I migliori prodotti di Marzo: questa volta sono tantissimi 😍

Torna l'ormai solito appuntamento mensile con i migliori prodotti che ho scovato, questa volta nel mese di Marzo.


Questo mese sono davvero parecchi e soprattutto non c'è un vero e proprio flop da segnalarvi, quindi sono anche stato fortunato.

Ho iniziato Marzo 2025 con una bella recensione sul Retinal Serum della linea Just di Revox B77, e dico bella non perché l'abbia scritta io ma perché è un prodotto che merita molto.

Al suo interno infatti non solo Retinale a basse concentrazioni, ma anche diversi attivi che schiariscono la pelle, come la vitamina C, o che fortificano la barriera cutanea come fosfolipidi e aminoacidi. Il tutto è inserito in una consistenza facile da usare, e appunto delicata. Il Retinal Serum Revox è perfetto per chi vuole passare da retinolo a retinale ma è ancora alle prime armi, oltre che per chi appunto non vuole un prodotto mono attivo. Agisce quindi su macchie, irregolarità della texture ma anche sull'idratazione cutanea, senza appesantire. 

Revox si sta rivelando davvero un brand solido e nel corso di questo 2025 vi farò scoprire tanti altri prodotti.
Qui la recensione completa.

A proposito di sieri viso, sempre a Marzo vi ho parlato di quattro prodotti del brand coreano Cos De Baha che mi sono piaciuti tutti, ma visto che qui punto solo al TOP vi segnalo il Vitamin C MSM Serum.

Anche in questo caso non abbiamo un prodotto essenziale, ma un siero viso più articolato, con un derivato stabile della vitamina C, ma anche altri agenti antiossidanti come l'acido ferulico e sostanze idratanti come glicerina e acido ialuronico. Quindi un siero viso pensato per pelli spente, secche, ma delicato, e facile da utilizzare specie con l'arrivo della bella stagione. La dimostrazione insomma che anche un prodotto economico come tutto il range Cos De Baha, può avere delle formulazioni ben pensate. 

Qui la recensione completa.


Durante questo mese sono tornati da Lidl alcune maschere viso e trattamenti vari di Acty Mask, e quindi ho colto l'occasione per parlarvi dei loro patch occhi, con cui avevo comunque già avuto esperienze positive in passato, e le loro maschere labbra che invece non avevo ancora provato e che mi hanno convinto.

La Maschera Labbra Esfoliante Kiss Me Acty Mask sono infatti dei trattamenti idrogel che esfoliano le labbra tramite alcuni acidi esfolianti, ma le lasciano anche idratate, lisce e morbide. Può far strano utilizzare acido glicolico su una zona così delicata, ma come vi spiegavo ad esempio parlandovi del Lip Basting (qui), queste maschere labbra Acty sono perfette per rimuovere pellicine e ruvidità senza però irritare. E appunto sono ideali da associare ad altri trattamenti riparatori, lenitivi, e nutrienti.

Qui la recensione completa.


Come ogni mese non poteva mancare anche l'appuntamento con un mix di prodotti che fanno parte delle mie varie routine, e anche questo mese ne ho trovati alcuni che mi sono piaciuti molto. In particolare uno dei migliori è secondo me l'Olio di Rosmarino per capelli di Equilibra.


Una miscela di oli vegetali che aiutano a stimolare il micro flusso sanguigno e quindi a rinforzare i capelli. Ho parlato più volte del potere dell'olio di rosmarino, che non è assolutamente paragonabile ad altre sostanze anti caduta, specie a dei farmaci, ma facendo a prescindere impacchi oleosi ai capelli, mi sembra sensato sfruttarne le proprietà antiossidanti e anti infiammatorie di questo olio essenziale. Equilibra poi associa al rosmarino anche altri oli, e credo che sia un buon prodotto con un ottimo rapporto qualità-quantità-prezzo.

Qui la recensione completa


Subito dopo vi ho raccontato la mia esperienza con le maschere viso di Balea, in particolare quelle a funzione purificante. Era una recensione focalizzata su tre referenze che avevo preso in vari ordini fatti dal sito DM e quella che ho preferito è la Maschera & Peeling Purificante.


Si tratta a tutti gli effetti di un trattamento bifase: il primo passaggio è un peeling in gel con acidi della frutta, che purificano e lisciano la pelle, mentre il secondo step aiuta a lenire e nutrire la pelle, grazie alla presenza di pantenolo. Pur essendo una maschera purificante, credo che questa di Balea sia un trattamento adatto a tanti tipi di pelle, ovviamente in particolare a quelle con texture irregolare e che amano l'effetto degli esfolianti chimici.


Più o meno per le stesse motivazioni ho apprezzato la nuova versione delle maschere in tessuto al carbone di Garnier, le AHA + BHA Charcoal Mattifying Serum Mask.


Ho provato anche i patch occhi che sono altrettanto validi, ma ho visto molti benefici dalle sheet mask viso. Le ho apprezzate (e parlo al plurale perché ne ho acquistate diverse) perché appunto trovo che abbiano una buona azione idratante, che non appesantisce il viso, ma anche un effetto esfoliante non aggressivo. Le maschere in tessuto di Garnier sono fra le migliori che si trovano nella grande distribuzione, infatti quando vanno in sconto ne prendo sempre qualcuna da tenere nelle mie scorte. 
Qui la mia recensione.


Ho concluso il mese e concludo questa panoramica sui prodotti migliori di Marzo, con una novità, ovvero il nuovo tonico di The Ordinary, la Multi-Active Delivery Essence.


Sì, l'ho chiamato tonico perché alla fine il suo scopo ed il suo modo d'uso sono quelli, e ci capiamo meglio, ma si tratta di una essenza più di ispirazione coreana, con pochi attivi ma mirati. La Multi Active Delivery Essence infatti idrata a fondo la pelle, su di me non è appiccicosa né pesante, e soprattutto aiuta la penetrazione degli attivi che vi applichiamo successivamente, massimizzando la nostra skincare. Quindi si tratta a tutti gli effetti di un prodotto che non aggiunge altri step alla cura della pelle ma che ha un suo ruolo specifico e diventa multi funzione.
Qui la recensione completa.


Diciamo che questo Marzo posso ritenermi più che soddisfatto con i prodotti che ho avuto modo di mettere alla prova. Speriamo altrettanto in Aprile, ma fatemi sapere anche i vostri Top e Flop.





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Miniserie su Netflix: cosa mi è piaciuto e cosa mi ha deluso

Non so se sia una sorta di naturale evoluzione alle tante fregature che Netflix ci ha rifilato negli ultimi anni, ma mi sembra che ultimamente le loro produzioni, soprattutto seriali, siano leggermente superiori rispetto al lungo periodo precedente. Più titoli che quantomeno suscitano curiosità, anche se poi non sempre tutto risulta appagante al 100%.


Zero Day
Miniserie



L'ho terminata da pochissimo, ma Zero Day è disponibile su Netflix da più di un mese e sembra ancora essere fra le serie tv più viste della piattaforma, anche se a me non ha proprio entusiasmato.

Robert De Niro indossa (alla perfezione, tocca dirlo) i panni di George Mullen, un ex Presidente degli Stati Uniti, che è stato particolarmente amato, ma che non si è ripresentato alle elezioni per motivi personali. Adesso però è stato chiamato dalla attuale presidente Evelyn Mitchell (Angela Bassett) per scoprire i colpevoli di un attacco hacker che ha avuto un impatto fortissimo non solo sull'economia, ma anche sui trasporti e su tutti gli ambiti in cui la tecnologia è fondamentale.


Pur avendo le carte in regola per essere la degna risposta di Netflix alla Paradise disneyana, Zero Day ha avuto su di me un impatto persino inferiore rispetto alla serie di Dan Fogelman. Infatti l'imponente apparato produttivo, che si è potuto accaparrare anche un cast non da poco, che include nomi come Matthew Modine (il "cattivo" di Strangers Things), Lizzy Caplan, Connie Britton, Joan Allen (che avevo confuso per Michelle Fairley) e Dan Stevens, purtroppo si è dovuto scontrare con grossi problemi nella sceneggiatura. L'impressione che ho avuto, per farla breve, è che mancasse la giusta tensione e quel senso di "necessità" che ti tiene realmente incollato allo schermo.

Zero Day infatti racconta una guerra tecnologica, che suona ancora più credibile di quanto proposto in Paradise, sottolineando non solo della fragilità del nostro sistema informatico, o della polarizzazione dei media, ma anche di quanto le istituzioni possano essere corrotte o corruttibili, a volte impotenti o capaci di azioni pericolose. 


Peccato però che questi temi caldi come si suol dire, vengano trattati in modo un po' caotico, e allo stesso tempo senza quella necessaria ansia che invece dovrebbero suscitare. A volte ho proprio avuto l'impressione che Zero Day fosse un po' troppo old style, verbosa, e che in concreto accadesse ben poco nel corso dei sei episodi di cui è composta. Ma ho notato anche una certa incapacità nel chiudere tutte le parentesi aperte nel corso degli episodi.
Anche il suo genere mi è sembrato un po' confuso: sarebbe in teoria una miniserie distopica (ma non troppo) con un taglio complottistico, e invece mi è sembrata quasi una spy story procedurale abbastanza tradizionale, dove i cattivoni non sono così incisivi. Anzi, a proposito, proprio la scoperta dei colpevoli dello zero-day, rende il finale della serie ancora meno impattante.
Ed abbassandosi il pathos che Zero Day avrebbe dovuto suscitare, si innalza la sua dimenticabilità che me la rende una delusione. 

Adolescence
Miniserie


Si è parlato tantissimo di Adolescence, la miniserie creata da Jack Thorne e da un impegnatissimo (su più fronti) Stephen Graham, che fa anche pare del cast, e io mi trovo fra quelli a cui è piaciuta anche parecchio.

In quattro episodi, tutti girati in piano sequenza, conosciamo la storia del giovanissimo Jamie Miller (Owen Cooper), un tredicenne che viene arrestato dalla polizia con l'accusa di aver ucciso una sua compagna di scuola. I modi in cui Jamie verrà preso in custodia e la accuse mossegli, manderanno la famiglia del ragazzo (Stephen Graham interpreta suo padre Eddie) in uno stato di shock, tristezza e profondo turbamento, incapace di metabolizzare una notizia così forte. Seguiremo così le indagini degli agenti Luke Bascombe (Ashley Walters) e Misha Frank (Faye Marsay) ma soprattutto l'effetto devastante sui Miller.


Pur partendo da un crimine da cronaca nera, nello specifico un femminicidio efferato, Adolescence cerca di fare un passo ulteriore. La struttura, anzi direi quasi lo scheletro viste le poche informazioni che ci danno sul caso, della crime story serve a parlare di altro, e ogni singolo aspetto, da un dialogo, ad una reazione di uno dei protagonisti, cerca di suggerirci una tematica differente.

Già l'incipit è il manifesto di una situazione attuale: la violenza, specie verso le donne, è un problema della nostra società, ed è ancora più preoccupante perché spesso sono giovani e giovanissimi ad essere coinvolti. Adolescence non solo ha come protagonista un personaggio appunto adolescente, ma ci porta nel mondo dei suoi coetanei, nelle loro forme di comunicazione e di linguaggio che passa soprattutto attraverso i social. Così si parla di Incel, di emoji che assumono significati differenti da quello che rappresentano, e di altre teorie che circolano in rete e si solidificano nelle menti dei più giovani.

Questo si collega ad un discorso che adesso sembra essersi accentuato: il dialogo fra genitori e figli sembra quanto mai incapace di avere dei frutti, anzi sembrano due mondi che non si capiscono.


Ma i temi di Adolescence sono parecchi, a volte mostrati attraverso suggestioni o pochi momenti, altre in lunghe sequenze: dalla totale mancanza di rispetto delle istituzioni, la scuola soprattutto, da parte dei giovani, al ruolo dei genitori, anche come esempi, per i loro figli, passando per argomenti più intimi come l'autostima, l'educazione sessuale e sentimentale, specie dei maschi verso l'universo femminile.

Se proprio devo trovare qualcosa che non mi ha convinto di Adolescence, e che magari può annoiare qualcuno, è che certi messaggi li palesa molto chiaramente, come appunto un figlio che cerca di spiegare al genitore come comunicano i giovani oggi, mentre altre circostanze passano molto sottobanco, e si colgono solo attraverso alcuni flash. 


È vero però che si tratta di argomenti molto complessi e non spetta ad una serie tv, che come primo compito ha l'intrattenimento, di avere una funzione pedagogica o documentaristica per grandi e più giovani, ma al massimo può essere una base per creare una riflessione. D'altronde Adolescence non parte nemmeno da un vero singolo caso di cronaca reale, ma prende una tendenza generale.

A potenziare questi temi c'è uno stile preciso, ovvero questi piani sequenza che ci fanno seguire quasi in prima persona tutte le emozioni che la serie tv vuole suscitare, ma anche dal talento degli attori stessi. Nel cast troviamo anche Erin Doherty, che torna a lavorare bene con Stephen Graham, e soprattutto Owen Cooper che riesce a passare in tutti gli stadi che Jamie attraversa. 

Adolescence non è quindi solo una miniserie, ma è proprio una riflessione su noi e sulle prossime generazioni, che fa quasi passare in secondo piano il fatto principale e farci guardare ad un altrettanto sconcertante quadro di insieme. 

5 Film da Guardare Se Vuoi Diventare un Imprenditore

Nel mondo degli affari, prendere ispirazione dalle storie di successo di altre persone può essere un passo fondamentale per intraprendere il proprio percorso imprenditoriale. Alcuni film raccontano storie che insegnano le sfide e le vittorie dell'essere un imprenditore. Ecco cinque film da guardare se si vuole imparare come affrontare le difficoltà, mantenere la motivazione e, soprattutto, come sviluppare una mentalità imprenditoriale vincente.


1. The Social Network (2010)


The Social Network racconta la storia della nascita di Facebook e della sua evoluzione da semplice idea a impero globale. Il film si concentra sulla figura di Mark Zuckerberg, mostrando sia gli aspetti positivi che negativi della sua ascesa al successo. Un aspetto cruciale del film è come Zuckerberg, pur partendo da una piccola idea, abbia saputo costruire un'azienda di valore mondiale, affrontando difficoltà legali, personali e professionali.

Per chi vuole diventare imprenditore, questo film è un'ottima fonte di riflessione su come una visione forte e la capacità di adattarsi rapidamente possono portare al successo, anche in contesti altamente competitivi.

2. The Pursuit of Happyness (2006)


Basato su una storia vera, The Pursuit of Happyness racconta la lotta di Chris Gardner, un uomo che affronta gravi difficoltà finanziarie, ma che non si arrende mai e riesce a costruire una carriera di successo nel mondo degli affari. Il film mette in evidenza temi come la perseveranza, la fiducia in se stessi e l'importanza di non mollare mai, anche quando le circostanze sembrano sfavorevoli.
Questo film è particolarmente utile per chi sta pensando di intraprendere la carriera imprenditoriale, poiché dimostra che la determinazione e la resilienza sono essenziali per superare le difficoltà.

3. Moneyball (2011)


Moneyball racconta la storia di Billy Beane, il general manager della squadra di baseball degli Oakland Athletics, che, grazie a un approccio innovativo basato sull'analisi dei dati, riesce a costruire una squadra vincente con un budget limitato. Sebbene il film si concentri sul baseball, i principi di gestione e decisione strategica sono applicabili a qualsiasi ambito imprenditoriale. Per chi desidera diventare un imprenditore, Moneyball offre lezioni su come prendere decisioni basate su dati concreti, analizzare il mercato in modo innovativo e affrontare le sfide con un approccio fuori dagli schemi.

4. Joy (2015)

Joy è il film che racconta la storia di Joy Mangano, una donna che ha inventato il Miracle Mop e ha costruito un impero imprenditoriale partendo da zero. La storia mostra le difficoltà che Joy ha dovuto affrontare, tra cui il conflitto con la sua famiglia e la difficoltà di ottenere investimenti. Il film esplora anche l'importanza di credere nelle proprie idee e nel proprio potenziale, nonostante le sfide.Questo film è perfetto per chi desidera intraprendere un percorso imprenditoriale, poiché evidenzia la forza di volontà, la creatività e l'importanza di perseverare anche nei momenti più difficili.

5. The Founder (2016)

The Founder racconta la storia di Ray Kroc, l'uomo che ha trasformato il piccolo ristorante McDonald’s in un impero mondiale del fast food. Il film esplora la sua capacità di vedere il potenziale in un'idea già esistente e come, attraverso il franchising, sia riuscito a costruire un business globale. Sebbene il film mostri anche alcuni aspetti controversi della sua carriera, come l'appropriazione del marchio, fornisce comunque spunti utili su come costruire una grande azienda partendo da un'idea semplice.

Questo film offre lezioni importanti su come far crescere un business e come le opportunità possano essere sfruttate al meglio, anche quando sembrano apparire limitate.



L'importanza della Partita IVA per gli Imprenditori

Quando si avvia un'impresa, uno degli aspetti fondamentali da considerare è la gestione fiscale. Una delle prime decisioni che un imprenditore deve prendere riguarda la scelta della forma giuridica della sua attività. Molti scelgono la Partita IVA, che è un'opzione semplice e conveniente per i liberi professionisti e i piccoli imprenditori.

Avere una Partita IVA consente di lavorare come autonomo, emettere fatture e dedurre alcune spese aziendali. Inoltre, permette di essere in regola con il fisco e di accedere a vantaggi fiscali, come il regime forfettario, che può semplificare la gestione delle imposte. Tuttavia, la gestione della Partita IVA richiede attenzione, in quanto implica obblighi periodici di dichiarazione dei redditi e versamento delle imposte.

Per semplificare la gestione della Partita IVA, esistono servizi come Fiscozen, che offre supporto completo per la gestione fiscale e burocratica delle attività imprenditoriali. Grazie a Fiscozen, gli imprenditori possono concentrarsi sullo sviluppo del loro business senza doversi preoccupare degli aspetti complessi legati alla Partita IVA.

Ogni film di questa lista offre lezioni diverse su come affrontare le difficoltà dell'imprenditorialità e su come prendere decisioni strategiche. Da The Social Network a The Founder, questi film mostrano che il successo imprenditoriale è spesso il risultato di visione, perseveranza e innovazione.

Per chi sta considerando di intraprendere un percorso imprenditoriale, è fondamentale anche affrontare la parte burocratica, come la gestione della Partita IVA. Con il supporto di servizi come Fiscozen, è possibile concentrarsi su ciò che conta davvero: far crescere il proprio business.






*Post sponsorizzato da Fiscozen

Tutto sulla nuova Multi-Active Delivery Essence, la prima essence viso di The Ordinary

The Ordinary sta ormai procedendo spedita con tantissime novità che stanno ingrandendo il range del marchio a dismisura. Ultimamente poi ha un po' aperto le porta a formulazioni più articolate e non soltanto mono attivo, ma soprattutto a tipologie diverse di prodotti, come la nuova Multi-Active Delivery Essence, la prima essenza viso di The Ordinary, lanciata proprio lo scorso 25 Febbraio e che l'azienda mi ha dato l'opportunità di provare.


INFO BOX
🔎 TheOrdinary.com, Sephora, Beauty Bay, Douglas
💸 €13.50
🏋 100ml
🗺 Made in Canada
⏳ 12 Mesi
🔬 //

✨ Cos'è la Multi-Active Delivery Essence The Ordinary?

In realtà The Ordinary aveva lanciato già il Saccharomyces Ferment 30% Milky Toner, e per quanto sia teoricamente un prodotto differente, sappiamo che il confine fra tonici ed essence è abbastanza labile. Tendenzialmente, ma appunto non è una regola incisa nella pietra, i tonici viso possono avere anche parecchi attivi, mentre le essence hanno composizioni più essenziali.
Tuttavia la nuova Multi-Active Delivery Essence ha dalla sua un approccio interessante e particolare, perché si tratta di un prodotto che vuole apportare idratazione alla pelle e ammorbidirla, ma dall'altro aiutare a far penetrare meglio gli attivi che applichiamo dopo questa essence.

Nel mondo beauty il concetto di penetrabilità degli attivi nella pelle è sempre sotto osservazione e penso che un po' tutti abbiamo sentito parlare di applicare alcuni sieri viso su pelle umida, specie se contengono acido ialuronico. Questo perché le sostanze umettanti (l'acqua appunto) fanno diventare la nostra cute più permeabile, ammorbidendo lo strato corneo (lo strato più esterno della pelle), rendendolo più poroso e facilitando l'assorbimento di sostanze come attivi cosmetici. L'immagine tipica usata è quella di una spugna che pulisce meglio da bagnata piuttosto che da asciutta.
The Ordinary ha però cercato quegli ingredienti che potessero aumentare la penetrazione degli attivi.

✨ Quali attivi contiene?

Per rendere la sua Multi-Active Delivery Essence doppiamente efficace, The Ordinary ha scelto 4 diverse tecnologie cosmetiche che ci spiega benissimo sul sito. Al suo interno infatti troviamo

  • 10% di glicerina, un umettante ampiamente noto per aiutare a migliorare l'idratazione e l'elasticità della pelle e che può contribuire alla distribuzione di tecnologie chiave all'interno di una formulazione,
  • 5% di propanediolo, un efficace potenziatore di penetrazione che può aiutare ad aumentare la distribuzione di ingredienti chiave supportando il contenuto di acqua della pelle e la barriera cutanea
  • Sodium Caproyl Prolinate, un derivato di amminoacidi che idrata la pelle e contribuisce a migliorare la distribuzione degli ingredienti,
  • Glicogeno, un polisaccaride che energizza la pelle. È stato anche dimostrato che aiuta a supportare l'idratazione della pelle e i lipidi essenziali della barriera, come le ceramidi per una pelle più idratata.

Il prodotto non contiene alcol, siliconi, fragranze e oli, ed ha una formulazione vegana.

Negli studi condotti da The Ordinary hanno scoperto che la loro nuova essence riesce a far penetrare due volte più a fondo la loro Niacinamide 10% + Zinco 1% nel giro di un'ora. Hanno scelto proprio questo siero perché è quello che ha una dimensione molecolare più piccola, quindi si prestava bene agli esperimenti, ma giustamente l'azienda indica che la Multi-Active Delivery Essence può essere usata con qualsiasi prodotto e pesi molecolari differenti, come ad esempio il loro Amino Acids + B5 o il Multi Peptide + HA. È inoltre tacito che può essere utilizzata in congiunzione a prodotti di altri marchi.

✨Come si usa la Multi-Active Delivery Essence The Ordinary?

Facendo parte della categoria "prep" quindi di preparazione della pelle agli altri step della routine, la nuova Essence The Ordinary va applicata direttamente sulla pelle pulita dopo la detersione. Avendo una consistenza molto liquida, che sembra quasi acqua, vi sconsiglio di applicarla su dischetti o simili, ma di metterne un po' sul palmo della mano e tamponarla sul viso e di proseguire con la skincare anche senza aspettare che la essence si asciughi.
Può essere utilizzata mattino e sera e l'unica accortezza che The Ordinary dà è di non associarla ad acidi diretti o retinoidi, per la logica che questa essence, potenziando la penetrazione degli attivi, potrebbe rendere potenzialmente irritante un prodotto che normalmente non lo è. 
La sua consistenza così leggera lo rende adatto a qualunque tipo di routine e a qualunque tipologia di pelle.


✨La mia esperienza con la nuova Essence Viso The Ordinary

La Multi-Active Delivery Essence è entrata subito nella mia routine abituale con molta facilità: la sua consistenza infatti mi ha consentito di usarla con costanza senza problemi, l'ho trovata delicata ed efficace.
È vero che la sua texture è acquosa e leggera, ma si sente sulla pelle, nel senso che il suo potere idratante non è evanescente, ma questa essence diventa un passaggio funzionale nella skincare e non solo un inutile step extra.
Subito infatti regala una bella sensazione di idratazione, di morbidezza ed elasticità al viso, dando anche un leggero glow alla pelle. Eppure io non la trovo appiccicosa, se aspetto si assorbe rapidamente, ma anche da umida è andata molto d'accordo con qualunque prodotto la andassi a stratificare, sia The Ordinary che non. 


L'azienda infatti mi ha dato l'opportunità di testarla anche in congiunzione proprio alla Niacinamide 10% + Zinco 1% e devo dire che le due consistenze funzionano bene insieme, ma in questo momento non sento l'esigenza di un siero che è comunque rivolto a controllare la produzione si sebo, quindi l'ho testata principalmente con gli altri trattamenti che stavo già utilizzando.
Considerate che nella mia routine invernale ci sono tutti i miei attivi preferiti: peptidi, vitamina C, retinoidi avanzati, acidi esfolianti e la Multi-Active Delivery Essence si è sempre comportata bene, senza crearmi irritazioni.
L'unica accortezza che mi sento di dirvi è di stare un po' più attenti se avete una pelle sensibile e utilizzate un nuovo prodotto con questi attivi, magari ad una concentrazione elevata. Ma vi basterà fare un patch test per vedere come si possono comportare su di voi.


Mi piace che questa Essence The Ordinary, nella sua semplicità abbia questo doppio scopo di essere principalmente idratante e quindi rimpolpante, ma anche aiutare ad una migliore assimilazione degli attivi che utilizziamo, perché significa che va a tutti gli effetti a sostituire completamente una essence o un tonico, e non ci obbliga a fare un passaggio extra.

Per la sua consistenza leggera e per la sua funzione, mi sembra che questa essence The Ordinary possa essere perfetta per chi ama stratificare molti prodotti nella propria routine, ma anche a chi cerca un prodotto semplice ma multifunzionale. Può essere meno adatto a chi ha una routine minimale, con massimo uno o due step e vogliono che questi pochi passaggi veicolino già attivi specifici.
Inoltre la Multi-Active Delivery Essence mi sembra indicata a chi ha già magari i propri sieri preferiti, e vuole ottenere il massimo da questi senza però modificare troppo il feeling sulla pelle. 

L'avete provata? Vi incuriosisce?





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Due Comedy Netflix da vedere senza troppi pensieri

Una ventata di leggerezza con queste due serie tv Netflix, una ritornata per una seconda stagione, e l'altra nuova di zecca, entrambe accomunate da protagoniste femminili imperfette ma che cercano sempre di fare del loro meglio. Se state cercando qualcosa da seguire che non richieda troppo impegno, ma non sia nemmeno completamente demenziale, allora ho due consigli per voi.


Envidiosa 
Seconda stagione


Forse poco chiacchierata da noi, ma Envidiosa è per me una piccola chicca sottovalutata. Sta avendo un grande successo in Argentina, dove appunto nasce ed è ambientata, e infatti non solo la seconda stagione è arrivata il 5 Febbraio di quest'anno, ma è già stata rinnovata per altri episodi.
In Envidiosa 2 troviamo sempre Griselda Siciliani nei panni di Victoria "Vicky", una donna di quasi quarant'anni che deve far quadrare tutto quello che le capita o le è capitato, con la sua invidia, specie nei rapporti di amicizia o col proprio partner. Uno spaccato contemporaneo e femminile, con una protagonista che per quanto possa a primo impatto respingente, io trovo che, con ironia, riesca a farci riflettere su noi stessi e sulle relazioni che instauriamo.


In questa seconda stagione secondo me si prosegue come nella prima, in una logica coerente con i personaggi che avevamo conosciuto e le dinamiche che si erano create, ma ovviamente si espandono un po' le tematiche. Si parla molto di più di maternità (e genitorialità in senso più ampio) e Victoria è ancora più confusa fra cosa fare della sua vita sentimentale, divisa fra cuore e ragione.

Per me Envidiosa si conferma come una comedy da recuperare, che intrattiene, ha i giusti tempi, ed è in grado di raccontare in modo divertente una protagonista che potremmo definire una anti eroina. Si esasperano certe situazioni non solo per dovere di copione, ma anche per porre l'accento su azioni e reazioni della nostra Vicky nella sua costante ricerca della felicità. In fondo sono certo che a tutti sarà capitato di incontrare una Victoria nella propria vita, così come sono certo ognuno di noi abbia un po' dei suoi vizi, ma anche delle sue qualità. 
Non mancano anche in questa stagione i colori vivaci e quel tocco di glamour che danno ad Envidiosa un aspetto non solo gradevole, ma anche l'aria di una serie tv più internazionale.

Sono quindi molto curioso della terza stagione, anche se immagino la vedremo fra un annetto, 


Running Point 
Prima stagione 

È arrivata invece il 27 Febbraio un'altra comedy vagamente ispirata alla storia vera di Jeanie Buss, proprietaria dei Lakers, scritta da Mindy Kaling e con Kate Hudson nei panni di Isla Gordon, la protagonista di Running Point che, per tutta una serie di motivi che non vi svelo, si ritroverà presidente di una squadra di basket di Los Angeles. Un impero familiare che è gestito da tutti i fratelli Gordon in vari ambiti, e che adesso deve dare spazio all'ultima arrivata.
Tuttavia Isla non solo si ritroverà a capo di un business complesso, fatto spesso di strategie in campo e dietro le quinte dei match veri e propri, ma anche a doversi confrontare con un mondo ad appannaggio maschile, a volte persino tossico. 
Come purtroppo spesso accade, alle donne tocca lavorare il doppio per poter essere prese sul serio, ma Isla non si lascerà spaventare dal machismo che la circonda.

Resto in ambito leggero ma non troppo con Running Point, che è già stata rinnovata per una seconda stagione. In effetti la storia dei Gordon si presta ancora ad essere esplorata perché appunto all'ambito strettamente sportivo del basket, hanno saputo cucire tutta una serie di situazioni familiari e personali di vario genere. I Gordon sono in fondo una famiglia allargata e a tratti disfunzionale, e Isla non fa che risentirne, dovendosi difendere anche da lotte intestine nel difficile connubio fra affetti e lavoro.

Ovviamente siamo pur sempre in una commedia, e i momenti drammatici o le difficoltà, per quanto ci siano, non sono estremamente difficili da superare da parte di Isla e di tutti i personaggi.
Anche le difficoltà lavorative di Isla, che sono indubbiamente un esempio di empowerment femminile, ma anche di un mal celato sessismo, 
Considerate che gli episodi (in totale 10) durano mezz'ora circa, e la narrazione è spesso verticale, con qualche elemento orizzontale che prosegue nel corso delle puntate. Inoltre il ritmo della serie è molto vivace quindi non ci si annoia mai troppo.



L'obbiettivo di Running Point è infatti intrattenere, con battute sulla nostra contemporaneità e a sfondo pop, probabilmente più facilmente comprensibili se masticate la cultura americana. L'ambito sportivo non è troppo fastidioso anche per chi come me non ne capisce nulla di pallacanestro, ma è più che altro un punto di partenza di altre situazioni che man mano si sviluppano. 
Il cast, che oltre a Kate Hudson stessa vede nomi come Max Greenfield di New Girl e Brenda Song, è altrettanto valido ed azzeccato per lo scopo di questa serie tv Netflix. Quindi se cercate qualcosa di leggero, divertente, facile da seguire, allora date una chance a Running Point, non vi cambia la vita, specie in termini di originalità, ma sicuramente vi fa passare qualche serata senza doversi applicare troppo. 





Maschere Viso ed Occhi Garnier al Carbone, le recensioni aggiornate

Sono trascorsi un bel po' di mesi da quando vi ho parlato l'ultima volta delle maschere viso di Garnier in tessuto, che nel panorama dei trattamenti da grande distribuzione sono indubbiamente fra i miei preferiti.

Questa volta mi voglio focalizzare su uno dei lanci più recenti di Garnier, ovvero le Maschere viso AHA + BHA Charcoal e i Patch Occhi Caffeine + Charcoal, entrambi arricchiti con appunto carbone, ma non come ci si potrebbe aspettare. Vi racconto la mia esperienza.


Garnier AHA + BHA Charcoal Mattifying Serum Mask
Maschera Viso in tessuto Mattificante Idratante
Pelli Normali e Grasse


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Amazon
💸 €2.50
🏋 28gr
🗺 Cina
⏳ 1 Maschera in tessuto monouso
🔬 //

Nel corso del tempo Garnier ha dato più volte nuova vita a queste maschere viso al Carbone, perché già dal 2020 al 2023 ho notato che ci sono state delle modifiche, ma adesso c'è stato un ulteriore cambiamento non solo al pack ma anche all'INCI, ed un po' al concept del prodotto per avvicinarlo a quello del siero viso nero.
 Adesso Garnier specifica che la sua Maschera Viso al carbone contiene proprio una miscela al 2% di Glicerina, AHA e BHA. Agli acidi della frutta (estratti dall'ananas e papaina), e al lipoidrossiacido (LHA), sono stati aggiunti appunto acido salicilico e glicolico. Anche l'acido citrico mi sembra abbia guadagnato una posizione più rilevante nella composizione. Permangono invece altri attivi, come l'estratto di tè nero e l'acido ialuronico come sostanze idratanti, ed il carbone in questo caso è infuso nel tessuto.

A parte questi tecnicismi, mi sembra che tutto gli altro aspetti della Mattifying Serum Mask siano rimasti gli stessi, sia nell'uso che nell'aspetto.
Il tessuto infatti non è sottile come nelle maschere coreane, ma è molto elastico, aderisce bene alla pelle, ed ho avuto bisogno solo di allungare i tagli sul naso perché per il resto calza alla perfezione e non cola in giro.


È molto ben intrisa di siero, quindi l'ho sempre lasciata agire sul viso per molto tempo, ben più dei 15 minuti indicati, ma non sporca in giro. È anzi gradevole da tenere in posa perché non è estremamente fresca e non ha una profumazione troppo intensa da dare fastidio.

La mia esperienza con questa maschera viso Garnier si è confermata ancora una volta positiva, ma mi ha stupito in una occasione particolare, in cui mi sono trovato alcune aree del viso (il mento soprattutto) un po' secche e con qualche pellicina.  
Già usarla una volta aveva risolto del tutto il problema, levigando le zone più ruvide ed ammorbidendo in generale la pelle. L'aspetto era anche migliorato visto che mi sembra leggermente più luminosa dopo l'uso e mi è sembrato che questa maschera al Carbone Garnier abbia anche un effetto astringente sui pori dilatati.

Sebbene sia ricca di siero, credo sia una maschera adatta anche a pelli normali e miste, non solo per gli ingredienti ma anche per il grado di idratazione perché, sebbene per alcuni minuti il viso resti leggermente appiccicoso, una volta che si assorbe del tutto il siero, non ci sono residui e la cute risulta idratata. Il viso ha poi un aspetto normale, non lucido o appesantito, e per le pelli più esigenti possono far seguire questa maschera Garnier da altri prodotti senza intoppi, e considerarla un trattamento serale esfoliante e levigante.


Garnier Revitalizing Eye Mask Caffeine + Charcoal 
Maschere occhi rivitalizzanti


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Douglas
💸 €2.80
🏋 28gr
🗺 Cina
⏳ 1 Maschera in tessuto monouso
🔬 //

La vera novità della linea Charcoal di Garnier sono queste maschere occhi in tessuto che contengono il 3% di una miscela di glicerina, per idratare, e caffeina, per drenare ristagni di liquidi quindi ridurre borse e occhiaie. Ma la formulazione anche in questo caso è più ampia: al suo interno ci sono sostanze come l'Ascorbyl Glucoside, una forma stabile di vitamina C, con azione antiossidante e schiarente, che si unisce all'estratto di limone, anche questo ricco di vitamina C. Non manca poi l'acido ialuronico e un derivato della liquirizia, con proprietà lenitive e antinfiammatorie. 
Anche in questo caso il carbone (di bambù nello specifico) 

Questa patch occhi rivitalizzanti Garnier hanno sempre una formulazione vegana e non hanno profumo per essere ancora più delicati. La forma è quella tipica a lunetta, non troppo grande, ma potrebbero essere un po' troppo ingombranti se avete un viso particolarmente piccolo. La Eye Mask Caffeine + Charcoal è molto intrisa di siero, infatti io preferisco cercare di prelevarlo e stenderlo sul contorno occhi prima di applicare la maschera vera e propria. Inoltre anche in questo caso Garnier consiglia una posa di 15 minuti circa ma vista la quantità di siero io mi dilungo anche di mezz'ora.


Ogni volta che ho usato queste maschere occhi Garnier ho avuto una impressione positiva, ma secondo me ci sono un paio di aspetti da specificare.
In primis posso dirvi che restano in posa senza problemi, anche se vista la grande quantità di siero che contengono, sembra di sentirli leggermente scivolare lungo le guance, ma non cascano anche se ci si muove. Cosa ancora più importante, il siero di questo patch non mi ha mai dato fastidio agli occhi, anche quando li ho utilizzati dopo una giornata con le lenti a contatto.

I benefici che ho notato con l'Eye Mask Caffeine + Charcoal sono quelli di una pelle più idratata, più liscia e più compatta, ma senza venir meno l'elasticità che una zona così sottile necessita.
Si tratta di una idratazione sufficiente anche per pelli un po' più secche e bisognose, che apprezzano queste quantità di siero abbondanti, ed anche la leggere freschezza e sensazione di benessere che danno.

Mi è sembrato anche contribuisse a schiarire leggermente le occhiaie, ma su di me non fa un effetto particolarmente visibile, perché immagino la loro forma non gli permette di agire nell'angolo più interno della contorno occhi, dove ho una maggiore area scura. Ma ho una perplessità sul fatto che queste maschere Garnier, contenendo così tanto siero, possano essere dei trattamenti per preparare la pelle ad una giornata particolare: non lasciano residui e sopra ci si può stendere altro se lo si desidera, ma per una questione puramente pratica, raramente ho tempo per fare una posa così lunga.
È solo un piccolo neo che mi fa considerare queste maschere occhi più un trattamento preventivo che preparativo. 

Avete provato queste maschere Garnier Skin Active?




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|Sotto la copertina|
Vi dico la mia sui libri italiani più venduti

Sono trascorsi mesi dall'ultima volta in cui vi ho parlato di libri, ma nel mentre non ho smesso di leggere, anzi. Ho terminato tre diversi romanzi che sono stati dei successi in Italia e non solo, in vetta alle classifiche e base persino per farci delle serie tv. 
Nonostante però siano stati spesso in vetta alle classifiche, o vincitori di diversi premi, secondo me non tutto merita la stessa attenzione.

Milena Palminteri - Come l'arancio amaro


Genere: narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 448
Data di pubblicazione: giugno 2024
Prezzo: €19.00 / ebook €11.99


Dopo aver terminato La Portalettere di Francesca Giannone, ho voluto dare una opportunità ad un romanzo che è stato spesso accomunato a questo e mi riferisco proprio a Come l'Arancio Amaro di Milena Palminteri, accomunato da alcune caratteristiche. Si tratta infatti sempre di un'altra opera prima, definito da alcuni come un esordio tardivo (come se ci fosse una scadenza), e che ci porta ancora una volta in un'epoca passata, esattamente fra gli anni '20 e '60 del '900, e sempre a sud Italia, ma questa volta in Sicilia, nell'immaginaria Sarraca (ispirata a Sciacca).

Come l'arancio amaro gira intorno (altro elemento comune) a tre figure femminili, Sabedda, Nardina e Carlotta, che saranno destinate in qualche modo ad essere legate, seppur sono tutte e tre differenti e inevitabilmente destinate ad un ruolo e ad una sorte che non erano quelli speravano. Tre donne che dovranno in modo diverso lottare per poter sopravvivere, emanciparsi e trovare la loro strada e persino la verità sulla loro stessa vita. Ovviamente intorno a Sabedda, Nardina e Carlotta ci sono tanti altri personaggi, come la nobile famiglia Calangiosi, e Giuseppe Calascibetta detto zu' Pippino, un avvocato che suo malgrado (forse) si troverà a conoscere molti segreti. Sullo sfondo tanti eventi storici che hanno segnato la storia socio politica italiana.

Milena Palminteri ha affermato di aver impiegato cinque anni per scrivere il suo Come l'Arancio Amaro, ed in effetti è comprensibile: si tratta di un libro ricco, sia nelle descrizioni dei personaggi, che nella narrazione vera e propria, e appunto del contesto storico che nel mentre accade sullo sfondo e che si collega in parte alla storia stessa. Fatti reali che si legano a luoghi inventanti ma che risultano riconoscibilissimi, con una vicenda che non è poi così incredibile, se la contestualizza in quell'epoca.

La cura di Come l'arancio amaro si vede anche nella scrittura, ricercata e pensata, in italiano e anche in alcuni passaggi in dialetto siciliano, ma che non si è tradotta per me in una lettura difficoltosa. Tutto sommato è un romanzo scorrevole, per quanto ti faccia soffermare su ogni pagina. 
Purtroppo però, per quanto l'abbia trovato più appassionante ed originale de La Portalettere, non mi sono innamorato molto dei personaggi e della storia, come se non mi avessero suscitato particolari emozioni, né positive né negative. Purtroppo credo che ci sia un po' per tutto il romanzo una sensazione di inevitabile e di prevedibile che un po' smonta la sua carica, e sono solo pochi i momenti in cui mi ha davvero sorpreso.

Come l'arancio amaro è alla fine una saga familiare mossa da tre personalità femminili distinte (ma ce ne saranno anche altre meno centrali ed altrettanto efficaci), raccontate con i loro pregi e difetti, ma a cui non mi sono legato particolarmente nel lungo periodo, anzi sono ormai opache le sensazioni che mi ha lasciato il libro. Ho trovato poi un po' strana la figura dell'avvocato Calascibetta che sembra essere casualmente ovunque, un escamotage "facile" per darci una chiave ad ogni soluzione e un personaggio onnisciente. Un buon esordio tutto sommato, ma non il mio romanzo preferito.



Ilaria Tuti - Fiori sopra l'Inferno


Genere: Giallo/Thriller
Editore: Longanesi
Pagine: 368
Data di pubblicazione: Gennaio 2018
Prezzo: €13.99 / ebook €9.99


Il nome di Teresa Battaglia vi dice nulla? È la protagonista di una fortunata serie tv di Rai 1, interpretata da Elena Sofia Ricci, che si ispira ai romanzi di Ilaria Tuti, che da Fiori sopra l'Inferno ha creato una pentalogia proprio sulla sua investigatrice.
Teresa Battaglia è una profiler precisa ed esperta del suo lavoro, ma è anche una donna ruvida, spigolosa, sia per il mestiere che fa, che per il suo passato. Ma è anche una donna malata, che a fatica sta imparando a convivere con quella malattia che lentamente la confonde e le cancella la memoria. Eppure c'è un nuovo caso da risolvere per lei, una serie di omicidi nell'immaginario borgo di Travenì, sulle Dolomiti, dove le condizioni climatiche sono spesso difficili e la popolazione è restia ad aprirsi ai forestieri. 
Fra passato e presente, Battaglia dovrà impegnarsi più che può per evitare che quella scia di sangue prosegua.

Sì, sono stato un po' banale a raccontare la trama di Fiori sopra l'Inferno, ma è forse un po' il libro stesso ad avermi dato ben poco, ed ammetto che a distanza di tempo le mie impressioni sul primo romanzo di Ilaria Tuti sono più fredde delle valli dolomitiche.
Avevo voglia di tornare a leggere un buon thriller, perché era da un po' che mi ero allontanato dal genere ma purtroppo non è stato amore con la scrittrice friulana. Il suo stile di scrittura mi è risultato gradevole (per quanto si possa associare ad una storia di omicidi), e per essere una prima opera mi è sembrato che sapesse dipingere bene i luoghi e le atmosfere che fanno da sfondo alla sua storia. Uno stile comunque comprensibile e scorrevole, aiutato anche dal fatto che i capitoli sono brevi e passano dal passato al presente dando dinamismo. Il problema è stato proprio il contenuto, che non mi ha convinto del tutto. 

La vicenda di Fiori Sopra L'inferno mi è sembrato mancasse spesso di mordente e di quella sensazione di ansia che una storia del genere dovrebbe suscitare. Questo credo sia soprattutto derivato dal fatto che mi sono sentito un po' lasciato in disparte dalle indagini. Ci sono anche scelte poco originali e troppo facilone: le persone locali poco collaborative, la polizia del luogo che sottovaluta la vicenda e così via.
Dall'altra parte si finisce per provare poca simpatia ed empatia per la protagonista Teresa Battaglia: il fatto che ci venga presentata come una donna dal carattere duro e dall'aspetto poco curato, dovrebbe essere quasi un plus, un tratto distintivo, ma oltre ad essere un approcciò già usato in film e letteratura, finisce per risultare troppo supponente. A voler essere puntigliosi, questa scelta sembra sottintendere che una persona dall'aspetto più curato possa essere meno valida sul lavoro, ma sorvoliamo. 
I traumi della profiler l'hanno in qualche modo forgiata, ma non ne sappiamo nulla. Lo stesso vale per i personaggi secondari, come il suo assistente Marini, di cui conosciamo pochissimo. 

Sono arrivato alla fine di Fiori sopra l'inferno senza quel senso di soddisfazione per la risoluzione del caso, a causa anche di colpi di scena poco impattanti, e non mi è rimasto nulla di particolare che mi facesse venir voglia di proseguire con i casi di Teresa Battaglia.



Felicia Kingsley - Due Cuori in Affitto 



Genere: romanzo rosa, commedia
Editore: Newton Compton
Pagine: 351
Data di pubblicazione: maggio 2019
Prezzo: €3.50 / ebook €2.99

Volendo alleggerire un po' le cose, visto che per quanto non ne sia rimasto colpito, Fiori sopra l'Inferno parla pur sempre di morte, ho deciso di passare ad una delle scrittrici di romanzi rosa più lette in Italia, ovvero Felicia Kinglsey, al secolo Serena Artioli. Ho scelto Due Cuori in Affitto che sembra proprio l'inizio di una serie di best sellers sull'amore fra due protagonisti molto amati, Blake e Summer.
È proprio sulla loro prima conoscenza che si concentra il romanzo: a seguito di un malinteso, Blake, scrittore newyorkese, e Summer, aspirante sceneggiatrice californiana, si ritroveranno in una lussuosa villa negli Hamptons a trascorrere l'estate insieme ai rispettivi partner. Non sarà una convivenza semplice, visto che Summer e Blake non hanno nulla in comune, e ognuno è convinto che l'altro non abbia diritto a stare nella villa, ma gli eventi li faranno avvicinare più di quanto potessero immaginare.


Vi dicevo che cercavo qualcosa di più leggero di un thriller da leggere, ma mi sa che con Due Cuori in Affitto ho calcato un po' troppo la mano. Si tratta infatti di una tipica storia enemies to lovers già vista e rivista in tantissime rom com e romanzi rosa. Anzi l'impressione che ho avuto è che stessi proprio leggendo la sceneggiatura di un film romantico, sia per le battute fra i personaggi che per gli snodi narrativi davvero tipici di quel genere cinematografico.
Purtroppo Due Cuori in Affitto secondo me soffre di una grossa mancanza di originalità, anche nella prospettiva di un romanzo rosa, che per sua natura deve fornire al lettore una certa dose di dolcezza e di comfort. 

Per quanto abbia comunque provato simpatia per Summer e Blake, e non vi è dubbio che la loro sia un po' una fiaba contemporanea, quel tipo di relazione che un po' tutti vorremmo vivere, mi aspettavo qualcosa di più da un romanzo così noto. I personaggi secondari poi sono abbozzati e stereotipati, per cui è difficile avere un qualche interesse per le loro vicende. Ma quello che più mi ha pesato di Due cuori in affitto è la prevedibilità estrema di alcune situazioni e la scarsa credibilità di altre. 
Pur quindi trovando gradevole lo stile di Felicia Kinglsey, non ho voluto approfondire la lettura di altri suoi restanti romanzi e credo che tutta la prosopopea su Blake e Summer vada bene al massimo come lettura da sotto l'ombrellone.


Per adesso chiudo con i libri, ma conto di tornare molto presto a parlare delle letture che ho sul comodino.



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Vi presento Parfum de Voyage, le nuove fragranze di Compagnia delle Indie

Già prima che vi parlassi della Eau De Parfum 21 Arancia e Cuoio, che mi era piaciuta parecchio e che continuo ad utilizzare, Compagnia delle Indie aveva lanciato alcune nuove fragranze che si affiancano alle quattro profumazioni già disponibili. Non si tratta però solo di una espansione della gamma, ma una nuova linea con le sue specifiche caratteristiche.
Così nasce Parfum de Voyage, che l'azienda mi ha dato l'opportunità di presentarvi e provare per intero.

Composta da otto nuove profumazioni, Parfum de Voyage differisce da appunto la linea "originale" non solo per le note olfattive, ma per il concept che propongono. Come il nome stesso indica, sono dei profumi corpo pensati per il viaggio, con un pack più leggero ed in alluminio da 100ml, quindi più resistente del vetro, imbarcabile in aereo e che non crea troppo peso nel beauty.
Inoltre tutta la collezione, come per le eau de parfum, è Made in Italy.

Compagnia delle Indie ha poi declinato queste otto eau de toilette in altrettante fragranze, che si ispirano a creazioni olfattive famose, e che possono essere adatte sia agli uomini che alle donne (in base ai propri gusti ovviamente). Inoltre le confezioni hanno tutte queste stampe bellissime con paesaggi onirici che evocano la fragranza stessa, e che rispecchiano un po' la filosofia dell'azienda che associa gli aromi a dei veri e propri viaggi sensoriali.


Al momento sul sito ufficiale, dove tra l'altro è possibile acquistare tutti i prodotti, inclusa la linea corpo, non ci sono tantissimi dettagli sulle fragranze con magari una piramide olfattiva più dettagliata, se non la breve descrizione che troviamo anche sul retro di ogni profumo.

Devo ancora provare con l'attenzione che merita ogni singola fragranza, per capirne anche la durata, quindi questa vuol essere una panoramica generale. Avendoli però annusati tutti, nella mia interpretazione, potrei suddividere i profumi Parfum de Voyage in tre macro categorie ovvero:
  • fragranze floreali,
  • fragranze speziate e dolci, 
  • fragranze fresche.

Tuttavia non aspettatevi una divisione altrettanto netta da un punto di vista concreto, perché ogni eau de toilette, oltre ad essere ben distinguibile, ha le sue sfumature e le sue caratteristiche peculiari, così come non sarei altrettanto limitato nell'indicare un genere a cui far riferimento, ma a volte può essere utile per capire meglio la profumazione. 

Fanno parte della prima categoria il 7 Iris e Patchouli e il 23 Rosa e Muschi Rosa, entrambi appunto caratterizzati da note floreali, ma con delle leggere differenze.

Se infatti 23 è un fiorito più acceso, vibrante, la fragranza più femminile della gamma Parfum de Voyage, e direi primaverile, il 7 ha invece un accordo olfattivo un po' più caldo, avvolgente, con vaghi sentori più dolci e secondo me si può considerare più unisex. Entrambe le sto usando in questo periodo perché credo si adattino bene alla primavera e alla belle giornate, qui trovate la recensione in dettaglio.

I profumi speziati e dolci Parfum de Voyage sono tre, ovvero 3 Frutta Candita e Vaniglia, che è uno dei best sellers di Compagnia delle Indie tanto da essere spesso sold out, 40 Tabacco ed Incenso e 83 Spezie e Vetiver.

Come il nome suggerisce il numero 3 è una fragranza più dolce e gourmand, in cui la vaniglia è sicuramente predominante. Invece sia 40 Tabacco ed Incenso e 83 Spezie e Vetiver sono delle profumazioni intense e direi più maschili (o comunque unisex), ma anche qui ci sono delle leggere differenze: 40 a mio avviso è più decisa e seducente, magari serale, mentre 83 riesce ad avere una nota più leggera che lo rende portabile anche di giorno.

Per finire le tre fragranze più fresche proposte da Compagnia delle Indie, che credo saranno fantastiche proprio durante l'estate, ovvero la 9 Menta e Zenzero, la 16 Sale di Mare e Legno di Cedro, e 27 Note Marine e Bergamotto.

Posso già dirvi che queste tre eau de toilette Parfum de Voyage mi hanno stupito fin da subito perché spesso i profumi freschi possono essere banali e piatti, invece qui troviamo tre fragranze ben distinte e che penso possano essere definite unisex. Ad esempio la 9 ha queste note di menta verde fresche ma non erbose o pungenti, la 16 ha questo accordo salino particolare ed esotico, mentre la 27 sa trovare una sua originalità nelle note agrumate di testa. 

Come vi dicevo, questi sono solo i primi passi in questa linea Compagnia delle Indie, quindi vi aggiornerò man mano con delle recensioni più dettagliate, ma posso dirvi che a me stanno piacendo davvero tutte. La cosa che più ho apprezzato è che comunque, almeno stando al mio naso e al mio gusto, non ho trovato quella profumazione che mi facesse dire "ok questa non posso proprio utilizzarla". Nonostante infatti abbia categorizzato e stagionalizzato queste eau de toilette, mi sono sembrate tutte fragranze contemporanee, gradevoli, portabili, senza quei sentori chimici che banalizzano e appiattiscono l'esperienza olfattiva, e che finisce per stufare.

Ci sono alcuni di questi profumi Parfum de Voyage che appena spruzzati mi danno davvero una sensazione di benessere, e credo che tutta la collezione, visto il costo accessibile, sia perfetta per chi comunque come me vuole un prodotto di qualità ma allo stesso tempo ama variare costantemente fragranza in base appunto al periodo dell'anno, al momento della giornata, all'occasione o semplicemente in base all'umore. 
Quindi noi ci aggiorniamo presto per raccontarvi la mia esperienza più in dettaglio.


I profumi Parfum de Voyage al momento sono disponibili sul sito Compagnia delle Indie, ma immagino che come l'altra linea, siano disponibili anche nelle catene Splendidi e Splendenti. 

Li conoscevate?


Vi sono piaciuti