Nuovo Olimpo, cosa mi ha deluso dell'ultimo film di Ferzan Ozpetek

Dopo Disney +, Ferzan Ozpetek è tornato in streaming su Netflix questa volta con un film intitolato Nuovo Olimpo, che sembra essere uno dei suoi più personali.


Genere: drammatico, commedia, sentimentale
Durata: 112 minuti
Regia: Ferzan Özpetek
Uscita in Italia: 1 Novembre 2023 (Netflix)
Paese di produzione: Italia

Conosciamo Enea, un giovane ragazzo che studia regia e che per caso incontra un introverso Pietro, studente di medicina, al cinema Nuovo Olimpo appunto, che negli anni '70 era un luogo di incontro per omosessuali.
Fra i due scatta subito un feeling ed una passione che va oltre la semplice attrazione fisica, ma quando finalmente hanno opportunità di rivedersi, Pietro viene coinvolto in un incidente durante gli scontri per una manifestazione antifascista. Così, per anni, i due resteranno separati e non avranno notizie l'uno dell'altro, ma la vita finirà per riportarli sugli stessi binari.


Per quanto non spicchi di originalità e forse non mi sia impegnato molto a raccontare la trama di Nuovo Olimpo, avevo l'impressione che potesse essere un film valido, con quel sapore malinconico del "cosa sarebbe successo se...", e girando attorno all'imprevedibilità della vita, firmato da uno dei registi che penso un po' tutti apprezziamo e che sa essere facilmente riconoscibile. Per una volta però Ozpetek cambia leggermente stile, toglie alcuni dei suoi elementi tipici, come il classico gruppo di amici eterogeneo e si concentra su una coppia soltanto e sul loro amore. Non mancano però le sue icone come ad esempio Mina, quasi rappresentata da Titti, la titolare del Nuovo Olimpo ed interpretata da Luisa Ranieri.
Poteva insomma essere una storia romantica ma appassionante, ma secondo me è priva proprio d'intensità e la colpa, per buona parte, è delle interpretazioni e della costruzione dei personaggi.

Damiano Gavino fa un Enea un po' piatto nel corso del film ma tutto sommato credibile, mentre Andrea Di Luigi (Pietro) e Alvise Rigo (Antonio, il compagno di Enea) sono davvero monoespressivi, non riescono a manifestare sul viso alcuna inflessione emotiva né di conseguenza a trasmetterne, ed anche il modo di parlare è monotono e piatto. Non è una giustificazione il fatto che si tratti di una prima loro esperienza recitativa perché ci sono tanti talenti alle prime armi anche giovanissimi. Credo che però Ferzan Ozpetek o chi per lui cercasse semplicemente un prototipo di uomo, indubbiamente attraente, e non un interprete per i suoi personaggi. 
Anche però la materia che devono raccontare non li aiuta, perché non c'è una crescita, una struttura di questi personaggi che riesca a renderli sfaccettati ed empatizzabili. 
Quindi attori in parte poco capaci, ma che vengono ulteriormente appesantiti da delle protesi per sembrare più maturi che proprio non li agevolano nelle espressioni, oltre a risultare posticce e poco credibili. 

Ci provano indubbiamente meglio le figure femminili, soprattutto Giulia, la moglie di Pietro, interpretata da Greta Scarano e appunto la Titti di Luisa Ranieri, ma parliamo pur sempre di figure collaterali o quasi. 
Di Ozpetek apprezzo che comunque il suo stile sia sempre pulito, elegante, e che sappia valorizzare ad esempio dei nudi maschili o femminili senza renderli volgari, ma non ha creato una sceneggiatura impattante.
Sebbene inizi con una storia lineare, infatti Nuovo Olimpo poi si trascina sul finale, e in fondo noi quel "cosa sarebbe successo se..." non lo vediamo, non ne abbiamo nemmeno sentore, e nel corso del film assistiamo più al normale scorrere delle vicende. A dirla tutta, a me l'idea non piace moltissimo: rimuginare per tutta la vita su una storia che alla fine non ha trovato luogo perché probabilmente non doveva essere, mi mette un po' tristezza. L'idealizzazione che ne nasce fa più male che bene proprio perché non è reale, e lo si vede in Antonio che alla fine prende un'altra strada forse perché non pronto o convinto a fare altro. Ma, lasciando stare il mio personalissimo parere sulla poetica stessa del film, Nuovo Olimpo è stato parecchio deludente specie pensando che avrebbe avuto anche le basi, un terreno fertile per qualcosa di più incisivo. 



10 commenti:

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  1. Ho smesso di seguire Ozpetek da quasi 10 anni. Devo ancora riprendermi dalla visione di quella ciofeca che fu "allacciate le cinture"... a quanto pare non sarà questo film a farmi riavvicinare.

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    1. Mi hai aperto un cassettino della memoria, perché avevo rimosso Allacciate le cinture. Mi sono riletto la mia recensione e pare non mi fosse dispiaciuto, titolo a parte 😅

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  2. I suoi film, ammetto, mi lasciano sempre un po' titubante. Un po' come i libri. Arrivo infondo e non so mai se li ho effettivamente trovati interessanti o terribilmente noiosi!

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  3. "Rimuginare per tutta la vita su una storia che alla fine non ha trovato luogo perché probabilmente non doveva essere, mi mette un po' tristezza."
    Il vissuto di chi non ha mai avuto la fortuna di corrispondere e di essere corrisposto è proprio questo, Pier.
    Ad ogni modo, il film non l'ho visto ma spero che prima o poi vada in onda su Sky.

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    1. Credo sia difficile passi su Sky perché credo sia proprio una produzione Netflix quindi difficilmente lo condividono.
      Per il resto, lungi dal farne una analisi psicologica spicciola (anche perché è un film e poi la vita ha mille variabili), penso che a tutti capiti di non essere corrisposti, è appunto la vita. Focalizzarsi solo su chi non ha corrisposto, spinge a creare delle idealizzazioni inesistenti, perché non sai mai come sarebbe REALMENTE potuto essere. E potenzialmente può essere un disastro

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  4. E' il mio regista del cuore.
    Devo assolutamente guardare questo film!

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    1. Piace molto anche a me! Mi fa sorridere come ognuno abbia opinioni diametralmente opposte, è bello così 😁

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    2. Visto ieri sera! Avevo aspettative alte e invece ... Ad un certo punto sembrava tutto slow-motion e stavo annoiandomi. Ci sono punti in cui non mi trovo affatto. Vabbeh, una sua piccola biografia o storia vera che visse....

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    3. Hai espresso bene le mie sensazioni: la parte centrale si frena, sembra una bolla fumosa per poi arrivare ad un finale trascinato. Secondo me aveva una storia che voleva raccontare ma che forse non sapeva bene come darle un senso fino un fondo

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