Le ho definite "snack" in un lampo di creatività (o stupidera, fate voi), perché quelle che ho terminato da poco sono due serie tv leggere, godibili, facili da affrontare e perfette come "spuntino" in attesa di titoli più impegnativi o da alternare a serie tv più complesse. Le trovate su Netflix ed ecco perché le promuovo.
Winter Palace
Prima stagione
Se ad esempio state cercando una serie tv in costume, in attesa che ad esempio escano tutti gli episodi della nuova stagione di The Gildead Age o il nuovo film di Downton Abbey, allora Winter Palace può essere un buon rifugio.
È la prima produzione svizzera che arriva su Netflix ed è stata distribuita a Febbraio di quest'anno e si ispira molto vagamente ad una vicenda reale, ovvero la nascita del turismo di lusso invernale. Siamo sulle Alpi Svizzere nel 1899, e in quel periodo le zone montane venivano utilizzate principalmente per trascorrere l'estate. Ma un giovane intraprendente di nome André Morel (Cyril Metzger), con la moglie Rose (Manon Clave), capisce che c'è una occasione di dare nuova vita al suo villaggio natale e ad un grande edificio in disuso ai piedi dei monti anche durante tutto l'inverno. Non sarà facile per André non solo per le difficoltà climatiche ed economiche, ma anche per la comunità che gli rema contro, e i primi ospiti dell'albergo che saranno estremamente esigenti.
Winter Palace discende chiaramente dai tanti period drama che abbiamo visto in questi anni, da appunto Downton Abbey fino a The Buccaneers, dove le vite di persone di estrazione sociale diversa si incontrano e si scontrano fra loro. Nonostante André sia comunque un giovane uomo di origini semplici, la sua mentalità imprenditoriale finisce per non essere compresa del tutto sia dagli abitanti della località, che non conoscono quel tipo di lusso, sia dai dipendenti che ha raccolto nel suo albergo.
Allo stesso tempo, André non è certamente un aristocratico, e deve avere a che fare con i capricci di persone del rango superiore al suo.
Questa serie tv Netflix sa poi contestualizzare le vicende nel periodo storico: vediamo ad esempio le difficoltà per l'arrivo della corrente elettrica e del telefono, ma c'è anche un personaggio realmente vissuto che dà maggiore realismo alla serie.
Come molte produzioni simili, anche Winter Palace si prende i suoi tempi più per scavare nelle dinamiche fra i protagonisti che per creare costanti evoluzioni narrative, quindi non aspettatevi un ritmo costantemente serrato.
Inoltre a volte si ha la percezione che ci sia sempre un problema dietro l'angolo per i protagonisti, e questo magari non è così realistico.
A me ha forse pesato più che altro il non trovare un personaggio per cui parteggiare: se i "cattivi" a volte sono un po' troppo caricaturali, i "buoni" non sono propriamente simpatici, incluso André, che seppur dotato di idee brillanti, a volte è proprio scorbutico. Avrei voluto anche una maggiore costruzione del personaggio di Rose.
Il cast comunque non fa rimpiangere produzioni più note, anzi troviamo anche Simon Ludders, che è stato in altre produzioni Netflix, come Bridgerton e The Diplomat, ma anche in Miss Scarlet and The Duke.
Per quanto riguarda l'impianto tecnico, la costruzione dell'epoca, dei costumi e delle scenografie è curata e gradevole. La fotografia è un po' ovattata, fa un po' cinematografia datata, ma i bei paesaggi sono uno di quegli aspetti che danno valore a Winter Palace.
È stata usata in modo poco centrato la colonna sonora con brani contemporanei: l'intento era forse emulare un po' Manuale per signorine, ma qui a volte sembra che la musica parta quasi dal nulla, scollata dalla scena che vediamo.
Insomma tutto questo per dire che no, Winter Palace non è esente da imperfezioni e note stonate, ma è godibile, gli 8 episodi si seguono volentieri, i paesaggi innevati sono una mano sana con questo clima tropicale, quindi merita una chance.
She The People
Prima Stagione / Prima Parte
La Tyler Perry Studios ha ormai stretto un sodalizio con Netflix e, dopo prodotti più tesi come il film Mea Culpa, è spuntata, il 22 maggio di quest'anno, una comedy vera e propria intitolata appunto She The People. O meglio, un po' come era stato per Beauty In Black, sempre di Perry, la serie è divisa in due parti e la prima ha questo titolo, ma sembra che la seconda parte (in arrivo il 14 Agosto) sarà intitolata Miss Governor, che suona come uno spoiler.
La serie segue le peripezie di Antoinette Dunkerson (Terri J. Vaughn), avvocata affermata che, contro ogni previsione, riesce a diventare la prima vicegovernatrice afro discendente del Mississippi, a seguito di un video diventato virale. Antoinette ha una famiglia un po' incasinata, fra cui due figli, e alcuni parenti che fanno parte del suo staff, ma il vero problema sarà affermarsi come politica, in un mondo sessista, machista e non troppo velatamente razzista.
She The People (intanto chiamiamola così, poi si vede) ha i tratti di una sit-com con qualche vibe anni '90, specie nei primi episodi, in cui passo dopo passo vediamo come Antoinette riesce ad assumere la sua carica. Da metà prima stagione invece la serie tv ingrana ancora di più la marcia della narrazione orizzontale, e della satira politica, pur non dimenticandosi della sua leggerezza e del suo scopo.
L'intento è quello di intrattenere, e quindi c'è la classica dinamica della protagonista che prova a fare la cosa giusta e ad essere equilibrata, mentre è accerchiata da personaggi sopra le righe o si ritrova in situazioni imbarazzanti. In questo senso non tutti gli sketch di She The People fanno ridere ovviamente, ma è una serie snella, veloce, fresca, che non richiede troppa attenzione, ma con qualche momento satirico abbastanza realistico.
Forse noi siamo un po' scollegati dal contesto politico americano, o per lo meno non lo viviamo direttamente, quindi magari non tutti conoscono le differenze fra stati repubblicani e democratici, e le diverse mentalità fra nord e sud degli Stati Uniti. Così come non tutti possono sentirsi vicini alle difficoltà di una donna nera che si ritrova in un ruolo di potere che in genere è ad appannaggio maschile. Eppure She The People è comprensibile, si approccia con facilità e non necessita di una conoscenza pregressa. E purtroppo le difficoltà di Antoinette possono essere quelle di altre donne in altri contesti.
Se devo trovarle dei difetti, devono secondo me migliorare un po' la regia, che a volte la rende un po' esteticamente poco appagante, vista anche la fotografia sgargiante. E spero anche che il ritmo nella seconda parte sia migliore della prima, perché qui, nei primi episodi, un po' tentennava.
Per il resto se siete a caccia di un guilty pleasure sempliciotto, She The People potrebbe darvi soddisfazione.
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