Downton Abbey - Il Gran Finale, è davvero un addio?

Mettiamoci in cerchio e respiriamo dolcemente perché potrebbe essere arrivato il finale definitivo di Downton Abbey.
Dopo due anni dall'uscita del secondo film, intitolato Una Nuova Era (ne avevo parlato qui), l'imponente progetto di Julian Fellowes prosegue con Downton Abbey: Il Gran Finale, che sembra voler concludere la saga dei Crawley. 
Ci saranno davvero riusciti nel migliore dei modi?




Titolo originale: Downton Abbey: The Grand Finale
Genere: drammatico
, commedia
Durata: 123 minuti
Regia: Simon Curtis
Uscita in Italia: 11 Settembre 2025 (cinema)
Paese di produzione: UK, USA

Abbiamo conosciuto Lord Grantham (Hugh Bonneville) e la sua famiglia in un momento storico e culturale importante come l'affondamento del Titanic, e da lì, nel corso dei decenni, ci siamo mossi con loro attraverso altrettanti fatti che hanno segnato gli inizi del '900, come la Prima Guerra Mondiale e adesso, Il Gran Finale ci porta negli anni '30.
Certo, sfavillanti ma non privi di ombre, anche per gli abitanti di Downton Abbey, le cui vite sono state segnate dal tempo e da tutti quegli accadimenti dell'epoca.

Così ritroviamo proprio i Crawley alle prese con la stagione londinese, fatta di eventi e spettacoli, ma qualcosa non va come deve. Lady Mary (Michelle Dockery), sempre più in vista come erede, deve attraversare un divorzio finito sui giornali e che la farà diventare una reietta agli occhi dell'aristocrazia inglese. 
Un contraccolpo che peserà anche su Robert e sulla sua decisione di lasciare lo scettro a qualcun altro.


Le finanze per il mantenimento di Downton non sono infatti esattamente floride, e sembra che i tentativi di Cora (Elizabeth McGovern) di sfruttare al meglio l'eredità lasciata da sua madre non siano andati a buon fine. Suo fratello Harold (Paul Giamatti) infatti non ha saputo superare il crollo della borsa del 1929, ed un nuovo socio lo sta aiutando.

Anche al piano di sotto però molte cose stanno cambiando, e ci sono un paio di passaggi di testimone: la signora Patmore (Lesley Nicol) e il signor Carson (Jim Carter) vanno entrambi in pensione, e al loro posto avanzano di carriera gli ormai esperti Daisy (Sophie McShera) e Andy (Michael Fox).

Downton Abbey quindi deve cercare nuovi equilibri per sopravvivere ad un'epoca sempre più caotica e veloce, mentre altre famiglie nobili, come dirà lo stesso Lord Grantham, stanno gettando la spugna sotto il peso di una borghesia che avanza e di nuovi modi di vivere il pubblico e il privato.
Ma è necessario fare un passo indietro, per poter fare dei passi avanti.


Nonostante gli anni che passano, tornare a Downton Abbey è come tornare a casa, in famiglia, nell'abbraccio caldo e accogliente di una persona a cui vogliamo bene. E Julian Fellowes non si è smentito in questo Gran Finale, che continua a mantenere alta la qualità che conosciamo, anzi se vogliamo è anche aumentata rispetto ai film precedenti.
Le scenografie interne ed esterne, i costumi, e le comparse sono tantissime, con la solita cura che gli amanti della serie tv ricorderanno.

Ma soprattutto Downton Abbey ha saputo preservare una sua coerenza, muovendosi in un naturale, logico sviluppo narrativo, con la spinta anche del maturare degli attori. Ognuno, chi più chi meno, ha infatti una evoluzione ed anzi c'è anche un assaggio del futuro, ma questa ricchezza è equilibrata.

Anche in Il Gran Finale permane infatti quella capacità di portarci in un'altra epoca ma con gentilezza, con delicatezza, con ironia e intelligenza.
Credo sia una qualità che poche produzioni così longeve possono vantare: non si è mai scesi a compromessi, nonostante sia ovvio che questo nuovo film altro non è che un (grosso) regalo per i tantissimi fan della saga. 


Fa gioco, in questo senso, anche una grossa operazione nostalgia, unita alla volontà di fare un omaggio a colei che è stata per anni la colonna portante di Downton Abbey, Dame Maggie Smith venuta a mancare l'anno scorso. La sua assenza si è sentita, ma hanno saputo omaggiare Lady Violet in modo secondo me perfetto.

Quindi sì, sono arrivato al finale di questo terzo film col magone e gli occhi lucidi perché la sensazione è quella di voltare pagina, ma anche di un cerotto che deve essere strappato. 
È vero che per la natura stessa del progetto ci sono sempre stati dei margini affinché tutto proseguisse, specie sotto la spinta di quel fanbase nutrito e appassionato.
Ma per quanto vorrei che continuasse, razionalmente mi rendo conto che, come qualunque produzione televisiva o cinematografica, anche Downton Abbey non può durare per sempre, perché può succedere che le strade da percorrere si restringano e restino quelle meno interessanti.


Si parla di un possibile sequel dedicato a Lady Mary e soprattutto a suo figlio George quando sarà cresciuto, ma anche di un prequel sulla giovinezza di Lady Violet.
Questi sarebbero già progetti più polposi, ma la trilogia di film ha secondo me raggiunto il suo compimento. E poi c'è sempre The Gilded Age, che invece ha ancora molto da dare.

Downton Abbey Il Gran Finale mi è sembrato proprio il commiato perfetto, il migliore che potessero darci, dolce e nostalgico, ma necessario, riuscendo ad includere tutto quello che mi aspettavo, fra passato e presente. 
Non resta quindi che ringraziare Julian Fellowes e augurare lunga vita ai Crawley. 


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