Maschere Viso HQ, cosa ho provato e cosa mi è piaciuto

Ho pescato a caso fra le maschere viso che ho raccolto nel mio tesoriere (che poi sarebbe una roba tipo questa) ed ho pensato fosse arrivato il momento di mettere alla prova queste tre maschere viso di HQ, tutte e tre cremose in un certo senso.

Sono trascorsi oltre due anni da quando ho provato l'ultima volta dei prodotti di HQ (qui per l'esattezza) e ammetto che la voglia di tornare a parlare del marchio non era proprio alle stelle. Che io apprezzi le maschere viso economiche è noto, e già per questo HQ dovrebbe essere il top per me, ma non mi piace la discontinuità e il fatto che non sembra che ci sia una logica dietro queste maschere. È come se appaiano random nei negozi, magari trovandone differenti a seconda della catena, senza che poi ci sia un sito internet aggiornato a cui fare riferimento. Io ad esempio in alcuni negozio trovo scaffali pieni di queste maschere HQ Cosmétiques, in altri magari ne trovo poche ma di diversa tipologia.
So che non è una buona intro per una recensione e non ho nulla di personale contro l'azienda, ma è per dire che ogni volta che mi trovo davanti ad un loro espositore sono assalito da perplessità che mi portano ad acquistare poco e raramente.


HQ Maschera Gel Illuminante Antirughe
all'estratto di Chlorella


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Acqua e Sapone, Tigotà
💸 € 2.95
🏋 15ml
🗺 Made in Svizzera
⏳  6 mesi
🔬 //

Si presenta come un bellissimo gel fluido e dorato questa maschera Illuminante di HQ, che sembra quasi oro fuso quando la si preleva, ma sarà anche valida?

Al suo interno troviamo agenti idratanti come la glicerina e l'acido ialuronico, dei fermenti marini molto particolari estratti dal plancton che dovrebbero lisciare le rughe sottili e in generale stimolare la sintesi di acido ialuronico da parte della nostra pelle, e appunto la Chlorella, un'alga di acqua dolce che aiuta il microbiota cutaneo e quindi la barriera della pelle. 
Nell'INCI di questa maschera viso HQ appare anche un peptide, che ho scoperto essere parte di un complesso di sostanze che include anche un copolimero a base di acido lattico e glicolico, ed appunto la Chlorella, che si chiama X50® Photoglow che pare essere in grado di stimolare il turn-over cellulare e la sintesi del collagene, proprio attraverso la luce.

Come dice la stessa HQ, la maschera Antirughe ha una consistenza fluida, facile da stendere, con una profumazione abbastanza leggera, e che non si asciuga formando un film sul viso. Io sono riuscito a lasciarla in posa per oltre 15 minuti senza fastidi, per poi sciacquarla via con molta facilità. Andrebbe rimossa con un batuffolo di cotone per far sì che i benefici siano maggiori, ma io proprio non ce la faccio.

Una volta rimossa purtroppo, come accadeva per la maschera di Geomar, anche questa HQ lascia qualche pagliuzza qui e lì, probabilmente per accentuare l'effetto illuminante che dovrebbe avere il prodotto. Ed in effetti è un trattamento che più che altro su di me lavora sia nel rendere un po' più omogeneo il viso, che renderlo più liscio. Pecca però molto nell'idratazione, che su di me è quasi nulla, al punto che mi è obbligatorio proseguire con la mia routine se voglio un viso in pieno comfort.

Penso che questo sia dovuto alla presenza della silica, che essendo un assorbente asciuga la pelle, ma che potrebbe contribuire ad un istantaneo effetto tensore che penso possa appunto rispondere alla promessa di una azione antirughe. In questo senso però su di me non vedo benefici: non mi sembra che abbia reso la mia pelle particolarmente più distesa o soda.

Se me lo avessero presentato come un trattamento esfoliante e illuminante, tutto sommato avrei promosso questa Maschera Gel HQ, ma così mi sembra un prodotto poco affidabile, che non dà una resa precisa. I fastidiosissimi glitter poi sono un minus, specialmente se come me usate le maschere viso la sera e non come trattamento diurno.


HQ Maschera Peel Off
con polvere di Carbone vegetale di Bambù


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Acqua e Sapone, Tigotà
💸 € 2.95
🏋 15ml
🗺 Made in Svizzera
⏳  6 mesi
🔬 //

È interessante anche la formulazione di questa maschera Peel Off, che sembra una sorta di evoluzione delle tipiche black mask che promettono di eliminare impurità e punti neri. HQ Cosmétiques in questo caso infatti parla, più furbamente, solo di un effetto esfoliante ed opacizzante, oltre che astringente dei pori. Questo dovrebbe avvenire in particolare attraverso l'estratto di liquirizia, antiossidante e illuminante per la pelle, la polvere di carbone di bambù che assorbe il sebo, e questo Dermapur, che è composto dall'estratto di olmaria, una pianta che riduce la proliferazione batterica e la secrezione sebacea, agisce come antiinfiammatorio e rende la grana della pelle più omogenea. Non guasta anche la presenza di Betaina che idrata la pelle.

Come tutte le maschere peel Off, anche questa HQ va stesa in modo uniforme sul viso e lasciata asciugare per almeno 20 minuti, fino a quando non sarà completamente asciutta e può essere spellata via in un unico pezzo o quasi.

Ho fatto un discorso sulle black mask in generale, quando vi ho parlato di una di queste maschere di Clinians (qui) e in sintesi ho affermato che credo ormai poco a questa tipologia di formulazione se l'azienda fa riferimento ad una particolare capacità di rimuovere impurità e punti neri, sebbene una vocina nella mia testa mi dica che magari qualcuna di queste finisce per meritare una chance. In realtà credo che un po' tutte abbiano un effetto molto più blando di quanto promesso, almeno sulla mia pelle.

Tornando a questa di HQ Cosmétiques mi ha lasciato una impressione generalmente positiva perché ad esempio non ha una brutta profumazione né mi ha irritato la pelle, ma sulla sua efficacia non posso dirvi grandi cose. Sono d'accordo sull'effetto opacizzante promesso, e tutto sommato questa maschera peel off mi lascia la pelle un po' più liscia, portandosi via qualche alcune cellule morte e quindi levigando alcune parti magari più ruvide.

Può essere quindi un extra da aggiungere alla propria routine, ma sono certo che ci siano altri prodotti che svolgono meglio questa funzione e che possono essere usati quotidianamente.



HQ Maschera Scrub
con polvere di carbone di Bambù


INFO BOX
🔎 Grande Distribuzione, Acqua e Sapone, Tigotà
💸 € 2.95
🏋 15ml
🗺 Made in Svizzera
⏳  6 mesi
🔬 //

Sebbene con una consistenza ed una modalità d'uso differente, questa maschera scrub ha più o meno gli stessi attivi e lo stesso scopo della maschera peel off HQ.
È una crema scura, dalla profumazione fresca e piacevole, in cui sono dispersi dei granuli di dimensioni differenti, che sono principalmente polvere di carbone di bamboo e silice. Come invece attivi troviamo appunto il Dermapur di cui vi ho raccontato su, e l'estratto di liquirizia. Ho notato anche la presenza di amido di mais, che immagino sia stata inserita per il suo potere abrasivo e assorbente, ma non mancano gli ingredienti idratanti come la glicerina.

Anche la maschera scrub HQ va applicata su viso pulito, lasciata in posa 10 minuti e poi massaggiata, ma io preferisco fare al contrario, ovvero prima massaggiarla per sfruttare il potere scrubbante, e poi la lascio agire, per procedere infine col risciacquo.

Lo specifico, sebbene sia la mia filosofia, che anche questo trattamento tendo a lasciarlo agire per più a lungo dei 10 minuti suggeriti, e la mia pelle ha reagito sempre positivamente. 

Se dovessi scegliere, probabilmente la Mask Scrub HQ avrebbe la mia preferenza rispetto alla peel-off, al netto appunto di attivi e scopi molto similari. Infatti questo mi sembra un trattamento più completo, che ha senso per pelli miste e che secondo me aiuta in maniera più specifica nel riequilibrare la cute.
Infatti lascia la mia zona T pulita e asciutta ma non va a seccare le altre parti del viso dove invece la mia pelle è più secca. Non ho notato invece un particolare effetto astringente o di riduzione dei brufoletti.

Il potere esfoliante di questa maschera HQ non è particolarmente intenso, e forse questo è il punto che mi lascia più perplesso, perché i granuli non sono moltissimi, e i più grossi sono praticamente particelle di carbone che, oltre a non essere troppo taglienti, tendono a sfaldarsi man mano che si massaggia il prodotto sul viso.
Tuttavia nel suo insieme questa maschera scrub HQ mi ha dato un buon feeling, e tra l'altro si sciacqua molto bene, lasciando il viso pulito, fresco e senza patine untuose. 




Due Film True Crime su veri Serial Killer

Mentre gli altri quando arriva Halloween fanno le maratone horror, io recupero qualche true crime, che magari è anche più angosciante, specie se si parla di veri serial killer. Ne ho visti due recentemente, entrambi disponibili in streaming, che tra l'altro hanno parecchi punti in comune, specie nei loro intenti. 

Lo strangolatore di Boston(2023)

Titolo originale: The Boston Strangler
Genere: drammatico, thriller, biografico
Durata: 112 minuti
Regia: Matt Ruskin
Uscita in Italia: 17 Marzo 2023 (Disney+)
Paese di produzione: Stati Uniti 

Negli anni '60 a Boston stava accadendo qualcosa di oscuro e preoccupante: diverse donne erano state trovate morte, principalmente nelle loro abitazioni, e tutte presentavano al collo un fiocco annodato. La stranezza è che non si trattavano di furti finiti male, ma la polizia, come si sul dire, brancolava nel buio, mancavano prove e il potenziale assassino seriale sembrava un uomo senza volto che nessuno riusciva a riconoscere.
Loretta McLaughlin (interpretata da Keira Knightley) era una giornalista del quotidiano Record-American, che però si dedicava a recensioni di prodotti per la casa (tipo me insomma), ma si era appassionata alle vicende che riguardavano queste donne uccise, e così decise che era il momento di imporsi e di superare le reticenze maschiliste dei colleghi per poter raccontare sul giornale cosa stava accadendo.
Proprio le sue indagini, insieme ad un'altra giornalista di polso come Jean Cole (Carrie Coon che avevo visto da poco in His Three Daughters), aiuteranno la polizia nel fare chiarezza, visto che le due donne, prima sbattute in prima pagina per accalappiare lettori, riusciranno a collegare tutte le prove e i casi fra loro.

È un film a più livelli questo di Matt Ruskin: parte come appunto un caso reale di cronaca nera, seguendo la scia dei delitti dello strangolatore di Boston, che ci viene mostrato in alcune scene inserite qui e lì a rinnovare la suspense, ma questo sfocia nell'inchiesta giornalistica e, di conseguenza in un film biografico sul lavoro delle due giornaliste.

Nel suo insieme che mi è sembrato solido, ma forse non quello che molti si aspettano perché appunto Lo strangolatore di Boston vuole parlare di altro, soprattutto della difficoltà di due donne per scardinare un sessismo radicato, ed essere prese sul serio in un ambito che fino a quel momento era ad appannaggio maschile senza alcuna ragione. 

In questo senso mi piace come sia Loretta che Jean non vengano dipinte come delle eroine romantiche, ma come delle donne comuni, che devono affrontare un mondo che le vorrebbe mamme e casalinghe, incluse dei mariti o delle cognate che semplicemente le vorrebbero in casa a badare ai figli.

Tutto questo forse poteva essere raccontato con un po' più mordente e con un po' più di ritmo, che sono secondo me le due pecche più forti di The Boston Strangler, manca proprio una crescita della tensione, una parabola che porti a momenti di suspense vera e propria. Le scene ad esempio in cui vediamo lo strangolatore all'opera (suona macabro, ma mi capite) non sono poi così efficaci dal punto di vista dello spettatore.
È come se in questo senso, più che affidarsi alla sceneggiatura, abbiano deciso di far leva costantemente questa fotografia dai toni cromatici cupi e freddi, per cercare di trasmettere appunto una certa ansia, e per questo secondo me, quei livelli a cui facevo riferimento su, non sono tutti uguali.
Keira Knightly e Carrie Coon fanno un buon lavoro, e quest'ultima mi sta convincendo sempre più come attrice, ed ammetto che forse fino ad adesso non le avevo dato le attenzioni che merita. In generale tutto il cast è composto da volti più o meno noti.

Lo strangolatore di Boston è quindi un buon film per una serata non troppo impegnativa, la sua collocazione in streaming è più che giusta, e funzionerà ancora di più se come me siete digiuni della vicenda, ma vi attirano questo tipo di storie.


Woman of the Hour (2024)


Genere: drammatico, thriller
Durata: 94 minuti
Regia: Anna Kendrick
Uscita in Italia: 17 Marzo 2023 (Disney+)
Paese di produzione: Stati Uniti, Canada 

Dagli anni '60 facciamo un salto agli anni '70 quando una giovane donna che sognava di fare l'attrice, si ritrovò ad un quiz in cui conoscere il suo partner ideale, e fra i partecipanti c'era un serial killer che per anni si è aggirato indisturbato per gli Stati Uniti, uccidendo giovani donne marginalizzate dalla famiglia o dalla società. La donna in questione è Cheryl Bradshaw (interpretata da Anna Kendrick), che però non cadrà nella trappola dell'assassino di nome Rodney Alcala (Daniel Zovatto), e per quanto possa sembrare una storia assolutamente assurda, è una vicenda realmente accaduta, che ha funzionato solo perché l'occhio machista e maschilista degli Stati Uniti di quegli anni (e in fondo anche di oggi), ha permesso che accadesse.

Non credo di aver fatto troppo spoiler su Woman of the Hour perché si tratta di una vicenda che trovate su Wikipedia o su altri siti, ma il film con Anna Kendrick, che qui si dedica per la prima volta anche alla regia, vuole parlare di altro, un po' come Lo strangolatore di Boston.

Da un lato infatti Cheryl Bradshaw non riesce a muoversi nel panorama cinematografico di Hollywood perché non vuole piegarsi alle regole che le vengono imposte appunto dagli uomini, ovvero mostrarsi nuda o inviare scatti in costume a produttori e registi nella speranza che la scritturino.
Dall'altro lato c'è invece un killer che a suo carico ad oggi sembra abbia ucciso circa 130 persone, ma che ha potuto portare avanti la sua condotta perché le vittime che sono riuscite a scappargli o che hanno in qualche modo assistito al suo modo di attrarre le sue prede, non venivano credute dalla polizia. Un doppiopesismo che si riversa anche in uno show televisivo, in cui questo maschilismo viene spettacolarizzato e giustificato.

Woman of the hour così riesce a trasformare un thriller true crime in un film di denuncia, ma in questo caso secondo me entrambi i generi funzionano meglio e trovano maggiore equilibrio rispetto a Lo strangolatore di Boston per due ragioni: infatti le scene in cui vediamo Rodney Alcala all'azione, anche in questo caso inserite qui e lì nel corso della narrazione principale, sono molto più di impatto emotivo e sanno creare davvero suspense. E poi vediamo il volto del killer, che è interpretato da un inquietantissimo Daniel Zovatto, che sebbene abbia pochi dialoghi, riesce a trasmettere la complessità dell'assassino.

Mi è piaciuta anche la regia di Anna Kendrick, che sa trasmettere quella tensione necessaria e non cadere nel didascalico, e ovviamente la sua interpretazione, ma ormai ha dato prova che sappia assumere ruoli e toni differenti. Quello che manca è forse una coesione generale fra le scene, come se le sequenze a volte abbiano più un mero ordine cronologico che logico, e sono certo che qualcuno possa non apprezzare come vengono dipinti gli uomini bianchi in questo film perché se ne salvano pochissimi. 
Resta forse una delle uscite su Netflix più convincenti degli ultimi tempi. 

Nuovi prodotti e i promossi di Ottobre

È arrivato quel periodo del mese in cui mettere al vaglio i prodotti viso, corpo e capelli, che sto utilizzando per vedere cosa mi sta piacendo e cosa invece non mi ha convinto e perché.


Cien Scrub Corpo Pan di Zenzero


INFO BOX
🔎 Lidl
💸 €1.29
🏋 300 ml
🗺 Polonia
⏳  12 Mesi
🔬 Vegan     

Oltre alla linea Mattifying di Cien da Lidl sono arrivati più o meno nello stesso periodo altri prodotti in limited edition, ovvero due scrub corpo dalle profumazioni super autunnali e quasi festive, ovvero Vaniglia e Pan di Zenzero, ed io ho scelto quest'ultimo perché mi sembrava estremamente coccoloso e non mi sono sbagliato.

È appunto uno scrub corpo arricchito con gli estratti di zenzero e cannella, che hanno sia capacità skincare come ad esempio una azione antiossidante e antiinfiammatoria, sia appunto danno anche aroma al prodotto.
I granuli invece sono in parte da sfere biodregradabili di cellulosa acetato, sia dalla polvere di gusci di cocco, e il tutto è racchiuso in una consistenza di un gel molto fluido, forse più simile ad un doccia schiuma che ad un prodotto esfoliante.
Nell'INCI troviamo anche altre sostanze funzionali per la pelle, come glicerina per idratare e tocoferolo come antiossidante.

Proprio per la presenza di tensioattivi, lo Scrub Corpo Pan di Zenzero Cien a contatto con l'acqua tende a creare una leggera schiumetta, come se si emulsionasse, scorrendo molto bene sulla pelle.

Se dovessi dare dei voti alle caratteristiche di questo scrub, il suo potere esfoliante prenderebbe un cinque secondo me: i granuli infatti sono davvero pochi e tendono a disperdersi molto facilmente, specie su pelle bagnata, quindi non li sento agire molto. Ho provato anche a shakerare la confezione prima di prelevare il prodotto, nell'eventualità che andassero sul fondo, ma da questo punto di vista è uno scrub corpo delicato, non come ad esempio quelli salini, che invece anno un effetto grattante anche a volte troppo incisivo. Però tutto sommato contribuisce a lasciare la pelle morbida e idratata proprio per gli attivi che vi dicevo sopra, e soprattutto non è difficile da sciacquare via perché è appunto fluido.

Lo Scrub Pan di Zenzero però si prende un otto per il suo potere aromaterapico perché la profumazione è davvero ottima, speziata, dolce ma non stucchevole, rende il momento della doccia molto rilassante e coccoloso, e questa fragranza delicatamente si sente anche sulla pelle una volta finito di lavarsi, quindi promossa.
Il mio uso di questo prodotto Cien è stato leggermente diverso proprio perché ho voluto sfruttare più l'azione aromaterapica che quello esfoliante: miscelo con un po' di scrub sulla mia spazzola in silicone  con un po' di Docciacrema Argan & Cocco sempre di Cien. Le due profumazioni si sposano benissimo e quindi ho un prodotto comunque delicatamente esfoliante, idratante e molto profumato.


S-he Colour&Style Balsamo labbra Colour&Care n. 335/003


INFO BOX
🔎 dm-drogeriemarkt.it, catene DM
💸 €2.99
🏋 5g
🗺 Germania
⏳ Scadenza sulla confezione
🔬 //

Diverso tempo fa volevo inoltrare un ordine sul sito DM e cercavo un balsamo labbra che fosse leggermente colorato, così da avere una doppia azione nutriente e ravvivante, e son capitato su questi del brand S-he Colour&Style, che credo sia proprio una esclusiva della catena. 

Ad avermi colpito è stata la formulazione (purtroppo non presente sul prodotto ma solo sul sito) che è composta da burri e oli vegetali, come ricino, oliva e burro di karitè, ma anche la colorazione, io scelto la 003 che sul sito viene descritta come un lampone, ma che in realtà secondo me è leggermente più freddo, un color carne con una punta di malva, che lo rende abbastanza naturale e portabile per me, molto vicino al colore delle mie labbra.


Una volta giunto fra le mie mani, questo balsamo labbra S-he si è dimostrato leggermente diverso da come immaginavo. Infatti più che un burrocacao con una leggera tinta, mi sono ritrovato con secondo me un rossetto sheer molto modulabile in termini di pigmentazione, che quindi, se si stratifica, può avere anche una discreta coprenza. Non mi è spiaciuto però utilizzarlo e soprattutto l'ho trovato molto portabile, sia perché è appunto molto gestibile, quindi può essere usato in piccole quantità per appunto andare solo a ravvivare il colore delle labbra, sia perché la tonalità 003 è davvero molto simile ai miei colori. Quindi ottengo quell'effetto fresco, sano, ma sempre naturale, mai troppo visibile.

L'essere modulabile di questo balsamo labbra S-he Colour&Style fa sì che non richiede troppa accortezza nell'applicarlo, specie se non è vostra intenzione avere una coprenza particolare, ma solo piccoli tocchi di colore.

Questo balsamo Colour&Care è poi molto confortevole, non risulta appiccicoso o pesante e mi lascia le labbra morbide ed elastiche, quindi ha in effetti una funzione nutritiva su di me. Ne apprezzo poi anche il finish, molto naturale, non troppo lucido ma nemmeno troppo opaco, quindi contribuisce comunque nel look naturale che voglio ottenere. La sua durata è buona, non va via in malo modo, ma sicuramente mi piace averlo dietro per riapplicarlo.

Secondo me è anche perfetto da abbinare ad esempio ad una matita labbra con cui creare un contorno più definito, per poi appunto aggiungere colore e confortevolezza con questo stick.
Un piccolo tip: l'ho usato anche come blush in crema, proprio per le sue caratteristiche che vi ho raccontato, e dà un aspetto molto sano e roseo, e si sfuma abbastanza bene.
L'unico neo che riesco a trovare a questo Balsamo labbra S-he è che mi si è rotto lo stick, probabilmente anche per colpa del caldo estivo, ma sono riuscito a recuperarlo, e comunque ci può stare per un prodotto così economico.
Aggiungo che non ha né odore né sapore, che per me è un plus, ma per altri può essere noioso.



Alverde Vital Crema Contorno Occhi con peptidi di lupini Bio


INFO BOX
🔎 dm-drogeriemarkt.it, catene DM
💸 €4.99
🏋 15ml
🗺 Germania
⏳ Scadenza sulla confezione
🔬 Natrue, Vegan

Resto sempre da Dm con questa crema contorno occhi di Alverde con Peptidi di Lupini, che mi aveva incuriosito proprio per gli ingredienti.
Lasciando da parte i peptidi di lupini, che alla fine sono delle proteine idrolizzate dai semi di lupino che contengono alcuni aminoacidi che sembrano in grado di inibire la disgregazione del collagene il fotoinvecchiamento, ma ci sono tanti altri attivi che mi piaccio e decisamente più fidati, come l'olio di soia, di cartamo, di enotera e di argan, a cui si uniscono anche acido ialuronico, glicerina e tocoferolo.

È quindi una formulazione idratante e nutriente ed infatti questo contorno occhi Alverde Vital è pensato per pelli più mature e che tendono ad essere meno elastiche.

All'atto pratico si tratta di una bella cremina, abbastanza densa ma che non fa scia bianca quando la si stende e che tutto sommato si assorbe rapidamente. Ha una leggera profumazione agrumata che comunque non dà fastidio perché molto evanescente, ed in generale è un contorno occhi delicato, che non mi ha fatto lacrimare anche quando l'ho utilizzato la sera dopo una giornata di schermi elettronici e lenti a contatto.

Questa crema Alverde è secondo me appunto indicata per pelli che tendono ad essere secche, e vogliono un prodotto nutriente ma non pesante, pensato per il giorno e che funzioni bene come base trucco per il giorno. 
È un prodotto che consiglierei appunto in questo senso, quindi per chi ha più o meno la mia fascia d'età (30-40), vede i primi segni del tempo e sente l'esigenza di un prodotto un po' più corposo. Su di me ad esempio riesce a mantenere questo livello di idratazione per un po' tutto il giorno, anche con questi primi freddi.

È tacito che questo contorno occhi Alverde ai peptidi di Lupini non è un balsamo, non ha quel potere nutriente che quindi possa accontentare pelli molto secche andando incontro alla stagione fredda o come trattamento notturno, ma può essere un valido coadiuvante se ad esempio avete già un siero contorno occhi slow age, magari particolarmente avanzato (e costoso) e state cercando un prodotto invece molto economico che sigilli e completi il trattamento della zona perioculare.


Activilong Olio di avocado 100% puro 


INFO BOX
🔎 Amazon
💸 €5.95
🏋 100ml
🗺 Francia
⏳ Scadenza sulla confezione
🔬 //

Verso metà agosto cercavo un olio per capelli per i miei soliti impacchi, che potesse sostituire quello che stavo usando e che appunto era terminato da un po'. Ho pensato ad un olio puro e su Amazon ho trovato questo di Avocado di Activilong, azienda francese che pare abbia una lunga storia risalente agli inizi degli anni '80 e pensato soprattutto per capelli afro o con texture.
L'ho subito ordinato, visto il costo accessibile, e penso di aver fatto un buon acquisto con alcuni ma.
Penso infatti di aver comprato un olio abbastanza di qualità, sia per colore, per odore e consistenza, l'azienda dice che è spremuto a freddo, e che potenzialmente può essere usato per tutto il corpo e per il viso se si apprezzano le proprietà di questo olio.

Io l'ho utilizzato come anticipavo esclusivamente per lunghi impacchi a capelli e cuoio capelluto, facendo anche un bel massaggi e lasciandolo in posa per circa un paio di ore, per poi proseguire con lo shampoo. 


L'olio Activilong ha anche una confezione abbastanza funzionale per dosare il prodotto senza sprechi, quindi un altro punto a favore, ma per i miei capelli si è dimostrato forse appena leggero. Sicuramente aiuta a nutrire il cuoio capelluto, dandogli maggiore comfort, e soprattutto non mi ha appesantito i capelli costringendomi ad esempio a lavarli prima del dovuto, ma non mi è sembrato che influisse tantissimo, almeno esteticamente, sulle mie lunghezze. Quindi non ho notato un particolare effetto ammorbidente, condizionante e lucidante che mi facesse dire "wow".

Credo che insomma i miei capelli stopposi, specie durante l'estate, avessero bisogno di qualcosa di più strong o comunque di una miscela di oli che si coadiuvassero a vicenda. Questa sua leggerezza l'ho notata anche nel fatto che riesco a rimuoverlo molto facilmente con un semplice shampoo, quindi mi fa pensare che sia più adatto a capelli meno complicati dei miei.
Se voglio un maggiore potere condizionante, utilizzare applicare questo olio di avocado anche come pre styling, quindi applicandone poche gocce prima dell'asciugatura su capelli bagnati, ma non ho semplicemente l'abitudine di usarlo in questo modo.
Activilong ha comunque un catalogo ampio di oli e prodotti naturali, quindi potrei dare una chance ad altre loro referenze.



Avvocato di Difesa e HeartStopper 3, cosa non ha funzionato

Visto che Netflix li propone più meno sempre nello stesso periodo, come per la seconda stagione, anche questa volta mi ritrovo a parlare di The Lincoln Lawye ed Heartstopper, entrambi giunti alla terza stagione. Questa volta alcune cose non mi hanno convinto.


Heartstopper
Terza stagione

Giorno 3 ottobre siamo tornati nel mondo fumettoso di Heartstopper, che continua ad approfondire le dinamiche della storia d'amore fra i due giovanissimi Nick (Kit Connor) e Charlie ( Joe Locke), che ormai è venuta alla luce e che tutti i loro amici supportano.
Nella passata stagione era il coming out di Nick a mettere i due in difficoltà, ma adesso c'è un altro grosso problema: Charlie infatti soffre di un disturbo alimentare e quando Nick lo scopre, dovrà creare un varco affinché il ragazzo decida di affrontarlo al meglio. 

E poi ci sono Tao e Elle che stanno invece vivendo con molta più serenità il loro rapporto, comprendendosi e supportandosi anche per quello che sarà il loro futuro. Ed in effetti tutto il gruppo di amici sta crescendo e pensare all'università e ai passi da fare per il futuro sta diventando una urgenza sempre più forte, con tutte le paure che ne conseguono.
C'è poi chi invece si sente messo da parte, come Isaac (Tobie Donovan), che per la sua asessualità si sente lontano dai suoi coetanei con gli occhi a cuoricino per i rispettivi partner.

So che non sono parte del pubblico a cui Heartstopper si rivolge, visto che sono troppo anziano e troppo freddo per poter apprezzare una serie tv fiocchettosa, dove ogni fotogramma sprizza glitter, e dove incredibilmente coesistono tantissimi (per non dire tutti) personaggi queer che non hanno esistenze particolarmente complicate, e forse per questo, la terza stagione della serie per me è diventata l'inizio della fine e quella che in parte ho preferito meno.
Il tema centrale di Heartstopper 3 come dicevo sono i disturbi alimentari di Charlie, e tutto quello che ne consegue per lui e per chi gli sta intorno, e così deve muoversi fra domande inopportune di chi lo conosce appena e i sermoni dei parenti che alle feste comandate dimostrano tutta la loro incapacità di comprenderlo, ma a parte questo, non c'è molto altro di rilevante in questi episodi.

Ci sono delle difficoltà come accennavo sopra, ed alcune sono anche molto serie, ma vengono tutte superate con un abbraccio o un chiarimento nel giro di un episodio.

Purtroppo alla lunga la coppia Charlie-Nick sta diventando semplicemente stucchevole, non evolve, ma risulta fine a se stessa non fornendo altre occasioni di riflessione. Ne consegue che anche le dinamiche interne siano ormai stagnanti, con Charlie che sembra sempre il più bisognoso, e Nick che deve essere forte per entrambi.
Non so nemmeno se affrontare i disturbi alimentari, o qualunque problematica legata alla psiche, in questo modo così facilone e indorato, possa essere utile a qualcuno che sta attraversando lo stesso stato, specie per il modo in cui le cose vengono risolte.

Sulle altre coppie di Heartstopper nemmeno mi ci soffermo, perché ad oggi non hanno trovato un approfondimento utile alla storia in generale, ma vengono rappresentate attraverso immagini e musica specie verso il finale. Forse, l'unico avanzamento è che finalmente si fa maggiore riferimento al sesso, e non credo sia un passo avanti perché ho fantasie strane, ma perché è obbiettivamente irreale pensare a dei ragazzi giovani che non hanno pulsioni fisiche.

Per il resto mi è sembrato un continuo spuntare caselle del linguaggio e della caratterizzazione dell'universo LGBTQ+, a volte anche senza uno scopo o una spiegazione precisa, come la questione dei pronomi, buttata a caso in una scena. E più in generale i dialoghi mi sono sembrati appiattiti da una mancanza di creatività.
Heartstopper 3 conferma quell'idea di una bolla, di un mondo idealizzato quasi all'estremo dell'irreale, che, al netto di intenzioni buone, positive e leggere, sta diventando quasi asfissiante, e più che una fiaba ideale, sembra un incubo da cui scappare. 
Per quanto riguarda il rinnovo ad una quarta stagione, ho letto che Netflix ha registrato un calo delle visualizzazioni, ma secondo me ci sarà comunque almeno un altro ciclo per Heartstopper.



Avvocato di difesa - The Lincoln Lawyer
Terza stagione

Ad ottobre è tornata anche la terza stagione della serie tv tratta dai romanzi di Michael Connelly sul rampante avvocato Mickey Haller, interpretato da Manuel Garcia-Rulfo.
I nuovi episodi, che sono stati resi disponibili tutti insieme e non più in due parti come la seconda stagione, si concentrano sulle indagini per quanto riguarda la morte di Gloria Dayton (Fiona Rene), in arte Glory Days, prostituta che Haller ha aiutato nel cercare di rifarsi una vita. Proprio il principale accusato dell'assassinio di Gloria sarà il cliente che l'avvocato di difesa tenterà di far scagionare, scoprendo però che dietro all'uccisione della donna c'è molto altro, ovvero la corruzione della polizia, del sistema politico e penale in generale.
Nel mentre Mickey cerca anche di far proseguire la sua vita privata, ma non è semplice far collimare un lavoro così impegnativo con l'amore.

Non credo ci sia stato un momento in cui ho parlato bene di The Lincoln Lawyer, anzi ricordo distintamente che alla prima stagione mi sembrava proprio una perdita di tempo, ma il secondo capitolo mi aveva dato qualche speranza sul fatto che forse c'era del buono in questa serie tv Netflix. Purtroppo però questa terza stagione secondo me ha mostrato molti limiti. 

L'idea infatti di avere un unico caso da risolvere, con tutte le sue pertinenze e diramazioni, purtroppo fa fatica a risultare coinvolgente per la bellezza di 10 episodi spesso da più di 50 minuti. E così ci si ritrova con dei filler narrativi che poco entusiasmano e soprattutto che si vede sono stati inseriti proprio per allungare il brodo. La parte peggiore, e mi spiace se per qualcuno può risultare come uno spoiler, è quando Mickey si è messo a parlare con alcune persone morte, fra cui il padre e la stessa Glory, che lo assolvevano da ogni peccato. Quindi o lui parla con i fantasmi, o semplicemente se la canta e se la suona da solo.


Più in generale tutte le parentesi sulle indagini del caso sono le meno convincenti, infatti secondo me è in tribunale che l'avvocato di difesa riesce a dare il meglio di sé, ed a creare quei momenti di tensione che stimolano la visione.
Ma anche sul versante personale non mi è sembrato ci sia stato un grande sforzo nel costruire una vita sentimentale più strutturata per il nostro avvocato.
Questo credo si ricolleghi al fatto che tutti i personaggi secondari sono stati pensati come semplici spalle per il principale, dando loro delle storyline estremamente fiacche e poco dinamiche, per cui non forniscono alcun diversivo al filone principale.
Ma, cosa forse peggiore, David E. Kelley non è riuscito a trovare un tema un po' meno abusato come la corruzione agli alti livelli o i cartelli della droga che si fanno guerra fra loro.

Fra lungaggini inutili e momenti ridondanti sono arrivato alla fine della terza stagione e tutto sommato non è stato difficile, ma non mi era rimasto nulla di The Lincoln Lawyer 3, ed anche il colpo di scena finale, che lascia aperta una porta ad una quarta stagione ancora da confermare, non mi ha entusiasmato a punto tale da far crescere l'attesa per un rinnovo. 




Cien Mattifying for Oily Skin, la nuova Limited Edition da Lidl per pelli grasse

Cien torna a farci impazzire con una nuova edizione limitata che sembra fosse già apparsa nel mercato europeo, ma non da noi. Mi riferisco alla linea Mattifying, composta da tre diversi prodotti per la cura del viso, pensata per pelli miste e grasse, e che dovrebbe avere appunto un effetto opacizzante e anti-impurità.


Quando sono andato ad acquistare questa linea Cien non era già disponibile uno dei prodotti, ovvero la Cleansing Mousse detergente, e questo è il grosso problema con queste limited edition: molti lamentano l'impossibilità di trovarle o il fatto che gli espositori vengono razziati nel giro di pochissimo. 
È un discorso ampio: escludendo il fatto che secondo me alcuni non vedono proprio gli espositori, cercandoli chi sa dove (senza offesa, ma ne sono convinto), la distribuzione di questi prodotti skincare fatta da Lidl non è omogenea in tutta Italia, non essendo presente su volantino. Inoltre credo che alcune filiali abbiano espositori con meno referenze, e che quindi vadano sold out subito. 

La soluzione però è semplice, infatti o si aspetta la prossima uscita, o basta semplicemente acquistare altri prodotti, visto che ormai è strapieno di alternative economiche e qui sul mio blog ne trovate parecchie.
Sono riuscito ad accaparrarmi quindi due prodotti Cien Mattifying e li ho messi subito alla prova per darvi il mio feedback.


Cien Mattifying Anti-shine + Hidratation Facial Ampoules For Oily Skin
Trattamento Viso Opacizzante


INFO BOX
🔎 Lidl
💸 €3.49
🏋 7 ampolle x 2ml
🗺 Spagna
⏳  24 ore /scadenza sulla confezione
🔬 //

Il primo trattamento opacizzante proposto da Cien in questa linea Mattifying sono le Facial Ampoules pensate appunto per pelli grasse. All'interno troviamo sette ampolle e il dispositivo in plastica per poterle aprire con facilità e soprattutto il dosatore per preservare il prodotto. Ogni singola boccetta infatti può durare fino a 24 ore dopo l'apertura.
L'uso di queste ampolle Cien è semplicissimo: si possono applicare come un siero, su pelle pulita, sia sul viso che sul collo che sul decolleté, e lasciato asciugare per poi proseguire con la propria routine o semplicemente col make-up. Si possono quindi utilizzare sia di giorno che di sera, Cien non dà particolari limiti di applicazione.
Il prodotto in sé si presenta come un siero fluido, con una profumazione leggerissima e che su di me ha davvero un assorbimento rapido, cosa che mi consente di poter proseguire rapidamente con gli altri step della mia routine.


All'interno delle Anti - Shine Facial Ampoules non ho trovato dei veri e propri ingredienti opacizzanti o anti impurità che conosco, ma sembrano più che altro composte da sostanze idratanti e lenitive, come le betaine, l'acido ialuronico e l'estratto d'aloe, e in fondo va anche bene perché d'altronde queste ampolle Cien nascono anche per essere idratanti. Nell'INCI c'è però anche una proteina estratta da un batterio fermentato, che detta così suona male, ma che prende il nome commerciale di Antarcticine, che pare abbia sia un effetto idratante e rinforzante della barriera cutanea, stimolare la sintesi di collagene, ma sembra che un peptide da esso ricavato possa anche avere anche agire come seboregolatore. 

Su queste ampolle Cien vi posso intanto dire che non ho avuto una particolare affinità con il beccuccio applicatore perché non riuscivo a far fuoriuscire il prodotto: è come se all'interno si creasse una bocca l'aria che quindi blocca il flusso del siero. Alla fine ho usato il tappuccio giusto per preservare il prodotto più che per dosarlo.

In verità, in generale, penso sia la prima volta che mi sentite parlare di ampolle e prodotti di questo tipo perché non è un formato che apprezzo: capisco la logica di preservare la freschezza degli attivi, e quindi avere un prodotto che mantiene la sua efficacia, ma mi sembra poco pratico. Avere queste fialette divise, piuttosto che un unico flacone airless ad esempio, mi sembra sempre un modo troppo articolato per vendere e per usare un siero, senza contare che si spreca più materiale a mio avviso.
Il fatto poi di dover usare una intera fialetta nel giro di 24 ore mi sembra poco pratico, specie per chi ha già una routine collaudata.
Ma ho comunque voluto dare una chance alle Mattifying Facial Ampoules Cien ed ho trovato un prodotto tutto sommato interessante e piacevole. Infatti come dicevo da un punto di vista pratico mi sono trovato bene, il siero è leggero, facile da stende e non si è scontrato con gli altri prodotti della mia routine. 


Avevo iniziato ad usare queste ampolle su tutto il viso e mi sono reso conto che, se per le prime ore tutto sommato mi davano una idratazione sufficiente, nel corso della giornata mi sembrava di sentire le aree più secche del mio viso, le guance e il mento, tirare leggermente. Mi sono quindi reso conto, che in questo periodo dell'anno in cui la mia pelle mista sta diventando più secca, queste ampolle viso Cien Mattifying hanno in effetti un effetto sebo regolatore, e quindi ho preferito destinarne l'uso alla zona T, ovvero naso e fronte dove presento alcune lucidità ancora, e qui hanno trovato la sua giusta collocazione. In queste aree del mio viso infatti riescono a lasciare la pelle idratata, elastica, ma non appesantirla e a darmi una mano a controllare l'eventuale eccesso di sebo.
Dopo aver usato metà fiale ho deciso quindi di mettere da parte questo trattamento opacizzante perché credo che andando incontro ad una stagione ancora più fredda sarà completamente inutile se non peggiorativo per la mia pelle, ma se avete appunto una pelle mista o grassa, potrebbe essere interessante metterlo alla prova.


Cien Mattifying Oil Control + Balance Blemish Correcting Gel
Gel Correttore per imperfezioni


INFO BOX
🔎 Lidl
💸 €2.99
🏋 15ml
🗺 Spagna
⏳  6 Mesi
🔬 //                 

Molto più versatile a mio avviso questo gel per imperfezioni che Cien ha lanciato in questa linea, e che secondo me accontenta appunto esigenze più ampie rispetto alle ampolle.
È un trattamento in gel appunto da usare sulle singole impurità, in particolare brufoli e punti neri, per ridurne il rossore e l'infiammazione. 
Questo dovrebbe avvenire alcuni attivi collaudati per pelli a tendenza acneica, perché infatti troviamo 

  • Zinco PCA, noto per le sue proprietà antibatteriche, idratanti e in grado di normalizzare la produzione di sebo
  • Acido salicilico, il BHA più famoso quando si tratta di prevenire e contrastare brufoli e imperfezioni e in generale apprezzato per il suo potere esfoliante
  • Allantoina, che per la sua capacità antiinfiammatoria e lenitiva, è perfetta per pelli arrossate e con appunto infiammazioni localizzate.

Queste sostanze sono racchiuse in un gel abbastanza sodo, per me quasi praticamente inodore, che consente proprio una applicazione mirata su aree specifiche del viso, e il mio consiglio è di utilizzarlo come un trattamento notturno, mentre Cien specifica solo di applicarlo una volta al giorno.
Per me è proprio l'ultimo step della skincare serale, quindi non ho notato particolari interazioni fra questo ed il resto dei prodotti.

Sul mio viso (per fortuna lo ammetto) non compaiono più grosse impurità, è vero che combatto con qualche punto nero, specie sul naso, ma per il resto ho sporadici brufoli, magari apparsi dopo la rasatura, o spesso sottocutanei. Su queste imperfezioni il Correcting Gel Cien ha fatto un buon lavoro perché ho notato che mi aiuta a sfiammarle e renderle meno visibili già dalla prima applicazione, aiutandone la guarigione completa nei giorni a venire.


Come anticipavo è un prodotti che secondo me, rispetto alle Mattifying Facial Ampoules, è più versatile e più adatto a tanti tipi di pelle, perché non va a seccare la cute attorno alle imperfezioni. Questo significa che chi come me, anche quando si ritrova una pelle un po' più secca presenta comunque qualche sfogo qui e lì, può utilizzare questo Blemish Correcting Gel senza problemi. Per questo continuerà ad essere parte della mia routine serale.
Se avete provato ad esempio il Treatment Gel di Dr Organic, o appunto trattamenti che sostituiscano un siero a base di acido salicilico perché il vostro intento è usarlo solo su aree localizzate, allora anche questo gel correttore Cien vi potrebbe piacere, ed è forse il prodotto di questa gamma che mi sento di consigliare, soprattutto per chi, non avendo una pelle molto impura non vuole spendere molto per un prodotto del genere.

Avete scovato questi prodotti da Lidl?



3 film da vedere (o no) su Prime Video, Netflix e Apple TV+

Per fortuna che c'è lo streaming a salvarci dall'assenza di novità interessanti al cinema, e così mi sono ritrovato a vedere tre film da piattaforme differenti, con stili altrettanto diversi. 


Sharper (2023)


Genere: thriller, drammatico
Durata: 116 minuti
Regia: Benjamin Caron
Uscita in Italia: 17 Febbraio 2023 (Apple Tv+)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Il recupero del periodo è Sharper, un thrillerino che Apple Tv+ ha proposto a Febbraio dello scorso anno e che era in attesa di trovare uno spazio nella mia programmazione, e ci è riuscito solo di recente.

Come ci dicono all'inizio, gli "sharper" sono delle persone che vivono di espedienti, e così già sappiamo che la storia di Tom (Justice Smith), proprietario di una piccola libreria vecchio stile, che un giorno incontra per caso Sandra (Briana Middleton) non è esattamente quella di un amore felice che sta per sbocciare nel modo più spontaneo e dolce, ma quella di una truffa. Con la scusa di una situazione familiare difficile, Sandra infatti riesce a farsi dare da Tom un bel gruzzolo, ma dietro di lei si nasconde un'altra figura, un certo Max (Sebastian Stan), che sembra avere un piano ben specifico.
Sharper diventa quindi una storia di pesci piccoli che mangiano pesci grandi, ma dove tutto può accadere.

Come un gioco di scatole cinesi, in cui ogni storia sembra contenerne un'altra più grossa, il film diretto da Benjamin Caron è un thriller raffinato, che sa mantenere un ritmo costante e trovare dei momenti di svolta che lo rendono intrattenente ed appassionante. Poche o quasi assenti le scene di azione e di reale tensione, ci si muove più sul versante della manipolazione, del pressing psicologico, delle doppie facce, e Sharper riesce a garantire queste sue intenzioni per praticamente tutto il tempo. 

Niente di troppo cervellotico, o di troppo complicato da seguire, anzi, molti dei tasselli del film sono in parte prevedibili, specie per chi ha una certa esperienza con queste storie, non perché predisposti male, ma perché fanno parte del genere e quindi finisci per aspettarti o quantomeno essere pronto a ciò che sta per accadere.
Ma questo non toglie di piacevolezza a Sharper nel suo insieme, e tra l'altro nel cast ci sono anche Julianne Moore e John Lithgow, quindi anche da questo punto di vista male non ci va.


In generale la regia e la messa in scena sono come dicevo sopra curati senza essere eccessivi, ed anche quando decidono di fare salti temporali o di spazio, non si creano sensazioni stranianti.
È forse la fretta di concludere che abbassa un po' il voto a questo film Apple Tv+, dove non si cade nello spiegone didascalico, ma sicuramente hanno cercato di velocizzare e riunire quanti più punti possibili. Si esagera anche un po', finendo magari in delle circostanze che difficilmente nella realtà funzionerebbero, ma lo fanno in Sharper.
Non aspettatevi inoltre personaggi particolarmente sfaccettati, ad eccezione forse di Tom e Sandra, perché non è questo lo scopo del film.
Quindi sono soddisfatto di questo recupero e penso che possa piacere a molti, senza tenere troppo alte le aspettative.



Il Vuoto (2024)


Genere: drammatico, commedia
Durata: 111 minuti
Regia: Giovanni Carpanzano
Uscita in Italia: Ottobre 2023 (Cinema)/2 Febbraio 2024 (Prime Video)
Paese di produzione: Italia

Da tempo Prime Video mi suggeriva questo film intitolato Il Vuoto di Giovanni Carpanzano, di cui non avevo mai sentito parlare, ma leggendo la trama mi sembrava che potesse essere adatto a me, e soprattutto cercando un po' di informazioni ho scoperto come sia nato.
Il protagonista è Giorgio (Gianluca Galati), figlio di un avvocato ed appassionato di teatro, ma soprattutto apertamente omosessuale, che un giorno conosce Marco (Kevin Di Sole), fidanzato di una delle ragazze che appunto fa parte del corso teatrale di Giorgio, e che è figlio di contadini. Fra i due scatta un'intesa quando Marco chiederà a Giorgio di aiutarlo a stare su un palco per poter affrontare meglio la sua probabile carriera da musicista. Questa intesa diventerà un legame che però deve affrontare le reticenze di un amore giovanile ma soprattutto i pregiudizi e l'omofobia del sud Italia.

Un progetto che ho trovato interessante questo di Carpanzano, che pare abbia messo all'interno de Il Vuoto anche una certa dose di esperienza personale, e ne esce un film delicato che ha un intento quasi didattico nel raccontare una vicenda di diversità, in cui molti si possono ritrovare sia per situazioni passate che presenti, perché purtroppo ancora oggi qui al sud (il film è ambientato in Calabria) sicuramente è ancora lunga la strada da fare per avere una vera uguaglianza ed accettazione.

Mi è piaciuto anche che il film cerchi di essere una sorta di commedia romantica, con inevitabili toni drammatici, ma che passa quasi attraverso un coming of age o comunque una maggiore presa di consapevolezza di sé. Sia Marco che Giorgio infatti sono due ragazzi molto giovani che devono ancora esplorare il mondo, le opportunità che può dar loro, ma ovviamente devono ancora capire anche cosa vogliono dalla persona con cui stare.
Il Vuoto di Giovanni Carpanzano racconta tutto questo con una impostazione teatrale, ma anche con una fotografia interessante e alcune scene oniriche sfruttate per rendere al meglio le emozioni dei protagonisti.

Detto questo, e sottolineando ancora una volta l'importanza e il valore di un film del genere e pensando al pubblico di giovanissimi a cui si può rivolgere, ci sono tanti aspetti che mi hanno lasciato perplesso su Il Vuoto. Mi è sembrato in parte acerbo, specie in alcuni dialoghi ed in alcune scene che mi sono sembrate molto stereotipate, o appunto adatte ad un'opera teatrale, ma che risultano fuori luogo o esagerate in un film. 

Penso ad esempio a molte delle espressioni di Giorgio, che spesso, pur capendone le ragioni, mi è sembrato esagerato, pur dovendo essere quello più risoluto. Altre volte mi sono mancati multidimensionalità e approfondimenti sui personaggi, come ad esempio la madre di Marco, interpretata da Valentina Persia, che mi è sembrata quasi una strega cattiva, una villain di una fiaba, ma appunto mossa da non si sa quali intenzioni. Tutte cose che secondo me in un film di quasi due ore si potevano includere.

Anche il sottolineare la differenza di estrazione sociale fra i due protagonisti, mi è sembrata più una caratteristica sottolineata sulla carta, ma che non ha risvolti concreti nella storia.

La parte comica e alcuni dialoghi secondo me non funzionano, e la musica a volte è troppo presente.
Il Vuoto è uno di quei film di cui mi sarei voluto innamorare, ma per colpa di scelte appunto acerbe ed evitabili, ma non è scattata la scintilla. 


Lonely Planet (2024)


Genere: sentimentale, commedia 
Durata: 96 minuti
Regia: Susannah Grant
Uscita in Italia:11 Ottobre 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Cosa può andare storto in un film scritto e diretto da Susannah Grant, già sceneggiatrice di pellicole come Erin Brockovich e produttrice di Lezioni di Chimica? Nel caso di Lonely Planet direi quasi tutto.
Katherine (Laura Dern) è una scrittrice affermata che sta attraversando un momento di crisi artistica e personale, e così si ritrova ad un ritiro deluxe per scrittori a Marrakech, per cercare di trovare spazio e tempo per completare il suo prossimo romanzo. Qui però conosce il più giovane Owen (Liam Hemsworth) che ha accompagnato la fidanzata, scrittrice in erba. Fra i due nasce un po' il feeling degli outsider che però divamperà in altro.


Vi confesso che al momento in cui sto scrivendo sto cercando di ricordare come mi è sembrato Lonely Planet perché è tutto estremamente così leggero e dimenticabile che non mi ha lasciato assolutamente niente. 
L'idea di raccontare una storia d'amore fra due persone di età diversa (in questo caso è la donna più matura, al contrario di Miller's Girl) può essere interessante e attuale, e il film Netflix ne parla anche in modo abbastanza naturale, non pruriginoso o come se fosse uno scandalo, ma nonostante un buon affiatamento fra Laura Dern e Liam Hemsworth, che non rende imbarazzante anche l'approccio fisico fra i due, non si capiscono le ragioni di un film del genere.
È vero che fa compagnia senza troppo impegno, ma non richiede assolutamente attenzione da parte dello spettatore perché è completamente privo di momenti inaspettati o colpi di scena anche solo accennati, e questo significa disconnessione da quanto accade sullo schermo.


Purtroppo non posso parlare bene nemmeno dei personaggi, a cui vengono affibbiati dialoghi degni delle citazioni improbabili dei biscotti della fortuna, ma se Katherine di Laura Dern è comunque interessante come protagonista, Owen è quasi risibile. L'hanno infatti reso una sorta di macchietta suscettibile senza particolari caratteristiche oltre alla bellezza, per cui non si capisce cosa ci abbia trovato la scrittrice in lui. Mi ha fatto poi ridere letteralmente quando se l'è presa a morte perché la fidanzata Diana (Lily Kemp) gli ha fatto notare che non è un grande lettore, cosa per altro ammessa da lui stesso. Purtroppo non avendo altre caratteristiche, ne esce come un frustrato che sembra quasi non apprezzare la donna con cui sta specie nelle vittorie.

A me sta anche bene vedere una commedia romantica fine a se stessa, ma mi aspetto che ci sia almeno un aspetto che sia valorizzato, ma non è il caso di Lonely Planet dove tutto è estremamente vuoto.
Ci sono i bellissimi paesaggi marocchini, ma purtroppo non bastano. 






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