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Scrittori insospettabili e qualche lamentela

Non credevo che sarei arrivato a dirlo, ma, guardandomi indietro, mi ritengo soddisfatto del mio ritmo di lettura e dai libri che sto terminando. Infatti, come anticipavo la volta scorsa, è possibile che riesca a parlare delle mie letture un po' più spesso, come appunto in questa occasione. 
Due titoli diversi, qualche lamentela qui e lì, ma comunque due libri terminati, quindi non è mai un male. 


 Jean Reno - Emma


Genere: narrativa, thriller
Editore: Longanesi
Pagine: 320
Data di pubblicazione: Maggio 2025
Prezzo: €14.36/ ebook €9.99

Emma è una giovane massaggiatrice in un centro di talassoterapia di una piccola cittadina della Bretagna francese, e non sa che il suo destino sta per cambiare. Infatti, dopo una prima seduta di prova in cui avrà modo di mostrare il suo talento naturale, Emma sarà addirittura scelta da Tariq Khan, figlio del vice primo ministro dell’Oman, per formare il personale di un lussuosissimo centro benessere a Mascate.
Non senza titubanze, la giovane donna accetta l'incarico, ma si ritroverà in un paese che non conosce, portando con sé i traumi della sua vita. Sua madre infatti è morta in un tragico incidente d'auto ed Emma continua ad ossessionarsi, visto che era lei alla guida. Se ciò però non bastasse, la massaggiatrice si ritroverà presto in difficoltà: suo malgrado verrà coinvolta in un intrigo internazionale, e finirà per diventare una spia, mettendo a rischio la sua stessa vita.

Quando ho letto che l'attore francese Jean Reno, che penso chiunque con un minimo di cultura cinematografica conosca, aveva scritto il suo primo romanzo, ero molto curioso. In fondo mi aspettavo che, complice una carriera lunghissima e varia, avesse acquisito un bagaglio di informazioni ma anche di creatività non da poco. Ed in effetti la storia di Emma è in linea generale piacevole e movimentata: c'è il dramma personale, c'è la storyline romantica a tratti erotica, ed il libro poi si apre verso momenti di suspense da thriller di spionaggio che stimolano la lettura. 

A spiccare in questo contesto è sicuramente la protagonista femminile, un personaggio interessante, abbastanza sfaccettato e soprattutto non troppo banale. Jean Reno ce la presenta come una ragazza bella, appariscente, sensuale, ma allo stesso tempo naturale e professionale, dotata di un dono quasi ereditato dalla sua famiglia. Diciamo che però qui terminano gli aspetti positivi che ho notato in questo Emma.

Certamente la scrittura è piacevole e scorrevole, ma mi è sembrato che le parti d'azione, in cui il ritmo si fa più concitato, non fossero abbastanza efficacie precise.
Se i paesaggi vengono raccontati in modo evocativo, il limite creativo si nota anche solo semplicemente nel descrivere costantemente il dono della protagonista come un "fluido" che percepisce alle mani, probabilmente per fare riferimento a qualche dote di pranoterapia. 
Tocca anche dire che, presa nel suo insieme, la storia di Emma non è così originale e che qualche colpo di scena telefonato lo si trova. 
Devo sottolineare qualche pecca anche nel ritmo generale. Tutta la prima parte, che anticipa la spy story,
mi è sembrata quasi troppo lunga prima di entrare davvero nel vivo delle vicende. 

Ho terminato Emma di Jean Reno maturando la sensazione di aver letto un romanzo da sotto l'ombrellone, uno di quei libri gradevoli, in cui si sente la volontà di raccontare, ma manca quel guizzo o quella idea che lo renda differente da altro.



Rebecca Kauffman - Vengo Io Da Te


Titolo originale: I'll Come to You 
Genere: narrativa
Editore: SUR
Pagine: 220
Data di pubblicazione: Luglio 2025
Prezzo: €17/ ebook €9.99

È una novità di questa estate, che ha avuto anche un buon riscontro di critica, ma per me è stata la prima volta che leggevo un libro di Rebecca Kauffman e devo dire che non è andata al meglio. 

Vengo io da te non ha una sola storia lineare, ma intreccia le vicende di una famiglia "allargata". Siamo nel 1995, e conosciamo Paul e Corinne, una giovane coppia in attesa di una bambina. Di mese in mese conosceremo anche gli altri familiari attorno a loro, con atteggiamenti e problematiche differenti. C'è ad esempio la madre di Paul che non accetta ancora il divorzio dal marito, e non sa bene se e come lanciarsi in nuove relazioni. Ma anche Janet, la madre di Corinne, non è da meno, sottovalutando soprattutto il lento ma inesorabile declino cognitivo del marito. Ne esce il quadro di una famiglia comune, fatta di traumi più o meno profondi, di questioni non chiare, di bugie, ma anche di speranze e attese.

Vengo io da te potenzialmente è uno di quei libri che mi dovrebbe piacere molto: ha una scrittura scorrevole, che non si perde in convenevoli, con un buon ritmo per ogni capitolo. I personaggi che Kauffman tratteggia sono poi normali, comuni appunto, ognuno con il suo bagaglio di pregi e difetti, ma anche con le proprie difficoltà e aspettative, come tutti noi.
Nonostante comunque abbiamo a che fare con diversi personaggi, la scrittrice riesce comunque a tenere le redini e a non farci confondere nelle varie linee narrative e quando cambiano i punti di vista.
Rebecca Kauffman anzi gioca molto con le diverse prospettive e con il dubbio che percezioni differenti possano creare. E poi ha un approccio interessante perché è molto schietta con i suoi personaggi, quasi dura.

In questo fluire di vicende però non ho sentito grande slancio emotivo, o meglio l'ho trovato solo in alcuni momenti. Probabilmente Vengo Io da Te, con l'intento di non voler essere stucchevole o eccessivamente drammatico, si perde in una linearità che mi ha lasciato un po' fuori dalla storia. 
Inoltre in questo mare di diverse prospettive che ogni personaggio presenta, non solo si finisce per non affezionarsi a nessuno di loro, ma è inevitabile che qualcosa si perda. Questa profonda analisi delle dinamiche umane che il libro forse vorrebbe raccontare non è materialmente possibile in poco più di 200 pagine.

Faccio poi onestamente fatica a dirvi un personaggio che mi ha lasciato qualcosa, o che anche solo mi ha spinto a riflettere un po' di più. Se non mi dai quindi dramma, se le storie sono lineari ad eccezione di qualche svolta, e se la riflessività latita, cosa mi resta?
L'unica riflessione che posso fare è sul peso del "non detto", visto che un po' tutti i personaggi soffrono per essere all'oscuro di qualcosa.

Nonostante sia arrivato alla fine senza troppi problemi, in Vengo io da te di Rebecca Kauffman mi è mancato proprio il senso di necessità, come se sentissi qualche pettegolezzo su un vicino di casa di cui, alla fine, poco mi interessa e su cui non posso intervenire. 


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