Non è un segreto il fatto che tinga i capelli in casa ormai da anni, e che nel tempo sono passato dall'henné, che non mi soddisfaceva affatto, alle tinte chimiche, e vi avevo anche rivelato qual è quella che uso abitualmente e che preferisco.
Difficilmente cambio brand e tipologia di tinta perché non amo perdere tempo e soldi per poi ritrovarmi con una colorazione più o meno permanente che non risponde alle mie esigenze o che semplicemente non mi piace. Poi sono stato come tutti bombardato dalla pubblicità della nuova Garnier Good, una colorazione permanente, senza ammoniaca e declinata in 12 nuance, che promette il 100% di copertura dei capelli bianchi e una durata fino ad 8 settimane.
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Avrete visto un po' ovunque questo barattolone, e all'interno ci potete trovare tutto l'occorrente per creare la vostra tinta: le due fasi da unire per creare la crema colorante, la spatola per miscelare, il balsamo nutriente post colorazione, i guanti e le istruzioni.
La particolarità però rispetto ad altre tinte è che ha una formulazione del kit ha il 90% di ingredienti naturali, ma, come indicato, nella percentuale viene incluso il 79% di acqua, mentre l'11% è da altre fonti. Bisogna avere la consapevolezza che non si può trattare di puri ingredienti presi da campi, vallate e piantagioni e schiaffati in una confezione, perché questo è più o meno quello che accade per l'henné, che ad oggi è l'unica sostanza naturale che ha un potere colorante sui capelli.
Quando si parla invece di tinte chimiche permanenti bisogna sempre aver chiaro che ci sono sostanze più o meno aggressive sintetiche che agiscono sulla natura del capello per tingerlo.
Nel caso della Good, la formulazione non contiene siliconi, e appunto ammoniaca, ma nella tinta ad esempio non ho visto particolari ingredienti da origine naturale o vegetale che possano condizionare il capello.
Il balsamo nutriente è arricchito con burro di karitè del Burkina Faso ed olio di semi di girasole.
Ho usato la Garnier Good nella colorazione Nero 2.0 per due volte nel corso di più o meno due mesi, perché volevo essere certo della mia opinione prima di raccoglierla in questa recensione.
Partiamo dall'uso e dall'applicazione: è una tinta per capelli facile da preparare, e se non ho malinteso, i due sachet con la crema colorante e il rivelatore in crema hanno un doppio livello di apertura, credo per poter fare un patch test prima di applicarla su tutto il cuoio capelluto, senza sprecare il prodotto. Questa è in effetti una trovata geniale in caso di particolari allergie.
Una volta miscelati le fasi A e B, in pochi secondi si ottiene una consistenza molto cremosa, senza grumi che Garnier suggerisce di applicare sui capelli come se fosse una maschera. Questo ha generato il caos, perché alcuni, per ignoti motivi hanno iniziato a credere che fosse una sorta di balsamo riflessante temporaneo, ma la risposta è no: semplicemente la Good ha una consistenza leggermente più corposa rispetto ad altre tinte home-made, ed in effetti non gocciola. Io ho preferito applicare il tutto col pennello, perché è più semplice, preciso in caso di bianchi e si evitano sprechi.
La profumazione di questa nuova tinta Garnier è erbosina, abbastanza naturale, intensa ma non troppo invadente, anche rispetto ad altri prodotti che hanno quel profumo molto chimico e pesante.
I tempi di posa sono leggermente inferiori rispetto al solito, infatti sono indicati solo 30 minuti contro i 40 di altri prodotti.
Quindi, nella mia esperienza do un pollice su sia per l'uso che per l'applicazione, ma devo dire che forse, il ritrovarsi tutta la tinta nel barattolo, può far sbagliare a distribuire equamente il prodotto fra i capelli a chi non è avvezzo. Questo credo dipenda molto dall'esperienza.
La cremosità poi della Garnier Good comporta che non si possa "barare" con l'applicazione, quindi se avete capelli medio lunghi da coprire interamente, potrebbero servire almeno due confezioni. Io con i miei capelli folti e spessi ma comunque corti, faccio una applicazione abbondante e omogenea con una confezione.
Durante la posa, in entrambe le volte che ho usato la tinta, non ho avvertito pruriti o bruciori al cuoio capelluto, se non un lieve pizzicore quando stava per arriva il momento di sciacquarsi. Io ho un cuoio capelluto parecchio sensibile, specie in estate, per cui questo è un aspetto fondamentale per me. Direi quindi che ha una delicatezza media sulla cute, ed è tollerabile anche da pelli reattive come la mia, ma ora ci arrivo. Una volta terminata la posa, il risciacquo della colorazione è abbastanza semplice e non mi è sembrato richieda più tempo, acqua e shampoo di altre tinte. Inoltre non mi macchia la cute più di altri prodotti.
Ho scelto la nuance Nero 2.0 perché faccio sempre un colore "tono su tono", visto che il mio colore naturale è un bruno molto scuro, e visto che, portandomi avanti, so già che qualunque tinta scaricherà "settandosi" su una colorazione per me molto naturale.
La nuova colorazione permanente Good, su di me, mi dà un colore omogeneo, che è un nero neutro, non troppo freddo, con riflessi bluastri, ne troppo caldo. Mi copre davvero bene i capelli bianchi, ed io ne ho parecchi ed ostici da colorare, non creando scalini o differenze di colore fra ricrescita, residui della tinta precedente e colore naturale.
Ho notato però, in entrambi gli utilizzi che ho fatto, che i capelli non mi risultano né più morbidi né più luminosi, anzi mi sembrano più secchi. Di mio ho delle lunghezze secche per cui è diciamo un aspetto che mi spaventa. Devo però dire che il trattamento nutriente post shampoo non fa il miracolo: è una maschera densa, da lasciare agire 3 minuti, ed ha una buona azione districante ma non è fra i prodotti più lucidanti ed ammorbidenti che abbia provato. Comunque la confezione del balsamo è richiudibile quindi si può sfruttare anche per altri lavaggi.
Quello che per me è importante in una colorazione è che sia però duratura e questa Good di Garnier non lo è al 100% su di me.
Come dal titolo, l'ho messa a dura prova non solo con lavaggi, ma anche con impacchi oleosi, ed una volta anche di henné neutro, bagni al mare e sole. Questo è quanto faccio abitualmente con qualunque tinta, quindi mi aspetto una certa performance. Non ho trovato una risposta completamente affermativa in questa tinta: dopo circa un mese, quindi più o meno 8 lavaggi, infatti emerge un lieve riflesso caldo che a me non piace moltissimo, e i bianchi mi risultano qualche tono più chiaro.
Questo non significa che la colorazione Good sparisca del tutto e divento pel di carota, ma che se voglio mantenere la stessa tonalità intensa, con i giusti riflessi e si adatti a me, non posso attendere più di un mese per fare un'altra tinta.
C'è un altro aspetto che non me la preferire ovvero il prezzo: da me, senza offerte, si aggira a 11/15 euro, quasi il doppio rispetto alla mia tinta abituale, e considerando che devo tingere dei capelli corti per me la spesa non vale l'impresa, specie nel lungo periodo.
Voi avete provato questa Garnier Good?
A proposito di nuove tinte con ingredienti naturali (più o meno), ho provato la Casting Natural Gloss di L'Oreal, la recensione è qui.
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