Come si fa a parlare della fine di una serie tv colossale come The Crown? Come si scelgono le parole esatte per portare rispetto ad una delle produzioni che resta più iconiche, pur seguendo una parabola discendente che dal punto più alto l'ha fatta scivolare verso una vallata di problemi?
Non so se ci sia una etiquette per farlo, ma è arrivato il momento (anzi è praticamente tardi) di parlare di The Crown 6, l'ultima stagione della serie Netflix di Peter Morgan, per quanto possa essere difficile.
Come mi capita spesso quando arriva una nuova stagione, rileggo la mia recensione della precedente, per cercare di portare alla mente sia i fatti accaduti che le impressioni che ne avevo tratto e devo dire che le mie sulla quinta stagione erano alquanto tiepide. Non la definivo la peggiore di The Crown, ma forse il momento più basso di quella parabola a cui facevo riferimento prima, soprattutto per il fatto che si andava a toccare un periodo storico ormai troppo noto ai più per poter risultare in qualche modo inedito.
Soffre molto di più per questo motivo questa sesta ed ultima stagione, che chiude sì una delle miglior serie tv degli ultimi 10 anni, ma non come speravo. So già che difficilmente posso fare spoiler visto che l'avrete terminata tutti da un pezzo, quindi vado a ruota libera.
Una prima parte di The Crown, quasi fosse un prodotto a se stante, in quattro episodi, ce la siamo beccata il 16 novembre, ed è stata tutta dedicata a Diana (ancora una volta interpretata da una ottima Elizabeth Debicki), dai suoi rapporti con gli Al-Fayed, con la famiglia reale, la stampa e fino alla sua prematura dipartita. Una parte ben riuscita da un punto di vista molto caro alla serie, ovvero le ricostruzioni storiche certosine e quasi fotocopia delle immagini che abbiamo conosciuto tramite foto e filmati. Si sprecano gli outfit di Lady D più famosi e le scene diventate più iconiche, e come vi dicevo l'interpretazione della Debicki è perfetta praticamente tutto il tempo.
Questa prima parte della sesta stagione mi è sembrata però troppo monolitica: è vero che la Diana dello schermo arriva ad un buon grado di consapevolezza, cosa che dà giustizia al personaggio, ma gli interventi sugli altri componenti della famiglia reale ad esempio mi sono sembrati spesso collaterali, senza il giusto mordente, come se esistessero solo in funzione della narrazione su Diana o di confronto con quello che accadeva in queste due strade ormai separate.
Gli stessi Al-Fayed padre e figlio non trovano quelle sfumature che in genere i personaggi di The Crown ci hanno mostrato, anzi mi sono sembrati un po' caricaturali a volte.
Sarà stato forse colpa dell'effetto "già visto"? Probabile, ma se poi vado a valutare le scelte fatte per aggiungere qualcosa di più, non mi sono ritrovato convinto. L'idea ad esempio di una principessa "fantasma" che entra nella mente di Carlo e della regina Elisabetta per un ultimo confronto, mi è sembrata una di quelle banalità creative che una serie tv di un certo livello avrebbe un tempo contenuto, mentre adesso si sono lasciati andare forse per soddisfare quella fetta di fan che ancora avrebbe voluto un faccia a faccia fra le figure centrali della serie.
Superato questo primo blocco di episodi, Diana verrà quasi completamente messa da parte, per passare ad altri personaggi che però sono ben lontani dal riuscire ad affiancare una figura sfaccettata e imponente come la regina.
Ho sperato quando ho visto il confronto fra Tony Blair ed Elisabetta che si ritornasse un po' alle vecchie schermaglie, ai passati intrighi, a quelle dinamiche che tanto mi hanno appassionato nelle passate stagioni, ma è un fuoco di paglia.
Si passa subito infatti ad alcuni personaggi che non solo non hanno una storia e una potenza particolare, ma ci vengono presentati e raccontati in modo anche superficiale: la conoscenza fra William e Catherine (lei ne esce ancora più bidimensionale), i primi, vaghi, screzi fra i due fratelli reali, che, flashforward, porteranno alla rottura fra i due, il matrimonio fra Carlo e Camilla, tutto scorre senza lasciare traccia in questo The Crown 6.
Ci sono due momenti che però riesco a salvare, ovvero l'ottava puntata, tutta dedicata agli ultimi periodi della vita della principessa Margareth, che davvero ha il sapore delle prime stagioni della serie, ed il finale dedicato alla Regina Elisabetta.
Qui hanno saputo secondo me accomiatare e salutare colei che ha mantenuto tutta la baracca fino alla fine, passando attraverso i volti di tre attrici che l'hanno saputa interpretare al meglio, ovvero Claire Foy, Olivia Colman e ultima Imelda Staunton, e riflettendo sul senso stesso della corona e sul suo passato e futuro. Un finale non facile perché non si sapeva ancora cosa sarebbe successo alla regina, che morì a settembre 2022 quando la serie era ancora in lavorazione. Eppure secondo me hanno saputo fare il possibile per omaggiare la protagonista assoluta di The Crown, per salutarla e per ringraziare tutte le anime che ha incarnato.
The Crown è terminato pare definitivamente, e non senza, almeno per me, alcuni intoppi, ma lunga vita a questa serie che se può portare a qualche critica è proprio perché ha saputo settare lo standard così in alto che le altre che verranno dovrebbero solo che prenderla da esempio.
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