Compatte o quasi, queste tre serie tv sono perfette per chi non sa stare troppo davanti ad uno schermo, e quando il minutaggio sfora i 45 minuti inizia a friggere sulla poltrona.
Manuale per signorine
Prima stagione
È stata subito bollata come la Bridgerton spagnola, ma per quanto ne possa settare vagamente il mood, credo che Manuale per signorine sia in parte diversa e comunque altrettanto gustosa.
Creata da Gema R. Neira, già sceneggiatrice fra l'altro di Alto Mar, Terra de Mujeres e Asunta, Manuale per signorine segue le vicende di Elena Bianda (Nadia de Santiago) una giovane ma esperta chaperon. Siamo nel 1880 in Spagna, ed era normale in quell'epoca che le ragazze di buona famiglia venissero accompagnate nelle occasioni pubbliche da una dama di compagnia, per rispettare l'onore della giovane, ma Elena e le sue colleghe hanno anche un altro compito. Infatti deve impegnarsi per trovare un buon partito alla ragazza che ha in custodia. E questa volta per Elena il lavoro si triplica perché deve impegnarsi con le tre figlie di Don Pedro (Tristán Ulloa), ovvero Cristina, Sara e Carlota.
E nel mentre la chaperon dovrà anche gestire la sua vita amorosa.
Più che lo stile a volte anche troppo carico di Bridgerton, Manuale per signorine punta ad approccio più allegro, ritmato, leggero, coinvolgente e divertente, seguendo più che altro alcune dinamiche delle rom-com. Così fra la ricerca di un marito, qualche amore da tenere nascosto, equivoci e alcuni momenti di dramma, questa nuova serie Netflix diventa un facile guilty pleasure.
Gli amanti dei period drama potranno godere di una ricostruzione dell'epoca curata ma frizzante, con colori pastello accesi, ma c'è appunto una verve differente, romantica ma non stucchevole e soprattutto la contemporaneità spunta in vari modi.
Non solo la colonna sonora pesca a piene mani dal repertorio pop e rock (senza però rimaneggiamenti con violini e archi), ma la protagonista di Manuale per signorine rompe spesso e volentieri la quarta parete per riprendere la nostra attenzione.
Come vi dicevo, la durata è molto approcciabile: sono 8 episodi che oscillano intorno ai 40 minuti, ma spesso anche meno. Non manca poi il ritmo per quasi tutta la serie, ad eccezione forse della parte centrale, dove le vicende si fossilizzano un po' su alcuni punti della trama girandoci intorno. Per fortuna, dal quinto la situazione viene sbloccata, si aggiungono altre dinamiche su personaggi secondari e con alcune svolte.
In generale non si ha il senso di una serie particolarmente innovativa e sganciata da alcuni cliché, ma Manuale per signorine è un modo godibile per parlare di emancipazione femminile e tratteggiare personaggi a volte anche empatizzabili.
Essendo andata subito in classifica fra le serie tv più viste su Netflix, Manual para señoritas è già stata confermata per una seconda stagione e secondo me è un rinnovo meritato.
High Potential
Prima stagione
Remake made in USA della serie tv franco-belga Morgane - Detective geniale, High Potential è disponibile su Disney + dal gennaio di quest'anno, ma vista la cadenza settimanale, è terminata ad aprile. Il titolo originale, HPI - Haut Potentiel Intellectuel, forse suggerisce meglio di che cosa parla la serie: Morgan Gillory (Kaitlin Olson) è una madre single che sopravvive facendo le pulizie, ma ha una caratteristica particolare. Il suo quoziente intellettivo è infatti al di sopra della media, ma per Morgan è sempre stato un problema, sia perché questa sorta di iperattività celebrale non le dà tregua, sia perché non viene compresa dagli altri.
Tuttavia, per caso, il suo dono viene scoperto dai detective Adam Karadec (Daniel Sunjata) e Selena Soto (Judy Reyes perfetta in qualunque ruolo) del dipartimento di polizia di Los Angeles, che la coinvolgeranno per risolvere i loro casi.
Non avevo voglia di recuperare le ormai quattro stagioni della serie tv originale, che ho sempre temuto essere particolarmente kitsch, e quindi ho pensato di tentare con High Potential, rivelandosi una bella compagnia. In questo caso ci troviamo in una via di mezzo: la prima stagione è composta da 13 episodi, ma difficilmente sforano i 40 minuti ciascuno, e soprattutto il ritmo è molto serrato e coinvolgente.
Ogni puntata ha un caso specifico da risolvere, quindi la narrazione più preponderante è quella verticale, mentre la linea narrativa orizzontale è rivolta a pochi elementi, principalmente uno che riguarda una questione personale di Morgan. A rendere High Potential carina e scorrevole ci pensano scelte tecniche soprattutto per quanto riguarda il montaggio e per come entriamo nella testa e nelle spiegazioni della protagonista, spesso attraverso scenette che mimano le possibili risoluzioni del caso specifico.
Ma tutto è retto dalla bravura di Kaitlin Olson, che riesce a rendere eccentrica ma credibile la sua Morgan, sia per i suoi look a volte extra colorati, sia per la sua parlantina sciolta e poco politicamente corretta (un po' alla Lorelai Gilmore). Anche i personaggi secondari riescono a risultare attivi e non solo spalle poco coinvolte della principale.
L'unica pecca di High Potential per me è che Morgan viene chiamata "casualmente" per ogni singolo caso, anche quelli che all'inizio sembrano normalissimi, e non per situazioni che si rivelano straordinarie, aspetto che ti fa pensare a quanto debba essere scarsa o disinteressata la polizia per sperare che una consulente esterna li aiuti. Dovendo già metabolizzare come normale il fatto che una super sapientona non riesca ad essere impiegata in ambiti forse anche più importanti, risulta poco credibile che lei intervenga in ogni circostanza.
Al netto di questo High Potential è una procedural dramedy che si segue volentieri, ideale per chi ama il genere e non vuole essere vittima di un binge watching involontario per scoprire la risoluzione di un crimine.
Tornerà per una seconda stagione.
LOL Chi Ride è fuori
Quinta stagione
L'ultimo episodio, in cui è stato rivelato il vincitore di LOL Chi ride è fuori, è arrivato il 3 Aprile e quindi è il caso di spendere due parole su questa quinta stagione.
Non credo abbia bisogno più di spiegazioni e presentazioni perché ormai tutti conoscono il comedy show di Prime Video, e questa volta è stato rinnovato in modo più convincente. Infatti LOL Chi Ride è Fuori deve "purtroppo" la sua riuscita ogni anno più al cast che al programma stesso, e questa edizione mi è sembrata funzionare grazie ad alcune novità.
In primis i presentatori: finalmente abbiamo messo da parte Frank Matano e Lillo che non avevano davvero più nulla da dare al format e troviamo due più freschi Alessandro Siani e Angelo Pintus. Io non amo nessuno dei due in particolare da un punto di vista artistico, ma hanno saputo punzecchiare i concorrenti senza strafare, senza voler essere protagonisti e senza esagerare.
A funzionare è stato anche il cast scelto dei concorrenti, con qualche riserva.
Le sorprese per me sono state sicuramente Federico Basso, Tommy Cassissa e Andrea Pisani, che onestamente conoscevo vagamente e solo per nome, ma sono stati quelli che si sono impegnati a mio avviso di più, sia con sketch preparati che con battute sul momento, cercando di mantenere il gioco anche quando stavano per esplodere. Non posso nemmeno negare l'impegno di Raul Cremona, ma i suoi personaggi credo siano davvero troppo noti per portare quella freschezza e novità che LOL ha bisogno.
Subito dopo, più o meno con lo stesso impegno, ci metto Enrico Brignano con la moglie Flora Canto, Marta Zoboli e Alessandro Ciacci, il vincitore di LOL: Chi ride è dentro. Tutti loro si sono trovati coinvolti in più di un momento divertente, ma non mi pare che da loro partisse un grande sforzo. Mi hanno però stupito i tempi comici di Flora Canto, che si è mossa bene, smaccandosi dal marito.
Purtroppo mi hanno un po' deluso Geppi Cucciari e Valeria Graci, le quali forse pur essendo fra le più talentuose lì dentro, mi sono sembrate un po' spaesate e più attente a non ridere che a far ridere gli altri. Soprattutto Valeria Graci mi è sembrata completamente assente e non saprei dirvi nemmeno vagamente una sua battuta.
Il disturbatore di quest'anno, Massimo Bagnato è stato un altro punto a sfavore dell'edizione: non amo la sua comicità nosense, anche perché mi sembra sempre uguale pure a me che non sono un fan dei programmi comici, e farlo tornare più volte non ha aiutato.
Nel suo insieme però questa quinta stagione di LOL Chi Ride è Fuori mi è sembrata molto ritmata, con rari momenti morti e come sempre con questo montaggio ormai distintivo. È stato carino poi vedere il vincitore commuoversi spontaneamente.
Immagino che andranno avanti con molte altre stagioni, visto che è fra i contenuti più visti su Prime Video, ma ancora manca una conferma ufficiale.
High potential è in lista. Stupenda The residence.
RispondiEliminaThe Residence la sto vedendo, ma non mi pare così stupenda...
EliminaChe cringe questo Lol. Di breve e bellissima sto seguendo Dying for sex.
RispondiElimina"Questo LoL" inteso come questa edizione?
EliminaLa sto seguendo anche io, ma mi ci vuole un po' per terminarla