Tre nuovi film di cui parlare... ma cosa vedere?

Non mi sono dovuto schiodare dalla poltrona di casa per vedere questi tre nuovi film che sono usciti in streaming fra la fine di Settembre e gli inizi di Ottobre, e che potrei quasi definire i titoli più chiacchierati proprio di questo periodo.


His Three Daughters (2023)


Genere: drammatico
Durata: 101 minuti
Regia: Azazel Jacobs
Uscita in Italia: 20 Settembre 2024 (Netflix)
Paese di produzione: Stati Uniti 

Katie (Carrie Coon, che a stento ho riconosciuto senza la crinolina di The Gilded Age), Rachel (Natasha Lyonne) e Christina (Elizabeth Olsen) sono tre sorelle che la vita e le loro scelte hanno separato, si sono però ritrovate perché il loro padre Victor sta per morire. Iniziano così tutte quelle pratiche necessarie per una persona che è giunta all'ultima fase della sua vita, ma le tre sorelle non sono del tutto allineate in un momento umanamente estenuante. Katie è una donna concreta, pratica, a volte anche dura ma sicuramente forte, poco capace però di comprendere Rachel, che non è figlia biologica di Victor ma che se n'è presa cura nella malattia. Nel mezzo, un po' come un ago della bilancia, c'è Christina, che però ha sviluppato un carattere misurato ed estremamente perfezionista.
L'attesa, senza sapere quando questa finirà, porterà le tre donne a confrontarsi, ma soprattutto a scontrarsi attraverso quel dolore e quella incomunicabilità che si è cementificata negli anni.

Nel panorama streaming degli ultimi tempi credo che His Three Daughters sia una delle proposte più intense e interessanti. Una impostazione teatrale, dove tutto gira negli stessi pochi ambienti interni di un appartamento che non conosceremo mai al completo, e per una storia che si avvicina secondo me all'esperienza di molti di noi. 

L'attenzione deve essere posta però al titolo del film e non molto alla trama: l'incipit è la malattia di una persona cara e della sua prossima scomparsa, ma tutto His Three Daughters si concentra sul rapporto di sorellanza fra Katie, Rachel e Christina, di come ognuna sta vivendo questo momento, ma soprattutto sui sentimenti che una prova per l'altra, e come ha affrontato la vita. 
Non si parla mai ad esempio della malattia del padre Victor e noi quasi non lo vediamo, proprio perché non è tanto ciò che accade in concreto, ma quanto si prova in certe situazioni. In realtà non conosciamo nemmeno tutti i dettagli delle vite delle tre sorelle, e la cosa più curiosa è che nemmeno ci interessano.

Questo vi può far capire che non ci sono tante azioni, non c'è uno vero e proprio sviluppo narrativo da seguire, ma tutto si basa sui dialoghi, sulle espressioni e sulle sensazioni che tre bravissime attrici riescono ad esporre, e che praticamene reggono il film sulle loro interpretazioni.
Se quindi non vi piacciono i film parlati (ma non logorroici in questo caso), allora His Three Daughters non fa per voi.
A me è piaciuto perché si oscilla così fra toni diversi, dal drammatico alla (quasi) commedia, passando per momenti più tesi e di scontro, che rendono coinvolgente un film che rischierebbe di risultare troppo statico. C'è stato un momento in realtà, sul finale, in cui ho pensato che stessero per rovinare il film, non trovando una risoluzione convincente, anzi inserendo una scena che appunto mi sembrava rompesse quella dinamica che si era creata fino a quel momento. E invece mi sono sbagliato, ed anzi hanno saputo inserire uno dei momenti più commoventi di tutto il film. 
Non un capolavoro, ché di famiglie disfunzionali e sorelle in guerra ne abbiamo viste tante, ma sicuramente da vedere.


Wolfs - Lupi Solitari (2024)


Genere: azione, commedia 
Durata: 108 minuti
Regia: Jon Watts
Uscita in Italia: 27 Settembre 2024 (Apple Tv+)
Paese di produzione: Regno Unito, Stati Uniti d'America

Cambio del tutto genere con Wolfs, arrivato a fine Settembre su Apple Tv+ con protagonisti due rampanti Brad Pitt e George Clooney nei panni di due "pulitori". No, non hanno un servizio di pulizie a domicilio, ma si occupano di risolvere situazioni spinose per gente facoltosa, come nel caso della procuratrice distrettuale Margaret (Amy Ryan) la quale si è ritrovata in una camera di un albergo di lusso con un ragazzo molto più giovane di lei, che sembra morto cadendo dal letto. Una situazione molto complicata che creerebbe un grosso buco alla reputazione della procuratrice, ma a cui i due uomini cercherà di mettere una toppa. Peccato però che per un effetto domino le cose vadano sempre più complicandosi.


Anche Wolfs - Lupi Solitari non è uno di quei film con una trama articolata e complicata da seguire, ma un action movie in cui si susseguono degli snodi da risolvere, con momenti di tensione ben commisurati, che si basa tutto sulla piacioneria di Clooney e Pitt, che hanno saputo interpretare i loro ruoli anche con autoironia.
Due volponi, più che due lupi che dalla loro non hanno soltanto una carriera rodata alle spalle, ma anche la capacità di attraversa obliquamente generi diversi, oscillando sempre fra il serio e il faceto, fra il fare l'uno la spalla comica dell'altro o lo sfidante da superare in astuzia e velocità.
Un po' come in Mr e Mrs Smith, è però il rispetto l'uno per l'altro ad avere la meglio, entrambi forse stanchi di un lavoro che li stringe in una fredda solitudine, e che in questo loro periodo della vita li porta ad essere un po' più umani e meno calcolatori.

Il risultato è un film tutto sommato che ho apprezzato, che intrattiene, abbastanza elegante senza scendere nei toni più grevi, che al netto di qualche momento davvero esagerato ha un buon ritmo ed è scandito bene nei suoi momenti. Wolfs non è certamente quel film che rivedi più e più volte, anzi, dopo la prima ti rendi conto che forse la storia poteva essere in parte leggermente accorciata, e soprattutto che se non ci fossero stati nomi altisonanti probabilmente avresti guardato altro. Però in vista di una fredda e piovosa serata autunnale da trascorrere in casa, la fredda e nevosa New York del film di Jon Watts può diventare un bellissimo scenario per una storia avvincente.


Killer Heat (2024)

Genere: thriller, drammatico, giallo
Durata: 97 minuti
Regia: Philippe Lacôte
Uscita in Italia: 26 Settembre 2024 (Prime Video)
Paese di produzione: Stati Uniti D'America

Ancora una volta è stato un cast di nomi interessanti a spingermi verso Killer Heat, che è apparso fine Settembre su Prime Video e che ci porta su un'isola greca, dove Penelope Vardakis (Shailene Woodley) cerca di fare chiarezza sulla morte del cognato Leo, fratello gemello identico di suo marito Elias (Richard Madden). Per far ciò si affiderà ad un investigatore privato di nome Nick Bali (Joseph Gordon-Levitt) il quale però non avrà la strada facile, visto che i Vardakis sono una famiglia molto potente che sembrano controllare tutto e tutti.

Killer Heat è basato sul racconto breve dello scrittore norvegese Jo Nesbø, e non mi sento di schedarlo fra i film brutti, ma non posso dirvi che ci sia qualcosa di particolarmente avvincente e gradevole, ad eccezione forse proprio del cast.

La storia di per sé è quella di un tipico giallo in cui tocca all'investigatore trovare il colpevole, e non ha guizzi particolari, momenti inaspettati di grande pathos, anche quando si cerca di sconvolgere un po' la storia, verso il finale. È un espediente già visto, e che in questo caso non riesce ad avere quella forza di poter suscitare quello shock factor che Killer Heat cerca di avere.

È vero che alla fine ho visto tutto il film senza troppi sbadigli, ha un ritmo accettabile e se magari lo tenete di sottofondo mentre stirate o rammendate i calzini può funzionare, ma preso a sé è un film davvero dimenticabile.
Purtroppo inoltre questo cast che sulla carta sembra molto valido, viene sottoutilizzato con personaggi poco sfaccettati e vibranti. Lo stesso Bali ad esempio, cerca di mostrare un lato più tormentato senza poi riuscire ad avere un impatto sullo spettatore.


Nulla di particolare da segnalare per quanto riguarda la regia, decisamente lineare, o i dialoghi, che non brillano e anzi spesso sono ridondanti, soprattutto nel voice-over, bella invece la fotografia ma che è collaterale comunque al film perché non collabora troppo all'allure cupa che forse dovrebbe avere per la storia, ma crea un bel contrasto.
Killer Heat, nonostante l'assenza di mordente, continua ad essere fra le prime posizioni dei più visti su Prime Video, e l'unica logica secondo me che possa spingere qualcuno a vederlo, oltre appunto agli attori, è il fatto che si tratta comunque di un giallo che non vuole strafare, che resta nel suo, come un classico del genere. 


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