3 film da vedere (o no) su Prime Video, Netflix e Apple TV+

Per fortuna che c'è lo streaming a salvarci dall'assenza di novità interessanti al cinema, e così mi sono ritrovato a vedere tre film da piattaforme differenti, con stili altrettanto diversi. 


Sharper (2023)


Genere: thriller, drammatico
Durata: 116 minuti
Regia: Benjamin Caron
Uscita in Italia: 17 Febbraio 2023 (Apple Tv+)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Il recupero del periodo è Sharper, un thrillerino che Apple Tv+ ha proposto a Febbraio dello scorso anno e che era in attesa di trovare uno spazio nella mia programmazione, e ci è riuscito solo di recente.

Come ci dicono all'inizio, gli "sharper" sono delle persone che vivono di espedienti, e così già sappiamo che la storia di Tom (Justice Smith), proprietario di una piccola libreria vecchio stile, che un giorno incontra per caso Sandra (Briana Middleton) non è esattamente quella di un amore felice che sta per sbocciare nel modo più spontaneo e dolce, ma quella di una truffa. Con la scusa di una situazione familiare difficile, Sandra infatti riesce a farsi dare da Tom un bel gruzzolo, ma dietro di lei si nasconde un'altra figura, un certo Max (Sebastian Stan), che sembra avere un piano ben specifico.
Sharper diventa quindi una storia di pesci piccoli che mangiano pesci grandi, ma dove tutto può accadere.

Come un gioco di scatole cinesi, in cui ogni storia sembra contenerne un'altra più grossa, il film diretto da Benjamin Caron è un thriller raffinato, che sa mantenere un ritmo costante e trovare dei momenti di svolta che lo rendono intrattenente ed appassionante. Poche o quasi assenti le scene di azione e di reale tensione, ci si muove più sul versante della manipolazione, del pressing psicologico, delle doppie facce, e Sharper riesce a garantire queste sue intenzioni per praticamente tutto il tempo. 

Niente di troppo cervellotico, o di troppo complicato da seguire, anzi, molti dei tasselli del film sono in parte prevedibili, specie per chi ha una certa esperienza con queste storie, non perché predisposti male, ma perché fanno parte del genere e quindi finisci per aspettarti o quantomeno essere pronto a ciò che sta per accadere.
Ma questo non toglie di piacevolezza a Sharper nel suo insieme, e tra l'altro nel cast ci sono anche Julianne Moore e John Lithgow, quindi anche da questo punto di vista male non ci va.


In generale la regia e la messa in scena sono come dicevo sopra curati senza essere eccessivi, ed anche quando decidono di fare salti temporali o di spazio, non si creano sensazioni stranianti.
È forse la fretta di concludere che abbassa un po' il voto a questo film Apple Tv+, dove non si cade nello spiegone didascalico, ma sicuramente hanno cercato di velocizzare e riunire quanti più punti possibili. Si esagera anche un po', finendo magari in delle circostanze che difficilmente nella realtà funzionerebbero, ma lo fanno in Sharper.
Non aspettatevi inoltre personaggi particolarmente sfaccettati, ad eccezione forse di Tom e Sandra, perché non è questo lo scopo del film.
Quindi sono soddisfatto di questo recupero e penso che possa piacere a molti, senza tenere troppo alte le aspettative.



Il Vuoto (2024)


Genere: drammatico, commedia
Durata: 111 minuti
Regia: Giovanni Carpanzano
Uscita in Italia: Ottobre 2023 (Cinema)/2 Febbraio 2024 (Prime Video)
Paese di produzione: Italia

Da tempo Prime Video mi suggeriva questo film intitolato Il Vuoto di Giovanni Carpanzano, di cui non avevo mai sentito parlare, ma leggendo la trama mi sembrava che potesse essere adatto a me, e soprattutto cercando un po' di informazioni ho scoperto come sia nato.
Il protagonista è Giorgio (Gianluca Galati), figlio di un avvocato ed appassionato di teatro, ma soprattutto apertamente omosessuale, che un giorno conosce Marco (Kevin Di Sole), fidanzato di una delle ragazze che appunto fa parte del corso teatrale di Giorgio, e che è figlio di contadini. Fra i due scatta un'intesa quando Marco chiederà a Giorgio di aiutarlo a stare su un palco per poter affrontare meglio la sua probabile carriera da musicista. Questa intesa diventerà un legame che però deve affrontare le reticenze di un amore giovanile ma soprattutto i pregiudizi e l'omofobia del sud Italia.

Un progetto che ho trovato interessante questo di Carpanzano, che pare abbia messo all'interno de Il Vuoto anche una certa dose di esperienza personale, e ne esce un film delicato che ha un intento quasi didattico nel raccontare una vicenda di diversità, in cui molti si possono ritrovare sia per situazioni passate che presenti, perché purtroppo ancora oggi qui al sud (il film è ambientato in Calabria) sicuramente è ancora lunga la strada da fare per avere una vera uguaglianza ed accettazione.

Mi è piaciuto anche che il film cerchi di essere una sorta di commedia romantica, con inevitabili toni drammatici, ma che passa quasi attraverso un coming of age o comunque una maggiore presa di consapevolezza di sé. Sia Marco che Giorgio infatti sono due ragazzi molto giovani che devono ancora esplorare il mondo, le opportunità che può dar loro, ma ovviamente devono ancora capire anche cosa vogliono dalla persona con cui stare.
Il Vuoto di Giovanni Carpanzano racconta tutto questo con una impostazione teatrale, ma anche con una fotografia interessante e alcune scene oniriche sfruttate per rendere al meglio le emozioni dei protagonisti.

Detto questo, e sottolineando ancora una volta l'importanza e il valore di un film del genere e pensando al pubblico di giovanissimi a cui si può rivolgere, ci sono tanti aspetti che mi hanno lasciato perplesso su Il Vuoto. Mi è sembrato in parte acerbo, specie in alcuni dialoghi ed in alcune scene che mi sono sembrate molto stereotipate, o appunto adatte ad un'opera teatrale, ma che risultano fuori luogo o esagerate in un film. 

Penso ad esempio a molte delle espressioni di Giorgio, che spesso, pur capendone le ragioni, mi è sembrato esagerato, pur dovendo essere quello più risoluto. Altre volte mi sono mancati multidimensionalità e approfondimenti sui personaggi, come ad esempio la madre di Marco, interpretata da Valentina Persia, che mi è sembrata quasi una strega cattiva, una villain di una fiaba, ma appunto mossa da non si sa quali intenzioni. Tutte cose che secondo me in un film di quasi due ore si potevano includere.

Anche il sottolineare la differenza di estrazione sociale fra i due protagonisti, mi è sembrata più una caratteristica sottolineata sulla carta, ma che non ha risvolti concreti nella storia.

La parte comica e alcuni dialoghi secondo me non funzionano, e la musica a volte è troppo presente.
Il Vuoto è uno di quei film di cui mi sarei voluto innamorare, ma per colpa di scelte appunto acerbe ed evitabili, ma non è scattata la scintilla. 


Lonely Planet (2024)


Genere: sentimentale, commedia 
Durata: 96 minuti
Regia: Susannah Grant
Uscita in Italia:11 Ottobre 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti d'America

Cosa può andare storto in un film scritto e diretto da Susannah Grant, già sceneggiatrice di pellicole come Erin Brockovich e produttrice di Lezioni di Chimica? Nel caso di Lonely Planet direi quasi tutto.
Katherine (Laura Dern) è una scrittrice affermata che sta attraversando un momento di crisi artistica e personale, e così si ritrova ad un ritiro deluxe per scrittori a Marrakech, per cercare di trovare spazio e tempo per completare il suo prossimo romanzo. Qui però conosce il più giovane Owen (Liam Hemsworth) che ha accompagnato la fidanzata, scrittrice in erba. Fra i due nasce un po' il feeling degli outsider che però divamperà in altro.


Vi confesso che al momento in cui sto scrivendo sto cercando di ricordare come mi è sembrato Lonely Planet perché è tutto estremamente così leggero e dimenticabile che non mi ha lasciato assolutamente niente. 
L'idea di raccontare una storia d'amore fra due persone di età diversa (in questo caso è la donna più matura, al contrario di Miller's Girl) può essere interessante e attuale, e il film Netflix ne parla anche in modo abbastanza naturale, non pruriginoso o come se fosse uno scandalo, ma nonostante un buon affiatamento fra Laura Dern e Liam Hemsworth, che non rende imbarazzante anche l'approccio fisico fra i due, non si capiscono le ragioni di un film del genere.
È vero che fa compagnia senza troppo impegno, ma non richiede assolutamente attenzione da parte dello spettatore perché è completamente privo di momenti inaspettati o colpi di scena anche solo accennati, e questo significa disconnessione da quanto accade sullo schermo.


Purtroppo non posso parlare bene nemmeno dei personaggi, a cui vengono affibbiati dialoghi degni delle citazioni improbabili dei biscotti della fortuna, ma se Katherine di Laura Dern è comunque interessante come protagonista, Owen è quasi risibile. L'hanno infatti reso una sorta di macchietta suscettibile senza particolari caratteristiche oltre alla bellezza, per cui non si capisce cosa ci abbia trovato la scrittrice in lui. Mi ha fatto poi ridere letteralmente quando se l'è presa a morte perché la fidanzata Diana (Lily Kemp) gli ha fatto notare che non è un grande lettore, cosa per altro ammessa da lui stesso. Purtroppo non avendo altre caratteristiche, ne esce come un frustrato che sembra quasi non apprezzare la donna con cui sta specie nelle vittorie.

A me sta anche bene vedere una commedia romantica fine a se stessa, ma mi aspetto che ci sia almeno un aspetto che sia valorizzato, ma non è il caso di Lonely Planet dove tutto è estremamente vuoto.
Ci sono i bellissimi paesaggi marocchini, ma purtroppo non bastano. 






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