Ispirata all'omonimo romanzo di Jessie Burton, Il Miniaturista ci porta nella rigogliosa repubblica olandese di fine '600, all'epoca in piena espansione economica. Tuttavia sembra l'atmosfera è differente nell'abitazione cupa e rigida del ricco mercante Johannes Brandt. L'uomo vive infatti con l'austera sorella e due camerieri, e da poco ha sposato la giovanissima Petronella.
La ragazza ha vissuto la sua vita in campagna ed il mercante, per farsi perdonare delle lunghe assenze a causa del lavoro, le regala una casa delle bambole, una perfetta riproduzione della loro dimora. Nella si farà aiutare dal miniaturista locale per creare oggetti e bambole da inserire nella sua casa giocattolo, ma presto la cosa prenderà il sopravvento, visto che la ragazza si vedrà recapitare alla porta delle miniature che sembrano presagire il futuro.
Non è inoltre facile ambientarsi per la giovane sposa, specie quando i segreti del marito la travolgeranno.
Si avvolgono tanti misteri in questa The Miniaturist, che, come anticipavo, non è esattamente una novità. La miniserie infatti è una produzione anglo-statunitense che risale al 2017, ma solo l'11 Gennaio di quest'anno è arrivata doppiata in italiano su Sky e Now.
È inutile ammettere che la presenza di Anya Taylor-Joy mi abbia intrigato fin dal primo momento, ma allo stesso modo devo ammettere che Il Miniaturista non mi ha convinto come speravo.
La storia infatti ha un intreccio che funziona, ma fino ad un certo punto, visto che molti degli snodi mi sono sembrati facili da risolvere ben prima che venissero svelati, ed io non sono certo questa mente brillante e sopraffina. Inoltre credo che tre episodi siano un po' pochi per narrare bene l'escalation che Il Miniaturista vuole raccontare.
Non so come fosse nel libro, ma ad esempio Petronella ci viene presentata come una ragazza campagnola, molto semplice, in contrasto con la sagacia della cognata, eppure dopo pochissimo è lei che tiene le redini di casa e delle vicende, come se si svegliasse da un momento all'altro.
Così mi pare troppo facile.
Non c'è quindi un crescendo credibile e costante dell'arco narrativo e dell'evoluzione dei personaggi, ma la situazione si ribalta improvvisamente.
È forse più amara la scoperta della figura del miniaturista: lungi dal fare spoiler qualora vogliate vederla, ma se un personaggio dà il titolo ad una serie tv come minimo ti aspetti che abbia una grande influenza, o che si riveli come particolarmente potente. La sua capacità quasi di prevedere ciò che accadrà attraverso le sue miniature, fa pensare a qualche strano potere. Invece tutto si sgonfia come un palloncino bucato e la rivelazione è quasi deludente.
Il Miniaturista ha comunque dei pregi, oltre la brevità che può fare comodo ai più pigri: la fotografia, la regia e i costumi sono estremamente curati, a volte sembra di guardare un quadro per come si compongono le scene. Spiccano poi i contrasti fra la luce emanata dagli abiti di Petronella e tutto quello che la circonda.
In modo più o meno palese vengono anche inseriti dei temi che potremmo quasi definire contemporanei, me che purtroppo sono estremamente vecchi, come razzismo, omofobia e sessismo.
Anya Taylor-Joy è sicuramente il focus di questa miniserie, e dimostra di aver avuto sempre talento ben prima di raggiungere l'Olimpo con La Regina degli Scacchi, Emma e Ultima Notte a Soho, ma tutto il cast è perfettamente a proprio agio nelle vesti dei rispettivi personaggi. Purtroppo però non tutti riescono a prendere la scena o ad essere tratteggiati in maniera ampia e completa, nonostante sembri che anche i secondari abbiano qualcosa da nascondere.
Quindi c'è qualità, ma non eccellenza in questa The Miniaturist.
Me l'ero già segnata e quindi vedrò, anche se non sarà eccezionale.
RispondiEliminaDiciamo che al massimo ci perdi un pomeriggio, almeno questo ce l'ha di buono
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