Periodicamente mi piace fare un po' un resoconto e raccogliere le serie tv che ho lasciato indietro e di cui ho smesso di parlare (o non ho mai parlato) qui sul blog. È un modo non solo per confrontarmi con voi ma anche per schiarirmi la mente e chiudere qualche parentesi. Sono arrivato alla quarta stagione di questo appuntamento con le serie tv abbandonate, l'ultimo due anni fa, quindi c'è tanta roba di cui parlare.
Inizio dall'abbandono più datato che riguarda la serie tv Perry Mason, una sorta di prequel sugli inizi della carriera del famoso avvocato che qui era interpretato da Matthew Rhys.
Un attore che apprezzo spesso e volentieri, e la prima stagione di Perry Mason, arrivata su Sky/NOW nel settembre del 2020, mi era sembrata interessante e piacevole, con un punto di vista diverso sul suo protagonista.
Si trattava di una bella produzione (fra i produttori esecutivi c'era anche Robert Downey Jr.) peccato però che la seconda stagione sia stata resa disponibile dopo 3 anni dalla prima, fra maggio e giugno 2023, e onestamente avevo perso quell'interesse per la serie. Ho aspettato a parlarne qui nella speranza che mi tornasse la voglia, ma aver saputo che Perry Mason era stata poi cancellata dopo la season 2, è stato un ulteriore incentivo per abbandonare la serie.
Sempre nel 2023 ho mollato il colpo con Il Sarto, una serie tv turca di cui avevo visto addirittura 15 episodi delle prime due stagioni, nonostante non l'abbia sopportata fin dal primo momento.
Le serie tv turche hanno un pubblico folto e compatto, infatti quando parlai male la prima volta de Il sarto, stavo quasi per essere scomunicato dal web. Io però, nonostante tutto sommato apprezzassi l'idea di fondo, non ho potuto fare a meno di soffrire il pessimo sviluppo e svolgimento, visto lo stile da soap opera di quarta categoria che la serie tv abbraccia. Tra l'altro considerate che le tre stagioni de Il sarto sono state pubblicate lungo tutto il 2023 quindi non c'era nemmeno il tempo di poter digerire gli episodi che già toccava ricominciare.
Vista la fine della seconda stagione, in cui si capiva dove sarebbero andati a parare, ho deciso di fermarmi lì e non mi sono mai più guardato indietro.
Discorso similare lo posso fare per la più recente L'imperatrice - The Empress, la serie tv tedesca disponibile su Netflix.
Quando a Novembre dell'anno scorso è arrivata la seconda stagione, avrei potuto stringere i denti con L'Imperatrice anche perché dura solo 6 episodi per ciclo, e considerato il fatto che la terza stagione sarà l'ultima, ma onestamente è stato facile abbandonarla e non mi manca affatto.
Nel 2023 avevo recuperato una serie tv che era uscita a fine 2022, intitolata La Banda dei Guanti Verdi, e che non mi aveva proprio entusiasmato.
Buona l'idea di questa crime story leggera, con protagoniste tre donne di terza età che stanno cercando di sfuggire alla legge in una casa di riposo. Peccato che lo sviluppo de La banda dei guanti verdi 1 fosse spesso caotico e superficiale, e così ho lasciato perdere la seconda stagione che è arrivata a luglio 2024. Forse ci sarà una terza stagione, ma non mi interessa affatto.
Nel corso del 2024 ho abbandonato diverse serie tv, alcune delle quali hanno avuto anche un discreto successo appena uscite.
Non ho ad esempio mai terminato la seconda stagione di Unstable, la comedy con Rob e John Owen Lowe in un rapporto padre-figlio decisamente complicato.
La prima stagione è stata più o meno godibile, con qualche momento comico riuscito, ma l'impressione che ho avuto è che fosse una serie tv fine a se stessa, che non avrebbe mai avuto uno sviluppo né un finale sensato. Così, quando ad agosto 2024 è uscita la seconda stagione, ho visto giusto un paio di episodi, per poi mollare il colpo. Quando poi ad Ottobre Netflix ne ha cancellato il rinnovo, non mi sono affatto stupito.
È durato molto meno il mio interesse per Tires, commedia americana che Netflix ha addirittura rinnovato per una terza stagione.
Non ne ho mai parlato qui sul blog perché mi sono fermato dopo davvero pochi episodi, ma l'idea di partenza sembrava simpatica. Tires è infatti scritta, fra gli altri, da Shane Gillis, stand-up comedian statunitense che sembrava potesse creare qualcosa di interessante. Ma questa serie tv Netflix è costellata da personaggi macchiettistici, grezzi, che risultano banali e datati nel mondo della serialità, con quella comicità da cinepanettone che non fa più ridere. Ho trovato poi snervanti le inquadrature che ricordano un mockumentary, quindi non capisco la longevità di Tires.
Per più o meno le stesse ragioni non sono arrivato a terminare la miniserie Fiasco, arrivata su Netflix il 30 Aprile 2024.
In questo caso seguiamo le vicende di un regista alla prime armi e la sua troupe, che deve girare una sua opera prima ma sarà una avventura piena di intoppi, errori e difficoltà.
In Fiasco l'effetto "falso documentario" è molto più marcato che in Tires, non solo per la regia, ma anche per le tipiche interviste e i vari retroscena del dietro le quinte di questo improbabile film.
Nonostante sembra sia stata ispirata da fatti realmente accaduti e gli episodi fossero davvero brevi, i personaggi insopportabili e le storie poco interessanti hanno reso per me questa serie tv Netflix poco convincente, e non in grado di intrattenermi come avrei voluto.
Non ho mai terminato anche la serie tv spagnola distribuita da Netflix il 28 Giugno 2024 intitolata La Passione Turca, che credo sia anche stata in vetta fra i titoli più visti in streaming.
Già dal titolo però potete capire perché non sono arrivato alla fine: mi è sembrata subito una soap opera che puntava al dramma, dai tratti confusi e con una protagonista che non mi ha suscitato simpatia.
E arrivo al 2025, con un paio di abbandoni che forse lasceranno perplessi alcuni di voi.
Ho provato infatti a proseguire la visione di The Bear, dopo una prima stagione che mi aveva provocato più di qualche mal di testa a furia di urla inutili, ma non ce l'ho fatta.
Mi sono addirittura spinto fino al quinto episodio, convinto che avrei trovato quella bellezza che molti decantano, ed in effetti c'erano dei passi avanti. Mi sembrava infatti che le vicende del ristorante di Carmy stessero iniziando ad ingranare, e che ci fossero degli sviluppi più interessanti. Purtroppo però la nevrosi che alberga in praticamente tutti i personaggi, seppur smorzata in questa seconda stagione, non fa altro che scollegarmi da qualunque emotività che The Bear possa voler trasmettere. Mancando quella forma di affezione verso i protagonisti, il desiderio di scoprire che ne sarà delle sorti di Carmy e della sua cucina è scemato. A luglio di quest'anno The Bear è stata rinnovata per una quinta stagione, e mi chiedo che ci sarà ancora da raccontare. Ma soprattutto come si faccia a seguirla senza imbottirsi di ansiolitici.
Ho dato molte meno chance alla serie tv Netflix Un solo sguardo, in streaming dal 5 marzo di quest'anno.
Un solo sguardo è una produzione polacca, ma è tratta dall'ennesimo romanzo thriller di Harlan Coben che con la grande N ha ormai un sodalizio decennale. Io mi ero già sciroppato Missing You e Un inganno di troppo, sempre tratte dai libri dello scrittore americano, e tutte collegate dal bisogno eccessivo di sospendere l'incredulità.
Non avendomi convinto del tutto, partivo già sfiduciato anche con Un solo sguardo e quando poi ho visto il primo episodio e mi sono ritrovato con una storia confusa e con poco appeal, ho battuto ritirata molto volentieri. È vero, avrei dovuto darle qualche opportunità in più, ma essendo una miniserie non avevo nemmeno lo stimolo di potermi affezionare ai personaggi e volerne sapere di più.
L'ultima serie tv abbandonata di questa prima parte del 2025 è The Studio, distribuita su Apple Tv+ dal 26 marzo al 21 maggio 2025.
Scritta, diretta e interpretata da Seth Rogen, The Studio si concentra sulle vicende di Matt Remick, nuovo capo della casa di produzione cinematografica Continental Studios. Matt però è goffo e inesperto e quindi combinerà sempre qualche guaio, che sia dietro le quinte di un film o per il rinnovo di qualche contratto.
The Studio mi ha ricordato un po' The Bear: entrambe infatti mi fanno chiedere " cosa non ho capito?, cos'è che ha reso questa serie tv così attraente ma a me sfugge?".
È vero che questa novità di Apple Tv+ può vantare di un ottimo cast, che si arricchisce di episodio in episodio con camei straordinari (come capita in Chiami Il Mio Agente per capirci), oltre che ad una messa in scena ben studiata.
Il problema è però la storia: il personaggio di Seth Roger (che mi ha ricordato vagamente quello di Platonic) è assurdo, esagerato, non si capisce bene per quali doti sia arrivato ad un ruolo così importante. Si potrebbe dire che questa è la cinica satira al mondo del cinema, dove chiunque può avere il suo momento di gloria, ma è una critica molto limitata rispetto ai tanti problemi dello show business americano. La comicità poi di The Studio è ripetitiva e quasi slapstick, e onestamente non mi fa ridere, così come la narrazione verticale tende a smontare la voglia di proseguire fra gli episodi. Non mancano anche qui urla e insulti.
Forse hanno ragione i miei hater quando dicono che in realtà non ne capisca nulla, ma credo che da fruitore più che ventennale e accanito del mondo seriale, almeno per esperienza qualcosa avrò imparato. E con The Studio, l'impressione è che ad aver abbagliato sia la scatola, l'idea che quello che sta per accadere possa essere divertente, mentre il contenuto vero e proprio latita, affossato da isterismi e momenti scarsamente credibili.
Per il momento non ho altre serie tv abbandonate, ma fatemi sapere le vostre.
Non ne conosco nessuna, io ho abbandonato mercoledì addams e stranger things che tutti amano, sons of anarchy, american gods, american horror story, peaky blinders, rectify
RispondiEliminaTi posso dire che stavo per lasciare Stranger Things anche io, e a dirla tutta non ho chissà che voglia di vedere l'ultima stagione. Se leggi i miei capitoli precedenti sulle serie abbandonate ci trovi proprio American Gods, American horror story e Peaky Blinders
EliminaConosco, purtroppo, solamente Un solo sguardo, credo in assoluto il peggior Coban mai trasposto, hai fatto bene a mollarlo là..
RispondiEliminaI suoi adattamenti onestamente non mi hanno mai fatto impazzire, ma comunque si lasciano seguire. Un solo sguardo era iniziato troppo incasinato per apprezzarla.
EliminaPer me The Studio tra le migliori serie dell'anno. Le altre mai iniziate.
RispondiEliminaIo sono ben contento di essermi evitato qualche strillo
EliminaA volte mi pare un mare immenso quelle delle Serie Tv in cui mi perdo facilmente
RispondiEliminaÈ un mare immenso, e per questo secondo me tocca fermarsi quando lo si desidera
EliminaMi sa che non sei proprio portato per le urla e l'ansia :) Ho delle difficoltà anch'io, ma ho amato The Bear e The Studio sia per come sono scritte e recitate che per quello che raccontano, andando a fare di ogni episodio una storia, di ogni personaggio un approfondimento. Poi c'è lo stile, e per me le due serie ne hanno da vendere, ma capisco la difficoltà, c'è almeno un episodio a stagione in cui devo fare pausa o rischio il mal di testa/infarto per le urla di Carmy. La quarta stagione, però, è la più calma se riesci a tener duro.
RispondiEliminaDelle altre, ho visto solo Perry Mason e dopo una certa noia ero riuscita comunque a vedere la seconda stagione, che migliorava con un caso più interessante ma, ecco, capisco la cancellazione. Ritmi troppo lenti, ambientazione non così accattivante.
No, infatti, sono già abbastanza ansioso di mio. Mi va bene la parlantina alla Amy Sherman-Palladino, ma qui siamo al di là di ogni logica e sopportazione. Non credo che riuscirei più a recuperare due stagioni ma grazie dell'incoraggiamento!
Elimina