A scuola il momento delle pagelle arrivava a metà o a fine anno scolastico, ma se dovessi aspettare di finire tutte le serie tv che seguo per dare i miei voti, vorrebbe dire aspettare che l'eternità spalanchi le sue braccia e ci inghiotta tutti, per cui totalmente a random ho deciso di darvi le mie stelline. In realtà avrei voluto farlo settimana scorsa, ma poi 13 Reasons Why si è preso tutto lo spazio. Nel mentre alcune serie tv sono effettivamente terminate, altre ci sono quasi, altre invece sono appena iniziate quindi darò giusto una impressione generale.
Come sempre vi avverto: se siete indietro con la visione potete saltare la lettura, perché nonostante non ci siano spoiler diretti, devo pur far rifermento a quel che accade nelle varie serie tv.
⭐⭐⭐⭐⭐
Feud
Senza alcun dubbio cinque stelle vanno a Feud, la miniserie creata da Ryan Murphy che racconta la faida più glamour di Hollywood: quella fra Joan Crawford e Bette Davis.
Questa è stata una serie che ha saputo prendermi fin dal primo episodio, grazie intanto ad una impeccabile messa in scena e una narrazione in grado di ricreare appunto lo show biz dell'epoca, ma allo stesso tempo una certa decadenza, un declino che stava pian piano avvicinandosi. Uno spioncino sui retroscena, lo potrei definire. Ma un altro merito di Feud è quello di essere in grado di raccontare una storia già nota, perché alla fine bastava fare qualche ricerca su Google e sapere tutto, senza annoiare, ma anzi trascinandoti. La serie infatti ha saputo trasmettermi un range di emozioni parecchio ampio, cosa per me fondamentale non avendo conoscenze tecniche.
Così si passa dalla tristezza, alla suspense, all'ironia a volte amara. Centrale ovviamente è stata anche (o soprattutto) la bravura di Jessica Lange e Susan Sarandon. Infatti entrambe non sono solo state brave a raccontare la vita di due attrici che erano state e si erano messe l'una contro l'altra, ma hanno avuto l'abilità di trasmettere la vita di due donne che si portavano dietro un certo vissuto, certe debolezze, ma anche una certa forza che poi si riversava nel proprio talento. Nonostante il racconto riguarda il periodo dalle riprese di Che fine ha fatto Baby Jane? e il periodo dopo, è come se noi conoscessimo quasi tutto di queste due icone.
C'è chi dice che Jessica Lange non abbia reso al meglio il ruolo di Joan Crawford, che sia stata troppo fredda, ma secondo me, guardando alcune interviste e filmati d'epoca, ha saputo rendere bene il carattere di questa donna, che si era cristallizzata in una figura algida ed elegante.
Ho trovato invece un po' sopra le righe Susan Sarandon in alcuni aspetti, probabilmente nel tentativo di nascondere una somiglianza fisica non perfetta, visto che Bette Davis era decisamente meno curata.
Un altro neo che posso dirvi è che forse non riuscirei a fare una megamaratona a guardare le puntate tutte in una volta, perché verso la fine sembra quasi che la storia ricominci da capo, quindi potrebbe risultare un po' ripetitiva. Ma queste sono quisquilie, perché sinceramente rivedrei Feud molto volentieri.
Cinque stelle anche a This is us, serie su cui non mi soffermo anche perché ormai è finita anche in Italia, ma mi basta dire che secondo me ci mettono la droga nei fotogrammi o non si capisce come possa farmi sprofondare in uno stato emotivo così profondo da farmi piangere ad ogni episodio con nulla. È sconvolgente.
Il finale ha seguito l'andazzo dell'intera stagione, magari non ha sorpreso con milioni di interrogativi, ma d'altronde This is us, più che sorprendere, vuole raccontare.
Come vi dicevo l'altra volta, ho un po' paura che nella seconda stagione possano calcare troppo la mano, ma non fasciamoci la testa prima di essercela rotta ché le bende mi servono per asciugare le lacrime.
Il finale ha seguito l'andazzo dell'intera stagione, magari non ha sorpreso con milioni di interrogativi, ma d'altronde This is us, più che sorprendere, vuole raccontare.
Come vi dicevo l'altra volta, ho un po' paura che nella seconda stagione possano calcare troppo la mano, ma non fasciamoci la testa prima di essercela rotta ché le bende mi servono per asciugare le lacrime.
⭐⭐⭐⭐
Younger
Sì, ho dato 4 stelle ad una serie tv che dura 20 minuti a puntata e in cui recita Hilary Duff e ne vado abbastanza orgoglioso. Il motivo è semplice: fra questa sequela di morti ammazzati, di struggimenti, di liti, di complotti, di battaglie psicologiche e fisiche, Younger è una boccata di aria fresca.
La serie tv smandrappona che ti alleggerisce l'animo. Younger è l'equivalente delle mutande con l'elastico comodo. Intanto perché dura poco, ma anche nella sua breve durata, ha un ottimo ritmo, è leggera e godibile, soprattutto se non volete tenere impegnate troppo le sinapsi.
Ci sono un po' di cose su cui chiudere un occhio, tipo il fatto che la storia si basi su una bugia che nella realtà non reggerebbe due giorni, e non parlo necessariamente di controllare i documenti, anche solo di guardare in faccia l'attrice che interpreta Liza, che sembra la mamma di Nina Dobrev.
No age-shaming, Sutton Foster è una bellissima donna, ma 26 anni... ehm, no. Ma ripeto, non importa, perché quello che mi piace è comunque lo sviluppo, il ritmo, qualche risata che Younger è in grado di farmi fare. Tra l'altro è una serie che sta continuando in più stagioni, siamo alla seconda in Italia, ma in totale saranno almeno 5.
Big Little Lies
Big Little Lies è stata senza dubbio la rivelazione del periodo. Una miniserie di sette episodi che sembrava non avesse un seguito ed invece stanno tutti dando la propria disponibilità per una seconda stagione, eccetto i creatori, ma va bene così, perché è tutto perfetto.
È perfetto il cast con tre stelle del cinema che si sono prestate abilmente in una serie tv ed hanno fatto benissimo perché si sono ritrovate ad interpretati dei ruoli psicologicamente molto interessanti (in particolare Nicole Kidman secondo me). È perfetta la fotografia bellissima e la regia e l'ambientazione che racchiude tutto quanto.
La sceneggiatura è scorrevole, non particolarmente corposa anche se tocca argomenti non proprio da chiacchiere al bar. C'è tensione, c'è un buon intreccio narrativo, ci sono un paio di risate. Insomma Big Little Lies si merita più di una possibilità.
Tuttavia, se proprio proprio devo muovere una critica e quindi darvi il motivo per le quattro stelle, sicuramente punto il dito ad un paio di puntate, la quinta e la sesta che potevano essere riassunte e accorpate in un solo episodio. Invece sono inutili; le ho guardate comunque con piacere, però odio le puntate che mi sembrano filler. E poi, ma qui forse cadiamo nello spoiler, il finale più o meno me lo aspettavo. O meglio, mi aspettavo i personaggi che sarebbero stati coinvolti principalmente, anche se non sapevo esattamente come. Di base, il fatto uno dei misteri su cui si arrovella la trama abbia come protagonisti due dei personaggi che non si incontrano mai, diciamo che mi ha aiutato molto, ma già prima avevo subodorato come stava andando la situazione.
Vedremo se e come sarà al seconda stagione, ma intanto recuperatela.
⭐⭐⭐
Billions
Mi son reso conto adesso che non ho mai parlato approfonditamente di Billions, serie incentrata sulle storie di uno speculatore di alta finanza, Bobby "Axe" Axelrod, e del "gatto che lo insegue", ovvero il procuratore Chuck Rhoades. Di economia non ne capisco nulla, se mi danno il resto al supermercato ho bisogni di 5 minuti per contarli, ma Billions mi ha preso molto. La prima stagione è stata intrigante, coinvolgente, con una storia che, nonostante diventi via via più articolata, con dei dialoghi serrati e nonostante appunto divaghi a volte in questioni più tecnico-economiche, si fa seguire con molta attenzione. Quando è finita la prima stagione, ho atteso molto volentieri la seconda che però non mi sta prendendo allo stesso modo.
Questa seconda stagione di Billions infatti non è iniziata per me nel migliore dei modi. E se una serie che dura 12 puntate non inizia bene, ho paura che non finisca bene. Non che qualcosa non mi sia piaciuto al punto tale da farmi smettere la visione, intendiamoci. L'intreccio narrativo mi stimola ancora a seguire la serie, ma ci sono state cose che mi hanno un po' lasciato perplesso.
Intanto l'introduzione di due nuovi personaggi mi ha fatto storcere un po' il naso.
Mi riferisco in particolare a Oliver Dake e Taylor Mason.
Il primo sembra praticamente un agente russo arrivato dal 1955, la seconda somiglia ad una versione cresciuta di Eleven da Stranger Things. Un'eccessiva caratterizzazione che stona per me con quella che uno dei migliori punti a favore di Billions ovvero il cast. La scelta dei personaggi principali per me è perfetta perché vanno oltre l'interpretazione, nel senso che già il loro aspetto, il loro volto è perfettamente coerente col personaggio, senza troppi fronzoli o "costumi di scena". Fortunatamente intorno alla sesta puntata hanno capito che di tutto il caos che avevano messo in scena, non fregava nulla a nessuno, quindi uno l'hanno tolto di mezzo, l'altro invece l'hanno dovuto ammorbidire per farlo entrare meglio nella storia. Infatti dalla sesta puntata per me la serie ha preso un po' di quota. In generale però anche la storia di questa stagione non mi sta prendendo al 100%; mi sembra guazzabugliosa, con filoni narrativi del tutto inutili creati ad hoc per creare scompiglio o aggiungere altra carne alla brace (vedi il "business" di Lara, argomento abbandonato nel giro di un paio di puntate), che però non vanno da nessuna parte. Sono lì che ad ogni puntata spero che i nuovi personaggi e le nuove storie portino a qualcosa di concreto, e invece finiscono per sgonfiarsi troppo presto e senza aver apportato cambiamenti effettivi alla trama, ovvero allo scontro Axe VS Chuck. Senza contare il vecchissimo stratagemma di lasciare il focus importante della puntata alla fine dell'episodio, che alla lunga mi annoia.
Insomma tre stelle non sono poche, ma nemmeno tante; avevo molte aspettative e per il momento non sono state colmate del tutto.
Do tre stelline anche a The Catch ma sono tre stelline molto provvisorie. L'ultima volta che vi ho parlato di questa serie eravamo ancora alla prima stagione, agli inizi, e tutto sommato andava bene, ma poi il telefilm ha subito una flessione verso il basso, vista la vuotezza delle puntate.
Diciamo che ho iniziato la seconda stagione già prevenuto, e non è che fossi super entusiasta del ritorno della serie, tuttavia mi ha sorpreso. In questa seconda stagione di The Catch infatti l'intreccio narrativo è stato interessante, ben calibrato fra la parte più glamour e gossippara e la parte più d'azione e diciamo poliziesca. Permangono alcune incongruenze, non è che abbia questa sceneggiatura incredibile che possa in qualche modo sconvolgere con colpi di scena inaspettati. Però, un po' come per Younger, anche The Catch è quella serie che seguo con piacere e facilità, senza troppi sbattimenti. Considerate che ho realizzato di essere arrivato all'ottava puntata, ne mancano due alla fine e non me ne ero reso nemmeno conto. Insomma, funziona.
Con le stelline ho finito qui. Una menzione flash per un'altra miniserie che sta andando in onda sull'emittente americana Starz e che mi sta piacendo, anche se è presto per valutare visto che sono state trasmesse solo due puntate.
Parlo di The White Princess, telefilm basato sulla storia di Elisabetta di York e Enrico VII d'Inghilterra.
Lo so, un'altra storia su un'altra regina inglese, ma durando otto puntate ho pensato fosse digeribilissima. Al momento mi ha ricordato un po' Outlander per ambientazioni e per quel velo di mistero e magia che percorre gli episodi. Vedremo come proseguirà, intanto vi lascio il trailer se siete curiosi.
E per adesso è tutto, ci leggiamo presto.
Fatemi sapere le vostre serie tv del momento!