Nuovi Arrivi su Netflix: tre film di cui vi voglio parlare (c'è anche il peggiore dell'anno)

Fra Febbraio e Marzo il catalogo di Netflix si è riempito di tante novità, e fra queste ci sono stati tre film che avevano subito richiamato la mia attenzione principalmente per gli interpreti, ma anche per quel che avevo scoperto delle singole trame. Purtroppo fra questi c'è anche il film peggiore visto da un po' di tempo a questa parte. 


Players (2024)



Genere: commedia, romantico
Durata: 105 minuti
Regia: Trish Sie
Uscita in Italia: 14 Febbraio 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti D'America 

Esattamente a San Valentino di quest'anno è arrivata su Netflix una rom-com che mi aveva attirato per la presenza di Gina Rodriguez, abituale presenza in serie tv (sto aspettando la seconda stagione di Not Dead Yet) ma che credo di non aver mai visto interprete in un film. In Players veste i panni di Mackenzie "Mack", una giovane giornalista sportiva che con il suo gruppo di amici e colleghi Adam (Damon Wayans Jr.), Little e Brannagan (Augustus Prew), si diverte a procacciarsi flirt da una notte e via. Il gruppetto infatti si spalleggia nell'usare varie tattiche e schemi, quasi come si fa nelle scommesse sportive, per far capitolare la conquista di una sera. Tutto funziona, fino a quando nell'ufficio di Mack non arriva un nuovo collega, Nick (Tom Ellis), che farà riflettere la ragazza su cosa vuole dal suo futuro: continuare con sesso mordi e fuggi o creare le basi per una storia seria? Trovando in Nick il buon partito che può darle una relazione stabile, si metterà a lavoro con i suoi amici con tutti gli stratagemmi possibili affinché capitoli, ma è l'uomo che davvero vuole?

Mack è uno di quei personaggi che mi piace nelle commedie romantiche: diverso dai soliti canoni, contemporaneo, ben strutturato e altrettanto ben interpretato da Gina Rodriguez, per questo sono rimasto deluso nello scoprire che Players ha il finale più prevedibile che potessi immaginare.
Se preso come puro intrattenimento, questo film meriterebbe pure la sufficienza, muovendosi su battute e scene che ricordano un po' le commedie anni '90, con dialoghi veloci, momenti comici più o meno riusciti, un buon ritmo e una durata giusta per il genere, oltre ad appunto un cast che dalle serie tv si sposta bene sul "grande schermo". Anche l'inizio di Players mi ha fatto sperare che per una volta ci fosse stato uno slancio di creatività, non puntando ad esempio alle tipiche dinamiche da ufficio (anzi, questi sembra che nemmeno lavorino) e rinunciando a quel romanticismo basico già visto, per creare qualcosa di tutto sommato godibile.  

Se però provo a guardare appena un po' oltre, Players non funziona: Mack è infatti una ragazza che inizia ad esplorare le sue insicurezze di pari passo con la voglia di crescere, di trovare un suo posto anche da un punto di vista personale. Sarebbe anche una scelta corretta o comunque ben ponderata se non notassimo però l'elefante nella sala ovvero il tentare di "mettere la testa a posto" con un ragazzo che non conosce affatto, scambiando attrazione per sentimento, e soprattutto cercando di raggirarlo fin dal principio. Mack è una giocatrice, lo dice il titolo stesso del film, ma non può pensare che tutti giochino alle sue regole, e soprattutto che, quando si esce da quel gioco, le persone possano corrispondere allo scenario che lei stessa ha creato. In questo senso far passare il personaggio di Nick come il villain della fiaba quando è stato preso il giro tutto il tempo, ed è, a tutti gli effetti, vittima di stalking e manipolazione emotiva, è uno slancio troppo forzato.
Anche nell'ambito di una commedia, non si può pensare di scollegare completamente le dinamiche dalla normale logica, specie quando si entra nella parte più profonda e riflessiva del film, e Players pensa forse che il pubblico sia completamente inetto per poter accettare una storia simile. 



Mea Culpa (2024)


Genere: thriller, drammatico
Durata: 120minuti
Regia: Tyler Perry
Uscita in Italia: 23 Febbraio 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti D'America  

Pare sia stato uno dei titoli più visti su Netflix al momento della sua uscita, ma ammetto che l'unico elemento che mi ha spinto a vedere Mea Culpa è stata la curiosità di vedere recitare Kelly Rowland, e non mi ero soffermato troppo sulla trama. Ho scoperto dopo che sarebbe stato un enorme spreco di tempo.
Già il gioco di parole del titolo vi fa capire il livello a cui siamo: la protagonista è Mea Harper (l'ex Destiny's Child appunto), una rampante avvocata che decide di seguire il caso dell'artista Zyair Malloy (Trevante Rhodes), accusato di aver ucciso e fatto sparire il corpo di una sua fidanzata. Mea non solo si butta a capofitto in un caso complicato, ma deve anche scontrarsi con le reticenze del marito Kal Hawthorne, con il quale è in crisi soprattutto per via del burrascoso rapporto fra la donna e la suocera, malata terminale. Il caso di Malloy la porterà a scoprire molto sulla famiglia del marito e su se stessa, ma anche un inatteso feeling con il pittore.

Anche con Mea Culpa l'idea alla base della storia non sarebbe tutta da scartare, ma man mano che questa si sviluppa ogni logica, ogni coerenza, ogni credibilità narrativa si sbriciola lasciando un grosso senso di insoddisfazione. Il film sarebbe un thriller con dei risvolti erotici, ma la linea investigativa è debole, spesso mossa da coincidenze assurde, le reazioni dei personaggi sono strane, poco realistiche, come Mea che improvvisamente decide di andarsene in vacanza, e casualmente ritrova una persona coinvolta nelle indagini. Dall'altro lato la componente sessuale è puro specchietto per le allodole, non perché appunto mi aspettassi le capriole da film per adulti, ma perché non c'è chimica fra Kelly Rowland e Trevante Rhodes, le loro legame è superficiale e imbarazzante, e la costruzione del personaggio di lui è molto stereotipata. A dirla tutta non credo siano nemmeno legali le interazioni di Zyair con Mea, che, almeno in prima battuta, la ricatta quasi per avere un rapporto con lei.

Altrettanto banale e stereotipata anche la relazione e quindi la crisi fra Mea e Kal, e il rapporto di quest'ultimo con la famiglia è ridicolo. Aggiungeteci anche il tentativo di rendere la protagonista glamour ad ogni costo, al punto anche da metterle degli outfit risibili per un avvocato di primo piano.
Il tutto è accompagnato da interpretazioni piatte, prive di sfumature, e ovviamente dialoghi altrettanto bruttini e che sembrano scritti da una intelligenza artificiale. Potrei salvare giusto la scena di scontro finale, ma Mea Culpa secondo me è il peggiore film visto almeno in questa prima parte dell'anno, e non funziona nemmeno come passatempo, come guilty pleasure, visto che tra l'altro dura due ore esatte, perché il risultato ha così tanti aspetti imbarazzanti che è meglio farsi una passeggiata e comprarsi un gelato piuttosto che vederlo. 



Damsel (2024)


Genere: fantastico, avventura
Durata: 108 minuti
Regia: Juan Carlos Fresnadillo
Uscita in Italia: 8 Marzo 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America


Millie Bobby Brown ha quasi dismesso i panni di Eleven (anche se ancora non ho trovato una data per Stranger Things 5) e sta via via trovando una sua strada nel mondo del cinema e questo ultimo lavoro, di cui è anche produttrice esecutiva, è secondo me nelle sue corde. Un po' come in Enola Holmes, Damsel è ambientato in una ipotetica epoca passata, probabilmente rinascimentale, e conosciamo Elodie (appunto Millie), la giovane principessa di un regno che sta attraversando una grossa crisi economica a causa di condizioni climatiche non favorevoli. Per cercare di aiutare i suoi sudditi, suo padre il re (Ray Winstone) decide di darla in sposa al principe Henry (un moscio Nick Robinson), discendente dei regnanti di Aurea, regno decisamente più florido e ricco. Un matrimonio di convenienza è vero, a cui Elodie decide comunque di prendere parte, ma tutto precipita il giorno delle nozze, quando la famiglia del neo-sposo, per rispettare un vecchio patto, sacrifica la principessa ad un drago. Una fine atroce, ma Elodie riuscirà a ribaltare il suo destino.

Conscio del fatto che potesse essere estremamente derivativo e prevedibile, ho visto Damsel sperando che appunto potesse essere una valida alternativa al filone di Enola Holmes (ovviamente con storie, personaggi e idee differenti), quindi un intrattenimento ben fatto che può attirare un pubblico trasversale. In questo caso forse ci troviamo qualche step indietro rispetto agli altri film di Millie Bobby Brown, ma il risultato finale è comunque accettabile, se le vostre aspettative non sono troppo sostenute e specie se avete magari dei figli più giovani a cui proporlo.
Damsel infatti ha chiaramente molte idee prese qui e lì, a cominciare da Il Trono di Spade (di Daenerys ce n'è sarà sempre una sola) e Il Signore degli anelli, ma anche Xena ad esempio, ma sono tutte cose messe insieme in modo coerente e interessante, che confluiscono in un film dal ritmo buono e che non mi ha annoiato.

Non andrei però sotto la superficie di questa produzione Netflix perché lì si trovano tante cose che non quadrano. Penso ad esempio ad una lunghezza forse eccessiva per la storia che vuole raccontare, ad animazioni in CGI che non sempre risultano credibili (vedi certi paesaggi, o il drago che ha dimensioni variabili in momenti differenti) o ancora alcune scelte narrative che mi sono sembrate poco ispirate. Il punto più fiacco è ad esempio la logica del drago e come questo insegua Elodie: pur avendo molte occasioni di farla fuori sembra non rendersene conto. Ma ci sono tante stranezze, come ad esempio il costume della principessa, che improvvisamente si ritrova con un corsetto nero ed ha costantemente questo trucco come se fosse uscita da un beauty tutorial su Youtube. 
Anche il modo in cui la protagonista diventa una principessa di sangue reale (non lo era già a prescindere?) e tutto quello che comporterà per lei è un po' debole, e non si capisce se vi sia dietro una sorta di risvolto magico.


In linea generale Damsel ha delle buone interpretazioni, ma avrei voluto qualcosa di più per quanto riguarda la caratterizzazione del principe, decisamente piatta, e della matrigna di Elodie, che è interpretata da Angela Bassett
Ho apprezzato però che Damsel cavalchi il girl power senza far diventare a tutti costi il film come un manuale di wokeismo spicciolo, e nella generale prevedibilità c'è qualche momento che cerca di dare una sterzata e di scollarsi dal genere. Quindi forse fra le nuove uscite Netflix, questo è forse il film a cui darei una chance, prendendolo come appunto intrattenimento che non richiede particolare attenzione e che vuol essere un fantasy facile da approcciare. 



8 commenti:

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  1. Probabilmente non é nelle tue corde ma The Gentleman (la serie), da poco su Netflix si fa piacevolmente guardare. Strizza l'occhio ai Coen e a Tarantino, e perlomeno tiene svegli 😁

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    1. Mi conosci bene ed in effetti non è tantissimo nelle mie corde, ma ti sorprendo con effetti speciali, e ti dico che la sto seguendo, con calma perché gli episodi sono lunghetti

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  2. Io comnque penso che un film meriti una visione, poi se è bello o brutto lo decido io :)

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    1. E quindi? Mica vengo io a casa vostra ad impedirvi di vedere un film 😅 Ma essendo il mio blog, decido io cosa mi piace e cosa no, e cosa consiglio o meno

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    2. Be' questo è ovvio, lo faccio anche nel mio blog xD cmq scherzi a parte, a me Mea Culpa è piaciuto ;)

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    3. Infatti non capivo il senso del commento.
      Per me, quando ha trovato la ragazza in teoria morta, casualmente dove Mea era andata in vacanza (anche lì a caso, avendo altro a cui pensare), sono passati dal film alla barzelletta. Ma anche quello che è il suo inseguimento di questa ragazza era qualcosa di risibile. Abbiamo evidentemente gusti differenti e va bene così 😄

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  3. Forse Damsel vedrei, ma gli altri proprio no.

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