Un solo anno di vita basta a stabilire il successo di una nuova azienda? Non sempre, ma nel caso di THE INKEY LIST, 365 giorni dopo la sua fondazione, possiamo dire che ce l'hanno fatta.
La storia un po' si ripete: nata da una azienda-ombrello, questa volta britannica, chiamata Be For Beauty, The Inkey List ha preso il sopravvento con la sua linea dedicata alla cura del viso e più di recente anche quella dei capelli (ne parlo qui).
THE INKEY LIST propone cosmetici con ingredienti comprovati, di qualità, a particolari concentrazioni, e soprattutto ad un costo bassissimo: il loro range va dai 5 ai 20 euro circa, ed il segreto di questi costi bassi è dato dal loro rapporto diretto con i produttori di materie prime. Il punto di svolta per The Inkey List è stato a quanto pare diventare uno dei marchi disponibili da Sephora, ma si può acquistare anche su FeelUnique, Cult Beauty e ASOS.
Se vi suona familiare è perché è più o meno la struttura che avevamo visto con Deciem ed è stata plateale sin da subito proprio la comparazione fra The Ordinary e The Inkey List, soprattutto per la scelta dei prodotti che entrambi offrono. Qui ho proprio comparato tre dei prodotti di queste aziende.
Packaging minimali ed il motto di rendere la cosmesi semplice e alla portata di tutti, chiarendo cosa contiene ogni singolo prodotto, caratterizzano The Inkey List. Sentivo proprio qualche giorno fa un podcast in cui i due cofondatori, Mark Curry e Colette Newberry, sottolineavano come in realtà c'è molta ignoranza riguardo il mondo della cosmesi, anche solo nella pronuncia degli attivi, per questo THE INKEY LIST (che tradotto letteralmente è la "lista degli ingredienti dei cosmetici") ha deciso di scrivere la fonetica sulle confezioni.
Inoltre la loro scelta di proporre questo tipo di cosmesi deriva dal fatto che molti consumatori non hanno il tempo, la voglia o gli strumenti per mettersi a conoscere in dettaglio le qualità di questo o quell'ingrediente (e pensare che basterebbe leggere il mio blog!) per cui hanno voluto semplificare e democratizzare la cosmesi, così da fidelizzare i loro clienti.
Sono riusciti in questo intento? Secondo me sì, ma non del tutto. Nel senso che, come nel caso di The Ordinary, si tratta di un brand che vuole portare una cosmesi più "scientifica", con attivi specifici nella speranza che poi il consumatore si informi su quale sia la reale funzione di quell'ingrediente, magari sul loro sito o sul loro profilo Instagram. Ma questo non sempre avviene e certi prodotti possono creare confusione.
Purtroppo il gap (ampio) dei consumatori più pigri a cui interessa solo se il prodotto è idratante o purificante, ad esempio, nella speranza che compia la magia, è difficile da colmare, sebbene The Inkey List adesso offre un sito abbastanza approfondito. Molti non sanno neppure che l'ordine di applicazione dei prodotti va dal più leggero al più pesante, per qualunque brand cosmetico si tratti, che è anche una questione logica non solo chimica.
Tuttavia studiando un po' le formulazioni ho capito che il brand ha tentato di venire incontro alle esigenze del consumatore, in quanto mi sembra che, al contrario di The Ordinary, abbiano inserito più frequentemente ingredienti che possano rendere l'utilizzo dei prodotti più piacevole, come (purtroppo) siliconi e polimeri sintetici, ed in generale propongano delle formulazioni un po' più elaborate e meno spoglie, che siano quantomeno idratanti.
Insomma hanno imparato dalla concorrenza tentando di migliorare quello che già c'era per avvicinarsi e accontentare le esigenze di tutti. È inoltre un brand gender-free per stessa dichiarazione dei fondatori.
Non credo quindi che questa azienda sia una vera e propria alternativa ad altre, dal mio punto di vista infatti THE INKEY LIST si trova proprio in una sorta di limbo fra la cosmesi tradizionale e quella con un solo ingrediente predominante e percentuali specificate, e questo non può che essere un pregio.
Non ho apprezzato, come vi dicevo, il loro uso dei siliconi, e non per partito preso, ma perché se a volte mi sembrano usati con logica per rendere la consistenza migliore dei prodotti, in altri INCI mi sembrano esagerati, quasi da filler alla formulazione.
In generale inoltre trovo funzionali i pack che hanno scelto, sebbene siano tutti di plastica, che contribuiscono anche a mantenere i costi accessibili, e se ve lo steste chiedendo THE INKEY LIST non testa sugli animali, anzi sul loro sito specificano
Cos'è questo bakuchiol? L'azienda spiega brevemente sulla confezione che si tratta di un
Nel mio lungo approfondimento avevo cercato di spiegare a modo mio come agisce il retinolo, per cui conoscendone le proprietà, l'idea di un possibile sostituto naturale mi attirava particolarmente.
Intanto, se non lo sapete, si dovrebbe leggere "ba-cu-ciòl" per restare in tema di fonetica, ma a cosa serve?
La molecola del bakuchiol è stata isolata nel lontano 1966, ma la pianta da cui è estratta, la Psoralea Corylifolia appunto, anche chiamata Babchi, veniva già usata nella medicina ayurvedica e cinese principalmente per le sue proprietà anti infiammatorie e antiossidanti.
Ma facciamo un salto in avanti al 2014, quando l'International Journal for Cosmetic Science pubblicava il primo studio sul bakuchiol dove si osservava che le 17 donne di età compresa tra 41 e 60 anni che avevano usato questo ingrediente ad una concentrazione dello 0,5% per 12 settimane, avevano riscontrato un miglioramento nella elasticità, nella tonicità, ed anche nell'apparenza di rughe e iperpigmentazione della pelle.
La molecola del bakuchiol pare non abbia nulla a che vedere chimicamente con quella del retinolo, eppure sembra mimare lo stesso comportamento nello stimolare le cellule a produrre collagene e rinnovarsi. Attenzione però: si parla di retinolo, non tretinoina, esteri o granactive retinoid.
Arriviamo al 2018, quando sul British Journal of Dermatology compare uno studio più ampio (qui potete leggere un estratto, perché io le fonti le riporto, al contrario di alcuni...) condotto su 44 volontari. L'esperimento in doppio cieco consisteva nel fare usare per 12 settimane un prodotto con bakuchiol allo 0,5% due volte al giorno o una crema al retinolo allo 0,5% una al giorno. Alla fine dello studio, anche grazie a foto ad alta risoluzione, si è notato che tutti i pazienti avevano avuto un miglioramento delle macchie e della superficie delle rughe, ma coloro che avevano usato il retinolo mostravano maggiori rossori e irritazioni.
Si è concluso che quindi non solo il bakuchiol abbia tutti i benefici rigeneranti e stimolanti del retinolo, ma pare sia anche migliore in quanto non irrita né fa desquamare la pelle, quindi con una maggiore tollerabilità, e può essere usato di giorno, perché, al contrario appunto della vitamina A, non è fotosensibilizzante, anzi ha proprietà antiossidanti che rafforzano la pelle. Non so come possa agire sulla pelle grassa, perché sembra che non diminuisca la produzione di sebo, ma pare abbia un'azione antibatterica.
Sembra inoltre che il bakuchiol possa essere usato in gravidanza (ma chiedete sempre al vostro medico che non si sa mai).
Studi molto promettenti insomma, eppure sono ancora ricerche nuove e limitate, ma io sono un po' una cavia da laboratorio e volevo vedere sulla mia pelle cosa potesse fare questo ingrediente.
Il Bakuchiol di The Inkey List è praticamente una lozione fluida sottile, ha un leggero aroma fresco, ma non contiene profumo aggiunto. Nella formulazione l'azienda ha inserito ben l'1% di Bakuchiol, quindi il doppio rispetto a quello utilizzato nei test, ma anche il 3% di squalane per idratare e l'1.5% di Olio di Sacha Inchi, che pare non solo nutra ma sia ricco di Omega 3 e 6.
Questo siero The Inkey List è molto gradevole secondo me all'uso, si assorbe facilmente, è leggero, non untuoso e delicatamente fresco. Io l'ho usato anche sul contorno occhi, ma non lo consiglio se avete una particolare sensibilità.
Ho notato che serve una minima accortezza nel prelevarlo perché la confezione è un tubetto morbido con un semplice tappo a vite e può fuoriuscire un po' troppo prodotto, anche se non ho riscontrato grandi sprechi.
In generale inoltre il Bakuchiol The Inkey List credo sia davvero adatto a tutti i tipi di pelle: io ad esempio l'ho utilizzato per buona parte della stagione calda proprio quando non potevo utilizzare il retinolo e, sulla mia pelle a tendenza mista in quel periodo, mi dava una idratazione sufficiente. Ma se avete una pelle più secca si può stratificare con altri prodotti perché non va in conflitto ad esempio lasciando residui.
Sui risultati in termini di miglioria del tono della pelle o delle rughe, non mi posso esprimere su una efficacia anti-age principalmente perché non avendo segni profondi per me è un'azione preventiva poco visibile superficialmente, e soprattutto perché immagino serva un uso, come per il retinolo, costante e continuato in un lungo periodo e non un solo flacone.
Non credo di essere arrivato alle 12 settimane di utilizzo come nei test effettuati, e l'ho applicato solo una volta al giorno, quasi sempre di sera, per cui non posso fare un raffronto, in generale sicuramente il Bakuchiol di The Inkey List mi lascia la pelle liscia, morbida ed elastica, quindi già questo è un supporto alla salute e bellezza della cute. Ho notato inoltre che aiuta a mantenere la luminosità dell'incarnato.
Per me non andrà a sostituire il retinolo, che resta una sostanza più che comprovata, ma questo di THE INKEY LIST è un prodotto con un buon attivo cosmetico che per me va ad affiancare la vitamina A perché sì, retinoidi e Bakuchiol possono essere usati nella stessa routine, con il potenziale di avere una doppia efficacia.
È per questo che sicuramente proverò altri prodotti che contengono questo ingrediente così come potrei riacquistare il Bakuchiol di The Inkey List che ha anche un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Più in generale penso che chi magari ha provato e non riesce a tollerare il retinolo appunto o i suoi derivati (tantissime persone anche a basse percentuali riscontrano comunque irritazioni) potrebbero dare una chance al bakuchiol, che può essere utilizzato per lungo tempo senza controindicazioni, nella speranza che arrivino altri studi che possano confermare la promettente efficacia.
Conoscevate già il Bakuchiol? E THE INKEY LIST? Vi attira o vi sembra una sorta di clone poco interessante?
La storia un po' si ripete: nata da una azienda-ombrello, questa volta britannica, chiamata Be For Beauty, The Inkey List ha preso il sopravvento con la sua linea dedicata alla cura del viso e più di recente anche quella dei capelli (ne parlo qui).
THE INKEY LIST propone cosmetici con ingredienti comprovati, di qualità, a particolari concentrazioni, e soprattutto ad un costo bassissimo: il loro range va dai 5 ai 20 euro circa, ed il segreto di questi costi bassi è dato dal loro rapporto diretto con i produttori di materie prime. Il punto di svolta per The Inkey List è stato a quanto pare diventare uno dei marchi disponibili da Sephora, ma si può acquistare anche su FeelUnique, Cult Beauty e ASOS.
Se vi suona familiare è perché è più o meno la struttura che avevamo visto con Deciem ed è stata plateale sin da subito proprio la comparazione fra The Ordinary e The Inkey List, soprattutto per la scelta dei prodotti che entrambi offrono. Qui ho proprio comparato tre dei prodotti di queste aziende.
Packaging minimali ed il motto di rendere la cosmesi semplice e alla portata di tutti, chiarendo cosa contiene ogni singolo prodotto, caratterizzano The Inkey List. Sentivo proprio qualche giorno fa un podcast in cui i due cofondatori, Mark Curry e Colette Newberry, sottolineavano come in realtà c'è molta ignoranza riguardo il mondo della cosmesi, anche solo nella pronuncia degli attivi, per questo THE INKEY LIST (che tradotto letteralmente è la "lista degli ingredienti dei cosmetici") ha deciso di scrivere la fonetica sulle confezioni.
Inoltre la loro scelta di proporre questo tipo di cosmesi deriva dal fatto che molti consumatori non hanno il tempo, la voglia o gli strumenti per mettersi a conoscere in dettaglio le qualità di questo o quell'ingrediente (e pensare che basterebbe leggere il mio blog!) per cui hanno voluto semplificare e democratizzare la cosmesi, così da fidelizzare i loro clienti.
Sono riusciti in questo intento? Secondo me sì, ma non del tutto. Nel senso che, come nel caso di The Ordinary, si tratta di un brand che vuole portare una cosmesi più "scientifica", con attivi specifici nella speranza che poi il consumatore si informi su quale sia la reale funzione di quell'ingrediente, magari sul loro sito o sul loro profilo Instagram. Ma questo non sempre avviene e certi prodotti possono creare confusione.
Purtroppo il gap (ampio) dei consumatori più pigri a cui interessa solo se il prodotto è idratante o purificante, ad esempio, nella speranza che compia la magia, è difficile da colmare, sebbene The Inkey List adesso offre un sito abbastanza approfondito. Molti non sanno neppure che l'ordine di applicazione dei prodotti va dal più leggero al più pesante, per qualunque brand cosmetico si tratti, che è anche una questione logica non solo chimica.
Tuttavia studiando un po' le formulazioni ho capito che il brand ha tentato di venire incontro alle esigenze del consumatore, in quanto mi sembra che, al contrario di The Ordinary, abbiano inserito più frequentemente ingredienti che possano rendere l'utilizzo dei prodotti più piacevole, come (purtroppo) siliconi e polimeri sintetici, ed in generale propongano delle formulazioni un po' più elaborate e meno spoglie, che siano quantomeno idratanti.
Insomma hanno imparato dalla concorrenza tentando di migliorare quello che già c'era per avvicinarsi e accontentare le esigenze di tutti. È inoltre un brand gender-free per stessa dichiarazione dei fondatori.
Non credo quindi che questa azienda sia una vera e propria alternativa ad altre, dal mio punto di vista infatti THE INKEY LIST si trova proprio in una sorta di limbo fra la cosmesi tradizionale e quella con un solo ingrediente predominante e percentuali specificate, e questo non può che essere un pregio.
Non ho apprezzato, come vi dicevo, il loro uso dei siliconi, e non per partito preso, ma perché se a volte mi sembrano usati con logica per rendere la consistenza migliore dei prodotti, in altri INCI mi sembrano esagerati, quasi da filler alla formulazione.
In generale inoltre trovo funzionali i pack che hanno scelto, sebbene siano tutti di plastica, che contribuiscono anche a mantenere i costi accessibili, e se ve lo steste chiedendo THE INKEY LIST non testa sugli animali, anzi sul loro sito specificano
"non testiamo i nostri prodotti sugli animali e non lavoriamo con i fornitori che lo fanno. Non entreremo in nessun mercato se non ci sono alternative alla sperimentazione sugli animali per legge."Ad oggi THE INKEY LIST conta circa 28 referenze ma, per iniziare, ho scelto di focalizzarmi su ingrediente cosmetico che negli ultimi mesi è stato molto chiacchierato nel mondo beauty, ovvero il Bakuchiol, che è proprio uno degli elementi principali che caratterizza uno dei loro prodotti.
Cos'è questo bakuchiol? L'azienda spiega brevemente sulla confezione che si tratta di un
"antiossidante trovato nei semi della pianta psoralea corylifolia. Una naturale alternativa al retinolo che aiuta a ridurre l'apparenza di linee sottili e rughe, mentre protegge e nutre la pelle."Avrei potuto anche accontentarmi di questa definizione, ma non l'ho fatto e sono andato a fondo.
Nel mio lungo approfondimento avevo cercato di spiegare a modo mio come agisce il retinolo, per cui conoscendone le proprietà, l'idea di un possibile sostituto naturale mi attirava particolarmente.
Intanto, se non lo sapete, si dovrebbe leggere "ba-cu-ciòl" per restare in tema di fonetica, ma a cosa serve?
La molecola del bakuchiol è stata isolata nel lontano 1966, ma la pianta da cui è estratta, la Psoralea Corylifolia appunto, anche chiamata Babchi, veniva già usata nella medicina ayurvedica e cinese principalmente per le sue proprietà anti infiammatorie e antiossidanti.
Ma facciamo un salto in avanti al 2014, quando l'International Journal for Cosmetic Science pubblicava il primo studio sul bakuchiol dove si osservava che le 17 donne di età compresa tra 41 e 60 anni che avevano usato questo ingrediente ad una concentrazione dello 0,5% per 12 settimane, avevano riscontrato un miglioramento nella elasticità, nella tonicità, ed anche nell'apparenza di rughe e iperpigmentazione della pelle.
La molecola del bakuchiol pare non abbia nulla a che vedere chimicamente con quella del retinolo, eppure sembra mimare lo stesso comportamento nello stimolare le cellule a produrre collagene e rinnovarsi. Attenzione però: si parla di retinolo, non tretinoina, esteri o granactive retinoid.
Arriviamo al 2018, quando sul British Journal of Dermatology compare uno studio più ampio (qui potete leggere un estratto, perché io le fonti le riporto, al contrario di alcuni...) condotto su 44 volontari. L'esperimento in doppio cieco consisteva nel fare usare per 12 settimane un prodotto con bakuchiol allo 0,5% due volte al giorno o una crema al retinolo allo 0,5% una al giorno. Alla fine dello studio, anche grazie a foto ad alta risoluzione, si è notato che tutti i pazienti avevano avuto un miglioramento delle macchie e della superficie delle rughe, ma coloro che avevano usato il retinolo mostravano maggiori rossori e irritazioni.
Si è concluso che quindi non solo il bakuchiol abbia tutti i benefici rigeneranti e stimolanti del retinolo, ma pare sia anche migliore in quanto non irrita né fa desquamare la pelle, quindi con una maggiore tollerabilità, e può essere usato di giorno, perché, al contrario appunto della vitamina A, non è fotosensibilizzante, anzi ha proprietà antiossidanti che rafforzano la pelle. Non so come possa agire sulla pelle grassa, perché sembra che non diminuisca la produzione di sebo, ma pare abbia un'azione antibatterica.
Sembra inoltre che il bakuchiol possa essere usato in gravidanza (ma chiedete sempre al vostro medico che non si sa mai).
Studi molto promettenti insomma, eppure sono ancora ricerche nuove e limitate, ma io sono un po' una cavia da laboratorio e volevo vedere sulla mia pelle cosa potesse fare questo ingrediente.
Il Bakuchiol di The Inkey List è praticamente una lozione fluida sottile, ha un leggero aroma fresco, ma non contiene profumo aggiunto. Nella formulazione l'azienda ha inserito ben l'1% di Bakuchiol, quindi il doppio rispetto a quello utilizzato nei test, ma anche il 3% di squalane per idratare e l'1.5% di Olio di Sacha Inchi, che pare non solo nutra ma sia ricco di Omega 3 e 6.
Questo siero The Inkey List è molto gradevole secondo me all'uso, si assorbe facilmente, è leggero, non untuoso e delicatamente fresco. Io l'ho usato anche sul contorno occhi, ma non lo consiglio se avete una particolare sensibilità.
Ho notato che serve una minima accortezza nel prelevarlo perché la confezione è un tubetto morbido con un semplice tappo a vite e può fuoriuscire un po' troppo prodotto, anche se non ho riscontrato grandi sprechi.
In generale inoltre il Bakuchiol The Inkey List credo sia davvero adatto a tutti i tipi di pelle: io ad esempio l'ho utilizzato per buona parte della stagione calda proprio quando non potevo utilizzare il retinolo e, sulla mia pelle a tendenza mista in quel periodo, mi dava una idratazione sufficiente. Ma se avete una pelle più secca si può stratificare con altri prodotti perché non va in conflitto ad esempio lasciando residui.
Sui risultati in termini di miglioria del tono della pelle o delle rughe, non mi posso esprimere su una efficacia anti-age principalmente perché non avendo segni profondi per me è un'azione preventiva poco visibile superficialmente, e soprattutto perché immagino serva un uso, come per il retinolo, costante e continuato in un lungo periodo e non un solo flacone.
Non credo di essere arrivato alle 12 settimane di utilizzo come nei test effettuati, e l'ho applicato solo una volta al giorno, quasi sempre di sera, per cui non posso fare un raffronto, in generale sicuramente il Bakuchiol di The Inkey List mi lascia la pelle liscia, morbida ed elastica, quindi già questo è un supporto alla salute e bellezza della cute. Ho notato inoltre che aiuta a mantenere la luminosità dell'incarnato.
Per me non andrà a sostituire il retinolo, che resta una sostanza più che comprovata, ma questo di THE INKEY LIST è un prodotto con un buon attivo cosmetico che per me va ad affiancare la vitamina A perché sì, retinoidi e Bakuchiol possono essere usati nella stessa routine, con il potenziale di avere una doppia efficacia.
È per questo che sicuramente proverò altri prodotti che contengono questo ingrediente così come potrei riacquistare il Bakuchiol di The Inkey List che ha anche un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Più in generale penso che chi magari ha provato e non riesce a tollerare il retinolo appunto o i suoi derivati (tantissime persone anche a basse percentuali riscontrano comunque irritazioni) potrebbero dare una chance al bakuchiol, che può essere utilizzato per lungo tempo senza controindicazioni, nella speranza che arrivino altri studi che possano confermare la promettente efficacia.
INFO BOX
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