamente diversi fra loro, si sono ritrovati secondo me accomunati da alcune cose che non mi sono piaciute. 
E lo so che focalizzarsi sugli aspetti negativi può suonare pretestuoso o ingiusto, ma se conoscete le mie recensioni saprete che non è mai tutto bianco o nero, e che cerco sempre di darvi tutti gli aspetti che riesco a notare o meno in una serie tv.
Purtroppo le novità proposte da La Fantastica Signora Maisel e LOL: Chi Ride è fuori, pur con i loro indiscutibili pregi e caratteristiche peculiari, mi hanno lasciato un po' meno soddisfatto del solito.

Inizio proprio da LOL Chi Ride è fuori che doveva eguagliare, se non subissare, il successo dello scorso anno, ma questa seconda edizione non ci riesce secondo me. Il presupposto resta quello che vi dicevo per la prima stagione: giudicare cavillosamente un prodotto come LOL è da sciocchi. Tutto il format infatti non può che essere considerato intrattenimento direi fine a se stesso (in senso buono), e la stessa struttura di sei episodi da mezz'ora l'uno lo suggerisce.



Le pretese verso LOL secondo me devono essere decisamente basse (anche questo in senso buono), e principalmente quella della spensieratezza. Speravo però riuscissero a mantenere la freschezza del progetto e questa seconda stagione credo non sia riuscita in questo intento.
Di base è infatti ovviamente svanito l'effetto sorpresa, quindi sapevamo tutti cosa aspettarci dalla struttura generale del programma, ma si poteva puntare a nuove dinamiche, senza tralasciare la continuità.
In questo senso il cast eterogeneo, con nomi importanti della comicità italiana come Virgina Raffaele, il Mago Forest e Corrado Guzzanti, affiancati da "più piccoli" come Tess Masazza e Max Angioni, doveva rappresentare proprio la novità e garantire già che ci fosse molta varietà di stili e di battute, ma non è stato così e penso che sia colpa della gestione stessa di LOL 2 ad aver influito.

Se l'anno scorso infatti il livello del cast era generalmente più omogeneo, questa nuova edizione di Lol Chi Ride è Fuori mi è sembrata troppo sbilanciata, dove appunto dei comici di vecchia leva superano ed eclissano del tutto interpreti meno capaci. È vero che la risata è una questione soggettiva, ma senza tanti giri di parole, personaggi come Tess Masazza appunto e Diana Del Bufalo, hanno dato un contributo pari a zero al programma. Letteralmente la loro presenza è stata ininfluente, un puro filler per i partecipanti, e se non ci fossero state sarebbe stato lo stesso. Contrapposte poi a Michele Foresta che ha una gag al minuto, e a Maccio Capatonda (che in verità trovo piatto, ripetitivo e inquietante, ma comunque attivo), si crea un divario troppo netto. 



Una scelta quindi sbagliata da parte degli autori che forse pensavano di attirare un pubblico più ampio, ma che è solo la punta di altri errori: avrei evitato ad esempio che si ripetessero gli scherzi e le dinamiche che l'anno scorso erano rivolte a Frank Matano, preso per i fondelli da tutti, nei confronti di Max Angioni, che indubbiamente ne risultava schiacciato. Inoltre hanno troppo insistito con la presenza di Lillo Petrolo come disturbatore e solleticatore, ed il risultato è stato un impatto molto minore di Lol 2: avete visto qualche meme in giro rispetto ai milioni di "So' Lillo" che circolavano l'anno scorso?
Nessun contributo o novità anche nella statica sala di controllo, dove sembrava che Fedez e Frank Matano appunto fossero troppo presi a ridere per ogni cosa (anche se dicono sia colpa del montaggio). 



Si salvano indubbiamente gli sketch di artisti come la Raffaele che porta le sue mille imitazioni, Guzzanti che ripesca Vulvia, ma anche Maria Di Biase sebbene sia stata reclusa all'episodio bonus, che comunque confermano il loro talento.
È normale che ci possano essere preferenze da parte di noi spettatori fra questo o quel comico, è normale che alcune battute facciano ridere più di altre o che non facciano ridere affatto, ma quelli di LOL - Chi Ride è Fuori devono secondo me rivedere molte delle scelte fatte se vogliono confermare il successo.
Qui vi ho parlato della terza stagione dello show. 

Se proprio i presupposti che ho fatto per LOL 2 mi fanno pensare che tutto sommato l'abbiano sfangata, sono un po' più deluso per quanto riguarda la quarta stagione di The Marvelous Mrs Maisel.



La qualità di questa serie, quella a cui ci hanno abituati, infatti mi spinge in una lamentela forse più pungente. È vero che molte delle caratteristiche che rendono La fantastica signora Maisel una serie di un certo spessore ci sono ancora tutte anche in questo penultimo capitolo: penso sicuramente alla messa in scena, alla cura dei dettagli, ma soprattutto ai dialoghi serrati che Amy Sherman-Palladino ha come marchio di fabbrica. Impeccabile e divertente ad esempio è la scena al luna park, dove le famiglie Maisel e Weissman si sono ritrovate a battibeccare su una ruota panoramica. Ci sono tanti momenti del genere, che potrei definire iconici all'interno della serie, e resta l'ilarità di tutta la struttura più ampia, ma senza scadere mai nel superficiale.



Miriam Maisel è infatti una sfaccettata protagonista femminista, e anche in questa quarta stagione si batte affinché la sua autodeterminazione si possa affermare a 360° sia come donna, anche nella sua sessualità, ma soprattutto come comica: è costante la sua ricerca di libertà di espressione lungo tutta la stagione, pur scontrandosi ad un certo punto con la ovvia necessità di non potersi sottrarre al lavoro e all'impegno e soprattutto a non poter cedere il passo anche una volta arrivata in vetta.
C'è ovviamente anche una serpeggiante paura, visto quanto accaduto con Shy Baldwin che ha rappresentato una grossa caduta per la carriera di Midge.



Inoltre Miriam si impegna nel corso degli episodi affinché tutte le donne intorno a lei riescano a vedere affermati i loro diritti.
Già nella scorsa stagione di The Marvelous Mrs Maisel però avevo notato che gli avvenimenti veri e propri, quelli che cambiano il corso della storia, che lo ampliano, sono davvero pochissimi, e in queste nuove puntate si conferma questo andazzo. Non sarebbe un problema di per sé, perché è una di quelle serie tv che si focalizza più sui rapporti fra i protagonisti e appunto i dialoghi. Ma se consideriamo che si tratta della quarta e penultima stagione, credo che la fame di cose da far accadere si faccia sentire.
La linea narrativa di Abe e Rose per esempio offre pochissimi nuovi spunti, ancora meno la presenza di Joel e della sua storia con la nuova ragazza (che onestamente fin da subito mi ha dato l'impressione di una cometa più che di qualcuno che dovesse restare).



Qualche scintilla si ha con il ritorno di Sophie Lennon, ma ripescare il suo personaggio non è certamente un momento particolarmente atteso.
Nemmeno i camei di Milo Ventimiglia e Kelly Bishop hanno prodotto effetti a lungo termine.
Mi sta bene una stagione di passaggio, ma dovermene sorbire due mi sembra un po' troppo, e per quanto La fantastica signora Maisel resti un piacere per gli occhi da seguire, avrei voluto qualcosa in più.
Qui vi parlo della quinta ed ultima stagione della serie. 



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