30 gennaio 2016

Recensioni film:
|Allacciate le cinture|
Joy
|Tutto può accadere a Broadway|

Buon pomeriggio,
piuttosto che perder tempo e andare al Family Day, che tanto è poco credibile, perché non andate al cinema o vi chiudete in casa a guardare un bel film?
Ve ne propongo come sempre tre.
Ovviamente vanno bene anche per voi a cui del suddetto evento non importa una mazza, e anzi vi bacio pure.

Allacciate le cinture (2014)


Paese di produzione: Italia
Durata: 110 min
Genere: drammatico
Regia: Ferzan Özpetek

Elena, 25 anni, fa la cameriera in un bar del sud Italia. Un giorno per caso, mentre aspetta il bus, incontra Antonio, un cafone, omofobo e razzista, ma anche bello e primitivo.
Un incontro quasi scontro, proprio fisico e verbale, ma che si conclude lì.
Tuttavia i due avranno altre occasioni per rivedersi. Casualmente, infatti, Silvia, amica e collega di Elena, sta frequentando Antonio, e un giorno, in occasione di una festa, lo presenta agli amici.
Antonio comincia a frequentare il bar in cui lavorano le due ragazze, per incontrare Silvia, ma la vera fiamma scatterà con Elena, la quale, pur cercando di appigliarsi alla propria morale, non riuscirà a resistere al suo istinto e all'attrazione che prova per il ragazzo. 
Tredici anni più tardi Antonio sarà diventato il marito di Elena, e avranno messo su famiglia. 
La ragazza intanto è diventata una giovane donna in carriera che, insieme all'amico (gay) di sempre, Fabio, ha aperto il pub dei suoi sogni. 
Tuttavia il sogno di un happy ending è lontano per Elena, e lo scorrere della sua vita subirà una forte battuta di arresto. 

Io questo film non lo volevo vedere, o meglio, volevo farlo, ma poi tutti ne parlavano male. Poi gli ho dato una opportunità e ho capito che la gente che scrive certe critiche non ha molta testa. 
Sebbene la trama del film sia un po' scontata e ci siano situazioni un po' strambe e personaggi irreali, e l'ambientazione si un po' poco precisa, a me è piaciuto
E' un film da un lato garbato, dall'altro pieno di emozioni che arrivano forti e chiare; 
Non fa ridere, o meglio, nelle scene che sarebbero dovute essere ironiche io non ho riso. È proprio il dramma, a mio avviso, a farla da padrone; un dramma quotidiano se vogliamo, perché le tematiche sono tutte attuali e ci si ritrova un po' tutti. 
È un film che scorre bene e ti coinvolge, senza essere però pietistico o lagnoso o, peggio, farti annoiare. 
Bella la fotografia, bello il cast  di giovani attori, come Filippo Scicchitano che è tra l'altro un mio sosia. So che magari un Francesco Arca può portarvi qualche pregiudizio, ma proprio per la sua recitazione basilare, risulta perfetto nel ruolo di Antonio. 
Avevo qualche titubanza sul titolo, pensavo fosse poco attinente, ma questo assume un senso se si pensa che questo film non vuole trattare una storia sensata e lineare, ma proprio una giostra di sentimenti, e di umanità.
Ozpetk chiude il film lasciandoci una risata, ma mortacci sua quanto ho pianto.

Voto 7 e mezzo


Joy (2016)


Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Durata: 124 min
Genere: drammatico, biografico, commedia
Regia: David O. Russell

Joy avrebbe dovuto portare gioia nella vita di tutti; una ragazzina sveglia, intelligente e piena di inventiva. Tuttavia crescendo è stata sopraffatta dalla vita: dopo la separazione dei suoi genitori, Joy restò ad accudire la madre e a badare alla famiglia e alla casa. L'uomo che aveva conosciuto, e poi aveva sposato, e che era diventato il padre dei suoi due figli, si era dimostrato presto incapace di contribuire e quindi arriverà il divorzio. E i sogni finiscono per essere riposti in fondo all'ultimo dei cassetti. 
La goccia che però fa traboccare il vaso sarà il cambio di turno a lavoro: Joy è infatti una hostess di terra per una compagnia aerea. 
Non potendo più gestire tutto, la giovane donna, capisce che è il momento di rivoluzionare la sua vita e di riprendere in mano la sua creatività e le sue aspirazioni. Creerà quindi un oggetto destinato a entrare nelle case di milioni di persone, e che porterà una svolta nella vita di Joy. Ma non è tutto semplice per una giovane donna che si ritrova catapultata nel mondo degli affari, in cui pesce grande mangia pesce piccolo. 


Sono giorni che penso a come parlarvi di questo film, perché non mi ha dato un'idea chiara
Parte da una storia vera, o meglio da personaggi reali e poi si sviluppa un po' come il classico American Dream ma al femminile: la rivalsa e l'affermazione di Joy come donna di affari, una selfmade woman, che è partita dal basso, senza nulla, per arrivare al vertice.
È la nonna di Joy, Mimi, che ci racconta la storia della nipote, e continuerà ad essere la voce narrante anche quando non può assistere agli eventi; e già questo rende il tutto un po' strano. In pratica parla un fantasma. Anche gli altri personaggi sembrano quasi una parodia, eccessivi e appunto un po' strani, però funzionano, come funzionano gli attori che li interpretano. 
Qualche riserva su Jennifer Lawrence, sempre troppo perfettina, anche quando te la immagineresti come grassa e sciatta, stanca dalla vita e da tutti. 
Quello che mi è mancato è un po' il coinvolgimento; mi è parso che alcune scene, anche centrali, si svolgessero un po' troppo in fretta, e che tutta la vicenda possa essere compreso maggiormente da un'ottica femminile.  
Una sceneggiatura piacevole, non molto originale, ma un po' troppo distaccata. 

Voto 6 e mezzo


Tutto può accadere a Broadway (2015)


Titolo originale: She's Funny That Way
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Durata: 93 min
Genere: commedia
Regia: Peter Bogdanovich

Arnold e Izzy si incontrano per un fortuito caso, per due volte, ai rispettivi luoghi di lavoro. Izzy, o meglio, Isabella, è un giovane ragazza che tenta di diventare un'attrice di successo, ma arrotonda facendo la escort.
Arnold è un regista teatrale con il pallino delle escort, ma non solo per il sesso, anche per uno strambo istinto da benefattore.
Non ci sarebbe nulla di male nella sua condotta, se non fosse che Arnold è sposato con Delta, una attrice. A pochi mesi dal debutto del suo spettacolo a teatro, una serie di rocamboleschi equivoci, porterà a galla questo intreccio fatto di tradimento e intrecci amorosi, e tutti i suoi protagonisti verranno alla luce come gli attori su un palcoscenico.


Quando hanno intitolato questo film, ci hanno azzeccato. Ne succedono di ogni, anche cose al limite dell'assurdo. Mi ha ricordato un po' le commedie anni '60, o  i cinepanettoni (una versione meno cretina, se possibile), che si basano tutto sull'equivoco, sul non detto, sul rocambolesco.
Non mi ha fatto cadere a terra dal ridere, ma è stata una visione piacevole, scorrevole e simpatica. Non c'è tanta originalità, gli stessi attori sembrano recitare un ruolo che hanno già avuto, come Owen Wilson in Midnight in Paris  o Jennifer Aniston in Come ammazzare il capo e alcuni punti del film perdono il ritmo della commedia brillante e serrata. I personaggi poi finiscono per toccare punte di poca credibilità; tuttavia per me è un film promosso, con una ironia gradevole e non volgare.

Voto 6 e mezzo


E questo è quanto.
Non mi resta che augurarvi buon week end e ci sentiamo presto presto.



27 gennaio 2016

#SvegliatiPier


Gennaio sta sfogliando gli ultimi suoi petali prima di appassire, e malgrado le mie ottime intenzioni poi mi son perso per strada in un misto di lassismo e paure.
Il lassismo non ha grandi motivazioni. È arrivato così e ci ho convissuto allegramente, ma almeno non l'ho coltivato.
Per dire, vi volevo parlare dei correttori da tanto tempo, ma ci ho messo una eternità per scrivere quell'articolo, anche se potevo impiegare meno tempo.
Invece no, una velocità di una parola ogni 3 minuti. Nemmeno alle scuole elementari quando cerchi di fare una Q perfetta, col tondino e la gambetta.
Senza contare che per fare delle foto decenti degli swatch ho dovuto aspettare che qualche cortese raggio di sole si facesse spazio fra la pioggia.
Sì, solo pioggia, niente neve quest'anno e credo che ormai è andata così.
Non mi è spiaciuto staccare un attimo in verità, anche dagli altri social, ma mi chiedo dove sia finito l'entusiasmo dei primi giorni, che sicuramente, prima o poi, ritroverà la sua strada.

Al posto dell'entusiasmo in effetti al momento ci sono alcune paure, come nei vasi comunicanti, dove una cosa fa riversare l'altra altrove.
E il cerchio si chiude visto che l'inerzia è la virtù dei codardi.
La più grande paura è che anche questo anno, come lo scorso anno, vada tutto lento, che sia ancora tutto una attesa.
Io ve lo dico, se è quella la strada, faccio il countdown per il 2017 a Giugno.
È vero che dipende anche da me, da noi, ma non sempre è così, non per tutto; e se qualcosa non va, non va. 
La soluzione sarebbe che mentre una roba sta in stand-by, ti dedichi ad altro, come in cucina che mentre la pasta cuoce fai il sugo.
Ma è che proprio sto sulle nuvole, per cui sono proprio fuori fuoco con la mente. Ho la concentrazione di un procione asfaltato, anche nelle più ineziose attività.
Un blocco, un muro.
Che quando ti ripeti che non devi pensare ad una cosa, che non devi desiderarne un'altra, che non devi concentrarti su un'altra ancora, finisci per crederci troppo fermamente.
Manie di controllo anche sui pensieri e questo è il risultato. 
Atrofia.

Un po' mi consolo eh, visti i commenti che ho letto in questi giorni.
Giorno 30 ci sarà il Family Day, e a me scoccia parlarne perché secondo me si dà risalto a chi tenta di non cadere nell'oblio in cui sprofonda chi non ha nulla da dare né con cui contribuire. 

"Il Family Day è un ritrovo di persone all'aperto in cui preti, leader politici sposati, divorziati, risposati e frequentatori di prostitute dicono com'è bella la famiglia tradizionale". Luciana Littizzetto
Chiamatemi scemo, o ingenuo, ma son sempre più convinto che, pur di non inabissare, c'è chi continua la strada del bastian contrario
Ma ho voglia di parlare della risposta, #svegliatitalia


Piazze - un centinaio in tutta Italia - colme di gente pronta ad urlare che è ora di ottenere i diritti che ci spettano, dalle unioni civili alle stepchild adoption (l'adozione del figlio del coniuge). 
Purtroppo dalle mie parti non si è fatto nulla, non ho capito bene per quali motivazioni, e mi sarei dovuto spostare parecchio per parteciparvi fisicamente. 
Ho però letto molte cose in rete, e con un po' di sorpresa mista a perplessità mi rendo conto che molta gente continua a sostenere che non essere d'accordo alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso, è semplicemente esprimere una propria opinione, che non si toglie niente a nessuno ad affermarlo, e che se tu non permetti o comunque controbatti l'espressione di questo pensiero, sei brutto e ti puzza l'alito.
Peccato però che, affermando una cosa del genere, vai a sostenere una fazione politica, che si oppone affinché qualcuno ottenga un diritto: da un lato una coppia di genitori, che hanno il desiderio di accudire e crescere un bambino, dall'altro un bambino che potrebbe trovare le cure e l'amore di una famiglia. Per cui sì, stai togliendo qualcosa a qualcuno, la tua parola ha un peso e un risvolto pratico.
O, per meglio dire, non ti fai i cazzi tuoi e rompi le palle. 


Perché diciamolo, per il resto del tempo questa gente non mi pare preoccupata delle sorti dei bambini.
Ma la cosa probabilmente più sconvolgente per questi commentatori compulsivi è che esistono già famiglie omogenitoriali. Quindi sì, non è solo questione di disciplinare una realtà in avvenire, ma di tutelare un presente già concreto ed esistente.

Un'altra cosa in atrofia è certamente il mio blog sui vostri blogroll.
È un po' una comunicazione di servizio che fregherà a pochi, ma parliamone.
Io non so come funzionino i blogroll, non ne ho mai avuto uno perché principalmente per leggervi uso altro, tipo l'elenco lettura di Blogger; oppure metto il sito fra i preferiti. Oppure vi seguo sui social e da lì recupero.
Faccio sempre così.
Tra l'altro non saprei dove mettere l'elenco di tutti i blog.
Comunque più persone mi hanno detto che il mio blog nel loro blogroll fa i capricci e che non appaiono gli ultimi aggiornamenti, quindi finisco sempre alla fine dell'elenco.
Sinceramente non so perché questo accada. Ho fatto qualche ricerca in rete, e ciccia, non ho trovato nulla.
Ho provato a suggerire a chi riscontra dei problemi, di mettere il link al mio blog con il finale in .com, piuttosto che .it.
Ma nulla di fatto anche in questo caso. Non so a cosa sia dovuto perché vedo che chi mi ha da più tempo in elenco, vede i miei aggiornamenti. Potrei in via ipotetica dare la colpa al template, ma non vedo come le cose possano cozzare.
Quindi tu, amico nerd che mi leggi, se hai una soluzione, suggeriscila senza timore.
E questo è tutto per ora, intanto vi bacio e ci leggiamo prestissimo!





25 gennaio 2016

|Beauty Cues Special|
Come copro occhiaie e imperfezioni (Review e Swatch Catrice, Pupa, Kiko, Elf, Couleur Caramel, Neve Cosmetics, Lady Lya Biologica, Astra)

Buon giorno e buona settimana,
riemergo da quasi 10 giorni senza nemmeno un post, ma di questo silenzio ne parliamo un'altra volta magari (SPOILER: non è successo nulla), perché quanto sto per raccontarvi richiede un po' di tempo e già l'articolo è lungo, se mi metto a chiacchierare passano altri 10 giorni.

Quando su Instagram vedete foto come questa



ma in generale un po' tutte le foto, con questa allure così luminosa e quest'aria fresca e riposata, non è tutto merito di chissà quale impianto luci o filtro super potente.
No, c'è un trucco. Anzi il trucco.
Confesso qui in pubblica piazza di fronte a voi tutti brava gente, che mi faccio di correttore.
E anche in modo pesante.
Concealer, camouflage, correttore, illuminante, chiamatelo come volete; l'importante è spalmarselo bene.
Per me è una fissazione, vorrei provare tutti i correttori esistenti al mondo, e pian piano potrei anche riuscirci.
Molti ragazzi lo fanno ma pochi sono disposti a dirlo, come se poi le foto con i triangoli catarifrangenti sotto gli occhi alla Kim Kardashian, non li vede nessuno.



Certo, credici.
Io invece voglio parlarne ché magari vi posso aiutare a schivare la sola.
Come sempre con me, c'è la mia amica Rory (La Rockeuse), per cui se passate da lei troverete ulteriori marche e soprattutto tutte le sue opinioni.
Ma veniamo a noi.
Il mio obiettivo principale per cui ho iniziato ad usare il correttore è avere un'aria più fresca e riposata. Non dormo moltissimo, magari faccio tardi e sto molto al PC per cui le occhiaie solcano le mie palpebre meglio di surfer australiani.
Le cause sono infinite, a volte è solo una questione congenita; ho notato che anno dopo anno diventano più scure proporzionalmente all'isterismo che aumenta.


Molti apprezzano il look grunge, io no. Voglio sembrare vivo, non fresco di sepoltura.
Nelle foto a favore di luce sembra sempre ne abbia un po' meno che nella realtà, probabilmente perché son bianco un cencio.
Quindi coprire le occhiaie, illuminare lo sguardo ma anche coprire qualche rossore o imperfezione. Fortunatamente non ho molti macelli in faccia, e in generale tendo a non coprire i brufoletti, in parte perché non ne ho appunto, in parte perché secondo me ottenere un effetto naturale ma duraturo e impeccabile è un po' difficile, più facile se si applicano più prodotti quindi fondotinta, correttore ecc.
Non faccio nulla di tutto ciò, e come vi dicevo, mi concentro sul coprire le occhiaie senza effetto calce sotto gli occhi, e sui rossori ai lati del naso. Mi piace anche illuminare un po' i solchi naso-labbiali.

Per avere un effetto naturale per me è importante considerare sia la texture, che non sia troppo spessa e secca, avendo io un contorno occhi tendente al secco, ma soprattutto il colore.
Intanto escludo prodotti troppo chiari (in pratica devono essere bianchi per essere troppo chiari per me), e ovviamente anche troppo scuri. 
Tendo a sconsigliare correttori troppo coprenti su un uomo, perché secondo me, il risultato è innaturale.
Quando acquisto un correttore per coprire le occhiaie cerco quindi di valutare
  • il colore della mia pelle,
  • il sottotono della mia pelle,
  • il colore delle occhiaie.
Per quanto mi riguarda io ho
  • pelle molto chiara,
  • sottotono neutro-freddo, leggermente rosato,
  • colore delle occhiaie blu violacee e con un leggero alone scuro attorno, specie sulla palpebra mobile superiore. In genere vanno da leggere a medio-scure.
Su internet ci hanno fatto una testa tanta sul fatto che le occhiaie si coprono al meglio con correttori aranciati per via della teoria dei colori; ovvero l'arancione è il colore complementare del blu delle occhiaie, quindi andrebbe a neutralizzarle. 
Altrimenti, se ci metti un beige, diventano grigie e pari tua nonna. 


E mi sta anche bene come idea di base, se non fosse che il colore troppo aranciato va a cozzare con il mio colore della pelle, per cui si nota la parte più giallognola del colore che finisce per far stacco, e di conseguenza mi serve un altro colore per correggerlo, e di conseguenza faccio strato, e perdo tempo.
Quindi ognuno deve trovare il colore arancio/salmone/pescato più adatto alle proprie esigenze.
Su di me, dopo varie prove, ho capito che i colori che coprono meglio le mie occhiaie e risultano al tempo stesso naturali, sono i prodotti con sottotono salmone/pesca
Per intenderci, il tanto amato Maybelline Instant Anti-Age Concealer temo che su di me risulterebbe troppo giallo finendo per notarsi un certo stacco col resto del viso.
È davvero difficile trovare un colore perfetto, per cui secondo me l'unica cosa è provare
Ma vediamo man mano i prodotti, che è più facile.
Ve li divido in non bio e bio/buon inci, e in base al tipo di correttore: liquido, in crema e in matita/stick.
Ovviamente le opinioni si basano sulle mie necessità e caratteristiche, quindi rare imperfezioni, qualche rossore, pelle normale/mista con un contorno occhi secco. Non mi interessa una durata esagerata, mi importa che in generale non mi si crei uno scempio sotto gli occhi.
Iniziamo!

NON Bio

Liquidi


5€ circa//1.5ml//OVS, Coin
È un correttore in penna, con un pennellino all'estremità con cui distribuire il prodotto. 
Si ruota la parte finale dell'astuccio e il prodotto fuoriesce.
La texture è leggera e la consistenza molto fluida, ha un potere illuminate carino (non eccessivo) e una sua coprenza che a mio avviso va da bassa a media se lo si stratifica un po'. 
Si applica facilmente e si sfuma anche con le dita, e si asciuga altrettanto facilmente senza bisogno di fissarlo infatti non va nelle pieghe. E per avere una maggiore copertura lo lascio asciugare giusto 10 secondi, in modo che diventi un po' più cremoso, e man mano sfumo prima i bordi e poi l'interno.
Il colore Ivory 010 perfetto per il mio colorito, non fa stacco, e, avendo un leggero sottotono aranciato, va bene su occhiaie leggere o per rinfrescare lo sguardo, ma fa fatica su occhiaie molto marcate perché non è abbastanza caldo e coprente. 
Sui rossori e sulle imperfezioni se la cava, ma non è il prodotto adatto a mio avviso.
Sebbene non vada nelle pieghe, e sia confortevole da tenere su, non amo però mettere troppo prodotto perché dopo qualche ora va a creare un effetto leggermente secco/polveroso. Non va a seccare la pelle sottostante, né tira, ma l'effetto non è bellissimo, sembra quasi crepato. E se una pelle giovane, si nota, su una pelle più segnata non oso pensare. 
La durata è media, siamo intorno alle 5 ore, poi man mano le occhiaie tornano a galla prepotentemente.
Questo correttore di Catrice per me ha un enorme difetto: puzza di plastica, mortacci sua come puzza. Mi è parso di capire che questo odore fosse dovuto al prodotto che resta e si accumula nel tempo sul pennellino, infatti pulendolo al meglio il problema si argina, ma capite bene che rottura di scatole sia doverlo pulire ogni volta. Due confezioni su due mi hanno dato questo problema, credo che la matematica superi la sfiga.
Costa poco ma non lo ricomprerei.



14€circa//2.4ml//Profumeria//PAO 6m
Questo correttore Pupa ricalca un po' lo stile di quello Catrice, ma ne sembra quasi l'evoluzione. Con lo stesso stile si ruota una parte, e fuoriesce il prodotto. Non ha il pennellino, ma una sorta di spugnetta morbida ma rigida, con sei forellini minuscoli da cui esce il prodotto.
La consistenza  è più cremosa rispetto al quello di Catrice, un po' più spessa, ma resta comunque fluida. E anche questo lo applico allo stesso modo: stendo il prodotto sulle disgrazie, 10/20 secondi di tiraggio e sfumo. 
La copertura secondo me è media, anche se loro dicono che va da media ad alta, e una da una buona luminosità allo sguardo. Come quello di Catrice, non mi piace stratificarlo eccessivamente, perché dopo alcune ore tende ad assumere quello stesso aspetto polveroso e secco anche qui non in maniera esagerata, ma guardando da vicino si nota
A sua discolpa devo dire che questo di Pupa regge più a lungo prima di assumere questo aspetto cipriato.
Ci sono 4 colorazioni di cui una anche aranciata, io ho la colorazione 002 BEIGE, perfetto per la mia pelle perché ha un sottotono neutro leggermente rosato.


Ovviamente anche lui non va bene per occhiaie pesanti e sulle imperfezioni non è il top. È confortevole e le sue 6 orette se le fa bene.
Siamo in una fascia di prezzo più alta, ma trovandosi un po' in tutte le profumerie si trova in offerta.


In Crema


L'ho buttata,
4€//5.4gr//Online

Questa palette di correttori Elf l'ho utilizzata davvero parecchio tempo fa ma ve la metto in mezzo perché Elf è tornato ad essere distribuito anche in Italia dal sito ufficiale. Il packaging è semplice, carino e maneggevole con un pennellino un po' inutile. C'è pure uno specchio, ma così piccolo che boh.
Partiamo dal nome: lo chiamano "anti-occhiaie", il concetto è sempre quello dei colori complementari ma le tonalità sono sballate. 
Abbiamo la prima cialda con un color beige chiaro, un verde per i rossori, poi il rosa per le zone scure marrone/grigiastre e infine un beige più scuro (non scurissimo però).
Occhiaie what!?
Utilizzavo il beige più scuro per cercare di coprire le occhiaie - perché sì, se non hai un colore aranciato, provi con un colore leggermente più scuro della tua pelle - ma non è abbastanza caldo per contrastarle al meglio, al massimo per dare una leggera luminosità
Il rosa e il verde funzionano già leggermente meglio, ma tutti i correttori di questa palette sono davvero poco scriventi. Nu gliela fanno.
Ma, oltre ai colori e alla scrivenza c'è un altro problema: la consistenza
La consistenza di questa palette è strana, perché più che cremosa sembra oleosa, come burro sciolto, e quindi è come se non si attaccasse alla pelle ma tendesse a scivolare; per cui stratificare risulta davvero difficile. Immaginate come possa funzionare su una pelle grassa o su dei brufoli.
No way che lo ricompro.


Non l'ho buttato ma era messo male.
12.90€//9.5gr//Negozi KIKO, online//PAO 18m
Giuro che non è un post confronto, ma diciamo che il concetto di questa palette Kiko è molto simile a quella di Elf. 
Anche qui 4 colori per fare camouflage (quindi contrastare i colori della pelle) più un illuminante perlato che ovviamente non uso ma che comunque ho swatchato e mi pare una massa di glitter.
Quanto ai correttori hanno una consistenza particolare: una sorta di cream to powder ma soffice e si sfuma abbastanza bene. Non tanto, però, da stratificarla perché fa spessore e diventa pastoso, ed è meglio sfumarli con le dita, altrimenti col pennello, secondo me, si evidenzia un po' la polverosità della texture e può andare a segnare.
La confezione non è male: viene in una scatolina un po' inutile e la palette esternamente è gommatina. Non ci sono pennelli ma c'è uno specchio (che ho rotto, ma sette anni di disgrazia mi sembran quotidianità) già più utile di quello Elf .
Va veniamo ai colori dei correttori.
A sinistra abbiamo quello che i signori KIKO chiamano "beige" che ha una base molto gialla e servirebbe per le occhiaie su pelli chiare, ma su una pelle come la mia fa stacco. Il "lilla" va bene per le zone grigiastre in effetti, infatti lo applico sulla palpebra mobile ad esempio dove ho l'alone marrone; mentre il verde trovo che sbianchi un po' troppo ma resta utilizzabile. 
L'unico colore che uso con piacere è il "beige caldo" che sì è aranciato, ma una volta sfumato non crea grandi stacchi col resto dell'incarnato.


A volte faccio un mix tra beige, beige caldo e lilla, giusto perché ce li ho e come risultato non è male. Siamo su una buona coprenza media, ma non andrei a stratificare prodotto perché la texture è spessa e tende un po' a muoversi, quindi va fissato con un velo di cipria.  
Anche qui abbiamo una discreta durata di 7 ore.

Bio/Buon INCI

Al momento non ho ancora testato correttori liquidi con un INCI verde, ma arriveranno.

In Crema


15.30€//3.5gr//Bioprofumeria, online//PAO  12m
Il mondo del web ha per lungo tempo osannato questo correttore di Couleur Caramel, e quindi alla prima occasione l'ho preso. 
Partiamo dalla confezione: una cialda racchiusa in una scatolina di cartone riciclato che io trovo adorabile ma oggettivamente non è il massimo della resistenza. Sarebbe un prodotto non economico, se vogliamo (fermo restando che esistano prodotti ben più costosi), ma il prezzo si ammortizza nel tempo e comunque abbiamo 3.5 grammi di prodotto che non sono pochissimi. 
La texture di questo prodotto è molto cremosa e molto idratante, ma tutto sommato resta sottile sulla pelle, e non pastosa. Proprio per il potere idratante io lo uso e lo trovo perfetto d'inverno, perché non va a seccare o segnare; d'estate, col caldo, sarebbe uno schifio, che tempo 2 minuti me lo ritroverei sul mento.
Preferisco applicarlo con un pennello, nel mio caso il Deluxe crease brush di Real Techquines, perché riesco a prelevare meno prodotto e a sfumarlo meglio, e poi vado a scaldarlo un attimo con le dita.
Perché voglio prelevare meno prodotto? Perché comunque la formula è molto cremosa, e se si eccede con le quantità, si muove e finisce nelle pieghette sotto l'occhio. Infatti, sebbene i signori Couleur Caramel dicano che la copertura di questo prodotto sia totale, secondo me non è così. Direi medio-alta, ma non puoi andare a stratificare un correttore simile, perché ti migra ovunque. 
Deve essere fissato molto bene.
Questo colore 08 è ben bilanciato, per cui un aranciato che risulta adattabile a diverse carnagioni, da chiare a medie, e copre bene occhiaie abbastanza scure. Ovviamente non lo metterei sulle imperfezioni.


Su di me lascia un leggerissimo alone giallo, che io correggo con un correttore del colore della mia pelle, ma non è così palese da essere un passaggio obbligatorio. Se avete un sottotono più caldo del mio è perfetto.
Dalla sua inoltre ha una buona sfumabilità, un bel potere illuminante, e una ottima durata: anche un 8/9 ore, magari dopo l'occhiaia un po' torna fuori, ma al momento di rimuoverlo te lo ritrovi sul cotoncino. 
Un correttore bio molto buono, specie su una pelle secca, con i suoi ma. 


8.90€//1.5ml//Bioprofumeria, online//PAO 
Quando Neve Cosmetics uscì con questa linea di correttori, ci fu un gran chiacchiericcio sul web, ma subito molte persone restarono deluse per via della secchezza. 
Io non mi ero azzardato a provarlo proprio per questo, e perché il colore Light mi sembrava troppo giallo e nemmeno chiarissimo.
Quando però uscì la colorazione Fair lo beccai in offerta e mi son detto, "perché no?!".
La confezione di plastica ha un tappo a vite, e non ci sono però né scatoline né etichette che assicurano che il prodotto non sia stato aperto. È un packaging carino e resistente. 
La consistenza è cream-to-powder, come dice l'azienda ma sinceramente non l'ho trovata così secca come dicevano le molte persone di cui sopra. Ora, lungi da me dal dire che sia una formulazione idratante o che su una pelle secca e con pellicine possa andar bene. No, anzi, risalta il problema. Ma su una pelle normale, mista, o grassa va bene.
Siamo ad una copertura media, non stratificabile a mio avviso.
La colorazione è a sottotono abbastanza neutro, ma una volta sfumato non mi crea stacchi e si fonde benissimo col mio colore di pelle.


Lo utilizzo prevalentemente per due cose: coprire i rossori, ma non regge tantissimo su un brufolo appena spuntato (va meglio sulla macchia del post), e per bilanciare correttori troppo aranciati.
Infatti, sopra un correttore idratante come il Coleur Caramel ad esempio, è perfetto, perché oltre che coprire l'alone aranciato, aiuta a non farlo andare nelle pieghe, quasi fosse una cipria (non la va a sostituire del tutto però). 
L'ho utilizzato da solo sulle occhiaie e, con sotto una buona crema idratante, non mi fa l'effetto cartongesso, ma non è l'utilizzo che prediligo, specie perché per un'occhiaia pesante il colore è sbagliato. 
Certo, come vi dicevo nel Tag 7 Prodotti Irrinunciabili In Viaggio, dovendo scegliere un solo prodotto potrei optare per lui come all over.
Non mi piace tantissimo come si sfuma, bisogna un attimo scaldarlo e non ha una durata eccelsa malgrado la texture: siamo sulle 6 ore.

Matita/Stick



3.95€//3gr//Grande distribuzione//PAO 36m
Forse non moltissimo conosciuti questi matitoni correttori Lady Lya, a causa di una non ottima distribuzione. Si trovano in alcune Acqua&Sapone, o comunque in catene simili. Io infatti li ho acquistati in un negozio dalle mie parti di articoli per la persona e costano davvero poco (3.95€ da me). 
Si presentano come matitoni in legno, e già qui una prima qualità perché si temperano bene e la perdita di prodotto è quasi nulla, e hanno un tappino in plastica. 
La texture di questi correttori è particolare perché, sebbene possa sembrare dura, una volta steso e scaldato al contatto con la pelle, si stende e si sfuma molto bene, diventando praticamente cremosa
Basta picchiettarlo con le dita per scaldare il prodotto e poi do una veloce ulteriore sfumata con il Deluxe crease brush.
Si applicano anche molto facilmente, direttamente "colorando" la pelle, e non rilasciano né troppo, né troppo poco prodotto. 
In generale è una tipologia di prodotto che preferisco con la bella stagione, quando, vista la temperatura più alta, la mina dei matitoni ha una consistenza perfetta. Adesso è leggermente più dura e non è molto piacevole passarlo sul contorno occhi perché non scorre bene, per cui o si scalda la matita tenendola ad esempio un po' in tasca, o la si preleva dalla mina col dito, in modo da migliorarne la stesura. 
L'aspetto positivo è che in generale questi correttori si fissano molto facilmente, senza migrarmi nelle pieghette, per cui mettere una cipria è una precauzione più che un bisogno. Anche la durata non è affatto male considerandolo un concealer bio: 5/7 ore. Inoltre non seccano o segnano il contorno occhi.
Veniamo ai colori: purtroppo la Lady Lya non ci dà una grande scelta colori e questo è un po' un problema, perché sono 5 tonalità tutte adatte a incarnati da medio a chiarissimi. 
Io ho scelto il colore 438, che non è, al contrario di quanto dicono beige luminoso rosato, ma un colore aranciato. Una volta sfumato mi fa, ovviamente, un po' alone, per cui questo lo piazzo solo dove ho il blu dell'occhiaia.

Per poi bilanciare il tutto, e sul resto del contorno occhi, metto il 439 che è praticamente color Pier: un beige neutro-rosato chiaro. A me il risultato piace molto, la copertura è media e modulabile, e dona anche una buona luminosità allo sguardo.
Sulle imperfezioni va così così: rossori coperti, ma sui brufoli fa fatica a restare coprente a lungo e va settato con attenzione. 
Spero comunque lo producano per sempre.

(02 Miele)

3€//4.5gr//Profumeria//PAO 18m
Questo correttore di Astra l'ho scoperto da relativamente poco, ma l'ho testato già parecchie volte. Non ho capito se è ancora in vendita e gli hanno cambiato il packaging oppure è proprio cambiato il prodotto; però ancora possibile che lo troviate.
Dove trovare il marchio non so dirvelo, perché io l'ho trovato in un negozietto. So che si trova anche nei negozi gestiti da cinesi
Ci sono 4 colorazioni, ma nello stand (saccheggiato) che ho trovato, c'era solo la colorazione 02 che ho preso, la 03 e la 04 che però mi sembravano scure/strane. Se pensate vi fossero dei tester, inizio a ridere, perché figuratevi. 
Comunque lo 02 ha una bella colorazione aranciata che va bene per coprire le occhiaie, purtroppo è impossibile per me usarlo sulle imperfezioni.


Il packaging è in stick, un po' scomodo il fatto che circa un centimetro del prodotto non rientra completamente per cui si rischia sempre di sbeccarlo col tappo; in generale è un po' cheap, ma parliamo di un prodotto low cost e chi se ne frega, l'importante è che funzioni. E lui funziona benissimo.
Questo correttore ha un'ottima consistenza, cremosa, scorrevole e idratante, ma senza essere grasso.
Ciò vuol dire che puoi stratificarlo (senza esagerare) e modularlo in base alle necessità e senza che vada tutto nelle pieghe e senza la sensazione che la pelle tiri. 
Ovviamente bisogna fissarlo, e io seguo la stessa procedura che faccio per il Couleur Caramel, quindi lo correggo con il Nascondino di Neve.
La durata è anche molto buona, siamo sulle 6/7 ore.
Son curioso di vedere la nuova versione ma questa è super promossa. 

Questo è tutto per il momento, spero che questo post, un po' diverso dal solito vi sia utile, e ci sentiamo molto presto!






16 gennaio 2016

| Macbeth |
Operazione U.N.C.L.E.
| Carol |

Buon sabato a tutti!
Oggi si va di film, anche perché fra pioggia e neve, il cinema è il miglior rifugio. Oppure a casa, con un dvd, una copertina e i pop-corn. E vai di partyhard. 
Tre film, come sempre, 2 recentissimi e nominati agli scorsi Golden Globes, e uno un po' meno recente. 
Il caso volle che tutte queste pellicole sono ambientate in epoche quasi tutte lontane fra loro, quindi in pratica tutti in costume.

Macbeth (2016)


Paese di produzione: Regno Unito, Francia, Stati Uniti d'America
Durata: 113 min
Genere: drammatico
Regia: Justin Kurzel

Il destino di Macbeth è già stato scritto. Egli non è solo un valoroso guerriero, ma è destinato a diventare re di Scozia. Dopo la vittoriosa battaglia contro l'Irlanda alleatasi con la Norvegia, infatti saranno le sorelle Fatali a rivelare all'uomo i suoi prossimi successi.
Ma Macbeth non può attendere che il suo futuro si compia per caso, e così forzerà la mano al fato affinché tutto vada come predetto dalle streghe. 
Spinto anche dalla consorte Lady Macbeth, assettata di potere e sangue molto più del marito, Macbeth ucciderà il re e proseguirà la sua ascesa al trono in una crescente follia che distruggerà tutto ciò che aveva ottenuto.


Questo Macbeth è certamente un film adatto a coloro a cui piace il genere. Dall'alto della mia ignoranza mi pare di capire si tratti di una trasposizione abbastanza fedele dell'opera Shakespeariana e, come tale, ha un taglio parecchio teatrale. Non è quindi l'originalità della storia ad avere la meglio, ma proprio la creazione del film. Punti positivi certamente la regia, la fotografia, l'intensità degli attori, che nei monologhi danno il meglio di loro. Tanti primi piani che rendono bene la profondità delle emozioni, il dramma e la scena, e tanta bravura. Tuttavia per quanto mi riguarda ho avuto un po' un lack emotivo che ha reso una bellissima visione, leggermente più lenta e meno coinvolgente. Come abbassare e alzare la fiamma sotto una pentola colma d'acqua: può arrivare al bollore, ma può diventare tiepida. In questo caso i momenti di bollore sono stati pochi.
Belle anche le scene di azione.
Non posso dire che non mi sia piaciuto, posso dirvi però che se vi va di vederlo è meglio farlo al cinema, dove potrete cogliere il meglio dalle immagini, dai colori e dalle scene.
Memorabile la scena dell'incendio, molto evocativa e costruita davvero alla perfezione. 

Voto 7

Operazione U.N.C.L.E. (2015)

Titolo originale: The Man from U.N.C.L.E.
Paese di produzione: Regno Unito, Stati Uniti d'America
Durata: 116 min
Genere: azione, avventura, commedia, spionaggio
Regia: Guy Ritchie

Napoleon Solo, un agente della CIA, si ritroverà a collaborare, inconsuetamente, con un agente del KGB. Entrambi hanno alle spalle un passato burrascoso, ma dovranno mettere da parte i personali risentimenti per unire le forze contro un male maggiore. Siamo infatti negli anni '60, nel pieno della Guerra Fredda, e dei simpatizzanti nazisti stanno creando un proprio ordigno nucleare. Per sventare il peggio, pedina importante in questa operazione, sarà Gaby Teller, la figlia dello scienziato che sta lavorando alla bomba.


Giuro che non ho una passione smodata per i film di spionaggio ma, fra Spy e Il ponte delle spie, c'è finito di mezzo pure lui.
Su questo Operazione U.N.C.L.E. posso dirvi che la mia reazione è stata tiepida.
Bella la fotografia, belli i dettagli anni '60, tutto molto glam. Scorre anche bene, nelle sue due ore. Ha un taglio da serie tv, che da fan del genere non guasta; infatti è tratto da un telefilm che andava in onda in quel periodo. 
Ma, andando ad esaminare la trama, non è che ci sia tutta questa azione o intrigo così complicato. La trama è molto lineare, e non spicca per qualcosa in particolare.
Non ha una forte componente ironica, non è così movimentato, non è così ansiolitico. E' insipidino.
Manca proprio qualche ingrediente per rendere il piatto gustoso. I personaggi non portano nulla di nuovo allo spettatore, sono abbastanza stereotipati. C'è qualche momento simpatico, e qualche colpo di scena, ma secondo me sono molto diluiti nelle vicende.
Non so, considerando che dura due ore, potete spendere quel tempo con qualcosa che vi lasci anche solo un sorriso.

Voto 5 e mezzo.

Carol (2016)


Paese di produzione: Regno Unito, USA
Durata: 118 min
Genere: drammatico (ma mica tanto)
Regia: Todd Haynes

Due sguardi si incrociano per caso e restano irrimediabilmente legati l'uno all'altro. Therese fa la commessa in un negozio di giocattoli, è giovane e ancora non sa bene cosa fare della sua vita. Carol è una madre di famiglia, una donna adulta e benestante. 
Due animi diversi fra loro, ma che da quel primo momento non potranno più fare a meno l'una dell'altra. 
Tuttavia Carol è sposata, ed ha una bambina e deve affrontare il marito, innamorato di lei ma conscio della sua omosessualità.
Spinta dal desiderio di stare con la giovane donna, Carol organizzerà un viaggio in macchina, che presto però subirà uno stop e un dietro front, col conseguente distacco da Therese.


Mi aspettavo un po' di più da questo Carol, invece devo dire che mi ha un po' annoiato. 
Due ore di film che si condensano narrativamente quasi esclusivamente nell'ultima parte del film. I punti di forza sono una regia e una messa in scena molto curata nelle luci, nei costumi, nei dettagli. C'è eleganza, c'è garbo e compostezza nel modo in cui sono presentate le vicende. Gli anni '50 e lo stile che li contraddistingue sono ricreati alla perfezione. E certamente agli attori (o meglio alle attrici) non si può dir nulla in fatto di bravura. Cate Blanchett è bellissima, austera e elegantissima. 
Tutto bello, ma io non sono un tecnico e ci saranno altre centinaia di cose che non conosco; posso parlarvi però delle sensazioni che il film mi ha lasciato.
Ho avuto la sensazione che i personaggi fossero incompleti, mal costruiti. Non sappiamo granché di loro: Therese è giovane e inesperta e sogna di fare la fotografa, Carol più adulta e risoluta con una figlia e un matrimonio quasi alle spalle, ma finisce lì.
Non si capisce cosa Carol ci veda in Therese, però ne è persa. Therese ad esempio durante il viaggio in auto sta quasi tutto il tempo messa lì in un angolo, che un plaid ha più carattere.
La storia in sé è molto lineare, e, sebbene vi siano tutti gli elementi perfetti dell'epoca, manca qualcosa. Mi è mancata, ad esempio, la vera sensazione di oppressione, di esclusione, di riluttanza e anche di odio nei confronti dell'omosessualità, che poteva esserci in quel periodo storico. Carol la vive praticamente liberamente, e il marito più che preoccupato per lei o per quello che l'opinione pubblica possa dire, è soltanto innamorato. Therese è circondata da uomini che la vorrebbero sposare o comunque averla per sé, ma non ha pudore nel chiedere a Richard se si è mai innamorato di un uomo, né, poi, di rinnegare ad ogni costo il suo amore per la donna.
Mi è mancato anche il dramma, mi è mancata la passione bruciante o il dolore dell'allontanamento fra Therese e Carol: questa ha timore di perdere la figlia, ma riesce a trovare una soluzione senza troppi problemi. È come se tutto passi tramite la mente dei personaggi, ma non tramite la pellicola e quello che vede lo spettatore.
Salvo, come vi dicevo, la seconda parte, in cui quella mancanza di sentimenti viene un po' colmata e il finale aperto ti smuove un po' il battito del cuore.

Voto 6 +


E questo è tutto, non mi resta che augurarvi buon week-end, e ci sentiamo presto con tanti altri film. Vorrei recuperare man mano che escono in Italia, buona parte dei film nominati ai Golden Globes. JoyBrooklyn sono in pole position. 



14 gennaio 2016

|Beauty Cues Tag|
Flop Beauty 2015

Dopo la bella carrellata di Top Beauty proseguo il tag in cui mi avevano nominato Romina di Just MyselfMauro di Bio Change e Veronica di Véronique Biologique e ideato da Un'estetista tra i mulini Trucco...senza inganno; questa volta tocca ai Flop Beauty 2015.



Se sentite la risata diabolica, sono io che son contento di ammazzare prodotti a mio avviso scadenti. Il 2015 che è stato un anno flop sotto altri punti di vista, fortunatamente non lo è stato tanto dal punto di vista cosmetico, almeno un mezzo punto a favore ai 365 giorni appena trascorsi.
Certo, ci sono stati prodotti nì, ma nulla di sconvolgente. Ora invece andiamo ai flop!

Lush - Nonsimangia! - Sapone


Lush sa attirare sempre con profumi fantastici, alcuni esagerati, altri più piacevoli, e con nomi accattivanti, ma i prodotti loro mi deludono molto spesso purtroppo. Il sapone Non si mangia ad esempio l'ho trovato un detergente tremendo, su di me esageratamente sgrassante e aggressivo, sia sul corpo che sul viso. Il profumo, dolce, è piacevole ma non è persistente. Aggiungeteci pure che, come i prodotti Lush, non costa esattamente pochissimo. Flop all night long.

Viviverde Coop - Crema Contorno Occhi Rivitalizzante Protettiva


Crema contorno occhi che non rivitalizza né protegge, questa di Viviverde. La consistenza è un gel/crema insulsetto sul mio contorno, occhi secco ma cciovane, che però ti regala una strana sensazione di calore, sia mai che il tuo sguardo si raffreddi. A meno che non cambino formulazione, resta un Flop.

Collistar - Linea Uomo Crema Viso Superidratante Lenitiva


Sempre in tema di idratazione, questa crema di Collistar è un Flop. Intanto perché non è super idratante, come dicono loro, anzi, direi leggermente idratante, e secondariamente per il brutto odore erboso. Ricordo che non sapevo come finirla ed ho preso a mischiarla alla crema corpo. Fortuna che era un regalo perché immagino il costo.

Mil Mil Bio Natura - Shampoo Delicato Idratante


Questo shampoo più che un flop colossale direi che è stato un no deciso. Di lavare lava, e non è nemmeno aggressivo, ma mi aveva appesantito troppo i capelli, lasciandomeli flosci e, il profumo, erboso, non mi piaceva. Non lo ricomprerei.

Antos Cosmesi - Cera Labbra Menta e Liquerizia


Altro mezzo flop: la cera labbra Antos, che più che flop direi una grande delusione. Ne parlavano tutti benissimo e avevo grandi aspettative. Di idratare le labbra ce la farebbe e il profumo è gradevole ma la consistenza è troppo liquida/oleosa/sbrodolosa da scivolare via e non restare abbastanza sulle labbra per poter agire. Ne proverò altre, visto il costo, ma per ora Flop e tanta tristezza.

E questo è tutto. Vi vorrei tanto dire che i flop son finiti, ma credo che fra non molto arriverà un post con altri prodotti bocciati dell'ultima ora.
Intanto vi saluto e vi auguro buona serata.





12 gennaio 2016

Sensazioni al saldo del menefreghismo.

Questo 2016 è iniziato con una buona energia, o meglio una equilibrata energia, con qualche giornata di sole, e qualche giro allo scoperta di posti che sono ad uno sputo da me e non conosco nemmeno.
Nessun buon proposito però, benché nella mia mente ne abbia qualcuno.
Ma non avrebbe senso stilare una lista, sarebbe come dire che non mi conosco, non conosco i miei punti deboli su cui devo lavorare. Certo che li conosco, e vederli scritti davanti non mi aiuta a risolverli.
So per certo che nella mia mente è ben chiara questa gif,


e la proietto sul "grande" schermo della materia grigia, a bisogno, come le pillole.
Perché sì, dovremmo un po' tutti fregarcene degli altri e delle loro ansie e energie brutte.
Dal canto mio sto facendo un forte training autogeno per non farmi toccare, perché sì, c'è sempre la parolina che ti punge e c'è anche chi la conosce. Un po' la kriptonite dei poracci.
Ma ripetere nella propria mente quel "chi se ne frega" è liberatorio da far schifo.
Ti ci senti quasi in colpa, ma pure lì dici "chi se ne frega".
Ovviamente l'anno è iniziato da poco, ed è presto per parlare di soluzioni - anche se qualcosa sta arrivando - e ci si può mezzo inghippare.

Il primo mezzo inghippo sono stati gli sconti. Qui in Sicilia sono iniziati il due Gennaio, e io ho tentato di lanciarmi in qualche giro per negozi già giorno tre, conscio del fatto che, essendo domenica, sarebbe potuta essere una gara a chi sarebbe sopperito prima.
Non è stato tutto sommato così insopportabile la ressa.
Io appartengo alla categoria di persone che preferisce comprare a prezzo pieno, piuttosto che avere un pensionato che ti spinge e ti fa cadere a terra pur di prendere ciò che vuole. Anche perché una volta che mi rialzo, io ti pisto, mio caro pensionato.
Il problema è stato trovare un jeans in grado di cingere diciamo al meglio le mie forme burrose post natalizie. Un' impresa che non intendo ripetere molto presto, ma ce l'ho più o meno fatta.
Ho preso questo da OVS


Semplici e senza sdruciture strane, ma le taglie, ragazzi, sono probabilmente scelte a estrazione random.
E non posso non nominare la grandissima soddisfazione di aver trovato l'ultimo numero di un paio di scarpe che mi piacevano, queste di Kappa.

Farle meglio 'ste foto magari

Un maglioncino di qua, una sciarpetta di là da Piazza Italia e poi di nuovo scarpe.
Cercavo in effetti delle scarpe nere, e poi ho preso questo modello di Pull&Bear che trovo siano un buon connubio fra lo sportivo e il casual.

Ancora devono giungere fra le mie mani, ma ho buone aspettative. Tra l'altro ho avuto la botta di chiul di non pagare le spese di spedizione non so per quale offerta.
Finiti gli acquisiti fashion, son passato alle Yankee Candle; le fragranze natalizie vanno in offerta a metà prezzo, o per lo meno da me è così.

Ho preso la giara piccola di Season of Peace, ma in sincerità più perché non ho mai avuto una jar, e la tart di Cozy by the fire. In foto manca il votivo di Bundle Up, preso in un secondo round e che vi ho detto volevo provare. E mi son trattenuto in verità, perché sto cercando delle novità, 
Il tutto scontato dal 25 al 50%. Farò qualche altro giro ma per il momento le mie finanze possono star tranquille.

Undici giorni di Gennaio e già alcune cose mi hanno fatto riflettere.
Mi ha scaldato il cuore vedere che un uomo del mio paese di sua spontanea volontà, si sia messo a passare porta per porta, vestito da Babbo Natale per lasciare un piccolo regalo ai bambini.

È una sorta di cugino di mia nonna, e, sebbene fosse conscio del fatto che molti non avrebbero aperto nemmeno la porta per chissà quale timore, lui non si è fermato. Voleva salutare mia madre e con la scusa ci ha lasciato un pacchetto, mia madre ha insistito affinché lo tenesse e lo desse a qualche bambino. Ma lui no, era irremovibile perché, a suo dire " che babbo Natale sarebbe stato".
Per molti sarà una cosa kitsch, ma l'ho trovata adorabile. Non so quante porte si sia visto aperte, ma son quasi sicuro che tornerà il prossimo anno.
Che strani però che siamo: non apriamo la nostra porta di casa, ma facciamo entrare nella nostra mente e nel nostro cuore uno sconosciuto qualsiasi.

Mi ha scaldato il cuore il libro di Ferzan Ozpetek, Sei la mia vita.


In pratica una costante dichiarazione d'amore che il regista fa al suo compagno, di quelle che ti fanno un po' invidia, diciamolo, a cui però l'autore intreccia e lega le storie di altre vite, sue passate, o semplicemente di conoscenti o parenti.
Un libro che si legge tutto d'un fiato, che più volte mi ha fatto emozionare, e altrettante volte mi ha fatto fermare a riflettere. Ozpetk ci dice alla fine che le storie non sono solo frutto della sua fantasia, infatti risultano quasi tutte verosimili per cui ci ho ritrovato dentro alcuni ricordi.
Il risultato è una lettura attuale, seppur con continui flashback al passato, e divertente senza intoppi.
L'unica cosa che non ho apprezzato, ed è una sciocchezza ma mi son chiesto perché ogni volta, è stata la ripetizione di "famiglia tradizionale" come se Ozpetek avesse bisogno di affermare da che parte della barricata sta, o come se volesse toccare un ambito socio-politico particolare. Insomma non l'ho capito, ma è nulla rispetto al piacere avuto a leggere pagina dopo pagina.

Mi ha fatto sorridere il web che si è mosso per il cambio nome della rete MTV, che probabilmente cambierà nome in ha cambiato nome in TV8. Non credo che molti di quelli che si sono mossi abbiano visto un programma della rete nell'ultimo mese, anche perché della vecchia MTV non è rimasto nulla.


Risultati immagini per logo tv8

Già prima del cambio di nome in MTV 8 di musica ne veniva trasmessa ben poca, e adesso sono per lo più programmi che ondeggiano verso il trash. Comunque il gossip risulta smentito e al momento nulla di nuovo sotto il tubo catodico.

Mi ha fatto sorridere allo stesso modo la vittoria di Lady Gaga agli scorsi Golden Globes con American Horror Story.

lady gaga leonardo di caprio animated GIF

Ma davvero l'hanno premiata? Per cosa? Per una faccia immobile e un paio di scene di sesso tra l'altro noiose? Una stagione condita di tedio, impanata nel piattume e con un filo di sonnolenza e questa vince pure i premi. No. Mi spiace, non lo accetto.

Mi ha lasciato perplesso l'idea dei libri distillati.



Una nuova idea della casa editrice Centauria, che ha deciso di mettere in vendita alcuni best seller, non riassunti, ma sfoltiti nel contenuto, a loro dire per incentivare la gente a leggere (e acquistare libri). Quindi niente più scuse del tipo "non ho tempo".
La trovo una scelta proprio brutta. Diciamocelo, quella del tempo è proprio una scusa, o meglio, ci sta che a volte non riesci a ritagliarti del tempo per leggere, ma invece di terminare un libro di 200 pagine in una settimana, puoi benissimo terminarne uno da 500 pagina in più tempo. Non deve essere una maratona, deve essere un piacere. Piuttosto se non c'è voglia, c'è poco da cincischiare.

Mi ha stretto il cuore sentire parlare ancora dell'eredità di Lucio Dalla. Lungi dal far pettegolezzo, non avevo più seguito la vicenda, ma dopo essere appunto tornato dal mio giro di shopping, in TV ho sentito per caso Barbara D'Urso mentre diceva che Marco Alemanno, compagno per 8 anni di Lucio Dalla, era stato letteralmente sfrattato. La casa in cui viveva è stata messa all'asta dai parenti ereditari che avrebbero voluto, a loro dire, farne anche un museo.
Mi son immedesimato per un attimo in qualcuno che in un lampo si sarà visto portar via tutti i ricordi che lo legavano all'uomo che ha amato e ho pensato che non credo che sarei riuscito a sopportarlo, specie se me lo avessero imposto. Una doppia, profondissima perdita in poco tempo.
Non avrei resistito, ma poi ho riflettuto di come noi umani abbiamo la forza di sopportare cose che nemmeno immaginiamo di poter superare, e invece vi sopravviviamo, ma non dimentichiamo.






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