Perché tutti stanno correndo a vedere C'è Ancora Domani, il nuovo film di Paola Cortellesi

Uscito il 26 Ottobre e primo film con la regia della stessa Paola Cortellesi, andare a vedere C'è Ancora Domani stava diventando quasi impossibile. Una campagna promozionale comunque diffusa e un passaparola che ha portato a rendere il film un successo al botteghino, e soprattutto che mi ha costretto a tornare due volte al cinema, prima per un sold out, poi per finalmente accaparrarmi una poltroncina.
Ma perché tutti stanno correndo a vedere C'è ancora domani?


Genere: drammatico, commedia
Durata: 118 minuti
Regia: Paola Cortellesi
Uscita in Italia: 26 Ottobre 2023 (cinema) / 31 Marzo 2024 (Netflix, Sky)
Paese di produzione: Italia

La risposta che mi sono dato è che è vero che il passaparola ha dato una buona spinta al film, ma di fondo ci deve essere altro o lo strascico si sarebbe fermato presto.
C'è ancora domani racconta lo spaccato di una Italia nel secondo dopoguerra, quando l'economia e la società stavano ancora riprendendosi, ma si slega dal suo preciso contesto storico.
Delia (Paola Cortellesi appunto) vive in un modesto sottoscala insieme al marito Ivano (Valerio Mastrandrea), ai tre figli e al suocero allettato. Fa di tutto per la sua famiglia, inclusi tre diversi lavori, ma ciò nonostante è maltrattata da tutti, sia dal marito che dal suocero, fisicamente e psicologicamente. Eppure Delia continua ad andare avanti, perché è quello il ruolo della donna in quel periodo, di qualunque estrazione sociale essa sia, anche sotto il peso delle continue proteste della figlia Marcella che la reputa molle e incapace di reagire.

Quello che non ha ancora realizzato la ragazza è che però Delia sta facendo di tutto anche per lei, e non solo. 
Paola Cortellesi si è infatti cucita addosso un ruolo universale, non di una donna e di non solo una generazione, ma di tutte le donne che hanno attraversato, attraversano, ed attraverseranno quanto sta capitando a lei. Eppure la sua Delia, resiliente, si rialza, continua, fino a quel domani che appunto potrebbe cambiare le sorti di tutti.
È per questo che secondo me C'è ancora domani sta avendo così successo: riesce a raccontare una storia che in un modo o nell'altro è appartenuta a tutti e che tutti dovrebbero ascoltare. 
Un racconto generazionale, di padri che infondono nei figli degli atteggiamenti tossici, ma anche di donne che hanno condiviso nel tempo queste esperienze ed hanno cercato di tramandarne il meglio alle generazioni successive, come fa Delia con Marcella.

La stessa Cortellesi in un paio di interviste che ho sentito ha dichiarato che ha voluto tradurre in immagini quelli che erano i racconti delle sue nonne e bisnonne, e che la mia generazione ricorda bene perché era quello che anche i miei nonni raccontavano a me. Per questo ha scelto il bianco e nero: non solo perché ispirata ai film dell'epoca, ma anche perché, immaginando quelle storie, è spontaneo pensarle così monocromaticamente.

Ma C'è Ancora Domani si slega però dal contesto storico, sia perché manda un messaggio chiaro che le donne del passato hanno trasmesso e vogliono trasmettere alle donne di oggi e del futuro, sia per come racconta la storia di Delia. 
La stessa protagonista non è una figura di primo piano, è una donna comune, normale, come tantissime, che però diventa un simbolo più ampio, e che soprattutto, come tante altre, ha contribuito a tessere il tessuto socio-culturale-politico.

Eppure Delia, come molte altre prima e dopo di lei, subisce in più ambiti della sua vita il suo essere donna, dal lavoro, dove finisce per prendere meno di un apprendista uomo, solo perché donna, alla famiglia, eppure prova man mano a ribellarsi, a chiedere, a cercare di capire.
Se state pensando però che C'è ancora Domani sia un mattone moralista che vuol fare la lezioncina di rispetto ed educazione, vi sbagliate. C'è infatti una ironia costante, intelligente, amara, che fa parte di quei ricordi che le nonne ci raccontavano come dicevo sopra, perché era un po' il loro modo di esorcizzare la realtà difficile, ma che rende la visione ancora più piacevole. Letteralmente in sala chiunque rideva. 
I momenti più surreali, e la colonna sonora contemporanea contribuiscono ulteriormente a dare respiro, a sottolineare come meriti più attenzione il contenuto che il mezzo.

È anche efficace il modo in vengono mostrate le violenze subite da Delia, non mostrate in modo splatter, ma quanto basta per essere evidenti. 

Il nuovo film di Paola Cortellesi è un adatto a tutti, perché chiaro, non banale, comprensibile, ha anche un buon ritmo, ed un paio di colpi di scena che stravolgono la narrazione, gli danno quel pizzico di tensione che crea suspense. Lei poi è una attrice che riesce a raccogliere un pubblico trasversale.
La sua prima regia mi è sembrata pulita, elegante e non troppo elementare come ci si possa aspettare, anche perché Paola Cortellesi ormai ha tanti anni di esperienza alle spalle. Il cast che la affianca è capace a rivestire ruoli che hanno delle sfumature o che semplicemente sanno farle da spalla, come Emanuela Fanelli.

C'è ancora domani è un film che dà speranza e che mi ha emozionato, non solo per il messaggio che vuole trasmettere, ma anche per il cinema italiano stesso, dimostrando che il passato può essere ancora attuale senza dover usare la chiave della nostalgia. 

Il film dovrebbe arrivare in streaming dal 31 Marzo 2024 su Netflix e Sky/Now.

9 commenti:

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  1. Netta e lucida analisi, un film che ha emozionato praticamente tutti con un taglio determinato, colori, musiche, scenografie e fotografia di grande impatto, e storia acchiappante. L'unica pecca che oso muovergli è in qualche forzatura e spiegone di troppo e, paradossalmente, a film terminato, ho avvertito il peso dei fin troppi (ma comprendo necessari) disinneschi a salvaguardare dalla storia il potentissimo segnale finale, fulcro della pellicola.

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    1. Posso capire quando parli di forzature, anche se le noti forse col senno di poi sul finale, ma gli spiegoni non li ricordo

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  2. Io questo film non l'ho visto ma forse avrò modo di farlo più avanti.
    Di sicuro mi piace ciò che racconta, di come la forza di andare avanti nonostante tutto sia il motore per condurre anche una vita che piace così così. In nome di cosa, però? di una responsabilità, di un sogno di vivere meglio, di un insegnamento ricevuto, di un esempio buono da offrire... ciascuno ha la sua motivazione. Ma sicuramente stimo chi procede a passo svelto, anche mentre si sente incespicare.

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    1. Ti invito a vederlo appena puoi perché merita.
      Credo che l'andare avanti di Delia, come quello di tante donne all'epoca, fosse dettato sia dal senso del dovere, sia dall'incapacità di pensare ad un futuro differente, cosa che in fondo capita anche adesso

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  3. Non mi interessava per nulla, ma in effetti ne sto sentendo parlare molto bene in questi giorni. Mo' arriva pure questa tua recensione che ne parla bene e quindi okkkkkkei, una di ste sere, assieme a Hunger Games e (non so con che coraggio) The Marvels, me lo vedo.

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    1. Se ti piace un genere come Hunger Games o Marvel, un film del genere potrebbe non essere nelle tue corde...

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    2. No no aspett... a me piace anche quel genere, ma tendenzialmente guardo davvero di tutto e di più. :)

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    3. No no aspett... a me piace anche quel genere, ma tendenzialmente guardo davvero di tutto e di più. :)

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    4. Ah ok se no davvero sarebbe stata una visione da capocciate al muro 😅

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