Prodotti DM, questa volta non ci siamo! Ecco cosa non riacquisterei

Sto continuano ad utilizzare i prodotti disponibili da DM che ho acquistato nel corso dei vari ordini online che ho fatto nel tempo. Questa volta però vorrei parlarvi di alcuni cosmetici di Balea e Alverde che per me si trovano in una sorta di zona grigia: non li boccio completamente, hanno i loro pregi, ma non li riacquisterei volentieri. 


Alverde Gel Doccia
alla vaniglia e olivello spinoso

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🔎 dm-drogeriemarkt.it, catene DM
💸 €1.69
🏋 250ml
🗺 Germania
⏳  Scadenza sulla confezione
🔬 Natrue, Vegan

Da quando ha aperto lo shop online di DM credo di aver provato almeno 6 diversi docciaschiuma di Alverde, riscontrando in tutti quasi sempre più o meno le stesse qualità. In effetti, se date un'occhiata all'INCI, vedrete che cambiano giusto i due attivi che caratterizzano i singoli prodotti. In questo caso ad esempio abbiamo l'estratto di olivello spinoso, che a un effetto antiossidante, e quello di vaniglia, che principalmente aggiunge una nota aromatica al prodotto. Per il resto troviamo glicerina e aloe come sostanze idratanti e che come vi dicevo ho trovato anche negli altri gel doccia Alverde.

È medesima anche la consistenza in gel che poi diventa una schiuma più che sufficiente per detergere bene il corpo ed usare il prodotto con soddisfazione.


L'effetto sulla pelle che ho riscontrato con questo gel doccia Vaniglia e Olivello è comunque positivo, perché pulisce la cute, ma senza alterare troppo l'elasticità cutanea, e quindi non creandomi irritazioni, secchezza o prurito. Anche nell'uso quotidiano e costante si è rivelato valido e non richiede troppo tempo per essere rimosso.
L'idratazione che rilascia questo doccia gel Alverde non è molto diverso dagli altri provati in passato (salvo eccezioni) e diciamo che è sufficiente se non avete una pelle troppo secca, altrimenti sentirete l'esigenza di una crema corpo.

Pur non discostandosi quindi nell'esperienza che già conoscevo, questo prodotto non mi ha convinto nel profumo: il mio naso percepisce una nota di vaniglia più floreale che golosa, mentre la freschezza dell'olivello spinoso resta un fondo molto vago. 
È una fragranza che trovo poco particolare, poco avvolgente e per niente persistente quindi questo doccia schiuma Alverde non ha quel quid che possa distinguerlo da tanti altri prodotti. Non bocciato appunto, ma non lo riacquisterei.


Alverde Repair & Care Olio per capelli
avocado e burro di karité bio


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🔎 dm-drogeriemarkt.it, catene DM
💸 €3.69
🏋 75ml
🗺 Germania
⏳  Scadenza sulla confezione
🔬 Natrue, Vegan


Dopo aver provato lo shampoo e il balsamo della linea Repair & Care di Alverde ho voluto concludere la mia esperienza con l'olio capelli riparatore, un trattamento leave-in senza siliconi che promette capelli più luminosi e nutriti.
Al suo interno troviamo principalmente oli vegetali ed emollienti che in genere sono molto utilizzati nei prodotti per la cura dei capelli: c'è olio di semi di girasole, di salvia, di semi di chia, di broccoli e di avocado. Più in basso fra gli ingredienti appare anche il burro di karitè, per dare un tocco ancora più nutriente. Questo olio capelli Alverde è decisamente fluido, ma si percepisce che è composto da sostanze ricche, e si può applicare con molta facilità. La profumazione poi è molto gradevole.

Come spiega l'azienda, va utilizzato come un leave-in: su capelli umidi, dopo lo shampoo se ne applicano pochissime gocce e poi si procede con asciugatura e styling.

Potrei dire anche che tutto sommato funzioni in quanto rende i capelli lucidi e un po' più morbidi, ma nonostante i miei capelli secchi e dosi molto piccole di olio, questo prodotto Alverde non fa per me. Infatti, usato prima dell'asciugatura, notavo che già nel giro di un paio di giorni dopo il lavaggio, i miei capelli erano già più appesantiti e flosci. Ho provato più e più volte, cercando appunto di prestare molta attenzione alle dosi, ma il risultato è stato il medesimo.

Così ho iniziato ad usare l'olio Repair Alverde per fare degli impacchi pre shampoo e in questo caso si comporta meglio. Infatti si rimuove senza troppi problemi con lo shampoo che già stavo utilizzando e tutto sommato contribuisce a rendere i capelli più morbidi. 
Tuttavia non credo, come anticipavo, che lo riacquisterei: oltre a non fungere nella sua funzione principale, preferisco altri oli capelli, che magari abbiano anche qualche ingrediente che stimoli la crescita e rinforzi i capelli. 



Balea Patch Occhi in Idrogel
estratto di frutto della passione e acido ialuronico


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🔎 dm-drogeriemarkt.it, catene DM
💸 €0.99
🏋 2 patch occhi
🗺 Germania
⏳  monouso
🔬 //

Conoscevo già le maschere cremose di Balea, ma non avevo mai provato i loro patch occhi super economici e in uno dei vari ordini avevo inserito questi con Frutto della Passione e Acido Ialuronico perché hanno una formulazione che sembra valida. Infatti sono a base di umettanti come glicerina, sorbitolo, acido ialuronico appunto e trealosio. A questi si aggiungono sostanze anti ossidanti come l'estratto del frutto del caffè (quindi non caffeina) e appunto l'estratto di passion fruit.


Questi patch occhi in hydrogel Balea sono carini da utilizzare: hanno una profumazione che temevo fosse troppo intensa, ma poi non mi ha dato fastidio agli occhi, e tutto sommato aderiscono bene alla pelle. In verità finché sono ancora molto umidi è meglio star fermi perché tendono a scivolare, ma man mano che la pelle assorbe il siero, restano abbastanza stabili.

Quindi nessun problema ad usarli, e volendo si possono lasciare agire un po' più a lungo di quanto indicato. Ma non posso dire di essermi innamorato di questi patch in hydrogel Balea, soprattutto perché promettono una idratazione profonda che onestamente non ho notato. La sensazione sulla mia pelle è infatti quella che potrebbe dare un qualunque siero all'acido ialuronico, e una volta rimossi,  non noto una differenza così netta con l'uso di questi Patch. Se ad esempio li faccio seguire da una crema per il contorno occhi, non mi sembra che questa venga potenziata da queste maschere. 

Lasciano tutto sommato una bella sensazione sulla pelle, perché non rendono la pelle appiccicosa e sono freschi durante la posa, e l'idrogel tende a levigare e lisciare il contorno occhi, ma non ho visto un effetto elasticizzante. L'estratto di caffè non credo poi possa contrastare occhiaie molto intense o gonfiori accentuati.
Per il piccolo costo che hanno, queste maschere occhi Balea non sarebbero affatto da buttare, anzi la freschezza che rilasciano è un sollievo col caldo, ma in un periodo diverso dell'anno, quando la mia pelle è sfidata dal freddo e propensa a disidratarsi, credo potrebbero fare ben poco su di me. 



Balea Deodorante Spray Sensitive 
0% Sali di Alluminio


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🔎 dm-drogeriemarkt.it, catene DM
💸 €1.39
🏋 200ml
🗺 Germania
⏳ Scadenza sulla confezione
🔬 Vegan


Anche i deodoranti Balea non sono per me una novità e fino ad adesso mi hanno dato una reazione positiva, incluso questo Spray Sensitive, senza sali di alluminio. Agisce infatti con il Triethyl Citrate, un antibatterico che enzimaticamente agisce sugli odori, supportato dall'Octenidina HCL, che funge più o meno allo stesso modo sui batteri. Inoltre questo deodorante è arricchito con olio di cocco per aggiungere un effetto idratante ed emolliente.

Nonostante sia definito come Sensitive, quindi per pelli sensibili, è un deodorante con una profumazione gradevole, spiccata, persistente ma non estremamente intensa. È una di quelle fragranze leggermente talcate, fresche e che sanno di pulito.


Il deodorante Spray Balea è sicuramente un prodotto delicato su di me, non mi ha creato irritazioni, e in generale è anche gradevole da usare. Ha infatti un tocco asciutto, e non ho notato macchie anche su indumenti scuri. 
Balea dice che ha una durata di 24 ore, ma ovviamente non l'ho testato così tanto, ma in ogni caso, su di me, i deodoranti senza traspiranti generalmente hanno una durata di circa 8 ore. Dopo questo periodo personalmente non mi sento più sicuro, infatti se so che dovrò stare molte ore fuori casa o so che sarò in una situazione stressante, preferisco scegliere altri prodotti. E il Deodorante Sensitive rispetta questa regola generale, durando abbastanza per le mie aspettative, ma comunque non lo riacquisterei.

Infatti mi ha ricordato una versione meno profumata e leggermente meno duratura del classico deodorante Neutro Roberts, che invece mi era piaciuto molto. Trovandolo più performante ed essendo per me più facilmente reperibile, in questo caso Balea ne esce in qualche modo sconfitto. 



Fatemi sapere se avete provato questi prodotti DM e se avete avuto una esperienza migliore della mia.




Ho recuperato due film su NOW e non è andata come mi aspettavo

Vista la penuria, al cinema o in streaming, di novità piacevoli, mi sono dedicato in questi giorni a recuperare due film usciti su NOW nel corso di giugno e che volevo vedere da un po'. Peccato che non sia andata come mi aspettavo.



We Live In Time - Tutto il tempo che abbiamo (2024)


Genere: drammatico, sentimentale 
Durata: 107 minuti
Regia: John Crowley
Uscita in Italia: 6 Febbraio 2025 (Cinema) / 8 Giugno 2025 (Sky/NOW)
Paese di produzione: Francia, UK

Almut (Florence Pugh) e Tobias (Andrew Garfield) sono una giovane coppia con una bambina e approcci diversi alla vita. Almut ad esempio è una promettente chef che porta quella forza richiesta in cucina anche nella vita privata. Tobias è invece un po' più nevrotico, prende sempre appunti, ed ha già un matrimonio fallito alle spalle. Un giorno però Almut scopre che un vecchio male è tornato a farle visita, questa volta più aggressivo di prima e così dovrà affrontare la malattia, che inevitabilmente coinvolgerà anche Tobias. Ma il loro rapporto non è solo un cancro da sconfiggere, ma dieci anni fatti di momenti belli e non.

Lo dico subito, senza mezzi termini: per me We Live in Time è stata una sorpresa in negativo. Mi aspettavo un film drammatico, con una forte componente emotiva, ed invece mi son trovato con un film senza carattere. Non che sperassi in uno straordinario esempio di innovazione e originalità, perché i film sulle malattie hanno ormai scavato in tutti i modi le argomentazioni possibili sulla tematica. Però quantomeno una sceneggiatura coinvolgente sarebbe stata auspicabile. Invece ho trovato due protagonisti poco empatizzabili, chiusi in una storia che non offre nulla, soprattutto per come è impostata.

We Live In Time cerca di sfuggire dalla banalità proponendo un racconto che non segue un senso cronologico, ma è una scelta che crea confusione e che non è supportata da un montaggio interessante. Ma è un metodo che finisce anche per smorzare tutto l'interesse per la storia: quello a cui si assiste sembra proprio una sequela di scene tenute assieme più per necessità che per una reale scelta creativa.

Si vede poi lo sforzo per cercare di creare pathos e commozione nello spettatore, ma è un tentativo così smaccato che finisce quasi per infastidire.

Poi ho sofferto anche un po' i due protagonisti, per quanto Florence Pugh e Andrew Garfield siano dei bravi attori. O meglio, avrei voluto che We Live In Time ci desse un focus maggiore su Almut, che sembra un personaggio sfaccettato, per quanto non emani una grande simpatia. Poteva però ad esempio offrire di più, specie riguardo la sua passione per la cucina. Poi però le fanno prendere delle scelte, specie sulla parte finale del film, che mi hanno proprio mostrato quanto gli sceneggiatori cercassero di mungere del dramma da una storia che forse non ne aveva abbastanza. 

Tobias invece in più parti mi ha infastidito, col suo modo molle (che è diverso dall'essere sensibile, dolce o vulnerabile), con le frasi che sembrano uscite da un vecchio Tumblr e questi occhioni da cane perennemente bastonato. In ogni caso non si capisce cosa leghi i due, perché il film non lo mostra.

We Live In Time - Il Tempo che abbiamo mi ha lasciato alla fine più indispettito che commosso e che se avessi visto al cinema avrei sopportato ancora meno.



Itaca - Il ritorno (2024)


Titolo originale: The Return
Genere: drammatico, storico
Durata: 116 minuti
Regia: Uberto Pasolini
Uscita in Italia: 20 Gennaio 2025 (Cinema) / 30 Giugno 2025 (Sky/NOW)
Paese di produzione: Francia, UK, USA, Italia, Grecia

Uberto Pasolini film la regia di un film che ha il sapore di grande classico, e che si ispira agli ultimi passaggi dell'Odissea, in quella storia che credo conosciamo un po' tutti.

Odisseo (Ralph Fiennes) è tornato alla sua Itaca dopo 20 anni dall'aver combattuto la guerra di Troia, trovando una situazione completamente stravolta: sua moglie Penelope (Juliette Binoche) è accerchiata dai Proci che vorrebbero prenderla in moglie per raccogliere le ricchezze del regno. Ma c'è anche Telemaco (Charlie Plummer), figlio di Ulisse, che cova rabbia e risentimento per il padre che l'ha abbandonato. Con l'astuzia che lo caratterizza, Odisseo si farà strada verso tutto ciò che un tempo gli era appartenuto.

Se il mito di Ulisse è già stato usato in svariate occasioni dal mondo dell'intrattenimento, cinematografico e non, Itaca. Il Ritorno tenta una carta differente, risultando come dicevo un classico con un guizzo di contemporaneità. È un classico perché non stravolge l'opera di Omero, o comunque della mitologia greca nello svolgimento dei fatti, e perché questo nuovo adattamento ha secondo me una impostazione molto teatrale. Dialoghi, silenzi, messa in scena, mi hanno fatto pensare molto ad un'opera teatrale, e questa scelta non mi è dispiaciuta affatto.

Ma The Return cerca di umanizzare i personaggi che ben conosciamo, dando loro delle emozioni forse diverse, più moderne di quanto mi aspettassi.
Ralph Fiennes con la sua interpretazione di Odisseo regge praticamente tutto il film: è intenso, ma non è solo l'eroe greco, scaltro e agile noto anche ai muri. Qui Ulisse è un uomo spezzato dalla guerra, dalla lontananza da casa, che si porta dietro i traumi, la frustrazione, la desolazione e i sensi di colpa di tutta una vita.

Estremamente umana è anche la Penelope di Juliette Binoche, non solo una moglie amorevole che aspetta il suo sposo, ma una donna di polso, che non può che provare che sentimenti contrastanti verso il marito, e che non si limita a disfare la sua tela, ma la strappa con la rabbia di chi si sente tradita e senza speranze. 

Itaca - Il ritorno non deve però la sua riuscita solo alla bravura degli attori, ma anche ad alcuni momento più di impatto, come la scena di Ulisse che saluta il suo cane Argo. 
Ma a scelte azzeccate ne seguono altre che mi hanno convinto meno, come la durata eccessiva rispetto alla storia, e che colpisce anche il ritmo. Avrei voluto anche ci fosse più spazio per Penelope, per un maggiore sguardo umano su di lei, e anche sul figlio, ma come dicevo la figura di Ulisse è la più centrale.
Magari non sarà un film per tutti, vista la tematica, ma nonostante mi aspettassi comunque qualcosa di già visto e poco ispirato, The Return mi ha sorpreso con una interessante interpretazione del mito. 




PDRN Skincare: cos’è e la mia recensione della Vita Toning Ampoule Genabelle 🐟

C'è un nuovo acronimo nel mondo della cosmesi che sta ormai girando da tempo e suona strano e intrigante al tempo stesso. Mi riferisco al PDRN che però abbrevia un nome particolarmente scientifico, ovvero il polidesossiribonucleotide. Da un punto di vista tecnico si tratta di minuscoli frammenti di DNA, infatti lo trovate indicato su flaconi e INCI anche come Sodium DNA. 


Può indubbiamente lasciare perplessi il fatto che questo DNA venga estratto dallo sperma del salmone (detto anche latte), ma non abbiate paura perché pare che nessuna azione strana viene compiuta sui pesci, ma viene estratta questa sostanza tramite pratiche non invasive nel rispetto degli animali. Inoltre lo sperma del salmone viene ovviamente purificato ed elaborato affinché sia privo di contaminanti e sicuro sulla pelle. Nel tempo poi sono state sviluppate delle alternative da fonti vegetali che ne mimano l'efficacia.

Ma perché qualcuno si dovrebbe spalmare sul viso questo PDRN? In realtà questa sostanza viene utilizzata in medicina estetica per essere iniettata, ma si è pensato anche ad una applicazione topica in cosmetica. Infatti il successo del salmon DNA si deve proprio all'endorsement delle star americane che ne hanno decantato le lodi, e potrebbero avere ragione. 

Infatti il PDRN ha dimostrato negli studi condotti una particolare capacità di rigenerazione e riparazione delle cellule e quindi della pelle. 

Ad aver reso infatti il Sodium DNA un trend virale della cosmesi coreana e non solo ci sono alcuni (ancora pochi) studi promettenti che hanno mostrato che questa sostanza ha una lista interessante di benefici. Pare infatti essere in grado di

  • stimolare i fibroblasti a produrre maggiore collagene ed elastina, e quindi dare maggiore elasticità cutanea, quindi un effetto anti età,
  • attivare i recettori dell'adenosina, e quindi agire contro le infiammazioni
  • promuovere la resilienza della barriera cutanea e l'apporto di idratazione
  • proteggere e riparare i fibroblasti dai danni ossidativi dati dai raggi UV e dallo stress ambientale.

Si tratta quindi di una sostanza innovativa che sembra essere in grado di dare tutti quegli effetti che un po' tutti vogliamo ottenere: luminosità, pelle compatta e una azione anti age. Ma si tratta ancora di studi limitati, in vitro e quindi da prendere con le dovute cautele. 

Io ho voluto comunque provare in prima persona il Sodium DNA ed ho scelto la PDRN Vita Toning Ampoule del brand coreano Genabelle.


INFO BOX
🔎 Yesstyle (codice sconto PIER10YESTYL), Stylevana
💸 €22
🏋 30ml
🗺 Corea
⏳  12 mesi
🔬 //

Un marchio che non conoscevo, il cui nome combina le parole "guancia" in latino e "bella" in francese, per spiegare subito lo scopo dei suoi prodotti. Invece il termine ampoule può trarre in inganno perché questo di Genabelle è un siero a tutti gli effetti, con una ampia scelta di attivi che vanno oltre lo sperma di salmone.

In particolare troviamo infatti quello che l'azienda chiama HTD-GENACOMPLEX™, un complesso brevettato che combina PDRN, acido ialuronico multi-livello, acido tranexamico e Tripeptide-1, quindi una azione rigenerante, idratante e illuminante.

Nello specifico la Vita Toning Ampoule Genabelle contiene lo 0.5% di PDRN, composto anche da sodio DNA idrolizzato e da estratto di seme di salmone, per agire in maniera più ampia. 
Sempre l'azienda fa riferimento all'1% di Vitamin Capsule, ovvero una miscela di vitamine in forma incapsulata che quindi garantiscono un miglior assorbimento ed efficacia perché stabilizzate. In particolare le vitamine scelte sono la C, la B e la E, e qui il discorso si fa un po' ingarbugliato.


Se nell'INCI di questa PDRN ampoule ci sono solamente un'unica forma di tocoferolo ed una stabile di vitamina C, ad effetto antiossidante, discorso diverso si deve fare per la vitamina B, visto che troviamo Niacinamide (B3), Calcium Pantothenate (vitamina B5) e Pyridoxine HCl (vitamina B6). Sono comunque tutte sostanze benefiche per la pelle, ma hanno indubbiamente effetti leggermente diversi fra loro.
Adenosina, allantoina, e un polisaccaride completano la formulazione di questo siero viso con una azione elasticizzante, antiinfiammatoria e idratante. Verso la fine dell'INCI troviamo anche il peptide dell'argirelina.

Lasciando comunque da parte il PDRN e tutti questi tecnicismi, la Vita Toning Ampoule Genabelle è comunque un ottimo prodotto per la cura della pelle.
Io lo trovo bellissimo da vedere e facile da usare: l'azienda dice di shakerare il siero prima dell'uso, ma in realtà quelle perle di vitamine sono già sospese e ben distribuite nella formula.


È una ampolla dalla consistenza di un gel fluido, con un profumo lieve ma gradevolissimo, e che risulta molto facile da stendere sul viso: durante il massaggio, le Vitamin Capsule si disgregano molto facilmente. La PDRN Toning Ampoule Genabelle si assorbe molto bene su di me, non lascia residui né mi è sembrata appiccicosa. 

Ad avermi colpito è la buona azione lenitiva che ha fin da subito su di me, dandomi una sensazione di maggiore resistenza cutanea e di attenuare eventuali irritazioni date dalla rasatura o, in questo periodo, dal sudore. 
In generale poi ha un potere idratante che mi piace, leggero ma efficace, adatto a pelli da normali a miste, e che si è ben sposato sia con una routine più minimal che con più strati e prodotti. Anzi non ho mai riscontrato problemi nel far funzionare questa Ampoule di Genabelle insieme a sieri, creme e protezioni solari differenti. Può anche essere utilizzata indistintamente nella routine di giorno o di sera, senza problemi.


Nell'uso costante di questo siero al PDRN ho notato che dà anche una discreta tonicità ed elasticità alla pelle, e che in generale l'aspetto del viso risulta più omogeneo. A mio avviso non è tanto una vera e propria azione schiarente o anti macchia, ma più un miglioramento della salute della pelle, quindi minori rossori, maggiore resistenza ed idratazione e di conseguenza un incarnato che ha anche l'aspetto e il colorito più sano.

Quindi, anche senza considerare nel dettaglio la presenza di sodio DNA e tutto quello che vi spiegavo sopra, la Vita Toning Ampoule di Genabelle resta comunque un siero viso promosso, adatto a chi cerca un modo più dolce per prendersi cura della pelle (specie in un periodo in cui sospendiamo retinoidi e acidi esfolianti).

Sarei curioso di provare altri prodotti con PDRN, magari puntando a formulazioni più concentrate, ma non è esattamente una urgenza, visto che ci sono tanti attivi più comprovati.

Voi conoscevate questo attivo? 




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Dept. Q: Sezione Casi Irrisolti su Netflix, è davvero un must watch?

Sono arrivato forse un po' tardi, ma credo che Dept. Q - Sezione casi irrisolti sia ancora in cima fra le serie tv più viste su Netflix anche ad oltre un mese di distanza dalla sua uscita.
La verità è che in questo periodo ho visto davvero tante crime story in formati differenti, quindi la voglia di lanciarmi subito in Dept. Q era latitante ma, pur evitandole, le review positive sembravano arrivarmi da tutti i lati, quindi era arrivato il momento di metterci una pezza.

Ad averne caricato l'aurea di essere una di quelle serie tv imperdibili c'era anche il fatto che Dept. Q è scritta da Scott Frank, già co-sceneggiatore de La regina degli scacchi, forse una delle migliori serie tv degli ultimi anni, e prodotto di punta per Netflix.

In realtà non abbiamo a che fare con una storia inedita sin dal principio: ad ispirare le vicende della serie ci sono infatti i romanzi gialli dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen, che a loro volta sono già stati utilizzati per adattamenti cinematografici.

Il titolo Dept. Q prende proprio il nome dal dipartimento in cui verrà sbattuto lo scorbutico ma brillante ispettore Carl Mørck (interpretato da Matthew Goode di Downton Abbey e A Discovery of Witches), che avrà il compito di investigare su casi irrisolti in una fredda ed affascinante Edimburgo.


Morck infatti, a seguito di una sparatoria in cui è stato ferito gravemente un suo collega ed amico, è stato reintegrato a lavoro ma finirà in un seminterrato polveroso e gli sarà affidato il compito di risolvere alcuni cold case. 
Non è però una promozione per la sua carriera, ma una mossa tattica del dipartimento di polizia per camuffare altre magagne agli occhi dell'opinione pubblica. 

Carl però è una testa dura e, nonostante stia attraversando un periodo difficile, sia per lo stress post traumatico e dalle conseguenze a cascata di quella sparatoria, che per il figlio adolescente, si metterà sotto per risolvere il caso di Merritt Lingard (Chloe Pirrie), procuratrice distrettuale sparita ormai da 4 anni.

Pur con tutti gli elementi per essere una di quelle serie tv che seguo molto volentieri, per me Dept. Q: Sezione Casi Irrisolti è stata meno impattante rispetto alle mie aspettative. Si tratta infatti di un giallo poliziesco tradizionale, che cerca di muoversi su più binari, facendo un po' troppo, inutile, caos.

Penso che The Residence, che è stata cancellata dopo la prima stagione, ci abbia già mostrato quanto possa essere controproducente, se non stancante, cercare di impinguare una serie tv di dettagli e sempre nuovi elementi, solo per aggiungere qualche inutile episodio in più. E per lo stesso motivo credo che le nove puntate da oltre 50 minuti di Dept. Q siano eccessive.

Oltre infatti alla ricerca di Lingard, Morck si occuperà di trovare il colpevole della sparatoria che l'ha visto coinvolto, ma queste due linee narrative non sono state particolarmente avvincenti. Il ritmo è infatti appesantito sia dalle digressioni sul protagonista, sia su quelle della vita della procuratrice, tutti ambiti che non mi hanno aiutato a provare più empatia per questi personaggi.

Carl Mørck è infatti il tipico investigatore incasinato, iroso, tormentato, sboccato, spesso e volentieri respingente, che non sempre segue le regole, e che per quanto sia ben interpretato da Matthew Goode, non offre nulla di nuovo al panorama seriale. 

Non è infatti molto differente da un qualunque protagonista di True Detective, o anche da Mare di Omicidio a Easttown. E a dirla tutta le sue sedute di psicoterapia sono la parte che più ho sofferto, perché non mi sembrava dessero profondità, ma semplicemente ripetessero sempre gli stessi concetti.

Tocca anche ammettere che non è poi così geniale come si possa pensare e senza i suoi aiutanti, Akram Salim (Alexej Manvelov) e Rose Dickson (Leah Byrne), non sarebbe arrivato forse a risolvere il suo caso. Ma anche questi due colleghi sono i classici outsider che improvvisamente trovano l'occasione per avere il loro momento di gloria, rivelando doti inaspettate.

La caratterizzazione poi quasi caricaturale del "villain" della storia, contribuisce in parte a depotenziare la credibilità del caso che Morck deve risolvere, e, farci capire chi fosse il cattivo prima che la serie fosse finita, mi è sembrato un modo per forzare inutilmente le regole del giallo e allungare il brodo.

Se leggete un po' di frustrazione in questa mia recensione, sappiate che è sincera: per quanto Dept. Q mi sembrava avesse tutte le caratteristiche per tenermi incollato allo schermo, ho spesso fatto fatica a non distrarmi nel corso degli episodi. Le buone interpretazioni e l'ambientazione scozzese non sono bastate a farmi apprezzare questa serie tv Netflix fino in fondo. Per me insomma non è un titolo che farei le corse per vedere, specie se cercate qualcosa che si discosti dai crime già visti.

Potendo contare sulla saga letteraria di Jussi Adler-Olsen sempre sull'ispettore Carl Mørck, e avendo riscosso un ottimo successo, immagino che Dept. Q - Sezione casi irrisolti tornerà per una seconda stagione ma ancora non c'è stata una conferma ufficiale da parte di Netflix.

Voi l'avete vista?




Docciaschiuma freschi di Felce Azzurra, un confronto e le mie opinioni ❄🧊

Con questa estate che qui dalle mie parti non ci ha mollato un attimo, ho cercato refrigero in ogni modo possibile, incluso il momento della doccia, anzi delle docce, che si susseguono nel corso della giornata.
Sto cercando e testando diversi gel doccia che hanno aromi adatti all'estate (come questo ad esempio), e che diano una sensazione di freschezza e di benessere, e fra questi senza ombra di dubbio metto anche questi due prodotti di Felce Azzurra.

Nonostante possano sembrare due docciaschiuma similari, si tratta in verità di prodotti differenti con caratteristiche che possono adattarsi a gusti e preferenze specifiche.

Parto col Doccia Gel Menta e Lime dall'effetto Rinfrescante, che non so per quale motivo ero convinto di aver già provato, ma non ne trovo traccia qui sul blog.


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🔎 Grande distribuzione, Amazon 
💸 €0.99 (in offerta)
🏋 250ml
🗺 Made in Italia
⏳  12 Mesi
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In passato infatti avevo provato un altro doccia gel di Felce Azzurra (qui), con cui avevo avuto una buona affinità. Ed è stato altrettanto con questo Menta e Lime, che si presenta come un gel fluido, ma che a contatto con l'acqua diventa immediatamente una bella schiumetta piacevole e avvolgente.

Sulla formulazione di questo doccia gel Felce Azzurra non c'è molto da dirvi, perché è parecchio "tradizionale", in linea con i detergenti da grande distribuzione. Ho notato che sono stati aggiunti anche gli oli essenziali di foglie di menta, di arancia e limone, che immagino contribuiscano alla fragranza. 
In tal senso l'azienda ci dà persino una piramide olfattiva che è composta in testa da menta e lime, anche se non so come mai sul retro del flacone sia indicato il Pompelmo; nelle note del cuore troviamo gardenia e gelsomino mentre sul fondo ambra, legni e muschio bianco.

Di tutto questo accordo olfattivo ammetto che il mio naso percepisce, sia annusandolo che nell'uso, in primis l'odore di foglie di menta, che viene stemperato da fragranze più morbide, secondo me soprattutto gelsomino e muschio.

Non aspettatevi insomma una fragranza particolarmente sfaccettata, però sappiate che il 
Doccia Gel Menta e Lime Felce Azzurra è proprio un buon prodotto. In primis la sua efficacia sulla pelle, perché deterge, ma tutto sommato non è aggressivo come temevo. Ha una leggera azione idratante che mi ha consentito di tanto in tanto di skippare il passaggio della crema corpo. 

È in generale un prodotto abbastanza adatto a tutta la famiglia secondo me, ad eccezione di chi però ha esigenze specifiche per una accentuata secchezza anche durante l'estate.

L'azione di questo Gel Doccia Felce Azzurra la definirei un misto fra il rinfrescante e l'energizzante, ma al tempo stesso distensiva. L'aroma e la sensazione sulla pelle sono rinvigorenti e danno uno sprint, specie dopo una giornata stancante. Allo stesso tempo però, probabilmente proprio per contrasto con il grande caldo e per una maggiore delicatezza della fragranza, questa freschezza che dà mi sembra anche rilassante per il corpo. 
Un buon prodotto che potrei riacquistare.

È stata invece una assoluta novità per me la linea My Mood Felce Azzurra, che ho trovato da Lidl ma che è disponibile in altri punti vendita. Fra le tre fragranze disponibili io ho scelto Wonder Mint


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🔎 Grande distribuzione, Amazon
💸 €1.79
🏋 250ml
🗺 Made in Italia
⏳  12 Mesi
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Questo Shower Gel Felce Azzurra contiene il 92% di ingredienti naturali, ma a guardare l'INCI non ho notato un grande exploit di attivi e sostanza idratanti o nutrienti. A caratterizzarlo è sicuramente la presenza di olio essenziale di eucalipto, che contribuisce al profumo.

Anche in questo caso abbiamo una piramide olfattiva che spiega un po' la fragranza del My Mood Wonder Mint: nelle note di testa troviamo menta e bergamotto, in quelle centrali eucalipto e fiore di loto, e per finire in fondo ci sono tè verde e sale marino. 
Nella mia percezione però ad emergere è proprio la fragranza balsamica dell'eucalipto e del mentolo, anch'esso presente nella formulazione, a cui si aggiunge un vago sentore salino, e l'erbosa freschezza del tè verde.

Per quanto riguarda la sua performance non mi posso discostare molto da quanto vi ho detto sull'altro doccia gel Felce Azzurra: questo gel dal bellissimo colore verde menta, diventa una schiumetta più che sufficiente per una veloce doccia estiva.


Wonder Mint è proprio un prodotto perfetto per l'estate perché sulla pelle crea proprio una intensa sensazione di freschezza, quasi pungente e balsamica e che dura anche qualche minuto dopo essersi sciacquati. Non è adatto invece se cercate quelle profumazioni più esotiche e avvolgenti, magari che ricordi un po' i solari.

Questo feeling fresco è perfetto sia se dobbiamo risvegliarci al mattino, dopo magari una nottata a sudare, e vogliamo mettere la quarta, sia dopo una giornata calda e afosa per prendere finalmente un po' di respiro.
Personalmente sto centellinando questo Shower Gel Felce Azzurra per quelle occasioni in cui sono al limite della sopportazione del caldo e cerco qualcosa che mi dia ulteriormente refrigerio. In questo periodo dell'anno faccio quasi sempre docce fredde (anche se non si dovrebbe), e vi posso garantire che la sensazione di freschezza che Wonder Mint dà è davvero forte. Però anche con l'acqua tiepida è piacevolmente fresco.


Sulla mia pelle lo trovo meno idratante dell'altro gel doccia del marchio, e necessito di farlo seguire da una lozione idratante ma non mi ha dato comunque irritazioni e fastidio, quindi questo gel doccia finirà di nuovo nei miei acquisti, e in generale vorrei provare il resto della linea My Mood



Voi avete provato questi prodotti? Come vi state rinfrescando in queste giornate?




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Film thriller in streaming, cosa vedere e cosa skippare

Per motivi diversi ho voluto recuperare due film thriller recenti che sono arrivati in streaming fra giugno e luglio. Uno mi ha convinto, l'altro un po' meno. 


Caddo Lake (2024)


Genere: drammatico, thriller, fantasy
Durata: 103 minuti
Regia: Logan George e Celine Held
Uscita in Italia: 13 Giugno 2025 (Sky/Now)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America


Nei pressi di Caddo Lake, un lago fra il Texas e la Louisiana, si intrecciano le vite di Paris (Dylan O'Brien) e Ellie (Eliza Scanlen da Sharp Objects). Il primo è un giovane uomo che non si capacita della morte della madre: è convinto infatti che la donna non abbia avuto solo una crisi epilettica, ma che ci sia altro sotto. Ellie è invece poco più che una adolescente con una situazione familiare travagliata. Ha infatti un rapporto complicato con la madre Celeste, che ormai vive con un nuovo compagno, ed ha una sorellastra, la piccola Anna, a cui è comunque affezionata. Proprio dopo una lite con la madre, Ellie va via di casa, ma Anna la seguirà poco dopo e da lì non si avranno più tracce di lei. Così la ragazza decide di mettersi alla ricerca della sorella nelle aree paludose del lago Caddo, dove il suo destino si intreccerà a quello di Paris.


Non posso dire troppo sulla trama di Caddo Lake perché è uno di quei film che ti rivela la sua natura nel corso della visione e che parte solo dal tipico dramma sudista per poi diventare un thriller con una tinta fantasy spiccata.

In questo senso, Caddo Lake a me ha convinto più nella seconda che nella prima parte: infatti il drammone familiare iniziale mi è sembrato già abbastanza visto e poco emotivamente coinvolgente. Mi ha fatto tornare alla mente ad esempio La ragazza della palude, ma chissà quanti altri film sono ambientati nel sud degli Stati Uniti e raccontano di famiglie sfasciate e di figli che lottano con i genitori.

È comunque una ambientazione ancora efficace, e che in Caddo Lake è perfetta per la storia che racconta dandole quel fascino di mistero e di distacco dalla modernità più che azzeccato.


Tocca anche ammettere che tutta la prima parte del film non crea grandi sviluppi narrativi o approfondimenti, ma è appunto una preparazione per la seconda.
Quando Caddo Lake infatti imbrocca la strada del thriller e man mano costruisce una tensione crescente, mi ha convinto decisamente di più. Questo secondo tempo, se così posso chiamarlo, si lascia seguire facilmente, anche se chiede un minimo di attenzione ai dettagli. A me, come credo a molti, il twist sci-fi di Caddo Lake, ha ricordato un po' la serie tv Netflix Dark, sia per modalità che per intreccio. 

Quello che poi posso aggiungere, restando fuori dalla palude dello spoiler, è che il finale aggiunge un tocco agrodolce che ho apprezzato. Mi sono sembrate buone le interpretazioni di un po' tutto il cast, seppur siano soprattutto Ellie e Paris a portare avanti tutto.
Nulla di imperdibile, nulla di estremamente originale, ma Caddo Lake è un film riuscito nei suoi intenti e tocca dargliene credito.


Black Bag - Doppio Gioco (2025)

Genere: thriller, drammatico
Durata: 93 minuti
Regia: Steven Soderbergh
Uscita in Italia: 30 Aprile 2025 (Cinema)/ Noleggio Streaming
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, UK

George Woodhouse (Michael Fassbender) e sua moglie Kathryn (Cate Blanchett) sono due astuti ed affiatati agenti della National Cyber ​​Security Centre, con un matrimonio solido quasi invidiato da amici e colleghi, ma anche qualche ombra. George in particolare verrà incaricato di trovare una talpa all'interno dell'intelligence: qualcuno con cui collabora sembra essere in possesso di una potente arma informatica, un virus di nome Severus.

Fra i sospettati ci sono Clarissa (Marisa Abela), specialista per la NCSC di immagini satellitari, l'agente Freddie (Tom Burke), il colonnello James (Regé-Jean Page), la psichiatra della sede in cui lavorano Zoe (Naomie Harris) e purtroppo anche sua moglie Kathryn. Tutti insomma esperiti nel nascondere segreti ed agire in incognito, ma George dovrà essere ancora più inflessibile per scovare il colpevole.

Non ho volutamente visto al cinema Black Bag, pensando che sarebbe stato più azzeccato vederlo in streaming (a noleggio ancora), ma purtroppo anche dalla poltrona di casa il risultato non cambia.

Il cast è davvero uno dei pochi elementi che posso sottolineare positivamente: da nomi così, a cui si aggiunge anche Pierce Brosnan, non puoi che aspettarti ottime interpretazioni. Allo stesso tempo la regia di Steven Soderbergh gioca con luci, ombre, inquadrature che cercano di scavare il solco della tensione che un film del genere ricerca. E poi si vede che la produzione generale è buona. 

Il problema di Black Bag: Doppio Gioco è però la sceneggiatura, che mi è sembrata fredda, distaccata, vecchia, troppo verbosa e poco dinamica. Cade anche un eventuale paragone con Mr. & Mrs. Smith a cui potrebbe far pensare, perché non ha la stessa malizia e ironia. 

Manca poi proprio quel senso di pericolo, di necessità, di tensione e questo secondo me è in parte derivato da come ci vengono raccontati i personaggi. Probabilmente infatti, per cercare di trasmettere la loro freddezza e determinazione come spie, buona parte di quei (tanti) dialoghi sono privi di intensità e di profondità e quindi l'impressione è che tutti parlino a vuoto.
Anzi a dirla tutta, anche i personaggi non suscitano neppure lontanamente simpatia o empatia. 

Ammetto che la mia curiosità e il mio interesse per Black Bag hanno traballato più volte mentre vedevo il film perché se non fosse per il fascino degli attori, non c'è davvero qualcosa che mi ha colpito.
È come se avessero voluto creare un nuovo classico, intrecciando il dramma amoroso, alla storia di spionaggio, al whodunit, ma senza mai centrare del tutto uno di questi generi.

Se in streaming, Black Bag - Doppio Gioco mi è parso una occasione sprecata, immagino che al cinema sarei rimasto doppiamente deluso. 

Solari coreani: questi due potrebbero essere quelli giusti per te

Ho avuto modo di provare due solari, in due formati diversi fra loro, che secondo piaceranno a molti di voi.

Sono entrambi del brand coreano Village 11 Factory, che avevo avuto modo di presentare l'anno scorso qui, e che ha particolarmente a cuore l'impatto ambientale dei suoi cosmetici. Infatti è spiccata la loro attenzione alla sostenibilità dei packaging e delle formulazioni. 

Crema solare Village 11 Factory Daily Mild Sun Fluid SPF 50+

Due tipologie di SPF in parte diverse, soprattutto nell'applicazione e nello scopo, ma che condividono alcuni elementi nelle loro composizioni. Village 11 Factory arricchisce i suoi prodotti con l'11% di V11 Complex, una loro miscela di attivi composta da 11 estratti dalla terra e dal mare, ad effetto idratante e protettivo. In questo complesso infatti troviamo sostanze come gli estratti di alga laminaria, liquirizia, camu camu e baobab, dal potere antiossidante e rivitalizzante, o quelli di amamelide e lichene islandico dall'azione antiinfiammatoria.

A questi si uniscono l'immancabile Niacinamide, che supporta la barriera cutanea, e l'Adenosina che aiuta l'elasticità cutanea. Ma per chi sono pensati secondo me questo solari di Village 11 Factory?


Village 11 Factory Daily Mild Sun Fluid SPF 50+ PA++++


INFO BOX
🔎 Miin Cosmetics, AmazonYesstyle (codice sconto PIER10YESTYL), Stylevana
💸 €13
🏋 50ml
🗺 Corea
⏳  12 mesi
🔬 Vegan


Inizio col solare che ha una consistenza più tradizionale, visto che il Daily Mild Sun Fluid è una lozione cremosa a base di filtri chimici ad ampio spettro, UVA e UVB, ma è stata testata anche contro le luci blu degli schermi.

Gli attivi skincare che invece Village 11 Factory ha aggiunto sono principalmente volti ad idratare la pelle, come pantenolo, diverse forme di acido ialuronico e glicerina. In questo caso l'azienda specifica che contiene il 2% di niacinamide e lo 0.04% di adenosina. Ho visto che c'è anche l'estratto di Portulaca che ha un'azione antinfiammatoria e protegge le cellule dai raggi UV.

Il Daily Mild Sun Fluid SPF50+ ha una texture che come dicevo definirei cremosa: sicuramente ci sono solari dalla consistenza più liquida/fluida, ma ciò non toglie che l'applicazione sia comunque estremamente facile. Infatti, non avendo filtri minerali, non crea praticamente scia bianca, e in poco tempo si assorbe risultando molto leggera sul viso.


Inoltre non ha una fragranza particolarmente intensa, io ad esempio sento l'odore tipico dei filtri solari, a cui si aggiunge un vaghissimo sentore di lavanda, ma è una profumazione abbastanza leggera e evanescente. 
Come la stessa Village 11 Factory specifica, si tratta di un solare dal finish glow, e lo sappiamo che quando una azienda coreana afferma una cosa del genere, è impossibile che non sia vero. Pur restando un SPF portabile e dalla texture sottile, il Daily Mild Sun Fluid dà al viso una luminosità abbastanza visibile. Si può controllare questo finish con una cipria, ma se avete una pelle mista o grassa, o in questo periodo sudate molto (chi non lo fa!?), è inevitabile che nel giro di un paio di ore si finisce per tornare lucidi.

È per questo che secondo me questa di Village 11 Factory - come indica l'azienda stessa, quindi non è una sorpresa - è una protezione solare perfetta per pelli normali o secche, che vogliono un prodotto idratante ed emolliente che mantenga questa sensazione di comfort nel corso delle ore.

Se inoltre non vi disturba particolarmente questa lucidità, può essere anche un buon SPF per chi sente la pelle seccarsi con l'esposizione solare o se ad esempio trascorrete molte ore in stanze con aria condizionata e cercate un solare che non disidrati ulteriormente la pelle. 

Come per molti solari coreani, parliamo pur sempre di un finish elegante, e di un prodotto che si setta e non risulta appiccicoso o eccessivamente umido sul viso. Inoltre il Daily Mild Sun Fluid Village 11 Factory funziona bene come base trucco, non interferendo con i prodotti che si applicano dopo.
Inoltre lo trovo un prodotto delicato perché non solo lascia la pelle idratata, ma anche perché non mi brucia gli occhi nemmeno nel corso della giornata. 

Nonostante Village 11 Factory non parli di un SPF resistente all'acqua, la stessa azienda indica che ha testato questo solare affinché duri fino a 24 ore dopo essere stato applicato solo una volta. Ovviamente è sconsigliato non riapplicare la protezione solare specie dopo aver sudato molto o essere stati in acqua, però ho notato che il loro Sun Fluid SPF 50+ resiste un po' durante la rimozione, venendo meglio via con una doppia detersione.
Viste le altissime temperature di questa estate e la mia pelle mista, per il momento metto da parte questo solare Village 11 Factory ma conto di riprenderlo già a settembre.




Village 11 Factory Perfect Airy Sun Cushion SPF 50+ PA++++


INFO BOX
🔎 Miin CosmeticsAmazon, Stylevana
💸 €10.99
🏋 14g
🗺 Corea
⏳  12 mesi
🔬 Vegan

Non avevo mai provato un solare cushion ed è stata una esperienza interessante quella avuta con questo di Village 11 Factory.
In primis vorrei poteste toccare il pack di questo solare perché il compact sembra una di quelle pietre leggermente ruvide che si trovano sulla spiaggia. Ma anche al suo interno si presenta molto bene perché sembra solido, con un grande specchio e il "cuscino" che trattiene il prodotto è separato e protetto da un tappo che invece funge da porta spugnetta.

Non mi è chiaro se Village 11 Factory avesse pensato a creare dei refill per questo Airy Sun Cushion, perché non li ho visti in vendita ma la parte centrale si stacca dal resto del compact. 
A parte questi tecnicismi sulla confezione, il Perfect Airy Sun Cushion ha altri aspetti che lo rendono diverso rispetto all'altro solare del marchio.

 
Infatti, pur offrendo sempre una protezione da raggi UVA, UVB e Luci Blu, nell'INCI troviamo sia filtri fisici che chimici. Inoltre sono stati aggiunti altri 5 estratti vegetali oltre al V11 Complex, come ad esempio l'estratto di aloe, di radice dell'olmo David e di viola, tutte con potere idratante, antiinfiammatorio e anti ossidante. Ovviamente sono sempre presenti le varie forme di acido ialuronico, e le altre sostanze che abbiamo visto più su.

L'Airy Sun Cushion SPF 50+ Village 11 è secondo me completamente inodore specie quando lo si stende sulla pelle, e promette un finish glow e di idratare a lungo la pelle. 
E sono premesse che questo solare mantiene, ma che secondo me deve essere approcciato con le dovute aspettative. In primis non vi è dubbio secondo me che vada utilizzato ed inteso esclusivamente per rinnovare la protezione solare che abbiamo già sul viso.


Il Cushion infatti contiene poco prodotto, che durerebbe solo qualche giorno se ne volessimo fare delle applicazioni efficaci. Inoltre prelevarne a sufficienza per poter arrivare alle quantità corrette da rispettare l'SPF richiederebbe troppo tempo e pazienza. Il Perfect Airy Sun Cushion SPF 50+ è quindi quel prodotto da portarsi dietro, per riapplicazioni "on-the-go" facili e veloci, ma non è secondo me adatto a tutti.

Appena applicato infatti noto due cose: il finish è naturale, né luminoso né matt, ma lascia una lieve alone biancastro che, seppur si attenua dopo qualche minuto, può essere un problema per carnagioni più scure. Nel corso delle ore inoltre tende un po' a lucidarmi, quindi assocerei questo Sun Cushion Village 11 Factory ad una cipria. 
Ne apprezzo però molto sia la leggerezza, sia il modo in cui sfuma, perché non richiede troppa pazienza per una applicazione omogenea, e si setta senza risultare appiccicoso. 


Ma il suo scopo ideale secondo me è per riapplicare la protezione solare sopra il make-up. Nel tempo ho provato tanti solari stick per questo utilizzo, e nonostante i video su Instagram dicano che siano facili da usare, veloci e che non intacchino il trucco, la verità non è proprio questa. Strisciare un prodotto stick sul viso quasi sempre comporta due cose: si possono perdere alcune briciole di solare, magari fra le sopracciglia o la barba, che devono essere rimosse o sfumate manualmente; inoltre inevitabilmente si finisce per spostare il trucco, sia per l'azione chimica (eventuale oleosità) del prodotto, sia per quella meccanica.

Un solare come il Perfect Airy Sun Cushion SPF 50+, per quanto inevitabilmente sollevi un po' il make-up, mi dà l'impressione di non spostarlo troppo, e soprattutto di poter gestire meglio l'applicazione. 
Quindi se avete questa esigenza specifica, secondo me questa di Village 11 Factory è un'ottima alternativa per chi cerca proprio questa tipologia di prodotto. 
Gli unici appunti che possono fare è che ovviamente la spugnetta va lavata dopo un paio di usi (ma spero lo facciate anche senza sottolinearlo), e che il compact può essere un po' ingombrante se avete una borsa piccola. 


Conoscevate questi solari? Quale tipologia preferite?





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