Due belle Serie Tv da vedere su Paramount + (già rinnovate)

Ammetto che aver saputo del rinnovo da parte di Paramount+ per una seconda stagione, mi ha spinto a recuperare queste serie tv uscite nel corso del 2025. Erano titoli che mi incuriosivano già ma, rallentato dalla mole delle produzioni Netflix, avevo bisogno di sapere che fossero dei progetti più strutturati per lanciarmi. E alla fine mi hanno convinto.



Mobland 
Prima stagione


Dal 30 maggio al 18 Luglio di quest'anno su Paramount+ è arrivata la prima stagione di Mobland, scritta da Ronan Bennett (già padre di The Day of the Jackal) e prodotta da Guy Ritchie, due nomi che già settano più o meno il tono della serie.

Conosciamo infatti Conrad Harrigan (Pierce Brosnan), potente boss del mondo del narcotraffico, e sua moglie Maeve (Helen Mirren), i quali però sono sempre in contrasto col altre famiglie rivali, in particolare gli Stevenson che vogliono spodestarli nei traffici internazionali. Al loro fianco c'è Harry Da Souza (Tom Hardy) un problem solver spietato e meticoloso che cerca di far restare a galla gli Harrigan, visto che i loro figli e nipoti sono poco più che inetti. Il secondogenito di Conrad e Maeve, Kevin (Paddy Considine, House of The Dragon, Deep Cover) ad esempio non ha il polso per dirigere gli "affari di famiglia", ma sarà soprattutto suo figlio Eddie (Anson Boon), scapestrato, viziato e ribelle, a scatenare una vera guerra fra bande. 

Non mi serve proseguire con la trama di Mobland perché il concetto è chiaro: si tratta della tipica serie tv in stile Guy Ritchie con violenza, scazzottate, colpi di scena, tradimenti e lotte fra famiglie essenzialmente malavitose e mafiose. Potrei dire una versione meno ironica, più drammatica e sanguinolenta di The Gentlemen, che però funziona proprio perché spunta tutte le caselline delle qualità del suo genere specifico e si rivolge ad un pubblico di appassionati. 

Tutti coloro che invece non amano il contesto tracciato da Mobland potrebbero trovarla tutto sommato poco originale e non così eclatante, e non mi sentirei di dargli torto. 
Infatti questa serie tv Paramount+ non punta ad un intreccio narrativo rivoluzionario, ma sfama tutti coloro che vogliono tensione e quell'accumularsi di fuocherelli che poi portano alla deflagrazione. 
Un gioco ad incastri fatto di voltafaccia e lotte di potere che poi sfociano appunto in momenti di suspense.


Io ad esempio non sono un fan dell'ipermachismo di Guy Ritchie, né amo troppo la violenza sullo schermo ma questa prima stagione di Mobland mi ha intrattenuto esattamente come mi aspettavo, e soprattutto mi sono fatto coinvolgere dal cast perfetto.

Infatti il merito della riuscita di questa serie secondo me è in buona parte dovuto agli attori coinvolti. Sebbene siano a tratti quasi iperboliche, le caratterizzazioni sono precise e subito riconoscibili, senza bisogno di approfondire i singoli personaggi. In effetti Mobland non tenta nemmeno di raccontare delle dinamiche psicologiche sottili o una qualche evoluzione dei protagonisti: non si scava davvero a fondo, ma è come se ogni carattere trovasse la sua espansione nel corso dei 10 episodi.

L'accoppiata Brosnan/ Mirren - che mi ha fatto strano ritrovare in ruoli completamente diversi in Il Club dei Delitti del Giovedì - ad esempio è perfetta nell'oscillare fra una innata cattiveria e una buona dose di follia, esattamente come ci si aspetta dai "villain". Due attori comunque che hanno saputo fare della loro maturità un punto di forza nelle loro interpretazioni. 

Anche Tom Hardy è perfetto nei panni del freddo Harry, che però nel privato diventa quasi tenero, bilanciato anche dalla presenza di sua moglie Jan (interpretata da Joanne Froggatt, Downton Abbey) forse l'unica sana di testa fra tutti i personaggi.

Anche da un punto di vista tecnico/scenografico, l'impatto visivo è forte e curato.
Mobland non sarà quindi il capolavoro dell'anno, nel suo essere imprevedibile non è sempre sorprendente, però risponde direttamente ad una esigenza specifica e per questo va più che bene. La seconda stagione ha ancora molto da esplorare quindi la seguirò.



Matlock 
Prima stagione

Cambia del tutto il tono con Matlock, serie tv arrivata su Paramount+ dal 27 Luglio con protagonista una grande Kathy Bates.

Non è un sequel o un reboot della serie tv degli anni '80 con Andy Griffith, ma qui Madeline "Matty" Matlock (Bates appunto) è una adorabile avvocata di 75 anni che sembra voler tornare a svolgere il suo lavoro dopo decenni di assenza dalle aule di tribunale. Così Matty si intrufola nel grande studio legale Jacobson Moore attirando l'attenzione dell'ambiziosa avvocata Olympia (Skye P. Marshall) e del suo forse ex marito Julian (Jason Ritter), che è anche figlio del fondatore dello studio, Howard Markston (Beau Bridges).
Matty si dimostra subito esperta, attenta, volitiva, empatica ma soprattutto scaltra nell'usare la sua aria da docile nonnina a suo vantaggio. Tuttavia il suo percorso non sarà semplice, non solo perché deve risolvere casi su cui non sempre ha la giusta intuizione, ma perché nasconde un segreto. In realtà Matlock sta infatti cercando informazioni sulla morte di sua figlia, vittima della epidemia di oppioidi. 

Non credo di aver mai visto la serie tv originale, ma penso di poter dire con quasi certezza che la nuova Matlock sia completamente autonoma da un punto di vista narrativo. Si tratta di un legal drama procedurale abbastanza tradizionale, con i vari casi legali che nel corso degli episodi devono essere risolti, ma con una linea narrativa orizzontale che comunque continua a dare colpi di scena fino alla fine. 

Matlock ha sicuramente dei toni soft, anche quando si occupa di tematiche complesse come ingiustizie a più livelli o appunto dei problemi legati a droga e corruzione, ma la stessa protagonista è l'emblema di una questione più complessa. Matty/Madeline è infatti una donna in età matura che, almeno sulla carta, ha ancora necessità di lavorare, ma che per molti risulta invisibile proprio perché considerata anziana. Lei ne fa un'arma di attacco, sfruttando questa sua "trasparenza sociale", e la stessa Kathy Bates si mette in gioco con autoironia in questo ruolo che le calza come un guanto. L'attrice dice che si tratta dell'ultimo ruolo che intende interpretare prima di un possibile pensionamento, ma è comunque una parte che la sta facendo risaltare in un range ampio di sfumature.

Come anticipavo Matlock a volte ha quasi le sembianze di una dramedy, può essere anche molto leggera, qui e lì inserisce qualche storyline secondaria romantica, si parla spesso di amicizia e i dialoghi a volte sono leggeri.
Questo significa che se cercate un legal teso e denso, potrebbe non fare per voi, ma secondo me gli aspetti da tenere in considerazione sono altri.

Parliamo infatti di una prima stagione composta da 19 episodi, tutti con un buon ritmo, ma in effetti tocca ammettere che non siamo più abituati a serie tv così lunghe. Inoltre capita che Matlock richieda di mettere da parte un po' la razionalità, visto che la protagonista sembra sempre un passo avanti a tutti, quasi prevedesse ogni singola mossa dei suoi colleghi. A volte sembra che abbia degli strumenti che nemmeno una spia esperta saprebbe usare, ed è un po' troppo considerando che ha contro una schiera di avvocati rodati.


O ancora, nel corso di queste tante puntate, abbiamo a che fare con altrettanti casi legali, quindi si viene un po' coperti da nomi e situazioni che poi magari a fine episodio possiamo anche scordare. È vero che qualche personaggio ritorna, ma il focus resta su Madeline e i suoi colleghi dello studio.
Se poi cercate originalità ad ogni costo, anche in questo caso potete saltare: si tratta di un'altra serie tv che ha comunque una immagine, una direzione e quindi un'audience ben precisa.

Per il resto, per me, è stata un'ottima compagnia, con una attrice che ancora dimostra il suo talento, supportata comunque da un cast valido. Matlock è stata rinnovata per una seconda stagione e la seguirò con curiosità.

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