Le nuove stagioni disponibili su Netflix, Raiplay e Disney+

Dopo aver esplorato ben quattro nuove serie, torno a parlare di alcuni rinnovi: ho appena concluso le nuove stagioni di alcune serie TV che seguo da tempo e di cui, di recente, sono usciti i nuovi episodi.
Le trovate su tutte le piattaforme streaming, quindi ce n'è per tutti.


Only Murders in the Building 
Quarta stagione

only murders in the building 4 recensione

Dal 27 Agosto al 29 Ottobre a cadenza settimanale, sono stati resi disponibili su Disney Plus i 10 nuovi episodi di Only Murders in the Building 4, la serie tv con Selena Gomez, Steve Martin e Martin Short che ormai è diventata una bellissima vetrina per tantissimi attori stra famosi, ma che con me ha avuto un rapporto altalenante.
Eravamo rimasti ad una terza stagione ad esempio che non mi aveva poi tanto convinto, dove mi sembrava ci fossero forzature narrative e dove mancava un po' di legante. In fondo noi abbiamo conosciuto e apprezzato Charles, Oliver e Mabel insieme, per la sinergia che hanno fra di loro, e per questo, vederli separati, ognuno alle prese con le sue cose, non mi sembrava interessante. Ma adesso si ritrovano di nuovo più affiatati per scoprire chi ha ucciso Sazz (Jane Lynch), amica e stuntwoman di Charles.

Nel mentre si paventa un'altra opportunità: Hollywood. Ai tre protagonisti infatti viene proposto di trasformare il loro podcast in un film e dovranno confrontarsi anche con gli attori scelti.

Questa quarta stagione di Only Murders in The Building è alla fine la più solida secondo me fino ad adesso. Hanno infatti trovato nuova linfa, aprendo ma non troppo le porte dell'Arconia, ma spostandosi semplicemente all'ala occidentale del palazzo, popolata da gente stramba di ogni tipo. Non è infatti semplice trovare dei collegamenti che non portino i protagonisti fuori dal condominio, venendo meno al titolo stesso della serie, eppure sono riusciti a trovare un collegamento coerente e interessante. 
Una stagione che conferma i pregi di Only Murders in The Building, ovvero la buona scrittura della parte crime, che trova la sua risoluzione alla fine, ma passa attraverso dei tasselli abbastanza solidi costruiti nel corso degli altri episodi, l'ironia dei dialoghi e di alcuni sketch, e il suo essere estremamente contemporanea, ironica e autoironica.

Tutte queste caratteristiche hanno portato tantissimi attori noti a voler farne parte, e infatti in questa quarta stagione troviamo Melissa McCarthy, Eva Longoria, Zach Galifianakis, Eugene Levy, Kumail Nanjiani, Griffin Dunne e Molly Shannon, oltre al ritorno di Meryl Streep e Paul Rudd.

In questa stagione, rispetto alla precedente, mi è sembrato ci fosse maggiore equilibrio fra la parte comica e quella drammatica, quindi fra le indagini dei podcaster e la loro vita privata, che nel terzo capitolo sembrava avesse allagato tutto. 

I limiti di Only Murders in The Building rimangono più o meno sempre quelli, ovvero il fatto che non tutto fa ridere come vorrebbe, e che non si è partecipi alle indagini in prima persona, anzi si resta un po' fuori, e più che altro si seguono i protagonisti che fanno appunto le loro ricerche.
E alla fine è una serie tv che vuole intrattenere, è estremamente contemporanea, e punta ormai molto all'affiatamento dei tre protagonisti e alla ai vari cameo, ma che resta fine a se stessa, e capisco che i tanti personaggi, i tanti intrecci, possono annoiare. 
La quinta stagione di Only Murders in The Building è ormai stata confermata e quindi non ci resta che attendere.


La legge di Lidia Poët
Seconda stagione

Si è forse un po' sgonfiata l'attesa per la seconda stagione di La legge di Lidia Poet, serie tv che ha trasformato la prima avvocata d'Italia in una sorta di Jessica Fletcher: dove c'è lei ci scappa sempre il morto.
Se la prima stagione aveva imbastito le linee guida sulla storia di Lidia (Matilda De Angelis), della sua famiglia, delle sue difficoltà ad affermarsi nel mondo dell'avvocatura italiana e anche nell'ambito amoroso-sentimental-sessuale, in questa seconda stagione, arrivata su Netflix il 30 Ottobre, si seguono praticamente i binari già posati, e proseguono le indagini dell'avvocata, non senza la sua spalla, il giornalista Jacopo Barberis (Edoardo Scarpetta).

Questa volta i due sono impegnati in un caso che riguarda una persona che entrambi conoscono che è stata trovata morta, ma non mancano altri omicidi e misteri da risolvere.
Insomma, nessuna svolta in La legge di Lidia Poët 2, in cui ancora una volta la narrazione verticale si incrocia con quella orizzontale e tutte le altre piccole diagonali più o meno interessanti che riguardano i personaggi secondari.

Potrei insomma fare un copia e incolla delle mie opinioni che avevo lasciato per la prima stagione, perché anche questi nuovi episodi (sempre 6, non si può sbagliare) hanno gli stessi pregi e difetti.
La legge di Lidia Poët nasce come serie di intrattenimento, in cui personaggi storici realmente esistiti vengono piegati per una storia differente rispetto a quanto è accaduto all'epoca. Questo aspetto forse non è stato chiaro sin dal principio, tanto che ricordo i malumori che suscitò l'anno scorso appena uscì la prima stagione, visto che molti si aspettavano un period drama rigoroso. Ma se ambientazione e costumi sono fedeli all'epoca, il linguaggio, la musica e la gestualità non è spesso a sincrono con la fine dell'800.

Comunque tornando a questa seconda stagione, Lidia Poet è ormai una rodata investigatrice e non si farà mancare ogni sorta di omicidio. Non sempre però le singole storie risultano coinvolgenti, perché lo spettatore, come dicevo su, viene lasciato un po' fuori, per scoprire alla fine come sono andate le cose.
In fondo, il tempo per costruire un giallo con tutti i crismi, non c'è né credo che la serie Netflix voglia ritagliarselo. 


A rendere il tutto gradevole è sicuramente lo stile leggero, scorrevole, ironico, i dialoghi a tratti divertenti e il carisma di Matilda De Angelis, che ormai è diventata una attrice dal fascino internazionale, e da un po' tutto il cast, ora arricchito anche da Gianmarco Saurino nei panni del procuratore Fourneau. Inoltre sarà stata una impressione, ma mi è sembrato che in questa seconda stagione bisbiglino meno nei dialoghi, scelta artistica che non capivo nei primi episodi. 
Non ho invece apprezzato, ancora una volta, questa fotografia estremamente calda, filtrata, ovattata, che secondo il mio modesto parere fa un effetto datato (non antico) e da soap. 
In estrema sintesi La legge di Lidia Poët è una serie tv cotta e mangiata, per quanto cerchi una sua profondità sempre parlando di emancipazione femminile e di parità di diritti, che come viene se ne va, adatta a chi ama le dramedy in costume, ma non troppo. 
Non c'è ancora la conferma per una terza stagione, ma non credo tarderà ad arrivare.


Nudes 
Seconda stagione

Sono trascorsi tre anni dalla prima stagione di Nudes, la serie tv firmata Rai e disponibile su Raiplay, incentrata sul tema del revenge porn, delle estorsioni a sfondo sessuale e in generale del ciberbullismo, e onestamente non mi aspettavo una seconda stagione, avendo concluso tutte le linee narrative. Invece il 25 Ottobre sono arrivati altri 9 nuovi episodi, che riprendono le stesse tematiche ma da altri punti di vista.

Con tre diverse storie, in un approccio quasi antologico, Nudes 2 infatti non si rivolge solo agli adolescenti e alle vicende che li coinvolgono, ma anche alla famiglia, con tutte le sue variabili, e in generale degli adulti. Così madri, maestri, e padri diventano le vittime, e spesso sono anche gli adolescenti stessi a fargli capire che quello che gli sta accadendo, che cadere a quel ricatto, non è una cosa giusta, e fornendo una ottica diversa sullo scarto generazionale. 

Non sto qui a raccontarvi i dettagli di ogni singola storia, perché ne abbiamo tre differenti, con personaggi diversi e appunto dinamiche a parte l'una dall'altra. Si parte ad esempio con Luca (Fortunato Cerlino), un padre vedovo, vittima di catfishing, costretto a cambiare tutta la sua vita, specie nel suo lavoro di insegnante, per poi passare ad una madre, Michela (Lucia Mascino), che ha fatto una scelta importante di seguire ciò che è, trovando una nuova compagna, ma le cose si complicheranno quando salterà fuori un filmato intimo con l'ex marito. Poi c'è una storia completamente differente, quella dell'insegnante di scherma Emilio (Michele Rosiello) che avrà problemi quando uscirà un video con una sua ex allieva.

Un cambio di prospettiva più interessante secondo me della prima stagione, con molte più sfaccettature sui tipi di rapporti che vengono raccontati e appunto sulle dinamiche che possono portare al revenge porn, ma Nudes resta una serie tv educativa molto standard. 

Non ci sono ad esempio dialoghi particolarmente spontanei e curati, le interpretazioni sono abbastanza nella media, così come le scelte di regia, ma soprattutto è la prevedibilità delle storie ad azzoppare un po' la serie tv.
In particolare, per me, è stata la terza storia ad essermi sembrata la peggiore, con personaggi piatti e spesso antipatici o quantomeno poco empatizzabili. La madre di Silvia (Emma Valenti), interpretata da  Astrid Meloni, ad esempio è insopportabile e ripetitiva, e anche la figlia segue questo schema.
È vero che gli episodi brevi sono molto facili da seguire, ma appunto quella di Nudes 2 dà l'impressione di una produzione decisamente inferiore rispetto al panorama dello streaming generale, fatta guardando solo al significato e meno al significante.
Ormai anche le produzioni italiane si stanno attrezzando per avere un respiro più internazionale, quindi una serie tv simile risulta quasi anacronistica. 
Anche la prima stagione presentava queste problematiche, e a questo punto mi chiedo quanto appeal possa avere sul grande pubblico una serie con questa impostazione, che ha però invece intenti e messaggi importanti. 
Non ho letto ancora di alcun rinnovo di Nudes, ma spero che ci sarà una terza stagione, abbia uno stile diverso. 

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