E quindi, avete passato un buon Natale?
Viste le varie critiche che leggo su questo giorno ho fatto un sondaggio su Twitter (quanto mi diverto con 'sti sondaggi!) e pare che sia andato bene, almeno per la maggior parte della trentina di persone che hanno partecipato.
Il mio è stato abbastanza tranquillo. Ormai da un paio di anni non facciamo più nulla di eccessivo, abbiamo anche impedito a mia madre di fare più di una seconda portata, così almeno non ci ritroviamo con avanzi per le scampagnate del 25 Aprile.
E sono stati anche tutti molto graditi i regali che ho ricevuto, cosa non poco importante alla fine ché riciclare brutti regali è sempre complicato. Di alcuni sono certo ne sentirete parlare anche qui!
In realtà, anche se non ho pubblicato qui nessuna wishlist, esiste una lista dei desideri che ho condiviso solo con gli amici. Nulla di speciale, si intenda, ma sicuramente efficace.
Sono ancora un po' in modalità relax, sto iniziando e finendo nuove serie tv, e dormo tantissimo, che se il sonno si potesse vendere sarei sceicco in un qualunque paradiso fiscale.
In realtà sono anche concentrato al futuro e non pensate sia stato un periodo liscio liscio.
Ad esempio, fra una cosa e l'altra, ho dimenticato che il mio blog ha compiuto 4 anni il 12 di questo mese!
Non che volessi organizzare un party itinerante per l'Italia, ma il fatto che mi sia sfuggito è un po' sintomatico di dove sia rivolta la mia mente al momento.
Dicembre non è mai un mese tranquillo, penso un po' per tutti ma non è che abbia molto capito questa ansia. Alla fine superato Natale ci sono stati diversi giorni feriali e nemmeno un misero ponte più lungo, per cui mi sembra si sia tornati subito alla normalità.
Dicembre non è mai un mese tranquillo, penso un po' per tutti ma non è che abbia molto capito questa ansia. Alla fine superato Natale ci sono stati diversi giorni feriali e nemmeno un misero ponte più lungo, per cui mi sembra si sia tornati subito alla normalità.
Sempre più o meno agli inizi di dicembre, si è concluso il trono gay a Uomini e Donne. Non ho seguito il programma se non per alcuni stralci che magari mi fermavo a vedere dalla tv accesa, ma mi è parso di capire che le mie remore fossero infondate: non credo che il programma, nonostante sia quel che sia, è sceso a livelli tali di trash che possano averne inficiato quelle che erano le buone premesse. Anzi, parlare di omosessualità in un modo tutto sommato non eccessivamente spettacolarizzato, in uno show che ha un pubblico molto ampio, è stato secondo me incoraggiante. Quindi, che la coppia #Clario sia vera o meno, francamente poco me ne importa. Magari ha ragione Stefano Gabbana, ma se il messaggio è stato recepito, va benissimo così.
Ancora comunque non è certo ci sarà un seguito al trono gay.
Non si può dire abbia avuto la stessa accoglienza positiva il programma di Rai 3 Stato Civile, dove viene raccontata la vita di alcune coppie prima e dopo la celebrazione dell'unione civile appunto. Sulla pagina Facebook della emittente infatti sono volati commenti di gente che inneggia a propaganda omosessuale come se non esistessero miliardi di programmi in cui Enzo Miccio organizza matrimoni di coppie etero.
Ma nella parabola discendente di questo 2016 decadente e matto, dicembre ha fatto il suo, e dopo un attentato terroristico, su cui non mi soffermo, non perché voglia declassare l'evento ad un fatto di quotidiana amministrazione, ma perché cosa c'è da dire a riguardo?, abbiamo perso altri pezzi di storia della cultura pop mondiale: George Michael, Carrie Fisher e sua madre Debbie Reynolds.
Non vi sciorinerò storie su quanto fossi fan di questi personaggi, su quanto la cosa mi abbia distrutto, perché ridefinirei il concetto di Giuda.
Ma da fan in generale della musica e dell'intrattenimento, oltre all'umano dispiacere, posso immaginare come possa essere perdere qualcuno che, pur non conoscendolo, pur essendo lontano da te, e magari non avendolo mai incontrato, ha saputo farti emozionare, qualcuno con cui eri in qualche modo legato magari per un ricordo passato.
Ho ad esempio un ricordo di George Michael, quando nel 1998 uscì Outside.
Ricordo me, che ero un bambino di 9 anni, guardare il video con forse un po' di perplessità, ma incuriosito da quel fare provocatore, irriverente, al limite quasi del proibito per me. Non capivo all'epoca cosa significasse quel "Let's go outside" né da cosa provenisse ma rimasi sorpreso dal modo con cui si esprimeva nel video, non lo trovavo volgare ma liberatorio, leggero, divertente e autoironico.
Non so, mi piaceva quella sensazione e quel video, ed era un ricordo che avevo effettivamente sommerso.
Comunque adesso si guarda avanti.
Il 2017 alle porte, e, mi pare di capire che gli altri duemila anni precedenti ci abbiano insegnato che i buoni propositi non durano neanche fino a San Valentino e che ogni anno alla fine può portare cose belle e altre più brutte. Per questo ormai ho deciso di affrontare il capodanno col minimo sforzo.
Tirando le somme, questo 2016 per me è stato un anno ibrido che non mi ha lasciato molto. Non posso dire ci siano stati dei momenti bassi da incubo come gli anni precedenti, ma conto i momenti belli come si contano le stelle in un cielo annuvolato. Pochi e offuscati.
La cosa che forse ho imparato e che mi porto dal 2016 è certamente di smettere di guardare al passato, di rimuginarci sopra più o meno ogni ora del giorno.
A me poi il 17 è sempre piaciuto come numero, contro ogni regola e scaramanzia, ma se proprio devo chiedere qualcosa allo spirito del nuovo anno è che finalmente mi porti il coraggio di affrontare gli scheletri seppelliti in armadi, cassetti, valigie e beauty case.
Non so se ci leggeremo qui ancora, per cui colgo l'occasione per augurarvi non solo un buon 2017, ma soprattutto la forza per affrontarlo al meglio.
A presto!
Non so, mi piaceva quella sensazione e quel video, ed era un ricordo che avevo effettivamente sommerso.
Comunque adesso si guarda avanti.
Il 2017 alle porte, e, mi pare di capire che gli altri duemila anni precedenti ci abbiano insegnato che i buoni propositi non durano neanche fino a San Valentino e che ogni anno alla fine può portare cose belle e altre più brutte. Per questo ormai ho deciso di affrontare il capodanno col minimo sforzo.
Tirando le somme, questo 2016 per me è stato un anno ibrido che non mi ha lasciato molto. Non posso dire ci siano stati dei momenti bassi da incubo come gli anni precedenti, ma conto i momenti belli come si contano le stelle in un cielo annuvolato. Pochi e offuscati.
La cosa che forse ho imparato e che mi porto dal 2016 è certamente di smettere di guardare al passato, di rimuginarci sopra più o meno ogni ora del giorno.
A me poi il 17 è sempre piaciuto come numero, contro ogni regola e scaramanzia, ma se proprio devo chiedere qualcosa allo spirito del nuovo anno è che finalmente mi porti il coraggio di affrontare gli scheletri seppelliti in armadi, cassetti, valigie e beauty case.
Non so se ci leggeremo qui ancora, per cui colgo l'occasione per augurarvi non solo un buon 2017, ma soprattutto la forza per affrontarlo al meglio.
A presto!