Britney VS Spears, un documentario "non necessario" ma interessante

Anche la persona più lontana dall'universo pop si è resa conto che qualcosa non va nella vita di Britney Spears, cantante da centinaia di milioni di copie vendute, il cui privato è diventato estremamente pubblico da diversi anni a questa parte ormai, e tutto si avvolge intorno alla sua salute mentale. 
Dal 2008 Britney è infatti in una cosiddetta "conservatorship", quella che noi in Italia chiameremmo istituto della tutela, e il suo tutore è il padre Jamie Spears, che ha gestito il suo patrimonio (non proprio di due spicci) fino ad oggi. 
Una vicenda di gossip per alcuni, ma soprattutto legale visto che sembrano tanti i punti oscuri su come si sia arrivati ad una "conservatorship" così restrittiva nei confronti di una persona che si è dimostrata in grado di lavorare attivamente nel mondo dello spettacolo (AKA fare pure le capriole su un palco davanti a migliaia di persone a tempo di musica). Negli ultimi anni si è creato proprio per questo il movimento Free Britney e la questione ha avuto ancora più risonanza, grazie anche ad una serie di documentari sull'argomento, fra cui il più recente Britney VS Spears su Netflix dal 28 Settembre.


Britney contro Spears non è un documentario necessario a ricostruire la faccenda, perché già esistono centinaia di articoli, video e post sul web che cercano di chiarire ogni aspetto, tuttavia questo ultimo film sulla vita della cantante mi è sembrato interessante ed utile. 
Dalla prima perizia di demenza, fino alle ultime rivelazioni, il documentario riesce infatti a spiegare in maniera abbastanza lineare tutta la faccenda dalle origini, e soprattutto sottolinea come tutto quello che riguarda la conservatorship di Britney Spears sia una situazione intricata a più livelli.


Erin Lee Carr
, regista, e la giornalista Jenny Eliscu infatti sono riuscite a contattare e ad avere dichiarazioni da alcuni dei protagonisti legati alla tutela di Britney, da suoi ex fidanzati risalenti ai primi anni del 2000, fino ad alcuni avvocati delle parti. Questo soprattutto grazie a dei nuovi documenti che una fonte anonima molto vicina ai tutori di Britney sembra aver fornito alle due creatrici del documentario, che includono anche perizie legali e che aggiungono altri tasselli sul caso.


Un lavoro lungo due anni, in cui risaltano secondo me due cose: la prima è che il problema non è solo il padre Jamie, il villain della fiaba che vuole accaparrarsi i soldi della figlia, ma un intero sistema di giudici, avvocati, medici molto probabilmente corrotti o comunque che non hanno saputo risolvere la situazione. Viene infatti sottolineato il ruolo dei media, all'epoca decisamente impazziti, e del sistema legge che ha fallito sotto gli occhi di tutti. Una contraddizione su tutte della legislazione americana è infatti l'impossibilità da parte del tutelato di scegliersi un avvocato, creando così un corto circuito.


Il secondo aspetto che mi ha colpito ed ho notato è l'enorme solitudine che Britney Spears deve aver vissuto in tutto questo tempo, e una cosa che forse non viene spesso sottolineata, ovvero che quando è iniziata questa battaglia, la cantante aveva solo 26 anni. Non so quante persone si siano trovate alla sua età a dover già fronteggiare un'onda simile da soli, mentre il mondo intero ti guarda e ti giudica, e con la paura che tutto possa precipitare e peggiorare. Però il documentario ci fa scoprire anche i suoi tentativi, fin da subito, di ribellarsi alla conservatorship, specie per come è stata impostata, chiaro segnale che qualcosa non funzionava da principio.


Britney Contro Spears è un documentario abbastanza scorrevole ma da seguire con attenzione, specie se non si hanno ben chiari tutti i tasselli e tutte le pedine che ne fanno parte. Mi è anche sembrato che, nonostante le ideatrici stiano dalla parte di Britney, riescano a dare un quadro abbastanza oggettivo della vicenda. Credo quindi che si rivolga a chiunque voglia approfondire la vicenda, a chi la conosce a grandi linee, ma ha perso qualche pezzo.
L'aspetto che trovo più drammatico è che alla fine della giostra, non si tratta di una copertina, di un documentario di gossip più o meno frivolo, ma di una storia vera con personaggi reali. Non sappiamo in fondo cosa sia vero e cosa falso, ma penso sia palese che questo meccanismo che ha coinvolto una artista di fama mondiale come Britney Spears, avrebbe potuto coinvolgere chiunque. 




4 commenti:

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  1. La sua vicenda è talmente strana e paradossale da avermi sempre messo addosso una grande tristezza. Questo sembra un documentario ben fatto e magari cercherò di vederlo, perché la questione mi interessa.
    Baci.

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    1. Davvero anche a me mette tristezza e un po' di rabbia. Secondo me completa abbastanza bene il quadro della situazione!
      Baci

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    2. Sembra interessante.
      È che della Spears proprio non mi piace manco una canzone.
      La ricordo solo per Baby one more time e per aver fatto una cover di I love rock’n roll se non sbaglio..(?)
      Sì la vicenda che sta dietro all’artista mi interessa..perché non ho mai capito come siano arrivati a tanto con quella ragazza.
      Ciao Pier

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    3. Ciao Max, in effetti non l'ho specificato, ma anche io non sono granché fan della sua musica. Certo, sono canzoni che ascolto volentieri, ma non mi comprerei un album per intenderci.
      Credo che il documentario spieghi bene comunque l'escalation che riguarda appunto la sua vita.
      Fammi sapere se lo recuperi! Spero sia interessante!

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