Nuove serie tv: promosse e sprechi 🤷🏻‍♂️

Oltre a La Legge di Lidia Poët, ho terminato altre nuove serie tv, che però mi hanno lasciato pensieri contrastanti. Una in particolare è promossa, ma un'altra, nonostante il potenziale, non mi ha convinto.


Call My Agent - Italia
Prima stagione

Dal 2019 al 2021 è andata in onda su Netflix una serie francese chiamata Dix pour cent, in quattro stagioni, ma arrivata da noi con il titolo di Chiami il mio agente, perché 10% sta proprio per la quota che gli agenti di artisti e attori ottengono dai lavori dei loro clienti. Una serie tv ben riuscita, che mi era piaciuta per ritmo e ironia, che pare avrà anche una quinta stagione più una sorta di film o episodio speciale, e che è stata remakkata da diversi altri paesi, fra cui l'Italia. Il 20 Gennaio 2023 è arrivata su Sky e Now, Call My Agent - Italia, che ricalca praticamente in toto la sua discendente francese, con ovviamente personaggi e modi tipici dell'italianità.

Così la Agence Samuel Kerr (ASK) è diventata la CMA, dal nome del suo fondatore Claudio Maiorana, e conosciamo gli agenti che ne fanno parte, ovvero Gabriele, Lea, Vittorio e Elvira. Tutti i protagonisti seguono la caratterizzazione che avevamo conosciuto nella prima serie francese, e quindi passiamo dal burbero e calcolatore Vittorio, allo scapestrato Gabriele, dalla decisa Lea, alla saggia ed esperta Elvira. Ogni agente ha ovviamente il suo gruppo di attori (veri) a cui badare, seguendone le pazzie e le difficoltà nel corso della loro carriera, di episodio in episodio.
In Call my Agent Italia ovviamente troviamo le nostre star: si passa da Paola Cortellesi a Matilda de Angelis (di nuovo) da Paolo Sorrentino a Pierfrancesco Favino.


Non mancano poi i cameo di tanti altri attori e personaggi famosi, coinvolti in gag spesso riuscite, e che rendono la serie italiana una ottima risposta alla versione francese. È vero che Call my agent prende tantissimo da Dix pour cent, soprattutto nelle dinamiche fra i protagonisti e i loro clienti, ma riescono a fare anche dei collegamenti divertenti e piacevoli se avete visto la serie tv Netflix. Resta però comprensibile anche se non avete seguito la serie originale.
Call My Agent Italia non segue comunque a puntino la controparte francese, anzi, se la memoria non mi fa cilecca, mi è sembrato che le storie e le varie evoluzioni delle stagioni di Chiami il mio agente vengano miscelate e inserite già nei primi episodi della serie italiana, probabilmente proprio per creare varietà.
I dialoghi sono poi brillanti e anche intelligenti nel fare riferimento alla cultura contemporanea. 


Call my agent Italia ha poi un cast azzeccato, visto che buona parte dei protagonisti principali sono volti meno noti (ad eccezione di Marzia Ubaldi) rispetto ai grandi nomi che vanno ad affiancare, creando delle differenze a primo impatto più verosimili.
Ovviamente la narrazione verticale può creare delle disparità fra gli episodi in termini di gradimento ed anche di ritmo, penso ad esempio all'episodio con uno stakanovista Stefano Accorsi, ma non c'è stato un momento di vera noia o stanchezza nel guardare la serie.
È quindi una serie tv promossa che secondo me va recuperata, qui invece la mia recensione della seconda stagione. 




The Followers (As Seguidoras)
Prima stagione


Dall'Italia volo in Brasile con una serie tv apparsa su Paramount + dal 3 Febbraio di quest'anno, che ha del potenziale ma non credo sia stato espresso in toto. Conosciamo Liv, una giovane influencer che ha appena raggiunto i centomila followers sui social grazie al suo profilo rivolto a dare consigli di benessere, ma il suo passato sembra voglia far saltare la sua perfetta vita online, e la carriera che sta costruendo online. Liv sente inoltre molto la competizione con gli altri influencer e tutta questo crescendo di tensione la porterà a diventare una serial killer. Riuscirà a farla franca? E fino a dove sarà disposta a spingersi?


The Followers è una dark comedy che secondo me avrebbe del potenziale per essere uno spaccato del mondo quotidiano dei social, una sorta di critica parodistica di questo mondo spesso fatto solo di apparenza, di arrivismo, di qualunquismo, e in parte la serie riesce a toccare questi argomenti.
È anche l'altro risvolto della medaglia che viene in vari modi, specie negli episodi finali, ad essere messo in luce, ovvero su quanto siamo noi influenzabili e manipolabili dai media e dai social.
Il tono ironico, specie durante i "tutorial" di Liv, e qualche battuta pungente e precisa, sono perfetti per questo scopo, e rendono la serie scorrevole e simpatica. 
Dall'altro lato, oltre ad una ovviamente ad una scarsa credibilità di alcune situazioni, ci sono troppi elementi lasciati in sospeso o poco approfonditi.


Nel suo insieme è infatti poco appagante questa The Followers, un po' fine a se stessa, e tanti aspetti, come ad esempio il passato traumatico di Liv, vengono trattati in modo superficiale, dando quasi adito a pensare che i suoi gesti possano essere in qualche modo giustificati per queste sue ferite.
Purtroppo anche i personaggi secondari sono poco interessanti, ripetitivi nei modi e poco curati.
Non posso bocciare questa serie tv in toto perché si segue facilmente, sono solo sei episodi da meno di mezz'ora l'uno, quindi non è stato così difficile da portare a termine, ma l'impressione è che qualcosa manchi per poter, come vi dico spesso, emergere e distinguersi, e questo è un po' uno spreco. Non so se The Followers avrà altre stagioni, ma temo finirà nel dimenticatoio abbastanza facilmente. 



Perché non riacquisterò questi due prodotti Revolution Beauty (e alternative)

Quando, ormai tre anni fa, ho iniziato a parlare di Revolution Beauty London, pensavo che avrei esplorato la loro gamma skincare in lungo e in largo. Questo brand infatti si era lanciato sul mercato con alcuni possibili dupe di altre aziende, e con dei prodotti economici, cruelty free e vegani.
Ma nel frattempo, oltre ad avere avuto altri prodotti da testare, il marchio ha espanso a dismisura la gamma e non sono più riuscito a starci dietro: ad oggi, solo la parte di cosmetici per la cura del viso, conta quasi 500 articoli suddivisi più o meno in diverse linee. Alcune sono edizioni limitate, altri prodotti magari non sono esattamente in linea con la mia filosofia cosmetica.


Fra queste referenze quindi non tutto può fare al caso mio, ma di recente ho utilizzato due sieri Revolution Beauty che non solo sono vicini alle mie esigenze e necessità, ma mi sono anche piaciuti. 
Il problema è però che non li riacquisterei, e nelle mie recensioni vi spiego come mai.


Revolution Beauty CBD Super Serum
Siero idratante con CBD



INFO BOX
🔎 RevolutionBeauty.com, BeautyBay, Online
💸 €12.99
🏋 30ml
🗺 Made in UK
⏳ 12 Mesi
🔬 //


Qualche tempo fa vi ho parlato in dettaglio delle proprietà della cannabis nella cosmesi, e qui potete trovare un approfondimento che spero vi chiarirà un po' le idee. Essenzialmente dalla canapa si ricavano diverse sostanze, fra cui attivi cosmetici come il cannabidiolo e oli dai semi della pianta. Questo ha proprietà lenitive, disarrossanti e anti ossidanti quindi sembra un attivo da tenere proprio in considerazione.
Revolution Beauty ha declinato questo ingrediente in più prodotti per il viso, dalla detersione alla cura delle labbra, ma io ho scelto il CBD Super Serum perché mi sembrava il più completo e concentrato. Contiene infatti sia olio di semi di canapa, ricco di acidi grassi polinsaturi, ed ovviamente nutriente, ma anche cannabidiolo. L'azienda specifica anche che il contenuto di THC, cioè la sostanza psicotropa che agisce sul sistema nervoso umano, è inferiore allo 0,2%, quindi perfettamente in linea con i limiti di legge.


Il CBD Super Serum è stato però rinvigorito con ingredienti idratanti come glicerina ed acido ialuronico, per rendere la formulazione più completa. La sua consistenza è quella di un gel acquoso, ma non eccessivamente liquido da correre via lungo il viso o fra le mani prima di riuscire a massaggiarla sulla pelle, né troppo sodo da essere complicato da stendere.
Appena lo applico sul viso sento una gradevole sensazione di freschezza, ed è anche di facile assorbimento su di me, senza lasciarmi il viso appiccicoso troppo a lungo.
Non c'è inoltre una profumazione particolare aggiunta, aspetto che lo rende ancora più invitante e gradevole all'uso, specie se in combinazione con altri prodotti che invece potrebbero avere fragranze aggiunte.


Questo siero viso Revolution promette essenzialmente idratazione profonda, e a questo scopo funziona abbastanza bene. Come dicevo però non risulta pesante o appiccicoso sul mio viso, ed è entrato senza problemi nella mia skincare, non ho notato ad esempio pallini o accumuli strani del prodotto. 
Si tratta comunque di un prodotto che dà comfort alla pelle, ma è una idratazione comune, adatta a pelli normali e miste, non mi è sembrata sopra la media di altri prodotti che ho provato in passato.
Oltre alla freschezza sulla pelle appena lo si va a stendere, non sento un grande effetto lenitivo ed addolcente da farmelo scegliere in momenti particolari, come ad esempio dopo la rasatura.
L'ho usato con molto piacere, ma il Super Serum CBD Revolution non ha quel quid da fargli trovare un posto in pianta stabile nella mia routine.  
Nonostante non abbia gli stessi ingredienti, se cercate un siero lenitivo, ho apprezzato di più il Natural Vitamin B5 di Colours of Life, che idrata ma ha una azione addolcente più accentuata. 


Revolution Beauty 1% Bakuchiol Smoothing Serum



INFO BOX
🔎 RevolutionBeauty.com, BeautyBay, Online
💸 €11
🏋 30ml
🗺 Made in UK
⏳ 12 Mesi
🔬 //

Esattamente come per il CBD, ho fatto un approfondimento sul Bakuchiol, una alternativa vegetale al retinolo, che sembra però essere più delicato rispetto ai vari derivati della vitamina A. Inoltre il bakuchiol, estratto dalla pianta Babchi, non è fotosensibilizzante, per questo ho cercato di utilizzarlo d'inverno di giorno, in combinazione ad un siero al retinolo per la routine serale, e d'estate, come completo sostituto a quest'ultimo, proprio per proseguire i benefici della vitamina A, senza però correre il rischio di rendere la pelle troppo sensibile al sole. 
Il Bakuchiol Smoothing Serum di Revolution contiene l'1% di questa sostanza, che è una quantità più che in linea con gli studi che sono stati condotti. 

Inoltre nella formulazione troviamo olio di semi d'uva, nutriente e antiossidante. La consistenza è una sorta di gel crema, ma la sua leggerezza lo rende secondo me a tutti gli effetti un siero. Se avete mai provato un prodotto con bakuchiol saprete che ha un aroma vagamente mentolato e balsamico, delicato e piacevole secondo me.


Anche questo Smoothing Serum è stato semplice da usare, e facile da inserire nella mia skincare routine. È sicuramente necessario associarlo ad altri prodotti se avete una pelle più secca o appunto durante la stagione fredda. Le pelli miste lo apprezzeranno perché ha un tocco abbastanza asciutto, quindi, ripeto, è facile da gestire in base a diverse esigenze.

Il prodotto quindi non ha grossi problemi e credo che, se usato con costanza, possa dare dei benefici (anche se io prediligo sempre il retinolo), specie per cuti sensibili che non sopportano la vitamina A nelle sue varie forme. Io però non lo riacquisterei perché nella formulazione Revolution Beauty ha inserito degli inutili pigmenti che rendono il siero lilla. Non so se l'intento fosse quello di creare una sorta di effetto microriflettente o correttivo, visto che i toni violacei vanno a ravvivare un eventuale incarnato giallo e spento, ma a me questo non importa molto. 


Infatti se utilizzo un prodotto che ha il compito di rinnovare la pelle e migliorare la carnagione, non voglio che sia solo un effetto cosmetico, ma che ci sia un cambiamento reale.
Ma soprattutto non amo (e non credo si debba) utilizzare prodotti con pigmenti sul viso di sera prima di andare a dormire.
Per questo il Bakuchiol Smoothing Serum di Revolution è uno scalino sotto ad esempio rispetto al Bakuchiol di The Inkey List, che potrei usare benissimo in qualunque routine, notte o giorno. 




💖alcuni link sono affiliati, usali se vuoi sostenere Pier(ef)fect e le mie recensioni 

La legge di Lidia Poët, cosa funziona e cosa no nella nuova serie Netflix ⚖

Si sta parlando molto in questi giorni de La legge di Lidia Poët, la nuova serie made in Italy resa disponibile su Netflix dal 15 Febbraio di quest'anno, e che si sta facendo notare sotto più profili. Perché, diciamolo, di prodotti italiani che riescano a convincere e soddisfare un grande pubblico se ne trovano ben pochi. 

La legge di Lidia Poët però è riuscita ad emergere dal calderone di serie tv perché ha raccolto molti degli elementi che piacciono al pubblico netflixiano. Si parte infatti da una base di verità: Lidia Poët è stata una delle prime avvocate in Italia ad essere iscritta all'ordine della professione alla fine del 1800 a Torino. Tuttavia il suo non sarà un percorso facile visto che l'epoca non consentiva alle donne di esercitare la professione, ritenendole proprio non in grado di svolgere la funzione, ed adducendo motivazioni assurde come l'eventualità che gli abiti da donna fossero troppo bizzarri per le aule dei tribunali.
La Poët infatti verrà cacciata dall'ordine e dovrà lottare per essere reinserita, diventando a tutti gli effetti una femminista dell'epoca.

La nuova serie Netflix, creata da Guido Iuculano e Davide Orsini, prende questo incipit storicamente avvenuto per darci altro. La nostra Lidia Poet infatti, interpretata da Matilda de Angelis, dopo la cancellazione della sua iscrizione all'ordine, non smetterà di cercare la verità, diventando a tutti gli effetti una detective.


Appoggiandosi allo studio legale del fratello Enrico, Lidia cerca di risolvere casi di omicidio anche complessi, e spesso aiutando le classi più povere che non potrebbero permettersi un avvocato di prima categoria. Al suo fianco ci sarà il cognato di Enrico, Jacopo Barberis (Eduardo Scarpetta), che fa il giornalista, ed è affascinato dalla figura della giovane avvocata.

La Lidia Poet che Matilda De Angelis e questa serie ci restituiscono è una donna forte, battagliera, avanti rispetto alla sua epoca storica, con una vita personale e sessuale fuori dagli schemi tradizionali dell'800, e con un acume decisamente sviluppato. La vediamo spesso in luoghi, con modi di fare, gestualità, espressioni e con dialoghi che sarebbero stati considerati poco consoni in quel periodo, ma tutto questo perché La Legge di Lidia Poët, oltre a non seguire pedissequamente la vita della avvocata, è a tutti gli effetti una serie tv crime con un taglio molto contemporaneo.

Se i costumi e le ambientazioni, bellissimi e super curati, sono quelli che penso avremmo visto se fossimo vissuti nella Torino dell'800, in realtà questa serie Netflix ricorda molto lo stile che avevamo visto il Enola Holmes e Bridgerton, dove alcuni passaggi e alcuni elementi sono chiaramente presi dalla nostra modernità. La stessa colonna sonora sottolinea questa scelta. 

Lidia ad esempio riesce ad essere sì una donna forte e decisa, ma anche ironica e sboccata in un modo che poco verosimile per la borghesia dell'epoca. Allo stesso modo, quella di Lidia è una battaglia per sconfiggere le disparità sociali, non solo delle donne rispetto alla visione patriarcale, ma anche altri tipi di discriminazioni, che forse una persona in quel tempo non avrebbe avuto la sensibilità di notare, ma che noi oggi abbiamo modo di comprendere ed approfondire.

Dall'altro lato però è bello come vengano tratteggiate alcune figure maschili, come Enrico e Jacopo, che seppur calati pienamente nel contesto storico, sono in grado, pian piano, di capire il valore di Lidia proprio come persona, riconoscendo le sue capacità e le ingiustizie che è costretta a subire. Non è insomma un mondo di maschi contro femmine senza eccezioni, ma ci sono personaggi ben tratteggiati che riescono a dare una buona scala di grigi nelle caratterizzazioni.

La Legge di Lidia Poët è quindi una serie tv a tinte gialle, ma con venature anche rosa, visto che vedremo l'avvocata alla prese con l'amore (ed il sesso) sempre in maniera molto libertaria, e questi colori narrativi vengono mischiati bene, ma non alla perfezione. Gli episodi hanno infatti una narrazione verticale che si conclude con la risoluzione del caso, e sono tutti estremamente scorrevoli. Più volte mi sono ritrovato alla fine senza nemmeno accorgermene, e se avete tempo si presta pure ad una sessione di binge watching.

Peccato però che più volte mi son sentito escluso dall'intreccio narrativo del mistero, perché è spesso portato avanti in maniera superficiale, frettolosa, dando pochi elementi e poco spazio temporale allo spettatore per conoscere i vari attori coinvolti nel misfatto, e lo schema di ogni puntata alla lunga risulta ripetitivo.
Non ne esce benissimo di conseguenza la stessa Poët, perché sembra avere sempre la verità in tasca, senza l'ombra di vacillare, quasi mai risulta in difficoltà, e poi ovviamente i fatti le danno casualmente ragione.

C'è una serie poco nota forse che somiglia molto a questa, ma che secondo me è più bilanciata e riesce a dare un risvolto più realistico ai personaggi, e mi riferisco a Miss Scarlet and the Duke. In quest'ultima infatti la protagonista secondo me sfrutta molto meglio e a suo vantaggio la sua posizione di "inferiorità" sociale, e nell'insieme riesce a risultare più storicamente credibile.

Matilda De Angelis calza alla perfezione i corsetti di questa Lidia Poet, ed ha tutte le caratteristiche per diventare una perfetta eroina contemporanea che può piacere ad un pubblico ampio e trasversale, ma non si capisce perché parli in modo basso e soffiato come se stesse spettegolando ad un matrimonio di chiesa. A volte diventa quasi difficile comprenderla, ma è un problema anche degli alcuni altri personaggi, quindi forse è proprio una diretta volontà.
Molto bene anche Eduardo Scarpetta (reduce da Le Fate Ignoranti- La Serie) che, tra l'altro, in linea con la storia che vuole sovvertire certi canoni, si è prestato ad un nudo frontale che non è comune nei prodotti mainstream, e Pier Luigi Pasino con un Enrico Poet sfaccettato.

A proposito di scelte azzeccate, a me è piaciuta anche la regia di Matteo Rovere e Letizia Lamartire, che ha un sapore abbastanza internazionale, pur con qualche primo piano dall'effetto un po' troppo ovattato che purtroppo mi ricorda una soap.
La legge di Lidia Poët riesce forse a fare dei passi avanti rispetto ad altre produzioni italiane, ma secondo me va approcciato con delle aspettative leggermente riviste, per non restare scontenti. Specie chi si aspetta una serie biografica dettagliata e didascalica secondo me si sentirà spaesato da questa serie tv.
Nella confermata seconda stagione spero lavorino su questi aspetti per creare una serie tv forte su più fronti, che può competere davvero a confronto con altri produzioni straniere.

Avete visto questa nuova serie tv?





PhBio Vegetal: ecco cosa penso della linea!

Lo scorso anno, verso Aprile se non erro, la gamma di PhBio si è ingrandita con una nuova linea chiamata Vegetal. Purtroppo da qualche tempo ormai, il sito ufficiale del brand risulta in costruzione, togliendo anche la possibilità di acquistare da loro almeno la linea classica, e da Lidl i prodotti appaiono senza essere annunciati sul volantino settimanale, quindi non è sempre semplice ricostruire come sia composta una limited (o quasi) edition, visto che gli espositori in negozio non sono sempre intonsi (anzi direi quasi mai).
Sulla linea Vegetal PHBio posso dirvi sicuramente che è composta da diverse referenze, sia per il viso che per il corpo e i capelli e, come il nome stesso ci dice, sono caratterizzati principalmente da tre estratti di vegetali ovvero Zucca, Cetriolo e Pomodoro. Si tratta anche questa è una linea vegana ed ecocertificata e sempre prodotto in Italia.


Nonostante sia una edizione limitata, nel corso di questi mesi mi è capitato di rivedere tornare questa Vegetal di PhBio (sempre in sordina, mai annunciata sul volantino), ma non mi andava per il momento di abbottarmi di troppa roba avendo già altri cosmetici da utilizzare, qui ho acquistato due prodotti per il corpo che sapevo mi sarebbero serviti nel giro di poco. Vediamoli meglio.


PhBio Vegetal Bagnodoccia Nutriente 
con Estratto di Zucca e Peptidi


INFO BOX
🔎 LIDL
💸 € 2.89
🏋 500ml
🗺 Made in Italia
⏳  6 Mesi
🔬 Bio Cosmesi AIAB, Vegan OK

Questo bagnodoccia di PhBio mi ha dato l'impressione di essere completamente in linea con i prodotti per il corpo che avevo provato già in passato (in particolare il Bagnocorpo all'Achillea e il Bagnoschiuma della linea PHBio Plus), ma in questa versione Nutriente mi è sembrato che l'azienda abbia scelto degli attivi più curati e particolari. 

Si inizia con la glicerina, che è un grande classico ed idrata la pelle, e subito dopo troviamo il
peptide del pisello, che è una proteina idrolizzata estratta da questa pianta. Io l'ho sempre notato nei prodotti per rinforzare i capelli e le ciglia, ma qui pare questo peptide pare sia stato inserito per la sua azione restitutiva, visto che vanta benefici antiossidanti, antietà, idratanti e leviganti.

Proprietà similari sembra avere anche questo estratto di zucca, che caratterizza l'INCI del Bagnodoccia PhBio, in cui troviamo anche l'estratto di avena, per dare una azione lenitiva al prodotto, e l'olio di argan che nutre la pelle.


Nonostante questa bella selezione di ingredienti, il Bagnodoccia Nutriente non è tra i prodotti più lussureggianti che abbia mai provato. La profumazione infatti è fresca, sicuramente gradevole, ma non è estremamente avvolgente o persistente, e non mi ricorda affatto la zucca, ma è più una fragranza vagamente agrumata e fruttata. È di base un gel fluido che produce però una buona quantità di schiuma, in linea con appunto gli altri prodotti Ph Bio che ho già testato, e mi dà anche soddisfazione usarlo con le mie spazzole in silicone per il corpo. 

Il Bagnodoccia Nutriente è un prodotto promosso perché, seppur non in modo non eccezionale, riesce a detergere bene la pelle del corpo, ma senza seccare o irritare, anche con l'uso quotidiano, ed anche considerando il fatto che siamo in inverno e la mia pelle è più secca. Credo quindi che a vincere in questo prodotto PhBio Vegetal sia il rapporto fra la quantità e la quantità, aggiunto ad un prezzo economico. Inoltre si sciacqua senza troppa fatica, se può far contenti i più pigri e ritardatari. 
Piccola nota di colore poco importante: il tappo non è in legno, ma solo in plastica colorata.


PhBio Vegetal Crema Corpo Vellutante
Con Zucca Bio e Peptidi 



INFO BOX
🔎 LIDL
💸 € 3,79
🏋 200ml
🗺 Made in Italia
⏳  6 Mesi
🔬 Bio Cosmesi AIAB, Vegan OK

Non ricordo onestamente come mai non presi la crema corpo nella versione Nutriente, ma credo perché è arricchita con estratto di Carota e volevo accoppiare il bagnodoccia con un prodotto in qualche modo similare da un punto di vista della formulazione. Infatti nell'INCI della crema Vellutante troviamo molti degli attivi presenti nel docciaschiuma, quindi sempre zucca e peptidi dei piselli, ma anche vari emollienti e umettanti come l'urea e il sodio PCA, ma credo abbiano voluto dare al prodotto un effetto lenitivo e addolcente perché c'è persino l'estratto di centella e il pantenolo.

Vorrei dirvi che la crema corpo Vellutante ha un buonissimo aroma di zucca, o magari una nota aromatica particolare e suadente, ed invece non ha una fragranza particolare, sa di crema con un sentore naturale, poco ascrivibile secondo me ad una tipologia o nota olfattiva. In ogni caso non permane sulla pelle quindi poco di cui curarsi. 


La crema corpo Ph Bio Vegetal ha una consistenza molto cremosa e soda, e richiede un buon massaggio per far scomparire quella tipica scia bianca (in questo caso leggera) che fanno le creme con ingredienti naturali, ma per il resto su di me si assorbe in maniera rapida e posso rivestirmi subito.
Ho notato che buona parte delle creme corpo che ho provato di questa azienda hanno più o meno tutte queste caratteristiche, e questa nuova versione non si smentisce.
Purtroppo anche il risultato sulla mia pelle è molto in linea con le altre creme Ph Bio che ho già provato (qui trovate la recensione di quella ai Fiori di Cotone e la crema corpo nutriente di PhBio+), seppur ovviamente con formulazioni differenti.

La crema corpo Vellutante infatti sicuramente ha una idratazione sufficiente, ed ha una potere ammorbidente ed elasticizzante apprezzabile, ma fa fatica in caso di grande secchezza della pelle ad assicurare che questi risultati nel corso delle ore. Io ad esempio noto che quella morbidezza viene un po' meno sulle gambe, che come per molti penso siano la zona più secca del corpo. 
Probabilmente la colpa è mia che utilizzo queste creme corpo Ph Bio nel periodo dell'anno più difficile e non magari nella bella stagione, quando riuscirebbero a darmi una performance più soddisfacente. In ogni caso non si tratta di prodotti bocciati, ma questa linea Vetegal, come le precedenti, ha le sue particolari caratteristiche. 



Siete riusciti a beccare questi prodotti da Lidl?



I film che non potete perdere su Prime Video 👇🏻

In attesa di iniziare altre serie tv (e ancora devo parlare di alcune che ho terminato), mi son messo a recuperare alcuni film che volevo vedere da un po' e che sono apparsi su Prime Video Amazon di recente.
Sono tutti e tre di generi differenti, quindi penso possano accontentare tutti. Parto dal più vecchio.


Una donna promettente
(2020)


Titolo originale: Promising Young Woman
Genere: 
drammaticothriller, commedia, 
Durata: 113 minuti
Regia: Emerald Fennell
Uscita in Italia: 24 giugno 2021 (Cinema), 8 Febbraio 2023 (Prime Video)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito

Cassie (Carey Mulligan) non è esattamente quella che la società definirebbe una donna promettente, nonostante sia spigliata, bella ed intelligente: ha più di 30 anni, ha lasciato gli studi in medicina nonostante fosse una delle migliori del corso, e come ripiego lavora in una caffetteria, oltre a vivere ancora con i genitori. La troviamo inoltre non nelle migliori condizioni, ubriaca in un pub, mentre alcuni uomini fanno dei commenti su di lei. Ma nulla è come sembra: Cassie infatti sta ancora affrontando il dolore per quanto successo alla sua migliore amica, Nina, vittima di violenza da parte di un ragazzo.
La sua è quindi una strada della vendetta per colpire tutti coloro che sono stati coinvolti in quello che è accaduto alla ragazza, direttamente o indirettamente, e anche tutti quegli uomini che continuano ad avere atteggiamenti violenti e abusanti sulle donne.

Nel 2021è stato candidato a tantissimi premi, vincendo anche un Oscar come migliore sceneggiatura a Emerald Fennell (ve la ricordate quando interpretava Camilla in The Crown?), e dopo averlo recuperato capisco i motivi, visto che Una donna promettente mi ha fatto impazzire per originalità e le tantissime parti pungenti.
È infatti una critica sottile alla società odierna, dove le vittime di stupro difficilmente riescono a trovare qualcuno che le ascolti, e soprattutto una risposta concreta da parte della giustizia. Una donna promettente riesce in un racconto intelligente perché diventa una costante e realistica metafora del mondo contemporaneo. La tecnica generale è quella di ribaltare la narrativa portata avanti da chi è solito difendere molestatori di varia natura, che scaricano le colpe sulla vittima e sottolineano le qualità del colpevole.


Gli uomini che tenteranno di approfittarsi di Cassie infatti sono quelli che descriveremmo come comuni bravi ragazzi, difficilmente hanno subito comportamenti violenti, ma sono più subdoli, e viscidi.
Per questo i volti che incarnano i diversi personaggi sono quelli di attori che in genere vediamo in commedie o in ruoli positivi, ma il film sovverte questa visione proprio per trasmettere quanto l'apparenza non conti nulla.
Dall'altro lato è impietosa anche la rappresentazione di alcune donne, anch'esse a volte legate alla cultura del "se l'è cercata", spesso incapaci di provare empatia e solidarizzare fino a quando non capita a loro stesse.
Lo stesso film ha sempre un velo ironico, a partire dal titolo, una allure pastellosa e qualche volta ricorre al black humor, ma sotto cova molti più messaggi da condividere e su cui riflettere.

Anche i personaggi poi hanno le loro sfumature, e soprattutto Cassie, che può sembrare fredda, impassibile, una calcolatrice spietata ed invece a volte ha paura e per una volta, quando conosce Ryan, sembra mettere da parte le sue reticenze, ed aprirsi emotivamente, salvo poi dover ritornare bruscamente nel suo mondo vendicativo. Carey Mulligan secondo me è perfetta nel ruolo di Cassandra perché riesca renderla viva e credibile nelle sue oscillazioni.
È secondo me palese come Promising Young Woman non vuol dire che tutti i bravi ragazzi siano degli adescatori o peggio dei molestatori appena ne hanno occasione, ma ovviamente plasma una realtà assolutamente negativa, a volte basata sull'omertà, specifica proprio per mettere in luce una situazione che esiste ed è concreta. 


Anche la regia secondo me, per quanto forse non una delle più ricercate in assoluto, riesce a porre gli accenti dove serve, soprattutto nelle scene più cruente.
Il finale stesso, senza farvi spoiler, rimette le cose su un asse della giustizia, ma è duro e difficile da digerire come molto spesso è la realtà.
Perché Una donna promettente è un film crudo e potente senza essere esplicito, non ha bisogno di chiamarlo stupro perché l'essenza è comunque palese. 
La butto lì: far vedere un film del genere nelle scuole, con annessa spiegazione e dibattito potrebbe essere una scelta sensata visto che sa porre l'attenzione a molti problemi della nostra società in questo ambito senza risultare didascalico.


La Stranezza
(2022)


Genere: drammaticocommedia
Durata: 103 minuti
Regia: Roberto Andò
Uscita in Italia: 27 Ottobre 2022 (Cinema), 9 febbraio 2023 (Prime Video)
Paese di produzione: Italia

Negli anni '20, in procinto dell'ottantesimo compleanno di Giovanni Verga, Luigi Pirandello torna nella sua Girgenti e scopre che la sua amata balia di quando era bambino, è morta. Il Pirandello allora ne organizza i funerali e finirà per conoscere due becchini particolari, Sebastiano "Bastiano" Vella e Onofrio "Nofrio" Principato, i quali hanno la passione per il teatro e stanno per mettere in scena quella che dovrebbe essere un'opera drammatica (o forse una commedia, chi lo sa).
Ma da questi due personaggi pittoreschi, il drammaturgo siciliano coglierà altro. Pirandello sta infatti attraversando un momento di crisi artistica e personale, visto che non riesce a trovare ispirazione per una nuova opera e la salute della moglie lo tormenta. 
In questa sua breve parentesi siciliana però e grazie a Bastiano e Onofrio, riuscirà a creare una delle sue opere più celebri.

La stranezza è arrivato a Febbraio su Amazon Prime Video e l'ho puntato da subito, visto che lo avevo perso al cinema e dai tempi della scuola ho sempre amato Pirandello. Credo che questa pellicola riesca ad entrare nella visione dello scrittore, ma senza risultare "troppo celebrale e maledettamente noioso" come dice un personaggio ad un certo punto.

Il film di Andò infatti è una buon esempio di meta-teatro, dove la vita invade l'arte e viceversa, visto che ci sembra di assistere sempre ad una rappresentazione, anche quando non vediamo un palco. Nulla è come sembra, c'è sempre un'altra verità che si mescola alla finzione, c'è la risata ma anche l'occasione per riflettere. 
Tutti i personaggi de La Stranezza indossano, come si confà alle opere pirandelliane, una maschera, aspirando ad essere altro che in realtà non sono.

Se proprio devo trovare un difetto, punto il dito alla parte finale, che credo sia stata inserita per spiegare il frutto del lavoro di Pirandello, quindi Sei personaggi in cerca di autore, e la sua visione dell'opera, ma che può risultare didascalica.
Meritano secondo me anche le interpretazioni di Ficarra e Picone, che sanno proprio oscillare dalla commedia alla vena più drammatica. E Toni Servillo riesce a darci un Pirandello quasi spettatore, silente ma presente, visionario e con una visione in grado di andare oltre alla realtà.
Ottima, infine, anche la messa in scena e la cura per i costumi che ci riportano davvero indietro nel tempo.



Un matrimonio esplosivo
(2023)


Titolo originale: Shotgun Wedding
Genere: 
commedia, sentimentale, azione, avventura
Durata: 100 minuti
Regia: Jason Moore
Uscita in Italia: 27 Gennaio 2023 (Prime Video)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Mettiamo da parte l'arte, la cultura o le tematiche delicate, e passiamo ad un film di puro intrattenimento, in esclusiva su Amazon Prime Video. 
Jennifer Lopez interpreta Darcy che sta per diventare la moglie di Tom, un giocatore di baseball la cui carriera inizia a vacillare. I due hanno organizzato un matrimonio da sogno su di un'isola delle Filippine circondati dalla loro famiglia. Ma la tensione inizierà ad insinuarsi fra i futuri sposi quando si presenterà inaspettatamente fra gli invitati il figo ex di Darcy, ma soprattutto quando la donna si sentirà soffocare da delle nozze che non sono esattamente come le aspettava, sognando invece un matrimonio intimo e ristretto. La coppia però avrà altri problemi da affrontare: l'isola infatti verrà attaccata dai pirati, che prenderanno in ostaggio tutti gli ospiti, ad eccezione dei Darcy e Tom, che faranno di tutto per liberare le loro famiglie. 

Quando mi approccio ad una commedia abbasso sempre i miei standard, sapendo che potrebbero, anche nel suo genere, non soddisfarmi, ma non è stato così con Un matrimonio esplosivo.
Alla tipica wedding comedy infatti si aggiunge una grande componente d'azione che rende il film appassionante e appunto divertente, anche dove magari i dialoghi non sono sempre fra i più originali e brillanti. È l'insieme però ad essere coinvolgente, la commistione di elementi che fra di loro funzionano alla perfezione. 
Tutta la parte della commedia romantica infatti non risulta secondo me stucchevole o mielosa, ma sicuramente segue lo stile del genere. La componente più movimentata non è ovviamente qualcosa di credibile che potrebbe capitare a me mentre vado da Lidl, ma funziona.

Ritmo e durata sono secondo me giusti per lo stile, e c'è qualche colpo di scena abbastanza riuscito.
Il cast di Un matrimonio esplosivo è ben assortito, e soprattutto gli attori principali mi sono sembrati adatti e con una chimica sufficiente fra loro. Jennifer Lopez secondo me se la cava bene come attrice e specie in questi ruoli, ma l'ho preferita qui piuttosto che in Marry me che mi sembrò all'epoca come la fiera della banalità. Troviamo anche Jennifer Coolidge
in uno di quei ruoli a lei molto congeniali. 

Se cercate qualcosa da vedere che occupi troppo la serata e la mente, Un matrimonio esplosivo si adatta bene allo scopo. 

Questi prodotti Biolis Nature mi hanno deluso!

Nonostante non abbia provato tutto il range proposto da Biolis, devo ammettere che fino ad adesso ho sempre avuto un buon feedback dai prodotti di questo brand, almeno fino ad ora. 
Prima o poi la sòla doveva arrivare ed infatti sono incappato in due prodotti della linea Green Selection che su di me hanno avuto un pessimo risultato.

Sono lo shampoo ed il balsamo capelli della linea Ristrutturante che è arricchita con olio di argan ed entrambi hanno ben il 98% di ingredienti di origine naturale.
Una breve contestualizzazione: i miei capelli sono abbastanza secchi e spessi, nonostante siano corti non sono facilissimi da domare, e vanno spesso d'accordo con prodotti e trattamenti nutrienti e disciplinanti, che lucidino e ammorbidiscano, perché sono due caratteristiche per natura non ho. Difficilmente mi si appesantiscono i capelli visto che sono per natura voluminosi, ed infatti non mi sentite spesso dire che un prodotto è troppo pesante su di me.
Ho però un cuoio capelluto facile da rendere secco e irritabile, quindi necessito delicatezza, ma anche un effetto pulente soddisfacente. 


Lo shampoo Ristrutturante Argan di Biolis, ha al suo interno una miscela di oli, che l'azienda chiama Bio Oil Complex, composto da olio di nocciolo, mandorle dolci e di oliva, oltre ovviamente l'olio di argan. In più nell'INCI si nota anche il pantenolo, il tocoferolo e le proteine idrolizzate dei cereali, tutti ingredienti che in vario modo hanno una azione condizionante sui capelli.
Biolis elenca una lista di sostanze non contenute nelle loro formulazioni, come siliconi e derivati animali, ma un po' stranamente ci mette di mezzo anche il retinolo che, oltre a non essere un ingrediente di per sé dannoso o da evitare, non avrebbe senso inserirlo in un prodotto a risciacquo per capelli.

Lo shampoo ha una buona consistenza in gel, ed una fragranza che mi è piaciuta davvero molto, fresca e gradevole. È consigliato da Biolis anche per uso frequente, ed io l'ho messo alla prova sia da diluito che da puro perché non crea tantissima schiuma a primo lavaggio. 
Per quanto riguarda il Balsamo Ristrutturante Argan Biolis, oltre agli oli e alle sostanze che ho nominato nella descrizione dello shampoo, troviamo anche olio di semi di lino e burro di karité che costituiscono due bombe di nutrimento e sono molto adatti per i capelli. Mancano invece le proteine idrolizzate.

La stranezza nel caso del balsamo ristrutturante non è tanto la lista di ingredienti assenti nell'INCI, ma il fatto che vada agitato bene prima di ogni utilizzo. In effetti ha una consistenza abbastanza fluida, diversa rispetto ad altri prodotti della categoria. Ha dalla sua però un buon odore, molto simile allo shampoo, ed il fatto che si distribuisca molto bene sui capelli.

Ho provato ad usare questi due prodotti di Biolis in tutti i modi che conosco eppure non c'è stato verso di farli funzionare come si deve.
Lo shampoo ristrutturante come vi dicevo non produce moltissima schiuma, ma non è questo il problema, ma l'estrema delicatezza che lo caratterizza, al punto da dover usare più prodotto di quanto sia solito fare per ottenere la pulizia che necessito. E, ripeto, il mio non è un cuoio capelluto grasso, ma sicuramente i due lavaggi settimanali che eseguo devono portarsi via tutto, inclusi i prodotti per lo styling. Questo capita sia diluendolo sia usandolo puro, e non ho trovato un equilibrio che funzionasse.
Questo shampoo Biolis mi lascia inoltre i capelli abbastanza morbidi e districati, ma anche plasticosi e pesanti.

L'uso del balsamo ristrutturante Argan non migliora poi la situazione: lui a sua volta infatti accentua quella sensazione e mi lascia i capelli morbidi ma ancora più pesanti e "ammassati". È come se non si sciacquasse mai del tutto al 100%, nonostante insista sotto la doccia.
Una volta asciutti i capelli non appaiono untuosi, ma sicuramente non sono leggeri e non hanno la corposità che cerco. E certamente non sono particolarmente luminosi. 

Dopo diversi tentativi iniziali ho provato a sperimentare in vari modi: ho tentato di usare questi due prodotti in combinazione con altri. Lo shampoo in effetti migliora un po' se lo affianco al balsamo di un altro brand, ma la resa finale è comunque poco entusiasmante.

Per il balsamo ristrutturante Biolis invece non c'è scampo, perché anche con altri shampoo il suo effetto è quello. Ho persino provato a fare il reverse shampoo (o shampooing o hair washing) che consiste semplicemente nell'utilizzare prima il balsamo sui capelli umidi e poi procedere con il lavaggio con lo shampoo, ma anche così il risultato non è stato particolarmente esaltante. 
Non mi sono assolutamente arrischiato ad usare il balsamo Argan come cowash perché a quel punto credo che potrei semplicemente rasarmi a zero.

L'unica soluzione per non gettarlo è stato usarlo come una maschera capelli pre shampoo, anche se poi il lavaggio con questo Shampoo Biolis diventa ancora più difficoltoso, ed usare un altro prodotto come conditioner.


INFO BOX
🔎 Tigotà, e-commerce
💸 Shampoo €3.50 / Balsamo 3.99
🏋 250 ml
🗺 Italia
⏳ 12 Mesi
🔬Vegan, Non testato sugli animali


Era da davvero tanto tempo che non mi trovavo così male con due prodotti per capelli, per cui se avete provato questi di Biolis Nature e qual è stata la reazione che avete avuto.

Due seconde stagioni che non mi hanno entusiasmato 👎🏻

Lo dico da sempre (o quasi) che le seconde stagioni sono sempre le più difficili da realizzare, perché le aspettative e la curiosità sono alte, specie se la prima stagione ha funzionato. 
Voglio parlarvi di due serie tv che avevano già qualche difetto con i primi episodi, ma che sono forse peggiorate o comunque non ci hanno saputo mettere una pezza con le nuove puntate. Vediamo che è successo.


Ginny & Georgia
Seconda stagione

Abbiamo conosciuto Georgia e sua figlia Virginia (detta Ginny) quasi due anni fa, e la loro storia ci aveva lasciati molti punti interrogativi, sia per quanto riguarda il passato della madre, sia per quanto concerne la vita della ragazza, alle prese con i primi amori, le amicizie e purtroppo anche alcuni grandi traumi. Nei nuovi episodi, arrivati su Netflix il 5 gennaio, Ginny infatti ha scoperto da poco i misfatti che la madre ha messo in atto, causandole una grande sofferenza, ma non saranno solo questi i problemi che dovrà affrontare.
Georgia è invece focalizzata sul suo rapporto con Paul, ma il suo passato continua a perseguitarla, nonostante la sua caparbietà non la ferma mai. 
Anche in questa seconda stagione quindi si racchiudono diversi generi di serialità, unendo tanti prodotti che già conosciamo, ma con una storia che si lascia seguire e che cerca la contemporaneizzazione attraverso temi delicati e attuali.

Ginny & Georgia 2 però non ha risolto i problemi che avevo notato in passato, infatti più volte ha un po' annaspato, secondo me, a trovare dinamiche interessanti per poter proseguire.
Per buona parte dei primo episodi mi è sembrato si rimestasse troppo sul rapporto fra Ginny e Georgia ma non visto da più punti di vista, per ragioni differenti o per una incrinatura particolare, ma solo per alcune "incomprensioni" fra le due protagoniste. Questi scontri che ne derivano vengono giustamente sgonfiati molto rapidamente perché alla fine basta poco quando fra una madre e una figlia c'è un tale livello di confidenza e comunicabilità come quella che la serie stessa ci racconta.
È soprattutto il percorso di Ginny secondo me ad essere trattato in modo ripetitivo e poco approfondito, vedi la vicenda con il professore razzista o lo stesso discorso che fa alla madre sull'essere nera, che mi è sembrato abbozzato.

Credo che si senta troppo il tentativo di far confluire in un'unica storia tanti argomenti, molti dei quali non riescono a trovare spazio e vengono inevitabilmente trattati male (penso ad esempio dei malati terminali e di chi sta lasciando lentamente la vita) o finiscono per creare una drammatizzazione eccessiva. Ad esempio è stato interessante scoprire altri tasselli del passato di Georgia (e della figlia), ma alla lunga diventa un po' un "maiunagioia", con una quota thriller che risulta scarsamente credibile, visto che la donna avrebbe la fedina penale più sporca di un boss mafioso.
C'è poi stato un avvenimento che non vi dico per non fare spoiler, che mi è sembrato grave e completamente fuori luogo, inserito per aprire le porte alla terza stagione.

Anche in questa seconda stagione, forse anche più che nella prima, mi è sembrato che le cose avvenissero un po' affrettate attraverso forzature e cambi repentini anche per quanto riguarda i personaggi secondari, che arrivano spesso come una brusca sterzata, sebbene si portino dietro nuove dinamiche e tematiche, come la salute mentale sotto altri punti di vista.

Ho voluto fare le pulci a questa seconda stagione di Ginny & Georgia, più che altro perché dopo la prima mi aspettavo un passo avanti e non qualche difetto in più. Se forse perde un po' di impatto e credibilità, resta comunque sempre una serie tv che si fa seguire volentieri, con un cast azzeccato, e che tiene compagnia. Brianne Howey e Antonia Gentry continuano a fare un buon lavoro nei rispettivi ruoli e quindi non ci resta che aspettare la terza e la quarta stagione ormai confermate da Netflix.



Sexify 
Seconda stagione


Devo premettere anche per quanto riguarda Sexify che voler esaminare in dettaglio questa tipologia di serialità non è del tutto giusto. Infatti questa serie polacca nasce con intenti assolutamente leggeri ed ironici, inserendo qui e lì contemporaneità e qualche spunto di riflessione, ma sempre con toni spiritosi ed un taglio snello. Lo stesso vale per la seconda stagione, arrivata su Netflix l'11 Gennaio di quest'anno, che prosegue narrativamente sui binari della prima ma c'è ovviamente un passo avanti. 
Natalia, Monika e Paulina infatti non sono più studentesse, ma si sono lanciate con la start-up della loro app sul sesso. Il mondo degli affari non è però semplice, specie per tre ragazze inesperte, e soprattutto indaffarate anche sul fronte sentimentale. Perché crescere non è mai semplice, ma ci si riesce con un po' di fatica.


Anche Sexify 2, per quanto gradevole nel suo insieme, secondo me non ha saputo del tutto superare i problemi che avevo notato nella prima stagione. 
Le ragazze, la loro amicizia e la voglia di raccontare la sessualità femminile sotto altri punti di vista restano centrali, e questa serie ha secondo me il pregio di saper raccogliere tutte queste tematiche in modo ironico e al tempo stesso interessante, con un ritmo che difficilmente annoia. Questa seconda stagione sposta l'attenzione più sul mondo della sessualità maschile, con tutti quei cliché, ma anche quelle difficoltà e quei dubbi che anche le donne in parte abbiamo visto condividono. Due universi differenti ma che devono imparare a capirsi, parlarsi e conoscersi.


L'intoppo di Sexify 2 sta però proprio nel non saper raccontare questa nuova parentesi in modo coeso, e volendo mettere di mezzo forse un po' troppe cose rispetto a quello che gli 8 episodi che speso durano poco più di 30 minuti ciascuno si possano permettere. Ed è così che magari lo sviluppo dei personaggi secondari resta indietro, e quello dei principali non è sempre così variegato e ricco. L'unica fra le protagoniste che ha una vera evoluzione è Paulina che pian piano sta abbandonando al sua visione cattolicamente restrittiva della vita e della sessualità. Le altre sono sicuramente messe alla prova dalla faccenda imprenditoriale, ma incidono meno da un punto di vista personale.
Inoltre certe evoluzioni narrative mi sono sembrate troppo prevedibili.


Una opinione forse un po' meno entusiasta, per una serie che comunque, alla fine della fiera, può considerarsi anche meglio di altre produzioni, e che comunque mantiene una sua coerenza. Sexify inoltre, nonostante il titolo, non diventa mai gretta e volgare, ma riesce a parlare di questi argomenti sempre con un certo garbo. Non ci sono ancora notizie della terza stagione, ma spero che Netflix chiuda il cerchio su queste ragazze. 





Vi sono piaciuti