29 marzo 2019

|Sotto la copertina|
Uscite dalla mia libreria

Mi vergogno un po' visto che sono passati più di 8 mesi da quando ho chiacchierato con voi l'ultima volta di libri. Era esattamente lo scorso Agosto quando sono andato a sfogliare sotto la copertina, e confesso, non so come mai sia trascorso così tanto tempo, considerando il fatto che questo tempo è stato condito da qualche lettura, quindi, proprio come direbbe Tiziano Ferro, non me lo so spiegare.
Ma recuperiamo il tempo perduto.
I libri di cui vorrei parlarvi in comune hanno diversi punti: sono entrambi scritti da autrici straniere, raccontano entrambi di un mistero da risolvere, ed in generale non sono nuove pubblicazioni, ma restano comunque recenti.
Il primo è Urla nel silenzio della scrittrice inglese Angela Marsons.


Titolo Originale: Silent Scream
Autore: Angela Marsons
Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 316
Data di pubblicazione: 2016
Prezzo: copertina rigida € 4.16 / ebook € 1.99

Pare aver riscosso un grande successo sia in patria che fuori, ed è il primo romanzo di esordio di Angela Marsons, ma per me è stata una scoperta casuale, visto che faceva parte di una lista di ebook fra cui scegliere che era possibile scaricare gratuitamente su Amazon, non ricordo per quale occasione. Io ho scelto proprio Urla nel silenzio e non mi sono pentito, ma ho delle cose certamente da sottolineare.

Le vicende girano intorno ad una scia di omicidi commessi nella Black Country, che dal passato si ricollegano al presente, e che sembra non volersi fermare. Il dramma peggiore è che queste impronte di morte non riguardano solo adulti, ma anche bambini con un vissuto difficile, e sarà altrettanto difficile venirne a capo. Il caso verrà affidato alla detective Kim Stone, una donna dai modi schietti e mascolini, che dovrà sfidare persino i suoi superiori per tentare di risolvere la faccenda insieme al suo team. Un caso particolarmente scottante, intricato e duro, che poterà Kim a ripescare ricordi dal suo vissuto.

Urla nel silenzio è una lettura scorrevole, intrigante ma senza stancare troppo le sinapsi, che mi ha preso e mi ha fatto arrivare alla fine con curiosità. Si tratta del primo romanzo con questa protagonista e pare che Angela Marsons sia stata molto prolifica, con ben otto sequel che avrei voglia di recuperare prima o poi (anche se con questo ritmo, la signora avrà pubblicato altrettanti libri e io sarò ancora qui). I personaggi, nonostante siano diversi, non si investono o si sovrappongono a vicenda, ma ognuno ha il suo percorso più o meno approfondito. 

A riguardo avrei due parole da spendere su Kim Stone, che, nonostante sia appunto la protagonista principale, secondo me non viene raccontata in maniera molto dettagliata, e più in generale mi è sembrata molto stereotipata nella figura androgina di una ragazza amante delle moto e dai modi maschili. Tutto già visto in modo più interessante nella Lisbeth Salander di Stieg Larsson, per dirne una. Poi magari con i libri successivi la storia della donna si approfondisce, ed io non lo so, ma questo è quel che mi ha trasmesso dal primo volume. 
Anche i dialoghi sono un altro aspetto che mi hanno lasciato un po' perplesso, perché mi son sembrati  a volte un po' finti, robotici. 

È una storia comunque cruda, dura, che richiama alla mente immagini anche forti talvolta, e, nonostante non sia un giallo raffinato e per chi cerca un intrigo che si ricarica senza sosta, Urla nel silenzio è secondo me un thriller da leggere rapidamente, da "sotto l'ombrellone", per restare impegnati senza troppa fatica, ma con un intreccio che prende. E poi, se ve ne innamorate, Angela Marsons ha fatto una enciclopedia su Kim Stone, per cui non resterete affamati. 

Il secondo libro invece è una mia vecchia conoscenza che ho letto in una quantità di tempo vergognosa, direi anche anni, a più riprese, e mi riferisco a Entra nella mia vita di Clara Sánchez.



Titolo Originale: Entra en mi vida
Autore: Clara Sánchez
Editore: Garzanti
Pagine: 446
Data di pubblicazione: 2013
Prezzo: copertina rigida € 10.20 / ebook € 7.99

Capeggiava nella mia libreria, e non lo avevo acquistato io, ma la fama di Clara Sánchez era giunta anche alle mie orecchie da ignorante e gli ho dato una chance ma è stato un errore. 
Il punto di partenza di Entra nella mia vita è molto interessante ed attuale: Veronica è solo una bambina quando scopre, fra gli affetti della madre, una cartelletta di pelle con all'interno la foto di una bambina. Veronica resterà colpita per diverso tempo della sua scoperta e non potrà fare a meno di seguire le orme della madre Betty. La donna infatti solo un paio di anni prima della nascita di Veronica aveva avuto già un'altra bambina. Le dissero che era nata morta, ma il cuore della donna sentiva che quella era una menzogna e che le era stata strappata segretamente via, ed era convinta che avrebbe potuto ritrovarla. 

Entra nella mia vita secondo me ha tanti elementi sbagliati, che mi hanno spinto a finire questo libro in un tempo quantomai eccessivo. La struttura con due narratori secondo me è già un autogol perché si capisce troppo in anticipo parte del racconto, e quello che resta da scoprire a noi lettori è come si svilupperà la storia. Ma anche il come non è il massimo. La Sánchez secondo me ha dilatato troppo i tempi, ed aggiunto roba del tutto inutile, che non solo non va a particolareggiare e rendere l'intreccio narrativo magari più intrigante ed oscuro, ma risulta solo ripetitiva, quasi un voler prendere tempo per non dover rivelare troppo presto il finale. 

Altra cosa mal riuscita sono in parte i personaggi: mi son sembrati tutti un po' "morti", forse solo Veronica è quella che dimostra un po' di carattere, ma devo dire che l'immagine che mi ero creato di lei veniva di volta in volta smontata non appena la parola passava a qualcuno che la vedeva dall'esterno, ma in questo caso il problema potrebbe essere della mia immaginazione o del personaggio. Non è invece un problema certamente mio come viene rappresentata Laura, l'altra protagonista: pesante, lagnosa, moscia, ripetitiva, che crea poca empatia. Anzi più volte avrei voluto urlarle:


Ma parliamo del finale (senza spoiler ovviamente): oltre ad essere un po' anticipato, una volta che si raggiunge appunto questo finale, quel che resta dopo è, ancora una volta, inutile, quindi non solo hai fatto fatica a procedere, ma ti tocca fare ulteriore fatica a proseguire su una parte che non ha alcun valore nell'economia del libro. 

A mio avviso l'unica nota positiva di Entra nella mia vita è la scrittura scorrevole e un linguaggio semplice e chiaro, perché in caso contrario credo sarebbe rimasta una lettura incompleta per sempre. So che il precedente lavoro di Clara Sánchez, Il profumo delle foglie di limone, ha suscitato reazioni più positive, ma di imbarcarmi in un'altra situazione simile a quella vissuta con Entra nella mia vita, al momento, non mi va proprio. 


Prometto che Sotto la copertina ritorna presto e non fra altri, troppi mesi come questa volta. Fatemi sapere se vi va quali letture avete sul comodino.





27 marzo 2019

|Beauty Cues #MaskWednesday|
Maschere Coreane da Acqua&Sapone | GoldGlow



Se vedete un tipo che si aggira furtivo fra gli scaffali di Acqua&Sapone, sappiate che sono io ma non ho cattive intenzioni. Sto semplicemente cercando qualche novità o qualche cosmetico che potrebbe essere interessante da provare, ed in effetti l'ho trovato.
Fra i tanti prodotti sugli scaffali i miei occhi son caduti sulle maschere in tessuto di GoldGlow, trattamenti per il viso made in Korea.
Gold Milano si occupa infatti di importare e distribuire, alcuni brand fra cui appunto GoldGlow che consta al momento di sole due referenze, Detox e Collagene, ed io ovviamente le ho provate entrambe.


GoldGlow Maschera viso al Collagene anti-age



Fra le due maschere GoldGlow mi son lanciato subito su questa contenente collagene idrolizzato, anche perché i 30 si avvicinano, e nei mesi più freddi l'idratazione non è mai abbastanza.
Oltre al collagene in questo trattamento figurano anche altri estratti, come cetriolo ed aloe per rinfrescare, lenire e idratare e l'estratto di corteccia di salice bianco, che con la sua azione condizionante e delicatamente esfoliante migliora l'aspetto della pelle. Ma ci sono anche ad esempio gli estratti di due orchidee, che per ovvie ragioni non potevo non notare, che hanno funzione umettante ed anche anti age.
Per quanto riguarda la struttura della maschera, il tessuto ha buon spessore anche se la forma non è proprio perfetta. Non mi dà fastidio, ma ad esempio sul naso mi resta un po' sollevata, ma non è necessariamente colpa della maschera. Diciamo che ce ne sono di più malleabili che potete sistemare sul viso, questa GoldGlow non ha una particolare elasticità per cui poter seguire ad ogni singolo angolo del viso. L'adesione generale alla pelle è comunque buona, e non vado oltre ché ho già fatto abbastanza le pulci.
Il siero della maschera al collagene Gold Glow è liquido ed abbondante, non gocciola via ma basta per una applicazione ben più lunga dei 15 minuti indicati, che come sempre ho sforato.



Appena posata sul viso la maschera risulta discretamente fresca, ma non mi ha dato fastidio nonostante le temperature più basse in questo periodo. E la profumazione non l'ho ancora descritta perché mi è parsa fresca ma delicata, quindi poco percepibile. Come vi dicevo ho sforato i tempi di posa: non sono riuscito a tenerla fin quando fosse completamente asciutta, anzi l'ho rimossa che era leggermente umida qui e lì, ma sicuramente l'ho tenuta sul viso più di mezzora.
Una volta rimossa, la mia pelle appariva sicuramente più soda e compatta ed anche distesa. Inoltre la sentivo ben idratata, a fondo, non di quella idratazione che svanisce in due minuti. Non mi è parso di aver notato sul viso dei residui o di avere la sensazione che il siero non si fosse assorbito bene.
Già questo aspetto rende la maschera antiage di Gold Glow papabile per altri acquisti futuri, ma più in generale è comunque un trattamento gradevole e rilassante, che aiuta a rendere la pelle un po' più elastica e farla apparire più sana.
Non ho notato miglioramenti in termini di luminosità, ma non sono promessi da GoldGlow quindi non è un problema.
Le pelli normali e secche secondo me potrebbero apprezzarla.

INFO BOX
🔎 Acqua&Sapone
💸 €2.50/2.90
🏋 20 ml
🗺 Made in Korea
⏳  Scadenza sulla confezione
🔬 //
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸

Gold Glow Maschera viso Detox anti-impurità



Minori erano le aspettative sulla maschera Detox GoldGlow, ché ormai lo sapete che credo poco alle maschere in tessuto che promettono di avere un azione purificante, però l'ho provata con piacere.
Il tessuto è del tutto identico alla maschera al collagene, con però una profumazione agrumata più spiccata. Nulla che infastidisca durante la posa, almeno alle mie narici. Sul viso anche questa risulta abbastanza fresca, non dandomi fastidio ma certo non è la coccola calda e avvolgente che ti scalda nel cuore dell'inverno.
Mi hanno fatto sorridere gli estratti contenuti. Si legge sul retro:
"Gli estratti di limone per un’azione antiossidante ed un peeling immediato della superficie cutanea.
Sedano, cavolo, carota nutrono la pelle apportando vitamine e minerali con una funzione antinfiammatoria.
L’estratto di carbone e l’estratto di cenere vulcanica favoriscono il restringimento dei pori e prevengono l’eccessiva produzione di sebo."
Un po' effetto insalata, e lo so, sono stupido. Vi farei vedere questi estratti nell'INCI, ma credo ci sia stato un errore di stampa, perché la lista degli ingredienti è identica alla maschera al Collagene.



Anche con la GoldGlow Detox mi sono concesso una lunga posa, al  punto che l'ho rimossa dopo 40 minuti abbondanti nonostante la maschera fosse ancora leggermente umida. Quando ho tolto la cellulosa, non ho notato sinceramente alcun effetto sui pori, però la pelle era un po' più luminosa, sicuramente distesa e soprattutto ben idratata, cosa che la mia pelle nel momento in cui ho fatto il trattamento, necessitava particolarmente. Tuttavia devo segnalarvi che sentivo una vaga sensazione di appiccicoso e avevo impressione che, anche dopo un po' di tempo, il siero non si fosse assorbito alla perfezione in particolare nelle zone come i contorni del viso dove il siero tende un po' a depositarsi.
Insomma, in tutta onestà la Maschera Detox non mi ha stravolto per particolare efficacia, o piacevolezza, non è completamente bocciata e magari in offerta se vi va di provarla non credo vi manderà ai matti dal fastidio, però sia considerata da sola, che in rapporto alla maschera al collagene e in genera ad altre sheet mask, non l'ho trovata eccellente per più aspetti.

INFO BOX
🔎 Acqua&Sapone
💸 €2.50/2.90
🏋 20 ml
🗺 Made in Korea
⏳  Scadenza sulla confezione
🔬 //
💓⇒ 🌸🌸🌱


Come sempre, spero di avervi fatto conoscere un nuovo brand, o comunque di avervi tenuto compagnia, ma aspetto di sapere se vi incuriosiscono e se le avete viste dalle vostre parti. Per quanto riguarda GoldGlow spero che amplino la gamma magari con altri trattamenti per il viso oltre le maschere in tessuto.




22 marzo 2019

Candele profumate per tutte le tasche! 🕯

Quando ho pensato a questo post mi sono immaginato tutti quelli che odiano Yankee Candle, e che non sopportano l'acrobazia delle tart con il bruciatore e la tealight, fare la ola.
Perché sì questa volta voglio parlarvi di candele profumate in jar, che però non sono firmate dal noto marchio americano, ma da altre aziende più o meno famose e che, tra l'altro hanno anche un costo molto accessibile, sono facilmente reperibili e si prestano come idee regalo.


La Jolíe Muse
Sandalwood



Brand americano disponibile su Amazon, questa candela La Jolíe Muse al sandalo è stata un regalo della mia amica Simona (MissPenny09), e, nonostante al momento non mi sembra sia disponibile, ve la voglio segnalare perché l'azienda secondo me ha tante candele interessanti.
Ho impiegato un po' di tempo prima di utilizzare questa La Jolíe Muse perché effettivamente mi piaceva tenerla così com'è: ha questa scatola che già da sola fa una bella figura come confezione regalo, ma la candela già da spenta emana davvero una buona profumazione.
Le candele La Jolíe Muse sono composte da cera di soia da grano non OGM, a quanto dicono sul loro sito. Dicono inoltre di non usare solo oli essenziali perché questi potrebbero, in parole povere, disturbare la combustione della cera, ma i loro aromi seguono comunque le linee guida dell'International Fragrance Association.



La fragranza Sandalwood mi ha sorpreso, perché mi aspettavo una profumazione maschile, intensa, virile, se mi passate il termine, ma non è stato del tutto così. Già da spenta avverto una fragranza più fresca di quanto mi aspettassi, più floreale direi. Direi anche un po' pungente e di una intensità media, soprattutto se considerate che è spenta. 
Una volta accesa, La Jolíe Muse si conferma una candela dalla profumazione intensa, avvolgente, perché a mio naso perde un po' di quella freschezza che avverto da spenta, ma c'è quella parte ambrata un po' più dolce, un po' più morbida che va a mitigare comunque le note legnose del sandalo. Non si tratta di una fragranza particolarmente persistente nell'aria, ma che riesco a tenere accesa anche molto a lungo. La cera inoltre non fa tanti capricci: poche volte ho dovuto usare il trucchetto della copertura con l'alluminio. Alla fine non è rimasto praticamente alcun residuo né sul fondo né sulle pareti del bicchiere.
Mi sembra una candela adatta un po' a tutti gli ambienti, ma soprattutto soggiorno e camera da letto. 
La Jolíe Muse come vi dicevo ha un bel range di prodotti, cliccando qui arrivate al loro store Amazon e vi consiglio di dargli un'occhiata perché ci sono candele bellissime, specie quelle nelle confezioni in latta ed i costi vanno dai 10 ma non superano i 20 euro. La candela La Jolíe Muse Sandalwood è in un formato da 230gr quindi anche una buona durata.




Un altro regalo, ma questa volta proveniente dalla bioprofumeria ed e-commerce barese Gocceverdi.it che nel periodo natalizio mi aveva inviato alcuni prodotti da provare e che potevano essere una idea regalo, ma non solo. Fra questi c'era anche una candela della recente linea Purobio Home.
Dopo la linea cosmetica, l'azienda pugliese lo scorso anno, ha lanciato un'intera gamma di profumatori per ambiente, non solo declinati in 10 profumazioni diverse ma anche in formati diversi, come i diffusori in bastoncino, i saponi ed appunto le candele.
Purobio Home ha scelto fragranze composte da ingredienti certificati da CCPB, e le candele profumate sono composte dal 95% di componenti biologici, fra cere naturali come cocco, alba, carnauba.



Della linea io ho avuto modo di provare la candela profumata Passion, che anch'essa è contenuta in una scatola che la fa diventare subito un'idea regalo, complice le frasi poetiche che si trovano sul retro che mi sembrano quel pensiero carino un più che rendono la confezione non solo un involucro protettivo, ma una dedica a chi la riceve. Viene descritta come
"Netta, pura e frastornante come la Passione. Le note olfattive si contraddistinguono molto tra loro. La nota di testa è di Lime fresca e tropicale, seguita da un corpo di Cannella. A chiudere le note c’è la dolce coccola della Vaniglia."
Io posso dirvi che da spenta la mia percezione era quella di un aroma frizzantino, molto gradevole, una puntina speziata che però si perde nel lime. Una volta accesa però ho trovato una fragranza più calda, più speziata ma che resta morbida tanto che personalmente non la associo ad esempio alla stagione delle feste invernali, ma in generale mi sembra più adatta al periodo freddo.



Nel corso del tempo di combustione, la candela Passion Purobio Home riesce a saturare l'aria con una profumazione che a me però non infastidisce, non diventando invadente o pesante.
La cera della candela si fonde senza fatica, e sono state poche le volte in cui non si formava la piscinetta. Anche in questo caso, un prezzo accessibile: le candele costano € 9,90, ed offrono circa 20 ore di combustione grazie al formato da 120ml. Io sicuramente ripescherò nella collezione di Purobio Home e se siete di Bari o zone limitrofe andate da Gocceverdi ad annusarle o scopritele sul sito. 


Fragranteria
Gelsomino d'Inverno



Una vera scoperta è stata Fragranteria che ho scovato per caso sul sito di Tigotà. Credo che si tratti di una esclusiva de negozi del gruppo Gottardo, da cui è distribuita, ma che è prodotta da una azienda di Amsterdam. Il range che compone Fragranteria è davvero ampio, suddiviso in tre grandi linee Class, Herbal e Stilos; ma a sorprendermi non è tanto il numero di fragranze, che purtroppo non è molto ampio, quanto per come sono declinate: buste aromatizzate per armadi e cassetti, diffusori in bastoncini, tealight profumate, cialde da sciogliere nel bruciatore, fragranza spray per tessuti, oli essenziali e due diversi formati di candele profumate. Per iniziare io ho provato la Pillar Class nella profumazione Gelsomino d'Inverno che viene descritta come
"fragranza floreale del gelsomino resa unica dai sentori di fresia, caprifoglio e muschio bianco."
A naso è fra le candele che mantiene più o meno un odore simile sia da accesa che da spenta: io avverto la floralità dell'aroma, ma sento anche un velo di muschio ed una punta di talco che rendono la candela davvero piacevole, non banale ed elegante, adatta un po' a tutte le stagioni, nonostante tenda ad essere fresca.
Anche in questo caso è una di quelle profumazioni che nel corso della lunga combustione non mi danno per nulla fastidio, ed anzi è stata apprezzata molto in casa (nel senso che non se ne sono lamentati e questa è una vittoria, ve lo posso assicurare). Dall'altro lato però non è particolarmente persistente, per quanto per me non sia un difetto.



Fragranteria dice che la combustione dei loro pillar è di 25 ore e che il coperchio metallico serve a spegnere la candela limitando il fumo. Io posso dirvi che la candela la spengo, come sempre, immergendo lo stoppino nella cera, tecnica che funziona bene; posso anche dirvi che anche in questo caso non ho avuto problemi a far sciogliere in modo omogeneo la cera, che si è consumata completamente fino alla fine. 
La linea Fragranteria ha anche un prezzo ottimo: tutta la gamma va dai pochi spicci per restare sotto i 10 euro. Se la beccate da Tigotà, datele una chance. 
Qui ho messo alla prova altre candele di questa azienda.


Spero di avervi fatto conoscere tre brand che per me almeno sono stati tre scoperte molto interessanti, perché il connubio candele profumate ed economiche non è sempre facile.
Fatemi sapere se le conoscevate ma soprattutto quali altri marchi non devo lasciarmi sfuggire. E se vi va seguitemi su Instagram dove spoilero spesso e volentieri nelle storie quel che sto usando, qui e qui trovate i miei profili.




19 marzo 2019

|Beauty Cues|
The Ordinary 100% L-Ascorbic Acid Powder: come si usa e tutti i pro e contro!🍋

La vitamina C è diventata uno dei miei ingredienti cosmetici preferiti da almeno quattro anni a questa parte, tanto da essere oggetto di un lungo approfondimento sul perché questo elemento mi piace tanto, su perché lo ricerco da così tanto tempo e quale efficacia promette di avere sulla pelle, e tutto questo lo trovate cliccando qui.
Il mercato cosmetico ormai è pieno, anzi oserei dire satollo, di cosmetici con Vitamina C o uno dei suoi derivati, ma noi che amiamo la skin care non ci accontentiamo e vogliamo il meglio: l'acido ascorbico.
La forma pura della vitamina C, appunto detta ascorbic acid, è l'antiossidante a cui aneliamo in quanto è la sua versione più potente, ma non è facile trovarla nei cosmetici per via di una certa instabilità e difficoltà generale nella formulazione.
Un esempio? La Vitamin C Suspension 23% + HA Spheres 2% di The Ordinary, di cui ho parlato qui: una texture sì fluida, ma granulosa, poco piacevole da utilizzare tanto da sembrarmi uno scrub (pare che abbiano migliorato la formulazione di recente ma non l'ho più ripreso quindi non saprei con certezza). Il rischio per l'ascorbic acid di ossidare, e quindi diventare non solo inefficace ma anche dannoso, è inoltre alto, ed immagino che chi produce cosmetici che devono stare sullo scaffale per un tempo indefinito, non voglia correre rischi simili.
All'urlo quindi del "E fattell' tu!", Deciem ha pensato di farci giocare ai piccoli chimici creando la 100% L-Ascorbic Acid Powder.



Dopo averci avuto a che fare per diverso tempo sono riuscito a farmi un'idea precisa su questo prodotto, specie sui pro e i contro che ho scoperto strada facendo, ed ho raccolto tutte le informazioni generali che credo siano necessarie per usarlo al meglio.

Cos'è?

La L-Ascorbic Acid Powder è appunto polvere di vitamina C pura a 325 Mesh, ovvero l'unità di misura che indica le dimensioni delle particelle della polvere. Perché sì, è una polvere davvero sottilissima, impalpabile, al tatto letteralmente non si sente fra le dita, ma sembra un po' amido per come tende ad ammassarsi. Svolazza un po', sporca appena in giro se non si fa attenzione, ma non è un problema mastodontico gestirla, anzi, in qualsiasi mix si scioglie molto molto bene.
"Il formato di questa formula è una polvere di acido ascorbico molto fine, anidra e, come tale, fornisce l'esposizione più diretta di concentrazioni estremamente elevate di vitamina C per via topica."
Il concetto è quello di un ingrediente puro che può andare a personalizzare, almeno sulla carta qualunque prodotto, così da avere il potere antiossidante della Vitamina C, sempre fresco, senza il rischio che ossidi perché in teoria ti componi il tuo shot al momento.



Vi dico subito che, come specifica The Ordinary, la L-Ascorbic Acid Powder non può essere utilizzata in contemporanea con prodotti che contengono EUK 134 o Niacinamide (con quest'ultima c'è chi afferma il contrario, ma ne avevo parlato nell'approfondimento di cui sopra), ma loro sono sostenitori che anche del fatto che l'acido ascorbico contrasti l'efficacia dei peptidi, quindi sarebbe bene non mischiare la polvere con appunto sieri o creme di questo tipo.
Sottolineano invece il fatto che può provocare un formicolio molto intenso per almeno due settimane, ma secondo me si può arrivare anche a vere e proprie situazioni irritative se non usato con cautela, e se non si inizia con percentuali molto basse.
Un'altra controindicazione è quella di non mixarlo con ovviamente alfaidrossiacidi o comunque sostanze acide in genere. Idem per quanto riguarda il retinolo, perché sono entrambi due agenti potenzialmente irritanti. In questi casi conviene alternare.

Come si usa?



Qui vengono i problemi, perché sul sito di The Ordinary non ci sono molte indicazioni sull'uso della L-Ascorbic Acid Powder: loro semplificano la cosa in un mix di un po' di polvere e il trattamento a scelta da fare sul palmo della mano, ma secondo me non è così semplice.
Nella loro guida alla Vitamina C aggiungono anche
"Raccomandiamo di usare da un quarto a mezzo misurino mescolato con 5-10 gocce di siero o le dimensioni di un seme/centesimo di prodotti in crema."
The Ordinary inserisce all'interno di ogni confezione un piccolissimo cucchiaino che servirebbe a dosare l'ascorbic acid, anche se non è lo strumento ideale per prendere le piccole quantità di cui abbiamo bisogno, in quanto è troppo grande e poco preciso da misurare. Per fare un esempio, se volessimo usare solo metà cucchiaino di polvere è un po' difficile da calcolare con certezza.
Andare completamente ad occhio credo non sia l'ideale per varie ragioni.
Sappiamo che, per funzionare, il PH della soluzione di vitamina C deve essere a circa 3.5: sotto questo livello sarebbe troppo irritante, sopra potrebbe essere poco efficace.



Capite da voi che prendere un po' di polvere a caso, e metterla in un po' di siero a caso, attuare la barbara pratica di massaggiare tutto il composto fra le mani e poi metterselo in faccia, comporta due rischi: il primo è che non si sa se quel mix può effettivamente agire, non sappiamo che PH abbia o che percentuale abbiamo creato; ma rischia anche di essere irritante per la pelle.
Se avete dimestichezza con i cosmetici fatti un casa saprete già tutti questi dettagli, magari avete una vostra ricette per farvi sieri alla vitamina C e gli strumenti adatti per creare, ma io ad esempio non ho nulla, nemmeno una bilancia di precisione.
Quindi mi sono mosso così: la mia idea era quella di creare un siero viso con il 20/25% di L-Ascorbic Acid Powder, ne consegue che devo fare un rapporto matematico, fra la polvere e il liquido in cui discioglierla. Il mio rapporto è:
2x0.25=0.5
Dove 2 sono gli ml di siero o crema che voglio come base, 0.25 è la percentuale che vogliamo creare e di conseguenza 0.5 sono i grammi di polvere che dobbiamo utilizzare.
Il mio è solo un esempio perché poi potete applicare questa formula base a qualunque percentuale preferite. Capisco che una soluzione al 25% di ascorbic acid è tanto, anzi direi il limite, ma la mia pelle è abituata, e poi ci sono scappatoie.
A questo punto se non siete così


significa che non sto facendo bene il mio lavoro.
Scherzi a parte ci tengo a precisare che questa non è farina del mio sacco, ma si basa su tante ricerche fatte in questo periodo, e che comunque tutto questo calcolo non è qualcosa che mi son inventato io perché mi sento Sheldon Cooper. Anzi vi ricordo che non sono un chimico quindi prendete il tutto come amatorialità cosmetica.
Per creare il mix ci serve solo un contenitore pulito di vetro scuro. Il contenitore serve perché 2 ml di siero sembrano pochi, ma non lo sono, per cui se seguite le mie indicazioni, vi creerete un piccolo batch che vi basta dai due ai quattro giorni. Anche le 10 gocce che l'azienda suggerisce non sono poche, se ci fate caso.
Come facciamo a misurare la polvere e soprattutto il liquido in cui scioglierla? Ci tocca farlo ogni volta magari con una bilancia?
No, è semplice.
Sappiamo che premendo una volta il contagocce dei prodotti The Ordinary, questo preleva circa 1ml di siero. Poco più che metà tubicino di vetro.


Sappiamo anche che il cucchiaino contenuto nella L-Ascorbic Acid Powder se riempito in modo raso, preleva circa 0.5 grammi di polvere. Il gioco è fatto, quantomeno se volete seguire le percentuali che ho utilizzato io. Purtroppo, come vi dicevo, a meno che non abbiate una bilancia di precisione, e la tirate fuori ogni volta, fare altre misurazioni è complicato almeno usando il cucchiaino in dotazione.
Se pensate di farci, ad esempio 10ml di siero in una volta, ve lo sconsiglio, perché vi ritrovate con un composto instabile, che può ossidarsi, quindi sarebbe uno spreco.
In genere quando un prodotto con vitamina C ossida, diventa di un color ruggine intenso.

Con cosa si può mischiare?

La 100% L-Ascorbic Acid Powder può essere disciolta in soluzioni oleose, acquose e cremose, ed io ho provato tutti questi metodi e non solo.
Regolandomi sulle quantità con il contagocce dei prodotti The Ordinary, ho preferito usare i sieri di questa azienda, anche per un senso di continuità, ma questo non esclude che possiate usare altri sieri e creme. Ovviamente guardate l'INCI ed evitate quegli ingredienti con cui non è possibile mischiare l'acido ascorbico.
Il primo mix che ho testato è stato quello con un prodotto oleoso. Il motivo è semplice: gli oli, non contenendo acqua, non hanno problemi di PH, quindi è più difficile far casini e rischiare che il mix sia irritante. Il contro però di mischiare la polvere di vitamina C con oli è che risulta un po' meno efficace, proprio per questioni di assorbimento.
Io ho provato con il Resveratrol 3% + Ferulic Acid 3% di The Ordinary appunto.


Questo è uno dei mix più gettonati in giro sul web perché effettivamente il resveratrolo si sposa bene con la L-Ascorbic Acid Powder, la aiuta nella stabilità, ne amplifica il potere antiossidante e la texture oleosa e piacevole del siero lo rende una buona miscela.
A me, se ricordate dalla review, il Resveratrol 3% + Ferulic Acid 3% non aveva fatto impazzire, non lo trovavo estremamente efficace, però mischiato con la polvere di Vitamina C mi ha soddisfatto decisamente di più: intanto la polvere si scioglie bene, il composto non risulta affatto granuloso, e la soluzione risulta un po' più asciutta e facile da assorbire rispetto che usarla tal quale. Questo mix non mi ha dato alcuna reazione o pizzicore, ma è stato un booster di luminosità per la pelle, penso sia perfetto per pelli secche e per chi ha un po' di sensibilità alla vitamina C.
Subito dopo mi sono lanciato con un siero acquoso e qui sorgono un po' di problemi, perché il composto può diventare molto strong. Io ho scelto il Hyaluronic Acid 2% + B5.



Anche questo mix mi è piaciuto ma le prime volte ho avvertito un lieve pizzicore. Nulla che sfociasse in irritazione, ma si avverte chiaramente che il prodotto sta agendo ed è arrabbiato. Col senno di poi ho capito che ho fatto bene ad iniziare con un prodotto oleoso prima, e mi sento di consigliarvi di muovervi così, per dare alla pelle il tempo di abituarsi. Comunque c'è chi non ama il mix Hyaluronic Acid 2% e L-Ascorbic Acid Powder, perché lo trova appiccicoso, ma personalmente non ho avuto questa sensazione: ho notato che il miscuglio si comporta come il siero a base di ialuronico usato puro, si assorbe bene e non lascia residui, o alterazioni in genere.
Ho poi provato con un prodotto in crema ed ho scelto il Natural Moisturizing Factors + HA sempre di The Ordinary.


Vi starete chiedendo come ho misurato la crema e la risposta è semplice: con il cucchiaino in dotazione alla polvere di acido ascorbico, ne servono esattamente quattro per il mio mix. Dopo un periodo di prova sinceramente mi regolavo ad occhio, e diciamo mi potevo concedere qualche sgarro visto che venivo da un utilizzo intenso con i mix precedenti. Anche il Natural Moisturizing Factor non mi aveva fatto impazzire come prodotto, ma il mix con la vitamina C per me è promosso: la consistenza risulta meno unticcia della crema usata da sola, e non ho avvertito alcuna sensazione di pizzicore o irritazione.
Un altro mix con una crema viso che mi è riuscito bene è quello con la Hydro Effect Day Cream di Lavera, anche in questo caso nessuna alterazione della consistenza.
Per finire ho utilizzato la L-Ascorbic Acid Powder come maschera, mischiandola alla Maschera Peel-off di La Saponaria.


In teoria si potrebbe mischiare a qualunque trattamento, ma la mia mente mi fa associare la vitamina C a qualcosa di idratante ed ho scelto quella maschera agli alginati. Ho dovuto fare un po' di prove perché notavo che se mischiavo tutte le polveri insieme, la maschera tendeva ad aggrumarsi, quindi ho capito che la soluzione è prima far sciogliere la polvere della maschera e solo alla fine aggiungere la L-Ascorbic Acid Powder. Inutile dire che ho amato il risultato, ma la maschera La Saponaria mi piace a prescindere. Ovviamente se usate una maschera già composta o più semplice da gestire, non avrete problemi di grumi. In questo caso ho messo sempre 0.5 grammi di polvere, ma ovviamente la percentuale perde di senso visto che il composto è più abbondante dei 2ml di siero.

Veniamo ai Pro...

La 100% L-Ascorbic Acid Powder di The Ordinary mi ha dato tutti i benefici che ottengo da tempo con la vitamina C e forse anche di più, in termini ad esempio della durata della macchie post brufolo. Mi piace perché, una volta capito come utilizzarla, si riesce a personalizzare il proprio trattamento, anche se si tratti di quei prodotti che magari tal quali non ci fanno del tutto impazzire, ma che possono acquistare vita nuova grazie a questa polverina magica. È perfetta anche per chi fa fatica a trovare un siero viso alla Vitamina C completamente naturale: con la L-Ascorbic Acid Powder può potenziare quello che già si ha e si ama. In generale tutti i mix che ho fatto sono stati piacevoli, non mi hanno creato problemi ed irritazioni, e la polvere si scioglie bene, e non va a variare di troppo la consistenza originale del prodotto. 

ed ai Contro

Mi sento di consigliare la L-Ascorbic Acid Powder solo a chi ama in maniera spasmodica la vitamina C e la usa con costanza. Il barattolino dura davvero tanto, considerando la quantità di polvere che si usa di solito, quindi è perfetto per gli habitue, meno per chi si annoia. Lo sconsiglio inoltre a chi viaggia spesso perché tutto questo giro di mix, provette, cucchiaini e calcoli matematici non è pratico.
In generale credo che la L-Ascorbic Acid Powder sia adatta a chi ha un po' di dimestichezza e di esperienza con questo elemento, non è un entry-level, perché il rischio di fare un danno può essere elevato. Il problema della creazione del mix secondo me è rilevante: riuscire a creare una concentrazione di acido ascorbico un po' più accurata non è semplice come si può pensare, e non perché io sia un rompiscatole, ma perché la chimica dice così. Anzi io sono stato fortunato perché posso utilizzare concentrazioni elevante, posso sbagliare magari le percentuali, ma chi non può o non vuole un mix troppo forte, si ritrova nei guai. Il mix che io creo, per quanto misurato, non è preciso, non lo controllo, come sarebbe giusto fare, con cartine al tornasole per misurarne il pH ad esempio.
Mi spiace che The Ordinary, sempre così precisa nel dare informazioni sui prodotti, in questo caso sia stata un po' superficiale: il cucchiaino è troppo grande per fare quel mix istantaneo di cui parlano loro, per esempio. Nonostante i buoni risultati con questo prodotto, il fatto che l'abbia usato con piacere, ed il fatto che non mi abbia stufato, complice la sua versatilità, sinceramente non lo ricomprerò, ma preferirò sieri e creme già pronti, che magari hanno concentrazioni di attivo meno elevate ma sono più pratici.

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Lo so, una maratona più che una recensione, ma ci tenevo ad essere più chiaro possibile, e a toccare tutti i dubbi che io stesso avevo quando ho acquistato questo prodotto. Ovviamente possiamo sempre confrontarci nei commenti perché nessuno nasce imparato.
Voi avete usato questa polvere di acido ascorbico? Che mix avete creato? Siete amanti delle ricette fai da te o preferite prodotti già pronti?

Se vuoi conoscere la mia esperienza con tutti i prodotti The Ordinary che ho utilizzato in tre anni, clicca qui!



15 marzo 2019

{Recensione Film 🎥🎬}
Recuperi tardivi... tutti in ombra. 😏👥

Ci siamo lasciati ormai da un pezzo gli Oscar 2019 alle spalle, ma di film da vedere ce ne sono a iosa e quindi mi son lanciato in un lento ma costante recupero.
Lento perché di questi tempi i film durano quanto la messa di Natale con tanto di auguri fuori dalla chiesa, scambio di regali e traffico in tangenziale, quindi ti devi organizzare per tempo, ma non meno piacevole.
Certo, non mi sono trovato ad avere a che fare con pellicole che mi hanno colpito come la scorsa volta, ma se la sono cavata bene.


Vice - L'uomo nell'ombra (2018)


Dick Cheney è un uomo comune, con un lavoro comune ma è vittima del suo alcolismo, e questa sua dipendenza lo porterà molto lontano
Da semplice operaio spesso ubriaco, Dick darà una svolta alla sua vita, complice l'aiuto della moglie Lynne, in una scalata che lentamente lo porterà ad uno dei ruoli più potenti d'America: la vice presidenza degli Stati Uniti durante l'amministrazione di George W. Bush.
Cheney diventerà un burattinaio oscuro che riuscirà a muovere i fili dei personaggi dietro quella che sarà una delle pagine peggiori della nostra storia contemporanea. 



Vice - L'uomo nell'ombra era nella lista di quei film da recuperare ma non ha avuto una precedenza perché immaginavo già che ci sarebbero stati tanti aspetti che mi avrebbero colpito, ma avevo anche alcune perplessità generali, che sono poi state confermate.
Io dividerei il film in due parti. La prima, quella degli inizi e dei primi passi di Cheney nella vita politica alla fine degli anni '60, è quella che mi ha coinvolto meno, e potrei dire che forse è colpa mia in quanto quella parte storica in particolare la sento meno vicina a me per ragioni cronologiche. Però devo anche dire che questa scalata al potere non è tratteggiata in modo estremamente dettagliato. Credo che per completezza probabilmente è meglio fare un approfondimento a parte su quel periodo storico, perché in Vice sembra quasi si salti da un Dick inesperto stagista ad un personaggio più maturo e consapevole, e questa mancanza di dettagli fra un passaggio e l'altro della su carriera secondo me peggiora a causa dei flashforward alla maturità e agli anni della sua carica come vicepresidente.
Non voglio dire sia un film incasinato, perché grazie alla voce fuoricampo narrante, ci si orienta sempre e si chiariscono alcuni punti, ma credo ci sia uno sbilanciamento.



Molto più coinvolgente per me è invece la seconda parte del film, quando Cheney rivela quella sua abilità di manipolare fatti e persone per perseguire la sua idea, il suo ruolo e i suoi interessi. Una parte a mio avviso più dettagliata, forse anche troppo da poter essere sfoltita, in cui c'è un maggiore approfondimento psicologico, nonostante poi magari questo non sia coerente con le azioni.
Non aspettatevi una biografia comunque, in nessuna di queste ipotetiche parti, banale o didascalica, perché la regia ed il montaggio giocano un ruolo fondamentale nel dare un ritmo sempre incalzante e condendo Vice con ironia, satira, sarcasmo e con diversi espedienti che tengono tesa l'attenzione dello spettatore e lo richiamano per ricordargli che quella a cui stanno assistendo è la realtà, che quei personaggi un po' sopra le righe hanno davvero influito sui fatti e che siamo noi stessi, seppur in parte, i protagonisti.
Non manca ovviamente una certa crudità delle immagini, dei dialoghi, delle emozioni.


Mi hanno colpito, a proposito della regia, queste immagini della pesca, inserite qui e lì, come metafora di un uomo che pazientemente, immerso in questa acqua stagnante la cui superficie brilla, ma che sotto è torbida e buia, allunga e ritira il suo amo, armeggia con la canna e si muove lentamente. Mi sembra un modo perfetto, in poche immagini, di descrivere Cheney e il suo ruolo politico. 
Inutile dire che l'altra carta vincente di Vice - L'uomo nell'ombra è il gruppo di attori che hanno raccolto e di cui non serva che io sottolinei la bravura e le capacità che mettono sul banco, complice anche una cura particolare nel trucco e parrucco. 
Tutte queste qualità restano, ma secondo me questo è un film che racconta vicende credo note o conoscibili che non sono forse le più interessanti, e che nonostante l'originalità della chiave di lettura, può risultare in parte un po' pesante, un po' caotico e non sempre estremamente coinvolgente. 

Titolo originale: Vice
Genere: storico, biografico, commedia, drammatico
Durata: 132 minuti
Regia: Adam McKay
Uscita in Italia: 3 Gennaio 2019
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Voto 7



The Wife – Vivere nell'ombra (2017)

"Dietro un grande uomo, c'è sempre una grande donna" dice un detto popolare forse un po' sessista, ma in parte vero, a giudicare le vicende di Joan Castleman e del marito e scrittore Joe, e della importanza vitale della donna nella carriera dell'uomo.


Joan è stata infatti al fianco del marito per quasi tutta la sua attività lavorativa, fino al culmine più alto per uno scrittore, ovvero la vincita del Premio Nobel nel 1992, evento che porterà la donna non solo in un viaggio fisico, per attendere alla premiazione, ma anche uno metaforico, ripercorrendo i passi della propria vita a fianco di quell'uomo che così tanto le ha tolto.
Le mie aspettative in The Wife devo dire che erano abbastanza alte, complici tutte le buone opinioni sparse in giro. Tuttavia devo dire che non sono stato del tutto ripagato. 



Anche in questo caso, colpiscono le interpretazioni veramente ottime, sia di Glenn Close che di Jonathan Pryce, due attori più che rodati, che calzano bene nei loro ruoli. Sicuramente la prima è  colei che ha attirato maggiormente l'attenzione sul film, per le varie candidature fra cui una agli Oscar come miglior attrice, ma Pryce se la cava bene a dare il volto di quest'uomo pieno di contraddizioni, infedele, ammaliante, ma poco affidabile.
Ma oltre a questa buona qualità, The Wife non mi ha proprio stravolto con un susseguirsi di emozioni inattese, anzi mi è parso abbastanza prevedibile.



Glenn Close, ve lo dico subito, per quanto mi riguarda, nonostante le sue doti e la sua carriera, non meritava per questo film, la statuetta. Lei è bravissima, spesso a funzionare sono solo le sue espressioni più che il dialogo, ma il suo ruolo secondo me non le consente di scavare estremamente a fondo in un range di emozioni particolarmente ampio, e questo mi permette di collegarmi alle ragioni per cui The Wife non mi abbia stupito. 
Non serve molto impegno nel capire cosa si celi dietro l'ombra dei personaggi: ho dovuto persino trattenermi nel raccontarvi le vicende perché la storia scorre su un sentiero così lineare da essere facilmente spoilerabile. Vengono aggiunti alcuni brevi filoni al fine di arricchire e in parte dare la scintilla che dà l'input, ma dove volessero andare a parare con The Wife per me è stato comprensibile fin da subito, per quanto tutto sommato la storia risulta credibile sulla carta.
Lo sviluppo in questo senso però purtroppo non aiuta a rendere il dramma emotivo più solido e profondo, ma anzi forse lo azzoppa.


Il passaggio fra la gioventù dei protagonisti e la maturità, mi ha fatto sorgere un dubbio importante: se posso capire una ragazza giovane, ammaliata dal fascino del bello e poco dannato professore di letteratura, che guarda con gli occhi inesperti di un primo amore, mi sfugge come una donna matura, anzi quasi nell'ultima parte della sua vita, e che dimostra di avere un carattere davvero forte e volitivo, sia rimasta a fianco di quell'uomo che, come vi dicevo, le ha tolto tanto, forse tutto. 
Posso capire che l'amore devoto per una persona e per la famiglia possa spingere a non voler distruggere tutto, ma stare vicino, compiacente, alla persona che ti ha fatto così tanto male, è un po' patologico.



Purtroppo come vi dicevo, manca secondo me un tassello fra la giovane Joan e la donna matura, quel collegamento, quell'intrigo, quell'approfondimento che potesse giustificare e spiegare una forma così tanto intensa di amore, che ha superato immagino tante difficoltà, ma anche tante vittorie, e che potesse dare al film magari non un finale originale (avevamo visto qualcosa di simile in Big Eyes di Tim Burton, che tra l'altro credo abbia una storia più credibile), ma almeno uno sviluppo più drammatico.
Ecco, il fatto che debba immaginare quello che sarebbe potuto essere il collante dei sentimenti, mi fa riflettere sul fatto che The Wife – Vivere nell'ombra sia sì, un film carino, scorrevole, non sciocco, e di compagnia, con interpretazioni da quasi Oscar, ma che per me manca di una discesa vera e propria nella psicologia dei suoi protagonisti, e questo è forse una delle più grandi mancanze in un film del genere. 

Titolo originale: The Wife
Genere: drammatico
Durata: 100 minuti
Regia: Björn Runge
Uscita in Italia: 4 Ottobre 2018
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Voto 6




13 marzo 2019

|Beauty Cues #MaskWednesday|
Patch Occhi 👀 e Labbra 👄Gyada Cosmetics... scopriamoli insieme!

Dopo la per me interessante esperienza con le maschere in tessuto per il viso di Gyada Cosmetics, che potete recuperare cliccando qui, non potevo di certo lasciarmi sfuggire e non dare una chance alle loro più recenti novità per la cura del viso ovvero i patch occhi e labbra.


L'azienda siciliana ha pensato a 6 mascherine in totale che si prendessero cura appunto delle zone più delicate del viso, ma io ho scelto di acquistarne solo quattro, come sempre in base a cosa mi attraesse di più nelle promesse fatte da Gyada
I patch labbra che hanno proposto sono di due tipologie ed ho scelto di provarli entrambi. 
Si presentano come maschera in cellulosa naturale a forma di labbra abbastanza ampia, che riesce a coprire tutta la bocca e il contorno, quindi anche adatti a labbra carnose. Inoltre il taglio in mezzo rende la forma più comoda da tenere in posa: si può praticamente parlare con su il patch.


L'adesione è stata molto buona, nonostante avessi qualche millimetro di barba entrambe le volte in cui ho utilizzato queste maschere Gyada. Ovviamente se avete una barba più lunga immagino che l'adesione diventi un po' meno precisa.

Patch Labbra Idratante - Riparatore n.1



Il primo dei patch labbra Gyada Cosmetics che ho provato è il più semplice e basilare e promette
"una profonda idratazione ed il fisiologico equilibrio della cute"
azione che dovrebbe avvenire tramite ingredienti idratanti come l'acido ialuronico, emollienti come l'oligosaccaride alfa glucano, un enzima estratto dallo zucchero, ed ingredienti lenitivi e riparatori come l'estratto di malva e di equiseto, giusto per nominarne alcuni.
Appena aperta la confezione ho notato due aspetti: il Patch labbra Idratante non presenta una profumazione particolarmente intensa, anzi è quasi assente; inoltre il siero è sufficiente ad imbibire tutto il patch e da renderlo aderente alla pelle. 
Per via dell'abbondanza del siero ho sforato i 15 minuti di posa suggeriti da Gyada (sai che novità) e l'ho rimosso solo quando ho sentito che si stava asciugando del tutto, più o meno 30/40 minuti. 



Durante la posa ho avvertito un lieve pizzicore, situazione di cui la stessa azienda avverte, ma che io ho associato anche alle mie labbra che in quel momento erano particolarmente secche. Mi ha un po' stranito la specifica che fa Gyada sull'evitare il contatto diretto della maschera con la mucosa, che capite bene è un po' difficile.
Il risultato che ho ottenuto comunque con il Patch Idratante è stato ottimo: ha fornito alle mie labbra idratazione, morbidezza e in generale erano più lisce e lievemente più distese. Non ho lasciato alcun alone residuo di siero, e soprattutto non rilascia un sapore sgradevole sulle labbra, cosa che suonerà strana ma a mio avviso è importante. Quindi credo di dover far scorta di questi Patch Labbra Idratante - Riparatore n.1 Gyada Cosmetics perché sono un booster ideale in caso di labbra secche e screpolate, quando, a volte, oltre al burrocacao, sentiamo il bisogno di una idratazione più profonda.

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Patch Labbra Volumizzante - Rimpolpante n.2



Non potevano sfuggirmi questi Patch Labbra ad effetto volumizzante, perché lo sapete che partecipo ben volentieri alla Kylie Jenner Challenge. All'interno di questa mascherina, Gyada ha inserito 
"ingredienti che aiutano a donare volume e turgore alle labbra." 
e fra questi compaiono l'acido ialuronico, un peptide ad azione botox like, quindi perfetto per chi soffre del codice a barre sulla zona del contorno, ed altri estratti naturali ad azione tonificante e antiossidante.
Sia l'aspetto che la posa del Patch Labbra Volumizzante Gyada sono identici a quelli della versione idratante: la maschera ha una adesione buona, è ben imbevuta, si caratterizza per odore molto molto lieve, e durante la posa ho avvertito un pizzicore, questa volta leggermente più intenso, quasi frizzante. Non mi ha dato fastidio anzi mi ha fatto sorridere, è durato circa 20 minuti, mentre la mia posa è proseguita a patch quasi asciutto. Anche in questo caso le labbra non presentavano alcun tipo di sgradevole residuo.



Una volta rimosso il patch non posso dire che le labbra avessero più volume ma mi sembravano più vive e le sentivo più toniche. Come se fossero un po' più rivitalizzate e sane, con un colore un po' più acceso.
Non mi sembravano particolarmente più lisce per quanto riguarda le pieghette che presentano, ma erano certamente più idratate e devo dire che nel momento dell'utilizzo ne avevo bisogno. Ho come l'impressione che il Patch Labbra Volumizzante - Rimpolpante abbia bisogno di un uso costante e prolungato nel tempo per mostrare un effettivo risultato, ma in ogni caso la mia esperienza è stata piacevole, per cui gli darei volentieri altre chance. 

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I patch occhi di Gyada Cosmetics invece sono 4, ma io ne ho scelti due, escludendo quelli che mi sembravano un po' ripetitivi: i Patch Occhi Idratanti e Leviganti perché si spera che tutti siano comunque idratanti, e quelli Illuminanti e Defaticanti che mi sembravano un po' la copia della versione volta a combattere borse ed occhiaie. Non so, ma io associo l'azione illuminante alla riduzione delle zone scure. 


Comunque entrambi i patch che ho provato, anch'essi in cellulosa, hanno una buona forma a lunetta che va a coprire la zona perioculare in modo ampio e comodo. Entrambi non mi hanno dato alcun fastidio agli occhi, complice l'assenza di fragranza.


Patch Occhi Rimpolpanti - Effetto Lifting n.3



Questi patch Rimpolpanti Gyada sono stati i primi che ho voluto provare senza esitazione perché all'interno si trovano due ingredienti molto interessanti, oltre all'acido ialuronico e all'estratto di argan: due peptidi, fra cui l'Acetyl hexapeptide-8, meglio nota come Argireline che mima topicamente l'effetto della tossina botulinica. Su di me è un ingrediente che funziona benissimo e quindi capite che i patch dovevano essere miei.
All'interno della confezione le due mascherine erano abbondantemente intrise di siero ma applicati sulla pelle i patch non mi son sembrati particolarmente freschi. Non so come mai ma tendevano un po' a scivolarmi tant'è che ho deciso di usarli da sdraiato.



La mia posa anche in questo caso è stata lunga ed in effetti i patch hanno impiegato più tempo degli altri ad essere asciutti ed il siero assorbito. Finita però la posa devo dire che la pelle risultava asciutta senza residui vischiosi o comunque fastidiosi, per cui sono perfetti per il giorno
La mia zona perioculare dopo i Patch Occhi Rimpolpanti - Effetto Lifting appariva sicuramente compatta e soda, ma mi aspettavo un potere distensivo più intenso. Credo che manchi una azione idratante più incisiva che possa creare un rimpolpamento più evidente, diciamo più meccanico che chimico e che quindi aiuti a appianare anche le piccole linee sottili. 
La zona era comunque fresca e riposata, ma questi patch di Gyada credo siano adatti a cuti sì, segnate, ma non particolarmente secche. Serve comunque un uso costante affinché gli attivi agiscano sulla pelle. 
Se state leggendo, signori di Gyada, fate un siero viso con quei peptidi. 

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Patch Occhi Borse - Occhiaie n.4



Nonostante all'apparenza sembrassero identici agli altri patch, questo trattamento di Gyada è stato lievemente diverso. 
Ho notato infatti che il siero si è assorbito davvero in poco tempo, nonostante sia abbondante e ben distribuito sulla cellulosa. Però in 15 minuti erano completamente asciutti.
Per descrivervi la sensazione sulla pelle devo richiamare alla vostra mente immagini che forse vi spaventeranno, ma secondo me rende chiara la mia percezione, cercate di prenderla in modo positivo. Appena applicati non avvertivo la classica freschezza di avere questo strato di cellulosa bagnata sul viso, ma è stata più una crescente sensazione di pizzicore, come ad esempio quando ci si scotta con qualcosa di davvero gelato. Messa così fa paura, ma state tranquilli, era solo un formicolio non fastidioso che non ha portato né rossore irritazione



Gli attivi all'interno di questi patch occhi Gyada sono, ancora una volta, molto interessanti: abbiamo l'estratto di un'alga, la Nannochloropsis Oculata ad azione anti age e liftante, l'estratto di cetriolo che dovrebbe agire sulle occhiaie rinfrescando, e gli estratti di mirtillo e ginepro, volti a stimolate la microcircolazione. 
Tolti i patch, la sensazione di freschezza c'era ancora ma in maniera molto più delicata e via via è scemata. Più che in altre circostanze la pelle non aveva alcun residuo: il siero si è assorbito alla perfezione e non avevo alcunché da massaggiare. 
Dopo il trattamento la zona perioculare era davvero molto distesa, compatta in un modo che mi ha stupito, è come se avessi fatto un salto indietro ad un paio di anni fa, in un giorno in cui avevo dormito molto bene. Non posso dire di aver attenuato particolarmente le occhiaie, anche perché quel giorno non erano particolarmente marcate, e non ho borse, ma in generale lo sguardo appariva più fresco, riposato e giovane (lo so che ancora lo sono di mio). La zona perioculare era anche tutto sommato idratata, quindi sì anche i Patch Occhi Borse - Occhiaie saranno in futuro oggetto di altri acquisti. 

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Breve ma intensa è stata questa esperienza con i patch occhi e labbra di Gyada Cosmetics, e sarebbe solo una ripetizione dirvi che mi è piaciuto sia l'uso, che la scelta degli ingredienti che la funzionalità di questi trattamenti e credo che possano combinare un'azione estetica immediata ad una efficacia più prolungata nel tempo
Fatemi sapere se li avete provati e cosa ve ne è sembrato.



12 marzo 2019

Acquistare lenti a contatto online: la mia esperienza con VisionDirect 🤩

Internet per me è una risorsa impareggiabile senza la quale oggi probabilmente non so che cosa avrei fatto. Sapete che in rete ci acquisto l'impossibile, da improbabili maschere viso a cellulari fieramente cinesi, ma se c'è una cosa che ho sempre evitato di fare, è acquistare qualunque cosa che possa interferire in qualunque modo con la mia salute
Niente integratori, niente beveroni bruciagrassi strani, niente caramelle gommose per far crescere i capelli, ma non acquisto nemmeno il cibo perché non si sa mai. Ed ho anche evitato di acquistare lenti a contatto, colorate e non. 
Della mia scarsa acuità visiva ne ho già parlato altre volte, ma non vi ho mai raccontato che questa risale alla notte dei tempi, quando avevo più o meno 12 anni.
All'epoca iniziavo a non vedere nitidamente gli oggetti più lontani, e no, non è mai stata colpa di videogiochi e nemmeno di tv, semplicemente credo che crescendo la vista mi abbia abbandonato. 
All'inizio mettere gli occhiali fu un gioco: mi ero divertito a scegliere la montatura (già all'epoca la più costosa) e mi ci vedevo bene, mi sentivo grande e accessoriato come una Playmobile, complice il fatto che alcuni dei miei componenti familiari erano occhialuti. 


Ma questo idillio è durato poco. Col tempo infatti ho iniziato a detestare quella che per forza di cose è l'estensione della mia vista. 
Non mi vedevo esteticamente bene, non sopportavo di averli sul naso, non tolleravo che si sporcassero e si appannassero e scivolassero e si storcessero e mi infastidissero e si rompessero. Insomma, gli occhiali da vista erano diventati i miei nemici.
Già intorno ai primi anni del liceo, dopo il benestare del mio ottico, mi ero lanciato con le lenti a contatto, e quella fu la rivoluzione. La prima volta che ne indossai un paio ricordo ancora la sensazione di leggerezza al viso, e mi sembrò di colpo di aver riacquisito i decimi che mi mancavano. 
Da quel momento di circa 15 anni fa ad oggi, gli occhiali sono rimasti ovviamente al mio fianco, perché restano la cosa più rapida da inforcare, ma le lenti a contatto sono diventate le mie alleate di fiducia. 
Negli anni, acquistarle devo dire che è stato dispendioso, ma ad un certo punto mi son deciso ed ho dato un'occhiata ad un altro mio alleato, ovvero internet
Fra i vari negozi online, mi son subito fermato su un sito che mi è parso interessante, ed affidabile e non mi sbagliavo. Il sito in questione si chiama VisionDirect.it che nasce nel 2002 in Inghilterra ma che si è espanso con sedi in tutta Europa, e che rivende lenti a contatto, soluzioni per la cura delle stesse, ed altri prodotti per la cura degli occhi.

 

Quel che mi ha colpito di questo sito è che mi sembra ben fatto, ricco di informazioni utili anche per chi è poco avvezzo, e in generale è facile da navigare e da utilizzare. I metodi di pagamento accettati da Vision Direct sono diversi, fra cui Paypal; le spese di spedizione sono gratuite da 69 euro (un po' alta come cifra in effetti), ma ammontano a 4,49€ per ordini inferiori a quella cifra. Ma quello che mi ha spinto ad acquistare le mie lenti su VisionDirect è che ci ho ritrovato i marchi che abitualmente utilizzo, a prezzi davvero inferiori rispetto a quanto sono solito trovare nei negozi della mia zona.
Così giorno 15 Gennaio, dopo essermi registrato, ho piazzato il mio primo ordine sul loro ecommerce, ed è stato estremamente semplice. 
Dopo aver scelto il brand e la tipologia di lenti a contatto che volevo acquistare, il sito mi ha mostrato la schermata in cui inserire quanto so ciecato la gradazione delle lenti, scegliendo anche se volete un potere diverso fra occhio ed occhio, e gli altri dati delle lenti. Attenzione perché il sito in automatico vi inserisce due scatole per occhio, ma a me non serviva differenziare né volevo, al primo acquisto, fare incetta. 


Dopo aver concluso l'ordine, Visiondirect.it notifica tutto tramite mail e devo dire che sono stati davvero rapidi, perché lo stesso 15 Gennaio il mio ordine era stato spedito, ed il giorno seguente una mail del corriere DHL mi confermava che il pacchetto era in carico a loro. 
Giorno 18 Gennaio un sms mi annunciava che il mio pacchetto sarebbe stato in consegna per la giornata e così è stato. 
So che a molti interessa, quindi ve lo dico: il tracking mi indicava che il mio pacchetto è stato spedito da Milano, e in tre giorni lavorativi appunto è arrivato da me in Sicilia.


La velocità di consegna mi ha stupito, anche perché le lenti a contatto sono un prodotto di uso quotidiano e riceverle a casa dopo una settimana non è l'ideale. Il risparmio inoltre per me è stato davvero convincente: su VisionDirect ho speso circa 40 euro, in quanto erano incluse le spese di spedizione, contro i 53 euro che come minimo avrei speso in negozio. Ma c'è stata un'altra sorpresa una volta aperto il pacchetto.


Sì, vedete bene: un pacchetto di caramelle gommose Haribo. In poche parole mi hanno conquistato.
La fattura non è inserita nel pacchetto ma è possibile richiederla al momento dell'ordine e vi arriverà tramite una mail da cui scaricarla e stamparla.
Se ve lo steste chiedendo, io sono team 1-Day Acuvue Moist,  che su di me sono davvero confortevoli; le Dailies Total le avevo provate molto tempo fa e le ho riacquistate per curiosità, ma hanno confermato la mia impressione: sono più costose ma non hanno nulla di particolare, anzi, spesso mi danno fastidio, si seccano a fine giornata e non le tolgo con facilità. Ovviamente per tutto questo chiedete al vostro oculista che sicuramente vi indirizzerà.
Ricapitolando direi che VisionDirect sarà sicuramente uno dei siti da cui farò altri acquisti in futuro. Certamente proverò altri ecommerce, ma questo si è rivelato affidabile, veloce e utile.
Ho visto che hanno anche un sistema di affiliazione aperto a tutti con un codice da condividere che  vi farà guadagnare 5 euro di credito sul sito ogni volta che viene utilizzato e dà diritto ad uno sconto del 10% sul primo ordine. Il mio codice sconto Vision Direct è 2683340T.

Lo so, è un post diverso dal solito ma spero che si riveli utile per chi come me non può fare a meno delle amatissime lenti a contatto. 




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