Cosa ho recuperato su Netflix (anche se non volevo)

Non senza dubbi ho deciso di vedere e recuperare un paio di serie tv che, per vari motivi, avevo lasciato indietro. Avrei forse fatto meglio a non farlo. 


Il Sarto
Seconda stagione


A distanza di pochi mesi dalla prima stagione, Il Sarto 2 è arrivata il 28 Luglio su Netflix. Nulla di strano perché Terzi è stata fin da subito pensata come una serie in tre capitoli e infatti la terza stagione arriverà il 3 Novembre.
Quando ho condiviso la mia recensione della prima stagione su Facebook, come faccio di solito, molti mi sono saltati alla giugulare dicendo essenzialmente che ero un incompetente e che la mia opinione, in quanto negativa, non era da prendere in considerazione (mentre la loro, positiva, invece sì, capite il livello). Obbiettivamente, Il Sarto 1 non mi è piaciuta perché non trova un modo sofisticato per raccontare la sua storia, ma punta a melodramma, esagerazioni e superficialità e stavo per abbandonarne la visione, ma poi mi sono fatto forza e ho visto la seconda stagione, nella speranza che magari funzionasse meglio.

La serie turca riprende esattamente dove l'avevamo lasciata, ma, ovviamente, il nostro amatissimo (?) Peyami è prevedibilmente vivo e vegeto, altrimenti come sarebbe andata avanti?, e deve sempre affrontare i suoi tormenti, provando in qualche modo a cambiare direzione. Così decide di iniziare a frequentare una nuova ragazza, Suzi, molto lontana dallo stile di Esvet, e che possa aiutarlo ad allontanarsi dai suoi tormenti. Però non c'è pace per il ragazzo che deve fare i conti con la propria vita e quella della sua famiglia. 

Nel frattempo, prevedibilmente, le nozze fra Dimitri ed Esvet sono andate a buon fine purtroppo per la ragazza e anche fra di loro le cose devono trovare un equilibrio.
Il Sarto, anche in questa seconda stagione, si conferma una soap opera di scarsa fattura, in cui nulla trova un approfondimento sensato, e dove si riesce a cogliere le motivazioni e la ratio dietro ai personaggi. Speravo ci spiegassero ad esempio le dinamiche dietro al rapporto fra Dimitri e il sarto, ma ancora una volta, nonostante il primo sia tutt'altro che un amico per Peyami, li ritroviamo assurdamente insieme.

Un altro esempio banale è la stessa new entry Suzi, che viene inserita senza spiegarcene chiaramente le ragioni. Noi possiamo ipotizzare che Peyami ne resti colpito, o che semplicemente cerchi qualcuno con cui distrarsi, ma non è comunque esplicitato, e ce la ritroviamo sempre di mezzo. Bisogna dire che è l'unica che ha una mezza logica fra i personaggi, ma questo è un altro discorso. 

La cosa che mi spiace, e sono sincero, è che in Terzi 2 ci sono anche delle storie da raccontare, come il rapporto di Peyami con la madre e la famiglia in genere, e ci sarà una evoluzione in questo senso, ma sempre con questo stile esagerato, inverosimile e schizofrenico. Anche i momenti positivi finiscono per essere buttati a caso e in situazioni del tutto random. 
Purtroppo, anche l'attore che interpreta il sarto, non riesce ad essere coinvolgente, probabilmente perché non gli è stato fornito abbastanza materiale per poter dare di più.
La stessa Esvet sembra avere una parabola evolutiva, ma in ogni caso anche lei resta stranamente nella sua situazione senza alcuna risoluzione definitiva.

Come vi anticipavo, la terza stagione de Il Sarto arriverà ad inizio Novembre, ma all'ottavo episodio ci hanno praticamente anticipato buona parte di ciò che accadrà e quindi la mia voglia anche solo di portare a termine la serie è svanita. 



Transatlantic
Miniserie

Con tutte le carte in regola per diventare una di quelle serie tv che mi appassionano, Transatlantic non ha superato ben due scogli: il primo, quando uscì il 7 aprile di quest'anno, dato dalle scarse opinioni che sentivo qui e lì, e che mi hanno spinto ad evitarne la visione fino ad ora, e la seconda è stata l'impostazione della serie stessa che mi ha completamente deluso. 
Tratta dal romanzo The Flight Portfolio di Julie Orringer, Transatlantic si ispira alla storia vera di un gruppo di volontari che, negli anni '40 a Marsiglia, salvarono centinaia di persone per lo più ebree, fra cui molti artisti e intellettuali dell'epoca, a scappare in America e fuggire dai nazisti.
Seguiamo così le vicende di Varian Fry (Cory Michael Smith), giornalista e attivista, segretamente omosessuale, e l'ereditiera Mary Jayne Gold (Gillian Jacobs) che cerca di non farsi frenare dal padre che vorrebbe riportarla in America, entrambi membri dell'Emergency Rescue Committee, fondata da Eleanor Roosevelt.

Ammetto che non conoscevo le imprese che i protagonisti di Transtlantic hanno dovuto affrontare, nonostante appunto i veri protagonisti possono considerarsi a tutti gli effetti degli eroi. I volontari dell'ERC infatti salvarono artisti come Marc Chagall e la moglie, e filosofi come Hannah Arendt e Lévi-Strauss, oltre a migliaia di persone, ma questa serie tv Netflix purtroppo non ha saputo secondo me trovare la via giusta per raccontare queste vicende. 
I toni infatti scelti sono spesso frivoli, leziosi, il mood è più quello di una spy story dalle venature romantiche e ironiche più che un ritratto di uno spaccato storico importante e drammatico. 
Le stesse atmosfere, per quanto ci sia una buona ricostruzione dell'epoca, risultano troppo leggere, mi hanno ricordato un po' quelle di Hotel Portofino, altra serie tv in cui il fantasma del fascismo risulta troppo annacquato e trasparente.

Secondo me non hanno saputo bilanciare bene gli elementi, con la conseguenza che Transatlantic non risulta né carne né pesce: non ha una profondità e drammaticità tale da risultare una completa ricostruzione storica, anzi molto spesso, quei personaggi di spicco a cui facevo accenno sopra, appaiono e scompaiono ad ogni episodio, senza essere ben contestualizzati e presentati ed, a volte, finiscono sullo sfondo senza un chiaro riferimento al loro ruolo. Non ha momenti di azione che possano dargli quel sapore di thriller e di spionaggio tipico in molti prodotti sulla seconda guerra mondiale. 
Inoltre c'è una quota romantica abbastanza stucchevole e telefonata, che, oltre ad essere fuori contesto, non è ben approfondita, e di cui alla fine poco ci interessa. 

Non ne escono benissimo i personaggi principali: Mary Jayne Gold, più che una donna pronta a spezzare gli stereotipi per una causa superiore, sembra spesso frivola, mentre Albert Hirschman appare davvero di punto in bianco, e assume un ruolo centrale senza che ci venga raccontato perché. Mi ha fatto sorridere la presenza di Grégory Montel perché sono abituato a vederlo in un ruolo più leggero in Chiami il mio agente! e qui veste i panni quasi caricaturali dell'ufficiale Philipe Frot.
Transatlantic ha il merito di avermi fatto conoscere una storia affascinante che purtroppo ignoravo, ma lo fa in un modo poco appassionante e senza la giusta intensità secondo me. 



Patch occhi riutilizzabili in silicone di Catrice: la mia esperienza

Per qualche tempo sul web hanno avuto il loro momento di gloria, sotto varie forme e dimensioni, e solo negli ultimi mesi mi sono deciso a provare un paio di patch in silicone riutilizzabili, ed ho scelto i Choose Magic di Catrice.


INFO BOX
🔎 Online, Notino
💸 €5
🏋 2 patch in silicone
🗺 Made in PRC
⏳ Lavabili/riutilizzabili
🔬 Vegan


In realtà queste
maschere, patch o cerotti di silicone hanno diverse funzioni: sono infatti famosi quelli da tenere sul viso (ma anche collo e decolté) tutta notte, così da evitare quelle stropicciature della pelle date dalle pieghe che si creano nel sonno, ma anche per ottenere un effetto di occlusione, evitare che la pelle si disidrati e fare in modo che le rughe esistenti si appianino, ad esempio questi. Il materiale in silicone non è monouso, e può essere riutilizzato quasi all'infinito.
Questi patch sono poi stati declinati come alternativa più ecologica alle maschere usa e getta in tessuto o in hydrogel per viso e contorno occhi: anche in questo caso i benefici derivano dall'effetto barriera creato dal patch, che potenzia anche la skincare che utilizziamo sotto.

Ci sono insomma delle sfumature per quanto riguarda queste maschere in silicone anche se poi hanno più o meno tutte la stessa efficacia, e i Patch Choose Magic di Catrice rientrano in questa seconda macrocategoria di sostituti di prodotti monouso. Non hanno infatti un lato adesivo colloso, ma vanno associati ad una crema o ad un siero per fare una sorta di, passatemi il termine, effetto ventosa, e restare adesi alla pelle. 
Non vanno quindi tenuti tutta la notte perché non hanno un potere adesivo chimico, ma più grazie ad una azione fisica del patch. La stessa Catrice dice di utilizzarli in combinato con un siero o una crema e lasciarli in posa per circa 15/20 minuti. In questo senso vanno a potenziare appunto la skincare, evitandone l'evaporazione istantanea del prodotto e consentendo a questo di agire per più tempo e in maniera più intensa. 

I Reusable Eye Patch Catrice sono molto sottili, e non ho fatto fatica a tenerli in posa anche mentre svolgo altre attività, quindi sia in piedi in movimento, che seduto, e non mi si muovo affatto. L'unica occasione in cui li sento scivolare leggermente, ma comunque non cascare, è quando esagero con le quantità di prodotto sotto, ma per il resto li trovo molto comodi. Io infatti li tengo in posa anche molto più di 10 minuti, a volte anche mezzora perché me ne dimentico. 

Ovviamente i risultati che si ottengono con questi patch Choose Magic (ma come con qualunque di queste maschere in silicone) sono in buona parte legati ai prodotti con cui vengono associati. Io, più che con sieri, ho preferito utilizzarli con delle creme quando vedo la zona particolarmente stanca, perché, avendo un contorno occhi secco, volevo massimizzare l'idratazione ed il nutrimento della skincare, e con questi patch in silicone riesco ad ottenere l'effetto sperato, dandomi anche una maggiore distensione della pelle.

Non ho ancora delle vere e proprie rughe, ma il mio contorno occhi ha sicuramente dei segni dati dalla secchezza, e con queste maschere in silicone risulta più levigato e compatto. Io ad esempio le ho usate spesso la sera, con il Natural Moisturizing Factors + PhytoCeramides di The Ordinary, che è una delle creme più nutrienti che ho sottomano in questo periodo, ma anche con questa maschera occhi Veralab mi sono trovato bene. Ne stendo uno strato leggermente più spesso sulla pelle (senza esagerare, ripeto), ma volendo si può spalmare il prodotto anche direttamente sul patch per poi applicarlo sul viso.

La manutenzione di questi patch Catrice è semplicissima, perché basta lavarli con acqua e un detergente (io uso quello per il viso) per togliere i residui di creme utilizzati, e lasciarli asciugare all'aria, per poi riporli sul supporto. Essendo così sottili immagino che non mi dureranno a vita, ma fino ad ora, nonostante l'uso e lavaggi continui non hanno perso nemmeno la scritta, e penso che con un minimo di delicatezza possano avere una buona resa. 
Inoltre me li sono portato anche in vacanza perché sono davvero pratici. 
Ho provato, per curiosità ad usare questi patch Choose Magic per tutta notte, ma come vi anticipavo, non avendo un vero strato colloso, una volta che la crema sottostante si era asciugata, le maschere mi erano finite ovunque, tanto da essermi svegliato per toglierle. Un altro limite di questa tipologie di prodotti è che una maschera usa e getta può darmi l'opportunità di utilizzare altri attivi che in quel momento non ho nella mia skincare, mentre con patch riutilizzabili sono "costretto" dai prodotti che ho in uso. 
Vista la forma penso possano essere utilizzati sulle rughe nasolabiali, se è un punto su cui volete agire, perché ho provato ed aderiscono anche su questa area.

Voi avete provato nulla di simile?





💖alcuni link sono affiliati, per te non cambia nulla, ma puoi usarli per sostenere le mie recensioni. Grazie!

Un'Estate Fa è un'operazione nostalgia riuscita male

Ogni tanto do una chance alle serie tv italiane, sperando che prima o poi mi convincano, ma purtroppo finisco sempre per restare perplesso e scontento. Ha seguito questa strada anche la nuova serie tv Sky intitolata Un'estate fa, disponibile dal 6 ottobre anche in streaming su Now.

recensione serie tv sky un'estate fa

Voliamo negli anni '90, esattamente nel 1990, quando l'Italia intera era incollata alla televisione in attesa dei finali del Mondiali, le notti magiche che diventeranno lo scenario per la scomparsa di una giovane ragazza, Arianna (Antonia Fotaras). Trent'anni più tardi verrà ritrovato il suo corpo e le indagini si riapriranno, ed il primo accusato di allora, Elio (Lino Guanciale), oggi diventato un avvocato affermato, ritorna al centro della scena.
Nel 1990 era però solo un adolescente comune, in campeggio con tanti altri amici, alle prese con i primi amori, i bagni al mare, le liti con i coetanei, che si ritroverà a dover affrontare cose più grandi di lui.
L'Elio del ventunesimo secolo infatti, una volta che il caso è stato riaperto, inizierà ad avere strani flash di quell'estate che ricorda a stento. Ma più che ricordi saranno vere e proprie visioni lucide che sembra gli possano dare finalmente la possibilità di cambiare il corso degli eventi.

Quando ho letto alcune informazioni su Un'estate fa, ero certo che ci sarebbero stati alcuni degli elementi del whodunit tradizionali, ma che poteva essere un buon crime, o meglio un cold case all'italiana, con un cast di volti noti, che finiva in maniera più o meno palese per celebrare gli anni '80 e '90, muovendosi su due binari temporali differenti. Nulla di trascendentale, nulla di nuovo, ma qualcosa di ben fatto, di avvincente. Queste mie aspettative sono però state disattese quando ho scoperto l'escamotage con cui hanno inserito i passaggi fra il passato ed il presente, che onestamente mi è sembrato fuori contesto e facilone. Come sempre dribblo lo spoiler, ma anche nel trailer di Un'estate fa si parla delle visioni di Elio, che gli consentono letteralmente di viaggiare nel tempo.

La mia mente è quindi subito corsa a Dark, che però, oltre ad essere molti cereali sottomarca più avanti rispetto a questa serie tv Sky, è presentata come fantasy.

Questa improvvisa commistione di generi di Un'estate fa devo dire che è già uno dei più grossi motivi di perplessità che ho provato sin dai primi episodi, ma è anche lo svolgimento a rendere questa serie per me non così avvincente come speravo. Infatti noi finiamo per avere in un certo senso falsata del passato: se Elio, agendo con una mentalità da adulto, cerca di cambiare il corso degli eventi e scoprire il colpevole, non sappiamo in fondo quali fossero le vere dinamiche fra i personaggi nel passato, e soprattutto alla fine, questa scelta diventa per essere un cane che si morde la coda. La storia avrebbe avuto lo stesso finale se non fosse intervenuto in qualche modo Elio a cercare di cambiare quanto accaduto in quella maledetta estate del 1990? In fondo la vita è una questione di centimetri, lo dirà lui stesso.

Come vi anticipavo, secondo me si vede proprio l'ispirazione alle produzioni crime nord-europee, ed anche ad alcuni classici tipo I Know What You Did Last Summer, dove tutti i protagonisti diventano indiziati, ma loro prendono la strada meno interessante.
Infatti più che cercare di coinvolgere lo spettatore nelle indagini, si perdono a raccontarci quanto fossero belli e luminosi gli anni '90, fra canzoni, spensieratezza, calippo e Super Santos, e lo fanno indubbiamente con una ricostruzione precisa dell'epoca, per quanto abbiamo già assistito mille volte a queste scene, ma ne risente la ricerca del colpevole della morte di Arianna, che prosegue su binari vecchi ed arrugginiti, con personaggi che spuntano da ogni angolo per confondere e tutti con un possibile movente.
L'unica prova che potrebbe incriminare il colpevole, che tra l'altro è particolare nel suo genere, viene messa in discussione solo alla fine, e pare che non ci siano indagini o esami su di essa. 


Ma ci sono anche altre scelte tecniche che non ho apprezzato, dai dialoghi banali e artificiosi, ad alcuni passaggi strani, come il protagonista che dopo un incidente torna alla guida, o ancora l'ignorare completamente cosa faccia Elio durante le sue visioni, fino alla caratterizzazione dei personaggi. Risulta risibile il suo cercare di tornare nel passato con le sue visioni nemmeno fosse una Phoebe Halliwell qualunque. 
Il nostro Elio appunto è ossessionato da Arianna che definisce intelligente, profonda e fragile, ma noi ci dobbiamo far andare bene le sue parole, perché non vediamo sullo schermo queste sue doti, anzi nel corso degli episodi palesa delle idee ed un modo di fare "particolare". Si fa un accenno alla sua situazione familiare poco tranquilla, che potrebbe delineare le ragioni per cui Arianna è la tipica ragazza cresciuta troppo in fretta, ma sono appunto brevi riferimenti. 
Ho trovato insopportabile poi l'ispettore Zancan di Paolo Pierobon, perché mi va bene un personaggio che cerca la verità, abituato a dover guardare oltre e ad insistere a muso duro, ma risulta quasi caricaturale, sia nei modi che appunto nei dialoghi.

Il finale, anche qui senza spoiler, è poi anticlimatico: nel tentativo di dare un twist differente, doppio alla storia, ci svelano che in realtà tutto quello che abbiamo visto era completamente evitabile, bastava che i protagonisti si parlassero, e in 30 anni pare avessero avuto anche altre occasioni.

I pregi di Un'estate fa son sicuramente legati al ritmo, perché non posso dire di essermi annoiato o aver trovato gli 8 episodi troppo lunghi. Indubbiamente fa leva sull'effetto nostalgia, per chi in quegli anni era già grandicello e vive col rimpianto del passato, e gli interpreti sono tutti abbastanza bravi, inclusa Claudia Pandolfi che personalmente non amo come attrice, ma anche i giovani, come Filippo Scotti (Elio da ragazzo) che già avevamo visto in È stata la mano di Dio.
Per il resto, sebbene non sia la peggior miniserie del periodo, penso che Un'estate fa abbia meno impatto e coinvolgimento di quanto potesse in realtà provocare una storia del genere. 



È arrivato il momento di parlare dei prodotti promossi e bocciati di Ottobre 👍🏻👎🏽

Ho alcuni prodotti, quasi agli sgoccioli, di cui vorrei parlavi. Ho solo un bocciato che merita questo appellativo, mentre gli altri prodotti sono più o meno preferiti in base alle mie esigenze.


Balea Glossy Braun 1-Minute Intesiv Kur
Trattamento intensivo per capelli castani

INFO BOX
🔎 dm-drogeriemarkt.it, catene DM
💸 €0.89
🏋 20ml
🗺 Svizzera
⏳ monouso
🔬 //


Ogni tanto, con aspettative molto basse, provo questi prodotti riflessanti per capelli, nella speranza che mi aiutino a camuffare i bianchi che mi tormentano, e che purtroppo puntualmente mi deludono, esattamente come questo di Balea. Sarebbe un balsamo capelli a tutti gli effetti che può essere utilizzato su capelli castani naturali o tinti, per rivitalizzarne il colore e i riflessi, oltre che la lucentezza.
Tutto questo dovrebbe avvenire sia attraverso ingredienti condizionanti, come burro di karitè, pantenolo, glicerina, cheratina, ed estratti di cacao, ma anche grazie ad alcuni pigmenti. Infatti è una crema dal color cioccolato, con una buona profumazione.
Balea dice di applicare il trattamento due o tre volte a settimana su capelli umidi e puliti, e lasciare agire un minuto per poi risciacquare accuratamente, esattamente come un balsamo. Io con una bustina sono riuscito a fare due applicazioni, ma penso che capelli più lunghi debbano comprarne un bastimento per ricoprire tutta la capigliatura. 

Una applicazione molto semplice, con l'unica accortezza di dover proteggere o pulire subito indumenti e sanitari che potrebbero restare macchiati se entrano a contatto col prodotto.
Io ho un po' cambiato il metodo d'uso perché so già che i miei capelli fanno fatica a trattenere qualunque pigmento. Ho quindi allungato i tempi di posa anche a mezzora, ma devo dire che su di me questo trattamento Balea Professional non ha sortito alcun effetto sia sulle lunghezze tinte che sulla mia ricrescita. Non ha infatti nemmeno vagamente camuffato i bianchi, ma non ho visto nemmeno un aumento dei riflessi o della luminosità generale.
Ho pensato che magari il problema fosse mio, che non solo ho capelli difficili ma anche molto scuri, ma purtroppo, anche su mia madre, che ha dei capelli più sottili e più chiari sempre sul castano, non ho notato né mi ha riferito alcun particolare beneficio. 
È alla fine un balsamo capelli discreto, che districa ed ammorbidisce sufficientemente, il costo è esiguo quindi vale una prova, ma non lo ricomprerei e lo considero bocciato.



NYX Professional Makeup Bare with Me Brow Setter
Mascara fissante per sopracciglia con Olio di semi di canapa



INFO BOX
🔎 Amazon, sito dell'azienda, negozi monomarca
💸 €6
🏋 6.5ml
🗺 Taiwan
⏳  6 Mesi
🔬 //
Cercavo un gel fissante per le sopracciglia che fosse trasparente ma soprattutto che non mi scatenasse dermatite alla pelle sotto, perché ho ancora i traumi dal famoso Lash & Brow di Essence usato secoli fa. Ho pensato che questo Brow Setter di NYX, vista la presenza di pantenolo e appunto olio di semi di canapa e speravo quindi che non seccasse, e non mi sono sbagliato.
Il Bare with Me Brow Setter non è esattamente un gel sopracciglia, ma più una sorta di pasta bianca, che però l'applicatore distribuisce abbastanza bene. Non si creano accumuli di prodotto, e non lascia residui.
A me lo scovolino così piccolo piace, anche se non è fra i più rapidi, perché consente una applicazione abbastanza precisa, e credo sia perfetto se avete sopracciglia sottili, e se magari le truccate e non volete muovere troppo i prodotti messi sotto.

Questo fissante per sopracciglia NYX è mi piaciuto e anche molto al punto che lo ricomprerò sicuramente. Se state cercando un mascara che faccia effetto laminazione e con una durata e tenuta super strong, o se magari avete delle sopracciglia in generale difficili da tenere ferme, lasciate stare perché non fa per voi: il suo è un effetto naturale di maggior definizione, fa in modo che le sopracciglia nel corso della giornata non si spettinino e mantengano una apparenza più voluminosa ed ordinata. 
La sua tenuta media è comunque stratificabile, e può diventare anche discreta se lo si lavora un po'. 

Si asciuga in fretta, e soprattutto lo trovo confortevole, non mi dà la sensazione di appiccicaticcio o di indurirsi sul viso.
Inoltre apprezzo che non si sbricioli né lasci appunto residui bianchi se per caso sfrego le sopracciglia.
Anche con un uso costante non mi ha dato secchezza o dermatite alla pelle. Per me è il prodotto ideale, anche per il suo finish, che non è né troppo lucido né troppo opaco da sembrare innaturale. Inoltre il Brow Setter Nyx si rimuove con facilità, basta un detergente qualsiasi. 



NutriBrain Collagen
Integratore di collagene con magnesio e vitamine


INFO BOX
💸 €29
🏋 450 capsule
🗺 Spagna
⏳  scadenza sulla confezione
🔬 //

Sapete che gli integratori di collagene sono diventati parte integrante della mia routine di benessere (che detto così pare una pubblicità ma ok), ma fino ad adesso avevo usato quasi esclusivamente prodotti con estratti da pesce. Ho voluto dare una chance a questo integratore NutriBrain, che non specifica da che fonte proviene il collagene che contiene, ma sulla sua pagina Amazon pare sia più quotata la convinzione che sia di origine bovina. Inoltre è idrolizzato, che dovrebbe essere la forma che consente il miglior assorbimento della sostanza da parte dell'organismo. Mi sono comunque fidato perché mi è sembrata una azienda seria, il prodotto è made in Europa, in Spagna per l'esattezza. 


Ogni capsula di questo Collagen NutriBrain contiene 600 microgrammi di collagene, ma è arricchito anche con vitamina C, calcio, magnesio e vitamina D, tutte sostanze che contribuiscono al mantenimento dell'apparato scheletrico, ma anche alla naturale produzione del collagene e del benessere della pelle. 
Si possono assumere da due fino a sei pastiglie al giorno, da ovviamente suddividere durante i pasti, e io devo dire che non ho avuto problemi in questo senso. Le capsule infatti hanno una dimensione media e le ho trovate facili da deglutire, ma volendo hanno anche la tacchetta per poterle dividere e aiutare ancora di più in questo senso.
Per me non hanno alcun sapore né ho notato retrogusti strani né mi ha dato problemi nella digestione. 

Ho assunto questo integratore Nutribrain per circa 5 mesi, perché ho scelto di assumere 3 pastiglie al giorno (quindi circa 1800mg di collagene) e devo dire che credo mi abbia aiutato sia nella fluidità delle articolazioni che per un miglioramento generale della secchezza cutanea, e nella durezza delle unghie. Essendo un boccione consente davvero un uso prolungato anche se prendete il massimo della dose. Devo però dire che, nonostante la concentrazione di collagene sia la più alta che abbia assunto fino ad ora, mi è sembrato che i benefici non fossero particolarmente più superiori rispetto a quando ho assunto altri integratori ma con collagene proveniente da pesce (come questo ad esempio). Credo quindi che su di me quest'ultimo sia la sostanza più indicata per il mio organismo. Ovviamente sta a voi scegliere e chiedere magari ad un medico cosa sia meglio per il vostro caso specifico. 
Io voglio fare (anzi sto facendo) una pausa dagli integratori al collagene per capire se e quanto durano i benefici dell'assunzione. 



Biotherm Homme Aquapower Docciagel 

INFO BOX
🔎 Profumeria, Amazon
💸 Campione omaggio/ €20
🏋 75 ml / 200ml full size
🗺 Francia
⏳  12 Mesi
🔬 //

Spendo giusto due parole su questo docciaschiuma di Biotherm Homme perché l'ho trovato un prodotto gradevole ma che non riacquisterò. È infatti una minitaglia fortunatamente non micragnosa che ho trovato in una box regalo (di parenti non del brand) che conteneva anche un gel viso, e che ho usato volentieri, perché è un buon gel doccia, che crea una buona quantità di schiuma e che mi è sembrato sufficientemente delicato anche per un uso continuato.
Non mi soffermo sull'INCI perché non ho trovato spunti ideali: infatti ho notato come condizionanti cutanei solo la presenza di saccarosio, che umetta la pelle, e un probiotico fermentato. 

Essendo della linea Homme, questo gel doccia Biotherm ha una profumazione fresca e maschile, abbastanza intensa e vagamente persistente, che ho trovato gradevole e che in effetti dà una sensazione di freschezza e tonicità. 
Non ho degli aspetti negativi da segnalarvi e sono sicuro che chi acquista questo brand o in generale marchi da profumeria lo avrà provato almeno una volta. L'unico neo è per me il costo perché in full size sfora il mio budget tradizionale rispetto ad un prodotto per la detersione del corpo. Avessi magari trovato degli ingredienti particolari, magari per rispondere ad una problematica specifica, o ancora una profumazione così buona ed unica, lo avrei riacquistato, ma per il resto è un buon prodotto come tanti.



💖alcuni link sono affiliati, per te non cambia nulla, ma puoi usarli per sostenere le mie recensioni. Grazie!

Io Capitano di Matteo Garrone, perché vederlo

Se avete bazzicato il mio profilo Instagram di recente, avrete visto una storia su Io Capitano, visto che non solo ho assistito al film, ma primo lo stesso Matteo Garrone, il regista, ce lo ha introdotto.

Genere: drammatico
Durata: 121 minuti
Regia: Matteo Garrone
Uscita in Italia: 7 Settembre 2023 (cinema)
Paese di produzione: Italia, Belgio


Di Io Capitano penso si sia detto di tutto ormai, visto che gira per le sale cinematografiche da più di un mese, ma mi piaceva riflettere con voi sui motivi per cui vederlo.

La storia di Seydou e Moussa, due cugini 16enni che dal Senegal tentano un viaggio verso l'Europa, non per sfuggire da una guerra o da un momento estremamente complicato della loro vita, è diversa.
È vero, la loro è una condizione più vicina alla povertà che al benessere, ma hanno un tetto sulla testa, un lavoro e una famiglia. Si sono però incoscientemente convinti ad inseguire il loro "European Dream", come qualunque ragazzo alla loro età sogna magari di trasferirsi a Londra o negli Stati Uniti, obnubilati da una narrazione falsata e edulcorata dei social. 
A nulla serviranno i tentativi di una madre e di chi quel viaggio l'ha fatto per far cambiare idea a Seydou, ma loro non sanno invece cosa li aspetta, e con altrettanta ingenuità e speranza si lanceranno in quello che sarà un viaggio verso un inatteso inferno. 

Nel suo intervento prima del film, Garrone ha definito Io Capitano come il tipico viaggio dell'eroe, dove il protagonista deve attraversare mille peripezie e difficoltà, un'Odissea in cui però ha volutamente scelto un soggetto che non fosse in estrema difficoltà per decidere di intraprendere il suo viaggio, ma solo un ragazzo molto giovane che, come tantissimi, desidera migliorare la sua condizione. 
Una prospettiva diversa sul tema dell'immigrazione, ma non per questo meno facile, visto che il film è stato anche costruito attorno alle testimonianze dirette di chi ha affrontato quel viaggio, di chi è stato a sua insaputa il capitano di un barcone.
È però voluta l'assenza di una parte più cruda, più aspra, più violenta, lo stesso Garrone ad esempio ci ha detto di essersi in parte pentito di non aver girato delle scene di violenza nel deserto (che poi avrebbe potuto eliminare nel montaggio) che sarebbero state purtroppo fedeli a quanto accade a chi si ritrova in questa fuga.

Il risultato è un film secondo me realistico ma non pietistico, che racconta un'altra faccia della storia che sentiamo tutti i giorni in tv e al telegiornale, e con alcuni passaggi più d'impatto emotivo.
Ne è forse una metafora lo stesso deserto del Sahara, che viene rappresentato con paesaggi bellissimi, luminosi, immensi, ma anche desolati, ed è a tutti gli effetti una trappola e che mi ha dato un senso di claustrofobia. 
Io capitano ha poi qualche tratto più onirico, in un paio di scene, che non ho amato per come sono state inserite nell'insieme, ma che credo aiutino a raccontarci di più dell'animo di Seydou.
Il protagonista è infatti un ragazzino, il volto e l'espressività è quella di un bambino quasi, mentre il corpo mostra la forza di un uomo e Seydou Sarr ha saputo bilanciare benissimo questi due animi, questa sua crescita e sviluppo, dandoci un personaggio molto fisico.

Io Capitano è sì, un film da vedere proprio perché ci racconta una storia quotidiana (purtroppo), che è in grado di arrivare, per come è narrata, ad un pubblico ampio, in modo semplice, delicato. Temevo che i dialoghi, in buona parte in dialetto wolof e francese, potessero essere un po' complicati da seguire, ma in realtà non sono così serrati da perdersi nel leggere i sottotitoli. 
Io forse lo avrei sporcato di più, perché in alcune parti, specie all'inizio, la messa in scena mi è sembrata un po' troppo didascalica, troppo lineare, e ho un po' sofferto la ricerca di asciuttezza e di evitare l'eccesso di dramma, perché, proprio quando mi aspettavo che arrivasse quel momento più drammatico, venivo disatteso, così come sono state disattese parte delle emozioni che aspettavo di trovare.
Credo che però l'intento di Io Capitano sia quello di raccontare anche un sogno, e come tale non ci mostra forse la parte più brutta: il risveglio.




Il nuovo detergente viso Mary & May è una coccola da provare

Non so se avete notato, ma, quando incontro un brand che mi piace, cerco di approfondirlo il più possibile nel corso del tempo. Secondo me è infatti importante, al netto delle singole preferenze e necessità, che una azienda sia consistente e costante nel proporre cosmetici validi. 
Qualche mese fa ad esempio ho scoperto Mary&May, un brand coreano che rispecchia alcuni dei valori a cui puntiamo anche noi occidentali, ovvero ingredienti ecologici certificati EWG e evita i test sugli animali, oltre ad usare attivi tecnologici, che poi è l'aspetto che poi mi ha attirato.

Di recente Mary& May ha aggiunto un nuovo detergente viso al suo catalogo, ovvero il Vegan Low pH Hyaluronic Gel Cleanser.


INFO BOX
🔎 StylevanaYesStyle (coupon PIER10YESTYL)
💸 €16
🏋 150ml
🗺 Made in Corea
⏳  Scadenza sulla confezione
🔬 Vegan

Come molti cosmetici coreani, anche questo detergente è carico di ingredienti che si prendono cura della pelle. I tensioattivi scelti sono sicuramente delicati, ma anche gli altri elementi dell'INCI sono interessanti. Si inizia infatti con l'1% di estratto d'uva, che pare provenga addirittura dai vigneti della Loira, e che contiene flavonoidi e antocianine, che sono dei potenti antiossidanti, e si prosegue con la centella asiatica e la gardenia, entrambe piante lenitive, e le proprietà idratanti (vista la presenza di zuccheri) dell'estratto di fico.

Il Vegan Low pH Gel Cleanser ha poi ben 10 diverse forme di acido ialuronico, a diversi pesi molecolari, per un totale dell'1%. Non so perché i coreani scrivano le percentuali (in PPM tra l'altro) solo nell'INCI in coreano e non in quello in inglese. Per completare l'effetto idratante e protettivo della pelle troviamo anche le ceramidi,
Un'altra caratteristica è il pH leggermente acido, di circa 5.6, che asseconda il naturale pH della pelle e la setta in una condizione ad essa ideale, pronta per essere tratta con la skincare.

Questo detergente Mary & May ha una consistenza di un gel sodo, ma risulta facile da stendere anche sul viso asciutto (metodo che io amo molto con tutti i prodotti per la detersione viso), e che a contatto con l'acqua diventa una schiumetta davvero gradevole da massaggiare.
Basta davvero poco prodotto, non fatevi spaventare dal rapporto quantità prezzo.
La sua profumazione è molto leggera, fresca, vagamente fruttata, nulla di troppo invasivo secondo me anche per nasi più sensibili, e questa bellissima colorazione violacea pare sia data proprio dalla reazione delle antocianine in un ambiente leggermente acido.
Già solo questa esperienza d'uso rende secondo me il Vegan Low pH Hyaluronic Gel Cleanser come una coccola per il viso perché scorre bene sulla pelle e subito si sente una azione idratante e addolcente, ma è dopo il risciacquo che si sentono ovviamente i benefici.


Infatti dopo la pelle risulta pulita, fresca, ma anche morbida e soprattutto non tirante, è quasi come resettata ad uno stato di equilibrio, non troppo asciutta e appunto disidratata, né appesantita o grassa.
Lo Hyaluronic Gel Cleanser Mary & May si sciacqua via abbastanza facilmente e non lascia residui. Secondo me è quindi un prodotto molto versatile, adatto a pelli miste ma anche normali secche, meno a quelle grasse o con impurità che dal detergente magari cercano attivi più specifici e purificanti.
Il ph basso aiuta inoltre secondo me ad evitare l'accumulo di cellule morte, lasciando la pelle più morbida grazie ad una quasi impercettibile esfoliazione. 
A me è piaciuto anche molto come prodotto per una doppia detersione molto delicata, ma comunque efficace. O ancora, se avete un trucco leggero e volete struccarvi in fretta, vi basta un dischetto in microfibra e questo detergente Mary & May riesce a portarsi via tutto senza irritazioni.
Se cercate un gel che sia efficace ma delicato (alcuni sono insulsi, bisogna dirlo), questo merita una chance e sono sicuro di apprezzarlo ancora di più con l'arrivo (si spera) dell'autunno.

Se vi spaventa l'idea di comprare un boccione di prodotto, Mary&May come molte aziende coreane, ha anche un formato minitaglia di questo detergente, la trovate qui



💖alcuni link sono affiliati, per te non cambia nulla, ma puoi usarli per sostenere le mie recensioni. Grazie!

Due novità che ho visto su Netflix (e cosa potete evitare)

Dopo una sequela di film, finalmente è tempo di parlare di serie tv (e docuserie) che ho terminato e sono disponibili su Netflix da Ottobre (oltre Fair Play). Cosa varrà la pena vedere?


Beckham
Docu-serie


Nonostante la mia conoscenza del calcio sia pari a zero, mi sono fatto incuriosire da questa docu-serie sulla vita e sulla carriera di David Beckham. Disponibile su Netflix dal 4 Ottobre e salita in vetta fra i prodotti più visti sulla piattaforma streaming, penso che Beckham si sia fatto notare non solo perché parli di calcio, che già attira molti appassionati, ma proprio per quello che è diventato il calciatore una volta che ha unito la sua vita e la sua immagine pubblica insieme a quella della Posh Spice Victoria (al secolo) Adams.
Non si parla insomma solo di sport, ma anche di uno dei simboli pop degli anni '90 e forse uno dei primi calciatori che dal campo è diventato una star internazionale in grado di capitalizzare con la sua immagine.


La serie Beckham è interessante proprio per questo: non si parla solo di successi sportivi, ma di quanto abbia influito il rapporto fra David e Victoria rispetto alla sua carriera da calciatore, e di come i media, i colleghi, il suo allenatore Sir Alex Ferguson, e la società in genere, reagivano e narravano ogni loro uscita e anche ai momenti di difficoltà. Non seguendo il calcio, ad esempio, non sapevo che all'epoca, un cartellino rosso costò a Beckham tantissimo odio da parte dei tifosi e dei giornali, con annesse minacce di morte. 
Credo che il taglio di questa docu serie Netflix sia azzeccato proprio perché unisce passato e presente, miscelando circostanze pubbliche alle reazioni private, e raccontando il personaggio a tutto tondo, dall'infanzia fino appunto alla fama, ma anche attraverso alcune scelte sbagliate e alcuni passi falsi. 
Ho apprezzato anche che le testimonianze e le persone intervistate non sono magari di personaggi secondari o esterni alle vicende, ma moltissimi dei colleghi e degli allenatori dello stesso Beckham, con nomi di primo piano, dal nostro Fabio Capello a Ronaldo.


Alla fine ne esce un David Beckham (che produce insieme a Victoria il documentario) secondo me molto umano, a tratti fragile, maturo, legato alla sua famiglia, e che esamina razionalmente e con ironia la sua carriera, e che racconta anche il suo presente senza troppi filtri, incluse le sue manie per l'ordine. Sarebbe stato carino vedere più interventi di Victoria, ma d'altronde non è lei la protagonista, almeno non quella diretta.
Beckham è composta da 4 episodi da un'ora circa ciascuno quindi la si vede facilmente, anche appunto da chi non è appassionato di calcio (come me), anche se devo ammettere che ho preferito i primi due episodi proprio perché mi sono sembrati più ad ampio respiro, mentre gli ultimi due mi davano un senso di ripetitività e troppo addentrati in ogni singolo aspetto dello sport. Nulla di imperdibile, ma nemmeno da evitare come una pozzanghera.



Lupin 
Parte 3


Dal 5 ottobre su Netflix è arrivata la terza parte di Lupin, in cui Omar Sy ritorna nei panni di Assane Diop e questa volta tenta il tutto per tutto, un ultimo grandioso colpo, ispirandosi sempre alle prodezze di Arsène Lupin, per potersi ritirare a vita privata insieme alla moglie e al figlio, i quali vivono il disagio di essere ormai pubblicamente associati ad un ladro ricercatissimo. Ancora una volta si ritrova a fronteggiare vecchi e nuovi nemici e deve affrontare anche alcuni personaggi del suo passato per poter attuare il suo piano. 


Non avevo voglia di vedere questa terza parte di Lupin, anche conscio del fatto che le prime due non mi avevano proprio fatto battere il cuore. Il Lupin di Omar Sy è simpatico, gigione come ho detto altre volte, e la serie riesce comunque ad intrattenere con un ritmo che si mantiene più o meno costante (ci arrivo dopo a questo) di episodio in episodio. Penso che la spettacolarizzazione degli inseguimenti, i travestimenti di Assane, la curiosità di scoprire che altro si inventerà e come uscirà dai casini in cui si ficca siano il motore della serie, che continua ad essere fra le più viste su Netflix. 
Sarebbe tutto bello se fosse tutto raccontato in modo solido, coerente e credibile, anche all'interno di un contesto non realistico.


Il fatto è che per vedere questa Parte 3 di Lupin ho dovuto abbassare completamente il livello di credulità non solo in uno scenario più ampio, come appunto le magie messe in scena da Assane, i suoi travestimenti e la capacità di essere sempre un passo avanti, ma anche nei dettagli e nelle scene secondarie. Penso ad esempio all'ispettore Guedira che per smascherare il ladro fa delle cose che gli sarebbero costate il posto e forse anche degli anni di carcere, o ancora il fatto che un personaggio, seppur secondario, a distanza di circa 20 anni, sia praticamente identico. Potrei continuare, ma non voglio fare spoiler.
Ma è ancora peggio che nessuno, e sottolineo nessuno, riconosca Assane quando il suo travestimento è risibile e pari alla sua faccia, nonostante ci venga ormai presentato come una celebrità con tanto di fan acclamanti.


Le conseguenze sono due: la prima è che le storie, nella loro assurdità, per me diventano poco appassionanti perché tanto ho già visto che può accadere di tutto e soprattutto che Lupin non trova mai degli intoppi lungo le sue avventure, quindi non c'è quel diversivo, quella sterzata che sconvolga le carte. 
La seconda è che anche lui non ne esce benissimo, perché, se oltre a prevedere incredibilmente tutto, è circondato da tonti, è normale che lui riesca sempre a farla franca. 
Inoltre, anche se vengono definite parti e non stagioni, penso che dopo quasi 20 episodi ci aspetti qualche novità nell'impostazione, ed invece si ritorna a quegli spiegoni in cui lo stesso Assane ci svela i suoi segreti, e che secondo me sono spesso noiosi.


Un altro aspetto stantio secondo me di questa Parte 3 è che rimesta sempre nel passato, non andando poi troppo avanti nel presente, e non progettando una nuova strada per il futuro. È vero, abbiamo acquisito anche nuovi aspetti del protagonista attraverso questa ulteriore indagine nella sua adolescenza, tutto bello, ma sul finale, lungi dal farvi spoiler, si torna quasi punto e a capo. 
Capisco che a molti piaccia una serie tv come Lupin che permette (diciamo obbliga?) di staccare la testa, immergersi in una storia avventurosa che tiene marginali argomenti come il razzismo, e magari fa sorridere ogni tanto, ma per me si è andati molto oltre ogni logica e non posso dire che mi abbia sempre mantenuto col fiato sospeso, anzi gli ultimi due episodi li ho trovati inutilmente lunghi.
Se ci dovesse essere la parte 4 o comunque una seconda stagione, ancora da confermare, non sono certo di voler proseguire. 



La mia onesta recensione di due sieri viso Phytorelax

Fanno parte della mia routine viso da un po' e quindi sono finalmente pronto per parlarvi di due sieri viso della linea Concentrati Attivi Viso di Phytorelax.



INFO BOX
🔎 Grande distribuzione, Amazon
💸  10.90€
🏋 30ml
🗺 Made in Italia
⏳  12 Mesi
🔬Bio Cosmesi AIAB, Vegan Ok, Nickel Tested <0.0001%

Quando si parla di siero viso con ingredienti mirati e specifici le mie antenne si drizzano e subito la mia attenzione cresce, specie se i prodotti in questione hanno un buon prezzo e sono facilmente reperibili.
La gamma di sieri viso Phytorelax consta di 4 prodotti, ma io ne ho scelti due, per non esagerare, e potrei definirli entrambi onesti ma anche piacevoli ed efficaci.
Inoltre tutti questi concentrati possono essere usati puri o come booster per arricchire altre creme.
Le garanzie offerte da Phytorelax sono interessanti: infatti le formulazioni sono composte da almeno il 98% di ingredienti naturali e sono anche testati a nickel. 


Il Concentrato Attivo Antirughe Rassodante Collagen l'ho acquistato volutamente, sapendo che non avrebbe avuto su di me un effetto anti-age particolare, ma con uno scopo specifico.

È infatti arricchito con diversi umettanti come l'acido ialuronico, e appunto il collagene solubile, una sostanza ottima per idratare ma che purtroppo, per via della sua dimensione molecolare non riesce a penetrare nella pelle. Vi si adagia sopra attirando e trattenendo acqua, quindi idratazione appunto, ma il collagene nei cosmetici non riesce a stimolare ad esempio la produzione naturale di altro collagene da parte della nostra pelle, o andare a donare questa sostanza a quelle zone del viso che ne hanno bisogno. 
Fra questi sieri, è l'unico non certificato Vegan in quanto il collagene ha in genere una derivazione animale.

Questo Concentrato Attivo Phytorelax Collagen ha una consistenza molto liquida, che si stende e si assorbe rapidamente sulla mia pelle, e non ha alcuna profumazione aggiunta o data dagli ingredienti.

È stato facilissimo usarlo proprio per questa texture sottile e facile da stendere, e credo che vada bene davvero per tutti i tipi di pelle perché non appesantisce, non mi è sembrato appiccicoso e, se necessario ai vostri bisogni, lo si può stratificare ad altri sieri e ad altre creme, come ad esempio la protezione solare o il make-up. L'ho utilizzato sia con un clima più caldo che durante questo tentativo di cambio di stagione, al giorno o alla sera e la sua performance non cambia. 
Come vi dicevo, non noto un gran potere anti rughe su di me, ma il Concentrato Rassodante noto che mi lascia la pelle comunque tonica, morbida ed elastica. Per fortuna non  crea un eccessivo e fastidioso per me effetto tensore.

Nonostante quindi non sia uno di quei sieri viso a cui non posso più rinunciare, anche perché preferisco consistenze un po' meno scorrevoli, penso che questo di Phytorelax mi ha lasciato una buona impressione e credo sia adatto a chi cerca un siero viso che possa contrastare la secchezza cutanea, e magari eventuali segni di disidratazione.

Il secondo Concentrato Attivo Phytorelax che ho provato è il Rigenerante e Antiossidante Vitamin C, ed è forse ancora più interessante dell'altro siero viso.

Amando la vitamina c nei cosmetici non potevo non dargli una chance, e anche in questo caso mi è sembrato un prodotto onesto e ben formulato. La vitamina C inserita è un derivato stabile, ovvero l'acido ascorbico 3-O-etile che aiuta ad inibire la produzione di melanina e stimola il collagene. Phytorelax non ha indicato la percentuale, ma non dovrebbe essere bassa vista la posizione nell'INCI

Inoltre questo concentrato attivo contiene anche aloe e vari umettanti.
Anche in questo caso abbiamo a che fare con un siero liquido, che si stende con facilità e che il mio viso assorbe nell'arco di pochi istanti. Non sento poi alcuna sensazione di appiccicoso o appesantimento sulla pelle, e si è comportato bene sia quando l'ho usato con l'altro Concentrato Attivo, sia con altri prodotti di altri brand. Inoltre non sento anche qui alcun odore. 


Per me ad esempio è stato il siero alla vitamina C da usare in estate prima della protezione solare per una routine semplice ma efficace e protettiva.
Questo Concentrato Rigenerante e Antiossidante mi è piaciuto perché in prima battuta idrata appunto la pelle e anche in questo caso secondo me può piacere a pelli miste, normali e secche. Inoltre credo che sia una formula efficace: io non ho grandi macchie cutanee da schiarire, ma mi piace avere un incarnato luminoso e sano, e credo che questo siero contribuisca. È un prodotto delicato, secondo me non vedrete benefici dal giorno alla notte se avete delle discromie da correggere, ma si può affiancare ad altri trattamenti schiarenti per una routine più mirata.


Secondo me può essere utilizzato anche da chi non ha mai approcciato la vitamina C per paura di reazioni e cerca un prodotto semplice e appunto gentile. Potrei quasi considerarlo una alternativa economica (e ovviamente con una formulazione meno articolata) e facilmente reperibile di questo siero viso di Dear Klairs, che ha la stessa forma di vitamina C.
A me ha soddisfatto molto, e fra questi concentrati attivi, quest'ultimo è quello che potrei pensare di riacquistare perché mi sembra unisca idratazione ad altri benefici. 

Avete qualche esperienza con questi sieri di Phytorelax che vi va di condividere?



💖alcuni link sono affiliati, per te non cambia nulla, ma puoi usarli per sostenere le mie recensioni. Grazie!

Vi sono piaciuti