30 novembre 2020

|P_laylist|
Tanti nuovi album di cui parlare e qualche lagna di cui lagnarmi

Credo che questo mese mi sarò perso più qualche nuova uscita musicale, ma non credo di essermi perso poi molto. Infatti, fra fine Ottobre e i primi di Novembre, erano stati pubblicati diversi album e questa tendenza ha proseguito per il resto del mese.


Demi Lovato - Commander In Chief 

Dopo la parentesi romantico-sentimentale, Demi Lovato si è data ai temi socio politici con Commander in Chief, una canzone volta a raccontare, in modo non molto velato, la politica di Trump, e a stimolare la gente ad andare a votare. Capisco quanto possano essere forti certi temi, ed è bello che gli artisti si impegnino anche in questo, schierandosi apertamente. La canzone però non mi ha fatto letteralmente impazzire. E poi, vista come è andata a finire, è ormai superata.


Zero Assoluto - Cialde

Vi avevo anticipato che gli Zero Assoluto stavano tornando (purtroppo o per fortuna) e, dopo Fuori Noi, hanno già pubblicato un nuovo singolo intitolato Cialde. Dico solo, di male in peggio. 


Little Mix - Confetti

La scorsa P_laylist ho dimenticato di includere le Little Mix che, dopo una sfilza di singoli che non mi hanno convinto fino alla fine (sarà per questo che l'ho dimenticato?), hanno pubblicato un nuovo album il 6 Novembre intitolato Confetti

Non è stata una brutta esperienza ascoltare questo Confetti, ma nemmeno una sorpresa: tutti i 13 pezzi hanno tutti sonorità dance pop, senza mai rinunciare troppo al ritmo. Il risultato per me è un disco che mi tiene compagnia quando faccio le faccende in casa, o se sono in auto, ma che non mi ha fatto soffermare ad ammirare (o meglio, ascoltare) la bellezza di una o dell'altra canzone. Ho capito che il senso è fare un album gioioso e colorato, alla fine confetti significa coriandoli, ma trovo questo nuovo album delle Little Mix esageratamente orientato a compiacere le classifiche, e fosse stato un album di esordio lo avrei trovato anche promettente, ma per una girl band che ormai è rodata, mi aspetto altro.

 

Tiziano Ferro - Accetto miracoli: l'esperienza degli altri

Anche Tizianone ci aveva preparati all'uscita del suo nuovo disco con una serie di singoli, ovviamente di cover, visto che "Accetto miracoli: l'esperienza degli altri" raccoglie appunto il rifacimento di alcuni brani di altri famosi artisti italiani, fra cui Mango, Giuni Russo, Mina e De Gregori, più ovviamente le altre canzoni dell'album dello scorso anno.

I più schizzinosi e i fan dei vari artisti inclusi in questo album di cover, son sicuro che hanno storto il naso ad ascoltare il disco, e lo capisco: nessuno vuole che le sensazioni che proviamo ad ascoltare una canzone, vengano inquinate da un nuovo rifacimento. Io però ho apprezzato tutto sommato questo lavoro di Tiziano Ferro. Oltre a piacermi in generale la sua voce, non credo che il cantante di Latina abbia stravolto in malo modo qualche pezzo, ma non solo le sue cover mi sembrano degli omaggi ad alcuni artisti del passato, ma anche un modo per riscoprire dei brani che ormai non sono più in classifica da tempo. In generale ho apprezzato la scelta di canzoni nazionalpopolari, unite a qualche brano più ricercato. "Accetto miracoli: l'esperienza degli altri" non era fondamentale per la discografia italiana, ma lo promuovo. 


Ariana Grande - Positions

Torniamo un attimo ad Ottobre, quando Ariana Grande ha pubblicato il suo sesto album intitolato Positions. Ho una mia teoria su questo disco, che mi renderà ancora meno simpatico ai suoi estimatori: credo infatti si tratti di una mossa esclusivamente economica, volta a non lasciare a bocca asciutta i follower della cantante, ma dandogli roba di seconda scelta, in vista del fatto che tanto, qualunque disco in questo periodo, può avere poca promozione. 


Queste mie congetture si collegano al fatto che considero Positions come un album poco ispirato e molto miagoloso, dove nessun pezzo mi ha convinto fino in fondo, dove nessuna canzone mi ha fatto soffermare ed innamorare. Credo che sia il primo album di Ariana Grande che mi sento di bocciare per scarsità di emozioni, qualunque esse siano, da inizio a fine. 


Sam Smith - Love Goes

Non so cosa mi stai succedendo ma ultimamente apprezzo e anche molto la musica di Sam Smith. Il suo ultimo album, Love Goes, pubblicato il 30 Ottobre, in particolare mi è piaciuto perché l'ho trovato sentito, intimo, ragionato, eppure estremamente semplice. 

Sono sicuro che non sarà uno di quei dischi che fra 10 anni mi ritroverò ad ascoltare, eppure, complice forse anche la penuria di qualcosa davvero piacevole, ho dato più chance a Love Goes, che alla fine mi ha convinto.


Miley Cyrus - Plastic Hearts

Ho visto Twitter impazzire per il nuovo album di Miley Cyrus, uscito il 27 novembre, e capisco anche perché. Plastic Hearts è un album forte, coraggioso, in cui si legge chiaramente l'intenzione dell'artista. Credo che Miley Cyrus non voglia solo trasmettere un messaggio, ma anche sperimentare e divertirsi, e secondo me questo è palese, oltre che un lato positivo di tutto l'album.


Non ho trovato poi però delle canzoni che mi restassero in testa, che mi convincessero, che avessi voglia di ascoltare ancora e ancora. Mi piace la sonorità con queste vene rock, meno quel ritorno dei sintetizzatori che fanno capolino fra un brano e l'altro, così come mi è sembrata poco originale il brano in collaborazione con Dua Lipa; mi piace che sia inclusa un'ottima cover di Zombie dei The Cranberries, apprezzo i momenti più intimi come Never be me, ed ho pure rivalutato Midnight Sky, ma non è bastato per affezionarmi a Plastic Hearts.



Ligabue - Volente o nolente (feat. Elisa)

Assolutamente scialba questa collaborazione fra Elisa e Ligabue: goffo il testo, vetusto l'arrangiamento. Far sussurrare Elisa per buona parte della canzone è poi una delle scelte peggiori. Volente o nolente non la ascolterò più fortunatamente.


Billie Eilish - Therefore I Am

È stato pubblicato invece il 12 novembre il nuovo singolo di Billie Eilish che sembra quasi una replica/risposta ad haters e più in generale a chi tenta di sfruttare il suo nome per cercare di raggranellare un po' di fama. Therefore I Am si sposta più verso il pop elettronico rispetto all'indie, ma che ha comunque carattere.


Vi avviso in anticipo così da prepararvi psicologicamente: sto già raccogliendo la playlist con i nuovi brani di Natale. Siete stati avvisati.




25 novembre 2020

Ho provato i prodotti VERALAB e vi dico la mia!

È uno dei brand su cui più spesso, sia in privato che in pubblico, mi sono stati chiesti pareri e opinioni, ma solo negli ultimi mesi, ho potuto testare una piccola skincare firmata VeraLab, l'ormai noto brand dell'altrettanto famosa Estetista Cinica.



Al secolo Cristina Fogazzi, proprietaria di un centro estetico milanese, autrice e beauty guru ormai affermata sul web, è lei la fondatrice de L'Estetista Cinica, che con il nome di VeraLab diventa una linea di cosmetici per il viso e per il corpo. Attorno a questo brand c'è una filosofia interessante: packaging e formulazioni ecosostenibili, attivi specifici e inclusività. Veralab è nata infatti nel 2015 per soddisfare le esigenze di "donne reali", e via via si è espansa fino ad oggi. 
Tutto bellissimo, ma quello che a me interessa è che i prodotti siano validi, ho quindi messo alla prova alcuni dei loro best seller per vedere se su di me meritano davvero la fama che si portano dietro.


VERALAB Spumone
Detergente Lavaviso



Credo sia davvero il prodotto di punta dell'Estetista Cinica, credo anche perché è uno dei primi che hanno lanciato, ma lo Spumone non mi ha convinto fino in fondo.
Si tratta di una mousse detergente per il viso, che dovrebbe garantire una pulizia delicata e con una azione antiossidante e idratante, grazie ad estratti come melagrana, mangostano, acai, té verde e goji. 
La consistenza è favolosa, forse una delle mousse più cremose che abbia utilizzato fino ad ora, tanto che personalmente ho usato giusto un pump di prodotto e per me è sempre stato più che sufficiente per coprire viso e collo. Anche il profumo è ottimo, dolce, fresco e piacevole da usare sia al mattino che alla sera.



Ho usato lo Spumone Veralab praticamente in tutto l'arco di tempo del suo PAO, fra la fine dell'estate e l'autunno, quindi ho potuto testarlo su una pelle un po' più mista, in una routine più scarna e leggera, e in un periodo più freddo, con maggiori esigenze. Dopo questo lungo periodo però il mio verdetto non è positivo. Lo Spumone infatti su di me deterge bene il viso, ma lo fa in maniera troppo aggressiva, lasciandosi dietro una pelle tirante e disidratata, a volte anche leggermente arrossata. Non è una situazione drammatica che rende lo Spumone un bocciato al cento percento, né mi ha creato problemi nel lungo periodo, ma in qualunque stagione ho comunque sempre sentito un impellente bisogno di reidratare molto bene la pelle, per ribilanciare la situazione.

Conosco già mousse detergenti che uniscono meglio una pulizia accurata ad un buon grado di delicatezza, per cui non credo che riacquisterò lo Spumone in futuro, e più in generale mi sembra un prodotto adatto a pelli decisamente miste.
Piccole note a margine: si sciacqua molto facilmente, non mi brucia gli occhi ma credevo durasse un po' di più.

INFO BOX
🔎 Veralab.it, rivenditori, catene Rinascente 
💸 €12
🏋 100ml
🗺 Made in Italia
⏳ 6 Mesi
🔬 Nickel Tested
💓⇒ 🌸🌸🌸


VERALAB Panno in microfibra



No, non ho intenzione di fare una recensione di un panno in microfibra, anche se è firmato L'Estetista Cinica, perché non c'è molto da discuterne. Tuttavia non posso non spendere due parole perché l'ho trovato davvero valido. Si tratta di un panno molto ampio e davvero morbido, che può essere utilizzato sia per la detersione del viso che per lo struccaggio, e credo si comporti bene in entrambi i casi. Basta inumidire il panno e questo si porta via rapidamente tutte le tracce di sebo e make-up che possono esserci sul viso. 



L'ho utilizzato sia con lo Spumone che con altri detergenti e mi ha sempre lasciato la pelle pulita, morbida e liscia. La microfibra crea una lievissima esfoliazione, per questo magari non è consigliato usarla tutti i giorni, però, ripeto, io l'ho trovato un panno delicato, anche sulla zona del contorno occhi.
Credo inoltre, se siete soliti farlo, che il panno in
microfibra Veralab possa essere usato anche per la detersione del corpo, specie perché è molto ampio.
Aggiungo che si lava molto facilmente anche a mano e non mi è mai rimasto macchiato. 

INFO BOX
🔎 Veralab.it, rivenditori, catene Rinascente 
💸 €5 (ora in versione con due panni da 10 euro)
🏋 1 panno in microfibra
🗺 Made in Italia
⏳ //
🔬 //
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸

VERALAB Luce Liquida
Lozione viso illuminante esfoliante



Un altro prodotto arcinoto de L'Estetista Cinica è la Luce Liquida, che, come ci tengono loro stessi a specificare, nonostante la consistenza acquosa, è un semplice tonico viso ma una lozione viso che illumina ed esfolia l'incarnato, soprattutto quello di pelli miste e grasse o con imperfezioni. Questo perché la Luce Liquida contiene ingredienti purificanti come l'acido salicilico (al 2%), il betaidrossiacido che, essendo attratto dal sebo, ha una azione pulente dei pori, e più in generale anti punti neri; troviamo anche niacinamide, o vitamina b3, che aiuta per tantissimi aspetti della pelle, dal ridurre i pori a rinforzare la barriera cutanea. Ci sono poi elementi idratanti come aloe e acido ialuronico. In breve, nelle intenzioni di Veralab, la Luce Liquida si prende cura della pelle un po' su più fronti, è comunque adatta per diverse tipologie di pelle e può essere usata indistintamente di giorno o la sera come un tonico, quindi su tutto il viso, o solo sulle aree interessate. 



Il più delle volte, ho usato la Luce Liquida la sera, perché così preferisco fare con i prodotti contenenti acidi esfolianti, partendo dal naso, dove ho più imperfezioni, e poi tamponando sul resto del viso. Non mi ha mai dato irritazioni o rossori, ma è l'ho trovato un tonico piacevole perché è fresco e non appiccicoso, si assorbe in fretta e si può proseguire tranquillamente con la solita skincare.
Nonostante la consistenza liquida non sono mai incappato in sprechi perché la confezione dosa abbastanza bene il prodotto. Adesso
Veralab ha cambiato packaging per questa lozione, ma credo sia rimasta funzionale. 
Non ho nulla da dire sulla profumazione perché non percepisco un particolare odore.



Ho iniziato ad usare la Luce Liquida quando la situazione punti neri sul naso mi sembrava un po' più ostica del solito, senza una ragione specifica, ma i prodotti che stavo utilizzando non erano adatti a contrastare a pieno questo problema. La Luce Liquida invece, sin dai primi utilizzi mi ha aiutato davvero: i pori sono infatti apparsi più puliti e quindi meno dilatati e visibili, la pelle è liscia e morbida ma non secca. La grana della pelle risulta quindi più sottile, e in generale il viso acquista davvero una bella luminosità. 
Sono convinto che se avete una cute molto impura, con eccesso di sebo, è meglio scegliere un siero o un gel che, al contrario di un tonico, è meno volatile e agisce più a lungo sulla pelle (magari mi sbaglio, ed è una mia paranoia), ma per chi come me si ritrova con qualche impurità localizzata credo che la Luce Liquida possa essere un prodotto da provare almeno nella versione travel. A me è piaciuta molto sia per la formulazione che per l'azione sulla pelle. 

INFO BOX
🔎 Veralab.it, rivenditori, catene Rinascente 
💸 €20
🏋 100ml
🗺 Made in Italia
⏳ 6 Mesi
🔬 Nickel Tested
💓⇒ 🌸🌸🌸🌸🌱


VERALAB Zero Rughe
Crema viso anti-age



Ve lo dico subito senza giri di parole: questa crema Zero Rughe è il prodotto che mi è piaciuto meno in assoluto del range de L'Estetista Cinica. Posso chiudere un occhio sullo Spumone, ma qui si parla di una delusione più cocente. La Zero Rughe viene presentata come 
"Dedicata alle pelli più mature, è una straordinaria crema viso dalla formula ultra ricca (ma non unta), ideale per pelli secche, stanche e bisognose di nutrimento. Contiene dei correttori ottici che donano al viso un elegante effetto glow (luminoso) che minimizza visivamente le rughe."
Nella formulazione troviamo infatti diversi agenti emollienti e idratanti come squalane, olio vegetale, glicerina, l'estratto di arnica che pare sia indicato per pelli secche e screpolate, acido ialuronico e un particolare estratto che non conoscevo, ovvero quello di foglie di Haberlea rhodopensis, definita addirittura pianta della resurrezione perché pare resista a lunghi periodi di siccità, e che sembra stimoli il collagene, e oltre ad essere antiossidante. Nell'INCI della Zero Rughe appare anche l'acido ascorbico ovvero la forma più interessante di vitamina C.



La consistenza secondo me è il problema più grande di questo prodotto Veralab: è sì, corposa, ma si fa fatica a stenderla tanto che quando la massaggio sul viso è come se tirasse la pelle. Credo che questo effetto sia dovuto al fatto che vuol essere una crema nutriente ma non grassa, quindi per darle quel tocco asciutto ne risente la stesura. Subito dopo averla applicata, al tatto il viso risulta appiccico, e servono diversi minuti prima che la sensazione passi.
Un secondo problema riguarda l'efficacia: appena la applico infatti la pelle assume subito un bell'aspetto, è luminosa, elastica e nutrita, e, nonostante sia pensata per pelli mature, non appesantisce il viso. Tuttavia, dopo qualche ora dall'applicazione, sento la pelle di nuovo bisognosa di idratazione, come se l'effetto di questa crema finisse.
Entrambe queste problematiche le ho in qualche modo arginate stendendo la Zero Rughe sulla pelle inumidita da un siero idratante: così riesco da un lato ad applicare più piacevolmente la crema, dall'altro a renderla più a lungo idratante. La Zero Rughe ha anche una profumazione dolce e gradevole che comunque migliora il feeling dell'applicazione. Ciò però non toglie che per me non è un prodotto promosso, non credo sia sufficiente per pelli molto secche e mature, e sono stato contento di avere solo una minitaglia. 

INFO BOX
🔎 Veralab.it, rivenditori, catene Rinascente 
💸 €15
🏋 15ml
🗺 Made in Italia
⏳ 6 Mesi
🔬 Nickel Tested
💓⇒ 🌸



Se vi va raccontatemi la vostra esperienza con i prodotti Veralab/L'Estetista Cinica. Avete qualche favorito da consigliarmi? C'è qualche perla che mi sto perdendo o qualche prodotto da evitare?
Qui vi ho lasciato la mia recensione della Brightening Eye Mask. 



18 novembre 2020

Le (bellissime) serie tv al femminile da vedere questo autunno ⭐

Non voglio cincischiare in inutili introduzioni, questa volta, perché mi urge il bisogno di parlarvi di tre serie tv che mi sono piaciute davvero molto, e che hanno protagoniste femminili molto forti. Un altro filo conduttore che le collega è l'ambientazione temporale, molto curata, ma collocata in un'epoca passata. Se sono elementi che in genere vi convincono, forse allora dovreste recuperare queste serie tv.

L'Alienista: L'angelo delle tenebre
 The Alienist: The Angel of Darkness
Seconda stagione
⭐⭐⭐⭐

Ci sono voluti due anni, ma finalmente abbiamo avuto la seconda stagione di L'Alienista, che è stata pubblicata su Netflix il 22 Ottobre. Ancora una volta i protagonisti sono alle prese con le indagini per trovare un particolare serial killer, il quale sceglie come vittime bambini ancora in fasce. 
Se nella prima stagione (qui) il caso era condotto dall'alienista Laszlo Kreizler e dal suo amico e giornalista John Moore, in questo secondo ciclo di episodi sarà Sara Howard a mettere davanti il suo talento di detective, dopo aver avviato la sua agenzia investigativa privata.


Quando speri che una serie venga rinnovata per una seconda stagione, speri anche che quantomeno mantenga le stesse qualità della prima, e credo che L'Alienista 2 riesca in questo intento. Sono stati infatti 8 episodi molto intriganti e cupi, che, ancora una volta ci accompagnano verso la risoluzione di un caso crudo e macabro, con parecchi momenti di tensione. Forse per qualcuno può non essere un pregio, ma io invece ho apprezzato che, quando sembra che la storia sia alla conclusione, c'è sempre qualche altro piccolo tassello da risolvere, aggiornando così l'attenzione dello spettatore.
Mi sembrata una vicenda solida, che funziona da inizio a fine senza, grossi buchi o forzature, o per lo meno io non ne ho notati.


È stata in questo senso secondo me una buona scelta quella di ridurre la stagione di due episodi, passando da 10 a 8, perché altrimenti si sarebbero immischiate lungaggini poco appetibili. Non è mancata inoltre l'approfondimento sui personaggi, che qui e lì trasmettono pezzi del loro vissuto, ed anzi, in alcuni casi, si mischiano con le indagini.
Ancora una volta poi non manca la cura dei dettagli, dei costumi e delle scenografie a cui The Alienist ci aveva già abituati dalla prima stagione.


Avrei voluto forse qualche approfondimento in più su quella che alla fine prende lo scettro di protagonista, ovvero Sara Howard, che poteva magari offrirci qualche flashback più corposo sul suo passato, ma forse se lo tengono buono da parte per una prossima futura stagione. In ogni caso ci danno un personaggio forte e coraggioso, e diventa un pretesto anche per farne un simbolo di femminismo e rivoluzione. 
Non mi sento invece di chiudere un occhio sul quarto episodio che mi è sembrato un po' raffazzonato. Ma queste sono tutte minime imperfezioni, perché mi son goduto ogni singola puntata di questa seconda stagione di The Alienist grazie a tutto quel range di emozioni che trasmette, dalla tensione appunto, alla dolcezza. Non so se ci sarà una terza stagione, però spero che proseguano sempre con questa prospettiva rivelatasi vincente.

 

La regina degli scacchi 
The Queen's Gambit
Miniserie
⭐⭐⭐⭐🌠


Arrivo tardi forse, ma non posso esimermi anche io dal tessere le lodi di La regina degli scacchi, nuova miniserie Netflix disponibile dal 23 ottobre. Per molti è sembrato strano, ma sì, questa serie tv parla proprio di scacchi, ma lo fa in un modo eccellente. Prima infatti di arrivare al gioco di strategia dobbiamo fare un passo indietro: Beth Harmon è solo una bambina quando, dopo aver perso la madre, finisce in un orfanotrofio femminile. Qui conoscerà una istitutrice severa ma riuscirà a farsi amica una ragazza, con cui condividerà diverso tempo all'interno della struttura. Non sarà facile per Beth, ma la sua permanenza migliorerà quando, grazie al custode Shaibel, scoprirà gli scacchi. Da quel momento Beth troverà il suo pezzo mancante, e soprattutto la sua vera strada nella vita.
Quando poi, non senza reticenze, la sua madre adottiva crederà nel suo talento, per la giovane non ci saranno più confini nel mondo degli scacchi.


The Queen's Gambit è una delle migliori serie Netflix del 2020, e non ho alcun dubbio nell'affermarlo: ha una storia convincente, drammatica senza essere pietistica, e, cosa più importante, le partite di scacchi vengono gestite talmente bene che non annoiano come si potrebbe pensare, ma creano tensione e pathos. 
Personalmente non so giocare nemmeno a dama, ma la serie è talmente tanto convincente che, anche chi non ne capisce nulla, resta incollato allo schermo. Inoltre gli scacchi sono anche l'occasione per darci una rappresentazione socio-politica dell'epoca, in particolare lo scontro fra Russia (o meglio Unione Sovietica) e Stati Uniti.

Una vicenda così affascinante da sembrare una storia vera, anche se si tratta di un adattamento da un romanzo di Walter Tevis, che trova la sua mossa vincente nell'interpretazione di Anya Taylor-Joy. La sua bellezza aliena, forse non perfettamente nei canoni, si presta benissimo a dare il volto a Beth, tanto che non le servono nemmeno grandi dialoghi filosofeggianti per convincerci a restare ammaliati. Ma quello che mi è piaciuto è soprattutto la costruzione del personaggio: di talenti naturali che trovano la loro strada ne abbiamo visti tanti, ma Beth Harmon si impegnerà molto nel fruttare questo suo genio, studiando duramente da tutte le sconfitte in cui inciamperà lungo la sua strada, ed anche ascoltando anche i consigli di chi sembra non avere le sue stesse capacità.

La Regina degli scacchi riesce ad appassionare amanti di questo gioco e non, grazie ad una storia fatta non solo di vittorie, ma anche di delusioni, momenti cupi ed estremamene umani, senza trasformare il tutto in un pesante melodramma lirico, ma non dimenticando tematiche di spessore. Non manca la ricercatezza dei dettagli e delle ricostruzioni, degli abiti e degli ambienti anni '60. Insomma, nella strana ipotesi che non l'abbiate fatto, recuperate questa serie.


Mrs. America
Miniserie
⭐⭐⭐🌠


Negli anni '70 gli Stati Uniti erano in fermento per tante ragioni, inclusa la ratifica dell'Equal Rights Amendament (ERA), una proposta di emendamento che avrebbe dovuto garantire egualità di diritti a tutti i cittadini americani, senza distinzione di sesso. Ma se da un lato i gruppi femministi battagliavano affinché l'ERA venisse ratificato in tutti gli stati, dall'altro, le forze conservatrici, capitanate soprattutto da Phyllis Schlafly, ne propagandavano tutti i difetti possibili per evitarne la diffusione. 
Una battaglia per i diritti che avrà eco fino ai giorni nostri.


Mrs. America è un'altra esclusiva di Tim Vision Plus (ne avevo parlato nella recensione di Love Life) che mi ha sorpreso, non solo per la fattura generale e per il cast che vede i nomi, fra le altre, di Cate Blanchett, Sarah Paulson, Uzo Aduba, e Rose Byrne, ma soprattutto per la storia che racconta. Una vicenda piena di passione, battaglie sociali, scontri politici, ma soprattutto il fervore per sostenere una causa a cui si tiene particolarmente. 
Come specificato ad inizio di ogni episodio, si tratta di una storia basata su fatti e personaggi reali, ma che ovviamente è stata romanzata. Eppure pare che moltissimi degli avvenimenti che hanno visto queste due fazioni di donne contrapposte, siano davvero accaduti, anche quelli più eclatanti.


Devo anche ammettere che con la visione mi sono ricreduto su un pregiudizio che avevo all'inizio: mi ero infatti convinto che Mrs. America fosse particolarmente incentrato sul personaggio di Cate Blanchett, ed invece mi sbagliavo, perché, nonostante Phyllis Schlafly sia spesso presente, tutte le parti hanno persino un intero episodio dedicato.
Quello che mi è piaciuto di questa serie è che non mi è sembrata esageratamente rivolta nel voler dividere fra buoni e cattivi, conservatori malvagi contro liberali benefattori, ma che tutti sono invischiati nel gioco della politica che spesso spinge a contraddizioni. L'esempio lampante è la stessa Phyllis che è al tempo stesso un esempio di ciò contro cui lotta, ma vittima del suo stesso ruolo politico. Più in generale le stesse femministe che lottano per un ampliamento dei diritti, spesso si dimostravano poco inclusive.


Nonostante l'ovvio distacco da circostanze che riguardano in primis gli Stati Uniti, e con passaggi non sempre chiari sulla politica americana, è Mrs. America mi è sembrato un ritratto emozionante di un'epoca e della passione che tutte le sue protagoniste ci hanno messo per proseguire la loro visione. Oltre all'argomento generale, che è sempre attuale, gli strascichi della vicenda sono giunti fino ai giorni nostri: la Schlafly è stata ad esempio una sostenitrice della campagna di Trump e, come vi anticipavo, solo fra il 2017 e il 2018, altri stati americani hanno ratificato l'ERA, quindi una battaglia che ancora non è terminata.



Come sempre per tutti i commenti ci leggiamo qui giù, e se avete visto queste serie fatemi sapere cosa ne pensate.



16 novembre 2020

|Beauty Cues #WeeklyMask|
Maschere Labbra con buon INCI Beauty Face 💋

La buona esperienza che ho avuto con le maschere in tessuto Beauty Face (ne ho parlato qui) ha aperto un varco nella mia curiosità ed ho deciso di provare altri prodotti dell'ampio range di questa azienda polacca, proseguendo appunto con Collagen Hydrogel Lip Mask.

Beauty face maschere

Se non ho sbagliato i conti, le maschere labbra di Beauty Face sono declinate in quattro tipologie e contengono il 99.4% di ingredienti naturali. Le due tipologie di lip mask che ho provato sono composte di appunto un idrogel gelatinoso, hanno una forma ampia, quindi basta a coprire labbra anche più carnose e la zona del contorno dove possono formarsi rughe e segni di espressione. 

beauty face maschere

Devo fare una specifica agli amici baffuti: se avete la barba, la maschera non aderirà bene, io infatti le ho fatte quando avevo completamente rasato i peli del viso, così che queste maschere labbra possano agire non solo appunto sulla mucosa, ma anche intorno. Senza barba, queste maschere aderiscono bene, e non mi sono cascate. Entrambe le Collagen Lip Mask inoltre hanno dei tempi di posa di 20/30 minuti, ed effettivamente si prestano a queste tempistiche visto che sono molto ricche di siero.


BEAUTY FACE Collagen Hydrogel Lip Mask Wrinkle & Fine Lines Effect
Maschera labbra in idrogel antirughe

BeautyFace recensioni

Gli attivi della maschera Wrinkle & Fine Lines Beauty Face sono un concentrato di elementi idratanti e antiage, come collagene, acido ialuronico, betaglucano, niacinamide e glicerina, e dovrebbe per questo 
diminuire le linee sottili e riempire le rughe
migliorare il colorito
idratare profondamente
migliorare la tonicità della pelle
Ho lasciato agire questa Lip Mask davvero tanto, e non dà fastidio, anzi se si deve esprimere qualche parola o qualche verso, ce la si può fare.

maschera labbra bio

La sensazione anzi è piacevole, leggermente fresca, come da aspettative. Inoltre ho trovato la Wrinkle & Fine Lines Effect Mask completamente inodore, o per lo meno il mio naso non percepisce nulla. 
È una maschera che su di me dà molta idratazione, che lascia le labbra lisce e morbide. Forse una volta che il siero si asciuga, lascia la zona leggermente appiccicosa, ma nulla di così fastidioso o rilevante, non immaginate l'effetto gloss colloso, per capirci.
Non so se posso parlare di una vera e propria azione antirughe, però sicuramente le linee sottili delle labbra sembrano meno evidenti. In generale mi è sembrato che questa maschera lasci una sensazione di labbra più toniche. 

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BEAUTY FACE Collagen Hydrogel Lip Mask 3D Push Up Effect
Maschera labbra volumizzante

opinioni beauty face

Avevo molta curiosità su questa maschera Push Up, che promette di stimolare l'afflusso sanguigno delle labbra per renderle più carnose, intensificando il colorito ed al tempo stesso idratando. Tutto questo grazie ad un mix di ingredienti come l'estratto di zenzero che è rubefacente, glicerina, acido ialuronico, pantenolo e betaglucano che invece si occupano dell'azione idratante. Nell'INCI appaiono anche l'estratto di semi di uva e di ciliegia che pare abbiano una efficacia antiossidante.

recensioni maschere labbra beautyface

Purtroppo, quando ho provato una di queste Lip Mask 3D Push Up, mi si è rotta un angolo, ma non mi ha impedito di utilizzarla comunque come dovrebbe. Non è successo con la seconda maschera (per questo ne ho prese due, perché non si può mai sapere!), ma segnalo che possono essere delicate. 
La profumazione di questa Hydrogel Mask è leggerissima per il mio naso, e mentre la lasciavo agire sentivo un lievissimo formicolio, cosa in teoria normale, vista la stimolazione che deve effettuare. L'ho tenuta comunque in posa davvero a lungo, almeno fino a quando non mi sono scocciato. 

beautyface review hydrogel mask

I risultati che ho notato dalla Lip Mask 3D Push Up Effect mi sento di dividerli in due macrocategorie: da una lato la mia sensazione che è quella di labbra molto più idratate, lisce al tatto e un po' più toniche; dall'altro lato non mi pare che esteticamente fossero più voluminose, o magari con un colore più intenso. L'effetto rimpolpante mi è sembrato molto simile a quello della Mask Wrinkle & Fine Lines Effect, dato più che altro dalla idratazione.
Questo non significa che sia un prodotto bocciato, ma con questa Collagen Hydrogel Lip Mask non ho visto su di me un particolare "effetto push up", quindi quella che dovrebbe essere la sua diretta efficacia. 

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12 novembre 2020

Disinnescare

Ogni tanto mi torna in mente quella frase di un film sull'imparare a disinnescare. Loro si riferivano agli scontri all'interno delle coppie, nel significato di sciogliere quella quasi innata capacità di fare muro contro muro quando non ne vale la pena, e non è necessario, invece di aprirsi e confrontarsi. E non è affatto facile, perché poi di mezzo si mettono troppi schemi mentali, l'orgoglio prima di tutto

Ma si parla sempre dei rapporti con gli altri, di quelli che si suggellano con un anello e si rinnovano con un anniversario, e quasi mai dell'unico "finché morte non ci separi" che è davvero tale, ovvero quello con noi stessi (salvo credenze e visioni diverse).
Ora più che mai però sento che c'è altro da disinnescare, visto che quello che stiamo vivendo ci ha spinti ad essere tutti un po' più soli con noi stessi, e sembra ci rosicchi, giorno dopo giorno, ogni certezza, ogni slancio, le forze. Dovremmo però iniziare a disinnescare la paura di cambiare, di lanciarci, l'idea che non ci possa essere un'altra opportunità. Dobbiamo togliere l'ordigno al timore di perdere il controllo, al bisogno costante di essere accettati o alla paura di essere rifiutati, allo scrupolo di dire apertamente ciò che ci piace e cosa no.
Disinnescare le parole negative che rivolgiamo a noi stessi.

Spegnere la necessità di battagliare ed avere sempre ragione. La costante ricerca di un posto nel mondo, quando poi non abbiamo un posto in noi stessi. La preoccupazione di non farcela anche se domani, non è domani ma un futuro che non conosciamo.
Perché quello che ci spaventa è adesso. La fuga dalla tristezza, dalla malinconia, dall'assenza e dal silenzio sempre considerati i cattivi delle fiabe, e non compagne di un viaggio, che avrà una meta e un nuovo inizio. 

La capacità di distaccarci non è necessariamente un male. E accendere una piccola fiammella di speranza, è solo una luce in momenti bui, non è fatuità. Non è facile, automatico o sempre razionalizzabile, ma guardo fuori, perché è inevitabile visto che vivo in questo mondo, ma guardo dentro perché ho un universo di cui devo prendermi cura

Mentre guardo fuori, e mi sembra tutto sottosopra, guardo dentro non per cercare la certezza, ma per trovare il conforto in tutti i miei frammenti. Perché quando pensiamo di essere a pezzi, dimentichiamo che le più grandi cose di questo pianeta sono composte da particelle minuscole, e tutte funzionano perfettamente.
Siamo fatti per mutare e resistere, anche se non ce ne rendiamo conto.




10 novembre 2020

Siero anti capelli bianchi The Inkey List: quello che dovreste sapere...

Ormai da un po' ho iniziato a sperimentare e mettere alla prova i prodotti di The Inkey List. Posso anticiparvi che ci saranno tantissime recensioni su questo brand perché mi ha subito incuriosito e continua a farlo con alcune delle novità che ha lanciato proprio quest'anno, ovvero gli Hair e Scalp Treatment.

the inkey list capelli

The Inkey List ha creato una gamma di otto prodotti per la cura dei capelli seguendo una delle "mode" in campo cosmetico che più ho apprezzato, ovvero quella che viene definita in inglese come Skinification Of Hair, che non traduco in italiano perché suonerebbe malissimo. Questa nuova tendenza secondo me ha un approccio più che corretto: la salute dei capelli parte per prima cosa dalla cute, che è pur sempre pelle, quindi perché non utilizzare quegli attivi che già apprezziamo sul viso anche per trattare i capelli e il cuoio capelluto?
The Inkey List ha quindi rimiscelato questi ingredienti per farne dei sieri per capelli e per lo scalpo, e da tempo ne sto testando diversi, a cominciare dall'Amino Acid Anti-Gray Scalp Treatment.

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Proprio come suggerisce il nome, si tratta di un siero per capelli che vuole contrastare l'incanutimento, quindi sia prevenire la comparsa di nuovi capelli bianchi che stimolando la pigmentazione di quelli esistenti, senza ovviamente aggiungere colorazione ai capelli.
Sul sito The Inkey List ci spiegano che
"Il colore dei capelli è determinato da un pigmento chiamato melanina, che i nostri follicoli piliferi producono naturalmente. Con l'avanzare dell'età i follicoli producono meno melanina e questo causa i capelli grigi. I radicali liberi interferiscono anche con la pigmentazione dei capelli.

Sebbene non possiamo prevenire il processo di invecchiamento e la conseguente perdita di melanina, abbiamo creato un trattamento del cuoio capelluto notturno che aiuta a prevenire e curare la perdita di pigmentazione. Il risultato? Meno capelli grigi, se usato costantemente per un periodo di 4 mesi.

Abbiamo utilizzato un ingrediente innovativo nella formulazione, DARKENYL ™, che aiuta a riattivare e stimolare il pigmento nel follicolo pilifero, prevenire lo sviluppo dei capelli grigi aiutando a riattivare la produzione di melanina e controllando i livelli di radicali liberi che influiscono sulla pigmentazione dei capelli."
Tutto chiaro e promettente ma non posso non andare più a fondo. 
L'Anti-Gray Scalp Treatment è un siero molto liquido (infatti The Inkey List ha subito cambiato l'erogatore a seguito delle varie segnalazioni) completamente inodore che contiene l'1% di pantenolo che idrata e lenisce, l'1% di betaina, un aminoacido derivato della canna da zucchero che aiuta ad umettare la pelle e condizionare i capelli, e l'1% di Darkenyl, un brevetto della Givaudan Active Beauty che promette appunto di ridare pigmento ai capelli, e fermare il processo ossidativo che fa diventare grigi i capelli.

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Il Darkenyl è composto da glicerina, acetil tirosina, metabisolfito di sodio, glicina, estratto di legno di larice, cloruro di zinco, ed estratto di foglie di tè verde, e promette di funzionare su qualunque colore di capelli, sia su donne che uomini, e pare che dopo 4 mesi di utilizzo continuato, i capelli bianchi si riducono fino al 56%. Nella composizione che The Inkey List ha proposto sono assenti siliconi, ftalati, oli minerali ed altre sostanze elencante in questa lista che, tra l'altro, è costata un richiamo all'azienda da parte di molti affezionati.
D'altronde se ti poni come un brand basato su prove scientifiche, non puoi fare la lista dei "cattivi", sapendo che non sono dannosi, e soprattutto essendo tu stesso ad utilizzare alcuni di questi ingredienti in altri prodotti.

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Tornando all'Amino Acid Anti-Gray Scalp Treatment è quindi un siero da applicare la sera, e lasciare agire tutta la notte, seguendo eventualmente con lo shampoo il giorno dopo. Io non ho sentito la necessità di fare lo shampoo più frequentemente, nonostante bagni i capelli subito dopo l'applicazione, poi si asciuga e su di me non lascia residui di alcun tipo
Essendo un siero così liquido, la confezione era un danno più che un bene, ad un certo punto, per fortuna quasi alla fine, ha anche smesso di funzionare. Un contagocce sarebbe l'ideale, ma inutile continuare a lamentarmi perché The Inkey List ha cambiato l'erogatore, e non so se sia migliore, ma sicuramente non può essere peggiore di questo.

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Ho iniziato ad usare questo siero anti capelli bianchi il 18 Giugno, e sin da subito ho deciso di non applicarlo su tutto il cuoio capelluto, ma solo sulla attaccatura frontale e laterale, per due ragioni: principalmente perché queste sono le aree in cui la ricrescita dei capelli bianchi è più evidente e difficile da camuffare, in quanto in numero maggiore e ravvicinati. Inoltre volevo rendermi conto se questo siero capelli stesse funzionando davvero e farlo su un'area così localizzata mi sembrava più facile da capire.
Non sapevo onestamente cosa aspettarmi dall'Anti-Gray Scalp Treatment: avrei dovuto attendere che il capello bianco cadesse, finendo il suo ciclo di crescita, e che il suo posto venisse rimpiazzato da uno scuro? O che semplicemente i capelli bianchi crescessero improvvisamente di nuovo bruni?
Ho cercato quindi di osservare la situazione con estrema attenzione, ma purtroppo dopo due mesi di utilizzo costante ogni sera, il mio entusiasmo è scemato: non avevo infatti notato a occhio nudo il benché minimo miglioramento sui capelli bianchi già esistenti. 

the inkey list inci

Nella area interessata al trattamento ho circa il 30% di capelli bianchi, ed ho provato persino a staccarne uno per vedere se a livello del bulbo stesse accadendo qualcosa, ma purtroppo non ho rilevato nulla. Anche la tonalità del bianco mi sembrava brillante come sempre.
Mi è parso che buona parte dei nuovi baby hair fossero quasi tutti neri, ma non metterei la mano sul fuoco che il merito sia di questo Scalp Treatment The Inkey List e non del semplice caso. La mia curiosità è crollata soprattutto nel notare che a stento sono arrivato ad usare il siero anti capelli grigi fino al 20 agosto senza il minimo cambiamento visibile, quando avrei dovuto fare ancora altri 2 mesi di trattamento, i capelli bianchi erano ormai troppo evidenti e sarei dovuto comunque ricorrere alla tinta, quindi un doppio investimento.

the inkey list

Presa tal quale, la durata di una confezione di Anti-Gray Scalp Treatment non sarebbe nemmeno male, ma visto che la stessa azienda è conscia che sono necessari 4/5 flaconi di trattamento, non avrebbe senso fare una confezione almeno da 60 o 100ml? Inoltre con una consistenza così liquida non è semplice fare delle applicazioni molto mirate, ed evitare qualunque spreco.
La mia esperienza mi suggerisce che questo Siero Anti Capelli Grigi con Aminoacidi di The Inkey List è adatto a chi ha pochi capelli bianchi e vuole tentare di tenere la situazione sotto controllo con un siero idratante e piacevole sul cuoio capelluto. Per chi invece come me ha già parecchi capelli grigi, richiede un po' troppa speranza per crederci fino in fondo.

INFO BOX 
🔎 eu.theinkeylist.com, Sephora, Lookfantastic, Feelunique, Asos, Cult Beauty 
💸 €14.99
🏋 50ml
🗺 Made in UK
⏳ 6 Mesi
🔬//
💓⇒ 🌸🌸


Conoscete o avete provato qualche siero per contrastare i capelli bianchi che funzioni?

09 novembre 2020

Novità e film recuperati, fra streghe, "fantasmi" e rivoluzionari

Ormai mi conosco: basta che guardi un solo film, che poi scatta la voglia di vederne ancora e ancora. Ogni volta apprezzo il ritorno dell'appagamento che dà una storia che inizia e termina nel giro di un paio di ore, cosa che ovviamente una serie tv non potrà mai dare. 
E in questo ultimo periodo sono anche soddisfatto, perché tutti i film che ho visto mi sono piaciuti.


The Banker (2020)


Il "sogno americano" sembra alla portata di tutti, ma non era così negli anni '50, quando il razzismo imperniava qualunque aspetto della società. Per questo Bernard Garrett, un giovane afro americano, dovrà sudare molto prima di avverare il suo desiderio: Bernard infatti ha una naturale passione per l'economia e l'imprenditoria, ma nessuno vuole lanciarsi in affari con lui. Solo quando riuscirà ad acquistare uno stabile da un imprenditore irlandese, un certo Mr. Barker, potrà iniziare a muoversi nel mondo del mercato immobiliare. Sarà però solo una breve strada, perché la morte prematura del signor Barker, farà tornare Bernard al punto di partenza, ma non si arrenderà. Il suo piano a quel punto sarà non più di acquistare e vendere immobili, ma di acquistare la sede delle banche di Los Angeles, così da poterne controllare l'operato. Per far questo avrà bisogno di parecchi escamotage, visto che la sua impresa sembra non essere destinata a persone di colore. 


The Banker è un film incredibilmente tratto da una storia vera, che non conoscevo. Dico "incredibilmente" perché la storia che racconta sembra quasi inventata, eppure è amaramente vera. Ma, ad avermi colpito, non è solo l'aver scoperto il difficile vissuto di Bernard Garrett, ma soprattutto il fatto che questo racconti il razzismo da un punto di vista diverso, non solo sociale in genere, ma anche economico e appunto lavorativo. Onestamente dei dettagli e dei tecnicismi dell'ambito bancario non ci capisco nulla, per cui a catturarmi è più la battaglia per cercare di scalare la faticosa montagna del riconoscimento dei diritti, e quanto quell'epoca fosse insidiosa. Fa un po' bollire il sangue immedesimarsi in quelle circostanze e nei personaggi coinvolti, specie perché è chiaro come l'atteggiamento di superiorità nei confronti dei neri era completamente metabolizzato in ogni ambito, come se fosse davvero naturale. Ma è anche peggio pensare che oggi non è poi tanto diverso.


Pur non essendo un film con il piede costantemente sull'acceleratore, The Banker ha comunque dei momenti più tesi che rendono la vicenda più intrigante.
Vi accennavo alle parti in cui vengono esposte appunto nozioni bancarie, ma nonostante la mia ignoranza sull'argomento, non le ho trovate pesanti perché proseguono spedite. Forse avrei cercato di sfoltire un po' la durata, e questo mi dà l'aggancio per raccontarvi quelli che per me sono i difetti di The Banker.
Oltre alla durata, non ho apprezzato moltissimo certi passaggi, mi son sembrati poco fluidi, come se semplicemente voltassero pagina e via. Inoltre, sebbene il cast funzioni, Anthony Mackie, nei panni proprio del protagonista Bernard Garrett, mi è sembrato troppo impostato, e sicuramente avere accanto Samuel L. Jackson che sembra completamente a proprio agio nel suo ruolo, non aiuta.
Pur non avendo la profondità di Green Book o l'ironia di Self-made: la vita di Madam C. J. Walker, The Banker è un perfetto film per la tv, racconta bene una storia difficile e emotivamente coinvolgente.

Genere: drammatico, biografico
Durata: 120 minuti
Regia: George Nolfi
Uscita in Italia: 20 Marzo 2020 (Apple TV +)
Paese di produzione: Stati Uniti
Voto 7

Rebecca (2020)


Hanno fatto probabilmente più scalpore i flirt riguardo gli attori, che il film stesso, ma Rebecca secondo me merita una attenzione in più che va oltre il gossip.
Il titolo dice già tutto, infatti Rebecca è una ulteriore trasposizione del romanzo "Rebecca, la prima moglie" scritto da Daphne Du Maurier, e questo diciamo che non gioca proprio a suo favore, visto che le vicende del libro ormai sono state utilizzate più e più volte per film e miniserie, ma il risultato in questa nuova versione secondo me resta apprezzabile. 


Se la storia da un lato offre pochi spunti sia di riflessione che emotivi, non mancano però quei piccoli momenti di tensione che portano la vicenda a concludersi con pathos. Forse poteva essere gestito meglio il tempo, visto che la seconda parte tende ad essere frettolosa, ma, come vi anticipavo, secondo me, non va a discapito della visione generale. Avrei preferito che fra la prima e la seconda ipotetica sezione del film ci fosse uno stacco più netto, con una curva più cupa e introspettiva? Certamente, ma questa versione di Rebecca ha altre carte vincenti.


Ne beneficia infatti l'estetica, la cura delle scenografie, degli ambienti, degli abiti, la regia che si sofferma spesso sulla bellezza di certe luci e ovviamente degli attori. Lily James e Armie Hammer fanno secondo me un buon lavoro, e incuriosisce più ampiamente anche il buon cast, sebbene credo che nessuna delle parti riesca poi a mostrare chissà quale sviluppo psicologico. 
Rebecca è secondo me un buon film drammatico, con una vena thriller, di quelli che se andassero in televisione guarderei volentieri. Si poteva sfruttare meglio la buona materia prima, ma sono quasi certo che non vi dispiacerà in una di queste sere.

Genere: drammatico, thriller
Durata: 120 minuti
Regia: Ben Wheatley
Uscita in Italia: 21 Ottobre 2020 (Netflix)
Paese di produzione: Regno Unito
Voto 6


Le streghe (2020)


Le Streghe è un altro adattamento tratto da un romanzo, ed è già stato un film negli anni '90, che io non ricordo bene di aver visto, ma che comunque riesce a camminare autonomamente. 
Anche questo nuovo rifacimento parte sempre dallo stesso incipit: alla fine degli anni '60 un ragazzino resta orfano di entrambi i genitori, e così viene affidato alle cure della nonna, che cerca di coccolarlo e sostenerlo come può. Un giorno tranquillo, mentre fa la spesa con la nonna, il ragazzo viene avvicinato da una strega, che tenta di fargli mangiare un cioccolatino. Il ragazzo però riesce a sfuggire alle lusinghe della megera e racconta tutto alla nonna, la quale decide di scappare dalla città e rifugiarsi nell'albergo dove lavora il cugino. Sarà però come passare dalla padella alla brace, visto che proprio nell'hotel sembra essersi radunata una congrega di streghe.


Nonostante non faccia parte del target a cui è diretto, Le Streghe mi è piaciuto, l'ho trovato avventuroso, divertente e piacevole, con una vena più tenera, ed anche a volte malinconica. Credo sia un film davvero rivolto ai ragazzi, così come d'altronde lo è anche il romanzo da cui è tratto, perché può risultare un po' troppo inquietante per i più piccoli, ma non abbastanza horror se cercate invece una vera e propria pellicola che vi faccia saltare sulla sedia. 


Chi invece ha ormai una certa età come me, credo possa apprezzare la generale qualità del film, il cast di nomi famosissimi, da Anne Hathaway a Octavia Spencer (e nella versione in lingua originale ci sono anche altre voci famose), ed anche le loro interpretazioni; poi mi son piaciuti gli effetti speciali, fatti davvero bene. 
The Witches è alla fine una fiaba dark: ci sono i buoni, i cattivi, l'avventura da superare e l'inevitabile lieto fine, che arriva in maniera scorrevole, senza mai avermi annoiato o fatto perdere l'attenzione. Di questa fluidità ne giova tutto il film, ma da spettatore adulto forse avrei avuto bisogno di qualche approfondimento in più, qualche momento per emozionarsi, aspetti che però non posso considerare macro errori.
Son sicuro che anche Le Streghe, come appunto un po' tutti questi film, vi farà trascorrere piacevolmente una serata, perché ha un buon ritmo e dei dialoghi che a volte strappano un sorriso. 

Titolo originale: The Witches
Genere: fantastico, commedia
Durata: 106 minuti
Regia: Robert Zemeckis
Uscita in Italia: 28 Ottobre 2020 (on demand)
Paese di produzione: Regno Unito
Voto 6.5




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