Envidiosa su Netflix è una serie tv sottovalutata, ecco perché

Arrivata su Netflix il 18 settembre, Envidiosa è la nuova serie tv argentina che ho terminato in queste ultime settimane e di cui però poco ho letto, e spesso mi è sembrato di aver visto solo opinioni superficiali e incomplete, ma secondo me c'è qualcos'altro sotto.

Griselda Siciliani è Victoria, una donna che si sta lentamente avvicinando ai 40 e inizia a fare i conti con la vita e con tutto quello che le manca. Da sempre porta con sé il rimpianto di non essere diventata una architetta, fermandosi solo al "grado" di arredatrice, ma soprattutto vuole qualcosa di più dalla sua vita sentimentale. È fidanzata da ben 10 anni con Daniel (Martín Garabal), ma lui non le ha mai fatto la proposta di nozze, così Vicky, per suscitare una sua reazione, decide di lasciarlo, ma non sa che non otterrà l'effetto sperato. Daniel infatti, per cercare di superare la rottura, parte in viaggio con degli amici dove conosce una giovane donna brasiliana, che nel giro di pochi giorni decide di sposare.

Victoria si ritroverà quindi sopraffatta dal suo stesso piano, perdendo di lucidità, lagnandosi di tutto ed incapace soprattutto di celare quella invidia che prova nei confronti delle amiche sposate o in procinto di convolare a nozze. Così cercherà di recuperare terreno iniziando alcune relazioni altrettanto tossiche ed allontanandosi da quello che davvero vuole, non solo perché pensa sia giusto.

Chi ha visto Envidiosa con superficialità, o fermandosi ai primi episodi, probabilmente ha subito avuto una sensazione di rigetto e antipatia per la protagonista, poco empatizzabile, spesso insensibile e respingente, ma secondo me la Victoria di Griselda Siciliani è molto altro, e soprattutto è umana.

È una donna che sente il peso che la società le ha affidato, tanto che vive il matrimonio anche come occasione per poter affermare il suo status sociale, ma soprattutto, nonostante l'invidia che sciorina verso amiche e conoscenti, è lei stessa a voler essere invidiata. È come se, per una sorta di senso di inferiorità, sentisse sempre qualcosa che le manca rispetto agli altri, e credo che anche la persona meno invidiosa che conosciamo, prima o poi si sarà chiesta "che cos'hanno gli altri che io non ho?".
Questo passa chiaramente nel rapporto fra Victoria ed il suo ex, e diventa ancora più frustrante quando lui non sa perché ha sposato un'altra dopo pochi giorni e non lei dopo 10 anni.
È qui che Envidiosa trova la sua strada e riesce secondo me a raccontare in modo divertente, sentimenti che per quanto esasperati un po' tutti abbiamo vissuto.

L'ossessione per l'omologazione poi spingerà Victoria a non rendersi nemmeno conto di ciò che di buono le capita, e che forse può essere felice senza spuntare tutte le caselle di un ipotetico perfetto percorso di vita, e forse questa è la più grande lezione della serie.

I toni sono sempre leggeri, si parla di una commedia alla fine e mai si scende nei lati più oscuri di certi tratti caratteriali e psicologici, anzi si gioca molto con situazioni a volte assurde o sopra le righe, ma secondo me Envidiosa sa tornare al realismo quando serve, mostrando sfaccettature che una serie da mezz'ora ad ogni episodio non sempre riesce a mostrare. Victoria ad esempio non è solo invidiosa, ma è una donna contemporanea che sa essere dolce, sensibile, è il frutto delle sue esperienze e dei suoi traumi, soprattutto legati all'infanzia, ed è in parte consapevole dei suoi limiti visto che fra alti e bassi si affida ad una terapista.
E poi si parla di amicizia, sorellanza, e famiglia da più punti di vista, quindi i 12 episodi sono ricchi ma scorrevoli.

Envidiosa poi toglie qualunque patinatura, scegliendo attori bravi ma normalissimi, con stili di vita che sono più comuni di quanto vedremmo in altre serie, e sceglie solo dove serve di usare i cliché tipici della commedia con risvolti romantici, come il rapporto fra la protagonista e Nicholas (Benjamín Vicuña da Terapia di coppia...aperta). Hanno poi saputo allargare il focus su altre storyline dei personaggi secondari, così da rendere il tutto un po' più dinamico.

E no, non voglio dire che siamo di fronte al capolavoro dell'anno o un manuale di sociologia, ma solo che mi è sembrata una serie tv più onesta di altre, che tratta in modo schietto un sentimento di cui si parla poco, e che forse ci può spingere a fare un po' di autocritica. Sarà per questo che ad alcuni non è piaciuta?

La seconda stagione è stata confermata per l'estate 2025, e sono curioso di vedere come proseguirà.

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