Diamanti, il nuovo film di Ozpetek è meglio di quanto mi aspettassi

Ferzan Ozpetek aveva molto da farsi perdonare dopo le sue ultime produzioni che, almeno dal mio punto di vista, erano state vulnerabili a parecchie critiche. Dopo il tentativo di dare nuova vita a Le fate ignoranti con una miniserie che era tutta sbagliata, e Nuovo Olimpo, film su Netflix di ormai due anni fa che fu una delusione, il regista ha deciso di impegnarsi in un nuovo film, intitolato Diamanti che un po' prende l'ambientazione da quest'ultimo e lo ha fatto in un modo che ha subito suscitato interesse. 

Genere: drammatico, commedia, sentimentale
Durata: 160 minuti
Regia: Ferzan Ozpetek
Uscita in Italia: 19 Dicembre 2024 (Cinema)
Paese di produzione: Italia


Infatti Ozpetek ha raccolto 18 delle sue attrici predilette, mostrandoci proprio quando le convoca per coinvolgerle in questa sua idea, per raccontare una storia ambientata negli anni '70, casualmente sempre a Roma. Diamanti letteralmente ci trasporta indietro nel tempo, e ci fa conoscere le donne che lavorano all'interno della sartoria Canova, che si occupa della creazione di abiti e costumi per spettacoli teatrali e film.
A gestire lo studio creativo ci sono appunto le sorelle Canova, Alberta (Luisa Ranieri) e Gabriella (Jasmine Trinca), ma questo tempio creativo racchiude al suo interno tantissime altre vite da raccontare, ovvero quelle di tutte le sarte che lavorano al suo interno, e chi invece dalla sartoria si troverà a passare.

Diamanti ha secondo me contribuito a far espiare ad Ozpetek alcune colpe, ma non tutte quelle che aveva accumulato nel tempo con le sue varie produzioni a mio avviso scandenti. È un film che punta molto a questo cast che definire corale è riduttivo, e il regista sa che ognuna di queste attrici avrebbe raccontato bene il personaggio che andava ad interpretare anche perché parliamo dei nomi più famosi nel panorama cinematografico italiano come, oltre alle già citate Ranieri e Trinca, anche Anna Ferzetti, Nicole Grimaudo, Paola Minaccioni, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Carla Signoris e Kasia Smutniak, quindi tutte artiste che ormai hanno dietro una lunga carriera.

Sono proprio le loro interpretazioni a suscitare secondo me emozioni in Diamanti, perché la storia di per sé è piuttosto carente. Infatti capite bene che con 18 protagoniste è quasi impossibile che ognuna di esse abbia una storyline più strutturata, ma soprattutto la corolla più ampia, che raccoglie tutte queste vicende, è coerente ma estremamente lineare e semplice da seguire. Certo, qui e lì spuntano nuovi elementi che danno maggiore profondità al tutto, ma non aspettatevi che si rivoltino tutte le carte in tavola.

Personalmente mi sono fatto trasportare da questa magia che Ozpetek tenta di creare, non solo per appunto le bravi attrici che ha coinvolto, ma perché ho capito subito le sue intenzioni: certamente un elogio al femminile, alla sorellanza, all'unione, ad una forma di famiglia differente, non tradizionale, che il regista apprezza e che più volte è apparsa nei suoi film, ma Diamanti vuole celebrare anche il suo cinema inteso come arte.

Credo che bisogna quindi scollegare Diamanti dalla fattualità degli eventi, e portarlo verso una astrazione per poterlo apprezzare realmente e credo che se è diventato il film più visto del 2024, vuol dire che molti ci sono riusciti, o quantomeno il film ha saputo creare le giuste attese e curiosità.

Però un film è anche fatto di scelte concrete e non tutte mi hanno convinto. Ad esempio non ho amato troppo i primi piani costanti e stretti, come a voler a tutti i costi calcarea l'emotività del personaggio sulla scena, con la conseguenza che in alcuni casi va solo a sottolineare gli eventuali ritocchi estetici di questa o quell'attrice (non faccio nomi, non è importante).
Per il resto però la regia è fluida e la fotografia è molto bella. 

A proposito, vi ho parlato di interpretazioni mediamente valide, ma alcune le sono un po' di più: mi ha sorpreso Mara Venier proprio perché la sua Silvana mi è sembrata naturale, ed avrei voluto più spazio per Geppi Cucciari perché mi è sembrata spontanea e completamente in linea con quella che è la sua cifra artistica. 

Credo poi che Diamanti non sia un film per tutti (che non è esattamente una novità in qualunque campo): i passaggi fra la "realtà" e la finzione possono essere stranianti, per quanto il montaggio in generale non mi è sembrato trovasse intoppi. Anche le musiche a volte sembrano quasi sovrapporsi troppo al resto, belle però le colonne sonore interpretate da Giorgia e Mina.

Non c'è stato un momento di commozione vera e propria per me, ma traspare comunque una sorta di tenerezza, di nostalgia, di passione e delicatezza che non può lasciare del tutto indifferenti. Quindi sì, almeno in parte Ozpetek si è fatto perdonare.




6 commenti:

E tu cosa ne pensi?

Info Privacy

  1. Un forzato scibile di microcosmi stereotipati, molto più vicini a qualsiasi universo fiction.. il finale poi da barzelletta, e anche il tentativo di metacinema iperbolico e fuori registro. Non discuto la buona volontà delle attrici, ma tutto disegnato artatamente, con i comprimari maschietti tutte ridicole macchiette.. e il grosso pieno di affluenza legato all'assoluta assenza di concorrenza in pieno periodo natalizio.. mi rifarò con Here.. spero.. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Posso dire che capisco quando parli di artificiosità: l'ho detto che il passaggio fra reale e finzione può risultare straniante. Meno d'accordo sulla questione concorrenza. Avevamo al cinema Conclave, c'era ancora Almodovar, Mufasa e tanti altri titoli che hanno avuto comunque molto successo, e poi è arrivato Maria 😅

      Elimina
  2. Tranne Franco qui sopra, tutte le persone che conosco e che l'hanno visto ne parlano davvero bene. Finito lo scalpore probabilmente recupererò la pellicola anche io. Intanto grazie per la tua recensione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lascia perdere Franco, io penso sia un film valido, poi certamente ci sono pellicole più avvincenti, con storie più originali e movimentate, ma almeno è ben interpretato. Grazie a te!

      Elimina
  3. Condivido: il miglior Ozpetek da tanti, tanti anni a questa parte (oserei dire da "LA finestra di fronte" per quanto mi riguarda). Per certi versi eccessivo, barocco, ma anche genuino, sincero e appassionato. Sarà kitsch, ma emoziona. C'è poco da fare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente è eccessivo, d'altronde già aver chiamato 18 attrici comprimarie o quasi è una scelta un po' eccentrica.

      Elimina

Vi sono piaciuti