Only Murders in The Building 3: speravo meglio

Dall'8 agosto al 3 ottobre di quest'anno siamo tutti tornati all'Arconia (non solo), e c'è un nuovo caso da risolvere, per Mabel, Charles e Oliver, non senza le difficoltà di un mistero da risolvere e una vita privata da gestire, fra nuovi rapporti, e scelte importanti.

Only Murders in the Building è tornata per una terza stagione (e tornerà per una quarta ormai confermata) non solo con un nuovo omicidio da risolvere ma anche nuove aggiunte al cast. 
Dopo una prima stagione che non mi aveva fatto appassionare nonostante le ovvie qualità, e una seconda che invece mi sembrava avesse recuperato quota e mi aveva convinto di più, il terzo capitolo aveva bisogno di trovare una strada nuova senza stravolgimenti e quindi hanno puntato su Broadway.
Oliver (Martin Short) infatti vuole mettere su uno spettacolo teatrale, e riuscirà a raccogliere un cast niente male, inclusa la star Hollywoodiana Ben Glenroy (Paul Rudd) al suo debutto teatrale, e la talentuosa Loretta Durkin (Meryl Streep) che non ha ancora trovato la sua occasione per svoltare.
E se la preparazione del musical si complicasse improvvisamente perché il protagonista maschile è misteriosamente stato ucciso?

La terza stagione di Only Murders in The Building aveva bisogno di nuova linfa ed effettivamente hanno saputo trovarla in un rinnovamento del cast, con nomi mica da poco, ed aprendo le porte dell'Arconia, spostando lo scenario altrove, ma anche mettendo un po' da parte il podcast in sé e dedicarsi ad altro.
Ci sono insomma diverse linee narrative da seguire in questi nuovi episodi, e, lungi dal farvi spoiler, cerchiamo di esaminarle insieme.
La prima, quella del caso da risolvere, mi è piaciuta perché unisce lo spettacolo teatrale da preparare, poi diventato musical, con la ricerca del colpevole del delitto, e mi è sembrata coerente ed una buona scelta proprio per allargare gli orizzonti della serie, senza stravolgerla, e ancora una volta unendo la contemporaneità con i classici, e ovviamente ironia ad una storia tragica. A me non tutto fa ridere, anzi, ma il mood è brioso. 


Il giallo da risolvere appunto, nonostante ci venga raccontato sempre con quella sottile ironia e scorrevolezza, purtroppo secondo me non brilla per originalità né mi ha stuzzicato a tal punto da farmi sentire pienamente parte delle indagini. La colpa non è tanto degli avvenimenti, ma proprio degli escamotage che gli sceneggiatori mettono in atto per trovare i colpevoli. Per me ad esempio, e ripeto non voglio fare spoiler, gli ultimi episodi,, diventano un lungo spiegone a tratti anche noioso e attraverso un escamotage in parte forzato e poco credibile (d'altronde noi sentiamo solo parte delle deposizioni dei sospettati) per arrivare alla risoluzione del caso. 

Uno dei difetti di Only Murders in The Building, sia di questa terza stagione che di quelle passate, è proprio che io noto la mano dello sceneggiatore che cerca delle trovate per far accadere le cose.
E quindi, ad esempio, ci si ritrova un attore, che doveva essere morto, alla fine, solo per farci godere della sua performance, attraverso anche qui un trucco che a me da l'idea di forzatura.


La seconda linea narrativa riguarda proprio i personaggi, che si ritrovano per un periodo separati nelle indagini e alle prese con le loro cose. Charles infatti deve fare i conti con la nuova fidanzata e la sua carriera da attore, Oliver è alle prese con questo spettacolo da mettere in scena, ma anche lui ha una nuova fiamma, mentre Mabel come sempre cerca il suo posto nel mondo, continuando però a voler portare avanti il suo podcast crime.
Anche qui purtroppo ho percepito delle forzature: la divisione, letterale, del terzetto mi è sembrato basato su motivazioni un po' friabili, sebbene sia credibile che degli amici litighino per un periodo, ma ho trovato peggiore il voler affiancare tutti da dei partner, nuovi o passati che siano.
È infatti una scelta che avevamo già visto nelle passate stagioni, e che quindi risulta prevedibile, ma soprattutto non sempre sviluppata bene, come nel caso di Tobert (Jesse Williams) che non trova uno sviluppo.


Per quanto riguarda le aggiunte al cast indubbiamente nulla da dire, ad eccezione appunto di Williams che si ritrova più marginale rispetto a quanto pensassi. 
Inutile anche soffermarsi sulla bravura di Meryl Streep che invece è perfetta nei panni di Loretta e che dà al suo personaggio diverse sfaccettature. Non si parla solo di omicidi, di musical, di amore o di amicizia in Only Murders in The Building 3, ma anche di famiglia, di maternità e questo tema è sempre raccontato in modo delicato ed elegante.
Allo stesso modo il Ben Glenroy di Paul Rudd si rivelerà molto più che semplicemente un attore egoriferito. 
È inoltre innegabile il lavoro svolto per creare a tutti gli effetti un musical, con canzoni incluse che sono anche molto belle, ma se non amate questo genere, potreste ritrovarvi delle scene che detesterete. 
Le mie speranze che la terza stagione di Only Murders in the Building potesse superare gli stalli che avevo incontrato nelle stagioni precedenti, ma non ci riesce del tutto, e infatti mi aspettavo di meglio.
Sono però riusciti ormai a farmi affezionare ad Oliver, Charles e Mabel, e quindi la quarta stagione me la vedrò volentieri, sperando però che creino nuove dinamiche. 




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