Un'Estate Fa è un'operazione nostalgia riuscita male

Ogni tanto do una chance alle serie tv italiane, sperando che prima o poi mi convincano, ma purtroppo finisco sempre per restare perplesso e scontento. Ha seguito questa strada anche la nuova serie tv Sky intitolata Un'estate fa, disponibile dal 6 ottobre anche in streaming su Now.

recensione serie tv sky un'estate fa

Voliamo negli anni '90, esattamente nel 1990, quando l'Italia intera era incollata alla televisione in attesa dei finali del Mondiali, le notti magiche che diventeranno lo scenario per la scomparsa di una giovane ragazza, Arianna (Antonia Fotaras). Trent'anni più tardi verrà ritrovato il suo corpo e le indagini si riapriranno, ed il primo accusato di allora, Elio (Lino Guanciale), oggi diventato un avvocato affermato, ritorna al centro della scena.
Nel 1990 era però solo un adolescente comune, in campeggio con tanti altri amici, alle prese con i primi amori, i bagni al mare, le liti con i coetanei, che si ritroverà a dover affrontare cose più grandi di lui.
L'Elio del ventunesimo secolo infatti, una volta che il caso è stato riaperto, inizierà ad avere strani flash di quell'estate che ricorda a stento. Ma più che ricordi saranno vere e proprie visioni lucide che sembra gli possano dare finalmente la possibilità di cambiare il corso degli eventi.

Quando ho letto alcune informazioni su Un'estate fa, ero certo che ci sarebbero stati alcuni degli elementi del whodunit tradizionali, ma che poteva essere un buon crime, o meglio un cold case all'italiana, con un cast di volti noti, che finiva in maniera più o meno palese per celebrare gli anni '80 e '90, muovendosi su due binari temporali differenti. Nulla di trascendentale, nulla di nuovo, ma qualcosa di ben fatto, di avvincente. Queste mie aspettative sono però state disattese quando ho scoperto l'escamotage con cui hanno inserito i passaggi fra il passato ed il presente, che onestamente mi è sembrato fuori contesto e facilone. Come sempre dribblo lo spoiler, ma anche nel trailer di Un'estate fa si parla delle visioni di Elio, che gli consentono letteralmente di viaggiare nel tempo.

La mia mente è quindi subito corsa a Dark, che però, oltre ad essere molti cereali sottomarca più avanti rispetto a questa serie tv Sky, è presentata come fantasy.

Questa improvvisa commistione di generi di Un'estate fa devo dire che è già uno dei più grossi motivi di perplessità che ho provato sin dai primi episodi, ma è anche lo svolgimento a rendere questa serie per me non così avvincente come speravo. Infatti noi finiamo per avere in un certo senso falsata del passato: se Elio, agendo con una mentalità da adulto, cerca di cambiare il corso degli eventi e scoprire il colpevole, non sappiamo in fondo quali fossero le vere dinamiche fra i personaggi nel passato, e soprattutto alla fine, questa scelta diventa per essere un cane che si morde la coda. La storia avrebbe avuto lo stesso finale se non fosse intervenuto in qualche modo Elio a cercare di cambiare quanto accaduto in quella maledetta estate del 1990? In fondo la vita è una questione di centimetri, lo dirà lui stesso.

Come vi anticipavo, secondo me si vede proprio l'ispirazione alle produzioni crime nord-europee, ed anche ad alcuni classici tipo I Know What You Did Last Summer, dove tutti i protagonisti diventano indiziati, ma loro prendono la strada meno interessante.
Infatti più che cercare di coinvolgere lo spettatore nelle indagini, si perdono a raccontarci quanto fossero belli e luminosi gli anni '90, fra canzoni, spensieratezza, calippo e Super Santos, e lo fanno indubbiamente con una ricostruzione precisa dell'epoca, per quanto abbiamo già assistito mille volte a queste scene, ma ne risente la ricerca del colpevole della morte di Arianna, che prosegue su binari vecchi ed arrugginiti, con personaggi che spuntano da ogni angolo per confondere e tutti con un possibile movente.
L'unica prova che potrebbe incriminare il colpevole, che tra l'altro è particolare nel suo genere, viene messa in discussione solo alla fine, e pare che non ci siano indagini o esami su di essa. 


Ma ci sono anche altre scelte tecniche che non ho apprezzato, dai dialoghi banali e artificiosi, ad alcuni passaggi strani, come il protagonista che dopo un incidente torna alla guida, o ancora l'ignorare completamente cosa faccia Elio durante le sue visioni, fino alla caratterizzazione dei personaggi. Risulta risibile il suo cercare di tornare nel passato con le sue visioni nemmeno fosse una Phoebe Halliwell qualunque. 
Il nostro Elio appunto è ossessionato da Arianna che definisce intelligente, profonda e fragile, ma noi ci dobbiamo far andare bene le sue parole, perché non vediamo sullo schermo queste sue doti, anzi nel corso degli episodi palesa delle idee ed un modo di fare "particolare". Si fa un accenno alla sua situazione familiare poco tranquilla, che potrebbe delineare le ragioni per cui Arianna è la tipica ragazza cresciuta troppo in fretta, ma sono appunto brevi riferimenti. 
Ho trovato insopportabile poi l'ispettore Zancan di Paolo Pierobon, perché mi va bene un personaggio che cerca la verità, abituato a dover guardare oltre e ad insistere a muso duro, ma risulta quasi caricaturale, sia nei modi che appunto nei dialoghi.

Il finale, anche qui senza spoiler, è poi anticlimatico: nel tentativo di dare un twist differente, doppio alla storia, ci svelano che in realtà tutto quello che abbiamo visto era completamente evitabile, bastava che i protagonisti si parlassero, e in 30 anni pare avessero avuto anche altre occasioni.

I pregi di Un'estate fa son sicuramente legati al ritmo, perché non posso dire di essermi annoiato o aver trovato gli 8 episodi troppo lunghi. Indubbiamente fa leva sull'effetto nostalgia, per chi in quegli anni era già grandicello e vive col rimpianto del passato, e gli interpreti sono tutti abbastanza bravi, inclusa Claudia Pandolfi che personalmente non amo come attrice, ma anche i giovani, come Filippo Scotti (Elio da ragazzo) che già avevamo visto in È stata la mano di Dio.
Per il resto, sebbene non sia la peggior miniserie del periodo, penso che Un'estate fa abbia meno impatto e coinvolgimento di quanto potesse in realtà provocare una storia del genere. 



6 commenti:

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  1. Guarda, se da un lato c'è Call My Agent Italia (che come sai ho visto un paio di volte da cima a fondo), dal lato diametralmente opposto c'è Un'estate fa: cerco di resistere qualche minuto, poi cambio canale; non mi coinvolge, mi infastidisce, mi irrita!

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    1. Hai trovato una ragione a questo fastidio o proprio a pelle??

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    2. Ecco, tanto per cominciare, io spettatore che mi accorgo che un po' tutto il cast è davanti alla telecamera e sta recitando (sensazione che non ho avuto guardando Call My Agent, ad esempio!)... e poi il birignao degli attori romani... dai, sembrano tutti parenti di Francesco Totti!

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    3. Purtroppo le produzioni italiane hanno il grosso problema di essere concentrate a Roma o nella bolla di attori romani.

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    4. Ho atteso di finirlo e sono davvero rimasto male. Un Dark dei poveri. Ma dei poveri proprio. Finale pessimo..e potevano fare tutto in tre puntate almeno uno perdeva meno tempo.. ;)

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    5. Io sono convinto che loro si siano ispirati proprio alle serie nord europee, basta vedere come conducono le indagini. Magari in 4 episodi la serie avrebbe fatto meglio, ma resta il grosso neo del non sapere come sarebbero andate le cose se Elio non fosse intervenuto....

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