Il 30 Ottobre è arrivata l'attesa e forse anche temuta, quarta stagione di The Witcher, ormai ad oltre due anni di distanza dalla terza. Le cose in effetti sono andate per le lunghe e c'è stato un forte contraccolpo soprattutto per l'addio di Henry Cavill e l'arrivo di Liam Hemsworth come nuovo Geralt di Rivia.
Dopo tutto questo tempo ammetto che ricordavo poco o nulla di quanto fosse successo precedentemente, ma diciamo che nel corso degli otto episodi mi sono via via raccapezzato, ed ho anche ricordato come mai in passato The Witcher mi avesse deluso.
Nei nuovi episodi troviamo Geralt di Rivia (Hemsworth appunto), Yennefer di Vengerberg (Anya Chalotra) e Cirilla (Freya Allan) su strade separate. Il witcher, più indebolito che mai, è infatti alla ricerca di sua figlia "del destino" Ciri, ma a lui si è unita una nuova compagnia fatta di vecchi e nuovi amici; nel frattempo Yennefer tenta di riorganizzare l'ordine dei maghi e contrastare lo spietato Vilgefortz. Ciri invece, un po' in fuga, un po' alla ricerca di se stessa, si è unita a una banda di furfanti chiamata I Ratti sotto il nome falso di Falka.
Riuscirà la famigliola a ritrovarsi?
È stata una stagione interessante, quasi di prova direi, perché The Witcher 4 aveva due grossi scogli da superare: da un lato il cambio di guardia nel ruolo principale, dall'altro una emorragia di ascolti, che purtroppo sembra continuare. A quanto ho letto infatti le visualizzazioni su Netflix si sono persino dimezzate rispetto al terzo ciclo di episodi e penso che la cosa sia più che comprensibile.
Da utente del tutto esterno alla saga del Witcher, che non ha mai letto i libri o provato il videogioco, non ho mai percepito questa serie tv come davvero forte, in grado di trasportarti in un universo unico e con personaggi a cui legarsi. È stato così praticamente per tutte le stagioni, e la quarta non ha spostato le mie opinioni.
Il cambio di attore principale è stato secondo me l'ultimo dei problemi di The Witcher, perché comunque Liam Hemsworth se l'è cavata abbastanza bene a prendere il testimone, mantenendo un profilo basso ma facendo un generale discreto lavoro. Tra l'altro, come dicevo, Geralt sta affrontando una fase di down fisica e psicologica, quindi ci sta che non sia proprio un mattatore.
Ma è soprattutto il contorno a non funzionare, specie narrativamente parlando.
Se si guarda da lontano, The Witcher convince abbastanza come la tipica saga fantasy "tradizionale", con creature magiche, dalle atmosfere dark, e con molti momenti di azione e di combattimento.
Il reparto tecnico continua a funzionare, e forse anche a migliorare rispetto alle passate stagioni, e come dicevo, la fisicità più snella di Hemsworth non fa rimpiangere troppo il mastodontico Henry Cavill.
Poi però guardi la storia più in dettaglio e ti accorgi di tanti problemi, come ad esempio le trovate narrative spesso troppo facilone per mantenere la giusta tensione: sembra sempre ci sia la giusta coincidenza che salva i protagonisti e questo non è sempre un bene.
Il ritmo narrativo poi non è sempre ben distribuito, basta anche solo prendere ad esempio il quinto episodio, una sorta di musical che dovrebbe approfondire le vite di alcuni personaggi. Una scelta al limite del risibile che più volte mia spinto a saltare ed andare avanti.
Ma anche le tre linee narrative sui tre personaggi principali non sempre convincono del tutto, ma la più debole resta per me quella di Cirilla. Il suo personaggio, che sta vivendo una sorta di coming of age, sembra semplicemente una ragazzina capricciosa che non è del tutto conscia delle sue scelte proprio perché non c'è mai stata una costruzione psicologica solida attorno a lei.
Freya Allan mi sembra cresca come attrice di stagione in stagione, ma è purtroppo la sceneggiatura che non la aiuta particolarmente.
L'unione di Ciri ai Ratti ad esempio sembra semplicemente pretestuosa da un punto di vista narrativo e non le da la possibilità di maturare. Aggiungeteci poi che il gruppo di ladruncoli è appena tratteggiato in modo stereotipato, probabilmente per farci guardare i lungometraggio che Netflix ha dedicato su di loro, ma che onestamente non mi interessava affatto.
Se la cava meglio Yennefer che, seppur senza grossi picchi, sta comunque avendo un percorso costante. È indubbio che il suo personaggio debba crescere e raggiungere il carisma necessario per diventare una maga al di sopra di altri suoi pari, ma comunque convince abbastanza.
Ottimo anche Laurence Fishburne, nuova aggiunta al cast di questa stagione, in un ruolo sicuramente secondario ma ambiguo ed affascinante. Anche il resto dei personaggi secondari comunque, nel piccolo arco narrativo che gli hanno affidato, sono validi.
Nel suo insieme questa quarta stagione di The Witcher è chiaramente un ponte, un ciclo di passaggio verso la quinta e ultima (già confermata e sembra in produzione), ma non è riuscita a mettere comunque una pezza ai tanti problemi, vuoti, salti, strappi e debolezze che la serie tv ha sempre sofferto.
L'unico modo di apprezzarla è guardarla come un intrattenimento distaccato, come la quota fantasy da aggiungere al proprio carnet seriale, ma per il resto temo che non resterà molto, nel tempo della saga netflixiana di The Witcher.
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