And Just Like That..., cinque cose che non hanno funzionato e un motivo per vederla!

Ricordo una calda estate di molti anni fa quando, nel giro di un paio di settimane, consumai tutte le stagioni di Sex and The City. Non ero mai entrato in un loop del genere, anzi faccio sempre molta fatica a portare avanti maratone di serie tv più datate con molti episodi da recuperare, eppure in quella estate Carrie Bradshaw e le sue amiche mi avevano ammaliato come sirene. E giuro che faceva davvero caldo per stare davanti ad uno schermo, ma volevo capire come questa serie fosse diventata un cult, un fenomeno pop e di costume tutto allo stesso tempo.
Con gli anni si è creato un certo distacco, un po' per il tempo trascorso, un po' per i film che non erano all'altezza, un po' per quella sorta di prequel intitolato The Carrie Diaries che abbandonai quasi subito, al contrario di quanto sono solito fare. Ma ciononostante ho conservato un buon ricordo di Sex and the City, e con curiosità (ma senza fretta) ho voluto vedere il nuovo e chiacchierato capitolo intitolato And Just Like That....

Prima degli episodi, questo sequel/ revival era stato anticipato da un codazzo di gossip e chiacchiere, soprattutto per l'assenza di Kim Cattrall, che in effetti non facevano ben presagire, ma purtroppo, secondo me, i problemi di And Just Like That non riguardano solo assenze e dicerie, ma ci sono una serie di elementi che non hanno affatto funzionato e che hanno spinto questa serie tv al di sotto delle aspettative. Ho contato cinque cose (anche se ce ne sono molte di più) che potevano essere evitate e rendere And Just Like That... migliore, ma ho anche un motivo per cui vale la pena recuperarla. 
Vi avviso subito: ci sono degli spoiler.



And Just Like That... non ha una storia

Sex and the City aveva una struttura ben precisa: ogni episodio affrontava le vicende sentimentali e relazionali di Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha, con un argomento specifico che veniva affrontato nell'arco di 30 minuti. Una narrazione verticale, ma al tempo stesso orizzontale, visto che le storyline delle protagoniste proseguivano in sottofondo. In And Just Like That... non c'è una vera e propria linea narrativa che viene seguita, ma si susseguono una serie di avvenimenti più o meno d'impatto, senza però una amalgama che li tenga coerentemente insieme.
Molti degli episodi possono davvero essere riassunti in poche battute tanto è povera la sceneggiatura, ed il tutto è molto semplificato.


È vero che le protagoniste hanno avuto un evoluzione tutto sommato coerente con le loro vite e con i nostri tempi: Carrie adesso non è solo una scrittrice, ma si è affacciata ai podcast e ai social, Miranda ha ripreso in mano gli studi di legge, mentre Charlotte è la mamma perfetta che cresce non senza dubbi due figlie (o dovrei dire figli).
A parte però questo incipit, non c'è un vero e proprio intreccio, un crescendo, e si contano sulle dita di una mano gli avvenimenti che segnano le vite delle protagoniste, e anche questi pochi fatti non vengono del tutto ben spiegati, sono portati avanti male, o non riescono ad avere un impatto emotivo. E questo, dopo 11 anni di attesa e di tempo per pensare e strutturare quello che sarebbe dovuto accadere alle nostre eroine, non è accettabile.


Ad esempio la morte di Big (salterò tutto quello che riguarda Chris Noth) è stata una scena costruita secondo me male, è impensabile che una moglie, che trova il marito morente, non chiami aiuto, anche qualora dovesse risultare inutile. Tutto quello che ne consegue, incluso il tentativo di Carrie di superare il dolore, mi è sembrato povero di pathos, affrettato sia da un punto di vista narrativo, che emotivo.


Che superficialità! 

La conseguenza di una scrittura frettolosa e poco curata è appunto la mancanza di sentimenti empatizzabili. In questi nuovi episodi infatti tutto mi è sembrato affrettato, e la leggerezza di Sex and The City diventa superficialità in And Just Like That....
Mi riferisco un po' a tutte quelle scene che dovrebbero essere di forte impatto, che sfociano nel drammatico, ma che sono state strutturate e gestite male: la morte di Big appunto, ma anche la separazione di Miranda dal marito Steve, che doveva essere un momento di svolta per il suo personaggio, ma che invece non mi ha smosso nulla, e anche lei era impassibile, quindi mi sento meno in colpa.

In verità, tutto ciò che riguarda Miranda è stato gestito malissimo, soprattutto questo suo "risveglio", che mi è parso sicuramente in linea con la vita privata di Cynthia Nixon (di cui alla fine poco ci interessa) ma poco coerente con il suo personaggio. La fretta poi con cui finisce per dichiarare dei sentimenti importanti per Che Diaz (Sara Ramirez) svaluta l'equilibrio a cui Miranda ci ha abituati e la stabilità dei sentimenti stessi.
Anche l'introduzione di nuovi personaggi e di come si approcciano a Carrie, Miranda e Charlotte mi è sembrato tutto un rush, come se un nuovo elemento del cast improvvisamente acquisisse di significato e "progredisse" di ruolo senza palesi ragioni.


Posso abbozzare su Nya Wallace (Karen Pittman) la nuova professoressa di Miranda, o su Lisa (Nicole Ari Parker), l'amica ultra glamour di Charlotte che mette subito sgarbatamente le mani nei piatti altrui, ma non mi spiego come l'agente immobiliare Seema Patel diventi amicissima con Carrie nel giro di due episodi. E come posso io da spettatore affezionarmi a questo nuovo cast, così presente, se non viene introdotto con i tempi e la sensibilità giusti?


Ma non era una commedia?

Purtroppo in And Just Like That... si ride e si sorride poco. I toni sono più compassati e dimessi, sicuramente in linea con il trascorrere del tempo e con il fatto che abbiamo a che fare con le vite di donne mature, ma purtroppo quel saper oscillare fra il serio e il faceto, fra una risata e una riflessione, a cui ci avevano abituati con le puntate precedenti di Sex and The City, si è perso. 
Mi sta bene, da un certo punto di vista, che ci sia un cambiamento, persino il titolo della serie è diverso, ma manca secondo me il suo elemento più importante.
La cosa peggiore è come sono state costruite alcune scene che potevano essere affrontate con ironia, e invece le ho trovate imbarazzanti, poco credibili e cringy. 


Il personaggio di Samantha era in questo senso una boccata di freschezza, ilarità ma con maturità, e la sua assenza si fa sentire, relegata com'è al ruolo dell'amica che non parla più con nessuno, se non tramite dei messaggi impersonali che onestamente avrei evitato. Anche nel suo caso, a proposito, si sarebbe potuto far qualcosa in più e secondo me chiudere il suo capitolo senza strascichi che hanno vita breve. O pensano che ci sorbiremo questo rapporto epistolare 2.0 per le prossime probabili stagioni?


Il politicamente corretto che trasborda 

L'elemento che rendeva accattivante Sex and The City era il suo essere provocatoria, sfacciata, a volte sboccata e sopra le righe, ma senza mai rinunciare a quel sapore glamour che piaceva tanto. Il titolo diceva tutto, e mi sta bene che ci sia un cambio di registro, perché sono cambiati i tempi e sono cambiate anche le protagoniste, sono cresciute e maturate, e credibilmente non hanno più quella vita frizzante e movimentata che avevano a 20 o 30 anni. Ma i costanti riferimenti all'orientamento di genere dei protagonisti che troviamo in And Just Like That, il continuo occhiolino a tematiche che riguardano la comunità LGBTQ+, il volersi dimostrare costantemente aperti, cercando di sottolineare o denunciare più o meno velatamente quante più situazioni di inclusività, è eccessivo.


Nulla contro l'idea di creare una serie tv più contemporanea, e che magari cerchi di rimediare ai problemi che aveva creato Sex and the City, ma non può essere così smaccata questa ricerca di inclusività, perché risulta falsa, ripetitiva, e alla lunga noiosa e inverosimile. Inoltre sembra che delle donne di mezza età non abbiano altri argomenti da proporre, ma non è così: semplicemente si preferisce dare spazio e battute ad argomenti sensibili di un certo tipo, piuttosto che ad esempio ad una più profonda elaborazione del lutto da parte di Carrie, che nel giro di un anno dalla morte di Big si ritrova fra le braccia di due uomini diversi.

L'unica parentesi che ho trovato interessante è l'approccio di Charlotte nei confronti della figlia Rose, che si sente non-binary e quindi ci ha fatto assaporare come un genitore aperto ma non pronto potrebbe approcciarsi a questa situazione.
Boccio invece, almeno nei termini con cui è stato fatto, il coming out di Miranda come dicevo prima, vista anche l'incoerenza di non accettare ad esempio che Carrie possa avere idee diverse dalle sue sulla religione, e ho trovato così stereotipato il personaggio di Che che sembra quasi una presa in giro.


Cosa resta di And Just Like That?

Sempre più spesso mi chiedo cosa mi lascia una serie tv (o un film), e se ho voglia di rivederla, e nel caso di And Just Like That la risposta sarebbe negativa, perché in verità sono poche le sensazioni positive che ho tratto e soprattutto pochi i momenti che mi hanno fatto riflettere o sorridere. Questo credo sia un grosso peso su questo revival, perché in fondo se le frasi di Carrie, Miranda, Samantha e Charlotte sono diventate fonte di pagine ispirazionali più o meno condivisibili, adesso hanno perso quel sentore di maestre di vita. Non più le amiche che ognuno vorrebbe nella propria vita, ma gente che magari preferiresti evitare. Forse in questo senso ci ha visto lungo Kim Cattrall che si è sottratta ad un gioco che difficilmente può far bene a dei personaggi tanto amati.


Non è tutto perso

L'unico motivo che sono riuscito a trovare per cui valga la pena vedere questo And Just Like That è il senso di nostalgia che provoca: ritrovare Sarah Jessica Parker, Cynthia Nixon e Kristin Davis insieme può essere piacevole per i fan più sfegatati, e quella chimica fra le tre mi sembra si sia preservata nel tempo. Inoltre resta pur sempre una serie tv dal taglio leggero (a volte anche troppo, a volte troppo poco) che si segue facilmente, e con una durata accessibile a chiunque, visto che si parla di 10 episodi da più o meno mezz'ora. Lo sfarzo e il glamour viene poi ripreso in outfit variopinti più o meno riusciti, quindi anche chi presta attenzione a questi dettagli potrebbe avere qualcosa di gradevole da guardare.

And Just Like That è tornata dal 23 giugno 2023 per una seconda stagione di cui parlo qui. 



2 commenti:

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  1. Sono d’accordo, la cosa che ho fatto più fatica a digerire è stato proprio l’eccesso di politically correct performativo, così evidente da risultare finto e pure un po’ ipocrita, un bravo sceneggiatore ti fa vivere la discriminazione sullo schermo, non c’è bisogno di fare il predicozzo esplicativo e moraleggiante ogni 2 minuti. Spiace perché ho ricordi bellissimi legati al mio primo viaggio a New York, ho scoperto la serie camminando, la città era tappezzata di foto di Carrie in tutù e ho portato a casa i dvd come souvenir.

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    1. Deve essere stato bello andare a New York in quel periodo! Credo che questa ricerca di una moralità impeccabile, quasi dovessero insegnare qualcosa, sia il più grosso problema di questa serie. Se nella realtà fossimo così, sarebbe ossessione non inclusività

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