Ho sempre pensato che un buon motto per la vita sia " se dovessi curarti di ciò che dicono gli altri non dovresti metter naso fuori di casa" con tutte le dovute conseguenze.
Il che è effettivamente utopico, perchè, volente o nolente, ciò che sentiamo sui nostri riguardi, seppur non ci stravolga in alcun modo, seppur abbiamo sviluppato un carattere tale da proteggerci, ci spinge quantomeno a riflettere.
Avrei voluto parlarne diversamente, ma fatti attuali mi hanno fatto pensare sia meglio parlarne ora.
Succede che qualche sera fa, uscendo in totale tranquillità da casa, ho son sentito una voce sconosciuta urlarmi da una macchina in velocità
Il che è effettivamente utopico, perchè, volente o nolente, ciò che sentiamo sui nostri riguardi, seppur non ci stravolga in alcun modo, seppur abbiamo sviluppato un carattere tale da proteggerci, ci spinge quantomeno a riflettere.
Avrei voluto parlarne diversamente, ma fatti attuali mi hanno fatto pensare sia meglio parlarne ora.
Succede che qualche sera fa, uscendo in totale tranquillità da casa, ho son sentito una voce sconosciuta urlarmi da una macchina in velocità
"RICCHIONE!"
Fermi tutti, un attimo,
No, non si tratta di un attacco omofobo.
Mi spiego meglio.
Non che avvalli la cosa, anzi, ma oltre a non avere io aspetti che possano far trapelare a primo impatto la mia omosessualità, la macchina andava davvero a velocità e la strada in cui vivo non è certamente illuminata a giorno per vedere chi o come fossi.
Credo ci fosse stata una partita di calcio o whatever e il tipo voleva fare il simpaticone, come i ragazzini che uscendo da scuola suonano i campanelli e scappano.
Ho pensato alla questione che accadde a Cassano, e a come certe persone vengano mossi più da ignoranza che da odio verso la sessualità altrui.
Lì per lì son rimasto un po' turbato, non tanto per il gesto in sè, quanto perchè era la prima volta che mi sentissi dire una cosa simile e mai avrei pensato che potesse accadere nel mio paesino, di cui conosco ogni singolo angolo e in cui ho visto letteralmente generazioni susseguirsi.
Il turbamento tuttavia è passato subito perchè francamente poco mi frega di essere o sembrare ricchione.
Ho avuto la fortuna di non dover superare alcuna difficoltà interiore nell'accettarmi.
Anni fa quando ho capito che per le ragazze non provavo altro che un senso di affetto, stima e ammirazione, mentre preferivo avere al mio fianco un uomo, tutto è successo in maniera naturale e spontanea come decidere di cambiare una maglia per un'altra che mi stesse meglio.
E adesso, molto più che allora, sono sicuro di me, di ciò che voglio e ho preso coscienza di essere.
Sono felice di avere il mio uomo accanto, di amarlo.
Sono contento di come mi faccia sentire poterlo abbracciare e vederlo sorridere.
Sono contento di come mi faccia sentire poterlo abbracciare e vederlo sorridere.
Adesso sono sereno di vivere ciò che mi piace.
Mi diverte avere un blog rosa, anche se Pier così rosa non è, mostrando e giocando con clichè che in fondo non mi rappresentano.
Mi piace prendermi cura di me tanto da poterlo insegnare.
Mi piace prendermi cura di me tanto da poterlo insegnare.
Questo fa di me un ricchione?
Who cares!?
Who cares!?
Tuttavia, se io non son rimasto troppo a rimuginare su quanto mi son sentito urlare per strada, ho pensato a chi quelle parole se le sente dire ogni giorno, di continuo, e ne resta ferito.
Ho pensato a chi magari ancora non è in pace con se stesso e non sa bene come affrontare la difficoltà più grande: accettarsi.
Ho pensato a coloro a cui è stato insegnato che "frocio", "ricchione", ma anche "gay", "omosessuale" è male, è da reprimere.
Quella ripetitività e violenza che trasformano l'ignoranza in odio, le cui conseguenze sono varie e non del tutto controllabili.
Poi, un paio di giorni fa poi il " caso Barilla", ed è stato spontaneo mettere sui piatti di una bilancia le due situazioni e metterle a confronto.
Il risultato è stato un'idea che ho da sempre: prima di puntare il dito, accusare di omofobia qualcuno, bisogna ascoltare e capire; e a quel punto sarà chiaro che la libertà di scelta, educata e sincera, è diversa dall'ignoranza, e l'ignoranza è diversa dall'omofobia, pur a volte intrecciandosi con essa.
E se alla base della scelta del signor Barilla si nascondono ragioni di marketing che lo fanno optare per quella fittizia e fiabesca famigliola felice che non esiste in natura su questa terra, ben venga.
Se il signor Barilla avesse scelto i suoi impiegati in base alle loro preferenze sessuali, se si fosse schierato contro i diritti omosessuali quali almeno il matrimonio, e se il signor Barilla avesse imposto di non acquistare i suoi prodotti, ci sarebbero state diverse cose da rivedere.
Tuttavia così non è stato.
Il nostro sguardo dovrebbe rivolgersi verso coloro che ignorano le basi della convivenza civile e del rispetto altrui e che tentano di invadere in vario modo la sfera umana che non gli appartiene.
Saranno ovvietà, ma quello che a mio avviso deve essere sdoganato non è tanto il concetto di omosessualità, quanto l'idea ben più profonda di diversità, che in quanto tale merita rispetto, perchè siamo tutti ugualmente diversi.
E purtroppo non sarà uno spot a poter seminare quest' apertura mentale, a far capire quante sfumature abbia l'esistenza, le relazioni e gli affetti.
Se volessimo affidare ai media il compito di "istruire", allora questo deve essere totale, e forse dovremmo andare a cambiare proprio coloro che si reputano paladini delle diversità e delle minoranze, ma che poi non fanno altro che spacciare per reali e per presentare stereotipi più vecchi, stantii e, se è possibile, meno rappresentativi della famigliola felice che ogni mattina si sveglia sorridente, già truccata e pettinata, e va a far colazione in un mulino.
Il risultato è stato un'idea che ho da sempre: prima di puntare il dito, accusare di omofobia qualcuno, bisogna ascoltare e capire; e a quel punto sarà chiaro che la libertà di scelta, educata e sincera, è diversa dall'ignoranza, e l'ignoranza è diversa dall'omofobia, pur a volte intrecciandosi con essa.
E se alla base della scelta del signor Barilla si nascondono ragioni di marketing che lo fanno optare per quella fittizia e fiabesca famigliola felice che non esiste in natura su questa terra, ben venga.
Se il signor Barilla avesse scelto i suoi impiegati in base alle loro preferenze sessuali, se si fosse schierato contro i diritti omosessuali quali almeno il matrimonio, e se il signor Barilla avesse imposto di non acquistare i suoi prodotti, ci sarebbero state diverse cose da rivedere.
Tuttavia così non è stato.
Il nostro sguardo dovrebbe rivolgersi verso coloro che ignorano le basi della convivenza civile e del rispetto altrui e che tentano di invadere in vario modo la sfera umana che non gli appartiene.
Saranno ovvietà, ma quello che a mio avviso deve essere sdoganato non è tanto il concetto di omosessualità, quanto l'idea ben più profonda di diversità, che in quanto tale merita rispetto, perchè siamo tutti ugualmente diversi.
E purtroppo non sarà uno spot a poter seminare quest' apertura mentale, a far capire quante sfumature abbia l'esistenza, le relazioni e gli affetti.
Se volessimo affidare ai media il compito di "istruire", allora questo deve essere totale, e forse dovremmo andare a cambiare proprio coloro che si reputano paladini delle diversità e delle minoranze, ma che poi non fanno altro che spacciare per reali e per presentare stereotipi più vecchi, stantii e, se è possibile, meno rappresentativi della famigliola felice che ogni mattina si sveglia sorridente, già truccata e pettinata, e va a far colazione in un mulino.