Nuovi film italiani: cosa guardare in streaming (e cosa no)

Eccomi qui, ancora una volta, che cerco di dare una chance al cinema italiano, con due film nuovi o comunque recenti. Si salva qualcosa? Forse.


La Coda del Diavolo (2024)


Genere: Thriller
Durata: 95 minuti
Regia: Domenico Emanuele de Feudis
Uscita in Italia: 25 Novembre 2024 (Sky, Now)
Paese di produzione: Italia

Tratto dall'omonimo romanzo di Maurizio Maggi, La Coda del Diavolo vede Luca Argentero nei panni di un ex poliziotto, per l'esattezza una guardia carceraria di nome Sante Moras che viene accusato dell'omicidio di un uomo, a sua volta accusato di aver ucciso una ragazza, che doveva sorvegliare durante il suo turno di guardia appunto. Capendo di essere stato incastrato, Sante decide di fuggire, ma troverà da un lato l'ispettore Tommaso Lago (Francesco Acquaroli) a dargli la caccia, dall'altro la giornalista Fabiana Lai (Cristiana dell'Anna) si ritroverà ad aiutare la guardia alla ricerca della verità.

Argentero non è esattamente il tipo di attore che mi fa scappare a correre un film, non perché non lo trovi capace, anzi è forse uno dei pochi personaggi televisivi che si è smaccato verso una più credibile carriera cinematografica, ma perché semplicemente non è fra i miei preferiti. Quando però ho letto che La Coda del diavolo sarebbe dovuto essere un action movie, ho avuto una curiosità di vedere come avrebbe una produzione italiana abbracciato questo genere. Ma la verità è che qui di azione ce n'è ben poca, è più che altro un thriller poliziesco da serata disimpegnata. 

Ha una bella ambientazione, una Sardegna meno soleggiata, ma più fredda, più aspra, con dei toni più cupi come si confà ad un caso di omicidi, e tutto sommato le interpretazioni sono valide, ma penso che, forse per il tentativo di rendere la storia più televisiva, o semplicemente per una questione di trasposizione dalla carta allo schermo, La Coda del diavolo sia un film un po' sciapo.

Manca infatti di mordente, di sfumature, di approfondimenti, di dettagli che ti portano a seguire con più di interesse quello che accade sullo schermo. C'è un senso di inevitabilità, di già visto che mi ha spinto più che altro ad assistere a La coda del diavolo, non ad appassionarmici, ed anche i momenti di suspense risultano meno di impatto.
Mi è piaciuta però la regia, lo stile generale, sia perché si adattano al thriller, sia perché danno al film un'apparenza un po' più internazionale, ma è tutto poco incisivo, come arriva se ne va.
Anche le interpretazioni, per quanto si veda l'impegno messo dal cast, finiscono per non avere grandi sviluppi, restando piatte e fini giusto alla trama.
Penso di aver visto di peggio, ma qualcosa in più da La Coda del Diavolo me l'aspettavo.


Il Treno dei Bambini (2024)


Genere: Drammatico, Storico 
Durata: 105 minuti
Regia: Cristina Comencini
Uscita in Italia: 4 Dicembre 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Italia

Ha invece una doppia ispirazione il film di Cristina Comencini: è tratto dall'omonimo romanzo di Viola Ardone, che si è a sua volta ha voluto raccontare una storia realmente accaduta. Alla fine della seconda guerra mondiale, per sfuggire alla povertà, alcune famiglie del sud Italia, attraverso una organizzazione nata dal Partito Comunista Italiano (PCI) e dall’Unione Donne in Italia, mandavano in treno i loro bambini per farli accogliere da famiglie del nord che magari non erano necessariamente benestanti, ma che potevano dar loro almeno delle cure basilari, e magari aiutarli ad avere gli studi elementari. 

Questa è anche la storia di Amerigo Speranza (Cristian Cervone), un bambino napoletano che a sette anni viene mandato dalla madre Antonietta (Serena Rossi) a Modena, non avendo lei altro che miserie da dargli. Qui Amerigo verrà accolto da una donna di nome Derna (Barbara Ronchi), ex partigiana e attivista del partito comunista, che fino a quel momento non pensava di diventare madre, seppur adottiva e per poco. Fra Derna e Amerigo si svilupperà però un forte legame e quando il bambino dovrà tornare dalla madre non sarà semplice.

È un film lineare eppur di coinvolgente Il Treno dei bambini, che racconta una storia che onestamente non conoscevo, e che non credo sia nota, ma che mi ha ricordato in parte Blitz, il film di Apple Tv +, ma ha molte più sfaccettature.

Si parte da un topic storiografico, mostrandoci la fine della seconda guerra mondiale, e le difficoltà di riprendersi da un periodo tragico, ma ci si sposta verso altre tematiche. Dalla prospettiva di Amerigo infatti il film diventa quasi un coming of age, visto che deve affrontare grandi o piccole difficoltà per maturare, e conoscere anche un altro tipo di vita che fino a quel momento gli era stata preclusa.

Ma con la prospettiva dei Derna e Antonietta Il treno dei bambini riesce a parlare di due diverse maternità (e genitorialità in generale): la prima è quella di sangue, quella forse più difficile di una madre che sa che deve fare il bene di suo figlio a costo anche di perderlo per sempre. Derna invece come scrivevo non era proprio propensa a diventare madre, ed invece scoprirà di poter trovare in lei quella tenerezza materna che Amerigo necessita.

Il treno dei bambini è alla fine un film semplice, con una storia che direi classica con una accezione che per alcuni può anche essere negativa (ma non per me) e che a tratti ha anche alcuni momenti di lentezza, che avrei preferito fossero stati sostituiti da un maggior approfondimento su cosa accadde ad Amerigo dopo la sua esperienza e col rapporto con sua madre Antonietta.

Ma è anche uno di quei film che mi ha tenuto tutto il tempo con quel leggero magone, mosso sia dal dolore che dalla gioia per i personaggi, e penso che ci sia riuscito soprattutto per come è stato messo in scena e come è stato recitato da tutti, soprattutto dagli attori più giovani che hanno dovuto rappresentare caratteri diversi. Con altrettanta linearità riesce secondo me anche a raccontare e trasmettere emozioni differenti e contrastanti, come la sofferenza ma anche la speranza. 

Certamente poi Netflix ha fatto il suo, piazzando un film del genere vicino alle feste, quando siamo tutti un po' più buoni o comunque sensibili, però con Il treno dei bambini, sebbene come dicevo non è il film più originale che abbia mai visto, mi è un po' tornata la speranza che in fondo il cinema italiano non è del tutto perso.



4 commenti:

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  1. Che questi film piacciano o meno, è bello che anche il cinema italiano abbia ancora qualcosa da dire.

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    1. È vero, sapere che ancora c'è qualcosa che si salva un po' rincuora

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  2. Visto solo Il treno dei bambini. Per me braccia sottratte alle fiction di Rai Uno.

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    1. In questo caso non mi trovi d'accordo, non ci ho visto quella componente soapoperosa che hanno appunto le fiction Rai

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