Non mi sono fatto mancare niente in queste ultime settimane, inclusa qualche serata al cinema, visto che inizia a far freschetto e tocca riprendersi da due anni di stacco dati dal lockdown. Ma ho avuto modo finalmente anche di recuperare un paio di film che da anni (non scherzo) volevo vedere.
L'ombra di Caravaggio (2022)
Genere: drammatico, storico, biografico Durata: 119 minuti Regia: Michele Placido Uscita in Italia: 3 Novembre 2022 (Cinema) Paese di produzione: Italia, Francia |
---|
Michele Placido racconta la vita di
Michelangelo Merisi, l'artista noto come
Caravaggio, e lo fa con un film che è quasi didattico. Infatti, più che una biografia cronologica e puntuale, cerca di farci entrare nell'arte del pittore lombardo, di farci scoprire la visione dietro le sue opere, ma anche il suo modo di leggere il mondo e di viverlo. Ne esce fuori un
Caravaggio tormentato, trasgressivo specie per il 1600, sopra le righe, ma con la pulsante necessità di raccontare la verità attraverso le sue opere, anche al costo di mettersi figure importanti contro.
Caravaggio infatti prendeva le persone più umili del popolo, inclusi prostitute, mendicanti e tutti coloro che abitavano i bassifondi dove l'artista viveva, per farli diventare santi e madonne, e soprattutto con una visione che non contemplava le
icone classiche della pittura sacra cristiana, ma creando delle opere concrete, dure, a tratti crude ma che sono riuscite a sopravvivere ai secoli proprio per la verità che raccontano.
Inutile dire che questa concezione del
Caravaggio difficilmente poteva essere compresa dai suoi contemporanei, ancora di più dagli uomini di chiesa e prelati. Eppure
Michelangelo Merisi avrà i suoi sostenitori che gli consentiranno di proseguire nei suoi intenti.
L'Ombra di Caravaggio mi è sembrato bello esteticamente proprio per quello sguardo interno che il film va a cercare dietro alle sue opere, diventando così, come vi dicevo, quasi di insegnamento per chi non conosce bene il pittore. Anzi è proprio il film perfetto se volete vedere vivere le sue opere.
Ci sono indubbiamente delle romanzature nel racconto, ma credo che il messaggio e il personaggio Merisi venga descritto bene.
Ho trovato buona l'interpretazione di Riccardo Scamarcio nei panni proprio di Caravaggio, e lo scorrimento del film non mi è sembrato avere grossi intoppi, soprattutto nella prima parte. Avrei evitato l'impostazione troppo teatrale di certe scene, e anche alcune parti che sembravano un po' degli spiegoni tanto erano didascalici. Ma L'Ombra di Caravaggio si riprende nel suo essere diretto, in alcune scene più forti e crude che credo trasmettano bene l'animo dell'artista che vuole narrare.
BROS (2022)
Genere: commedia, sentimentale Durata: 115 minuti Regia: Nicholas Stoller Uscita in Italia: 3 Novembre 2022 (Cinema) Paese di produzione: USA |
---|
Cambio del tutto genere con Bros, commedia romantica a tema LGBTQ+ e per la prima volta nella storia distribuita da una major come la Universal Pictures. Bobby Lieber, il protagonista, è un omosessuale ultra trentenne con un podcast premiato e abbastanza noto che sta per diventare curatore di un nuovo museo di storia LGBTQ+ a Manhattan. Come moltissimi gay, Bobby è ormai disincantato rispetto alle relazioni e al mondo queer, anzi ha una visione decisamente critica della comunità, ma spera ancora di poter trovare l'amore. Un giorno conosce Aaron, un ragazzo belloccio, ma a primo impatto fra lui e Bobby non c'è un grande feeling.
Dopo essersi però sentiti via messaggio, i due decidono di approfondire la conoscenza reciproca seppur le diverse personalità sono difficili da far collimare. Nascerà l'amore? Tocca veder Bros per scoprirlo perché io non faccio spoiler.
Quel che posso dirvi invece è Bros è una commedia piacevole, che non solo prende alcuni degli elementi del genere, che però nella maggior parte dei casi racconta storie eterosessuali, ma mi è sembrata anche brillante. Bobby, interpretato da Billy Eichner, infatti riesce a capovolgere un po' la narrativa che spesso si fa sul mondo gay, raccontandone anche le contraddizioni e le ombre che riguardano la community. Un tentativo quindi anche di andare contro i cliché tipici soprattutto nell'ambito relazionale e sessuale, facendo anche riflettere ma sempre con ironia. Bros è un film diretto, che non si preoccupa di mettere in scena anche rapporti fisici, che non mi sono sembrati gretti, ma sempre in linea con il taglio canzonatorio del film.
Ma ci sono tanti punti deboli in Bros, a cominciare dal tentativo di destrutturare quegli stereotipi in cui però il film stesso casca. Un esempio banale (ma non troppo) è la differenza fisica fra Bobby e Aaron (interpretato da Luke Macfarlan), che viene sottolineata più e più volte, che però non è così palese, visto che entrambi hanno comunque un corpo tonico e palestrato. Ci sono forse fra i due interessi di vita diversi, ma non mi pare che Bobby sia così intenso come viene descritto, ma più un pesantone, a volte fuori luogo, e sono caratteristiche forzate volte solo a creare una dinamica nel film. Inoltre non sempre ha comportamenti così diversi dal compagno.
Ho colto l'intento di creare un film che fosse anche informativo, se non sensibilizzante, ma a volte può risultare un po' troppo pedante da questo punto di vista.
Un altro punto debole di
Bros secondo me è il ritmo, che mi è sembrato altalenante: ho avuto più volte l'impressione che il film dovesse terminare, e invece subito riprende con un proseguo.
È quindi sì una commedia piacevole, ma più adatta ad una visione casalinga, per godersi un film fatto di buoni sentimenti e qualche battuta riuscita, meno invece come pellicola cinematografica di grande impatto.
Mi vergogno quasi invece a parlarvi dei recuperi che ho fatto in streaming perché, pur amando la serie tv del 2010, non avevo ancora visto il film di Downton Abbey del 2019, e con l'arrivo del sequel quest'anno, un po' come per Hocus Pocus, ho pensato fosse giunto il momento di rimediare a questa grave mancanza. Non essendo proprio uscite recenti, cercherò di non essere ammorbante.
Downton Abbey - Il film (2019)
Genere: commedia, drammatico, storico Durata: 122 minuti Regia: Michael Engler Uscita in Italia: 24 Ottobre 2019 (Cinema) Paese di produzione: UK |
---|
Con la fine della serie tv,
Downton Abbey aveva comunque lasciato delle porte aperte, e questo film ha cercato di dare sì un proseguo ma anche di chiudere un po' il cerchio. La
famiglia Crawley e tutti i personaggi che girano intorno a loro, sono sempre fonte di nuove avventure, e questa volta dovranno addirittura gestire l'arrivo del
re Giorgio V e della regina Mary a Downton. Ovviamente anche la servitù sarà coinvolta, ma inizieranno a sorgere malumori quando scopriranno che sarà lo staff reale a gestire tutti i dettagli della visita reale.
Ci saranno però situazioni interessanti anche per altri personaggi, come ad esempio
Tom Branson, che sarà occupato su più fronti, soprattutto quello di una nuova conoscenza che potrebbe tornare a fargli battere il cuore.
Se conoscete la serie tv, saprete che in
Downton Abbey è tutto in divenire, non c'è un unico filone narrativo orizzontale (o meglio non solo), ma ci sono più storie che si intrecciano, che si aprono e si chiudono, e questo viene ripreso benissimo nel
primo film della saga. Come sempre un po' tutti i personaggi, siano essi camerieri o nobili, vengono coinvolti nelle storyline, e ognuno riesce ad avere un percorso più o meno soddisfacente. Anzi per alcuni, come
Thomas Barrow c'è anche un momento di svolta particolare e diventa un personaggio che cresce.
Downton Abbey - Il film forse può risultare troppo frettoloso per chi non ha visto la serie o non ne è stato coinvolto, perché l'obbiettivo non è sviscerare ogni singolo avvenimento e renderlo complicato, come molte produzioni britanniche, ma, proprio come nel telefilm, è più una sensazione che ti coinvolge. Tornare fra i
Crawley è un po' come tornare a casa, è un piacere, è comfort, ma anche divertimento grazie ad una
lady Violet (Maggie Smith) sempre brillante, e con i suoi momenti più tesi e commoventi.
Mi è piaciuto molto questo primo film, ma ho forse apprezzato anche di più il secondo.
Downton Abbey II: Una Nuova Era
Genere: commedia, drammatico, storico Durata: 125 minuti Regia: Simon Curtis Uscita in Italia: 28 aprile 2022 (Cinema) Paese di produzione: USA, UK |
---|
Nel secondo capitolo dei
film di Downton Abbey, Una nuova era, c'è proprio il sapore della novità e del futuro: i Crawley infatti ospiteranno all'interno della loro dimora le riprese di un film. Non saranno del tutto contenti
Lord Grantham e Lady Violet, poco stimolati dall'idea del caos che una troupe cinematografica potrebbe creare. Dall'altro lato però
Lady Mary, che sta via via diventando la vera proprietaria di Downton, sa che a volte bisogna scendere a compromessi, specie se ne va della stabilità della tenuta e delle sue finanze.
Ma ci saranno anche interessanti evoluzioni, come vi dicevo anche per il primo film, per quanto riguarda gli altri protagonisti, e non mancheranno le lacrime per chi è giunto alla fine del suo percorso.
Come vi accennavo,
Downton Abbey 2 mi ha colpito ancora più del primo film, ho trovato la storia ancora più coinvolgente, specie da un punto di vista emotivo. Mi è piaciuta tanto l'evoluzione che è stata data ai personaggi, e quasi il passaggio di testimone fra la vecchia e la nuova generazione (magari in vista di altri futuri film?). Pur non amando alla follia il personaggio di
Mary ad esempio, ho trovato furbo sfruttare la quasi totale assenza di
Matthew Goode (che fra i mille impegni poteva evitarsi quella zozzeria di
A Discovery of Witches) che interpreta il marito Henry Talbot, per farla riflettere sulla sua vita privata, e al tempo stesso mostrarla come una donna del suo tempo ma con una visione moderna.
Downton Abbey II: Una Nuova Era mi ha poi proprio commosso, come spesso accade quando le cose belle si concludono, e posso garantirvi che in questo secondo film diverse parentesi si chiudono o comunque prendono concretezza. Per questo secondo me, anche questo capitolo della saga non può essere del tutto apprezzato da chi non ha visto e gradito la serie tv.
Posso inoltre affermare per entrambi i film di Downton Abbey che sono rimaste invariate la cura dei dettagli e la qualità della recitazione.
Secondo me c'è ancora spazio per questa storia, e spero che Julian Fellowes pensi ad un terzo film perché nonostante due ore siano un po' strette per approfondire tutti i temi toccati, credo che questa formula sia la più adatta per portare avanti una vicenda e i suoi personaggi tanto amati, senza stancare.