Vagavo sul web in preda ai morsi della fame ché era ora di pranzo, e becco lui, lo spot dell'associazione ProVita con annessa petizione.
Ve lo descrivo.
Ve lo descrivo.
C'è un padre triste e vestitosi al buio più totale, seduto su un divano.
Gli corre incontro un bimbo che pare preso da crisi epilettiche, non dice una parola e scappa via.
Ma arriva la moglie, perché in queste famiglie del mulino bianco con le pareti color pastello il padre non può chiedere al figlio cosa abbia.
Lei, esagitata e con dei capelli che non vedono un balsamo dall'epoca in cui Nerone diede fuoco a Roma, dice:
"Sconvolto, poveretto. Mi ha raccontato tutto."
Ma col padre non ci parla...
"A scuola hanno fatto una lezione di educazione sessuale, basata sulla teoria del gender. Le scuole sono obbligate, sono direttive del governo."
E quindi?
"Gli hanno detto che dovrà scegliere in futuro se vorrà essere uomo o donna. Dipende da come si sente, che è normale cambiare di sesso, e puoi essere quello che vuoi, né uomo né donna, che qualsiasi orientamento sessuale va bene, che si può cominciare anche da piccoli a fare sesso"
Il tutto mentre scorrono immagini senza una logica.
Dovrà? Ma chi l'ha detto che DEVE?
A scuola non credo proprio, a meno che non fosse una babbiona come te, mia cara madre dello spot.
Il fatto è che insegnare a scuola educazione sessuale e quindi anche ciò che riguarda l'omosessualità e la teoria di genere, significa semplicemente educare al fatto che possiamo essere ciò che vogliamo, ciò che sentiamo, seguendo i nostri istinti, le nostre emozioni e sensazioni. E soprattutto che possiamo farlo rispettando gli istinti, le emozioni e le sensazioni altrui.
Vuol dire insegnare che la natura non sempre è perfetta, e come tale a volte sbaglia e quindi possiamo fare in modo che il nostro corpo somigli a ciò che realmente sentiamo di essere. Ma mica perché una mattina ci svegliamo e decidiamo che vogliamo cambiare sesso come si cambia un paio di pantaloni o l'ordine al ristorante cinese.
Si passa attraverso molta frustrazione, ansia, confusione, tristezza, momenti di certezza e sicurezza a momenti di dubbio, e molto altro che non riesco nemmeno a pensare.
E' una strada buia che devi fare a tentoni e che diventa ancora più difficile percorrerla da soli, assillati dall'idea di aver sbagliato tutto.
Vi rifaccio la domanda: volete questo per i vostri figli?
Miei cari genitori dello spot e non, i dogmi non li abbiamo tirati mica fuori noi. Nessuno sta dicendo quello che devono o non devono essere, lo state dicendo voi.
Lo dite voi attribuendo l'obbligatorietà ad un corpo o a una sessualità, che non ci appartengono.
Dall'altro lato c'è invece chi vuol dare a tutti una possibilità, quella di essere felici con se stessi e gli altri.