Due film che potete anche perdere...

Se Il Signore delle Formiche è stata una visione che considero da recuperare, al limite del didattico (in senso buono), ho visto due film che credo siano ad alto tasso di perdibilità. 
Stili, argomenti, messaggi differenti, ma ho riscontrato in entrambi i casi una irresolutezza, una mancanza di centralità e in generale, su di me, un impatto poco profondo.


L'Immensità (2022)


Genere: drammatico
Durata: 97 minuti
Regia: Emanuele Crialese
Uscita in Italia: 15 Settembre 2022 (Cinema)
Paese di produzione: Italia, Francia

Emanuele Crialese porta in scena una storia particolarmente biografica ambientata nella Roma degli anni '70. Qui entriamo nella casa di Clara, una donna spagnola, madre di tre bambini, che ha un matrimonio turbolento con il marito Felice. Lei è bella e desiderata, ma oppressa dai modi bruschi del marito che, tra l'altro, la tradisce. Ciò nonostante cerca di difendere i suoi figli e creare per loro una bolla di allegria e spensieratezza, specie attraverso la musica. Ma non è semplice, soprattutto per la maggiore, Adriana "Adri", che si sente una "aliena" nel suo corpo e nel mondo che la circonda. Adri infatti si fa chiamare Andrea perché si sente un ragazzo, ma nessuno riesce a comprendere la sua necessità.

È tanta roba quella che viene messa in mezzo nel film di Crialese L'Immensità, perché questo dramma familiare si apre almeno su due filoni narrativi che sono le vite di Clara e Adriana/Andrea, che si uniscono, si toccano, si intrecciano ma proseguono poi ognuno per la propria strada. Nonostante accadano sotto lo stesso tetto, le loro vicende sono ovviamente basate da malesseri differenti, eppure accomunate dalla costante ricerca di libertà. 
È qui però che L'Immensità fallisce. Infatti in nessuno dei due focus che il film ci spinge a seguire, è mai così approfondito o riesce a trovare quel quid in più. Di conseguenza, nonostante si tratti di una storia particolarmente drammatica, non ho percepito quel coinvolgimento costante che avrei dovuto sentire.


Con questi argomenti ci si poteva fare due film distinti tra l'altro molto ricchi di spunti, ed invece L'immensità è a stento completo da solo. È inoltre quasi frustrante, seppur mi sembra di capire sia voluto, il senso di incompiutezza che lascia il finale, dove i protagonisti non ottengono nulla, una redenzione o una condanna. Le uniche vie di fuga sono i momenti musicali, che ho preso come un omaggio agli artisti passati e presenti come Raffaella Carrà, Patti Pravo e Adriano Celentano, ma questi inserti risultano scollegati dal resto, e a volte un po' eccessivi. 

L'immensità si regge praticamente tutto sulle spalle di una bellissima Penelope Cruz, che è magnetica ma non può né sbocciare né sfiorire perché il suo personaggio non glielo consente. Il resto del cast mi ha lasciato una sensazione neutra, compresa Luana Giuliani nei panni di Andrea.
Per questo dico che si tratta di un film non imperdibile, che andrebbe bene da vedere in tv ma non rivedrei al cinema.


Do Revenge (2022)


Genere: commedia, drammatico
Durata: 118 minuti
Regia: Jennifer Kaytin Robinson
Uscita in Italia: 16 Settembre 2022 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti

Non ha proprio nulla a che vedere con L'immensità, perché Do Revenge ha argomenti e stile completamente differenti. Dopo una umiliazione personale, la popolare adolescente Drea conosce l'outsider Eleanor e le due faranno squadra per vendicarsi reciprocamente di coloro che le hanno svilite o ne hanno rovinato la reputazione. Così Eleanor si occuperà di Max, ex ragazzo di Drea che ha diffuso un video intimo dei due, mentre Drea cercherà di mettere fuori gioco Carissa, una ragazza che pare abbia prima corrisposto le attenzioni di Eleanor, per poi farla passare come una predatrice sessuale.
Attuare il loro piano di vendetta non sarà sempre semplice e più volte le ragazze finiranno non solo per scontrarsi ma per scoprire altre verità l'una dell'altra. 


Una dark comedy che prende a piene mani dai teen drama classici per toccare tematiche attuali come revenge porn, finto interesse nei confronti di temi sensibili, omofobia, e svariati privilegi, oltre alle differenze che la società mette in atto fra uomini e donne. Sagace ma ironica, magari non originale ma coinvolgente, rivolta ad adolescenti ma matura, è così che immaginavo Do Revenge, ma nella realtà si è rivelato ancora meno imperdibile di quanto pensassi.
Nonostante la storia evolva con dei frequenti twist narrativi, non l'ho trovata così imprevedibile, e molto spesso ho avuto il sentore di cosa sarebbe accaduto. Anzi, è un voice over di Eleanor a darci sin da subito l'idea di una situazione più torbida.


La messa in scena di Do Revenge, che ruota attorno a dei ricchi adolescenti senza la minima figura genitoriale e con uno stile di vita decisamente sfarzoso, mi è sembrata forzosa e un po' costruita, con una accesa pastellosità dei colori che potesse fare da controparte a degli animi tutt'altro che luminosi. Infatti tutti i personaggi mettono in atto atteggiamenti spesso narcisistici e tossici, che non li rendono per nulla simpatici (con un intento voluto spero). Tuttavia l'eventuale caduta di uno dei personaggi viene ovattata comunque dalla bolla di privilegi e ricchezza in cui vive, e la stessa Drea, che ha origini più normali dei compagni, sembra cavarsela bene.
Purtroppo anche la redenzione finale dei protagonisti risulta improvvisa, poco credibile e affatto interessante.


Un cast azzeccato è forse il punto di forza di questo film Netflix, visto che spazia da Camila Mendes a Maya Hawke fino ai cameo di Sophie Turner e Sarah Michelle Gellar, ma non ho trovato altri aspetti positivi.
Mi è sembrata una vaga operazione nostalgia, visto che lo stile richiama gli anni '80, '90 e l'inizio del 2000, ma con una durata eccessiva e con pochi momenti di divertimento. Do Revenge non riesce nemmeno ad essere una vera critica sociale, visto che certe tematiche vengono solo sfruttate come mero intento narrativo. 
Indubbiamente guardabile ma non imperdibile. 




Ho finito tantissimi prodotti!

Credevo di finire sommerso da tutti i prodotti che ho in casa, ed invece di punto in bianco mi sono reso di aver terminato davvero tantissimi cosmetici, fra novità e riacquisti.
Ho infatti finito l'ennesima confezione di Multi-Peptide Serum for Hair Density di The Ordinary.

Esiste una recensione super dettagliata, incluso anche il modo d'uso, di questo siero per capelli e la trovate qui qualora non l'abbiate già letta, e nel corso del tempo vi avevo accennato che continuavo ad acquistare il prodotto. In fondo comprarlo una volta e trovarsi bene è ok, ma riacquistarlo periodicamente significa innamorarsene, e credo che sia importante dare un feedback anche a distanza di anni. Il Multi-Peptide Serum di The Ordinary mi piace tantissimo e continua a performare bene su di me perché puntualmente noto che mi aiuta a rinforzare i capelli, e fa spuntare nuovi baby hair.
Ho ormai scollegato l'uso dei sieri, o dei prodotti rinforzanti in genere, per capelli dalla stagionalità, perché credo che sia meglio non farsi trovare impreparati contro la caduta (specie noi maschi), per cui non manca nel mio beauty un prodotto che stimoli la ricrescita, e cerco di variare sempre. Tuttavia, se non so cosa acquistare, mi affido sempre a questo Siero The Ordinary e lo farò più avanti. L'unico neo che trovo è la texture liquida, ma se anche un imbranato come me non fa casini, c'è speranza per tutti.

INFO BOX
🔎 TheOrdinary.comBeauty Bay, lookfantastic.itDouglas.it
💸 €18.50
🏋60ml
🗺 Made in Canada
⏳ 12Mesi
🔬 Cruelty Free


Un altro prodotto che ho riacquistato è l'Aloe Gel Dentifricio Sbiancante di Equilibra, un brand a cui mi affido spesso per l'igiene orale.


I dentifrici Equilibra mi piacciono molto, e se seguite le mie review li avrete visti molto spesso, ma ammetto che questo nella versione sbiancante credo di averlo preso solo un'altra volta, rispetto ad esempio al Triple Action che ho invece acquistato più spesso. Qui trovate la recensione completa che, seppur decisamente datata, aderisce bene alla mia esperienza più recente. L'Aloe Gel Dentifricio Sbiancante è un buon prodotto che unisce efficacia e delicatezza, ma non ha un potere anti macchia e anti giallo così evidente da fare la differenza, specie se avete un grosso problema di ingiallimento. Per questo non lo scelgo strettamente per la sua azione sbiancante (per quello in verità mi affido a strisce sbiancanti tipo queste), ma proprio come prodotto valido in generale, e non aggrava la mia sensibilità dentale. Lo riacquisterò ancora. 

INFO BOX
🔎 Grande distribuzione, Acqua e Sapone, Amazon
💸 2.35€
🏋75ml
🗺 Made in Italia
⏳ 12 Mesi
🔬 //


Biolis Deodorante No Gas Melagrana


In effetti non è nemmeno la prima volta che acquisto un deodorante di Biolis (qui trovate le mie opinioni su un altro) e anche la versione alla Melagrana se l'è cavata molto bene. In verità questa confezione è con me da diverso tempo, persino prima dell'estate, ma non l'ho alternato a prodotti più efficaci durante le giornate più calde, non perché non funzioni ma per com'è formulato. Infatti si basa principalmente sull'antibatterico triethyl citrate, unito ad amido di riso e zinco ricinoleato che hanno una azione assorbente. Nel caso specifico del Deo No Gas Melagrana, troviamo nell'INCI anche estratto appunto di questo frutto, accompagnato ad avena, pantenolo e bisabololo per un effetto idratante e lenitivo.
Questo deodorante Biolis mi piace perché ha una buona efficacia nell'evitare che si formino cattivi odori, e su di me questo potere ha anche una buona durata e regge in giornate più calde e movimentate anche per buone otto ore (o, come dico io, l'orario di ufficio).


Ammetto però che se ho bisogno di una tenuta strong, o magari sono in vacanza e quindi so che sto molto tempo fuori casa, non è il deodorante che prediligo né il primo che consiglierei a chi ha una sudorazione abbondante. Per tutti questi casi infatti preferisco prodotti con antitraspiranti, e nello specifico allume di rocca, per confutare ogni dubbio ed evitare brutte figure.
Premesso questo, il Deodorante Biolis Melagrana è promosso, ha una profumazione che non mi ricorda il frutto, ma è fresca, gentile e sa di pulito, oltre a non cozzare con altri profumi che applico sul corpo. Inoltre credo che la definizione di delicato gli si addica perché non mi ha mai dato irritazioni. Non ho inoltre mai notato macchie o aloni sui vestiti e tutto sommato si asciuga in fretta. 
Sicuramente nel tempo acquisterò altri deodoranti Biolis ma anche prodotti di questo brand in genere, per cui se avete consigli, date libero sfogo nei commenti.

INFO BOX
🔎 Tigotà, e-commerce
💸 €2.99
🏋 75 ml
🗺 Made in Italia
⏳ 12 Mesi
🔬Vegan, Non testato sugli animali


Nivea Sun Doposole Hydrate 
Azione rinfrescante e lenitiva


Questo doposole arriva direttamente da Noto, perché avevo terminato il sample di crema corpo che avevo portato con me e mi son dovuto accontentare di quello che ho trovato in un piccolo supermercato. Questo doposole Nivea non ha comunque difetti macroscopici: certamente l'INCI non è ricchissimo di attivi, ma troviamo appunto aloe, acido ialuronico, glicerina. Ci sono però anche alcol e un silicone che contribuiscono al tocco setoso e fresco. Anche la profumazione è decisamente rinfrescante, un po' chimica e intensa come buona parte dei prodotti Nivea. La consistenza di questo doposole invece è una sorta di gel-crema che non produce scia bianca e si stende rapidamente e bene.


Non ho per fortuna avuto grosse scottature questa estate per cui non posso riferirne l'effetto da quel punto di vista (e soprattutto speravo che non mi servisse in tal senso). Volevo invece un prodotto fresco, idratante e non grasso e questo Doposole Nivea Sun rispetta queste mie aspettative. Infatti si assorbe in fretta, lasciandomi la pelle morbida e liscia. Il potere idratante è in linea con un doposole a mio avviso: non ci si può aspettare che magari vada bene per pelli estremamente secche, ma giustamente è un prodotto pensato per l'estate quando difficilmente si ha piacere ad applicare sul corpo creme dense e troppo nutrienti. Il suo potere rinfrescante secondo me è delicato e temporaneo, non ci farei troppo affidamento se puntate al prodotto per questo.
Nei giorni in cui non sono andato al mare, e fino a questo ultimo periodo, ho continuato ad usare questo doposole Nivea Sun come se fosse una crema, ed ha funzionato. 

INFO BOX
🔎 Grande distribuzione, Acqua e Sapone, Amazon
💸 9€
🏋200ml
🗺 Made in Italia
⏳ 12 Mesi
🔬 //



PHBIO Plus + Detergente Viso Delicato


Tempo addietro vi ho parlato di PHBio Plus +, una edizione limitata ma ricorrente del brand PhBio, e vi avevo accennato che non avevo acquistato solo questi prodotti corpo, ma anche il detergente per il viso, che mi è piaciuto ma senza estremi slanci di entusiasmo.
Viene descritto come delicato, ma al tempo stesso nell'INCI troviamo oli essenziali di lavanda e geranio, che hanno funzione astringente e purificante. Ad addolcire la formula troviamo anche glicerina, aloe, ed estratto di fiordaliso, ma purtroppo non sono sufficienti.
Il detergente viso PHBIO Plus è un gel abbastanza fluido che crea una buona schiuma quando entra a contatto con l'acqua. La sua profumazione deve piacervi perché spiccano abbastanza decise le note di lavanda.


Sono stato contento di aver terminato questo detergente viso durante il periodo estivo perché credo si adatti a pelli grasse e miste, ma non a pelli normali o a tendenza secca. Infatti pulisce molto a fondo il viso, portandosi via anche protezione solare e un make up leggero, ma su di me lascia un po' la sensazione di pelle che tira. Non è qualcosa per cui lagnarsi, perché anche nel lungo periodo non mi ha dato problemi né irritazioni, però devo idratare bene la pelle dopo averlo usato. Personalmente l'ho preferito nell'uso serale, e per cercare di attenuarne il potere detergente ho sempre utilizzato questo prodotto PHBIO Plus su pelle umida, in piccole quantità e emulsionandolo prima fra le dita. 
Sembra che abbia fatto una cosa normalissima, ma in genere utilizzo i detergenti viso direttamente su pelle asciutta e solo dopo li attivo con l'acqua, in questo caso no.
Il detergente viso PHBIO è comunque gentile sui miei occhi e si sciacqua facilmente, altri motivi per promuoverlo ma non bastano a considerarlo il sacro Graal dei detergenti. 

INFO BOX
🔎 LIDL
💸 € 3.89
🏋 250ml
🗺 Made in Italia
⏳  6 Mesi
🔬 Bio Cosmesi AIAB, Vegan OK, Natural Origin 



Questa è solo la prima parte dei prodotti che ho terminato in questo periodo, quindi state pronti che ci rileggiamo presto. 






💖alcuni link sono affiliati, usali se vuoi sostenere Pier(ef)fect e le mie recensioni 

Il Signore delle Formiche è un film da vedere (nonostante tutto)

Era parecchio tempo che non mettevo piede al cinema, ma ormai avrete capito che questa estate si è condita di vecchie e nuove buone abitudini. 
Per riprendere proprio quella del cinema abbiamo scelto Il Signore delle Formiche, in concorso al Festival di Venezia, che racconta una storia vera quanto mai attuale.

Genere: drammatico, storico, biografico
Durata: 130 minuti
Regia: Gianni Amelio
Uscita in Italia: 8 Settembre 2022 (Cinema)
Paese di produzione: Italia

Mirmecologo, drammaturgo, scrittore, partigiano, poeta e filosofo, sono queste alcune delle qualifiche di Aldo Braibanti, che non verrà elogiato per le sue doti intellettuali, ma passò alle cronache di fine anni '60 per essere stato accusato di plagio nei confronti del giovane Ettore (nella realtà Giovanni Sanfratello). I due infatti si erano conosciuti in Emilia Romagna nel laboratorio culturale di Braibanti, ma quando quell'interesse per l'arte, la letteratura e le formiche diventerà altro, decideranno di scappare a Roma per poter vivere liberamente il loro rapporto e stare lontano dalle dicerie di un paesello piacentino.
Tuttavia Aldo ed Ettore non troveranno mai la felicità, perché quando i genitori rinchiuderanno il ragazzo in una clinica di conversione dell'orientamento sessuale, e denunceranno Braibanti, quel sogno si infrangerà e diventerà un incubo.

Gianni Amelio racconta la storia di Aldo ed Ettore attraverso due fasce temporali ben distinte, ma ne dà un ampio respiro inserendoci all'interno un significato più ampio. Non si tratta infatti solo di denunciare un caso legale e di un processo sbagliato ed ingiusto, visto che più di dieci anni più tardi il reato di plagio verrà ritenuto incostituzionale, ma racconta l'Italia di ieri e di oggi. L'immagine che ne esce è infatti un paese retrogrado, lento, legato alla fede religiosa in modo bigotto, dove ci si preoccupava più di un eloquio garbato e "pulito" che della veridicità dei fatti. Un'Italia che si trascina ancora l'ombra del fascismo, dove l'omosessualità non viene contemplata perché semplicemente non può esistere.

Il Signore delle Formiche non è però un film storico o politico, perché racconta una realtà che esula dal periodo storico in cui si svolge, e sebbene vengano più e più volte ovviamente nominati partiti,  movimenti e pensieri politici, ci mostra secondo me più un substrato sociale ottusamente ancorato al passato che ancora oggi appartiene ad una parte della popolazione.
Un immobilismo culturale che non ha partito politico né epoca.
Gli stessi Aldo ed Ettore sono sì, dei personaggi realmente esistiti ma anche delle figure metaforiche che rappresentano le vittime di una società e di un apparato legale non funzionante, soggetti da mettere a tacere o condannare in quanto diversi rispetto ad un credo comune. Due personaggi che purtroppo potremmo collocare anche ai giorni nostri, dove ancora si cerca un colpevole senza che vi siano colpe.

È un film da vedere perché racconta una storia italiana da conoscere, capire ed assorbire, senza mai scadere nel pruriginoso, con una intensità crescente e con un'ottima recitazione.
L'Aldo Braibanti di Luigi Lo Cascio è una figura sfaccettata, particolare, con le sue luci e le sue ombre, un carattere non facile ma sempre con la dignità incredibile, probabilmente trasmessa dalla madre, di chi non vuole essere né martire né mostro ma solo essere accettato in quanto essere umano. 
Leonardo Maltese nei panni di Ettore è credibile, intenso, dolce, ma non infantile o sciocco. Elio Germano è invece un giornalista dell'Unità, uno dei pochi che sostiene Braibanti e che ci dà qualche risata amara.


Il "nonostante tutto" del mio titolo è dato da alcuni aspetti, sicuramente secondari, che non mi fanno considerare Il signore delle formiche un film dall'impatto cinematografico (quindi indifferentemente dal messaggio che vuole trasmettere) così unico. È infatti una pellicola dal taglio abbastanza classico, senza guizzi particolari che un occhio non tecnico come il mio potesse notare. 
La prima parte inoltre mi è sembrata un po' troppo impostata, sia nel modo in cui vengono esposti i dialoghi, sia nella regia con questi costanti primi piani. Ci si scioglie di più nella seconda parte, quando aumenta anche il ritmo.
Mi è mancata inoltre una panoramica più ampia dell'opinione pubblica, sia in negativo che in positivo, visto che Braibanti pare avesse il sostegno di importanti personaggi dell'epoca come Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, ed Elsa Morante.

Non credevo che sarebbe stata una recensione così seria quando ho iniziato a parlare de Il Signore delle Formiche, ma mi è venuto spontaneo dare il giusto peso al messaggio quasi educativo che viene trasmesso. Non è però il senso di pesantezza quello che ho avuto uscendo dal cinema, ma più una sensazione di tristezza per chi non ha potuto e non può vivere ancora oggi le mie stesse libertà.




La mia hair care routine con OnYOU Officina Naturae

È stata presentata al Sana, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, di quest'anno, ma grazie a Officina Naturae ho potuto provare in anteprima onYOU, la loro nuova linea capelli.
Ancora una volta Officina Naturae ha creato delle formulazioni semplici ma pensate per diverse tipologie ed esigenze di capelli. OnYOU è infatti una gamma di 14 diversi prodotti, ecocertificata, gli shampoo non contengono solfati, e tutti i flaconi sono di plastica riciclata post consumo o di alluminio che possono essere riutilizzati.
OnYou è composta da

  • Shampoo, balsamo e maschera ad azione nutriente per capelli secchi o con doppie punte
  • Shampoo, balsamo e maschera per capelli lisci da disciplinare,
  • Shampoo, balsamo e maschera districante per capelli ricci
  • Shampoo per lavaggi frequenti
  • Shampoo per capelli con forfora
  • Shampoo per capelli grassi
  • Maschera e balsamo per capelli normali e sottili

Ovviamente tutte queste referenze sono combinabili fra loro in base alle esigenze, io per i miei capelli secchi, tendenti al crespo e non facilissimi per loro natura, nonostante siano corti, ho potuto provare tutta la linea Officina Naturae dedicata.

Officina Naturae onYOU Shampoo per capelli secchi e doppie punte


Iniziamo ovviamente con lo shampoo per capelli secchi, che in questo caso è un gel fluido, caratterizzato da un profumo buonissimo, che al mio naso è dolce e fresco allo stesso tempo. Sul sito Officina Naturae è indicato come fruttato e fiorito, ma il mio naso non identifica strettamente queste due fragranze.
Lo Shampoo capelli secchi è arricchito con ingredienti idratanti come eritritolo, che è uno zucchero, e proteine delle mandorle e del grano, che hanno anche una azione condizionante sui capelli. Olio di nocciolo di albicocca bio si aggiunge all'INCI per rendere la formulazione più nutriente. 

Per via della sua consistenza fluida ma anche per la sua performance, ho usato questo shampoo Officina Naturae quasi sempre puro e non diluito, e credo che anche così renda bene la sua efficacia.
Lo shampoo per capelli secchi è infatti delicato ma pulisce bene: su di me ad esempio, che ho un cuoio capelluto poco sebaceo, crea una leggera schiuma al primo passaggio, mentre con ne serve un secondo per ottenere una schiuma più consistente e perfezionare il lavaggio. 


Il suo potere detergente è secondo me perfetto per appunto capelli secchi, e anche se avete il cuoio capelluto sensibile, visto che non mi ha creato irritazioni e secchezza. Mi è anche capitato di usarlo più frequentemente, per via di un paio di giorni al mare, e non mi ha dato problemi. Con lo shampoo per capelli secchi riesco comunque a rispettare i miei due canonici lavaggi settimanali, perché non si sporcano prima.

Secondo me inoltre se avete i capelli corti e abbastanza facili da gestire, già da solo può bastare, perché ha davvero un leggero potere condizionante. Infatti con questo nuovo shampoo Officina Naturae i capelli mi restano abbastanza morbidi, e non annodati o secchi. In generale non toglie corpo e volume ai capelli, credo anche per via delle proteine.
Un altro elemento che rende ulteriormente promosso questo shampoo onYOU è il risciacquo abbastanza rapido. 

INFO BOX
🔎 Bioprofumeria, Online, sito dell'azienda, Eccoverde
💸 €7.90
🏋 200ml
🗺 Made in Italia
⏳ 12 Mesi
🔬 ICEA Eco Bio Cosmesi, Vegan Ok, Nickel Tested <1PPM


Officina Naturae onYOU Balsamo per capelli secchi e doppie punte


Il secondo step della mia hair care routine è il balsamo capelli che credo possa accontentare molti di voi. È uno di quei conditioner che fa un po' di resistenza ad uscire dal flacone, perché ha una consistenza cremosa un po' più soda, ma non si fatica poi a distribuirlo in maniera omogenea sulla capigliatura. Il profumo è davvero fantastico, io ci sento quelle note di monoi che Officina Naturae suggerisce nella descrizione, una profumazione coccolosa e avvolgente, che sui miei capelli non resta a lungo ma credo si percepisca di più su capelli lunghi.

La formulazione vede attivi idratanti come glicerina, eritritolo ed estratto di tamarindo che ha anche una funziona antiossidante. In più Officina Naturae ha aggiunto olio di ricino, che oltre a nutrire i capelli, li va a rinforzare, io stesso infatti per anni l'ho usato su ciglia e sopracciglia per stimolarne la crescita. 


Avendo un cuoio capelluto a tendenza secca, ho potuto sempre applicare questo balsamo onYOU anche sulla cute, sfruttando così meglio le proprietà degli attivi all'interno. Ma questo modo d'uso non va ad appesantirmi o a sporcarmi i capelli in anticipo, e non richiede una quantità assurda di acqua per essere rimosso. Mi è capitato di usare questo balsamo, come lo shampoo, più giorni consecutivi e non ho notato problemi di alcun tipo.

Questo balsamo Officina Naturae è infatti in grado di districare istantaneamente, ed ammorbidire tanto i capelli, ma senza afflosciarli o appunto ungerli, nonostante questa consistenza più cremosa. Dopo l'uso ho notato capelli facili da pettinare e mettere in piega, ma anche voluminosi, un po' più lucidi e leggeri. Credo che anche capelli normali possano usare questo balsamo onYOU alternandolo magari a prodotti meno nutrienti.

INFO BOX
🔎 Bioprofumeria, Online, sito dell'azienda, Eccoverde
💸 €7.60
🏋 150ml
🗺 Made in Italia
⏳ 12 Mesi
🔬 ICEA Eco Bio Cosmesi, Vegan Ok, Nickel Tested <1PPM


Officina Naturae onYOU Maschera per capelli secchi nutriente


La maschera per capelli secchi è il prodotto che ho preferito di questa linea ed era esattamente ciò di cui avevano bisogno i miei capelli in questo periodo. Oltre alla profumazione paradisiaca, che è uguale a quella del balsamo, troviamo una serie di ingredienti che sono azzeccati per i capelli: si parte da oli di cocco e semi di lino, oltre a quello di ricino, c'è anche burro di cacao e una miscela di estratti botanici che danno un effetto idratante, anti ossidante, lenitivo e rinforzante per i capelli. Il tutto è racchiuso in una consistenza densa, ma facile da prelevare essendo in barattolo, e abbastanza semplice da distribuire fra la chioma. 


La maschera OnYOU per capelli secchi, va utilizzata su capelli umidi, dopo lo shampoo, e lasciata in posa per almeno una decina di minuti come indica Officina Naturae. L'azienda appunto suggerisce di alternarla ogni uno o due shampoo al balsamo, per avere un extra di nutrimento.
Come con il balsamo, non mi limito ad applicare  solo alle lunghezze ma volutamente stendo questa maschera fino alle radici del capello così da beneficiare delle sostanze attive della formulazione. Essendo così corposa, in questo caso serve un po' di accortezza nel risciacquarla, ma non lascia residui e non appesantisce i capelli.


Devo specificare che si tratta sicuramente di un trattamento per capelli davvero secchi, pagliosi, spenti, che magari hanno subito decolorazioni o sono danneggiati, e magari vengono spesso e volentieri maltrattati dallo styling. Su di me questa maschera Officina Naturae rende i capelli molto più morbidi, setosi, parecchio leggeri e per nulla appesantiti. Anche con questo prodotto non ho sentito l'esigenza di aumentare la frequenza dei lavaggi, perché non me lo sporca.

Non è semplice per i miei capelli, ma questa maschera onYOU aiuta anche a renderli più lucidi, oltre che facili da tenere in ordine.
L'unica perplessità che ho è che il barattolo possa essere piccolo per chi ha capelli molto lunghi e molto densi, perché è una maschera corposa ma va applicata nelle giuste quantità. Per il resto credo sia davvero un ottimo prodotto.

INFO BOX
🔎 Bioprofumeria, Online, sito dell'azienda, Eccoverde
💸 €11.50
🏋 150ml
🗺 Made in Italia
⏳ 12 Mesi
🔬 ICEA Eco Bio Cosmesi, Vegan Ok, Nickel Tested <1PPM




Avete provato queste novità di Officina Naturae? Se vi incuriosisce qualcosa potete usare il codice sconto PIERONYOU10, valido su tutto fino al 30 settembre ed utilizzabile anche in concomitanza ad altri sconti. Non è affiliato, quindi è tutto per voi.




Queer As Folk, la recensione del nuovo reboot

Per molti Queer as Folk, la famosa serie creata da Russell T. Davies agli inizi degli anni 2000, è un cult nel settore LGBTQ+, uno di quei telefilm che non puoi non conoscere, specie in relazione all'impatto sociale che avevano all'epoca certe tematiche, la cui rappresentazione in televisione era quasi assente. Io ricordo che la vidi con parecchia curiosità, ammetto anche un po' pruriginosa, ma presto l'interesse si sgonfiò sia per la versione americana che per quella britannica: mi sentivo poco rappresentato dai personaggi e che le vicende mi sembravano poco stimolanti e troppo incentrate sul sesso.

Quando però ho sentito parlare di un reboot di Queer As Folk ho pensato che potesse essere l'occasione giusta visto che nel tempo ho apprezzato altri lavori di Davies, come It's a Sin e la prima stagione di A Very English Scandal

Disponibile su StarzPlay, canale che trovate su Amazon Prime Video e su Apple Tv+, la nuova versione di Queer As Folk prende le mosse dalle precedenti stagioni ma si rinnova su più fronti presentando nuovi personaggi e contesti attuali. L'ispirazione di partenza deriva da un fatto realmente accaduto ovvero la sparatoria al Pulse Nightclub nel 2016, ad Orlando, e dal trauma che deriva da un evento del genere. Qui ci troviamo al Babylon, e scopriamo le vite di Brodie, un ragazzo tornato in città dopo aver lasciato medicina, Ruth, una donna transgender che sta per avere un figlio con la loro (perché usa il pronome they/their) partner Shar, e conosciamo anche Mingus, un diciasettenne con il sogno di diventare una drag queen. 


Questi, ed altri personaggi, si troveranno ad affrontare il dramma causato dalla sparatoria, che ha lasciato dietro vittime e traumi, ma anche i propri personali problemi legati alla sfera affettiva, in un ventaglio di persone e personalità che tenta di essere quanto più inclusivo possibile.
È questo forse uno dei punti di forza di Queer As Folk 2022, visto che è davvero ampiamente queer, e prova a toccare argomenti e tematiche a volte non semplici da raccontare ma al tempo stesso importanti.
Colpisce indubbiamente la dualità fra cui oscillano alcuni dei personaggi, che da un lato si mostrano quasi come dei paladini della comunità LGBTQ+, ma dall'altro hanno mire egoistiche e puramente personali.

C'è poi Ryan O'Connell che nei panni di Julian, il fratello di Brodie, ci apre una porta su cosa significhi essere disabile e omosessuale, un po' come aveva fatto in Special, mostrandone anche alcune ombre, seppur credo che la sua visione sia poco verosimile. È più interessante la parentesi di Mariv (Eric Graise).
Questo ampio range di personaggi corrisponde indubbiamente ad un altrettanto ampio campo di temi come la genitorialità, il superamento di un lutto, l'accettazione di sé, i rapporti amichevoli e familiari.
Il problema però è che tutto viene sviluppato poco, perché questa nuova versione di Queer As Folk ha una sceneggiatura davvero povera e con delle linee narrative che non riescono ad avere una esplosione così coinvolgente. Infatti per buona parte dei primi episodi mi sembrava che si rimestasse sempre sulle stesse situazioni senza saper creare degli sviluppi, al punto che mi sono proprio annoiato.

Fortunatamente da oltre metà della prima stagione si aggiungono nuovi tasselli alla storia, ma arrivano secondo me troppo tardi per poter ribaltare del tutto la narrazione.
Inoltre, nel corso delle puntate, il trauma della sparatoria sembra un argomento da far lampeggiare selettivamente qui e lì più che qualcosa che ha davvero coinvolto i personaggi. 
Purtroppo ancora una volta secondo me si gira troppo attorno all'apparenza, alle feste, al sesso più o meno incontrollato, allo "sballo" e meno a creare una storia solida e realistica, che riesca a fornire davvero una rappresentazione dell'omosessualità e della queerness più ampia e non la stessa macchietta che viene venduta ormai da decenni.


A reggere la bandiera dello scarso approfondimento e della superficialità c'è Brodie, quello che dovrebbe il personaggio principale, che si trascina portandosi dietro un tormento, un malessere quasi adolescenziale che non nasce da una situazione specifica, o per lo meno non ci viene spiegata ma che sicuramente ha origine prima della sparatoria. Peccato però che parliamo di un ragazzo alla soglia dei trent'anni.
Lui viene volutamente scritto per essere antipatico, ma senza darci una panoramica del suo vissuto.
La scena che più mi ha colpito è stata proprio la discussione che si tiene nel settimo episodio fra Brodie appunto e suo fratello Julien, dove entrambi si accusano a vicenda, in breve, di avere una vita più facile dell'altro. Anche qui, invece che scavare a fondo in queste tematiche familiari, è tutto un oscillare fra chi ha fatto sesso con chi e chi è più attraente dei due.

Non se la passano meglio le altre storyline, come quella fra Ruth e Shar: una parabola buttata alle ortiche, con risvolti forzati e anche imbarazzanti.
Spiace per Kim Catrall il cui personaggio ha secondo me molto potenziale anche nel suo cambiamento, ma finisce per avere una deriva quasi bizzarra per come viene narrata.
Questo nuovo reboot di Queer as Folk non riesce a slegare i personaggi dalle loro vicende sessuali, ma soprattutto, nonostante ogni fascia della comunità meriti rappresentazione, e la serie si pone con una impostazione corale, non riesce a mettere in luce personaggi più empatizzabili, realistici, umani, approfonditi e sfaccettati come le storie che vorrebbero raccontare.
Non mi stupisce insomma che la serie non avrà una seconda stagione. 



Maschere viso Luvos: questa volta sono perplesso 🤔

L'anno scorso vi ho parlato di Luvos Heilerde, una azienda storica tedesca che usa una particolare argilla chiamata Loess, che pare abbia effetti curativi per la pelle, ma più in generale ha un potere sebo assorbente e lenitivo.


Ho voluto provare, un po' per completezza un po' per curiosità, altre tre maschere viso di questo brand, ma questa volta l'entusiasmo ha stentato a decollare, anzi ci sono stati diversi aspetti che mi hanno lasciato perplesso. Sono tutte maschere viso in crema, che vanno applicate su pelle pulita per 10 o 15 minuti. Su tutte le bustine, Luvos indica che sono adatte per due applicazioni, ma secondo me vanno bene anche per tre o quattro utilizzi. 


Luvos Anti-aging Mask
Maschera viso cremosa anti età

Ha più una azione preventiva che curativa questa maschera viso Luvos, visto che contiene principalmente elementi protettivi, antiossidanti, come l'olio di semi d'uva, olio di semi di lupino ricco di acidi grassi, e questo estratto di una microalga che pare avere una azione rigenerante delle cellule. Oltre al loess, ha però anche una parte nutriente data dall'olio di jojoba, di germe di grano e di semi di girasole. Il tutto è racchiuso in una consistenza parecchio soda, come tutte queste maschere Luvos, da cui però emerge questo sentore di alcol che ammetto può dar fastidio. Onestamente non ricordo che nelle altre maschere di questa azienda fosse così forte.

Con la stessa onestà devo dirvi che con l'Anti-aging Mask non è proprio scattato questo amore assurdo. L'utilizzo è facile, e nonostante la posa più lunga di quanto indicato dall'azienda, non si secca terribilmente sul viso e non va ad inaridire la pelle. Dall'altro lato però ho fatto fatica ad identificare i reali benefici sul mio viso. Posso sicuramente dirvi che dona una leggera idratazione, sicuramente non sufficiente per pelli secche, disidratate o durante l'inverno, e anche io, seppur l'abbia usata in un periodo caldo, ho sempre associato una routine praticamente completa.
Non ho notato un miglioramento della consistenza della pelle, non mi è sembrata più tonica o distesa nemmeno in maniera temporanea. Però ammetto che ho riscontrato una vaga azione lenitiva in questa maschera Luvos che non me la fa considerare perfettamente inutile. 

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Luvos Soft Peeling Mask

La maschera Luvos che più mi ha lasciato perplesso è questa Soft Peeling perché qualcosa non mi quadrava e ho fatto qualche ricerca. Nella sua composizione, oltre all'argilla curativa ottenuta dal loess, all'olio di jojoba e nocciolo di pesca, non riuscivo a scorgere una sostanza esfoliante. È vero che c'è l'estratto di salice, che è un po' la versione naturale dell'acido salicilico, ma a quanto so non ha la stessa efficacia. 
Inoltre ogni volta che ho usato questa maschera Luvos notavo la pelle più morbida e idratata, sicuramente elastica, e in generale un po' più omogenea e liscia, ma le zone più problematiche, con pellicine, come i lati del naso nel mio caso, non avevano un miglioramento così evidente.


Nelle mie ricerche ho scoperto che Luvos deve aver aggiornato la formulazione, forse rendendosi conto che questa risultava troppo delicata, ed ha aggiunto la polvere di nocciolo di albicocca che possa fare una esfoliazione fisica più incisiva. La mia versione della Soft Peeling Mask assolve la sua funzione se ad esempio avete una pelle sensibile e poco problematica, ma non è una delle mie maschere viso preferite.
Ne consegue che non riesce, almeno con questo INCI, a raggiungere al suo scopo su di me e anche con un uso costante non ho visto grandi benefici. 
Inoltre anche la Soft Peeling Mask ha un forte sentore di alcool appena la si applica. L'uso non è affatto sgradevole, visto che pur essendo pastosa e argillosa, non si secca sul viso tirando o essiccando, ma non è un prodotto che riacquisterei. 

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Luvos Moisturizing Mask
Maschera cremosa idratante 

Non ho riscontrato estreme differenze fra questa maschera idratante Luvos e la versione Anti Aging, sebbene ovviamente le formulazioni non siano identiche. La Moisturizing Mask contiene sempre olio di jojoba, a cui si aggiunge quello di mandorle dolci. Anche in questo caso la consistenza è cremosa e spessa, e non serve un naso particolarmente delicato per percepire la presenza di alcol.


La sua efficacia mi ha ricordato davvero molto la versione anti età Luvos, perché idrata leggermente, ma non così profondamente come ci si aspetterebbe da una maschera che ha questa funzione come suo primo scopo. Io non ho mai potuto fare a meno di associarla ad altri prodotti idratanti, quindi immagino che possa andare bene per pelli grasse che cercano un prodotto riequilibrante, ma non per pelli secche  e molto secche. Anche con la Moisturizing Mask non ho notato grossi benefici sull'aspetto estetico della pelle, né sulla sua consistenza.
Credo che in questa fascia di prezzo ci siano prodotti ben più validi e performanti.

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Speravo che queste maschere viso Luvos potessero essere delle belle chicche economiche, ma su di me non sono state così valide. Ma sicuramente nelle mie riserve ci saranno altri prodotti degni di nota. 










Film Netflix: cosa vedere e cosa evitare!

Non sapete cosa vedere su Netflix? Ve lo dico io, o meglio, vi dico la mia e magari mi dite anche la vostra. Ve lo devo però preannunciare: nessun titolo è particolarmente esaltante, un po' perché avevo bisogno di storie un po' più liete, un po' perché non mi pare ci siano state uscite così esaltanti per cui stracciarsi le vesti.


Linee parallele (2022)



Titolo originale: Look Both Ways
Genere: commediadrammatico
Durata: 110 minuti
Regia: Wanuri Kahiu
Uscita in Italia: 17 Agosto 2022 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Sono davvero basse le velleità di Linee Parallele, il nuovo film con Lili Reinhart, che già dal titolo rivela le sue intenzioni. È infatti il classico film basato sulle sliding door: cosa sarebbe successo se Natalie, appena terminato il college, non fosse rimasta incinta del suo migliore amico? E cosa invece sarebbe accaduto alla carriera di Natalie se il test di gravidanza fosse stato negativo, ed avrebbe potuto proseguire il suo sogno di fare l'animatrice di cartoni animati? È questo a ciò a cui assistiamo in questo nuovo film Netflix, ma c'è anche altro.

Infatti la vita di Natalie in Linee Parallele diventa un po' la metafora dell'esistenza di tantissime donne, spesso costrette a scegliere fra privato e lavoro, fra maternità e carriera, e non sempre è facile far coincidere tutte queste parti della vita. Ma non c'è un moralismo di fondo, non c'è una strada giusta o sbagliata da seguire, perché ogni percorso mostra i suoi aspetti più belli, ma anche le sue criticità. 
L'unica strada per le Natalie che conosciamo, al fine di trovare la quadra, è quella di seguire i propri sogni e fare, in qualunque caso, ciò che realmente sente. 


L'aspetto positivo in questo quadro che può sembrare melenso e poco originale, è che Linee Parallele non dà un giudizio o una soluzione su quale strada sia meglio percorrere, non c'è una morale che espande la sua ombra sopra ogni passo della protagonista, ma l'obbiettivo è solo di raccontare. 
Dall'altro lato però Look Both Ways abbraccia a pieno il genere commedia o comunque di dramedy, non dando mai troppo spazio a momenti drammatici o complicati, e dandoci un finale quanto più roseo possibile. Tutti i problemi di Natalie passano come lo sfogliare delle pagine di un libro con la conseguenza che, nonostante non sia un film da evitare, lascia ben poco su cui riflettere.


La stagione dei matrimoni (2022)


Titolo originale: Wedding Season 
Genere: commedia
Durata: 97 minuti
Regia: Tom Dey
Uscita in Italia: 4 Agosto 2022 (Netflix)
Paese di produzione: Canada

Asha è bella e determinata ma mette a dura prova i genitori di origine indiana che la vorrebbero sposata con un buon partito piuttosto che presa dal lavoro. Così la madre la iscrive ad una app di incontri il cui risultato sarà conoscere Ravi, un giovane che sembra avere un po' gli stessi problemi di Asha.
Nonostante fra Ravi ed Asha non sia scattata la scintilla al primo sguardo, per poter sopravvivere alle insistenze dei genitori e alla stagione dei matrimoni, decidono di allearsi. Ma da cosa nascerà cosa, e la vicinanza fra i due farà crescere l'interesse e l'affiatamento, anche se questo comporterà il complicarsi della situazione.


Mentre guardavo La stagione dei matrimoni aspettavo un appiglio, un aggancio che me lo facesse apprezzare e che mi portasse a dire che non stavo solo perdendo tempo, ma purtroppo questa svolta non c'è stata. Si tratta infatti di un film estremamente prevedibile, banale e con una originalità pari a zero, sia nel contesto del genere, e quindi di questi film che strizzano l'occhio a Bollywood, sia per il cinema in genere.
Il paragone che mi è venuto in mente è quello con Never Have I Ever, dove si gioca sempre con gli stereotipi della cultura indiana, ma vengono usati in modo davvero divertente e intelligente; in questo film invece manca proprio lo sforzo di portare sullo schermo qualcosa di diverso.


Purtroppo il rapporto fra Asha e Ravi segue una parabola vetusta, e che ho trovato anche poco carina quando si scopre che lui non è proprio uno spiantato ma un dj di fama internazionale, con un bel gruzzolo da parte. Come a dire che se fosse stato un morto di fame era da condannare, ma con la grana si ragiona meglio.
La stagione dei matrimoni resta innocuo, non fa danni, ha qualche trovata simpatica, e la fattura risulta gradevole, ma lì finiscono le qualità di questo film Netflix, che non annoia ma non è in grado di intrattenere o di farsi ricordare in qualche modo. A meno che non apprezziate la sensazione di comfort, di certezza che danno questi film, direi che Wedding Season è da lasciar stare perché ci sono modi più stimolanti di impiegare il tempo. 
Se stavate invece cercando la nuova serie di Disney +, la recensione è qui.




Love in the Villa - Innamorarsi a Verona (2022)


Titolo originale: Love in the Villa
Genere: commedia
Durata: 114 minuti
Regia: Mark Steven Johnson
Uscita in Italia: 1 Settembre 2022 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti D'America

È diventato uno dei film più visti di recente su Netflix Italia, ma purtroppo Love in the Villa soffre di tutti i difetti che ho trovato in La stagione dei matrimoni, e forse qualcuno in più.
Verona fa da sfondo allo sfortunato incontro fra Juliet, una insegnante follemente innamorata di Romeo e Giulietta, e Charlie, di origine inglese ed esperto di vino. I due infatti, per colpa di uno strambo errore, si troveranno a condividere la stessa "villa" a pochi passi proprio dal famoso balcone di Giulietta, ma non sarà affatto una convivenza facile. Inutile proseguire però a raccontarvi la trama, perché tutto è come sembra e come potete immaginarvi.


Se da un lato Kat Graham ormai si è data a queste commedie romantiche (vedi questo film di Natale), non mi aspettavo che Tom Hopper, fresco del successo di The Umbrella Academy, si svendesse per un film così banale, ma anche non propriamente fatto bene. Infatti, come potete immaginare, Verona viene sfruttata come occasione per sciorinare una sequela di cliché tipici dell'ottica straniera sulla cultura italiana, e così è tutto un pizza, mandolini, piloti spericolati, abbracci e baci a caso, fino ai cannoli, per non farci mancare nulla anche se incoerentemente con le tradizioni venete.
Ma se si gratta sotto questa superfice non particolarmente ricercata, non resta nulla.


Per buona parte di Love in the Villa non ho potuto fare a meno di pensare che ciò che accade nella storia sia immorale e illegale, e questo comporta che i siparietti fra i protagonisti non risultino simpatici, ma solo assurdi.
La prevedibilità della storia inoltre scioglie qualunque alchimia fra gli attori, che sembrano bamboline le quali sanno già la loro sorte, e si limitano ad attendere che arrivi il loro momento. Tra l'altro, oltre ad uno scarso approfondimento su Juliet e Charlie, questi sembrano schizofrenici: in particolare la ragazza che passa dall'essere estremamente fredda e calcolatrice a dolce e romantica da una scena all'altra. Non voglio poi infierire sui brutti outfit di Kat Graham.
Love in the Villa si salva solo per i bei scorci di Verona, e anche per la simpatica presenza di Emilio Solfrizzi. Per il resto è anch'esso un comfort film di cui si può fare volentieri a meno. 



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