Il Gattopardo su Netflix: ecco perché la nuova serie tv mi è piaciuta (nonostante tutto)

L'abbiamo attesa a lungo e finalmente il 5 Marzo su Netflix è arrivata la serie tv Il Gattopardo, opera che si ispira al romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, già usato da Luchino Visconti per creare l'omonimo capolavoro del 1963 con un cast storico. Eppure Netflix, pur avendo a che fare con una storia che aveva già lasciato un solco nella memoria di molti, ci ha provato e secondo me c'è riuscita.

Non credo che serva ricordare la trama, ma la racconto brevemente per i più smemorati e i più giovani: siamo nella metà dell'800, in Sicilia, e conosciamo Don Fabrizio Corbera Principe di Salina (qui interpretato da Kim Rossi Stuart) stimato nobile conosciuto come il Gattopardo, che vive degli agi che la tradizione gli ha concesso insieme alla sua famiglia. Ma nel resto d'Italia sono gli anni del Risorgimento, che ovviamente coinvolgerà anche la Sicilia, in particolare quando Giuseppe Garibaldi sbarcherà con i suoi mille sull'isola per unificare l'Italia. Così la nobiltà, e Don Fabrizio in particolare, dovrà fare i conti con un grosso cambiamento storico e sociale, fatto di rivolte che coinvolgeranno anche suo nipote Tancredi (Saul Nanni).

Anche chi come me non ha letto da poco il romanzo di Tomasi di Lampedusa o ha visto il film di Visconti di recente, non può certo dimenticare la magnificenza che queste due opere hanno lasciato al mondo della cultura, e, inevitabilmente, notare tutte le differenze che Il Gattopardo originale aveva rispetto a questa produzione Netflix. Ma fatemi dire che, guardata nel complesso, la nuova serie tv mi è sembrata comunque piacevole e appagante.

È importante secondo me avere ben presente che Netflix non solo non poteva competere con i capolavori del passato, ma nemmeno doveva proprio perché il suo pubblico è diverso. Il compito di una piattaforma streaming del ventunesimo secolo è principalmente quello di vendere un prodotto ad un pubblico ampissimo e variegato, internazionale, molto probabilmente giovane e che magari non ha nemmeno mai letto o avuto a che fare con Il Gattopardo nelle sue prime vesti.
A mio avviso è quindi inevitabile che una nuova miniserie su questa storia non fosse pensata per coloro che invece amano e conoscono a menadito le versioni già edite, ma per quelli che magari si potranno avvicinare a queste in futuro attraverso un mezzo come Netflix che è vicino alle loro abitudini e al loro gusto.

Tutto questo si esplica anche nel fatto che gli sceneggiatori di questo "nuovo" Gattopardo sono Richard Warlow (The Serpent) e Benji Walters (Obsession), quindi non italiani. 

Se partite con questa visione secondo me apprezzerete molto di più questa miniserie Netflix o quantomeno ne capirete la ratio.
Tra l'altro a mio avviso ci sono tanti aspetti che funzionano anche a prescindere da un inevitabile confronto.
Ad esempio, rispetto al film e al romanzo, il personaggio di Concetta (interpretato da Benedetta Porcaroli) diventa più centrale, quasi colei che ci porta per mano in questo mondo fatto di cambiamenti e contrasti. La sua figura si fa più interessante non solo perché ci permette di raccontare un rapporto padre-figlia che in un certo senso è universalizzabile, ma perché fa da specchio a Don Fabrizio.
Se infatti il principe fa sempre più fatica a muoversi in questa Sicilia in rivolta, con una società che in parte lo stima in parte lo detesta, lo struggimento di Concetta è più intimo e personale, rivolto appunto al suo amato Tancredi, ma è sempre creato dall'avanzare del nuovo - ovvero la "popolana" Angelica (Deva Cassel).

Il calderone delle cose riuscite in questa nuova versione de Il Gattopardo non è poi così vuoto anche per altri motivi. Infatti la miniserie può contare su un impianto tecnico valido, con ottime scenografie e una curata ricostruzione dell'epoca, oltre che valorizzare la bellezza della Sicilia (seppur con una visione assolata e polverosa che risulta già vista). 

Ci sono poi tante scene ben costruite, alcune scelte creative apprezzabili che riguardano ad esempio la scelta degli attori e dei costumi. In particolare l'Angelica di Deva Cassel, per quanto le sue doti recitative siano ancora limitate, funziona bene come personaggio di rottura, con una bellezza conturbante, sensuale, con questi abiti rossi come la passione (o la rivoluzione), diversa sicuramente da Concetta, ma non per questo inferiore. 

In generale tutto il cast mi è sembrato azzeccato da un punto di vista estetico, anche se avrei voluto una maggiore attenzione sull'accento siciliano, visto che ognuno sembra parlare con una cadenza diversa e a volte anche più di una in base alle scene. Avrei anche voluto qualche sfumatura in più nella caratterizzazione dei personaggi, ma immagino che il genere e lo scopo della serie li abbia leggermente appiattiti.
In questo senso forse la meglio riuscita è proprio Concetta, che finalmente ha un carattere deciso, ribelle ma sempre conscio della sua posizione sociale ed umana. 

A scene riuscite ne corrispondono altre che avrebbero sicuramente meritato una maggiore forza, come se mancasse a volte quel nervo, quella capacità di far risaltare certe dinamiche o certi dialoghi. Però, dall'altra parte, la deriva da soap televisiva che alcune parti de Il Gattopardo raggiunge, non è stata fastidiosa quanto temevo, risultando coerente nell'insieme.

Ma ci sono altre cose, un po' più sottili, che questa nuova serie Netflix riesce a fare e non sono da sottovalutare. Da un lato infatti secondo me sa portare un messaggio che è forse fuori da un'epoca specifica e che riguarda oggi come ieri: ci sarà sempre una classe dominante, in vista anche solo all'apparenza, che prima o poi verrà soppiantata da una borghesia in ascesa, in un flusso quasi continuo di privilegi che vengono passati di mano in mano, ma che comunque non arrivano a tutti. Non a caso Concetta, che è maggiormente protagonista, pur essendo nobile e ricca, resta pur sempre una donna con limitato spazio di manovra. 

C'è poi l'effetto nostalgia che secondo me un'opera come Il Gattopardo deve saper suscitare e che questa serie tv Netflix sa ricreare. Infatti riescono a farci entrare nell'ottica dei protagonisti principali, nella loro prospettiva, trasmettendo un senso non di rimpianto (che sarebbe ingiusto) ma di malinconia, di ricordo, di epoche ormai passate, fatte, nel bene o nel male, del loro splendore e dei loro fasti.


Se quindi gli amanti delle opere originarie soffriranno un po' con la visione di questa versione de Il Gattopardo, io credo che, seppur con i suoi limiti e i suoi difetti, Netflix abbia saputo creare un period drama familiare che ha anche qualche punto di forza da non sottovalutare.




Patch Occhi e Labbra Acty Mask, le mie opinioni fra novità e conferme

Sono tornati qualche tempo fa da Lidl i patch occhi Glow Me di Acty Mask, ed ho notato che c'erano alcune novità. In più l'azienda ha lanciato anche una maschera per le labbra che non potevo lasciare sullo scaffale e che si è rivelata molto interessante.

Si tratta sempre di trattamenti in hydrogel che utilizzano la tecnologia Dermoscience Cryo Effect, la quale aderisce completamente alla cute e consente di rilasciare gli attivi senza sporcare in giro, senza bisogno di risciacquare e senza sprechi. Inoltre le formulazioni sono vegane.
In realtà solo dopo averli presi (in parte mi erano stati già omaggiati dall'azienda, ma poi ne ho acquistate altre in negozio) mi sono reso conto che una tipologia di maschere occhi non è una novità, seppur abbia subito una modifica, ma vediamole meglio insieme.


Acty Mask Glow Me Patch Hydrogel Contorno Occhi Rivitalizzanti
con Estratto di Peonia e Acqua delle Alpi


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Lidl, DM
💸 €0.59
🏋 2 patch 
🗺 Made in Italia
⏳ Monouso
🔬 Vegan

Parto subito con il trattamento che non mi sembra sia cambiato nella sua formulazione rispetto a quello che avevo recensito qui ormai due anni fa, perché contiene praticamente gli stessi attivi che c'erano già prima.
In particolare i Patch Rivitalizzanti sono arricchiti con l'acqua delle alpi e l'estratto di peonia, che uniti all'aloe hanno proprietà lenitive, calmanti e pare anche anti age. In più c'è l'estratto di cetriolo che idrata e rinfresca, e quello di uva dal potere antiossidante, insieme al tocoferolo.

Ad aggiungere un effetto idratante a questi patch Acty Mask ci pensano l'acido ialuronico e la glicerina. 
Questa volta però l'azienda ha reso le maschere ancora più carine perché l'immagine che vedete sulla confezione non è puramente dimostrativa: la lucetta ha questa sorta di forma a gatto da un lato e un cuore dall'altro, restando molto adattabile e sempre ben aderente alla cute. 

I patch Rivitalizzanti mi continuano a piacere molto, nel senso che li trovo idratanti, mi danno una sensazione di benessere, di distensione della zona perioculare che apprezzo, specie magari dopo una giornata al pc. Io non li tengo abitualmente in frigo, ma quando lo faccio la sensazione di freschezza che rilasciano, e quindi l'effetto decongestionante è anche maggiore. In generale questa maschera occhi Acty Mask, mi lascia la pelle più distesa e liscia, infatti tendenzialmente la preferisco utilizzare di giorno prima magari di applicare il make up o quando comunque voglio migliorare in poco tempo il mio contorno occhi. Tra l'altro questo tipo di hydrogel ha la praticità di agire in una decina di minuti e non mi lascia residui, quindi è perfetto per quando si ha poco tempo a disposizione. 
Vi confermo insomma la buona esperienza che avevo avuto qualche tempo fa con i Patch Occhi Rivitalizzanti, e sicuramente li riacquisterò.


Acty Mask Glow Me Patch Hydrogel Contorno Occhi Effetto Anti-Age
con Estratto di Arancia e Q10


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Lidl, DM
💸 €0.59
🏋 2 patch 
🗺 Made in Italia
⏳ Monouso
🔬 Vegan


È invece una evoluzione dei patch occhi Arancia e Mango che avevo provato tempo addietro questa versione Glow Me perché adesso Acty Mask li ha arricchiti anche con coenzima Q10, che si unisce agli estratti di arancia e mango, entrambi ricchi di vitamine e quindi antiossidanti.

Non mancano ovviamente tutte quelle sostanze idratanti che troviamo anche nei Patch Rivitalizzanti, quindi acido ialuronico, succo d'aloe, glicerina e tocoferolo. Il linea generale infatti questi Patch Effetto Anti Age mi danno una sensazione molto simile sulla pelle rispetto agli altri, ma con qualche variazione.

In primis hanno una profumazione un po' più accentuata che ricorda vagamente la frutta tropicale. E poi ci sono benefici in parte diversi: in termini di idratazione e distensione della pelle l'effetto è più o meno il medesimo su di me. Ma c'è un extra, perché i Patch Occhi Effetto Anti-Age mi sembra aiutino effettivamente a rischiarare leggermente la zona perioculare, dando un effetto sguardo più sveglio. È ovvio che si tratta di un cambiamento radicale, visto che la parte più scura della mia occhiaia non sparisce nel nulla come per magia, però danno una mano a schiarire un po' la zona periorbitale, e quindi è stata mantenuta quella efficacia defaticante che avevo notato nella prima versione di questi patch. Anche in questo caso, i benefici si accentuano se lasciamo questi patch Acty Mask in frigo per qualche minuto, ma anche così sono già piacevolmente rinfrescanti.

Torno a ripetere che anche i Patch Occhi Anti Age sono adatti per il giorno, anzi forse sono anche più adatti a preparare la pelle per un evento o una occasione particolare.


Acty Mask Kiss Me Maschera Labbra Hydrogel Esfoliante
con Estratto di Lampone


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Lidl, DM
💸 €0.59
🏋 1 Maschera labbra
🗺 Made in Italia
⏳ Monouso
🔬 Vegan

La vera novità per me è stata questa maschera labbra al Lampone, che credo sia davvero una nuova uscita per Acty. In pratica l'azienda ha declinato la sua tecnologia hydrogel per un trattamento labbra, che semplicemente va applicato sulla zona asciutta e pulita, senza quindi make-up o balsami, e lasciato agire per 10/15 minuti o fino a quando non si asciuga come faccio io.
La formulazione di questa maschera è un po' più articolata rispetto ai patch occhi: essendo un trattamento esfoliante contiene alfa e beta idrossiacidi, in particolare acido glicolico e salicilico.
Ma credo che Acty Mask abbia voluto dare un twist rigenerante al prodotto inserendo anche retinil palmitato, un estere del retinolo molto delicato, e il bakuchiol, su cui ho fatto un approfondimento qui e che è una alternativa vegetale appunto alla vitamina A.

Non mancano poi sostanze ed estratti di varia natura: la glicerina e l'acido ialuronico per idratare e il lampone come antiossidante. 

Se in prima battuta avevo alcuni dubbi, con l'utilizzo di questa maschera labbra Esfoliante Acty Mask mi sono convinto della sua efficacia. Temevo infatti che magari non aderisse bene, ed invece resta attaccata alle labbra per tutto il tempo necessario, anche se come me avete una barba rasata. Ovviamente parlare è quasi impossibile, ma per 10 minuti si può fare.
Inoltre la forma è grande a sufficienza per adattarsi a labbra anche più carnose delle mie.

Una volta rimossa, questa maschera Esfoliante mi lascia le labbra sicuramente più lisce, elastiche e morbide, ma non più secche, anzi tutto sommato sono anche più idratate. Il mio consiglio è però di farla seguire con un balsamo labbra o un olio nutriente, per mantenere questa idratazione. Infatti lo scopo di questa maschera è appunto eliminare eventuali pellicine e ruvidità delle labbra, preparandole ad altri prodotti, specie il make up, ma credo che siano più adatte in una sorta di mini routine per la cura della zona ad esempio da fare la sera prima di un evento. Io ad esempio ho usato questa Maschera Labbra Esfoliante Kiss Me per fare il lip basting di cui vi ho parlato qui, che è un rimedio per labbra secche.

Inoltre questa maschera Acty non lascia residui o le labbra appiccicose, e io la ritengo abbastanza delicata, ma credo che non vada fatta più di una/due volta a settimana, in caso di necessità più accentuate.


Avete beccato questi prodotti Acty Mask da Lidl o da DM?




Anora: perché non è il capolavoro che speravo

Dopo le vittorie agli Oscar di quest'anno e la Palma d'Oro a Cannes, Anora, il film di Sean Baker, è tornato al cinema ed è approdato su Sky, quindi finalmente ho potuto vederlo anche io dopo le tantissime opinioni positive che avevo raccolto più o meno indirettamente.

Genere: commedia, drammatico
Durata: 139 minuti
Regia: Sean Baker
Uscita in Italia: 7 novembre 2024/ 7 Marzo 2025 (Sky)
Paese di produzione: USA

Mikey Madison interpreta Anora, o meglio Ani come preferisce essere chiamata, una giovane ragazza poco più che ventenne che fa la sex worker e la spogliarellista in un locale, e sembra avere una vita tutto sommato tranquilla, seppur non propriamente stimolante, promettente o agiata. Un giorno però arriva una svolta nella sua vita: nel night club in cui lavora, un certo Ivan "Vanya" (Mark Ėjdel'štejn) cerca una spogliarellista che parli in russo e Ani è perfetta per questo compito. 

Presto scopriremo che Vanja è il figlio di un ricco oligarca russo, Nikolaj Zacharov, che fa la vita da nababbo grazie ai soldi del padre, tanto da poter "assumere" Anora per una intera settimana. Fra i due però le cose diventano più intense di quanto possa in genere accadere fra una ragazza che offre prestazioni sessuali ed il suo cliente, al punto che Vanja chiederà alla spogliarellista di sposarlo. E lei accetta, seppur titubante, riuscendo anche a vivere fra lussi ed eccessi per qualche tempo. Ma quel sogno di svoltare la sua vita si infrange quando Vanja scapperà non appena i suoi genitori scopriranno che il loro rampollo ha sposato una spogliarellista.
Così inizia per Ani una lunga notte alla ricerca di Vanja e di quella promessa di una vita migliore.

Dopo aver visto Anora, credo di averne capito un po' tutti i piani di lettura e tutto quello che Sean Baker voleva dirci col suo film e con la sua protagonista, ma alla fine della visione mi è rimasto praticamente nulla.

Andiamo per gradi, partendo proprio dalla narrazione. La storia raccontata in Anora è estremamente semplice e fortemente prevedibile in ogni passaggio, e pur essendo un film che dura più di due ore non riesce a darci qualche approfondimento in più almeno sulla sua protagonista.

Il genere di Anora non è lineare: si parte quasi fosse una commedia non romantica (visto che alla fine è tutto sesso ed eccessi) canonica, con vaghi richiami a Pretty Woman, per poi diventare più caotica e a tratti slapstick, in tutta una lunga sequenza che credo debba essere la parte più divertente del film. Peccato però che a me non abbia fatto ridere, soprattutto perché in Anora si strilla tantissimo, ci si parla costantemente addosso ed è un approccio che per quanto possa sembrare realistico, trovo eccessivo, grottesco e alla lunga davvero fastidioso. Inoltre, in mezzo a queste urla, ci sono buttati anche alcuni dialoghi che sono piuttosto pesanti e non da sottovalutare.


Dopo questa parentesi, il film scivola via via verso il drammatico, con una maggiore presa di consapevolezza da parte di Anora, e qui mi sono sorti molti dubbi.
Io ho capito che Sean Baker racconta di persone che potremmo dire sono nell'ultimo gradino della scala sociale, indubbiamente con una certa dignità perché Ani è una ragazza molto forte, sveglia, che vive la sua condizione di sex worker sembra senza particolare imbarazzo o rimorsi. Tuttavia il suo ruolo sociale finisce per avere un peso quando si scontra con qualcuno che si trova, per un mero fattore economico e reputazionale, al di sopra di lei e la mette di fronte ad una realtà inevitabile: non esiste un ascensore sociale, e soprattutto non c'è una strada semplice, una scorciatoia, per poter avanzare di classe. Quella di Cenerentola è solo una fiaba, non è la realtà, specie nel nostro secolo, e Anora è una ragazza del suo tempo, nel bene e nel male.


Anora rivela qui però una forma di incoerenza che non solo rende il film prevedibile, ma che me lo fa depotenziare ulteriormente.
Ani ci viene raccontata poco, eppure sappiamo che è una ragazza concreta, che si aggrappa in tutti i modi al suo sogno, ma non si capisce bene cosa ci trovi in Vanja. Il rampollo infatti ci viene mostrato chiaramente come un ragazzo immaturo, così sveglio che alla fine si farà praticamente trovare, che pensa di poter comprare qualunque cosa con i soldi dei genitori (che però disprezza umanamente) e di poter trattare chiunque come meglio crede, e non sembra offrire ad Ani qualcosa di più che pomeriggi a sballarsi e a giocare ai videogiochi o al massimo a fare shopping di lusso.

È vero che anche Anora, come vedremo alla fine, è una giovane donna che probabilmente (questo non viene mostrato, quindi è una mia teoria) a causa del suo vissuto, non è in grado di elaborare chiaramente i sentimenti, che cerca di distaccarsi dal suo passato, e crede che solo il suo corpo sia la merce di scambio con cui può muoversi nel mondo e ripagare l'altro. Però credo che Vanja mostri fin dal primo momento un vuoto interiore, una vacuità morale e di valori che è troppo palese per non essere riconosciuta. Quindi è difficile credere che Anora, una ragazza che si scontra tutti i giorni con la vita, non si fosse accorta che da parte di quel ragazzo non c'è amore ma solo voglia di possedere e capricci di varia natura. Questo significa in qualche modo accusare la protagonista di essersene approfittata di Ivan? No, ma solo che il suo insistere nel cercare in lui una qualche forma di sentimento è poco credibile. 

Anora vuole mostrare chiaramente la rottura del famoso sogno americano, del riscatto che ormai è un sogno di tanti, ma rappresentarlo in questo modo mi è sembrato troppo fragile. 

La lunghezza estenuante può dare l'impressione di un film completo, approfondito ed intenso, ma se avessero escluso o accorciato le tante scene di sesso, le urla scalmanate o i momenti in cui i protagonisti parcheggiano (giuro ci sono anche queste parti), sarebbe rimasto ben poco.
Le dinamiche di potere fra persone di classi sociali differenti purtroppo esistono da sempre, le abbiamo viste mille volte nel cinema e Anora non riesce a raccontarle in modo particolare, così originale, magari irriverente o così in grado di suscitare una riflessione davvero profonda, specie secondo me in un pubblico poco attento. 

L'ottima fotografia e le interpretazioni, specie di Mikey Madison, sicuramente rendono il film esteticamente più appagante, ma per quanto non mi piaccia esprimermi con termini assoluti, portando solo le mie opinioni, credo che sopravvalutato si addica bene ad Anora.



Perché Provare Questi Sieri Viso Coreani Cos De Baha

Mi rendo conto che faccio passare più o meno lo stesso tempo (troppo) prima di tornare a parlare dei prodotti di Cos De Baha, azienda coreana che io apprezzo per il suo rapporto qualità- prezzo e che credo ancora meriti qualche attenzione in più.


Se li avete persi, qui e qui trovate i primi due episodi di questa serie di recensioni su Cos De Baha, ma 
Questi quattro sieri di cui vorrei lasciarvi la mia opinione sono stati parte della mia skincare da diverso tempo, ho avuto modo di utilizzarli insieme o con altri prodotti e hanno tutti caratteristiche che mi sono piaciute.


Cos De BAHA H Hyaluronic Acid Serum


INFO BOX
🔎 Yesstyle (codice sconto PIER10YESTYL), Stylevana, Amazon
💸 €8
🏋 30ml
🗺 Made in Corea 
⏳ 12 Mesi / scadenza sulla confezione
🔬 //


Orami ogni singolo pixel di questo blog sa che non amo i sieri a base di acido ialuronico puro, o per lo meno, non vedo la necessità di avere questo attivo in un prodotto esclusivo (e quindi uno step extra). Su di me infatti l'acido ialuronico è un umettante discreto ma non eccezionale. So però che molti lo amano e quindi ogni tanto ne testo qualcuno più per dovere di scienza che per reale curiosità. 

Lo Hyaluronic Acid Serum Cos De Baha segue un po' questo mio personale trend. È infatti un siero con l'1% di acido ialuronico, con un INCI ancora più semplice rispetto a quello che provai un po' di tempo fa (qui) perché appunto contiene solo sodio ialuronato, e basta.

La sua consistenza è quasi un gel, infatti la pipetta fa un po' di fatica a volte a prendere il prodotto, ma per il resto non ci sono intoppi di sorta. Infatti questo siero si assorbe molto bene su di me, non lo ritengo appiccicoso né fastidioso quando lo applico insieme ad altri sieri. Inoltre non ha alcun odore. 

Lo Hyaluronic Acid Serum per me è stato un po' il primo step della skincare, da usare quasi fosse una essence, e così l'ho trovato molto gradevole, non solo per questa texture avvolgente, ma anche per il suo effetto. È un siero che mi lascia il viso idratato, morbido e un po' più compatto, anche piacevolmente liscio al tatto, sebbene continui a non notare questi effetti anti age così spiccati.
Ho fatto anche una prova, paragonando questo siero Cos De Baha a quello di L'Oréal di cui ho fatto la recensione da poco, e questo coreano ha un effetto tensore a mio avviso meno accentuato, complice il fatto che non contiene tutte le altre sostanze del siero Revitalift. 

Non c'è molto altro che possa dirvi dello Hyaluronc Acid Serum se non che credo possa accontentare tutti i tipi di pelle, soprattutto quelle normali e miste e specie se amate queste formulazioni essenziali. Le cuti più secche invece immagino preferiscano sieri più nutrienti (specie se non si vuole fare step su step di skincare) mentre quelle grasse o impure dovrebbero puntare ad attivi più specifici.
Se vi doveste innamorare di questo prodotto, o semplicemente amate a tal punto l'acido ialuronico puro, sappiate che Cos De Baha ha declinato il siero in tanto formati, fino a 240ml, praticamente una crema corpo.


Cos De BAHA GN Galactomyces 94 Serum


INFO BOX
🔎 Yesstyle (codice sconto PIER10YESTYL), Stylevana, Amazon
💸 €11
🏋 30ml
🗺 Made in Corea 
⏳ 12 Mesi / scadenza sulla confezione
🔬 //

Ho considerato più o meno alla stregua di una essence anche questo Galactomyces 94 Serum, visto l'INCI assolutamente scarno.
Contiene infatti 

  • il 94% di un derivato della fermentazione del lievito Galactomyces, sostanza ritenuta antiossidante, idratante ed illuminante, ed in generale in grado di prendersi cura della barriera cutanea
  • il 2% di niacinamide, che seppur agisce in maniera differente, ha più o meno le stesse proprietà anti macchia e restituenti per la barriera cutanea
  • glicerina e acido ialuronico come idratanti.

In questo caso la consistenza è quella di un siero acquoso più scorrevole rispetto al precedente, che si stende comunque con altrettanta facilità, e che su di me non lascia un finish particolare, né appiccicoso né pesante da far seguire con altri prodotti. Anche in questo siero non percepisco alcuna profumazione.

Il Galactomyces 94 Serum Cos De Baha mi è sembrato un prodotto interessante e che può potenzialmente accontentare tanti tipi di pelle. Io lo trovo sicuramente idratante, forse leggermente di più del siero con acido ialuronico e che ho potuto usare indistintamente di giorno e di sera, quasi sempre nei primi posti della skincare.

Oltre ad una discreta idratazione, che penso possa accontentare pelli un po' più secche all'interno di una routine, ho notato che questo siero Cos De Baha contribuisce a mantenere la pelle in buono stato, elastica e morbida nel corso della giornata. 

Non credo che sia un trattamento per chi ha esigenze molto mirate, o in caso di macchie vere e proprie, perché credo che vi siano attivi più potenti e con un maggiore potere rigenerante per eventualmente aiutare a schiarire pigmentazioni date da brufoli e da cattiva esposizione solare. Però il siero Galactomyces 94 penso che contribuisca, nell'uso costante, a rendere l'incarnato più omogeneo e radioso, e quindi all'apparenza un po' più sano.

Quindi può essere interessante provarlo in caso di pelle spenta, magari ingrigita dall'inverno. Può essere inoltre adatto a chi magari vuol provare un siero con Niacinamide, ma teme un po' le alte percentuali che si vedono spesso in giro. A tal proposito, sia la vitamina B3 che il galattomice dovrebbero avere un effetto sebo regolatore, che personalmente non ho notato. È vero che la mia pelle non è particolarmente sebacea in questo periodo, ma penso vi siano sieri più efficaci da questo punto di vista ed al massimo a questo di Cos De Baha attribuirei un effetto riequilibrante.


Cos De BAHA VM Vitamin C MSM Serum


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🔎 Yesstyle (codice sconto PIER10YESTYL), Stylevana, Amazon
💸 €8.89
🏋 30ml
🗺 Made in Corea 
⏳ 12 Mesi / scadenza sulla confezione
🔬 //

Questo siero alla Vitamina C ha indubbiamente la formulazione più complessa fra questi Cos De Baha 
che ho raccolto in questa recensione, pur restando sempre una formulazione essenziale. È il secondo siero alla vitamina C che provo del marchio, e questa volta credo si tratti di un prodotto più trasversale. 
Il Vitamin C MSM Serum è arricchito con

  • idratanti e umettanti, come estratto di Aloe Vera, un derivato della glicerina, Betaine e acido ialuronico,
  • una schiera di antiossidanti come appunto un derivato della vitamina C (Sodium Ascorbyl Phosphate), tocoferolo, acido ferulico, che tra l'altro stabilizza la vitamina C ed E, e l'estratto di tè verde,
  • estratti botanici antiossidanti, come quelli di fiori di sambuco, di melone amaro, e di stella alpina, che uniscono appunto il loro effetto alle sostanze che nominavo sopra,
  • ingredienti lenitivi, riparatori e anti-infiammatori come il Dimethyl Sulfone (o appunto MSM) derivato dello zolfo, che ha proprietà antinfiammatorie, lenitive e riparatrici, l'allantoina e il derivato della radice di liquirizia.

In questo caso Cos de Baha non indica le percentuali di vitamina C, ma per la miscela di ingredienti e per appunto la tipologia di derivato, credo si tratti di un siero adatto anche a chi non ha mai applicato la vitamina C sulla propria pelle. Anzi, vista la sua delicatezza e formulazione, penso sia proprio perfetto per approcciare questa sostanza per la prima volta. Credo inoltre che la posizione ideale di questo Vitamin C MSM Serum sia principalmente nella skincare giornaliera, vista la carica di antiossidanti che contiene. Ma nulla toglie che può essere utilizzato anche di sera.

Questo siero Cos De Baha ha sempre una consistenza acquosa, leggermente più opaca e lattiginosa delle altre, e, sebbene non faccia fatica a stendersi o ad essere stratificato con altri prodotti, su di me risulta leggermente appiccicoso per un paio di minuti. Non è una sensazione sgradevole, basta appunto attendere o semplicemente applicarci sopra un altro prodotto.

Il Vitamin C MSM Serum mi è piaciuto molto perché è idratante in modo più che sufficiente, tanto che le pelli da normali a secche possono apprezzarne l'effetto, ma credo che dia anche una bella luminosità all'incarnato. Mi ci è voluto un po' per notarlo perché stavo già utilizzando altri sieri e trattamenti che hanno comunque attivi similari, ma con questo prodotto Cos De Baha c'è stato un miglioramento ulteriore. 

Anche in questo caso vi segnalo che se volete contrastare macchie particolari, magari che avete da diverso tempo, credo vi serva un uso decisamente prolungato o appunto prodotti più concentrati. Se invece il vostro intento è proteggere la pelle da eventuali danni solari (oltre che con l'SPF) ed in generale migliorare l'aspetto della pelle, allora può essere un siero da prendere in considerazione. 


Cos De BAHA - G Glycolic Acid 10 AHA Serum


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🔎 Yesstyle (codice sconto PIER10YESTYL), Stylevana, Amazon
💸 €8.15
🏋 30ml
🗺 Made in Corea 
⏳ 12 Mesi / scadenza sulla confezione
🔬 //

Salgo invece di intensità con il Glycolic Acid 10% Serum che appunto contiene ben il 10% di alfaidrossiacidi, supportati però da altri attivi. Al suo interno troviamo

  • l'acido glicolico al 10% per un effetto rinnovatore, illuminante ed esfoliante, ma anche umettante
  • gli estratti di amamelide, rosmarino, timo ed eucalipto che insieme hanno un'azione astringente e antibatterica, utile per pelli miste o impure, ma anche antiossidante
  • l'arginina che essendo un aminoacido aiuta a bilanciare i rischi di eventuali irritazioni
  • l'estratto di rooibos offre un'azione antiossidante e antinfiammatoria, utile per contrastare i potenziali effetti irritativi dell'acido glicolico.

Ammetto che per la presenza di di estratti vegetali mi aspettavo che il Glycolic Acid 10 AHA Serum avesse un qualche odore, ed invece al mio naso risulta abbastanza neutro. La consistenza è quella di un siero acquoso, che al tatto rivela una leggera densità data dal propanediolo. È un siero molto facile da applicare, e che ovviamente trova luogo nella skincare serale, vista la fotosensibilità data dagli esfolianti chimici.
Più che un siero viso, io lo considero un trattamento, al punto che difficilmente lo applico tutte le sere e su tutto il viso, ma lo uso solo quando ne sento necessità, quando vedo che ad esempio la mia pelle ha delle pellicine o la sento più ruvida al tatto. In questo senso il Glycolic Acid  Serum Cos De Baha agisce bene: già in una sola applicazione mi leviga la pelle, lascia le zone più lisce, ma anche più idratate e morbide, e non va ad irritare.


Chi non ha esperienza con gli alfa idrossiacidi indubbiamente troverà il prodotto un po' troppo intenso, ed io stesso vi raccontavo qui che pur avendo una pelle abbastanza resistente ed abituata ad attivi in concentrazioni elevate, avevo avuto un leggero fastidio dopo aver utilizzato questo siero Cos De Baha su una cute un po' seccata dal freddo e quindi potenzialmente irritata. È stata una sensazione assolutamente transitoria, che non mi ha portato a rossori o desquamazione, ma che vi dà una maggiore completezza sulla mia esperienza con questo prodotto e sulla sua intensità. 

Dall'altra parte vi ho raccontato che ho utilizzato questo Glycolic Acid Serum anche sulle labbra per il Lip Basting (se non sapete di cosa stia parlando, fate un click qui) e non ho avuto alcun problema.

Questo, per concludere, è per farvi capire che questo siero Cos De Baha funziona, ed anche bene, ma la sua alta concentrazione necessita un minimo di attenzione e di esperienza. Se avrete entrambe allora sarà un ottimo trattamento esfoliante, idratante e non irritante, per lavorare sulla texture della pelle, ed agire anche, sul lungo periodo su cicatrici da acne, macchie e rughe. 




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Mi aspettavo di più da queste due nuove serie TV

Il panorama seriale di questo 2025 è davvero brulicante di titoli che mi fanno gola, e sto cercando di stare al passo, seppur a fatica. In questa prima settimana di Marzo ho cercato di terminare alcune delle serie tv che stavo seguendo, ma quelle su cui vorrei ora fare il punto non mi hanno convinto fino in fondo.

Paradise
Prima stagione

Ci credereste mai che una mente come quella del creatore di This is Us e Rapunzel, per dirne due, ovvero Dan Fogelman, si sia lanciato a creare una serie tv che spazia dal thriller al distopico
L'ha fatto con Paradise, serie tv su Disney+ il cui episodio finale della prima stagione (ma una seconda è già stata confermata) è arrivato proprio il 4 marzo, e che è mi ha dato molto a cui pensare.

Non è facile parlare della trama senza rischiare lo spoiler, ma vi basti sapere che seguiamo le vicende del capo alla sicurezza del presidente degli Stati Uniti, un certo Xavier Collins (Sterling K. Brown, sempre da This Is Us), il quale un giorno trova proprio il presidente Cal Bradford brutalmente assassinato. Già qui una stranezza: Collins aspetta per lanciare l'allarme, e man mano capiamo anche le ragioni. Infatti il Potus (qui interpretato da James Marsden) non era solo ben protetto, ma vive in una paradisiaca cittadina che sembra troppo bella per essere vera. Così, strato dopo strato, scopriamo che niente è come appare, e che Xavier non solo si dovrà impegnare a scoprire cosa è accaduto al presidente, ma anche cosa accade fuori da quel bozzolo.

Lo so, la mia è una trama un po' criptica, ma Paradise è una di quelle serie tv in cui non solo è facile spoilerare, ma che rivela tutti i suoi snodi nel corso degli episodi e con diversi colpi di scena, e che tra l'altro si muove molto fra passato e presente attraverso tanti flashback.
Inoltre ha al suo interno più umori, visto che dal thriller, principalmente di spionaggio, ci si sposta a questo distopico/catastrofico, passando per il drammatico. I flashback infatti servono non solo a raccontare letteralmente gli eventi, ma anche costruire i personaggi con le loro storie e appunto le loro problematiche, e cercare di far appassionare lo spettatore alle loro vicende. 

Oltre appunto ad una storia da dipanare, Paradise punta molto sulle ottime interpretazioni del suo cast, che include anche Julianne Nicholson, che sicuramente riconoscerete per le tante produzioni a cui ha preso parte come Omicidio a Easttown, e Sarah Shahi da Sex/Life.

Altrettanto solide mi sono sembrate le scelte stilistiche in termini di regia e fotografia, con queste luci e queste ambientazioni che danno quell'impressione di posticcio che presto scopriremo non essere del tutto involontario. Ma Paradise si perde su altri fronti.

Infatti questi continui flashback mi sono sembrati eccessivi, e non hanno avuto un particolare appeal su di me, perché non sono riusciti appunto nell'intento di farmi affezionare in qualche modo alla parte drammatica e più personale dei personaggi. La scelta appunto di muoversi nel tempo dimostra anche i suoi limiti negli ultimi due episodi: per tirare le somme delle varie storyline, non potevano continuare con questi flashback e flashforward, ed hanno puntato ad una narrazione più lineare che potesse essere più chiara, perdendo di coerenza stilistica.
In questo senso Paradise fa una scelta che ho apprezzato, sciogliendo alcuni nodi della trama, ma lasciandosi spazio di manovra per muoversi verso una seconda stagione.

Per quanto nell'insieme sia tutto sommato ben fatta, ci sono altri aspetti, che non considero primari, ma nemmeno secondari, e che mi hanno lasciato perplesso in Paradise. Infatti sebbene non ci siano dei veri e propri buchi di trama, ci sono delle mancanze che rendono la logica dei protagonisti più fallace. Senza fare nomi e quindi spoiler, mettiamo il caso che uno dei personaggi voglia fare una rivoluzione, e piuttosto che mettere al riparo la sua famiglia, magari anche solo avvisandola di starsene in casa, organizza la sua rivolta pensando solo ai cavoli suoi.

O ancora, un altro personaggio spara ad un altro ma senza un reale movente di fondo, e senza che chi assiste gli ponga delle domande a riguardo.
Non sono del tutto convinto nemmeno della costruzione dei personaggi, specie ad esempio delle interazioni fra Samantha "Sinatra" Redmond (personaggio a mio avviso abbozzato) ed il presidente Bradford. Anche i dialoghi mi sono sembrati un po' troppo impostati e banali.

Tutti questi elementi mi hanno reso Paradise meno godibile di quanto sperassi a volte anche trascinata e ripetitiva, e per quanto la tematica possa risultare drammaticamente vicina a noi e non così assurda (ho ancora in mente l'eco del film Don't Look Up per restare in tema), mi ha dato un impatto inferiore rispetto a quanto mi aspettassi.
Non so se quando arriverà la seconda stagione, immagino fra un paio di anni almeno, avrò ancora voglia di proseguire.


Apple Cider Vinegar
Miniserie 


Sarò un po' più coinciso con Apple Cider Vinegar, serie tv arrivata il 6 Febbraio, che si muove quasi sui binari della docufiction perché si ispira ad una storia vera, sebbene ci tengano a ripeterci che alcune cose sono state cambiate per proteggere degli innocenti e che la protagonista reale non è stata pagata per permettere a Netflix di raccontare la sua storia.

La storia è quella di Belle Gibson, nome che per noi italiani dirà poco ma che è stata per lungo tempo una wellness influencer molto famosa in Australia, dove è riuscita a costruire, tramite i social, un piccolo impero, diventando autrice ed imprenditrice. Fin qui tutto bene, solo che Belle non si limitava a suggerire uno stile di vita sano, esercizi e skincare, ma raccontava di essere guarita da un cancro al cervello attraverso l'alimentazione e le scelte quotidiane. Nel 2015 però si scoprì che Belle non aveva avuto alcuna malattia, ed aveva letteralmente truffato il mondo e i suoi follower che speravano di poter guarire con i suoi consigli.

Ideata da Samantha Strauss, già sceneggiatrice di Nine Perfect Strangers, Apple Cider Vinegar (letteralmente aceto di mele, uno dei prodotti ancora oggi ritenuto portentoso per qualunque problema, persino far crescere i capelli) racconta non solo la storia di Belle, qui interpretata da una bravissima Kaitlyn Dever, ma anche quella di un'altra influencer, Milla Blake (Alycia Debnam-Carey), che si inspira ad un'altra blogger che affermava di curarsi con metodi alternativi.

Un po' come avevamo già visto con Inventing Anna, anche questa nuova miniserie Netflix vuole raccontare i retroscena di una vera e propria truffa costruita attraverso menzogne, ma soprattutto attraverso l'uso dei social, e lo fa con uno stile molto interessante. 

Apple Cider Vinegar ha infatti un buon ritmo, ed unisce scelte registiche differenti, oscillando dal pop al caustico, e appunto con accenni al documentaristico, con la rottura della quarta parete e i personaggi che si rivolgono direttamente in camera, per un approccio più pungente.
Questo secondo me riesce a raccontare bene il carattere particolare della protagonista, le sue manie di attenzioni e le sue tecniche di manipolazione sia dei media che delle persone che le stavano intorno. 

Benché però ci provino a stimolare una riflessione molto più ampia sia sulla vacuità dei nuovi mezzi di comunicazione attuali, costellati da guru, fake news, disinformazione e truffatori di ogni specie, sia sull'arrivismo di alcune persone senza scrupoli, non sono comunque convinto del risultato finale. 

Apple Cider Vinegar infatti secondo me sbrodola troppo con i tempi, cercando di raccontare più punti di vista, ma non riuscendovi bene, visto che ad esempio tutti i personaggi secondari sono davvero marginali, e al massimo fungono da modello per i danni che si ottengono da bugie e truffe di queste proporzioni.

Manca focus, manca una linea narrativa unica da seguire, tanto che sei episodi mi sono sembrati un po' troppi. Ma manca a volte anche la presa di posizione decisiva che condanni certi comportamenti. Nel raccontare ad esempio la famiglia ed il background di Belle, sembra quasi si cerchi una giustificazione del suo atteggiamento, quando in realtà non vi sono ragioni che possano stare in piedi.
Insomma Apple Cider Vinegar ha un punto di partenza stimolante e contemporaneo che però perde di vista nello sviluppo, ed eventuali riflessioni nascono da una visione critica dello spettatore, più che dalla miniserie stessa. 

La mia esperienza con il Siero Rinforzante per le ciglia di Transparent Lab

 Ammetto di aver impiegato davvero parecchio tempo per parlarvi della linea di trattamenti per la cura dei capelli di Transparent Lab, che era stata lanciata il Maggio scorso (qui per saperne di più), ma ho voluto capirne bene gli effetti che avrebbero avuto su di me.

Se mi seguite avrete visto che ho terminato tutte le referenze lanciate dal marchio di Niche Beauty Lab, ma mancava ancora il loro siero ridensificante per ciglia, ovvero l'Eyelash Growth, e adesso vi posso lasciare la mia recensione.



INFO BOX 
🔎 NicheBeautyLab.com, Amazon
💸 €14.95
🏋 8ml
🗺 Made in Spagna
⏳  12 Mesi
🔬 Vegan, Cruelty Free

Il suo scopo è quello di nutrire,
idratare e condizionare le ciglia, ma promette anche di aumentarne il diametro, la lunghezza e renderle più forti alla radice, con quindi minor caduta e maggiore crescita dei peli.

Niche Beauty Lab ha scelto a tale scopo una serie di attivi brevettati, e l'Eyelah Growth contiene nello specifico

  • il 3% di Capilia Longa™
    ricavato dalle cellule staminali di Curcuma, e in grado di creare l'ambiente ideale per stimolare la crescita e ritardare la caduta del pelo,
  • l'1% di Baicapil™
    brevetto che combina gli estratti botanici di  scutellaria baicalensis, soia e germogli di grano, e che migliora l'ancoraggio dei peli, oltre ad allungarne la fase di crescita,
  • l'1% di Elaya Renova™
    composto dalle cellule staminali vegetali dei germogli di ulivo selvatico, pare essere in grado di rinforzare, proteggere e rivitalizzare la cute e quindi il pelo,
  • l'1% di Curcumin™
    dall'effetto antiossidante e quindi protettivo del follicolo.

Non ci sono invece ormoni o prostaglandine di vario genere, quindi potete stare tranquilli se questo è un aspetto importante per voi.
L'Eyelash Growth Transparent Lab si presenta come un siero completamente trasparente e inodore, che va applicato una o due volte al giorno all'attaccatura della ciglia (pulite ovviamente, senza make up) come fosse un eyeliner, e lasciato agire almeno sei ore. Il mio consiglio è ovviamente di usarlo nella skincare serale, così da fare in modo che possa restare in posa per tutta notte. È un prodotto molto semplice da applicare grazie al pennellino, ma Transparent Lab ha migliorato ancora di più l'applicatore, aggiungendo anche uno scovolino così da facilitarne ulteriormente l'uso.
Inoltre non vedo limiti ad utilizzarlo non solo sulle ciglia ma anche con sulle sopracciglia, specie con il nuovo applicatore, e considerando che il flacone è davvero abbondante e duraturo, direi sopra la media dei lash serum che ho provato fino ad ora.


Oltre all'ottimo rapporto quantità-prezzo che mi ha consentito appunto di farne un uso più ampio, il siero Ridensificante Niche Beauty Lab non mi ha dato alcun fastidio agli occhi, non lascia residui eventualmente difficili da rimuovere, quindi sono stato assolutamente costante con le applicazioni.
L'azienda non fornisce molti dettagli su quanto tempo ci voglia per vedere dei benefici, ma io credo che, stando a come Transparent Lab presenta questo prodotto, si tratta concettualmente di un siero condizionante, e quindi da utilizzare un po' come facciamo con i sieri viso per apportare idratazione e nutrimento alle ciglia. 
Però ovviamente io volevo vedere dei miglioramenti, ed ho monitorato la situazione. Qui però, prima di mostrare il prima e il dopo trattamento, devo fare una specifiche che spero leggiate perché, se vi soffermate solo sulle foto, avrete una percezione errata su questo Eyelash Growth

Quando ho iniziato ad utilizzare il prodotto, più o meno a metà Settembre dello scorso anno, le mie ciglia apparivano così, ma devo fare una precisazione.

In questa prima foto infatti le mie ciglia non sono completamente al naturale, ma erano state trattate con Bimatoprost, sostanza controversa poco raccomandata a causa dei potenziali effetti collaterali di cui ho parlato qui. Quando ho scattato le foto erano ancora "anabolizzate" da quello che è in pratica un farmaco, e quindi apparivano al top della loro forma sia in termini di spessore che di lunghezza, ma naturalmente non sono così.

Il siero ciglia di Transparent Lab, non contenendo queste sostanze, ha ovviamente altri benefici, quindi non fatevi ingannare. Inoltre, come vi dico sempre, le foto sono puramente indicative, fatte magari in condizione di luce naturale o con una leggera ma differente posizione della camera, che possono rendere il risultato finale non sempre perfettamente realistico.

Come vi anticipavo, Transparent Lab non lascia molte indicazioni su quanto tempo ci voglia prima che questo siero rinforzante agisca sulle ciglia, e quindi io mi sono regolato come al solito, attendendo almeno un mese prima di vedere quali benefici avevo ottenuto, ma verso metà Ottobre la situazione era più o meno invariata.

Le mie ciglia continuavano ad essere molto folte, molto lunghe e curve, e c'è voluto un altro mese prima prima di notare cambiamenti, anche se non ho mai notato una caduta particolarmente copiosa, sicuramente complice l'azione di questo Eyelash Growth che ha rinforzato subito le ciglia.

Ho voluto comunque scattare altre foto un mese più tardi, quindi a metà novembre e credo si noti quello che vi anticipavo: le ciglia, seppur ancora folte e belle, apparivano un po' più sparse specie sull'angolo esterno degli occhi, meno effetto "finto" e meno compatte. 


Era un passaggio che sarebbe stato a mio avviso inevitabile, perché passare da un siero con ormoni, a questo siero ridensificante di Transparent Lab, e quindi tornare alle mie "vere ciglia" avrebbe mostrato delle differenze. 
In questi mesi, mettendo da parte un attimo l'aspetto puramente estetico, le mie ciglia sono state comunque molto in salute, morbide, elastiche, sempre abbastanza intense in termini di colorazione, e la caduta è stata sempre molto latitante. 

Nonostante abbia scattato delle foto per tutti i mesi in cui ho usato questo Eyelash Growth Niche Beauty Lab non mi sembra il caso di mostrare tutti gli step e salterei a due mesi più tardi, quindi a Gennaio, quando la situazione del cambio delle ciglia si era stabilizzato e secondo me si notano molto di più i benefici di questo siero rinforzante.

Infatti credo si noti come le mie ciglia appaiono più spesse e appunto di nuove più folte, più compatte, e quelle aree che sembravano leggermente più diradate. Quindi ho continuato ad utilizzare questo siero sempre con estrema costanza e, saltando di altri due mesi, arrivo a Marzo, cioè praticamente ad oggi, fase finale del mio trattamento e questo è il risultato che ho ottenuto su di me.

Questo Siero Ridensificante Transparent Lab è praticamente terminato, quindi ha avuto una durata molto lunga, e credo si noti che le mie ciglia sono molto folte, armoniose e omogenee, non particolarmente curve ma sicuramente c'è un miglioramento in termini di lunghezza rispetto alle mie ciglia naturali in generale.

Quello che credo di poter dire, tirando le somme, è che l'Eyelash Growth ha secondo me un potere stimolante e nutritivo ben spiccato: infatti nel corso del tempo ho notato che se mi si formavano delle aree più vacanti sulla rima ciliare, nel giro di poco tempo venivano di nuovo rinfoltite completamente.
Per quanto riguarda l'effetto allungante, credo che questo siero abbia la sua efficacia, ma almeno su di me, che non ho delle ciglia comunque corte, si nota forse meno, o comunque non posso dire che il risultato mi lasci di stucco.

Credo insomma sia il prodotto ideale proprio se avete delle ciglia fragili, sottili, che tendono a cadere e che per loro natura non hanno una particolare densità e spessore. Lo stesso risultato l'ho notato anche sulle sopracciglia, anche se non ho monitorato con delle foto, dove i buchetti venivano ricoperti nel giro di pochissimo.

Conoscevate questo prodotto?





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