The Crown 5: è la stagione "peggiore"?

La stavamo aspettando come un regalo di Natale in anticipo, e il 9 novembre siamo stati accontentati con la quinta stagione di The Crown.

Una serie tv che ha alzato l'asticella della qualità stagione dopo stagione, e che ad oggi penso che sia una delle migliori produzioni proposte da Netflix (specie rispetto a certi disastri), soprattutto in termini di scrittura, messa in scena e recitazione, ma è una serie tv che inizia a sentire il tempo che passa.
Avevo però profetizzato (ci sono degli audio Whatsapp che lo testimoniano) che questa quinta stagione di The Crown sarebbe stata difficile. Infatti non solo dovevamo metabolizzare un completo recasting, come accade ogni due stagioni, ma la serie sarebbe andata a raccontare gli anni che vanno dal 1991 a parte del 1997. Di conseguenza Peter Morgan avrebbe dovuto lottare, secondo le mie previsioni, contro le immagini ancora nitide che abbiamo di quell'epoca: penso infatti che un po' tutti abbiano visto e rivisto foto e video della regina Elisabetta e soprattutto di Diana in quel periodo.

I nuovi episodi di The Crown infatti, e non penso di far spoiler essendo fatti di cronaca, hanno dovuto affrontare temi importanti per la corona inglese, come il divorzio fra Carlo e Diana, con la crescente presenza di Camilla, ma anche quello degli altri figli, e tutto il 1992 che, in uno strano slancio emotivo, la regina definirà come un anno orribile. Ma vediamo anche un paese in cambiamento, che crede sempre meno ai valori della monarchia, con problemi economici importanti, e dei nuovi primi ministri che faranno la storia.

Quindi mi chiedevo se sarebbero stati in grado di creare una stagione brillante ed appassionante quanto le precedenti, ma senza stonare e risultare posticcia, rispetto ai ricordi comuni molto chiari (specie per noi millennials che negli anni '90 eravamo abbastanza senzienti) che abbiamo su fatti e personaggi. A mio avviso però l'impresa non è riuscita in toto, lasciandomi un po' l'amaro in bocca.

Infatti The Crown 5 doveva trovare un modo interessante per raccontare questi fatti, ma questa stagione mi è sembrata troppo monolitica: ogni episodio sembra troppo chiuso nella narrazione di una determinata vicenda e dei protagonisti che ne hanno preso parte, e scollegato da un quadro più ampio e generale, quasi come non ci fosse un filo conduttore che segue tutta la stagione. Di conseguenza alcuni episodi risultano decisamente meno intrattenenti di altri, anche per come ci vengono raccontati gli avvenimenti. E se è vero che nelle passate stagioni ci potevano essere delle puntate che ho preferito maggiormente rispetto ad altre (ché di perfetto non vi è nulla), qui mi è sembrato che ad ogni episodio ci fossero più difetti da digerire.

Un esempio che posso farvi senza cadere nello spoiler, sono le scene di altre coppie in procinto di divorziare, messe quasi a confronto con la separazione dei principi di Galles. E sorge spontaneo secondo me chiedersi che ce ne importa a noi delle altre coppie, se ne abbiamo già una protagonista che ha fornito pagine e pagine di gossip ai tabloid? Questo è un esempio, ma ho trovato più e più volte intere parti di episodi che non erano accattivanti, ma sembravano quasi prese da un'altra serie tv. 
L'impressione che ho avuto è che gli autori abbiano tentato di aggiungere appunto delle metafore, di collegare contesti diversi che potessero avere influenza sul presente, ma il risultato che mi è arrivato è quella di lungaggini inutili, un tentativo di prenderla alla larga non ben riuscito. 

Inoltre il focus di The Crown 5 mi è sembrato molto interno, non ci sono stati molti spazi dedicati alla politica ad esempio, o a quello che accadeva nel mondo, ma semplicemente percepiamo il progresso universale solo in contrasto ad una regina Elisabetta ancorata al passato.
La sua esistenza e quella della monarchia viene quasi messa a paragone con quella del Britannia, lo yatch reale tanto caro alla regina: sembra infatti che la corona non riesca più a stare al passo con i tempi e soprattutto Elisabetta. Il suo Filippo sembra infatti essere ancora energico e pieno di interessi, i suoi nipoti stanno crescendo e devono regolargli i canali della tv come se fosse una nonna qualunque, la sorella Margaret è sempre ammaliata dagli amori che non ha potuto vivere come avrebbe voluto, ed il figlio Carlo sembra quasi volerle fare le scarpe tramando per una abdicazione, ma soprattutto risultando più moderno e accattivante di lei al popolo.

Imelda Staunton secondo me è credibile nei panni di una regina sempre attiva, ma più casalinga, stanca e dubbiosa, quasi un fantasma, come la vedremo aggirarsi a bordo del Britannia appunto, e non più in grado di leggere le evoluzioni del presente. Non mi ha fatto rimpiangere sia Olivia Colman che Claire Foy, ma non sono stato del tutto convinto del resto del nuovo cast di The Crown, un altro elemento che toglie punti a questa stagione.
In questo senso secondo me ci sono stati due errori: il primo è stato insistere su alcune scene con gli attori delle stagioni passate, scelta che credo renda ancora più difficile abituarsi a volti nuovi che incarnano i personaggi che già conosciamo. 

Il secondo errore è stato proprio assumere determinati attori. Jonathan Pryce nei panni di Filippo ha la mia approvazione, anche se forse non ha saputo cogliere quella vena gigiona, provocatrice e sopra le righe che il vero principe aveva e che invece Matt Smith e Tobias Menzies avevano reso bene. 
Lesley Manville è stata sufficientemente adatta ad interpretare Margaret, ma non è stata in linea generale la mia preferita. È stata indubbiamente brava Elizabeth Debicki a darci una Diana spiritosa, moderna, imperfetta e contraddittoria, ma purtroppo con lei emerge chiarissimo quanto vi dicevo prima: nonostante infatti la somiglianza con la vera Diana, ogni mossa dell'attrice sembrava studiata come se la stesse imitando e non interpretando. Questo non perché Elizabeth non sia stata in gamba, ma perché l'immagine che abbiamo di Lady D è troppo vivida per non sembrarci quasi una recita. 


Probabilmente mi sarò capito da solo, ma penso che concordiamo tutti sul fatto che Dominic West sia il peggior Carlo che potessero scegliere. Se non fosse stato introdotto come il principe del Galles per me sarebbe potuto essere chiunque all'interno di The Crown, perché la somiglianza fisica è inesistente. Ma l'attore, tralasciando la mia personale antipatica, non ha nemmeno le movenze, l'impostazione, la gestualità e l'espressività del vero Carlo. Lui mi ha fatto rimpiangere molto Josh O'Connor che secondo me dava la giusta tridimensionalità ed ambiguità a quello che oggi è il re d'Inghilterra. 

Il tempo è insomma passato anche per The Crown e, nonostante la ricercatezza e l'eleganza mai smaccata, si fa sentire il fatto che stiamo lentamente giungendo alla sesta e ultima stagione. Ve ne ho parlato qui. 


2 commenti:

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  1. Come sai, difetti ne ho trovati anch'io, ma il bel modo in cui mi raccontano storie e pezzi di Storia continua ad affascinarmi anche di fronte a un Carlo che non niente di Carlo.
    La prossima sarà la stagione più difficile, forse ci si doveva fermare ai tempi più remoti per non rovinare tutto?

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    1. Forse bisognava aspettare ancora un po' prima di fare la serie? Non so, forse poteva lasciar sedimentare le cose

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