Parlando della mia opinione sulla prima parte di The Witcher 3, avevo messo le mani avanti (anche se per alcuni commenti su Facebook non è bastato) dicendo che la mia era solo una opinione parziale, oltre che ovviamente soggettiva, che avrebbe trovato una definizione una volta uscita la seconda parte. Quel momento è arrivato il 27 Luglio.
Devo fare un'altra premessa perché non sono tonto (almeno non del tutto): la mia recensione sulla prima parte era indubbiamente netta e sembrava quasi definitiva perché avevamo già assistito alla maggior parte della storia, e quindi i nuovi 3 episodi non potevano avere il tempo necessario per poter ribaltare del tutto la mia opinione. Quindi ero conscio che il resto della terza stagione si sarebbe più o meno mantenuto sulla stessa lunghezza d'onda, perché cinque episodi sono troppo pesanti da ignorare nella bilancia generale.
Ho però trovato qualche aspetto positivo in questa seconda parte di The Witcher 3 che vale la pena sottolineare.
Col sesto episodio finalmente infatti si entra nel pieno dell'azione, e dagli intrighi di corte, i balletti e i bisbigli dietro le colonne di qualche palazzo, si passa ai combattimenti anche più movimentati, che si intrecciano alla magia, e un po' tutti i personaggi si ritrovano coinvolti. C'è finalmente la tensione e i momenti di difficoltà tanto attesi, e soprattutto scopriamo il volto di chi ha ordito tutto quanto. Le scene sono ben congeniate, sono abbastanza epiche, e gli effetti rispettano secondo me la qualità che The Witcher ha raggiunto dalla seconda stagione a questa parte.
Le fazioni quindi si scontrano finalmente, ma non ringalluzzitevi troppo perché tutto dura davvero poco: superata la battaglia si torna al ritmo letargico di sempre.
Ma è soprattutto il settimo episodio a dare una mazzata a questa terza stagione di The Witcher.
Ho già espresso la mia scarsa simpatia per Cirilla che non trovo carismatica e soprattutto non ha avuto una costruzione psicologica da renderla la protagonista che dovrebbe essere.
Cercare di mettere un toppa a questa lacuna, dedicandole un intero episodio, in cui affronta i suoi mostri più interiori, non funziona.
Il risultato è infatti una puntata noiosa e ripetitiva, con un panorama statico e che soprattutto non fornisce nulla di realmente rilevante alla storia nel suo insieme. Freya Allan, che interpreta la leoncina di Cintra, è sicuramente cresciuta come attrice dalla prima stagione, ma secondo me può poco con una sceneggiatura che non la valorizza del tutto. Pare inoltre che la quarta stagione la vedrà ulteriormente protagonista, e già tremo all'idea.
Il ritmo è comunque calante anche nell'ottavo episodio, che segna l'addio di Henry Cavill al suo Geralt (verrà sostituito da Liam Hemsworth).
Penso che ci aspettassimo un po' tutti che questo commiato finale fosse particolarmente incisivo, ma così non è stato. Pare infatti che la decisione da parte di Cavill di non proseguire ad interpretare questo ruolo sia arrivato dopo la fine delle riprese, ma a dirla tutta, Geralt non ha avuto chissà quale presenza in questa terza stagione. Qui finalmente ci mostrano le sue capacità in battaglia, ma finisce presto fuori gioco (e fuori dallo schermo). Se è una scelta voluta, non solo per il cambio di attori, ma anche in vista di una maggiore centralità di Ciri, allora ha senso chiamare ancora questa serie tv The Witcher.
Ed anche il finale stesso, oltre al discorso specifico sullo strigo, e lungi dal farvi spoiler, ha un sapore abbastanza insipido, ben meno epico di quanto ci si poteva aspettare e non lascia la voglia a proseguire con la prossima stagione.
Non avendo letto i libri o giocato al videogioco, ho avuto sempre un approccio neutro con The Witcher, e mi aspettavo di trovarci quello che in genere cerco in un fantasy in costume, specie se legato ad una saga. Mi aspetto infatti che ci sia una costruzione dettagliata di un microuniverso, funzionante con le sue regole, mi aspetto la caratterizzazione dei personaggi, almeno dei principali, da un punto di vista psicologico, per capire le loro reazioni e azioni, e cerco quella epicità nei momenti di azione.
The Witcher fino ad adesso è sempre stata scostante nel coniugare tutti questi elementi, e purtroppo tre diverse stagioni non sono state sufficienti ad equilibrare il tutto.
Inutile poi infierire su personaggi più o meno secondari come Ranuncolo, ormai spogliato di qualunque verve e interesse.
Dopo aver visto questa parte seconda, l'impressione che ho avuto è che la scelta di dividere gli episodi e pubblicarli a distanza di un mese, non abbia giovato affatto, visto che da un lato ne hanno risentito i primi episodi, che non trovavano uno sbocco, dall'altro queste ultime tre puntate non mi sono sembrate così incisive da poter vivere di vita propria o meritare un hype e una attesa particolare.
Sono curioso di vedere come sarà Liam Hemsworth in questo ruolo, ma ammetto che se i creatori della serie non dovessero ascoltare le critiche ricevute (e vi assicuro che non solo il solo), credo che la abbandonerò.
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