Frankenstein di Guillermo del Toro non è un capolavoro ma vale la pena vederlo

Sono bastate poche foto online a smuovere la mia curiosità verso il nuovo Frankenstein di Guillermo del Toro, e non ho perso tempo a vederlo appena è arrivato su Netflix.


Genere: drammatico, horror, fantascienza
Durata: 149 minuti
Regia: Guillermo del Toro
Uscita in Italia: 7 Novembre 2025 (Netflix)
Paese di produzione: Messico, USA, Canada, Regno Unito

Sono fra quelli che, da La forma dell'acqua, a Pinocchio, passando per il forse meno d'impatto ma comunque riuscito La fiera delle illusioni, non si sono persi gli ultimi film del regista e anzi li hanno pure apprezzati. 
È vero che con Frankenstein ci avrebbe proposto inevitabilmente una storia che ormai è stata utilizzata tantissimo, anche solo per riferimenti e spunti, ma la prospettiva di del Toro mi interessava.

Sin da subito era chiara l'intenzione del regista di dare nuova vita al romanzo di Mary Shelley, ma senza ovviamente creare un'altra storia. Il nuovo film infatti sin da subito ci mostra l'intento di sfruttare più punti di vista, ma per ovvie ragioni cinematografiche del Toro ne sceglie solo due.
Si parte con il racconto di Victor Frankenstein (Oscar Isaac, Scene da un matrimonio), su una nave bloccata fra i ghiacci dell'Artico, che si trova a dover spiegare al capitano Anderson la sua storia e chi sia quella strana Creatura che ha attaccato la nave.


Così Victor ricorda la sua infanzia difficile, fra gli agi certo, ma con suo padre Leopold (interpretato da Charles Dance, The day of the Jackal) severissimo, che fin da giovane cercò di inculcargli tutto lo scibile in campo medico. Le cose precipiteranno con la morte della madre di Victor, che perse la vita per mettere al mondo suo fratello William (Felix Kammerer), che finirà per essere il preferito del padre.
Una infanzia che segnerà Victor, inevitabilmente attratto verso un ramo della scienza complesso e oscuro come ridare la vita ai morti. Una volta adulto, contro tutta la comunità scientifica, il dottor Frankenstein riuscirà a proseguire le sue ricerche grazie anche all'incontro con il ricco mercante d'armi Henrich Harlander (Christoph Waltz, Only Murders in the Building). E i suoi esperimenti lo porteranno a dare (di nuovo) alla luce la sua prima Creatura.
Eppure questo nuova, incredibile scoperta, sarà per Victor l'inizio della fine, in un turbine di frustrazione, dolore e follia.

La Creatura (Jacob Elordie, La strada stretta verso il profondo Nord) infatti, sebbene quasi perfetta per forza e resistenza da un punto di vista fisico, non sembra sin da subito dotata dell'intelletto che il suo creatore sperava. A nulla serviranno i rimproveri di Elizabeth (Mia Goth), qui promessa sposa di William, che inviterà il dr. Frankenstein ad una maggiore empatia e delicatezza. Victor si incaponirà al punto che, convinto di non poter far più nulla, tenterà di porre fine alla vita del suo esperimento.
Così si apre il racconto della Creatura, della sua fuga da un luogo che doveva essere casa ed invece era diventata solo un piccolo mondo fatto di paura e rabbia, con un "padre" incapace di aiutarlo, comprenderlo come avrebbe dovuto. Eppure, nonostante tutto, lungo il suo cammino, la creatura riuscirà a trovare un rifugio in quella valle di solitudine, capendo che nel mondo ci può essere anche amore. 

È qui che il Frankenstein di Guillermo del Toro, nonostante le aggiunte e le modifiche all'opera originale, riesce a trovare una sua strada narrativa senza distaccarsi troppo dai temi che hanno sempre fondato questa storia.

Il regista infatti fa diventare Frankenstein la storia di un trauma generazionale che non viene spezzato, e sottolinea come la parte "mostruosa" della creatura è solo il frutto di abbandono, risentimento, della negazione del riconoscimento e dell'accudimento da parte di una figura paterna distorta. Così ci si ritrova con molti più livelli di umanità: da Victor che è figlio di un fallimento genitoriale, alla creatura che deve ereditare anche la solitudine del "padre".

Tutta questa catena di metafore viene raccontata attraverso un film drammatico e gotico che sembra quasi una fiaba, visivamente è ricchissimo, appagante, curato e imponente. Mi è piaciuto tutto quello che riguarda l'impianto tecnico, dai costumi alle scenografie passando per le musiche, che è pieno di simbolismo.
E anche gli attori sono tutti molto convincenti, soprattutto Jacob Elordi che riesce a bilanciare imponenza fisica a vulnerabilità nonostante strati e strati di protesi.

Ma allora perché Frankenstein per me non è un capolavoro?
Di base, in estrema sintesi, direi per la durata, che però a cascata implica diverse cose. Il ritmo infatti non è costante, e non tutte le parti di questo doppio racconto sembrano avere una importanza tale da giustificare un minutaggio così lungo. In questo sbilanciamento di porzioni della storia si perdono secondo me alcune dinamiche sottili, che vengono accennate o date per scontato. Penso ad esempio al legame fra Elizabeth e la creatura, che sembra basato su poco o niente e non ha tempo di maturare, anzi il loro primo incontro direi che non ha proprio pathos. 
Ma è soprattutto il finale, o meglio il terzo atto, che secondo me crolla nel ritmo.

Anche le variazioni proposte da Guillermo del Toro, a mente fredda, non mi sono risultate tutte convincenti, specie nel suo altro protagonista: Victor Frankenstein. Il rapporto con un padre anaffettivo può essere interessante, per quanto non generalmente originale, ma spinge a pensare che lo scienziato si muova più per una quasi tardiva ricerca di approvazione, e non per la sua estrema voglia di "giocare a fare dio" e le altrettante assurde conseguenze che ne derivano.

Nell'ottica fiabesca, questo Frankenstein finisce per sfumare o semplificare certi aspetti, o cade in abbellimenti non necessari, come appunto la creatura, che per quanto composta da cadaveri, ha una sorta di appeal estetico (alto, muscoloso, mascella definita) che lo rende poco mostruoso, oltre a dei poteri soprannaturali che potrebbero stonare. E perché non usi questa forza incontrollata per spezzare le catene della sua prigionia resta una incognita fino alla fine. 

Parlavo sopra di quanto tecnicamente questo Frankenstein sia bello e non lo rinnego, ma ci sono alcune scene in cui la grafica al computer è così palese da disturbare. Inoltre alcune sequenze hanno una allure estetica derivativa, quasi come se fossero state ispirate ad altri film.

Frankenstein di Guillermo del Toro secondo me mostra tutta la voglia del regista di dire la sua su questa storia, se ne sente il legame e riesce a mantenere quell'aura di dramma malinconico che ci si aspetta da un adattamento di Mary Shelley.
Per fortuna non manca l'emotività e l'intensità che mi aspettavo, anche se segue tutte le onde di quei momenti non sempre necessari. 
È per questo che c'erano dei passi da fare per arrivare ad un vero e proprio capolavoro. 

Un siero alla Vitamina C che funziona (e costa pochissimo)

Se siete alla ricerca di un siero viso a base di vitamina C pura, che non costi poi un rene, forse questa recensione del JUST Vitamin C 20% di Revox B77 potrebbe interessarvi.

Recensione Revox B77 Vitamin C


INFO BOX
🔎 revoxb77.comDouglas, Amazon, Online
💸 €6.49
🏋30ml
🗺 Made in EU
⏳ 12Mesi
🔬 Cruelty Free, Vegan


Revox è ormai uno di quei marchi che è entrato in pianta stabile nella mia routine sia per il viso ma anche per i capelli, e che sto continuando ad esplorare molto volentieri. La linea Just poi dà sempre molta soddisfazione: prezzi piccoli, ma formulazioni mirate e non troppo spoglie, rivolte a scopi specifici.
Il Vitamin C 20% Serum è appunto un siero a base di vitamina C, ma Revox ha scelto la sua forma più pura, l'acido ascorbico, che gli studi ritengono essere la più efficace per contrastare macchie e discromie, stimolare la produzione di collagene, e per proteggere dai danni ossidativi, ma sappiamo essere anche quella più delicata e propensa a creare irritazioni, se usata ad alte percentuali.
La stessa Revox dice di non esporre il prodotto a luce diretta o fonti di calore, ma per il resto non sono necessarie altre precauzioni con questo prodotto.

Si presenta come un siero acquoso, decisamente liquido, che si sente sulla pelle, ma non contenendo oli risulta tutto sommato leggero. 

Se conoscete i prodotti con acido ascorbico ad alte percentuali, saprete che, per una serie di ragioni formulative in generale, può avere un leggero feeling appiccicoso nei primi momenti dopo l'applicazione, come in questo Vitamin C Serum. Bastano però pochi istanti affinché questa sensazione passi e soprattutto non rende impegnativo applicare altri prodotti sopra questo siero. 

Quindi lo trovo in prima battuta piacevolmente idratante, ma semplice anche da stratificare se ci serve maggiore nutrimento dalla nostra skincare, come nel mio caso nel periodo più freddo. Credo che in generale le pelli da miste a secche possano utilizzarlo senza alcun problema.

Si può utilizzare sia al mattino che la sera, ed infatti l'ho fatto agire in sinergia a prodotti differenti, sempre senza intoppi di sorta, sia pratici che di sensazione sulla pelle. Non ha inoltre profumo, ad eccezione dell'odore che hanno gli ingredienti, quindi si sposa un po' con tutto.
Ad aggiungere idratazione ci pensa anche l'estratto di aloe, che è addolcente sulla pelle, e l'estratto di tè verde, che supporta sia l'aspetto lenitivo che quello antiossidante che questo siero Just Revox B77 vuole promuovere. 

Revox Vitamin C Serum 20%

Il Vitamin C 20% Serum è la formula più potente che offre Revox B77 (c'è anche la Suspension al 2% per i principianti) ma, nonostante non usassi acido ascorbico a queste percentuali, non ho avvertito alcun fastidio anche in aree più sensibili come il collo. Su di me non ha creato pizzicore, calore o irritazioni, infatti è diventato sin da subito parte della mia skincare quotidiana e l'ho potuto usare costantemente. Secondo me, se la sua concentrazione vi spaventa, può essere interessante non solo utilizzare il Vitamin C 20% Serum a giorni alterni, ma anche aggiungerne un paio di gocce alla crema viso abituale così da potenziarla ma evitarvi reazioni indesiderate.
Non mi soffermo sulle precauzioni ovvie, come l'uso di acido ascorbico ad alte percentuali insieme ad attivi altrettanto concentrati e potenzialmente irritanti.

Nel lungo periodo con questo siero Revox ho davvero riscontrato un miglioramento sia in generale di luminosità della pelle, quindi un colorito più omogeneo, ma anche le macchie post brufolo tendono a sparire molto più rapidamente.


Come anticipavo su, l'acido ascorbico può ossidarsi facilmente a contatto con aria o luce, ed in effetti credo che un contagocce non sia il packaging più indicato per questa formulazione. Ma questo di Revox vi è sembrato un siero alla vitamina C abbastanza stabile, sebbene sia un prodotto che va usato fresco. L'azienda stessa ad esempio suggerisce di usarlo in circa due mesi dall'apertura, per sfruttarne meglio le proprietà. Il mio flacone ad esempio ha cambiato leggermente colore dopo essere stato aperto diverso tempo, ma non ha ancora quella tonalità ruggine che indica appunto un prodotto completamente ossidato e inutilizzabile.
Diciamo che, visto il costo, disturba sicuramente meno questa limitazione data dalla natura stessa dell'attivo contenuto. 
Quindi credo che l'azienda abbia davvero creato un siero antiossidante trasversale da usare d'estate per una azione protettiva dai radicali liberi, o d'inverno per evitare che l'incarnato ingrigisca e con un prezzo alla portata di tutti.


Lo avete provato?



💖alcuni link sono affiliati, per te non cambia nulla, ma puoi usarli per sostenere le mie recensioni. Grazie!

Only Murders in the Building 5, un comfort show in leggera discesa

Dal 9 settembre al 28 Ottobre sono arrivati su Disney + i nuovi, dieci episodi che compongono la quinta stagione di Only Murders in the Building, che lentamente ma con costanza si è guadagnata secondo me lo status di piccolo cult. 

Quella che doveva essere una comedy con lo sfondo di un giallo, ha infatti creato un microcosmo a cui tanti (incluso il sottoscritto, lo ammetto) si sono affezionati, e che è diventata una vetrina da cui tanti attori desiderano passare.

Questa quinta stagione ci riporta all'Arconia, dopo il salto nel mondo del cinema della quarta, perché sembra che Lester (Teddy Coluca), il portiere del condominio, sia stato assassinato misteriosamente. Ovviamente Charles, Oliver e Mabel si metteranno subito all'opera per scoprire l'assassino ma con difficoltà perché la moglie di Lester, Lorraine (Dianne Wiest, I Care A Lot), non conosce chi potesse odiare il marito.
Nel frattempo i podcaster verranno contattati da Sofia Caccimelio (Téa Leoni) perché suo marito Nicky (Bobby CannavaleThe Watcher) è scomparso. Peccato però che i Caccimelio siano legati alla mafia. 

Come sempre l'Arconia nasconde tanti segreti, e Only Murders in The Building 5 usa la sua ricetta ormai tradizionale per mischiare le indagini dei crimini alla commedia. Questa stagione per certi versi è stata esattamente come me l'aspettavo e come la serie ci ha abituati. Permane infatti quel senso di "comfort show", di torpore per una storia che, per quanto nuova, sappiamo che come ci terrà compagnia e che nasce soprattutto per intrattenerci. 

I volti di Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez sono ormai diventati familiari come se fossero nostri vicini di casa, le loro battute e il loro affiatamento sono fra gli ingredienti principali di Only Murders in the Building.
La struttura è insomma sempre quella, ad aggiungere la novità ci pensano invece colpi di scena più o meno riusciti, e tanti camei di celebrità più o meno note come Renée Zellweger, Christoph Waltz, Beanie Feldstein e Logan Lerman, in ruoli che non vi rivelo se non avete visto la stagione.

Continua poi un supporto tecnico appagante, come l'ottima regia, il montaggio, la colonna sonora, che sono stati tutti elementi distintivi e di valore pe la serie.
Tuttavia credo che rispetto alla solidità della quarta stagione, qui ci sia stato un piccolo passo indietro.

A me ad esempio è sembrata una stagione che non ha saputo trovare il suo equilibrio. Per i protagonisti principali è sicuramente un periodo di passaggio, ma mi è mancato qualche momento più tenero e riflessivo fra di loro. Allo stesso modo, il mistero da risolvere mi è sembrato più annacquato e in generale meno convincente e appassionante rispetto alle storie del passato.

I nuovi, tanti personaggi introdotti secondo me non sono stati molto decisivi: è vero che ci danno modo di pensare anche ad argomenti più seri, come la tecnologia che rimpiazza l'uomo, ma diciamo che narrativamente non stravolgono le carte al tavolo da gioco (battuta voluta). Inoltre creano anche un po' di confusione spesso inutile.
Nel corso degli episodi mi è sembrato inoltre che questa stagione richiedesse una maggiore sospensione dell'incredulità, sempre per spingere su una comicità non sempre efficace. 

Questo non significa che abbia trovato Only Murders in the Building 5 una brutta stagione, ma mi è mancato qualcosa, mi è sembrata meno appassionante, quel senso di torpore si è un po' raffreddato.
È normale per una serie tv che diventa più longeva (specie per gli standard di oggi) perdere un po' di brillantezza, e in questo caso la sua struttura la obbliga ad una certa ripetitività. 
Sono stato infatti contento di leggere che Only Murders in The Building è stata rinnovata per una sesta stagione, ma apprezzo ancora di più il fatto che dovrebbe essere ambientata a Londra, perché serve più aria nuova. Spero che i nuovi episodi però siano più orientati ad appagare lo spettatore e meno a fare appunto da vetrina al cast.


TOCOBO Eye Gel: il contorno occhi al collagene contro rughe e secchezza

Fa parte della mia skincare routine da parecchio tempo ed ho voluto aspettare un po' prima di parlarne perché volevo capire bene il prodotto. È la Collagen Brightening Eye Gel Cream di Tocobo, brand coreano che avevo già messo alla prova questa estate.

Tocobo Collagen Eye Gel Recensioni


INFO BOX
🔎 Yesstyle (codice sconto PIER10YESTYL), Amazon, Stylevana
💸 €10
🏋 30ml
🗺 Made in Corea 
⏳ 12 Mesi
🔬 Vegan

La verità è che questo gel occhi ha una formulazione molto articolata e in prima battuta lo avevo considerato come un semplice prodotto idratante e lenitivo, ma studiando un po' ho capito potesse essere un vero e proprio trattamento.

Il Collagen Brightening Eye Gel di Tocobo, che mi rifiuto di chiamare "cream" perché non ci azzecca, è appunto un gel arricchito con l'81% di acqua di lavanda, lenitiva e rinfrescante e che contribuisce a dare un odore floreale al prodotto, lo 0,1% di pantenolo e lo 0,1% di collagene di origine vegetale. Ma ha anche una cascata di umettanti come acido ialuronico e alcuni suoi derivati, glicerina e betaine.

Nell'INCI c'è anche una miscela di estratti vegetali che agiscono in modo differente sulla pelle: sostanze anti infiammatorie, come ad esempio la curcuma, il tulsi e il neem, e attivi antiossidanti come gardenia e viola tricolor. Non guasta poi la presenza di olio di macadamia, sicuramente in parti minuscole, ma per dare un tocco nutriente al prodotto. 

Non mancano poi ingredienti noti nella cosmesi coreana, come la niacinamide e l'adenosina, che si occupano in senso ampio della salute della pelle, del suo aspetto e della produzione di collagene.
Mi ha sorpreso però che Tocobo abbia inserito in questo gel illuminante anche il retinolo, un po' nascosto nell'INCI. Anche qui credo si tratti di piccolissime percentuali, ma dà secondo me un altro senso al prodotto.

Nell'ottica di un gel che deve illuminare nella formulazione è presente anche mica e pigmenti, ma è praticamente trasparente e queste pagliuzze sono invisibili una volta steso il prodotto.

Il Collagen Brightening Eye Gel nasce appunto per idratare e rinfrescare lo sguardo spento, ma ha un approccio diverso: infatti dona freschezza ma ha più una azione lenitiva e addolcente, che in effetti migliora quasi subito eventuali discromie e rossori del contorno occhi.
Questo fa pensare ad un prodotto per il giorno, ma la presenza di retinolo mi ha fatto cambiare idea indirizzando il Brightening Eye Gel Tocobo nella routine serale e soprattutto con la stagione fredda. 
La concentrazione che immagino sia davvero bassissima, lo rende il prodotto ideale per trattare una zona delicata come il contorno occhi, ma come dice l'azienda, si può applicare anche sulle rughe del contorno labbra.
Proprio aver approfondito le informazioni su questo prodotto mi ha fatto cambiare idea su quello che avrei dovuto aspettarmi.


Sul contorno occhi come dicevo è un trattamento gradevole e leggero: si assorbe subito sulla pelle, risultando fresco e lenitivo. Migliora leggermente anche le occhiaie, ma come dicevo agisce più che altro su rossori e irritazioni. Crea poi un bell'effetto tonificante, ma non dà quella sensazione di pelle che tira proprio perché idrata bene e a fondo. Pur essendo un gel, non ho notato pellicole né bricioline, e si può stratificare insieme ad altri prodotti senza problemi. Per me ad esempio è a tutti gli effetti un siero idratante che faccio seguire da una crema più nutriente e corposa. 
Credo che sia insomma un prodotto adatto un po' a tutti i tipi di pelle, che trova facilmente una sua collocazione.

Il Collagen Brightening Eye Gel Tocobo è diventato però un trattamento all over, perché la confezione è pari a quella di un siero viso, che aggiungo anche su altre zone che voglio migliorare della mia pelle: rughe naso labiali, della fronte e del collo. Il mio obiettivo è stato proprio sfruttare il retinolo che contiene, per stratificarlo insieme ad altri prodotti con retinoidi. Avendo una pelle ormai abituata alla vitamina A, ed usando comunque sieri delicati, è stato un extra che ho aggiunto volentieri. Di per sé però è un ottimo entry level per abituare la pelle a questo ingrediente, anche se sarebbe stato utile se Tocobo avesse dichiarato le sue percentuali.

Secondo me quindi, sia da solo che insieme ad una routine collaudata, questo gel occhi TOCOBO merita una chance. Voi l'avete provato?





💖alcuni link sono affiliati, per te non cambia nulla, ma puoi usarli per sostenere le mie recensioni. Grazie!


Avevo grandi aspettative per Eddington di Ari Aster… ma purtroppo non ci siamo

Sono quasi certo che Eddington sia il primo film di Ari Aster che ho scelto scientemente di vedere. Fino a qualche giorno fa infatti la mia curiosità non aveva mai vinto la perplessità che il suo stile potesse non piacermi, e temevo di non comprenderlo. Poi, quando ho letto che questo suo ultimo lavoro era stato definito un neo-western satirico, e dopo aver visto il cast, mi sembrava il momento di colmare questa lacuna.


Genere: satira, drammatico, western, horror
Durata: 148 minuti
Regia: Ari Aster
Uscita in Italia: 17 Ottobre 2025 (cinema)
Paese di produzione: USA, Finlandia

Eddington è appunto la (immaginaria) cittadina del New Messico che fa da sfondo ad una lotta intestina, ma non solo. Siamo a Maggio del 2020 e l'epidemia di Covid-19, con tutte le misure di contenimento, scatena diverse fazioni come ben sappiamo. Da un lato c'è il sindaco Ted Garcia (Pedro Pascal), che si è ricandidato per un nuovo mandato, e dall'altro c'è lo sceriffo di Eddington, l'asmatico Joe Cross (Joaquin Phoenix) che non riesce a tener su la mascherina. Fra i due non corre buon sangue per vecchi rancori e dicerie, ma la pandemia butta benzina sul fuoco. Così Joe decide di candidarsi anche lui a sindaco, ma, finendo spesso deriso e ridicolizzato, inizia a tirare colpi bassi al suo avversario che lentamente lo portano ad un crescente delirio, ma anche intorno a lui le cose andranno sempre peggio.

Eddington è un film che forse mi avrebbe potuto convincere di più fra qualche anno, quando l'ombra del Covid, della pandemia e di tutto il delirio di soli cinque anni fa sarebbe diventata solo un alone sfocato. Ari Aster, che qui è anche sceneggiatore, cerca forse di bruciare i tempi magari in lungimiranza, ma con un film che ho trovato stancante. 

Eddington infatti vuol essere molte cose: fare satira politica, socio-culturale, un western cupo, che diventa un thriller sanguinolento, un dramma più o meno personale. E in questa miscellanea di generi vengono buttati in mezzo tantissimi altri temi più o meno contemporanei, come appunto la pandemia, le fake news sui social, le teorie del complotto per qualunque argomento sia polarizzante, il cambiamento climatico, l'attivismo performativo, la corruzione delle istituzioni e delle forze dell'ordine, il movimento Black Lives Matter, e la diffusione incontrollata delle armi negli Stati Uniti.
È vero che Eddington non fa sconti a nessuna fazione politica, ma tocca ammettere che già così è tanta roba da coprire anche per un film che supera le due ore.

Ari Aster infatti non sceglie una sola strada da seguire, magari prendendola diversamente da quanto hanno fatto gli altri, ne va a cercare una verità differente ma vuole tutto e subito e il risultato è un po' caotico. Inoltre sembra quasi cieco rispetto al fatto che si tratta di argomenti che sono ancora un po' troppo inflazionati e sentiti per risultare nuovi.

A me, nonostante non ci azzecchi nulla come genere, Eddington mi ha portato alla mente il film Netflix Brick: entrambi infatti sfruttano una storyline e generi diversi, per piazzare a più non posso tematiche sociali e trasmettere un messaggio.
Purtroppo però qui si perde di fluidità, ma soprattutto di spontaneità: sembra che Aster si sia proprio messo a tavolino e cercato di spuntare quante più caselle possibile. E non lo fa in modo sottile e brillante, ma anzi è spesso ripetitivo. 

Anche la gestione dei tempi non è ottimale, partendo da un inizio verboso che può annoiare, per poi finire in questa baraonda sanguinolenta che la metà era più che sufficiente. 

Non aspettatevi inoltre che aderisca perfettamente a tutti generi che ho citato: di western, a parte un cappello a tesa larga, non c'è moltissimo, così come le scene finali possono essere considerate un horror blando.

È un peccato perché già con un solo film, Ari Aster mi è sembrato un regista valido, e uno sceneggiatore che riesce a creare contenuti di valore e che tra l'altro aveva a disposizione un cast interessante. Purtroppo però, se Joaquin Phoenix porta avanti il film, nomi come Pedro Pascal, Emma Stone, Luke Grimes e Austin Butler finiscono ridotti a parti senza sfaccettature o profondità. 

L'assenza più grave in tutto questo è l'emotività: Eddington dovrebbe essere un pugno nello stomaco, lasciando attonito, o magari giustamente turbato lo spettatore, ma a me non è arrivato. Toccando dinamiche ancora oggi così utilizzate dai media, sui social, ma anche semplicemente nei discorsi quotidiani, è come se ci fossimo in parte anestetizzati o preparati, finendo per perdere quell'effetto shock che forse il film avrebbe voluto avere.

Tristemente la realtà supera la (non) immaginazione di Eddington, e questo è forse il più grande difetto di questo film.




Questi prodotti mi sono piaciuti (e sono economici) ma dobbiamo parlarne!

Le mie routine sono ricche di prodotti di cui vorrei parlarvi, e questa volta porto anche buone notizie per quanto riguarda il quadro generale delle mie opinioni, ma devo andare più in dettaglio per capire meglio a chi possono essere adatti.


Balea Doccia Crema Delicata


INFO BOX
🔎 dm-drogeriemarkt.it, catene DM
💸 €1.19
🏋 300ml
🗺 Germania
⏳  12 Mesi
🔬 Vegan

Sto via terminando i prodotti che presi col mio ordine sul sito DM, e non so se ne farò altri nel prossimo futuro, e fra questi c'era anche il Doccia Schiuma Cremoso di Balea che avevo preso proprio da usare durante la stagione fredda. A dire il vero mi ero convinto si trattasse di un prodotto per pelli sensibili, ed invece nasce come un docciaschiuma idratante, composto dal 96% di ingredienti di origine naturale e caratterizzato da quello che Balea chiama "Micro Balm Tecnologie". 

In effetti la sua consistenza si presenta come quei detergenti più vicini ad una crema che ad gel, ed è arricchito con diverse sostanze idratanti. Troviamo infatti l'acido lattico per le sue proprietà esfolianti ma anche idratanti, che si unisce ad umettanti come la glicerina, qui presente in diverse forme, e anche altre sostanze benefiche per la pelle. C'è ad esempio il tocoferolo, ma anche proteine idrolizzate del riso che idratano e addolciscono.

Il docciaschiuma cremoso Balea ha anche una profumazione gradevole, che ricorda vagamente un sapone e che ha la giusta intensità. Nonostante la consistenza, è un detergente che crea una schiuma più che sufficiente e che rende il momento della doccia gradevole. È però facile e veloce da risciacquare, quindi comodo e pratico.

Questo prodotto Balea per me è promosso perché svolge egregiamente la sua funzione, pulendo la pelle, ma lasciandola abbastanza morbida ed elastica. Credo sia adatto un po' a tutti i tipi di cute, ma sono certo ci siano prodotti ancora più emollienti ed idratanti, o comunque con attivi più specifici in caso di particolari esigenze. Su di me ad esempio non ha reso il passaggio della crema corpo fondamentale ma nemmeno completamente evitabile, specie nel lungo periodo. 
La Docciacrema Balea è quindi un prodotto delicato che riacquisterei se avessi la possibilità e che ho quasi terminato senza problemi nell'uso costante.



Splend'Or Balsamo Capelli Spray Cocco Soft Touch


INFO BOX
🔎 Grande distribuzione
💸 €2,50
🏋 200ml
🗺 Italia
⏳  12 Mesi
🔬 Vegan

È da diverso tempo con me questo Balsamo Spray di Splend'Or, brand che è appunto noto per il suo famoso balsamo al cocco ma che nel tempo ha espanso molto la sua linea di prodotti, creandone sempre di più mirati ad esigenze specifiche. Tornando al Balsamo Spray al Cocco, si tratta di un prodotto senza risciacquo, da applicare sui capelli umidi e tamponati dopo lo shampoo, e da appunto distribuire con qualche spruzzo.
Promette quindi di districare, ammorbidire e profumare i capelli in modo semplice e veloce, adatto anche in situazioni meno "comode" come al mare, in palestra o in viaggio.

La sua formulazione contiene il 95% di ingredienti di origine naturale, e questo Balsamo Splend'Or è arricchito con olio ed estratto di cocco, ma anche quelli di avena, cotone e vaniglia. 
Si tratta proprio di un prodotto liquidissimo, e che ha il tipico profumo di cocco della linea, una fragranza abbastanza intensa e persistente ma anche vagamente chimica.

Ho usato questo Balsamo Spray Soft Touch con la pretesa che potesse bastare ai miei capelli difficili in quanto appunto non necessita di risciacquo. In verità ho però trovato un prodotto molto leggero, come promette Splend'Or, che non appesantisce né sporca anticipatamente i capelli, e che ha in effetti una buona azione districante. La pecca è però che questo balsamo non riesce a condizionare particolarmente un capello come il mio, che è spesso, a volte crespo, secco per natura. Infatti, pur giocando con le quantità, il balsamo spray non mi rende i capelli particolarmente lucidi o facili da mettere in piega ma risulta solo appena sufficiente a spuntare tutte le caselline delle mie necessità.


Ha però trovato una sua collocazione come fluido idratante da usare dopo un balsamo a risciacquo, specie con quei prodotti che non hanno su di me un'alta performance (io ad esempio l'ho usato in combo a questo Cien), ma ovviamente sempre prima dello styling. 
Così il Balsamo Spray Splend'Or riesce a darmi una maggiore morbidezza, a condizionare e lucidare meglio i miei capelli, sempre senza appesantire. Con questo metodo inoltre non devo applicare più prodotto, che per me è un plus. Vorrei provare altri nuovi prodotti Splend'Or.




INFO BOX
🔎 Grande distribuzione, Amazon, Douglas
💸 €3,50
🏋 10ml
🗺 Italia
⏳  9 Mesi
🔬 Vegan

Da un po' di tempo ero alla ricerca di un prodotto per il contouring in crema da aggiungere alla mia routine make-up (che è più o meno questa) per creare maggiore dimensione al viso, camuffare qualche difetto e accentuare i punti di forza. Su Instagram stava andando molto questo Baby Got Bronze di Essence e quindi ho deciso di dargli una chance. Declinato in 3/5 tonalità a seconda di dove lo acquistate, si tratta di un bronzer in crema in teoria volto a creare un effetto baciati dal sole, ma a questo ora ci arriviamo.

Purtroppo sulla confezione di questo Liquid Bronzer non c'è l'INCI ma l'ho recuperato sul web notando anche alcune sostanze interessanti come aloe, acido ialuronico e tocoferolo. Per carità non sarà un prodotto curativo ma non guastano.


Sebbene nasca come una terra in crema, questo prodotto Essence in realtà è più versatile di quanto sembri. La tonalità 10 Sweet Shadows infatti come dice il nome stesso, è il classico marrone freddo e abbastanza chiaro che si adatta perfettamente per creare appunto un contouring del viso. Il suo finish è naturale, né troppo matt né luminoso, e non contiene glitter o pagliuzze. 
La consistenza è appunto cremosa fluida, molto facile da stendere, dosare e sfumare, volendo anche solo con le dita, sebbene io preferisca utilizzare un pennello per una applicazione più mirata. 

Il Baby Got Bronze Essence è dotato di questa spugnetta che però non amo molto, non solo perché diventa un ricettacolo di batteri, ma anche perché non è utilizzabile per sfumare il prodotto. Questa però l'unica nota stonata di questo bronzer.
Come dicevo infatti la colorazione è perfetta per le mie tonalità naturali, ed è molto modulabile, riuscendo a creare quelle ombre naturali che voglio. Non fatevi spaventare dallo swatch carico che ho fatto perché è solo per darvi vedere bene la nuance, ma basta davvero poco prodotto, specie per un look naturale.

Come dicevo, si sfuma con molta facilità ed in modo omogeneo senza creare macchie o accumuli di prodotto, e si possono correggere eventuali errori di posizionamento, ma si setta anche abbastanza facilmente, quindi non si può cincischiare troppo una volta applicato il prodotto. 

Questo Bronzer Liquido Essence mi è piaciuto molto non solo perché è semplicissimo da usare, ma anche perché ha un'ottima durata anche senza essere settato con delle polveri. Dopo diverse ore è ancora lì senza però appunto aver fatto pasticci, senza magari essersi separato. Inoltre si riesce a creare un look omogeneo con altri prodotti senza che ad esempio questo liquid bronzer faccia sollevare blush o correttore.

È secondo me ideale quindi sia che abbiate già parecchia dimestichezza con il make up, sia che come me vogliate sperimentare ma non siete sicuri che il contouring possa diventare parte della vostra routine. Di questa linea Essence ci sono anche i blush che mi attirano parecchio.



WeightWorld Collagene Marino con Vitamina C
Integratore di Peptidi di Collagene


INFO BOX
🔎 Amazon, Sito dell'azienda
💸 €21
🏋 180 capsule
🗺 Gran Bretagna
⏳  scadenza sulla confezione
🔬 //

Concludo questa carrellata di prodotti con quello che costa di più, ma comunque in linea con la sua categoria. Si tratta di un integratore di WeightWorld, brand inglese che ho già utilizzato in passato e che fa parte ampiamente della mia routine con diversi prodotti. Fra questi c'è stato anche questo integratore di Collagene Marino arricchito con Vitamina C.
Mi aveva attirato proprio perché contiene peptidi di collagene marino idrolizzato di tipo I e II, e quindi nella forma che è più biodisponibile per il nostro organismo. Per dirla semplice, è più probabile che superi la digestione e venga davvero utilizzato dal nostro corpo dove serve.
La presenza di vitamina C è un plus perché questa contribuisce a stimolare la naturale produzione del collagene, quindi funge da doppio supporto.

Questo integratore WeighWorld è facile da assumere: vanno prese tre capsule ogni sera un'ora dopo cena. È vero, non è sempre comodo perché a volte siamo fuori casa, ma in quelle occasioni io mi sono limitato comunque ad assumere l'integratore semplicemente una volta rientrato.

Le compresse sono secondo me della dimensione ideale, non troppo grandi e abbastanza facili da deglutire almeno per me. So che i 1800 mg di collagene che l'integratore apporta non sono paragonabili alle dosi più alte che sono state studiate per vedere dei benefici, ma personalmente non amo gli integratori in polvere da aggiungere ad acqua o altre bevande. Preferisco invece le capsule e appunto cercare di essere costante, oltre a trovare integratori validi.

Questo di Weightworld mi è piaciuto perché non mi ha mai dato fastidio allo stomaco, non lo trovo pesante da digerire né rilascia un particolare retrogusto di pesce. 

Oltre alla facilità di assunzione, credo che l'integratore sia stato anche efficace per quella che la funzione che io spero di trovare in questo tipo di prodotti. In effetto mi sembra che renda le articolazioni più fluide, più lubrificate, più elastiche. Non so se nel corso del tempo integrare collagene per via orale mi abbia aiutato a prevenire o contrastare rughe sul viso, perché per quello ho una pletora di prodotti skincare. Credo però che sia un buon supplemento per rendere la pelle in generale anche del corpo più idratata e morbida, sempre ovviamente a sostegno di una alimentazione più o meno sana e di bere sufficientemente acqua, oltre ad essere vagamente costanti con la skincare.

Insomma questi integratori di collagene sono da prendere in considerazione se pensate di agire più nel lungo periodo che nell'immediato, e questo di WeightWorld è perfetto in questo senso.
Penso che lo riacquisterò molto presto, anche se la mia curiosità verso altri brand c'è sempre.




Cosa è andato storto nella terza stagione di The Diplomat

È stata una attesa molto sentita quella per la terza stagione di The Diplomat, da molti considerata una delle migliori serie tv di Netflix, tranne che dal sottoscritto.

The Diplomat 3 recensioni

Certamente un cast di qualità, una messa in scena credibile, una storia così radicata alla contemporaneità che è difficile non sentirla quasi a contatto diretto con noi, sono tutti gli elementi che mi spingono verso questa serie Netflix e che non si possono negare. 
Però The Diplomat, fin dalla prima stagione, ha sempre cercato di inserire a tutti i costi una quota di intrattenimento, giocando su dialoghi fiume, personaggi magari divisivi e drammi familiari che però non sempre hanno avuto appeal su di me.
Stessa cosa vale per la terza stagione, arrivata in streaming il 16 Ottobre, che narrativamente parlando doveva essere una evoluzione decisiva degli equilibri.

Ci eravamo lasciati con la morte del Presidente degli Stati Uniti proprio mentre era al telefono con Hal (Rufus Sewell) e con il conseguente ribaltamento dell'ordine di potere. Grace Penn (Allison Janney, I Roses, Another Simple Favour) infatti è diventata la nuova presidente e sembrava che per Kate (Keri Russell) il ruolo di vice fosse dietro l'angolo. Invece, con abili colpi di scena, le carte si rimescoleranno. Non sono solo i ruoli pubblici a trovare nuove posizioni, ma anche quelli privati visto che i Wyler sono ormai solo una coppia sulla carta, mentre a porte chiuse sono sempre più distanti.

The Diplomat 3 così fa un passo avanti ma anche qualcuno indietro. Si torna infatti ai canonici 8 episodi, nonostante averne tolti due era stato per me un plus della seconda stagione, e ovviamente si cerca di andare avanti nella vicenda dell'ambasciatrice e dei suoi collaboratori.

Si parla sempre tanto, a volte l'uno sull'altro, ma poi non si quaglia molto: in questa terza stagione anzi sembra che l'azione sia ancora meno. Tutto si svolge spesso e volentieri all'interno, e tocca sorbirsi addirittura un intero episodio quasi completamente dentro un'unica stanza. Di tutto quello che accade, delle ripercussioni delle scelte delle stanze dei bottoni, vediamo ben poco, quasi nulla. 

E in questo solito fluire di nomi e circostanze che vengono raccontati, si possono fare solo due cose: lasciare che tutto scorra cercando solo di non annoiarsi, o prestare attenzione. Ma con quest'ultima opzione si rischia di notare come tocca sacrificare la razionalità affinché tutto funzioni.

Tocca poi ammettere che se Hal resta più o meno lo stesso personaggio indisponente, l'evoluzione di Kate mi ha lasciato molte perplessità. Sembra diventata particolarmente petulante, e si percepisce proprio il suo sentirsi un uccello in gabbia, che sbatte qui e lì, più o meno incurante se la gabbietta casca e combina un caos. In questo caso sono gli equilibri mondiali, ma fa nulla. 
Mi ha fatto sorridere come più volte cercasse di contattare il quasi ex marito, attraverso i vari collaboratori che inevitabilmente fanno muro di gomma, per poi scoprire che poteva semplicemente mandargli un messaggio. 
E poi personalmente non ho amato questo rovistare nella vita privata della diplomatica, passando da un amante all'altro, anzi mi sembra che semplicemente si perda troppo tempo su queste questioni. 

La vita privata della nostra diplomatica si ricollega ad un'altra linea narrativa che mi ha lasciato perplesso, ovvero quella dell'agente spia Callum Ellis (Aidan Turner, Rivals). Lui sembra un personaggi esplosivo e decisivo, di quelli che fanno il doppio o il triplo gioco, peccato però che spunti dal nulla e tutta la sua storyline è decisamente opaca specie per quanto riguarda i suoi tentennamenti.

Ma l'aspetto che forse ha deluso di più le mie aspettative su questa terza stagione di The Diplomat è stata la scarsa presenza di Allison Janney nei panni di Grace Penn, e soprattutto di suo marito Todd, interpretato da Bradley Whitford (The Handmaid's Tale, Rosaline). Loro potevano diventare un po' una coppia speculare rispetto ai Wyler, ed invece finiscono per fare apparizioni sporadiche come esattamente tutti i personaggi secondari che poco ci interessano.

Nuovi ruoli, stesse dinamiche verrebbe da dire, visto che The Diplomat ad ogni stagione sembra arrivare come un uragano, pronto a spazzare via tutto e tutti, ma alla fine lascia ben poco e come arriva se ne va.
La serie tv è stata confermata per una quarta stagione che, a giudicare il ritmo a cui ci hanno abituati, dovrebbe arrivare proprio nel 2026. Ammetto che però seguirla solo per la bravura degli attori sta diventando sempre più difficile. 



I prodotti TOP e FLOP di Ottobre, ecco cosa vi siete persi!

Chiudo questo Ottobre con una intensa carrellata di prodotti promossi e bocciati scovati, testati e recensiti nel corso del mese. Come sempre c'è un po' di tutto, e sono stati pochi i prodotti che mi hanno fatto storcere il naso.
Ad esempio in un unico post (QUI) avevo raccontato la mia esperienza con alcuni cosmetici che non avrei riacquistato per motivi differenti. Il peggiore secondo me è stato lo Shampoo Secco Coconut Dream di Cien.

Nonostante aiuti nella funzione di rinfrescare i capelli e renderli più presentabili, il problema è che non fa ciò che promette, ovvero non lasciare residui bianchi. Purtroppo ad ogni uso trovo sempre questa antipatica polverina bianca che è proprio difficile da rimuovere e che mi ha spinto quindi ad usarlo davvero controvoglia.

Il resto delle mie recensioni per fortuna sono state tutte in discesa. Ho parlato molto nel corso del mese di molte maschere per il viso, un po' in tutti i formati, in crema, hydrogel o in tessuto.
Fra le promosse ci sono sicuramente le BHA + Niacinamide Sheet Mask di Garnier.

Mi sono piaciute perché hanno un ottimo equilibrio fra idratare bene la pelle, a fondo, ma senza appesantire, anzi, in generale il viso appare quasi opaco perfetto per pelli miste. Inoltre c'è una bella combinazione di attivi che agiscono su impurità e irregolarità cutanee, ma in modo abbastanza delicato. Nella recensione che trovate qui poi vi spiegavo anche come mai lo stesso prodotto ha due packaging diversi.

Fra le maschere promosse ci metto anche le Deep Collagen Firming Gel Mask del brand coreano Round Lab.

Rispetto alle altre maschere in hydrogel che ho provato in passato, qui abbiamo dei tempi di posa inferiori e non c'è quell'effetto glass skin che i prodotti più virali hanno promesso. Ma questa Gel Mask Round Lab concentra la sua efficacia sull'apportare un forte potere idratante alla pelle, quindi adatta in caso di secchezza, e lavorare in generale sulla sua tonicità e salute attraverso sostanze specifiche. Conto di fare una panoramica e un confronto fra tutte queste maschere viso idrogel coreane, ma intanto qui trovate la recensione. 

Resto in Corea con un altro prodotto per la cura del viso che forse viene sottovalutato e mi riferisco alla Poremizing Fresh Ampoule di SKIN1004.

Il nome lascia pensare ad un siero per pelli grasse e impure, ed invece questa ampolla SKIN1004 è ricca di sostanze elasticizzanti per la pelle, e in generale rinforzanti e lenitive. È poi facile da inserire nella routine, grazie ad una consistenza leggera e poi il prezzo è mini: al momento la trovate su Yestyle a meno di 5 euro, e con il mio codice sconto PIER10YESTYL costa ancora meno. Qui la review dettagliata. 


Non posso poi non promuovere due prodotti perfetti per la stagione fredda e mi riferisco alle novità di MaxClinic, della linea Ceramedix.

Piccolo retroscena: quando ho scritto quella recensione ho perso ore per non sbagliare il nome di questi prodotti, anche se ha completamente senso. Infatti entrambi, siero e crema viso, contengono il 2% di ceramidi, quindi promuovono una barriera cutanea più sana e forte. Perfetti non solo in caso di pelle secca e irritata dal freddo e agenti esterni, ma anche se state usando attivi irritanti come retinoidi e acidi esfolianti. Ne potete leggere i dettagli qui. 

A proposito di retinoidi, se state cercando un siero entry level date una chance al Youth Boosting Advanced Night Retinoid Serum di E.l.f Skin.


L'ho usato per far rientrare nella skincare i retinoidi dopo la pausa estiva e si è rivelato un ottimo siero, delicato ma efficace, con zero irritazioni anche sulle zone delicate. In più la formulazione di questo siero Elf Cosmetics ha anche altre sostanze anti age e antiossidanti, che lo rendono completo. La mia recensione vi aspetta qui.

Nel corso di Ottobre sono uscito un po' fuori dalle mie solite review con una piccola panoramica su alcuni prodotti make-up di Catrice. Devo ammettere che il rapporto qualità-prezzo mi è piaciuto, ma se devo segnalare un prodotto TOP meno noto secondo me è il Blush Affair Liquid Blush.


Il nome fa riferimento ad un blush liquido, ma il si tratta di un prodotto molto più versatile. Infatti la stessa Catrice suggerisce di usare questo Blush Affair come una tinta per il viso, quindi anche sulle labbra ed eventualmente per tocchi di colore su palpebre. È uno di quei prodotti adatti se cercate un look fresco, naturale, sano, e poi è estremamente facile da dosare e sfumare, anche per chi come me non ha grandi doti in tal senso. Qui la recensione insieme agli altri prodotti Catrice

Nel corso di Ottobre non ho parlato di nuovi prodotti per la cura dei capelli perché sto testando alcuni trattamenti che probabilmente vedrete a Novembre, però ho raccolto in un solo post ben 8 diversi sieri contro la caduta dei capelli e stimolanti della crescita. Li ho testati in lungo e in largo e nella mia guida (QUI) ho cercato di sottolinearne le caratteristiche e i loro punti di forza, che sia la formulazione, il costo o la reperibilità. Spero vi sia stata utile, come spero che questo recap possa aver dato attenzione a ciò che merita.
Noi ci leggiamo presto con altre recensioni!






💖alcuni link sono affiliati, per te non cambia nulla, ma puoi usarli per sostenere le mie recensioni. Grazie!


Vi sono piaciuti