Wicked, la mia opinione su uno dei film più attesi dell’anno

Sembrava che la sconfinata e capillare campagna pubblicitaria per Wicked non volesse più terminare, ma per fortuna a Novembre è arrivato al cinema il film con Ariana Grande e Cynthia Erivo, e un po' tutti abbiamo sentito la morsa del marketing sciogliersi. 
È stato comunque uno dei titoli più attesi del 2024 e credo che farà ancora parlare molto di sé, sia man mano che verrà candidato ai vari premi, sia per l'attesa della seconda parte che uscirà a Novembre 2025.



Genere: fantastico, musical
Durata: 160 minuti
Regia: Jon M. Chu
Uscita in Italia: 21 Novembre 2024 (Cinema)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Già musical dal 2003 di grande successo a Broadway, Wicked: Parte I si ispira ad un romanzo del 1995 di Gregory Maguire, che pare trovò il suo successo proprio nell'adattamento teatrale, e che cercava di espandere il mondo che L. Frank Baum creò con Il meraviglioso mago di Oz. Vi ricorderete un po' tutti la Dorothy di Judi Garland, che festeggiava la sconfitta delle Malvagia strega dell'Ovest insieme allo Spaventapasseri, all'Uomo di Latta ed il Leone Codardo, ma perché questa strega era considerata così cattiva?
Nasce proprio per rispondere a questa domanda il romanzo di Maguire e di conseguenza il film di Jon M. Chu, che ne è un fedele adattamento. 

Per rendere il Wicked del 2024 un successo praticamente assicurato non solo hanno pensato ad un grande budget che si riversa in scenografie e costumi, ma hanno anche chiamate due ugole d'oro che la gen z potesse riconoscere, ovvero Ariana Grande nel ruolo di Galinda Upland, che poi conosceremo come la Strega Buona del Sud, e Cynthia Erivo nei panni di Elphaba Thropp, la quale invece diventerà la malvagia Witch of the West.

Un prequel in piena regola che ci racconta il rapporto fra Galinda, che poi si auto ribattezzerà come Glinda, ed Elphaba, e di come nasce il mito di uno dei villain di questa storia. Il romanzo di Maguire, anticipando un po' i tempi, infatti voleva raccontare l'origine del "male", cambiando a tutti gli effetti il punto di vista, e questo nuovo adattamento di Wicked fa lo stesso, trovando ai giorni d'oggi una nuova energia.

Fra pizzi, merletti, colori accesi, acuti, sopracuti e balletti che si sprecano lungo tutta questa prima parte di Wicked, il cuore del film (e della storia in sé) è in realtà toccare temi importantissimi come bullismo, accettazione dell'altro e di sé stesso, ma anche l'unicità, l'individualismo, l'amore, l'amicizia, l'arrivismo e arrivare persino a parlare di come trattiamo e spesso non rispettiamo gli animali.

Ma anche l'intento di sovvertire un potere a tutti gli effetti dittatoriale e basato sulla propaganda, rappresentato dal Mago di Oz, che si nasconde in un lontano, inespugnabile e misterioso palazzo del potere e che ha un estremo terrore della diversità.
Tutto questo comunque passa in modo a volte più sottile, altre più dirette ma mai in modo che possa risultare pesante o didascalico, ma sempre utile ad aggiungere un livello di profondità e consapevolezza nello spettatore.

Se oggi può suonare come lo stendardo per un manifesto woke, in realtà il libro aveva già all'epoca l'obiettivo di parlare di inclusività e rivolgersi alla comunità LGBTQ+, e io credo che anche il film riesca a farlo in maniera non solo visivamente godibile e sfarzosa, ma anche in modo coeso, accattivante, credibile e forte. Questo perché secondo me Wicked è un progetto solido, creato da persone che erano davvero convinte di quello che volevano portare sullo schermo e lo hanno dimostrato.

L'impressione che si ha secondo me è che quasi come per magia, uno spettacolo teatrale prenda vita sullo schermo, come se le scenografie, i costumi, gli ambienti, sembrassero la rappresentazione reale di un ambiente immaginario. Non so se ha senso, ma quello che voglio dire in parole poverissime è che l'estetica è appagante e convincente. 
Ma Wicked è un musical in piena regola, nonostante anche in questo caso il trailer camuffi i suoi intenti, dove i personaggi si esprimono letteralmente cantando e ballando, e infatti hanno scelto due cantanti con una voce potente e completa come protagoniste. Quindi se non amate questo genere, potrebbe appesantirvi molto la sua visione.


Poi c'è un problema in questo senso nel doppiaggio: non si capisce perché abbiano deciso di tradurre le canzoni in italiano, quando la coppia Erivo-Grande è stata scelta proprio per le loro voci distinguibili, versatili e apprezzate soprattutto dal pubblico più giovane. 
Le doppiatrici italiane sono indubbiamente vocalmente dotate, ma non sono le cantanti originali che invece hanno lavorato benissimo in questo senso, e soprattutto la traduzione dei testi, che deve stare in una certa metrica, a volte è un po' risibile e risulta meno incisiva e orecchiabile. 
Considerate inoltre che c'è stato molto segreto riguardo ai brani in italiano, mentre le versioni originali erano più che note e penso che anche da noi fossero più o meno impresse nella memoria.

Per fortuna però il recitato delle due attrici non viene meno, e credo che abbiano fatto entrambe un ottimo lavoro. So che Cynthia Erivo ha una carriera come attrice drammatica ormai affermata, sia a teatro che sul piccolo e sul grande schermo, mentre Ariana Grande riesce a rendere Glinda come una perfetta, un po' svampita ma calcolatrice e sicuramente divertente Mean Girl. È stata lei soprattutto a farmi ridere e sorridere. 

Oltre all'ovvio limite che per qualcuno può rappresentare la sua essenza di musical, non mi sento di definire Wicked Parte I come uno dei film più belli che abbia mai visto anche per altre ragioni. È vero che la cura nella creazione di questo adattamento è estremamente dettagliata, ma non mi è sembrato ci fossero scelte registiche particolari, per quanto la direzione nell'insieme sia fluida e in grado di cogliere i dettagli: una banalità ad esempio sono le classiche inquadrature dall'alto nelle coreografie di gruppo, scelta stravista mille volte.

Nonostante le due ore e quaranta minuti di durata inoltre i personaggi secondari non riescono a non essere poco più che funzionali alla narrazione. Penso ad esempio al Fiyero di Jonathan Bailey, che ha l'unico scopo di essere un interesse romantico da contendere, ma anche la stessa Michelle Yeoh nel ruolo di Madame Morrible o Jeff Goldblum come mago di Oz, hanno, almeno in questo caso primo capitolo, un ruolo ancora embrionale. 

È forse proprio questa lunghezza massiccia il grosso scoglio per me, perché si avverte non tanto perché il film annoia, ma perché la prima ora mi è sembrata che si trascinasse un po', specie se rapportata alla seconda in cui davvero accade di tutto, specie i momenti di svolta e più aspettati di questa storia. Questo prolungarsi, unito alla divisione in due parti, per me ha contribuito a frenare l'intensità emotiva che invece mi aspettavo da un film del genere. Di base infatti, a parte qualche momento qui e lì, ed il finale, per me il coinvolgimento vero e proprio è stato un po' latitante.

Per questo spero che la seconda parte di Wicked possa dare non solo completezza alla trama, ma anche quella potenza, quello step successivo che credevo di trovarci. 

L’Acqua Micellare 2 in 1 senza risciacquo per pelli Secche e Sensibili

Ogni tanto ho la fortuna di provare dei prodotti che magari non rientrerebbero nei miei acquisti abituali, ma che si rivelano molto piacevoli e che immagino possano essere molto interessanti ed utili per tanti voi. Uno di questi prodotti è la Rice Active Essence Cleansing Water che The Skin House mi ha dato l'opportunità di mettere alla prova.


INFO BOX
🔎 Yesstyle (sconto PIER10YESTYL), Stylevana, Amazon
💸 €17
🏋 150ml
🗺 Corea
⏳ 12 mesi
🔬Vegan

Mi avete mai sentito parlare di acque micellari in oltre 10 anni anni di Beauty Cues?
No, non ci sono praticamente recensioni su questa tipologia di prodotto qui sul blog, e io stesso, nella vita reale, ne avrò provate pochissime in praticamente oltre 20 anni di cura della pelle. 
Non ho mai pensato che le cleansing water potessero fare al caso mio, puntando più comodamente a detergenti viso che hanno anche un potere struccante, ma la Rice Active è in parte diversa dalle semplici micellari.
The Skin House infatti la presenta come un prodotto due in uno, che associa all'azione detergente anche quella idratante e lenitiva di una essence viso.

L'azienda punta in particolare a tre attivi per parlare dell'effetto di questa Rice Active Cleansing Water, ovvero l'estratto di riso, che pare sia appunto attivato, quindi immagino abbia una efficacia maggiore, e che dovrebbe agire in modo trasversale sia lenendo la pelle, sia agendo come un naturale esfoliante, ma su questa seconda azione sarò più specifico fra un istante.
Inoltre ci sono anche pantenolo, tipica vitamina nota per la sua azione lenitiva, e l'olio di ricino, che pur non essendo nella sua forma pura ma idrogenata, conserva comunque proprietà emollienti.

Andando più a fondo, la Essence Cleansing Water contiene anche acido ialuronico, l'estratto lenitivo di camomilla, quello nutriente e idratante di avocado, che si uniscono a quelli tonificanti e idratanti di rosa damascena e Iris. Gli enzimi dell'estratto di papaia dovrebbero svolgere una azione leggermente esfoliante, mentre gli estratti di melone e pera sono generalmente riconosciuti per il loro potere idratante, ma anche per la carica di vitamine che apportano e che danno un effetto antiossidante.
È interessante che questa Rice Active Water abbia anche l'estratto di noce saponina che, come dice il nome stesso, funziona come un detergente delicato ed ha un effetto antimicrobico.

La formulazione invece non contiene solfati, parabeni, alcol e siliconi, ma io non ci sento nemmeno una particolare profumazione aggiunta. 

Per agire, questa Cleansing Water The Skin House va shakerata per bene perché le particelle di riso si depositano sul fondo, ed appena la sbattete si nota una bellissima perlescenza liquida che trasforma questa acqua micellare, ma attenzione: non è appunto il riso a creare questo effetto, ma è più un elemento scenografico dato da una impalpabile mica artificiale.


Inoltre la texture di questa acqua è davvero sottilissima, non presenta alcuna granulosità, quindi non immaginatevi che contenga una qualche polvere che va ad esfoliare la pelle. Essendo così liquida va pushata su un dischetto in cotone, in microfibra o mussola a seconda delle vostre preferenze, e passata sul viso per rimuovere sporco e make up, e nell'approccio rinse free, non va risciacquata. 

Infatti la Rice Active Essence Cleansing Water vuole essere un prodotto tutto in uno, che va a detergere il viso, ma anche ad idratarlo e nutrirlo, andando quindi a sostituire il tonico e l'essence viso
Può essere utilizzata mattina e sera, senza problemi e io sono riuscito a farla agire anche sul contorno occhi, prestando però attenzione a, come dice la stessa The Skin House, evitare che il prodotto arrivi dentro le palpebre. Io infatti, oltre a non esagerare con le quantità, prima scarico il dischetto sul resto del viso e poi mi rivolgo alla zona perioculare.

Questo prodotto mi ha convinto perché, come appunto le mie generiche indicazioni possono suggerire,  è stato semplicissimo utilizzarlo nelle mie routine, non ci sono strani passaggi da fare o tecniche particolari, e l'ho incorporato senza fatica. Ovviamente ho voluto testarlo in ogni modo possibile trovandomi molto bene, ma fatemi spiegare meglio.

Alcuni dermatologi suggeriscono, specie per chi ha una pelle secca, molto secca, o con una barriera cutanea danneggiata, o vivono in un luogo con un'acqua molto calcarea, di evitare di lavare il viso due volte al giorno, preferendo una pulizia senza risciacquo per la routine mattutina, quando sulla pelle non c'è lo sporco che accumuliamo nel corso della giornata.

In questo contesto si colloca perfettamente la Rice Active Essence Cleansing Water perché, ogni volta che l'ho usata in tal senso, va a pulirmi il viso in modo delicatissimo, rimuovere eventuali tracce di prodotti della sera prima o accumuli di sebo, rendendo però la pelle subito più idratata e luminosa (complice la perlescenza indubbiamente, ma non noto veri e propri glitter). Su di me non appiccicosa né pesante, ed in effetti se non avete la pelle troppo secca, può fungere da routine con un solo step senza sbattimenti, per quando magari non abbiamo molto da fare né tanta voglia di paciugare con la skincare.

Però, se serve, non ho notato problemi ad aggiungerci altri sieri o creme idratanti, quindi è a tutti gli effetti un prodotto che prepara la pelle per il resto della giornata. 

Per la mia tipologia di cute, preferisco comunque lavare il viso con acqua, anche al mattino, perché soprattutto la zona T non è mai completamente secca, ma non è stato è stato affatto complicato utilizzare la Rice Active Essence Cleansing Water anche in questo senso perché è un perfetto primo step per la doppia detersione serale. In questa posizione nella routine ho notato che riesce a rimuovere bene il trucco e tutto ciò che ho sul viso, senza dover sfregare troppo e infatti alla fine dell'operazione la pelle appare pulita e non irritata. Lo saprete ma lo ripeto: non utilizzo mai un make up strong, però ultimamente ho usato questa cleansing water con una tinta lip&cheek che ha una buona durata perché tende un po' a macchiare la pelle, e riesce a rimuoverla abbastanza bene.
In teoria potrebbe essere utilizzata come secondo step della doppia detersione, ma io la sera voglio che il viso si perfettamente pulito, quindi passo dopo un gel detergente, più o meno delicato a seconda dei prodotti che so di avere sul viso.
La Rice Active Cleansing Water The Skin House mi assicura così da avere una detersione efficace, completa, ma molto delicata, lasciandomi la pelle elastica, idratata e morbida.

Direi un buon inizio per questo 2025. Voi l'avete provata?



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Serie Tv, i Titoli del 2024 da vedere (secondo me)

Non è ancora finito il tempo di resoconti e riflessioni sull'anno appena trascorso e questa volta tocca alle migliori serie tv del 2024. Anche quest'anno, come il precedente, non mi è sembrato sfavillante da una prospettiva seriale: sì qualcosa da consigliarvi c'è sempre, ma sono davvero pochi i titoli che ricordo ancora a distanza di tempo.

Provo quindi a raccoglierli in un'unica lista, che non è una classifica, quindi non sono disposte in ordine di qualità, perché come dico sempre, le imperfezioni ci sono e si vedono, ma nell'insieme sono serie tv che secondo me vale la pena vedere prima di lanciarsi sulle novità del 2025. 

Imperfezioni che non mancano anche in questa guida, che non solo è mossa dal mio gusto più o meno discutibile, ma deve lasciare indietro alcuni titoli che non ho avuto modo e tempo di vedere.
Anche quest'anno, imperterrito, ho escluso i rinnovi e le stagioni dopo la prima, perché se non è difficile che conosciate già una serie di lungo corso, per cui magari è scattata una certa affezione che va oltre la qualità effettiva, è più probabile che vi sia sfuggita una novità.

Baby Reindeer 


Forse una delle serie tv più discusse, intense, e crude del 2024, ma anche una delle migliori. Baby Reindeer parte da un caso di molestie e stalking realmente accaduto, che però è diverso dal solito: in questo caso è infatti un uomo a subire. Ma da questo assunto si scava ancora più a fondo, in un mondo fatto di traumi e di abusi. I personaggi di Baby Reindeer, interpretati benissimo dal cast, non sono fra i più lineari: sono umani, imperfetti, ci sono vittime e carnefici che si scambiano di ruolo con facilità. Non una storia semplice da raccontare, ma ogni tanto Netflix riesce a tirar fuori qualcosa che davvero possa considerarsi di valore.
La recensione. 


The Gentlemen 

Il 2024 è stato l'anno delle serie tv ispirate a film più o meno famosi e fra le migliori proposte su questo filone ci metto The Gentlemen. Guy Ritchie firma ancora una volta una serie tv che porta il nome del suo celebre film del 2020, ma rinfrescandone le vicende. La storia infatti cambia del tutto così come i personaggi, c'è più spazio di manovra visti gli 8 episodi ma resta quel mordente, quella cattiveria, quell'ironia e quella caciara tipica del regista britannico. Il machismo di The Gentlemen non è esattamente il mio pane quotidiano, o la serie tv che vedrei ancora e ancora, ma non posso negarne il divertimento ed il fatto che se amate quella cifra stilistica allora ne apprezzerete questa versione. E poi c'è Teo James, che penso basti.
La recensione. 



Ripley


Se ci fosse un premio eleganza, Ripley si meriterebbe il primo posto. La miniserie, arrivata su Netflix ma prodotta da Showtime, si ispira al fascinoso personaggio nato dalla penna di romanzi di Patricia Highsmith, che, esattamente come per The Gentlemen, era già stato soggetto per varie pellicole cinematografiche. Io stesso per parlarvene ho fatto un triplo confronto fra il film del 1960 con Alain Delon, quello del 2000 con Jude Law, Cate Blanchett e Matt Demon, e appunto la nuova serie tv con Andrew Scott, che mette un po' da parte alcuni risvolti psicologici, per soffermarsi su una storia thriller a pieno titolo. Non mancano i momenti di suspense, ma è la cura di ogni dettaglio a farsi notare. Andrew Scott è poi un Ripley intenso, freddo e calcolatore, e sebbene manchi il materiale per il bingewatching, è una delle migliori serie tv del 2024.
La recensione. 


Palm Royale 


Su Palm Royale avevo scritto che era difficile darne una definizione specifica perché "unisce alla commedia sopra le righe, alcuni momenti di dramma e suspense dati soprattutto da una sorta di mistery che deve essere risolto, ma non manca anche la vaga sensazione di assistere ad una soap degli anni '60." ed è forse questa miscela la sua carta vincente. In bilico fra l'essere una parodia che si prende molto sul serio, ed un melò che invece ironizza su se stesso, Palm Royale secondo me è una delle produzioni più convincente, fra un cast stellare e una messa in scena goduriosa. Qualche lungaggine è vero, ma si può abbozzare, ed Apple Tv l'ha promossa per una seconda stagione.
La recensione.


Un gentiluomo a Mosca 


Forse una delle serie tv in costume più meritevoli e al tempo stesso meno chiacchierate di questo 2024, Un Gentiluomo a Mosca vede Ewan McGregor nei panni di un nobile russo decaduto che deve barcamenarsi fra un passato lussuoso e un presente in esilio. Un prestige drama in piena regola, intenso e coinvolgente che oscilla fra il dolce e l'amaro e che cura i dettagli in modo sopraffino. Sarà stata forse la piattaforma streaming su cui è arrivata, cioè Paramount +, meno utilizzata rispetto a tanti altri colossi, ad averla un po' oscurata, ma se avessi tempo io la rivedrei volentieri.
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Kaos


Non avrà purtroppo una seconda stagione, probabilmente perché troppo costosa rispetto alle aspettative di Netflix sulle visualizzazioni, ma Kaos è una delle serie più interessanti del 2024. Una rilettura in chiave contemporanea, sarcastica e sopra le righe, delle divinità del mito greco classico, in funzione di una storia specifica: non ci troviamo infatti solo su un ipotetico monte Olimpo, ma nella Creta dei nostri giorni, dove quei personaggi mitologici hanno dei ruoli più o meno ordinari. Il risultato è intrigante, ben congeniato, e curato, ma Kaos ha avuto forse la stessa ambizione di Prometeo, con una storia che non riesce a chiudere tutti i suoi archi narrativi nonostante non ci fosse mai stata la certezza di un rinnovo. Ciononostante, se non vi pesa il finale aperto, vi consiglio di recuperarla. 
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Envidiosa


Chi ha detto che una lista delle migliori serie tv debba contenere solo titoloni con attori stra famosi? Io ci metto anche Envidiosa, una dramedy argentina arrivata su Netflix a Settembre, alla Il diario di Bridget Jones, ma con protagonista Victoria (interpretata da Griselda Siciliani), una quarantenne che prova invidia per parenti e familiari, anche se non sempre se ne rende conto. Ma non è così semplice perché Victoria è una donna contemporanea che, come molti di noi, è schiacciata dalle aspettative che la società le ha imposto, soprattutto in quanto di sesso femminile, ed è molto spesso da qui che nasce la sua invidia, oltre che dai traumi del passato.
Si ride, ci si commuove, non si arriva mai alla perfezione, ma i 12 episodi da cui è composta scorrono in fretta e c'è già la conferma per una seconda stagione.

Nobody Wants This


Due attori che la mia generazione conosce benissimo, Kristen Bell ed Adam Brody, uniti in una commedia romantica meno convenzionale del solito, che unisce momenti divertenti ad altri più riflessivi senza mai essere smielata o melodrammatica. È questo in estrema sintesi la formula vincente di Nobody Wants This, che se la guardi in prospettiva non ha nulla di rivoluzionario, ma è quella operazione feel good che ci voleva. C'è già una seconda stagione e non vedo l'ora.
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Qui non è Hollywood


Non solo fra le migliori serie dell'anno, ma anche una delle migliori serie tv italiane che ho visto nel 2024. Qui non è Hollywood è stata infatti meglio del previsto: non solo ha raccontato in modo chiaro e completo l'omicidio di Sarah Scazzi ad Avetrana, ma lo fa con ottime interpretazioni, senza cadere nel macchiettistico o in quel trash che il trailer paventava. E poi sono solo 4 episodi, quindi si incastra anche se non avete troppo tempo da dedicare alle serie tv.
La recensione.

Disclaimer


Se questa fosse una classifica, Disclaimer probabilmente sarebbe in vetta o comunque fra i primi posti, perché la miniserie scritta e diretta da Alfonso Cuaròn, è una di quelle che ti lascia uno strascico, che fa discutere, che magari divide e non convince in ogni singolo fotogramma, ma che risulta solida e ben messa in scena, ed in grado di creare nello spettatore la giusta tensione. Poi le interpretazioni di Cate Blanchett e Kevin Kline sono quell'ulteriore medaglia al valore che rendono Disclaimer una delle produzioni meglio riuscite del 2024.
La recensione.


Bad Sisters


Lasciatemi barare per favore, perché Bad Sisters è una delle dark comedy che più mi sono piaciute in quest'anno, nonostante la prima stagione sia arrivata nel 2022. Cinque sorelle molto diverse, l'omicidio del marito di una di loro che forse si meritava di essere liquidato, un agente assicurativo che non vuole ripagare la vedova perché la sua agenzia è in bancarotta. Questo è solo lo scheletro di una storia solida,  divertente, coinvolgente, con la giusta tensione, che sa raccontare una sorellanza forte e spesso condivisibile, e toccare punti drammatici in modo intenso ma non melò. E poi c'è un cast azzeccatissimo. Diciamo che sto venendo meno alle mie regole solo a metà: nel 2024 è uscita la seconda stagione di Bad Sisters e ne devo parlare quanto prima, ma si conferma una serie tv da recuperare.
La recensione.


Rivals


Godereccia, caciarona, intrigante, ironica, ben realizzata, è così che con pochi aggettivi descriverei Rivals, la serie tv su Disney+ che ho preferito nel corso del 2024. Un cast azzeccato, con David Tennant come giostraio, che ci accompagna a spiare dal buco della serratura dell'universo televisivo, e tutti i giochi di potere che si consumano nel dietro le quinte. Forse troppo sesso messo in scena in chiave a tratti grottesco, e che finisce per occupare lo spazio per altri approfondimenti psicologici, ma Rivals è una di quelle serie-ciliegina, dove ogni puntata in qualche modo tira l'altra. E per fortuna avremo anche una seconda stagione.
La recensione. 


Fatemi sapere le vostre serie tv di questo 2024.


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