Film e serie tv di Luglio: mese ricco, mi ci ficco!

Sono rimasto quasi sorpreso nel guardami indietro e notare che, nonostante Luglio sia un mese che ti porta spesso lontano da casa, sono riuscito a vedere un buon numero di film e serie tv. Ho qualche recensione in arretrato, che ormai ho lasciato per Agosto, ma intanto è arrivato il momento di raccogliere i titoli promossi o bocciati del mese.

Inizio con le note positive partendo da un dog movie da appuntarvi magari per un recupero in streaming durante il prossimo autunno, e che si intitola L'amico fedele di Scott McGehee e David Siegel.


Un film del 2024 con un bel cast, che tocca buoni sentimenti ma anche malinconia, dolcezza e un pizzico di tristezza, con un cagnone come co-protagonista, ed un lutto da affrontare. Ovviamente ha il suo pubblico di riferimento, principalmente gli amanti degli animali e dei cani, ma L'amico fedele è comunque un film di comfort adatto a tutti che non richiede troppa attenzione o partecipazione. 

Buon intrattenimento anche il thriller-fantasy Caddo Lake, disponibile in streaming da giugno su NOW.


Un misterioso lago fra il Texas e la Louisiana lega la vita di due giovani ragazzi, entrambi con un vissuto non facile, i quali scopriranno un oscuro segreto della loro famiglia. 
Caddo Lake è un altro film adatto per puro intrattenimento, specie se ad esempio avevate amato la serie tv Netflix Dark e vi piacciono queste storie che mixano generi diversi, ma tutto sommato in modo coerente. È vero che l'ambientazione sudista e il dramma familiare possono suonare un po' inflazionati, ma sono appunto in linea con la storia che Caddo Lake racconta.

Sempre su NOW trovate un altro titolo che promuovo ovvero Itaca. Il Ritorno, con Ralph Fiennes e Juliette Binoche.


Il centro della storia è l'ultima parte del viaggio di Ulisse, di ritorno ad Itaca dopo le sue peripezie per il mondo, ma l'approccio sul mito è leggermente diverso. Infatti, più che sui fatti, Itaca - Il Ritorno fa secondo me leva sulle interpretazioni del suo cast e sul lato umano che i personaggi omerici potevano avere. Anche questo secondo me è un film che può piacere ad un pubblico specifico: non solo i fan della mitologia, ma anche chi apprezza una cinematografia dal sapore teatrale.

Ho detto parecchie cose positive anche nella mia recensione di My Old Ass, una dramedy con una punta di fantasy con Audrey Plaza, e disponibile su Prime Video.


Il pretesto con cui la protagonista finisce per parlare con la se stessa da adulta è solo uno dei possibili tentativi di rispondere alla domanda "cosa diresti se incontrassi te stesso da giovane?".  Una riflessione sul tempo che passa, sulla necessità di dar valore a quel che conta davvero e sull'abbracciare tutte le possibili sterzate della vita, ma My Old Ass cerca di trovare leggerezza e ironia anche quando le tematiche si fanno più spesse e magari può scappare la lacrimuccia.

Passando invece ai film bocciati, la lista non è lunga ma sicuramente pesante. Ho trovato ad esempio quasi insopportabile We Live In Time - Tutto il tempo che abbiamo, con Florence Pugh e Andrew Garfield.


Credevo si trattasse di un film romantico con un risvolto drammatico, magari non originale ma efficace, ed invece We Live in Time è solo confuso, poco interessante, con dei protagonisti che suscitano fastidio e dimostrano poca alchimia fra di loro. Fallisce anche nel tentativo di essere un intrattenimento per una serata non troppo impegnativa, sia per le tematiche che per l'impostazione non cronologica dei fatti.

Pessimo, per me almeno, anche il nuovo Damaged, con Vincent Cassel e Samul L. Jackson su Prime Video.


Un poliziesco senza mordente, che purtroppo non sfrutta bene nessuno dei suoi assi nella manica, soprattutto il cast, vista la piattezza con cui sono caratterizzati i protagonisti, e i paesaggi scozzesi che poco si vedono in questo film. Damaged non è nemmeno adatto come sottofondo perché può annoiare facilmente e risultare prevedibile. 


Sul versante serie tv sarò forse un po' più breve perché mi sono reso conto che quello che ho apprezzato è unito più o meno dalle stesse motivazioni. Ad esempio vi ho parlato, nello stesso post, sia di Winter Palace che di She The People, sebbene siano serie tv molto diverse, ma che ho apprezzato per l'approccio leggero e per la facilità con cui le si segue.


Winter Palace è un period drama perfetto se siete in attesa di titoli più imponenti e se cercate una pausa del caldo: la storia è quella di un giovane imprenditore che vuole aprire un albergo di lusso alle pendici delle fredde alpi svizzere. Questo incipit non è pura invenzione, ma si ispira a fatti reali che però vengono traslati nella ormai tipica contrapposizione fra gli ospiti dei piani alti e la servitù dei piani bassi. Così questa serie tv Netflix diventa una bella compagnia, appagante anche esteticamente.

Più leggera e frizzante è She The People, firmata da Tyler Perry, e che presto arriverà con una seconda parte della prima stagione.


Qui siamo più vicini alla sit com per stile, approccio e durata, facile da alternare a serie tv più complesse e lunghe, e che con leggerezza però ci mostra una critica all'ambiente politico soprattutto americano, spesso infarcito di sessismo e razzismo. 

Con più o meno le stesse motivazioni promuovo Overcompensating, su Prime Video, e Adults, su Disney+, che tra l'altro hanno anche aspetti in comune. 
Entrambe infatti raccontano storie di giovani ragazzi che si affacciano al mondo degli adulti, e devono quindi attraversare diverse peripezie per crescere ed affermarsi. Ad unire queste serie tv c'è anche lo stile, che oscilla fra il serio di argomenti complessi e il faceto di situazioni strampalate.


Overcompensating - L'Inganno è una serie tv a tematica LGBTQ+, visto che il protagonista reprime la sua omosessualità per sopravvivere in un campus universitario, ma riesce ad espandere il suo contenuto emotivo e argomentativo fino a parlare di accettazione di sé nel senso più ampio, e dello stress causato da una società e da un ambiente che ci vuole sempre performanti.

Adults ha invece richiamato alla mente di alcuni un paragone con Friends perché l'incipit è in fondo lo stesso, ma per il resto non ci azzecca.


Troviamo infatti un gruppo di amici che vivono insieme, decisamente più vicini alla nostra contemporaneità, un po' tutti incasinati, a tratti nevrotici, con relazioni altrettanto sfasciate, ma sempre pronti a sostenersi a vicenda nei momenti difficili della quotidianità. Una famiglia di elezione a cui è facile affezionarsi e che potrebbe dare buone soddisfazioni se dovesse proseguire con una seconda stagione. 
Adults e Overcompensating sono secondo me da recuperare anche solo per lo stile veloce e brioso di intrattenimento che propongono.


Fra le serie tv bocciate per me di Luglio invece metto due titoli che vi lasceranno perplessi. Il primo è Dept. Q: Sezione Casi Irrisolti su Netflix.


Devo ammettere che le mie aspettative su questa serie avevano subito una impennata a causa del tanto clamore che avevo scorto qui e lì, ma alla fine le mie speranze sono state disattese. Dept. Q infatti mi è sembrato un poliziesco tradizionale, che non solo non riesce a brillare per originalità, ma ha un ritmo affossato da inutili aggiunte narrative. Un po' come nel caso di Damaged, gli ottimi attori e i paesaggi scozzesi non riescono a salvare del tutto questa serie tv Netflix.
Ho letto che Dept. Q è stata rinnovata per una seconda stagione, perché il successo è stato forte, ma io ammetto che non so se proseguirò la visione. Credo che possa diventare una serie tv semi antologica, con un caso diverso da risolvere, ma temo ripetano le stesse dinamiche e quindi la stessa pesantezza.

La seconda serie tv che boccio è The Studio, che avevo inserito nella lista aggiornata delle serie tv abbandonate.


Quando ho detto che ho abbandonato The Studio, molti di voi carinamente mi hanno detto che comunque la serie meritava e che magari dovevo insistere, ma per me non c'è più nulla da fare. Infatti, una volta che inserisco una serie nella lista degli abbandoni, significa che le ho dato più di qualche chance e che soprattutto mi sono dato il tempo per poter capire se mi tornava la voglia di proseguire la visione. Con The Studio ho voluto seguire più episodi, ma purtroppo l'isterismo dei protagonisti, i momenti bizzarri che falliscono nel far ridere e la mancanza di una storia che mi interessasse davvero, hanno contribuito a rendere per me la serie davvero ammorbante. Che la messa in scena e gli attori principali e non che si susseguono siano spettacolari, è un dato di fatto, ma non posso farmi venire il mal di testa per capire un dialogo urlato e l'esagitazione dei personaggi.


Per questo mese è quindi tutto, fatemi sapere i vostri promossi e bocciati di luglio!




Sieri ai Peptidi Revox B77, l'alternativa economica ed efficace

Sono ormai anni che amo il risultato che i sieri ai peptidi hanno su di me, tanto che non potevo non elencarli fra gli attivi migliori che ho provato per la cura della pelle, e sono praticamente sempre presenti nella mia skincare

Il mondo dei peptidi è complesso e variegato, ma in estrema sintesi si può dire che sono aminoacidi che agiscono in modi e con benefici diversi sulla pelle, e possono avere un effetto ristrutturante e riparatore, stimolante del collagene e dell'elastina, fino ad agire come antiossidanti. Questi attivi poi si possono usare tutto l'anno, ma mi vengono in soccorso specie d'estate, quando sospendo altri ingredienti anti age come i retinoidi.

C'è stato un periodo in cui i sieri e i trattamenti con peptidi costavano parecchio e non erano molto diffusi, ma per fortuna la democratizzazione della skincare ha portato a sempre più brand economici con formulazioni più avanzate e interessanti, come Revox B77. Sto ormai da tempo esplorando il loro range di prodotti ed ho iniziato in particolare dalla linea Just, che passo dopo passo mi sta convincendo.

L'ultima aggiunta alla mia skincare sono stati i due sieri peptidici che Revox B77 propone in due varianti, per tutto il viso e per la cura del contorno occhi, che inevitabilmente mi hanno fatto pensare ad una possibile alternativa ancora più accessibile a The Ordinary. Vediamoli meglio, perché sono due chicche da scoprire.



Revox B77 Just Peptides 10% Multi-Cocktail Serum 
Siero Viso e Collo


INFO BOX
🔎 revoxb77.com, Douglas, DM, Online
💸 €6.49
🏋30ml
🗺 Made in EU
⏳ 12Mesi
🔬 Cruelty Free, Vegan

La cosa più interessante di Revox secondo me è che pur avendo creato una linea con formulazioni più semplici, ha studiato affinché non fossero prodotti troppo essenziali o lontani dai trattamenti a cui siamo abituati. Questo Peptides Serum 10% ad esempio è ovviamente arricchito con il 10% di peptidi, in particolare i due che compongono il Matrixyl 3000.
Questa combinazione di peptidi in particolare agisce da un lato evitando che il collagene già presente nella pelle si degradi (Palmitoyl Tetrapeptide-7), dall'altro stimola la produzione di collagene appunto e quindi migliora la struttura cellulare e l'elasticità.
Già questo ci potrebbe anche andare bene, ma Revox ha aggiunto, a supporto di queste sostanze, anche aminoacidi e proteine idrolizzate vegetali, che aiutano a migliorare la resistenza cutanea e l'idratazione.

Non mancano poi sostanze umettanti come glicerina, acido ialuronico e pectina, ma mancano oli, alcol ed anche fragranze aggiunte, che lo rendono il Peptides 10% Serum ancora più delicato.


Anche RevoxB77 consiglia di non utilizzare i peptidi con acidi esfolianti o forme concentrate di vitamina C pura, perché potrebbero contrastarne l'efficacia. 

Questo siero ha una consistenza acquosa ma abbastanza soda, direi quasi gellosa, ma non fa fatica ad essere distribuita in modo omogeneo sul viso. È un prodotto che può essere utilizzato su viso e collo, sia di mattina che di sera e che, nonostante su di me richieda qualche secondo per essere assorbito del tutto, non crea problemi con altri prodotti.
Ho infatti messo alla prova questo siero Revox B77 per diverso tempo e con routine diverse, e si è sempre comportato bene, anche stratificandolo. 
Mi è piaciuto anche con questo gran caldo, perché sebbene voglia un istante per assorbirsi, è stato gradevole sul viso. Idrata infatti bene la pelle, da solo già può accontentare pelli miste e normali,  , e la lascia più tonica, più elastica e un po' più compatta. Per le cuti secche fa la sua azione di siero quindi da far seguire ad altri prodotti idratanti.


Il Peptides Multi Cocktail Serum 10% Revox può essere a tutti gli effetti una alternativa più economica per il siero Matrixyl di The Ordinary, specie se volete una consistenza un po' più densa. Allo stesso tempo può essere una versione più leggera del Multi-Peptide + HA Serum, che resta invece più ricco sul viso, e che sicuramente agisce in maniera molto più profonda ed ampia sulla pelle. L'aggiunta di aminoacidi poi rende questo siero Revox una sorta di ibrido con l'Amino Acids +B5 sempre dell'azienda canadese. In verità ci sarebbero tanti prodotti con cui potrei paragonarlo, quindi in caso ci leggiamo nei commenti se volete altri confronti

Tornando al siero peptidico Revox, lo consiglierei quindi anche a pelli tutto sommato non troppo mature, e a chi non ha ancora preso dimestichezza con i peptidi, e vuole anticipare e contrastare i primi segni del tempo. Ovviamente può essere parte di un regime di cura della pelle che includa anche altri prodotti slow aging.
Non ho in generale alcuna controindicazione su questo Peptides 10% Revox B77, che ho trovato molto delicato, anzi quasi addolcente, pure sul collo.



Revox B77 Just Multi-Peptide Eye Contour Serum
Siero contorno occhi


INFO BOX
🔎 revoxb77.com, Douglas, DM, Online
💸 €6.49
🏋30ml
🗺 Made in EU
⏳ 12Mesi
🔬 Cruelty Free, Vegan

Ho apprezzato molto che Revox abbia pensato sin da subito ad un siero per il contorno occhi, che è una tipologia di prodotto poco frequente, e che soprattutto gli abbia dato una formulazione interessante e completa. Al suo interno infatti troviamo sempre il Matrixyl, quindi quei due peptidi che vi nominavo per il siero viso, ma c'è anche Argireline, un ingrediente dall'effetto Botox-like che è perfetto per la zona perioculare per appunto rallentare la contrazione muscolare e quindi la formazione di rughe e zampe di gallina.

Non mancano ovviamente le sostanze idratanti come glicerina e acido ialuronico a basso peso molecolare, ma anche caffeina, per occuparsi di gonfiori e occhiaie. 
Anche nel Peptide Eye Contour Serum non ci sono fragranze aggiunte, è completamente inodore e non ci sono anche oli minerali o siliconi.

Anche questo siero Revox B77 ha una texture acquosa ma comunque più corposa, che consente una applicazione mirata e facile sulla zona perioculare. 

Appena steso, il trattamento occhi Revox dà una bella freschezza sulla pelle, e si assorbe abbastanza rapidamente, senza lasciare residui o la pelle appiccicosa.
Il Multi-Peptide Eye Contour Serum può essere usato nella routine giornaliera e serale, ed anche qui non ho riscontrato intoppi nel farlo lavorare in sinergia con altri prodotti. Generalmente, trattandosi di un siero il mio uso è stato sempre in combinato con una crema contorno occhi, visto che la mia pelle in questa zona è più secca, e io sono più giovanissimo. Anche col caldo infatti, la mia zona perioculare è sempre un po' più bisognosa specie se voglio mantenere una certa elasticità ed evitare che si formino rughe profonde. 


Questo siero Revox ha sicuramente una bella azione immediata rimpolpante e distensiva, oltre che idratante. Inoltre fin da subito noto che aiuta a rischiarare delicatamente la zona, migliorando un po' le occhiaie. Non saprei dirvi invece su gonfiori perché non ne soffro più.
Per quanto riguarda il suo effetto anti-age, per parlarne in soldoni, il Multi-Peptide Eye Contour Serum mi ha aiutato a proseguire quel processo di cura del contorno occhi che ormai sto portando avanti da tempo e che non si basa, come potete immaginare, su un solo prodotto.

Retinoidi e attivi specifici, protezione solare, nutrimento e trattamenti specifici, sono gli elementi base della mia routine della zona perioculare, e questo siero peptidico RevoxB77 rientra perfettamente in questo regime. 

In generale è stato facile inserirlo nella mia routine in maniera costante, anche sotto al make-up non crea problemi e soprattutto non mi ha mai dato fastidio agli occhi, facendoli bruciare o lacrimare, anche dopo una giornata al pc con le lenti a contatto. Il Multi-Peptide Eye Contour Serum è quindi l'aggiunta perfetta per chi vuole potenziare la cura del proprio contorno occhi.
Personalmente non saprei scegliere fra questo di Revox e il Multi-Peptide Eye Serum di The Ordinary: il primo sicuramente vince nel rapporto quantità prezzo, ma il prodotto di Deciem ha comunque un INCI decisamente più articolato. Io personalmente li alternerei nel corso del tempo, così da fare trattamento e mantenimento.


È molto interessante che Revox B77 abbia inserito dei bugiardini all'interno delle confezioni in cui danno alcuni esempi di routine per diversi tipi di pelle. Quindi un altro punto a favore di questo brand.
Voi apprezzate la skincare a base di peptidi?





Film su Prime Video, ecco cosa vedere (e cosa evitare)

Ho voluto dedicare parte del fine settimana scorso ad un paio di film che avevo appuntato nella lista di Prime Video e che da tempo mi avevano incuriosito. Ma non tutto secondo me merita il vostro tempo, e visto che per il mio ormai è troppo tardi, cerco di mettervi in guardia.


My Old Ass (2024) 

Genere: commedia, drammatico, sentimentale 
Durata: 89 minuti
Regia: Megan Park
Uscita in Italia: 13 Novembre 2024 (Prime Video)
Paese di produzione: Canada, Stati Uniti d'America


Era dal novembre dell'anno scorso che volevo vedere My Old Ass, ma Prime Video aveva pensato bene di mettere in catalogo solo la versione non doppiata. E non ritenevo che il titolo meritasse lo sforzo delle mie sinapsi a tal punto da meritare una visione in lingua originale, così ho attesa. Per caso ho poi notato che nelle ultime settimane My Old Ass era stato doppiato e quindi era arrivato il suo momento.

La protagonista è la giovanissima Elliott (Maisy Stella), una ragazza come tante che vive in una zona rurale al sud dell'Ontario e che sta per fare un grande passo: avendo compiuto 18 anni, si trasferirà a Toronto per iscriversi all'università. È quindi la usa ultima estate da adolescente che può passare con le amiche di sempre, e così, in un momento di svago, decide di farsi di funghetti allucinogeni, anche se sa che le droghe le fanno un effetto strano. Peccato però che il suo trip sarà molto particolare.
Elliott infatti si ritroverà a parlare con la futura se stessa (e interpretata da Audrey Plaza) diventata ormai trentanovenne, che le spingerà ad apprezzare di più il suo presente. Questo strano incontro sarà molto di aiuto a Elliott per capire quanto sia unico il periodo che sta vivendo, ma c'è una cosa che non capisce: perché dovrebbe evitare questo Chad?

Pur nella sua semplicità, è difficile inquadrare My Old Ass in un unico genere, perché è una storia di formazione, che unisce crescita e accettazione di sé, che però poi sfocia nella dramedy con un tocco di fantasy, e si conclude con anche un momento abbastanza intenso e difficile.

È un film che però riesce nel suo intento, specie se come me non siete proprio di primo pelo, di riportarci un po' alla mente quel tempo passato in cui le cose sembravano più facili, e farci capire che il presente non è poi tanto male. Anzi, conviene raccogliere ricordi, emozioni e abbracci perché non possiamo sapere cosa la vita ci riserva. 
Messa così suona un po' retorico, ed è vero che in fondo My Old Ass non ci racconta nulla di nuovo, ma ha i suoi momenti riusciti, le battute che fanno ridere e un cast che Audrey Plaza capeggia senza però oscurare con la sua brillantezza. 


Proprio quell'umorismo evita che il film di Megan Park diventi melenso e la regista riesce a gestire la svolta fantastica senza che diventi troppo difficile da digerire. Certo, poco dopo la parte centrale, il ritmo sembra rallentare senza un reale motivo narrativo, ma sembra più una scelta di sceneggiatura per prendere tempo prima del finale. Ma My Old Ass ha comunque una durata giusta per quel che racconta.
Anche il contesto paesaggistico è piacevole e giusto per la storia, e la regia, seppur non originale, scorre senza intoppi.
My Old Ass così diventa una possibile, dolce e nostalgica risposta alla fatidica domanda "cosa diresti a te stesso da giovane?", mostrandoci nulla è per sempre che nel bene e nel male, e che tocca continuare a ballare perché l'alternativa potrebbe essere peggiore. 



Damaged (2024)


Genere: thriller, poliziesco, drammatico
Durata: 97 minuti
Regia: Terry McDonough
Uscita in Italia: 19 luglio 2025 (Prime Video)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito

Sta trascorrendo alcune settimane fra i film più visti su Prime Video, ma ammetto che non ne capisco molto il motivo.

Damaged
vede come protagonista il detective Dan Lawson (Samuel L. Jackson), un uomo complicato e che sta attraversando un periodo difficile, ma che si sta impegnando in un caso complesso. Da Chicago infatti si sposterà a Edimburgo per aiutare il collega scozzese Glen Boyd (Gianni Capaldi) per indagare su crimini efferati compiuti da un probabile serial killer collegato a qualche strano culto. A loro si unirà anche l'ispettore Walker Bravo (Vincent Cassel) perché quella scia di sangue non sembra arrestarsi, ma nulla è come sembra.

Damaged poteva essere un thriller poliziesco con qualche vibe di True Detective, visto soprattutto il modo cruento in cui verranno ritrovate le vittime, e tutto il mistero che gira intorno a loro, che sembra suggerire qualcosa di più intricato. Ma nello sviluppo è più che altro un filmetto televisivo senza un particolare mordente o quella tensione che ci si aspetta. A dirla tutta l'ho trovato un po' noioso e mi è sembrato che tutto fosse sotto sfruttato. 
Sia gli attori, che non solo sono famosi ma sono anche di talento, che le ambientazioni scozzesi, sembrano poco valorizzati dalla storia e dalla regia. Infatti i personaggi sono banali, stereotipati, non aiutati da dialoghi e atteggiamenti altrettanto già visti e sentiti nei film di genere. 

Persino al musica ha qualcosa di strano, come se si sovrapponesse con forza alle scene, forse nel tentativo di enfatizzare il momento, non riuscendoci.
Pure il finale di Damaged mi è sembrato inutilmente trascinato e nemmeno tanto sensato visto che il colpevole si ritrova a poter scappare per tipo 3 giorni lavorativi e non lo fa.

So di aver distrutto questo film, e un po' mi spiace, perché alla fine ha comunque le sembianze di un film per la tv. Ma onestamente con le tante storie simili che ci sono in circolazione, non trovo motivi validi per farvi perdere un'ora e mezza con Damaged, a meno che non siate fan sfegatati degli attori coinvolti e vi basterebbe che leggessero le pagine bianche per essere felici.


La combo di prodotti coreani per una pelle luminosa e protetta in estate

Leggerezza ma efficacia sono due aspetti fondamentali per la mia skincare in estate. La mia pelle diventa sicuramente più mista, soprattutto sulla zona T, ma il resto della zone del viso possono seccarsi, specie negli spazi con aria condizionata. Col caldo poi passa un po' la voglia di star lì ad applicare strati su strati di skincare, specie per chi suda molto.
Così quando Isntree mi ha inviato due prodotti ho pensato che sarebbero stati perfetti per il periodo e non mi sono sbagliato.

Sono entrambi della linea Hyaluronic Acid che, se mi seguite da più tempo, non è proprio una novità sul mio blog. In passato infatti avevo già provato il Watery Sun Gel quando aveva ancora il vecchio pack, ma sono trascorsi tre anni dalla mia recensione, ed ho avuto piacere nel metterlo di nuovo in uso. Sempre sul blog trovate anche le mie opinioni sul Sun Stick Isntree, quindi se il brand in qualche modo vi incuriosisce, siete forse capitati nel posto giusto.
Ma vediamo come ha funzionato questa combo ricca di acido ialuronico su di me.




Isntree Hyaluronic Acid Aqua Gel Cream
Crema Gel all'Acido Ialuronico


INFO BOX 
🔎  Yesstyle (sconto PIER10YESTYL)Stylevana, Amazon
💸 €16
🏋 100ml
🗺 Made in Corea
⏳  Scadenza sulla confezione
🔬 //

L'idea di crema-gel associata a quella di acido ialuronico, fa pensare in genere ad un prodotto non solo molto leggero, ma forse anche qualcosa di poco elaborato da un punto di vista formulativo. Non è il caso di questa proposta Isntree che ha un INCI di tutto rispetto.
I suoi punti di forza sono ben 5 forme di acido ialuronico, con diversi pesi molecolari, che quindi garantiscono una maggiore efficacia. Questa sostanza è comunque supportata da un pool di umettanti come glicerina, trealosio, betaine e Sodio PCA.

L'Aqua Gel Cream Isntree è poi arricchita da un mix di estratti vegetali che agiscono in modo diverso sulla pelle. La Centella Asiatica e la Camomilla hanno note proprietà lenitive e antinfiammatorie, ideale per pelli sensibili o irritate. Anche la Portulaca Oleracea e la Houttuynia Cordata calmano i rossori. Tutti questi ingredienti sono invece sostenuti dall'allantoina anch'essa lenitiva.
Non mancano poi sostanze antiossidanti come il tè verde e l'estratto di radice di liquirizia e quelli di Polygonum Cuspidatum e Scutellaria Baicalensis.

Se questo non bastasse, Isntree ha aggiunto un tocco di emollienza ma attraverso oli leggeri, come ad esempio squalane estratto da olio di oliva ed esteri di jojoba idrolizzati.

Mancano invece profumo, se non giusto il sentore leggero degli ingredienti, ed alcol, che in prodotti del genere fa spesso capolino.

La Hyaluronic Acid Aqua Gel Cream ha secondo me una consistenza che si avvicina per un passo più al gel che alla crema, per questo resta molto leggera sul viso, fresca, e si stende con molta facilità. Come la stessa Isntree ammette, è un prodotto che non lascia la pelle appiccicosa, e infatti loro stessi lo consigliano per pelli grasse e miste. Ma, come vi racconto fra un attimo, secondo me può andar bene a tutti i tipi di pelle. Infatti questa Aqua Gel Cream si stratifica bene anche con altri sieri o comunque con trattamenti di altri brand, senza fare bricioline o sollevare la skincare.

Questa gel-crema Isntree poi può essere utilizzata sia di giorno che di sera, quindi è un prodotto versatile e facile da usare. A me è piaciuta parecchio proprio perché garantisce una idratazione costante lungo tutta la giornata, non appesantendo il viso se sono in un ambiente caldo, ma senza cedere il colpo se ad esempio mi trovo in una stanza con aria condizionata e secca.

La mia pelle resta quindi tonica e in comfort per diverse ore, e si comporta di conseguenza bene su diverse aree del mio viso. Mi è piaciuta anche come base trucco, sempre per la ratio che non ne interferisce la performance.
Come anticipavo, secondo me la Hyaluronic Acid Aqua Gel Cream Instree si adatta sia a cuti miste-grasse, e per quest'ultime ad esempio potrebbe andare bene anche durante la stagione più fredda specie se molto sebacee e spesse. La stessa azienda sottolinea che va bene per gli uomini che non vogliono prodotti appiccicosi, ma mi chiedo, c'è qualcuno che li vuole?

Le pelli più disidratate e secce invece potrebbero trovare nella Gel Cream Hyaluronic Acid un supporto extra di umettanti, da accompagnare a creme più spesse e ricche nei periodi in cui la cute è messa più in difficoltà.
Essendo un 100ml potrebbe anche essere uno di quei prodotti da portarsi in viaggio, specie quando non abbiamo spazio nel beauty, per idratare il viso e parti del corpo.
Mi raccomando, se il prodotto vi interessa, fate attenzione perché il packaging è identico alla versione Moist Cream, che immagino sia più ricca.



Isntree Hyaluronic Acid Watery Sun Gel SPF 50+
Gel Solare Ultra Leggero all'Acido Ialuronico


INFO BOX 
🔎 Yesstyle (codice PIER10YESTYL)StylevanaAmazon
💸 €16
🏋 50ml
🗺 Made in Corea
⏳  12 Mesi
🔬 //

Come vi anticipavo, il Watery Sun Gel SPF50+ è una vecchia conoscenza qui sul blog, e l'ho riprovato volentieri, pur non cambiando diametralmente opinioni dalla mia precedente review.

Penso che ormai moltissimi conoscano questo solare per il viso, a base di filtri chimici che agiscono ad ampio spettro contro i raggi UVB e in più abbiamo il simbolo PA++++, la più alta certificazione per la protezione UVA.

La formulazione di questa protezione solare Isntree non è cambiata, anche se leggendo l'INCI ci sono leggere variazioni nell'ordine delle sostanze. Restano però quelli gli attivi ad esempio benefici sulla pelle, come la niacinamide, le famose 8 forme di acido ialuronico, ma anche ceramidi, centella per agire sulla barriera cutanea e tocoferolo, estratto di pino e astaxantina come antiossidanti. Inoltre ci sono anche alcuni degli estratti botanici della Aqua Gel Cream.


Insomma sono tutte sostanze note, nulla di strano. Non ci sono poi fragranze aggiunte.
Anche a distanza di tempo mi sento di dire che questo Watery Sun Gel SPF 50+ non è appunto gellosa, ma ha la texture di una lozione fluida, molto facile da stendere e veloce da far assorbire dalla pelle. Su di me non risulta appiccicoso ed è soprattutto la straordinaria leggerezza il punto di forza di questo solare Isntree e che l'ha reso così tanto famoso.
Uno però dei problemi che ho riscontrato in passato è che lo Hyaluronic Acid Sun Gel ha un finish abbastanza glowy, che personalmente non amo, soprattutto d'estate quando la mia pelle è già più propensa ad avere sebo in eccesso. È comunque una situazione che può essere tenuta a bada con una cipria, io ad esempio utilizzo questa e diciamo che non ho poi necessità di troppi ritocchi durante la giornata.

L'altro aspetto che lamentavo per quanto riguarda l'uso di questa protezione solare Isntree è il fatto che non la trovassi sufficientemente idratante nel corso della giornata, soprattutto nelle aree più disidratate del viso. È però una criticità che non ho più avvertito di recente, ma ammetto che non so se sia dovuto all'uso in combo con l'Aqua Gel Cream o a qualche piccolo aggiustamento della formulazione della Watery Sun Gel.

Fa quindi qualche passo avanti nel mio ordine di preferenza questo SPF Isntree che comunque continuo a trovare più adatto alla primavera o all'autunno, quindi in stagioni in cui la mia pelle è più equilibrata. In generale penso sia un prodotto adatto a pelli più normali, ed eventualmente secche che possano giostrare i livelli di idratazione e nutrimento con altri trattamenti.
Lo Hyaluronic Acid Watery Sun Gel SPF 50+ è comunque un ottimo prodotto per l'uso quotidiano, si comporta bene come base trucco e basta un semplice detergente viso per rimuoverlo del tutto. Inoltre non mi ha mai dato fastidio agli occhi, ma già con la prima "versione" non era un problema.
Se vi incuriosisce provarlo, comunque c'è una bella minitaglia che con poca spesa ma massima resa vi può far capire se è adatto a voi. La trovate qui.


Avete provato questi prodotti Isntree?



💖Alcuni link sono affiliati, per te non cambia nulla, ma puoi usarli per sostenere le mie recensioni. Grazie!


Due "snack" seriali su Netflix che mi sono piaciuti

Le ho definite "snack" in un lampo di creatività (o stupidera, fate voi), perché quelle che ho terminato da poco sono due serie tv leggere, godibili, facili da affrontare e perfette come "spuntino" in attesa di titoli più impegnativi o da alternare a serie tv più complesse. Le trovate su Netflix ed ecco perché le promuovo.


Winter Palace
Prima stagione

winter palace netflix recensione

Se ad esempio state cercando una serie tv in costume, in attesa che ad esempio escano tutti gli episodi della nuova stagione di The Gildead Age o il nuovo film di Downton Abbey, allora Winter Palace può essere un buon rifugio.

È la prima produzione svizzera che arriva su Netflix ed è stata distribuita a Febbraio di quest'anno e si ispira molto vagamente ad una vicenda reale, ovvero la nascita del turismo di lusso invernale. Siamo sulle Alpi Svizzere nel 1899, e in quel periodo le zone montane venivano utilizzate principalmente per trascorrere l'estate. Ma un giovane intraprendente di nome André Morel (Cyril Metzger), con la moglie Rose (Manon Clave), capisce che c'è una occasione di dare nuova vita al suo villaggio natale e ad un grande edificio in disuso ai piedi dei monti anche durante tutto l'inverno. Non sarà facile per André non solo per le difficoltà climatiche ed economiche, ma anche per la comunità che gli rema contro, e i primi ospiti dell'albergo che saranno estremamente esigenti.

Winter Palace discende chiaramente dai tanti period drama che abbiamo visto in questi anni, da appunto Downton Abbey fino a The Buccaneers, dove le vite di persone di estrazione sociale diversa si incontrano e si scontrano fra loro. Nonostante André sia comunque un giovane uomo di origini semplici, la sua mentalità imprenditoriale finisce per non essere compresa del tutto sia dagli abitanti della località, che non conoscono quel tipo di lusso, sia dai dipendenti che ha raccolto nel suo albergo. 

Allo stesso tempo, André non è certamente un aristocratico, e deve avere a che fare con i capricci di persone del rango superiore al suo.

Questa serie tv Netflix sa poi contestualizzare le vicende nel periodo storico: vediamo ad esempio le difficoltà per l'arrivo della corrente elettrica e del telefono, ma c'è anche un personaggio realmente vissuto che dà maggiore realismo alla serie.

Come molte produzioni simili, anche Winter Palace si prende i suoi tempi più per scavare nelle dinamiche fra i protagonisti che per creare costanti evoluzioni narrative, quindi non aspettatevi un ritmo costantemente serrato. 
Inoltre a volte si ha la percezione che ci sia sempre un problema dietro l'angolo per i protagonisti, e questo magari non è così realistico.

A me ha forse pesato più che altro il non trovare un personaggio per cui parteggiare: se i "cattivi" a volte sono un po' troppo caricaturali, i "buoni" non sono propriamente simpatici, incluso André, che seppur dotato di idee brillanti, a volte è proprio scorbutico. Avrei voluto anche una maggiore costruzione del personaggio di Rose.
Il cast comunque non fa rimpiangere produzioni più note, anzi troviamo anche Simon Ludders, che è stato in altre produzioni Netflix, come Bridgerton e The Diplomat, ma anche in Miss Scarlet and The Duke.


Per quanto riguarda l'impianto tecnico, la costruzione dell'epoca, dei costumi e delle scenografie è curata e gradevole. La fotografia è un po' ovattata, fa un po' cinematografia datata, ma i bei paesaggi sono uno di quegli aspetti che danno valore a Winter Palace.

È stata usata in modo poco centrato la colonna sonora con brani contemporanei: l'intento era forse emulare un po' Manuale per signorine, ma qui a volte sembra che la musica parta quasi dal nulla, scollata dalla scena che vediamo.
Insomma tutto questo per dire che no, Winter Palace non è esente da imperfezioni e note stonate, ma è godibile, gli 8 episodi si seguono volentieri, i paesaggi innevati sono una mano sana con questo clima tropicale, quindi merita una chance.



She The People
Prima Stagione / Prima Parte

La Tyler Perry Studios ha ormai stretto un sodalizio con Netflix e, dopo prodotti più tesi come il film Mea Culpa, è spuntata, il 22 maggio di quest'anno, una comedy vera e propria intitolata appunto She The People. O meglio, un po' come era stato per Beauty In Black, sempre di Perry, la serie è divisa in due parti e la prima ha questo titolo, ma sembra che la seconda parte (in arrivo il 14 Agosto) sarà intitolata Miss Governor, che suona come uno spoiler.

La serie segue le peripezie di Antoinette Dunkerson (Terri J. Vaughn), avvocata affermata che, contro ogni previsione, riesce a diventare la prima vicegovernatrice afro discendente del Mississippi, a seguito di un video diventato virale. Antoinette ha una famiglia un po' incasinata, fra cui due figli, e alcuni parenti che fanno parte del suo staff, ma il vero problema sarà affermarsi come politica, in un mondo sessista, machista e non troppo velatamente razzista.


She The People (intanto chiamiamola così, poi si vede) ha i tratti di una sit-com con qualche vibe anni '90, specie nei primi episodi, in cui passo dopo passo vediamo come Antoinette riesce ad assumere la sua carica. Da metà prima stagione invece la serie tv ingrana ancora di più la marcia della narrazione orizzontale, e della satira politica, pur non dimenticandosi della sua leggerezza e del suo scopo. 

L'intento è quello di intrattenere, e quindi c'è la classica dinamica della protagonista che prova a fare la cosa giusta e ad essere equilibrata, mentre è accerchiata da personaggi sopra le righe o si ritrova in situazioni imbarazzanti. In questo senso non tutti gli sketch di She The People fanno ridere ovviamente, ma è una serie snella, veloce, fresca, che non richiede troppa attenzione, ma con qualche momento satirico abbastanza realistico.


Forse noi siamo un po' scollegati dal contesto politico americano, o per lo meno non lo viviamo direttamente, quindi magari non tutti conoscono le differenze fra stati repubblicani e democratici, e le diverse mentalità fra nord e sud degli Stati Uniti. Così come non tutti possono sentirsi vicini alle difficoltà di una donna nera che si ritrova in un ruolo di potere che in genere è ad appannaggio maschile. Eppure She The People è comprensibile, si approccia con facilità e non necessita di una conoscenza pregressa. E purtroppo le difficoltà di Antoinette possono essere quelle di altre donne in altri contesti.

Se devo trovarle dei difetti, devono secondo me migliorare un po' la regia, che a volte la rende un po' esteticamente poco appagante, vista anche la fotografia sgargiante. E spero anche che il ritmo nella seconda parte sia migliore della prima, perché qui, nei primi episodi, un po' tentennava. 
Per il resto se siete a caccia di un guilty pleasure sempliciotto, She The People potrebbe darvi soddisfazione. 



Nuove Acque Corpo di Compagnia delle Indie, la Collezione Profumata da Scoprire

Il mondo profumato di Compagnia delle Indie si è espanso ancora: dopo la linea Parfum de Voyage, che affiancava la collezione originale di fragranze, è arrivata una novità.
Da pochissimo l'azienda ha lanciato le acque profumate per il corpo, che si uniscono agli altri prodotti Compagnia delle Indie ed aggiungono un altro tassello al percorso olfattivo che propongono.

compagnia delle indie acque corpo

Sono sempre low cost e Made in Italy, ma lo scopo di questa nuova linea è duplice: da un lato, usate in abbinamento agli altri prodotti con la stessa profumazione, le acque corpo permettono di stratificare l'aroma, aumentandone intensità e durata sulla pelle. Dall'altro, sono una valida alternativa alla crema corpo, soprattutto in estate, quando si desiderano texture più leggere sulla pelle, veloci da utilizzare e fresche.
Sono perfette però anche tutto l'anno specie per chi preferisce un profumo più delicato, personale e mai invadente. 

Le nuove acque corpo sono disponibili in otto diverse varianti, suddivise tra profumazioni già note, ispirate sia alle eau de parfum e ai prodotti skincare di Compagnia delle Indie, sia alle fragranze che richiamano le eau de toilette Parfum de Voyage.

acque corpo profumate economiche

Le note spaziano tra agrumate, floreali e gourmand, così da accontentare tutti i gusti, infatti queste acque profumate per il corpo Compagnia delle Indie sono declinate nelle profumazioni

  • 3 Frutta Candita e Vaniglia
  • 7 Iris e Patchouli
  • 11 Orchidea e Legni di Cedro
  • 13 Peonia e Ambra
  • 16 Sale di Mare e Legno di Cedro
  • 21 Arancia e Cuoio
  • 23 Rosa e Muschi Rosa
  • 27 Note Marine e Bergamotto
Io ho avuto modo di provare tre di queste novità, che non è un numero casuale perché al momento sul sito Compagnia delle Indie è disponibile una promo 3x2: con l'acquisto di due acque profumate, inserendo il codice ACQUAPROFUMATA, se ne può scegliere una terza in omaggio.

Ho volutamente scelto due fragranze che già conoscevo, più una terza che per me è una novità, così da mettere alla prova qualcosa di diverso.

Prima di addentrarmi nelle singole recensioni, volevo segnalare alcuni punti in comune fra queste body mist: sono spesso presenti gli oli essenziali di limone, di arancia amara e di patchouli, che sulla pelle ha anche un effetto riparatore. Tutte e tre le acque profumate Compagnie delle Indie mi sono sembrate idratanti, non appiccicose, ma soprattutto mi lasciano la pelle molto morbida e liscia, quasi come se avessi messo una crema corpo.



Compagnia delle Indie Acqua Corpo Profumata | 7 Iris e Patchouli

INFO BOX
🔎 Sito dell'azienda, Grande distribuzione
💸 €6.80
🏋 200 ml
🗺  Italia
⏳ 12 Mesi
🔬 //


Una fragranza gioiosa e romantica dove le note sofisticate dell’Iris si fondono con i fiori d’arancio. Un accordo malizioso di Pralina e sensuale vaniglia danno vita ad una composizione accattivante e dolce in cui l’intensità vellutata del ribes e la croccantezza della pera si intrecciano con splendidi fiori. 


Ho già espresso ampiamente il mio apprezzamento per Iris e Patchouli di Compagnia delle Indie già quando ho parlato delle eau de toilette. È infatti una profumazione che davvero crea un viaggio olfattivo: parte da una apertura fresca, floreale, con questa pera croccante e acquosa che poi viene raggiunta da aromi più corposi. 

Le note di fondo di vaniglia, ma anche l'aroma più legnoso di patchouli le danno carattere, ma Iris e Patchouli Compagnia delle Indie resta sempre una fragranza ariosa, mai troppo seria, datata o impegnativa. Io l'ho apprezzata anche perché versatile, adatta a più contesti della giornata, unisex e apprezzabile sia in stagioni più calde che magari durante l'autunno.

L'acqua corpo profumata 7 ha la stessa identica profumazione della eau de toilette, e ne mantiene quindi anche quella trasversalità e capacità di adattarsi in contesti diversi. Ovviamente, essendo una body mist, ha una intensità più bassa e con una scia più limitata, ma posso dire che con questo caldo secondo me si percepisce in modo più che soddisfacente. 

La sua performance è poi molto buona: per circa 4 ore si percepisce in modo distinto sulla pelle, dopo questo tempo comincia a scemare ma non perde troppo la sua personalità. Diventa infatti una skin scent gradevole, pulita e che apprezzo sentirmi addosso. Può quindi sostituire la eau de toilette Compagnia delle Indie se nei mesi più caldi la trovate troppo persistente.

Parte di questa fragranza dell'acqua corpo si aggrappa anche un po' ai vestiti, e consente quindi di portarla con se ancora per qualche ora extra. Io sono certo che la combo fra l'acqua profumata e la eau de toilette 7 Iris e Patchouli sarà per me ideale in autunno e in inverno, quando vorrò davvero essere avvolto da queste note. 




Compagnia delle Indie Acqua Corpo Profumata | 13 Peonia e Ambra


INFO BOX
🔎 Sito dell'azienda, Grande distribuzione
💸 €6.80
🏋 200 ml
🗺  Italia
⏳ 12 Mesi
🔬 //

Fiorita, legnosa, ambrata: una fragranza giocosa e romantica che con i suoi toni vellutati avvolge e incanta come un bacio inaspettato al chiaro di luna. Una meravigliosa esperienza olfattiva dove una pioggia di petali di peonia, gelsomino e tuberosa è sospinta da una calda brezza che profuma di vaniglia, ambra e sandalo. 

La novità che ho scelto di provare è 13 Peonia e Ambra, che trovate disponibile nella versione eau de parfum e anche come bagnodoccia e crema corpo. Quindi se avete amato questa fragranza e volete aggiungere un altro layer di profumazione, la body mist è perfetta.

Peonia e Ambra appena erogata ha una componente floreale spiccata, che pur risultando fresca e ariosa, non definirei mai troppo frizzante o pungente. La peonia ha infatti sfumature morbide, qualche tocco verde e resta pur sempre un profumo che trovo delicato. A questa si aggiungono poi altri accordi floreali di fiori bianchi che seguono questa scia olfattiva in modo armonioso.

Le note di fondo sono un buon equilibrio fra ambra e sandalo, e non rendono Peonia e Ambra Compagnia delle Indie troppo dura o pesante, ma anzi le danno un tocco quasi sensuale. Proprio sul finale, quando la profumazione si è sviluppata, sento un tocco di vaniglia. 

Questa fragranza è molto interessante e credo che sia la più femminile e primaverile che abbia provato anche rispetto alla 11 Orchidea e Legni di Cedro, con cui condivide concettualmente alcuni elementi floreali e legnosi. Immagino che nella sua piena potenza, quindi usando tutta la routine, possa essere ideale sia di giorno, ma anche in una serata calda ma non troppo.

A me comunque è piaciuto molto utilizzare questa acqua corpo profumata proprio perché su di me ha la giusta intensità e soprattutto è una perfetta fragranza cutanea.

Fra le tre body mist Compagnia delle Indie, è quella che forse ha una durata inferiore sia sulla mia pelle che sugli indumenti a cui si attacca. Una volta però scemata e attenuata la sua piramide olfattiva specifica, 13 Peonia e Ambra mantiene quella morbidezza che mi ha ricordato un po' uno di quei saponi che sanno di buono, un aroma pulito, gradevole e neutro.
Quindi se apprezzate le fragranze floreali, ma che non siano banali o piatte, e non volete un profumo troppo avvolgente, questo prodotto Compagnia delle Indie può essere perfetto a coprire questa esigenza.



Compagnia delle Indie Acqua Corpo Profumata | 16 Sale di Mare e Legno di Cedro


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🔎 Sito dell'azienda, Grande distribuzione
💸 €6.80
🏋 200 ml
🗺 Italia
⏳ 12 Mesi
🔬 //

Fragranza evocativa e pungente. Ricorda nella testa e nel cuore il profumo del mare, arioso e lucente, con ventate iodate di alghe e di macchia mediterranea di mirto e rosmarino. Muschi spontanei e legni consumati dal sole e dal sale chiudono il fondo di ambra grigia cullata dalle onde. 

Avevo scelto di provare l'acqua profumata numero 16 perché volevo abbinarla alla eau de toilette di cui vi ho parlato da poco, ma non è del tutto necessario utilizzarle insieme.
In verità, nella mia recensione di qualche settimana del profumo, vi avevo detto che utilizzavo già l'eau de toilette come fosse una mist corpo, quindi questa novità è arrivata a fagiolo.

Anche la fragranza Sale di Mare e Legno di Cedro è identica in queste sue varianti: le note marine, salmastre, fresche sono predominanti nella piramide olfattiva e danno proprio una sensazione di estate e di acqua. Con lo sviluppo poi emergono gli accenti di muschio che ammorbidiscono questa fragranza. 

Ovviamente l'acqua profumata smorza un po' l'intensità dell'aroma, e risulta un po' meno pungente ma comunque non banalizza troppo l'accordo olfattivo proposto da Compagnia delle Indie.


Questa acqua profumata è infatti secondo me quella che spicca di più in questo terzetto sia per scia che per durata. Considerate che mi è capitato di spruzzarla la sera prima di andare a letto e di sentirla sulla pelle anche al mattino seguente, quindi con oltre otto ore di persistenza. In questo tempo, seppur evapori una parte della fragranza, l'acqua corpo Sale di Mare e Legno di Cedro mantiene comunque le sue note aromatiche ed unicità.

Inoltre fra queste body mist Compagnia delle Indie, la 16 è quella che noto si aggrappi meglio anche ai vestiti. A mio avviso quindi questa acqua corpo si potrebbe considerare a tutti gli effetti quasi un profumo più leggero, una versione un po' più evanescente dell'eau de toilette vera e propria. 

A me piace tantissimo utilizzarla in questo periodo, ma 16 Sale di Mare e Legno di Cedro è comunque una fragranza che deve essere apprezzata, le sue nuance saline e acquatiche la rendono più ideale per la stagione calda e tutto sommato abbastanza unisex.


Conoscevate queste novità di Compagnia delle Indie? Fatemi sapere se approfitterete delle promozione sul sito!




La lista aggiornata delle serie tv che ho abbandonato (quarta stagione)

Periodicamente mi piace fare un po' un resoconto e raccogliere le serie tv che ho lasciato indietro e di cui ho smesso di parlare (o non ho mai parlato) qui sul blog. È un modo non solo per confrontarmi con voi ma anche per schiarirmi la mente e chiudere qualche parentesi. Sono arrivato alla quarta stagione di questo appuntamento con le serie tv abbandonate, l'ultimo due anni fa, quindi c'è tanta roba di cui parlare. 

Inizio dall'abbandono più datato che riguarda la serie tv Perry Mason, una sorta di prequel sugli inizi della carriera del famoso avvocato che qui era interpretato da Matthew Rhys.

Un attore che apprezzo spesso e volentieri, e la prima stagione di Perry Mason, arrivata su Sky/NOW nel settembre del 2020, mi era sembrata interessante e piacevole, con un punto di vista diverso sul suo protagonista.
Si trattava di una bella produzione (fra i produttori esecutivi c'era anche Robert Downey Jr.) peccato però che la seconda stagione sia stata resa disponibile dopo 3 anni dalla prima, fra maggio e giugno 2023, e onestamente avevo perso quell'interesse per la serie. Ho aspettato a parlarne qui nella speranza che mi tornasse la voglia, ma aver saputo che Perry Mason era stata poi cancellata dopo la season 2, è stato un ulteriore incentivo per abbandonare la serie.

Sempre nel 2023 ho mollato il colpo con Il Sarto, una serie tv turca di cui avevo visto addirittura 15 episodi delle prime due stagioni, nonostante non l'abbia sopportata fin dal primo momento.

Le serie tv turche hanno un pubblico folto e compatto, infatti quando parlai male la prima volta de Il sarto, stavo quasi per essere scomunicato dal web. Io però, nonostante tutto sommato apprezzassi l'idea di fondo, non ho potuto fare a meno di soffrire il pessimo sviluppo e svolgimento, visto lo stile da soap opera di quarta categoria che la serie tv abbraccia. Tra l'altro considerate che le tre stagioni de Il sarto sono state pubblicate lungo tutto il 2023 quindi non c'era nemmeno il tempo di poter digerire gli episodi che già toccava ricominciare. 

Vista la fine della seconda stagione, in cui si capiva dove sarebbero andati a parare, ho deciso di fermarmi lì e non mi sono mai più guardato indietro. 

Discorso similare lo posso fare per la più recente L'imperatrice - The Empress, la serie tv tedesca disponibile su Netflix.

Nel 2022 è arrivata una prima stagione che racconta le vicende della principessa Sissi, e che non mi avevo convinto: troppo fiacca, poco accattivante, senza uno spunto più originale che la distinguesse dalle tante produzioni simili. Infatti in contemporanea era uscita un'altra serie tv sempre dedicata alla principessa Sissi su Canale 5, che, seppur non sia un capolavoro, mi ha preso un po' di più.
Quando a Novembre dell'anno scorso è arrivata la seconda stagione, avrei potuto stringere i denti con L'Imperatrice anche perché dura solo 6 episodi per ciclo, e considerato il fatto che la terza stagione sarà l'ultima, ma onestamente è stato facile abbandonarla e non mi manca affatto.

Nel 2023 avevo recuperato una serie tv che era uscita a fine 2022, intitolata La Banda dei Guanti Verdi, e che non mi aveva proprio entusiasmato.

Buona l'idea di questa crime story leggera, con protagoniste tre donne di terza età che stanno cercando di sfuggire alla legge in una casa di riposo. Peccato che lo sviluppo de La banda dei guanti verdi 1 fosse spesso caotico e superficiale, e così ho lasciato perdere la seconda stagione che è arrivata a luglio 2024. Forse ci sarà una terza stagione, ma non mi interessa affatto.

Nel corso del 2024 ho abbandonato diverse serie tv, alcune delle quali hanno avuto anche un discreto successo appena uscite.
Non ho ad esempio mai terminato la seconda stagione di Unstable, la comedy con Rob e John Owen Lowe in un rapporto padre-figlio decisamente complicato.

La prima stagione è stata più o meno godibile, con qualche momento comico riuscito, ma l'impressione che ho avuto è che fosse una serie tv fine a se stessa, che non avrebbe mai avuto uno sviluppo né un finale sensato. Così, quando ad agosto 2024 è uscita la seconda stagione, ho visto giusto un paio di episodi, per poi mollare il colpo. Quando poi ad Ottobre Netflix ne ha cancellato il rinnovo, non mi sono affatto stupito.

È durato molto meno il mio interesse per Tires, commedia americana che Netflix ha addirittura rinnovato per una terza stagione.

Non ne ho mai parlato qui sul blog perché mi sono fermato dopo davvero pochi episodi, ma l'idea di partenza sembrava simpatica. Tires è infatti scritta, fra gli altri, da Shane Gillis, stand-up comedian statunitense che sembrava potesse creare qualcosa di interessante. Ma questa serie tv Netflix è costellata da personaggi macchiettistici, grezzi, che risultano banali e datati nel mondo della serialità, con quella comicità da cinepanettone che non fa più ridere. Ho trovato poi snervanti le inquadrature che ricordano un mockumentary, quindi non capisco la longevità di Tires.

Per più o meno le stesse ragioni non sono arrivato a terminare la miniserie Fiasco, arrivata su Netflix il 30 Aprile 2024.

In questo caso seguiamo le vicende di un regista alla prime armi e la sua troupe, che deve girare una sua opera prima ma sarà una avventura piena di intoppi, errori e difficoltà

In Fiasco l'effetto "falso documentario" è molto più marcato che in Tires, non solo per la regia, ma anche per le tipiche interviste e i vari retroscena del dietro le quinte di questo improbabile film.
Nonostante sembra sia stata ispirata da fatti realmente accaduti e gli episodi fossero davvero brevi, i personaggi insopportabili e le storie poco interessanti hanno reso per me questa serie tv Netflix poco convincente, e non in grado di intrattenermi come avrei voluto. 

Non ho mai terminato anche la serie tv spagnola distribuita da Netflix il 28 Giugno 2024 intitolata La Passione Turca, che credo sia anche stata in vetta fra i titoli più visti in streaming.

Già dal titolo però potete capire perché non sono arrivato alla fine: mi è sembrata subito una soap opera che puntava al dramma, dai tratti confusi e con una protagonista che non mi ha suscitato simpatia. 

E arrivo al 2025, con un paio di abbandoni che forse lasceranno perplessi alcuni di voi. 
Ho provato infatti a proseguire la visione di The Bear, dopo una prima stagione che mi aveva provocato più di qualche mal di testa a furia di urla inutili, ma non ce l'ho fatta.

Mi sono addirittura spinto fino al quinto episodio, convinto che avrei trovato quella bellezza che molti decantano, ed in effetti c'erano dei passi avanti. Mi sembrava infatti che le vicende del ristorante di Carmy stessero iniziando ad ingranare, e che ci fossero degli sviluppi più interessanti. Purtroppo però la nevrosi che alberga in praticamente tutti i personaggi, seppur smorzata in questa seconda stagione, non fa altro che scollegarmi da qualunque emotività che The Bear possa voler trasmettere. Mancando quella forma di affezione verso i protagonisti, il desiderio di scoprire che ne sarà delle sorti di Carmy e della sua cucina è scemato. A luglio di quest'anno The Bear è stata rinnovata per una quinta stagione, e mi chiedo che ci sarà ancora da raccontare. Ma soprattutto come si faccia a seguirla senza imbottirsi di ansiolitici.

Ho dato molte meno chance alla serie tv Netflix Un solo sguardo, in streaming dal 5 marzo di quest'anno.

Un solo sguardo è una produzione polacca, ma è tratta dall'ennesimo romanzo thriller di Harlan Coben che con la grande N ha ormai un sodalizio decennale. Io mi ero già sciroppato Missing You e Un inganno di troppo, sempre tratte dai libri dello scrittore americano, e tutte collegate dal bisogno eccessivo di sospendere l'incredulità.

Non avendomi convinto del tutto, partivo già sfiduciato anche con Un solo sguardo e quando poi ho visto il primo episodio e mi sono ritrovato con una storia confusa e con poco appeal, ho battuto ritirata molto volentieri. È vero, avrei dovuto darle qualche opportunità in più, ma essendo una miniserie non avevo nemmeno lo stimolo di potermi affezionare ai personaggi e volerne sapere di più. 

L'ultima serie tv abbandonata di questa prima parte del 2025 è The Studio, distribuita su Apple Tv+ dal 26 marzo al 21 maggio 2025.

Scritta, diretta e interpretata da Seth Rogen, The Studio si concentra sulle vicende di Matt Remick,  nuovo capo della casa di produzione cinematografica Continental Studios. Matt però è goffo e inesperto e quindi combinerà sempre qualche guaio, che sia dietro le quinte di un film o per il rinnovo di qualche contratto.

The Studio mi ha ricordato un po' The Bear: entrambe infatti mi fanno chiedere " cosa non ho capito?, cos'è che ha reso questa serie tv così attraente ma a me sfugge?".

È vero che questa novità di Apple Tv+ può vantare di un ottimo cast, che si arricchisce di episodio in episodio con camei straordinari (come capita in Chiami Il Mio Agente per capirci), oltre che ad una messa in scena ben studiata.

Il ritmo poi è frizzante e le puntate durano meno di mezz'ora.
Il problema è però la storia: il personaggio di Seth Roger (che mi ha ricordato vagamente quello di Platonic) è assurdo, esagerato, non si capisce bene per quali doti sia arrivato ad un ruolo così importante. Si potrebbe dire che questa è la cinica satira al mondo del cinema, dove chiunque può avere il suo momento di gloria, ma è una critica molto limitata rispetto ai tanti problemi dello show business americano. La comicità poi di The Studio è ripetitiva e quasi slapstick, e onestamente non mi fa ridere, così come la narrazione verticale tende a smontare la voglia di proseguire fra gli episodi. Non mancano anche qui urla e insulti. 

Forse hanno ragione i miei hater quando dicono che in realtà non ne capisca nulla, ma credo che da fruitore più che ventennale e accanito del mondo seriale, almeno per esperienza qualcosa avrò imparato. E con The Studio, l'impressione è che ad aver abbagliato sia la scatola, l'idea che quello che sta per accadere possa essere divertente, mentre il contenuto vero e proprio latita, affossato da isterismi e momenti scarsamente credibili.


Per il momento non ho altre serie tv abbandonate, ma fatemi sapere le vostre.




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