Gennaio purtroppo subisce gli strascichi dell'anno che lo precede e tocca chiudere parentesi prima di procedere con qualcosa di nuovo. Ho infatti alcune serie tv che ho terminato nel 2024, ma di cui non sono riuscito a parlare prima della fine dell'anno e quindi eccoci qui a chiacchierarne.
Alcune di queste non sono volutamente finite nell'elenco dei migliori titoli da recuperare, e quindi capite bene che non si tratta di qualcosa di imperdibile, ma potrebbero essere interessanti da punti di vista diversi.
A Very Royal Scandal
Miniserie
Disponibile su TimVision dal 26 Novembre e composta da 3 episodi, A Very Royal Scandal è il terzo capitolo dell'antologia basata su vari scandali più o meno del passato che hanno stuzzicato l'opinione pubblica del Regno Unito e non solo. Dopo A Very English Scandal del 2018 e A Very British Scandal del 2022 è arrivata appunto una terza stagione che si concentra sulla famosa intervista che Emily Maitlis, giornalista della BBC, fece al principe Andrea in merito alle accuse di coinvolgimento in un altro scandalo, a sfondo sessuale, che riguardava l'imprenditore e allora amico del principe Jeffrey Epstein.
Se avete una sensazione di déjà-vu sappiate che non dipende solo dal fatto che si tratta di un caso giudiziario e di cronaca che ormai è noto, ma sempre nel 2024 era arrivato su Netflix un film intitolato Scoop, con un bel cast, che raccontava proprio questa vicenda.
Con A Very Royal Scandal si cambia però un po' prospettiva: infatti la miniserie si basa su un libro scritto dalla stessa Maitlis, che quindi si concentra sul suo ruolo in quel periodo e per la creazione dell'intervista, e non colei che la organizzò ovvero la produttrice televisiva Sam McAlister.
Oltre allo "scontro" fra il principe Andrea e i media mondiali, che scoppiò appunto durante l'intervista e con tutto quello che ne seguì, A Very Royal Scandal non si tira indietro nel raccontare anche quello che fu l'impatto della vicenda sulle rispettive famiglie, sia del reale che appunto della giornalista.
Ho voluto vedere questa serie tv non solo per una completezza di informazioni, e per la facilità di seguirla, vista la durata, ma soprattutto per il cast e perché sapevo che sarebbe stata produzione tutto sommato di livello. E poi sapevo che nel cast ci sarebbero stati degli attori che in genere apprezzo, come Michael Sheen e Ruth Wilson, ma anche Alex Jennings, spesso legato a produzioni sui reali inglesi, e Joanna Scanlan, entrambi molto presenti in tante serie tv e film che ho visto.
Non c'è molto altro che possa aggiungere su A Very Royal Scandal perché alla fine, sebbene si lasci seguire, mi è sembrata una miniserie fine a se stessa, che come arriva se ne va, senza poi avere particolari picchi.
Si tenta di raccontare i fatti senza un particolare schieramento, rispettando però l'ottica fortemente femminile che avevamo visto anche in Scoop. Sicuramente il personaggio di Emily Maitlis viene approcciato diversamente qui: se Gillian Anderson la dipingeva come una giornalista precisa, un po' intimorita ma coraggiosa, qui la Emily è molto più energica, a tratti incasinata, e talvolta mette in dubbio il suo operato.
Il reale problema di A Very Royal Scandal, ma in generale per quanto riguarda tutto questo franchise, è che si è persa un po' della verve, della leggerezza che aveva la prima stagione. L'impostazione antologica, e quindi il variare delle tematiche e delle storie, comporta anche un cambio di stile, ma è come se ci sia incupiti sempre di più, perdendo quel piglio british che ci si aspetta.
A Very Royal Scandal per esempio, anche esteticamente, a volte trasmette freddezza, ha un taglio molto cronistico, e non trova degli alleggerimenti. Questo è più un avviso ai naviganti insomma: se avete visto la prima stagione, aspettatevi altro.
The Sticky - Il Grande Furto
Prima stagione
Dal dramma passo ad una commedia, anzi per l'esattezza una comedy crime arrivata su Prime Video il 6 dicembre 2024 in sei brevi episodi. Ispirandosi ad una storia vera di un furto milionario di sciroppo d'acero in Quebec, The Sticky racconta invece le vicende di tre persone comuni che si ritrovano a diventare dei ladri non solo ovviamente per il guadagno economico, ma soprattutto come atto di rivalsa verso la società in cui vivono.
Conosciamo così Ruth Landry (Margo Martindale), coltivatrice di sciroppo d'acero che rischia di perdere le sue piantagioni proprio mentre il marito è in coma, Mike (Chris Diamantopoulos), un non troppo credibile mafioso di Boston e l'insospettabile Remy (Guillaume Cyr), guardia di sicurezza dal carattere fin troppo docile e per questo preso poco sul serio dal padre. I tre si coalizzeranno nel furto proprio per cercare di rimediare ognuno ai propri casini.
Anche per The Sticky è stato il cast, e soprattutto Margo Martindale, a farmi dare una possibilità alla serie tv, che in verità non ha nulla di così eccezionale, sebbene si lasci seguire. Ormai siamo pieni di queste storie in cui, in un fondo drammatico, che ciclicamente ritorna in modi diversi, vengono piantati qui e lì dei momenti più comici, in modo diverso. A volte sono i dialoghi, altre volte sono alcune scene, altre ancora i personaggi stessi. Quest'ultimo è il caso di The Sticky che fa leva su situazioni e protagonisti grotteschi e a volte caricaturali, spesso sopra le righe o con reazioni esagerate, per cercare di trovare ilarità in circostanze drammatiche o tensive. Il problema per me è che questo tipo di comicità non sempre riesce a coinvolgermi, anzi spesso la trovo sciocca, e va a coprire la parte più interessante della serie, ovvero la narrazione.
Sono forse fra i pochi che ad esempio non è riuscito a terminare Fargo, serie tv acclamata, che sembra quasi una delle ispirazioni per The Sticky, proprio per questo motivo.
Non posso dire che non l'abbia vista volentieri, perché tutto sommato è scorrevole, tiene compagnia, è ben recitata e non dura molto, e Prime Video, come ad esempio per Al Lago con Papà, ha farcito gli episodi con piccole didascalie che raccontano il dietro le quinte delle scene, se guardate dal pc.
Aggiungeteci il cameo di Jamie Lee Curtis, che è anche produttrice, una chicca extra che non guasta.
Se quindi a voi questo genere di comicità piace, allora troverete The Sticky ancora più interessante.
Forse mi sarebbe piaciuto un maggiore innesto poliziesco, ma immagino arriverà prossimamente visto che pare che gli sceneggiatori abbiano in mente di farci ben cinque stagioni.
Io temo che la storia non possa reggere così a lungo e così tanto senza precipitare ancora di più nell'assurdo, ma staremo a vedere.
Bad Sisters
Seconda stagione
Vi avevo anticipato parlando delle migliori serie tv del 2024 che avrei presto parlato della seconda stagione di Bad Sisters, su Apple Tv dal 13 Novembre al 24 Dicembre 2024, che al contrario di The Sticky, è appunto una dramedy che mi è piaciuta tantissimo fin dalla prima stagione e sono stato molto contento di ritrovare le sorelle Garvey seppur forse per un'ultima volta.
Dopo aver scoperto chi ha ucciso John "The Prick" Paul (Claes Bang) ed aver coperto le tracce del possibile assassino, le sorelle si ritrovano in un certo senso punto e a capo, perché temono che il loro segreto possa essere scoperto. Sono infatti un po' fra l'incudine e il martello: da un lato la polizia, ed una zelante ispettrice in particolare, che le mette alle strette, dall'altro la sorella del vicino Roger, Angelica (Fiona Shaw), fervente cattolica (d'altronde siamo in Irlanda) che non si capisce bene da che parte stia. E così ancora una volta le Garvey dovranno cercare di restare a galla in questo mare di guai.
Le seconde stagioni sono sempre un punto cruciale per le serie tv, e Bad Sisters è riuscito a superare questo giro di boa puntando sui suoi cavalli vincenti, ovvero il gruppo di attrici che interpretano le sorelle Garvey.
Sul piano narrativo infatti la storia, per quanto abbia nuovi punti d'appoggio, ha più o meno le stesse dinamiche, e perde un po' del suo effetto sorpresa rispetto al primo ciclo di episodi, ma riesce comunque a raccontare una vicenda divertente, in grado davvero in questo caso di farmi sorridere, sempre parlando di sorellanza e famiglia.
Ve la definivo come una dramedy qualche riga fa, ma secondo me in Bad Sisters 2 oltre alla vena drammatica si innesta molto di più una aspirazione thriller, con alcuni momenti di tensione che appunto possono essere anche comici.
Rispetto alla prima stagione è forse più collaterale qui l'annosa questione morale che potrei riassumere come il fine che giustifica i mezzi, ma non per questo mancano gli spunti di riflessione.
Vince però ancora una volta il forte legame messo in scena da Sharon Horgan, nei panni di Eva ma anche ideatrice e produttrice della serie, Anne-Marie Duff in quelli di Grace, Eva Birthistle, che ha il ruolo di Ursula, Sarah Greene, ovvero Bibi, ed Eve Hewson nei panni della piccola di casa, Becka.
I loro dialoghi, spesso pungenti e poco politicamente corretti, il loro modo di aiutarsi pur essendo estremamente diverse, le dinamiche che creano rispetto agli altri personaggi, sono il punto vincente ancora una volta di Bad Sisters.
Qui purtroppo arriva la brutta notizia: giustamente Horgan ha affermato che se questa seconda stagione può essere un naturale proseguo del primo ciclo di episodi, ma proseguire ulteriormente sarebbe davvero poco credibile. D'altronde, per quanto siano cattive, c'è un limite alle cose che possono capitare a queste sorelle, e già questa stagione aveva visto una riduzione ad otto episodi piuttosto che dieci, segno che le cose da dire sono nettamente diminuite.
Si parla quindi di trovare eventualmente altre storie collaterali, e chissà se mai vedremo un Bad Sisters 3, ma intanto abbiamo due stagioni assolutamente godibili e con un finale sensato.
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RispondiEliminaGrazie per il tuo endorsement perché la vorrei vedere, non so ancora quando però
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